Time machine.

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domenica 31 agosto 2008

Notizia incredibile - Il creazionismo a scuola!

Non sono solito scendere in questioni politiche in queste pagine, anzi, non le ho mai trattate.
Purtroppo però questa notizia ci coinvolge ed in maniera non superficiale.
La candidata alla vicepresidenza americana Sarah Palin afferma che il Creazionismo dovrebbe essere insegnato nelle scuole.
Purtroppo siamo di fronte ad un colpo di coda antiscientifico che come prossimo passo vedrà la modifica delle certezze cosmologiche: potremo ritornare al Sole che gira intorno alla Terra (cosa già sostenuta da diversi imbecilli) e chissà, magari potranno ristabilire che la Terra è piatta...
A quando una nuova inquisizione?

Ripeto che non voglio imbarcarmi in discorsi politici, ma questa è veramente fuori dal mondo!
Abbiamo milioni, anzi miliardi di anni di evoluzione alle spalle e queste persone vogliono farci credere che tutto è iniziato 5-6000 anni fa "creato" da una qualche entità superiore.
Ma se una entità superiore esiste, non sarebbe più grande e importante se avesse creato quella palla di materia da cui è avvenuto il Big-Bang?
Non sarebbe infinitamente più importante se avesse definito un intero Universo stabilendo solo le regole iniziali e che poi l'evoluzione abbia portato alla nostra esistenza?
Il creazionismo puro lo trovo una formidabile dimostrazione di limitatezza mentale e di voler piegare migliaia di evidenze alle proprie semplicistiche congetture.

Speriamo che vinca il buon senso...

Notizie dal Programma Constellation.

Mentre prosegue la preparazione delle componenti di Ares I-X, primo test di volo effettivo del programma, previsto per l'anno prossimo, prosegue anche tutto il resto dello sviluppo.

Un collaudo dei paracadute della capsula Orion è fallito a causa del difettoso funzionamento dei paracadute stabilizzatori che dovevano correggere l'assetto del simulacro una volta scaricato dall'aereo appoggio. Il simulacro si è quindi schiantato nel deserto finendo quasi completamente distrutto.

E' invece in corso il test di galleggiamento per la stessa capsula e viene eseguito con un modello in scala 1/4 nella piscina del Johnson Space Center, la stessa utilizzata per gli addestramenti degli astronauti. Il test successivo sarà una vasca che permette di simulare i moti ondosi a diversi gradi di intensità per verificare l'efficacia del sistema in caso di ammaraggio d'emergenza in mare agitato.

Si sta anche sviluppando un piano d'intervento per lo smorzamento delle vibrazioni indotte dal propulsore del primo stadio, che come si sa è un SRB, uguale a quelli che danno la spinta iniziale allo Space Shuttle. Le vibrazioni sono ad un tale livello che potrebbero essere dannose per l'equipaggio e si pensa di utilizzare dei sistemi di smorzamento sia fra le varie parti che all'interno della capsula Orion.
Gli studi sono in corso.

E' stato annullato il contratto per l'assegnazione dell'appalto per la produzione delle nuove tute per le missioni Constellation, a causa di un reclamo fatto alla NASA da un altro partecipante. Dovrà ora essere eseguita nuovamente la gara d'appalto.

A causa del peso del supervettore Ares V, dovrà essere rifatta la pavimentazione delle crawlerway, le strade che portano dal VAB alle due rampe di lancio.
Le vie attuali risalgono alle missioni Apollo ed erano state costruite per reggere i giganteschi Saturn V, completi di rampa, torre e cingolati e si erano dimostrate sufficienti anche per gli Space Shuttle. La pressione sui punti d'appoggio del sistema di trasporto con l'Ares V risulta superiore a quella sopportabile, il che potrebbe causare smottamenti.
Verranno fatte delle prove di resistenza, ma è molto probabile che sarà necessario rifare tutto il manto, che ricordiamo è in ghiaia per permettere ai cingoli dei Crawler Transporter di muoversi agevolmente senza provocare danni irreparabili nelle curve.

Nell'immagine i due vettori, Ares I e Ares V con la Luna sullo sfondo e più lontano si intravede Marte.

STS-400 News 3.

Dopo aver eseguito tutte le analisi radiografiche e boroscopiche sull'ET-129 per il rumore udito durante il posizionamento in verticale, non è stato rilevato nulla di anomalo ed hanno così deciso di proseguire con la preparazione.
Il grande serbatoio esterno è ora collegato ai due booster ed è in attesa di Endeavour, che verrà portato all'interno del VAB verso metà settembre.

Le immagini visualizzano due stemmi di missione non ufficiali, ma decisamente geniali.
Il primo visualizza un cerchio rosso con i nomi dei componenti dell'equipaggio e il nome della missione, ma all'interno un cane San Bernardo che invece della classica botticella ha appeso al collo un piccolo Hubble: se missione di soccorso deve essere, chi può farlo meglio di un San Bernardo?
La seconda è un quadrato rosso ruotato a mo' di rombo in campo bianco che contiene una croce blu piena di stelle con la scritta Rescue e i due shuttle affacciati, a simboleggiare il rendez-vous che caratterizzerebbe la missione.

Inutile dire che, benché molto belli, speriamo tutti di non vederli mai sulle tute di missione...

Mars Exploration Rover News.

Spirit ha ormai superato il momento critico dell'inverno (essendo nell'emisfero meridionale di Marte ha le stagioni invertite rispetto a Phoenix) e dopo aver oltrepassato il solstizio con sufficiente energia per 'restare in vita' (era stato parcheggiato su un pendio rivolto verso nord) sta iniziando i preparativi per riprendere la normale esplorazione.

Opportunity, dopo aver passato quasi un anno nel Victoria Crater (dove è sceso ad una profondità di quasi 25 metri) ha finalmente terminato questa sua fase di esplorazione ed è ora pronto per altre destinazioni. Il controllo di Terra sta ora decidendo dove mandarlo per la sua nuova missione.
Durante l'esplorazione del Victoria Crater, c'è stato un momento di panico fra i piloti a causa di un malfunzionamento alla ruota anteriore sinistra. Era il Sol 1600 della missione e dato che Spirit ha una ruota bloccata da ormai oltre due anni, si temeva per un guasto simile: per uscire dal cratere erano necessarie tutte e sei le ruote funzionanti e quindi si è deciso per una uscita immediata, soprattutto perché il lavoro scientifico era già considerato sufficiente.
L'uscita è durata 34 Sol e finalmente il 28 agosto, giunto sulla pianura esterna, ha scattato la foto che trovate qui allegata, dove si vedono le impronte delle ruote di Opportunity che esce definitivamente dal cratere, visibile sullo sfondo. Per l'ultimo tratto di strada il rover ha percorso le stesse impronte lasciate durante la discesa per minimizzare i rischi di slittamenti.

sabato 30 agosto 2008

Phoenix - Sol 94.

Mentre con il passare dei giorni, il Sole scende sempre di più sotto l’orizzonte notturno, la sonda a energia solare Phoenix ha trovato il tempo di inviare una suggestiva cartolina dopo tre mesi passati a studiare il Pianeta Rosso.
Phoenix ha inviato un panorama del suo campo di lavoro dove si vedono tutti gli scavi eseguiti in questi 90 giorni durante la sua ricerca per l’acqua, potenzialmente nascosta al disotto della superficie marziana.
Mentre le giornate stanno diventando sempre più fredde, la sonda è in ottima salute.
“Sta funzionando in modo favoloso”, ha detto Barry Goldstein project manager di Phoenix al Jet Propulsion Laboratory di Pasadena. “Ma ho chiarito molto bene col team scientifico che la garanzia è scaduta. Gli scienziati hanno intenzione di usare la sonda per raccogliere la maggior quantità possibile di dati entro la fine di settembre, quando la missione estesa si concluderà, ma hanno già avanzato la proposta di una seconda estensione fino a metà novembre, a patto che la sonda riesca a sopravvivere fino ad allora”.
“Siamo ancora lontani dai limiti di Phoenix”, ha aggiunto Goldstein, “ma sappiamo che potremo arrivare alla fine delle possibilità d’uso”.
Phoenix è atterrato nella Vastitas Borealis il 25 maggio e ha iniziato la sua missione di ricerca dell’acqua e delle possibili condizioni favorevoli alla vita. Il suo kit di ricerca è composto da un braccio robotico, otto forni di cottura dei campioni, quattro laboratori umidi ed un microscopio doppio, oltre ad una stazione meteorologica completa.
E la sonda ha fatto il suo dovere, scavando, toccando e analizzando frammenti di vero ghiaccio marziano, così come ora si inizierà un periodo di febbrile lavoro per concludere le operazioni prima che l’inverno marziano si chiuda su di essa. E l’ambiente sta diventando sempre più freddo.
Nei primi 50 Sol il lander ha misurato temperature minime di circa -80°C, mentre ora siamo già a -85°C.
La potenza generata dai due pannelli solari sta diminuendo ed oggi siamo a 2'500 Wattora, circa 1000 in meno di quelli di inizio missione. La sonda ha bisogno di circa 1000Wh per eseguire le operazioni più basilari e quindi siamo ancora ben oltre questi limiti minimi. Le previsioni sono di raggiungere quella fatidica soglia intorno a novembre.
Il prossimo passo di Phoenix (che ricordiamo è costata 420 milioni di dollari) sarà proprio il completamento delle analisi nel laboratorio umido caricando gli ultimi due campioni, il primo dei quali è entrato nel laboratorio proprio oggi.
Per quanto riguarda i forni TEGA, sarà molto difficile che si riesca ad utilizzarli tutti, avendo eseguito 4 analisi in tre mesi: comunque anche di questi verrà fatto buon uso.
“Attualmente stiamo rielaborando i dati ricevuti,” ha concluso Goldstein. “Ciascun componente del team è talmente impegnato al lavoro sui dati che non riesce a respirare un attimo per cercare di capire le enormi scoperte scientifiche già assodate”.
Goldstein ha anche lavorato al progetto MER e il pensiero che i due vecchi robot che stanno viaggiando su Marte da oltre quattro anni sopravvivranno a Phoenix, lo riempie di tristezza, ma lo rende orgoglioso di aver visitato e effettuato incredibili scoperte nel circolo polare artico del Pianeta Rosso.
Saranno migliaia le foto provenienti dai MER, ma quelle di Phoenix dal polo sono uniche!

Nell’immagine allegata si vede tutta la zona di scavo e l’ombra della Surface Stereo Imager, quella lunga quasi in centro, come raffronto, è circa una trentina di centimetri di larghezza.

venerdì 29 agosto 2008

Phoenix – Sol 91, 92 e 93.

Terminata la missione nominale, il team di Terra non si aspettava che Phoenix potesse essere ancora in così buone condizioni. Infatti si sta già pensando che il nuovo limite del 30 settembre potrebbe stare ancora stretto.
“Abbiamo ottenuto un successo che supera ogni più rosea previsione”, ha detto Peter Smith, scienziato capo per Phoenix alla University of Arizona di Tucson.
“Stiamo lavorando alla comprensione della storia e delle proprietà del ghiaccio rinvenuto nel punto di discesa, posto nelle pianure settentrionali di Marte. Anche se il Sole ha iniziato a scendere sotto l’orizzonte, abbiamo capito di avere ancora parecchia energia per permetterci di continuare le nostre osservazioni e i nostri esperimenti. E contiamo anche di vedere un cambiamento graduale del clima nelle prossime settimane.”
“Una delle domande che sono ancora aperte è se la pianura dell’atterraggio possa mai essere stata abitabile” ha aggiunto Smith. “Phoenix ha già confermato la presenza di ghiaccio d’acqua , ha stabilito che il suolo è alcalino e contiene magnesio, sodio, potassio, cloro e perclorati. Le analisi chimiche proseguiranno con la raccolta di nuovi campioni da parte del braccio robotico.”
“È stato molto gratificante poter condividere l’entusiasmo dell’esplorazione con il pubblico, grazie alle migliaia di immagini riprese dalla sonda sul Pianeta Rosso” ha concluso Smith. “Le abbiamo rese disponibili immediatamente al loro arrivo da Marte direttamente sul sito web e ad oggi ne abbiamo ricevute oltre ventimila.”
Anche la strumentazione meteorologica ha monitorato l’andamento dei principali parametri come la diminuzione costante della pressione atmosferica che segna il cambio di stagione. È stata rilevata anche una nube di ghiaccio d’acqua e degli schemi precisi per i venti del punto di discesa.
Attualmente il team di Terra sta lavorando su un’anomalia che si è verificata nel TEGA durante l’ultima cottura. I gas sprigionati dal riscaldamento e che hanno raggiunto lo spettrometro di massa sono risultati intermittenti e non costanti, cosa che ha incuriosito gli scienziati.
Intanto si sta pensando di allargare lo scavo più profondo, chiamato “Stone Soup”, per raccogliere un nuovo campione dal fondo. Lo scorso tentativo aveva raccolto solamente 2 o 3 centimetri cubici e non sembrava che potesse essere sufficiente per caricare il MECA.
Nei giorni a venire si pensa anche di rivedere il metodo di raccolta per i campioni contenenti ghiaccio d’acqua, dato che la prima volta tendevano ad attaccarsi alla pala di scavo.

Le condizioni meteo del Sol 89 erano le seguenti:
Temperatura massima -30°C;
Temperatura minima -84°C;
Cielo terso, con poche polveri e brina mattutina diffusa.

5 nuovi satelliti in orbita.

È stata lanciata questa mattina, 29 agosto, dal Cosmodromo di Baikonur, la costellazione di satelliti RapidEye.
Il lancio è avvenuto alle 9:15:58 ora italiana, quando un vettore Kosmotras Dnepr ha lasciato la rampa 109 del Cosmodromo kazako e quindici minuti dopo ha sganciato i 5 satelliti da 150 kg ciascuno in un’orbita eliosincrona a 630 km di quota.
È una costellazione di satelliti per l’osservazione della superficie terrestre con una risoluzione di 6,5 metri su 5 bande ottiche diverse. I satelliti saranno posizionati ad una distanza di circa 19 minuti l’uno dall’altro e scansioneranno “fette” di territorio da 78 km di larghezza spazzolando tutto il globo terrestre fra i 75°N e i 75°S .
L’utilizzo principale riguarderà la mappatura agricola, il controllo della crescita, verifica dei danni alle coltivazioni e la predizione dei raccolti. Un utilizzo secondario sarà la cartografia.
La SSTL di Guildford nel Regno Unito ha progettato e costruito i veicoli e si occupa anche del Control Centre, mentre Jena-Optronik GmbH di Jena in Germania ha sviluppato e prodotto gli strumenti di ripresa. I contratti commerciali saranno curati dalla Canadian Commercial Corporation.

giovedì 28 agosto 2008

STS-125 News 10.

Riparazione del danno al punto di aggancio della linea dell'idrogeno liquido conclusa.
L'assemblaggio con il serbatoio esterno può quindi tranquillamente proseguire.
Il rollout (trasporto) verso la rampa di lancio è stato spostato e confermato per martedì 2 settembre con inizio alle 6:01 ora italiana.

In foto è rappresentata la navetta imbragata alla gru all'interno del gigantesco edificio assemblaggio veicoli mentre viene accostata al serbatoio esterno.

mercoledì 27 agosto 2008

ATV-1 News 20.

E' stata eseguita oggi una manovra non prevista.
A causa del rischio detriti provenienti dal satellite Cosmos 2421, è stata eseguita una DAM (Debris Avoidance Maneuver, manovra elusiva dei deriti), una correzione orbitale della ISS per mezzo dell'ATV. E' stato il primo uso dell'ATV per un deboost, cioè una diminuzione dell'orbita provocata da una frenata.
La variazione di velocità è stata di 1 metro al secondo equivalente a circa un chilometro e mezzo di quota.

Le prossime operazioni dell'ATV-1 Jules Verne saranno il distacco dalla stazione il 5 settembre e poi il rientro atmosferico ritardato fino al 29 settembre per consentire all'equipaggio della stazione di seguirlo dall'alto. Si disintegrerà nella notte sull'oceano Pacifico meridionale, nel cimitero dei veicoli spaziali.

Intanto i lavori di preparazione degli ATV-2 e ATV-3 stanno proseguendo. Il primo lancio è previsto per il 2010 inoltrato.

Aggiornamento.
Pareva necessaria oggi (venerdì 29) una nuova manovra DAM a causa di un possibile detrito dello stesso satellite, ma è stata cancellata a causa di un possibile peggioramento della situazione a causa di altri detriti.
Il Cosmos 2421 era un satellite militare Russo che si è frammentato tre volte, nel marzo, in aprile e nel giugno scorso producendo alcune centinaia di detriti, pare oltre 500.

Trovato un virus a bordo della ISS.

Tranquilli: si tratta di un virus informatico...
Sembra incredibile, ma sui computer della Stazione Spaziale non hanno un antivirus.
Così immaginatevi la sorpresa quando dal Centro Controllo Missione hanno rilevato la cosa.
Si tratta di un worm e precisamente W32.Gammima.AG che dovrebbe raccogliere informazioni personali per inviarle al suo creatore.
Ovviamente è un virus per Windows e altrettanto ovviamente, i computer di controllo e di comando della Stazione non utilizzano il sistema operativo di Redmond. Windows XP è installato su tutti i notebook sparsi per la ISS che vengono utilizzati dall'equipaggio per le operazioni più semplici ed anche dagli astronauti per svago e relax. Ed è proprio da una scheda di memoria o da una chiavetta USB che si presume provenga il virus. D'ora in avanti tutti i supporti verranno verificati prima dell'imbarco!
Fortunatamente non era una versione distruttiva e non ha fatto danni alle varie postazioni.
I sistemi sono ora puliti, ma chissà se hanno installato un buon antivirus...

martedì 26 agosto 2008

Alba gelida su Marte: Phoenix – Sol 90.

Sulla pianura in cui è atterrato il lander marziano Phoenix, non era ancora tramontato il Sole. Essendo all’interno del circolo polare di Marte, l’estate, che in questo periodo coincideva con quella terrestre, portava ad avere il “Sole di Mezzanotte”.
Questo periodo di massimo irraggiamento solare è terminato e dal Sol 86 è iniziato un vero e proprio tramonto seguito, per ora dopo poco tempo, da un’alba.
L’immagine (NASA/JPL) qui allegata è ripresa dal Surface Stereo Imager su filtro rosso in falsi colori e mostra l’alba del Sol 90, quello che completa la missione primaria della sonda. È stata scattata 51 minuti dopo la mezzanotte solare locale durante il lento moto ascendente della nostra stella sull’orizzonte marziano ed ha seguito una “notte” durata 75 minuti. La luce che si vede nel cielo è dovuta a pulviscolo e microscopici cristalli di ghiaccio.
Il tramonto del sole non significa la fine della missione, ma l’inizio di quella estesa, come deciso alla fine di luglio. Il nuovo limite da raggiungere è la fine di settembre.
Poi si vedrà…

Le condizioni meteorologiche stanno cambiando lentamente e gli ultimi dati ricevuti riguardanti il Sol 87 confermano che mentre continua la lenta discesa della pressione atmosferica, giunta a 7,65 mBar, alla diminuzione della temperatura minima, a -83°C, contrasta un aumento della massima arrivata a -27°C. Il cielo continua ad essere terso e la visibilità ottima.

STS-125 News 9.

Atlantis è nel VAB ed è già stato messo in posizione verticale.
In questo momento si sta procedendo all'aggancio della navetta sul serbatoio esterno e vengono eseguite tutte le connessioni necessarie.
Il rollout (trasporto verso la rampa di lancio) avverrà sabato 30 agosto dalle 06:01 italiane. Per completare il tratto di 5,5 km saranno necessarie circa sei ore, con una velocità media inferiore a 1 km/h.
Le piattaforme di trasporto e di lancio con i loro giganteschi cingolati, sono ancora quelle che hanno servito i mitici Saturn V che, alla fine degli anni '60, hanno portato l'uomo sulla Luna.

Aggiornamento. 14:00 UTC.
Rilevato un problema alla connessione dell'idrogeno liquido.
Si sta decidendo il da farsi...

Phoenix – Sol 86, 87, 88 e 89.

Il prossimo campione di suolo marziano proverrà da uno scavo almeno tre volte più profondo di quelli fatti finora.
La sonda sta per terminare la sua missione principale, prevista in 90 Sol, e inizierà la missione estesa che è stata stabilita nel luglio scorso.
“Mentre ci avviciniamo al limite inizialmente stabilito per la durata della missione, siamo emozionati da come sta andando”, ha detto Barry Goldstein del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, manager del progetto Phoenix.
Il principale obiettivo della sonda è ora la raccolta di un campione di terreno dal fondo di uno scavo chiamato “Stone Soup” che è profondo circa 18 centimetri e l’esecuzione di tutte le analisi possibili, la prima delle quali sarà l’inserimento di un saggio nella terza cella del MECA per l’“analisi umida”, quella che si esegue con l’aggiunta di acqua portata da Terra.
“Nella prime due celle del MECA abbiamo analizzato campioni dalla superficie e dall’interfaccia con il ghiaccio e i risultati sono apparsi molto simili. Il nostro obiettivo per la cella 3 è l’utilizzo come cella esplorativa per cercare qualcosa che potrebbe risultare differente” ha detto Michael Hecht, capo scienziato del JPL per il MECA. “La cosa attraente di ‘Stone Soup’ è che questa zona profonda potrebbe contenere e concentrare materiali di tipo diverso”.
“Stone Soup” è posto sulla linea di confine che separa due delle ‘placche’ poligonali in cui è diviso il terreno intorno a Phoenix. Lo scavo è a sinistra (ovest) nella zona raggiungibile dal braccio robotico.
Quando si scava vicino al centro di queste zolle poligonali, è stato trovato uno strato di terreno ghiacciato, duro come il cemento, a circa 5 centimetri di profondità. Nello scavo Stone Soup non è ancora stato trovato uno strato simile.
“La depressione fra i poligoni è una sorta di trappola in grado di accumulare le cose”, ha aggiunto Hecht. “Esteso su una lunga scala temporale è possibile che ci sia una sorta di moto convettivo che permette al materiale di affondare ai lati e risalire al centro dei poligoni”.
Il team scientifico sta studiando gli ultimi due siti finali da cui raccogliere i campioni per le ultime due celle del MECA e in questi giorni ‘Stone Soup’ se n’è aggiudicato uno. “Abbiamo avuto un dilemma fra ‘Stone Soup’ e il materiale bianco presente in ‘Upper Cupboard’”, ha terminato Hecht. “Se avessimo la conferma che lo strato bianco è ricco di sali avremmo certamente analizzato quello, ma non siamo in grado di averne la certezza”.
Entrambi i candidati per la raccolta, davano possibilità di ottenere maggiori informazioni sulla distribuzione dei sali nell’area di lavoro, che possono essere un indicatore della possibile presenza di acqua liquida. I sali tendono a concentrarsi nei luoghi che potrebbero essere stati umidi.
Mentre viene caricata la terza cella del MECA, nel TEGA si sta procedendo all’analisi del campione di terreno a profondità intermedia inserito la settimana scorsa.

Nell’immagine (NASA/JPL) il profondo scavo eseguito dal braccio robotico per eseguire il prossimo prelievo.

domenica 24 agosto 2008

Pensieri dallo Spazio.

Diario di bordo di Greg Chamitoff, durante la EVA russa dello scorso luglio sulla ISS.

Cari amici,
questo è un momento ed un posto strano per scrivere un diario, ma penso invece che siano perfetti!
Sono sigillato all’interno della capsula di discesa della Soyuz, mentre i miei compagni di viaggio stanno eseguendo la loro prima passeggiata spaziale (EVA). In questo momento Sergei e Oleg sono nelle loro tute spaziali e stanno completando i controlli prima di aprire il portello per uscire.

Perché sono nella Soyuz? Bene, la Soyuz è ormeggiata al compartimento di attracco russo, che è anche il modulo da cui devono uscire i miei compagni, depressurizzandolo. Dato che la Soyuz è la nostra “scialuppa di salvataggio”, devo essere in grado di raggiungerla in caso d’emergenza. Durante la EVA il compartimento di attracco rimarrà nel vuoto spaziale, così se rimanessi sulla Stazione, ci sarebbe il vuoto esterno fra me e il veicolo di salvataggio. Il risultato è stato che ho dovuto spostarmi dalla enorme e confortevole Stazione Spaziale alla incredibilmente compatta capsula di rientro.

Così qui dentro ci sono io più tre tute spaziali (quelle per il rientro, non quelle per le passeggiate esterne) e una marea di altra roba che ci hanno detto di avere a bordo in caso di emergenza. Se ci fosse qualche tipo di problema serio durante la passeggiata, come l’impossibilità a ripressurizzare il compartimento d’attracco, l’idea è che per loro sarà possibile accedere al modulo superiore della Soyuz e ripressurizzarlo. In quella situazione saremmo nuovamente tutti insieme, potendo così sganciarci dalla Stazione Spaziale per raggiungere un altro portello d’attracco o, se sarà il caso, ritornare sulla Terra. Quindi, per effettuare la preparazione a questa remota possibilità, abbiamo dovuto chiudere tutti i boccaporti presenti all’interno della Stazione isolando ogni modulo da tutti gli altri ed eseguire una lunga serie di operazioni che potessero lasciare al controllo di Terra la maggiore flessibilità possibile nella possibilità che la stazione dovesse rimanere senza equipaggio per un po’ di tempo. La mia più grande preoccupazione è ora che la EVA possa concludersi senza problemi e che possiamo rientrare nella Stazione non appena sarà tutto finito.

Con tutto questo materiale extra messo dentro il modulo di discesa, ho appena spazio per stare fra i sedili e il pannello di controllo. Sospeso al disopra dei sedili quasi non riesco a distendere le gambe. Ho messo le 3 tute sui 3 sedili e in più ho una enorme borsa piena di rifornimenti e attrezzature.

Ovviamente mi sono portato un computer portatile. Ho anche alcune batterie di scorta, del cibo, dell’acqua, dei vestiti perché qui fa freddo, una fotocamera, un libro e, più importante, ho messo alcuni episodi di “Star Trek” e “StarGate I” nel computer. E questo è il mio programma... ho intenzione di guardare il Mondo che viaggia fuori dal finestrino e seguire “Star Trek” sul computer. In questo modo posso meravigliarmi del nostro pianeta e della nostra esistenza, mentre sogno il futuro. Come si può stare meglio di così!?



OK, sono passate 4 ore e sono alla terza delle 5 batterie. Mi sono sistemato proprio bene. Devo tenere la cuffia indossata per parlare con il Controllo Missione a Mosca nel caso fosse necessario (e per rispondere alle loro chiamate), ma ho messo gli auricolari sotto la cuffia e ascolto il mio lettore portatile. Così sto sentendo dell’ottima musica jazz. Che fantastica sensazione essere qui! Intendo dire che è come la visione di Dio su tutto il Creato, ma la grandiosità di questa vista può essere attribuita alla sua semplicità e purezza.

Il cielo è di un nero spietato, nero quanto può esserlo il nero ed è immediatamente adiacente alla Terra illuminata che è così chiara da fare fatica a guardarla. L’oceano è di un ricco e luminoso blu mentre le nuvole creano forme artistiche bianchissime di dimensioni continentali. Le coste danno l’impressione di essere disegnate a mano libera e sono ovunque, limiti nettissimi fra il blu e il marrone. Le proporzioni e la chiarezza di ogni dettaglio sono semplicemente maestose e stupende, ma d’altro canto c’è tantissima bellezza che non si può vedere da qui. Il contrasto fra il panorama e i particolari è impressionante. C’è questa immensa meraviglia della natura sotto di me, ma nascosta dentro di lei c’è la complessità della civilizzazione che si è impegnata per portarmi ad essere qui adesso. La storia, la cultura, la conoscenza, le infrastrutture e la tecnologia sono richieste perché in qualche modo io sia in grado di vedere queste cose da questo finestrino e possa ascoltarmi il mio grande jazz. Non c’è modo per neanche iniziare ad apprezzare la ricchezza e la complessità che abbiamo là sotto senza precipitarsi giù ed essere ugualmente sopraffatti dalla varietà di vita, cultura, città, arte, scienza e macchinari che noi umani abbiamo in qualche modo sviluppato dai basilari Terra, aria, acqua e fuoco (il Sole) visti da qui.

La Soyuz si sta scuotendo intorno a me e vedo delle particelle che si allontanano nello spazio illuminate dal Sole. Devono essere Sergei e Oleg che si arrampicano all’esterno. Stanno tagliando una parte della copertura di protezione termica e contro i micro meteoroidi per accedere a uno dei bulloni esplosivi che possono essere la fonte dei problemi verificatisi negli ultimi rientri Soyuz. Uno dei lavori dei miei compagni è la rimozione di uno di questi bulloni e dovranno poi portarlo all’interno. Il loro lavoro odierno dovrebbe aiutare il centro controllo di Mosca a capire che cosa sta succedendo a questi bulloni per permettergli di evitare altri incidenti non appena rientreranno sulla Terra con questa Soyuz in ottobre. È bello seguire questi frammenti che si allontanano, ma da un altro punto di vista so che diventano nuovi detriti che viaggiano a 28'000 km/h e se non sono nella tua orbita esatta, ti possono colpire ad una velocità simile.

La terza batteria mi sta abbandonando. È realmente una bella sensazione essere isolato in questa piccola ma capace astronave, guardando fuori il Mondo e scrivendo questo diario. Mi piacerebbe se il mio ufficio avesse una vista simile, anche se laggiù ha il vantaggio di avere un bagno completo accanto!

Dallo spazio,
Greg.


Fonte: NASA.

sabato 23 agosto 2008

Vedere la ISS a occhio nudo! – Settembre.

Ecco la nuova tabella per i passaggi visibili della International Space Station nei nostri cieli.
Siamo in un nuovo periodo mattutino che a metà del mese diventerà serale e non prevederà la visita da parte degli Space Shuttle, ma il distacco dell'ATV-1.
Un reboost è appena stato eseguito e la quota della stazione è abbondante, ma se ci fossero modifiche sarà mia cura informarvi.

Legenda:
Data.... del passaggio
Mag..... Magnitudine visuale della stazione
Ora..... del punto massimo del passaggio - sorge ca. 2' prima e tramonta ca. 2' dopo
Alt..... Altezza angolare massima in gradi dall'orizzonte (es. zenith 90°, polare 40-45°)
Az...... Azimuth, direzione in base ai punti cardinali

Data ..... Mag .... Ora ......... Alt. .. Az.
27 Ago ... 0.4 .... 05:53:07 .... 15 .... SE
28 Ago .. -1.4 .... 06:20:20 .... 45 .... SE
29 Ago ... 0.0 .... 05:12:38 .... 17 .... SE
30 Ago .. -1.9 .... 05:39:51 .... 54 .... SE
31 Ago ... 0.1 .... 04:32:59 .... 18 .... ESE
31 Ago .. -1.9 .... 06:07:17 .... 52 .... NNO
01 Set .. -2.1 .... 04:59:25 .... 63 .... SE
01 Set .. -0.8 .... 06:34:54 .... 27 .... NNO
02 Set .. -1.7 .... 05:26:45 .... 46 .... NNO
03 Set ... 0.3 .... 04:20:29 .... 22 .... ENE
03 Set .. -0.6 .... 05:54:22 .... 26 .... NNO
04 Set .. -0.9 .... 04:46:47 .... 35 .... NNE
04 Set .. -0.1 .... 06:22:05 .... 20 .... N
05 Set .. -0.5 .... 05:13:46 .... 24 .... NNO
06 Set ... 1.0 .... 04:07:40 .... 15 .... NE
06 Set .. -0.1 .... 05:41:28 .... 20 .... N
07 Set ... 0.2 .... 04:33:56 .... 20 .... NNE
07 Set .. -0.2 .... 06:09:09 .... 23 .... N
08 Set ... 0.0 .... 05:00:47 .... 20 .... N
08 Set .. -0.8 .... 06:36:43 .... 35 .... NNE
09 Set .. -0.2 .... 05:28:26 .... 23 .... N
10 Set ... 0.8 .... 04:21:17 .... 16 .... NE
10 Set .. -1.0 .... 05:55:58 .... 38 .... NNE
11 Set .. -0.2 .... 04:47:47 .... 24 .... NNE
11 Set .. -2.4 .... 06:23:18 .... 85 .... SSO
12 Set .. -1.2 .... 05:15:08 .... 42 .... NNE
13 Set .. -2.5 .... 05:42:24 .... 73 .... SSO
14 Set ... 0.7 .... 04:36:33 .... 14 .... E
14 Set .. -1.0 .... 06:09:27 .... 23 .... SO
15 Set ... 0.3 .... 05:03:49 .... 14 .... SE

18 Set ... 0.2 .... 21:14:27 .... 13 .... SSO
19 Set .. -0.2 .... 20:08:42 .... 13 .... SE
19 Set ... 0.4 .... 21:41:28 .... 16 .... OSO
20 Set .. -1.7 .... 20:35:30 .... 37 .... SE
20 Set ... 1.2 .... 22:08:12 .... 10 .... O
21 Set .. -2.2 .... 21:02:31 .... 72 .... NNO
22 Set .. -1.8 .... 19:54:18 .... 43 .... SE
22 Set .. -0.5 .... 21:29:22 .... 31 .... NO
23 Set .. -1.9 .... 20:21:19 .... 63 .... NNO
23 Set ... 0.9 .... 21:55:32 .... 15 .... NO
24 Set .. -0.6 .... 20:48:31 .... 30 .... NNO
25 Set .. -1.7 .... 19:40:03 .... 55 .... NNO
25 Set .. -0.1 .... 21:15:51 .... 22 .... N
26 Set .. -0.6 .... 20:07:15 .... 28 .... NNO
26 Set ... 0.7 .... 21:41:49 .... 15 .... NNO
27 Set .. -0.2 .... 20:34:33 .... 21 .... N
28 Set .. -0.5 .... 19:25:54 .... 27 .... NNO
28 Set .. -0.3 .... 21:01:52 .... 21 .... N
29 Set .. -0.2 .... 19:53:12 .... 21 .... N
29 Set ... 0.4 .... 21:27:40 .... 18 .... NNO
30 Set .. -0.4 .... 20:20:31 .... 22 .... N
30 Set ... 1.4 .... 21:53:27 .... 10 .... NO
01 Ott .. -1.0 .... 20:47:38 .... 30 .... NNE
02 Ott .. -0.5 .... 19:39:04 .... 22 .... N
02 Ott .. -0.2 .... 21:13:26 .... 27 .... NO
03 Ott .. -1.2 .... 20:06:15 .... 33 .... NNE
03 Ott ... 1.2 .... 21:39:16 .... 13 .... ONO
04 Ott .. -2.4 .... 20:33:16 .... 73 .... NNE
05 Ott .. -1.4 .... 19:24:41 .... 35 .... NNE
05 Ott .. -0.7 .... 20:59:29 .... 32 .... OSO
06 Ott .. -2.4 .... 19:51:39 .... 82 .... NNE
06 Ott ... 1.1 .... 21:25:30 .... 11 .... OSO
07 Ott .. -0.8 .... 20:18:23 .... 32 .... SO
08 Ott .. -0.6 .... 19:12:00 .... 18 .... ESE
08 Ott ... 0.9 .... 20:44:52 .... 11 .... SO
09 Ott .. -0.3 .... 19:36:39 .... 28 .... SO

Dopo inizierà un nuovo periodo mattutino.
21 Ott ... 1.1 .... 07:27:30 .... 15 ... SE

Dati salvo “reboost” o modifiche orbitali e ottimizzati per il nord Italia.

STS-400 News 2.

Questa eventuale missione di soccorso che dovrebbe, se necessario, effettuare un salvataggio per Atlantis, sta diventando una specie di "palla al piede" per la missione principale, STS-125.
La necessità di dover partire al più presto non appena si avesse la necessità durante la missione verso Hubble (questo a causa della distanza orbitale fra Hubble e la ISS che potrebbe essere un "porto sicuro" in caso di problemi) comporta l'obbligo della presenza in rampa dell'Endeavour al momento del lancio di Atlantis.
Attualmente i problemi da risolvere per Endeavour sono 2:
- il rumore sentito all'interno del serbatoio esterno che non è stato possibile analizzare ai raggi X e neanche col boroscopio a causa della tempesta Fay, rumore che resta un punto interrogativo;
- la valvola dell'ossigeno difettosa da sostituire, riparazione che comporta un tempo di esecuzione di alcune settimane e che quindi può mettere a rischio il rollover verso il VAB, previsto a metà settembre. E questo comporterebbe un ritardo anche alla missione principale.

STS-125 News 8.

Questa notte è avvenuto il trasferimento dello Space Shuttle Atlantis dall'Orbiter Processing Facility al Vehicle Assembly Building del Kennedy Space Center in Florida, per la prosecuzione delle fasi di preparazione alla missione dell'otto ottobre verso il Telescopio Spaziale.
Ora la navetta verrà messa in posizione verticale ad agganciata all'enorme serbatoio esterno che è già unito ai due razzi a combustibile solido.
Fra circa una settimana le operazioni all'interno del VAB saranno terminate e Atlantis verrà trasportato sulla rampa di lancio per il completamento dell'allestimento con il caricamento della stiva.
Questo spostamento doveva avvenire lunedì scorso, ma si è preferito attendere il passaggio della tempesta Fay che ha provocato alcuni danni alle strutture del centro spaziale, ma nulla di critico.
La tempistica della missione ha ancora circa 4 giorni di margine, valore normalmente più che sufficiente, ma è la missione di soccorso ad avere i maggiori rischi di ritardo, cosa che causerebbe, ovviamente un rinvio anche per questa principale.

venerdì 22 agosto 2008

Lancio fallito.

Questa mattina, 22 agosto alle 11:10 ora italiana è fallito il primo lancio del nuovo vettore leggero di ATK (Allied Tech System). A bordo c’erano due esperimenti NASA per il volo ipersonico.
Il missile alto 16 metri, che doveva eseguire un volo suborbitale, era denominato ALV X-1 ed è partito dalla Wallops Flight Facility, base aerea di Wallops, in Virginia. Dopo circa 27 secondi dal lancio è però esploso distruggendo il carico. Fonti ufficiali dicono che non ci sono stati danni a persone e tutti i frammenti sono caduti nell’Oceano Atlantico, ma alcuni testimoni hanno riferito di aver visto cadere dei detriti sulla terraferma. Dato che potrebbero essere pericolosi, è stato diffuso un avvertimento per chi dovesse rinvenire delle parti del razzo o del carico, suggerendo di non toccarle e avvertire le autorità.
Il vettore a due stadi portava a bordo HYBOLT, test di resistenza aerodinamica in condizioni ipersoniche e SOAREX (Sub-Orbital Aerodynamic Re-entry Experiments) che doveva testare dei profili di rientro per capsule provenienti dallo spazio esterno.
E' già stata avviata un'inchiesta per chiarire le cause del fallimento.

Nella foto (NASA) il vettore sta lasciando la rampa di lancio per il suo breve volo.

Phoenix – Sol 85.

Effettuata la raccolta di terreno dallo strato intermedio fra la superficie e il substrato ghiacciato. Il campione è stato inserito in uno dei forni di cottura per l’analisi.
Il campione "Burning Coals" proviene dallo scavo "Burn Alive 3" ed è composto da circa mezza tazza da tea di terreno raccolto fra i 3 centimetri dalla superficie e 1 centimetro dal substrato gelato.
I dati ricevuti da Phoenix hanno confermato che il braccio robotico ha scaricato il materiale al disopra dell’apertura della cella numero 7 del TEGA e che una quantità sufficiente per le analisi ha raggiunto la cella di cottura. Sono già stati inviati i comandi di chiusura della cella e di inizio dell’aumento della temperatura fino al primo livello, cioè 35°C.
Lo scopo di questo primo riscaldamento è la verifica della presenza di ghiaccio nel campione. Il passo successivo è il riscaldamento a 125°C per asciugare il campione. L’ultimo passo è il riscaldamento a 1000°C per capire la composizione studiando i gas che vengono prodotti.
“Ci aspettiamo che il campione sia molto simile ai precedenti” ha detto William Boynton della University of Arizona, ricercatore capo del TEGA. “una delle cose che stiamo cercando è un rilascio di ossigeno che potrebbe significare la presenza di perclorato.”
Il perclorato è già stato trovato in un campione analizzato nel MECA (Microscopy, Electrochemistry, and Conductivity Analyzer) e la sua presenza è stata rilevata in un saggio proveniente dallo scavo "Dodo-Goldilocks" e in uno proveniente da "Rosy Red". Le conferme dovrebbero arrivare da un campione prelevato da quest’ultimo scavo ed inserito nel forno numero 5 del TEGA la settimana scorsa.
Il campione appena inserito nella cella 7 completa un’analisi stratigrafica su tre diversi livelli di profondità della superficie marziana.
“Vogliamo capire la struttura e la composizione del suolo attraverso l’analisi degli strati per comprendere gli spostamenti dell’acqua, sia liquida che vapore, fra lo strato superficiale e quello profondo ghiacciato” ha detto Ray Arvidson della Washington University di St. Louis, leader delle attività del team scientifico di Phoenix.
Situazione meteorologica del Sol 83: soleggiato con atmosfera trasparente e temperatura massima -29°C e minima -83°C.

In foto: gli sportelli quasi completamente aperti del forno numero 7 del TEGA con il materiale d’analisi ammucchiato sopra alla griglia di accesso.

giovedì 21 agosto 2008

Phoenix - Sol 83 e 84.

I lavori di scavo stanno proseguendo attorno alla sonda.
I nuovi scavi aperti recentemente comprendono "Burn Alive 3" nella zona "Wonderland" situata all’estremità orientale del settore raggiungibile dal braccio robotico. Tutti i nomi delle varie zone sono scelti informalmente dai ricercatori per semplificare le discussioni.
Il team sta attualmente scavando un lato di Burn Alive 3 fino allo strato ghiacciato e prevede di lasciare circa un centimetro di terreno al disopra del ghiaccio dal lato opposto. Questa profondità intermedia posta ad un paio di centimetri al disotto della superficie originaria, fornisce al team scientifico il profilo verticale desiderato per un campione soprannominato "Burning Coals" che sarà il prossimo materiale inserito nel TEGA (Thermal and Evolved Gas Analyzer).
La superficie della pianura artica dove Phoenix è atterrato è fatta a forma di poligoni in modo simile al terreno delle aree che sulla Terra sono caratterizzate dal permafrost, dove il suolo periodicamente si gonfia e si restringe ciclicamente. Alcuni degli scavi effettuati hanno fortunatamente potuto raggiungere sia il centro dei poligoni che le giunzioni fra gli stessi e questo grazie alla posizione raggiunta dal lander durante la discesa. Ad esempio lo scavo "Stone Soup" è stato scavato nella depressione nell’area "Cupboard" vicino al limite occidentale della zona raggiungibile dal braccio. I ricercatori prevedono di scavare il più possibile in questa zona, proprio per studiare le proprietà del suolo nella depressione fra poligoni.
Un campione dell’area Cupboard potrebbe essere inserito nel Wet Chemistry Lab, che fa parte del MECA (Microscopy, Electrochemistry and Conductivity Analyzer). La zona da cui si prelevano i campioni da analizzare dipende dai risultati degli scavi che si stanno eseguendo in "Upper Cupboard" e da quelli della sonda di conduttività (Thermal and Electrical Conductivity Probe) inserita nel terreno ghiacciato per verificare la presenza di sali.
Inoltre il braccio robotico potrebbe acquisire un campione ricco di ghiaccio, proprio da "Upper Cupboard" e osservarne le modificazioni all’interno della benna di scavo, con lo scopo di seguirne la sublimazione. L’eventuale fusione potrebbe essere indice della presenza di sali e lo scioglimento del campione con deposito di sale significherebbe che "Upper Cupboard" è il punto giusto per raccogliere il campione per il MECA Wet Chemistry Lab.
“Ci aspettiamo di utilizzare pesantemente il braccio robotico nelle prossime settimane, sia per inserire campioni negli strumenti di bordo che per esaminare il fondo e le pareti dei vari scavi allo scopo di cercare evidenze di variazioni sia orizzontali che verticali nelle varie strutture”, ha detto Ray Arvidson della Washington University di St. Louis.
Il team scientifico di Phoenix è passato dal “tempo marziano” al “tempo terrestre”, cioè è tornato a vivere seguendo la loro ora locale e non quella di Marte. L’attività giornaliera viene preparata ed inviata in modo che ogni invio prepara la giornata successiva. Lavoro e raccolta dati sono quindi a giorni alterni per poter utilizzare i dati ricevuti per nuove operazioni.
Il prossimo esperimento sarà di raccolta del ghiaccio raschiato dallo scavo "Snow White" per verificarne il comportamento all’interno della pala di scavo esposta al Sole.
Il meteo del Sol 81: temperatura massima -32°C, minima -82°C, pressione 7,73 mBar e cielo sereno e ottima visibilità.

L’immagine allegata visualizza un mosaico di foto che rappresenta il panorama nord di Phoenix con tutta la zona raggiungibile dal braccio robotico.
Da ovest (sinistra) a est (destra) nell’ordine si vedono i vari scavi eseguiti che sono: “Dodo-Goldilocks” i primi che hanno permesso di riconoscere il ghiaccio d’acqua, “Stone Soup”, “Cupboard” diviso in superiore e inferiore, “Neverland” in centro, “Runaway” dove si era incagliata la benna circa un mese fa, “Rosy red” 2, 3 e “Burn Alive” molto più piccoli, “Burn Alive 3” attualmente in scavo ed infine “Snow White” all’estrema destra, il più grande e da cui sono state raccolte anche le raschiature di ghiaccio analizzate.

Foto NASA/JPL.

martedì 19 agosto 2008

Proton nuovamente operativo.

Alle 00:43 di martedì 19 agosto è partito dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakhstan, un vettore Proton con a bordo il satellite Inmarsat 4-F3.
Questo è stato il primo lancio commerciale dopo il fallimento del 14 marzo scorso che aveva comportato la perdita del carico pagante a causa di un malfunzionamento del modulo orbitale Breeze M.
Il volo è iniziato con l’accensione dei 6 motori del primo stadio che hanno spinto il vettore per i primi due minuti, quando al distacco del primo, si accendevano i 4 motori del secondo stadio fornendo la spinta per tre minuti e mezzo. A questo punto il razzo si liberava anche del secondo stadio ed iniziava la spinta di 4 minuti e lo sgancio dell’ogiva protettiva del carico.
A quel punto il satellite, pesante 5'950 kg si trovava in orbita e in cinque accensioni distribuite su 9 ore di volo avrebbe raggiunto la sua orbita geosincrona di 35'560 km in una posizione a 98 gradi di longitudine ovest.
La serie 4 dei satelliti Inmarsat è 60 volte più potente e 20 volte più capace dei predecessori Inmarsat 3 ed è costruita in Europa da EADS Astrium. Una volta giunto in posizione estenderà una enorme antenna di 10 m x 13 m che potrà gestire oltre 200 flussi di dati contemporanei.
International Launch Services che ha gestito il lancio si è dichiarata soddisfatta della ripresa delle attività dei vettori Proton e ha annunciato altri 3 lanci entro la fine dell’anno. Anche il governo russo ha in programma tre lanci Proton da inviare in orbita da qui alla fine del 2008.

Phoenix – Sol 82.

È stata diffusa una serie di fotografie riprese durante il Sol 80 (ottantesimo giorno marziano di missione su Marte) dove viene rilevata la presenza di brina anche sullo specchietto che serve ai ricercatori a Terra per capire la direzione e la forza del vento.
Nell’immagine allegata si vede la diversità fra la foto delle 00:53 e quella delle 02:32 (ora marziana). È molto evidente la brina che si è formata grazie alla bassa temperatura che a quell’ora è presente nel sito di atterraggio di Phoenix.
Lo strumento raffigurato, una specie di piccola canna da pesca con una lenza voluminosa, è appunto lo strumento, alto circa 10 cm, che permette la misurazione della direzione e forza del vento in base allo spostamento della lenza rispetto alla perpendicolare. Lo specchio su cui vediamo formarsi la brina serve solo per avere una visione dal basso dello strumento.
A questo indirizzo è presente una animazione dove è evidente la formazione della brina.
Tutte le immagini sono riprese con un filtro blu (lunghezza d’onda di 450 nanometri) per migliorare il contrasto delle strutture della sonda rispetto al rosso-rosato dell’ambiente circostante.
La brina luccica al Sole che, ricordiamo, nonostante l’estate inizi a segnare il passo, non tramonta ancora alle latitudini a cui è scesa Phoenix.
Durante tutto il periodo di osservazione il vento si è mantenuto costante da nordest a circa 5 metri al secondo (18 km/h).
Questa brina non desta ancora nessun tipo di preoccupazione per le operazioni della sonda.

Immagini JPL/NASA.

lunedì 18 agosto 2008

Lancio Iraniano.

L'Iran ha lanciato un proprio vettore Safir (ambasciatore) con un carico composto da un simulacro di satellite (che sarà per telecomunicazioni e si chiamerà "Omid", speranza) come test per verificare le capacità in campo missilistico.
"Si è trattata di una svolta tecnologica e assolutamente non militare. La nostra nazione si metterà a disposizione di chi, fra i paesi amici, vorrà lanciare i propri carichi nello spazio" ha dichiarato il ministro della Difesa iraniano Mostafa-Mohammad Najar. Ha inoltre aggiunto che l'Iran ha intenzione di lanciare quattro satelliti nei prossimi quattro anni.
Al lancio, che è stato dichiarato un successo, ha assistito il presidente Mahmoud Ahmadinejad.

Phoenix – Sol 79, 80 e 81.

Una fotografia ripresa la mattina del Sol 79 circa alle 6 locali, mostra un leggero strato di brina sul terreno marziano.
In quel momento il sole era a soli 22° circa sopra l’orizzonte e la luce radente che ne scaturiva, evidenziava tutte le formazioni poligonali che caratterizzano il terreno artico di Marte, dove Phoenix si è posata.
Pochi minuti dopo aver ripreso la fotografia il Sole ha iniziato a scaldare il terreno dal quale è rapidamente scomparso quel velo bianco.
È sicuramente ghiaccio di acqua, per gli stessi motivi per cui lo era il primo visto negli scavi: in quelle condizioni non può trattarsi di ghiaccio di anidride carbonica.
Il team di Terra ha elaborato l’immagine ricevuta per evidenziare le parti e far risaltare il velo chiaro di brina che si è formato.
La Surface Stereo Imager Camera ha già ripreso migliaia di fotografie ed ha permesso di definire tutto il terreno che circonda Phoenix.
Nell’immagine qui presente, ripresa verso est-sudest si intravede uno dei pannelli solari della sonda e il masso più grande, in basso, è stato denominato "Qaudlings" mentre quello circa in centro è stato chiamato "Winkies".

STS-125 News 7.

Rinviato il rollover di Atlantis a causa della tempesta tropicale Fay che potrebbe investire il Kennedy Space Center nelle prossime ore.
Nonostante il National Hurricane Center abbia verificato che Fay sta perdendo potenza, alla NASA preferiscono non rischiare, soprattutto non avendo esigenze di urgenza.

Aggiornamento.
Fay è stato classificato come Uragano e sta aumentando di potenza.
Il rollover di Atlantis dall'OPF al VAB avverrà probabilmente giovedì.

sabato 16 agosto 2008

Eclissi di Luna.

Questa sera eclissi di Luna quasi totale.
Inizio alle 20:23.
Inizio dell'entrata in ombra ore 21:35.
Culmine alle 23:10 e sarà rossa per l'80%.
Fine ombra ore 0:44.
Fine della penombra e dell'eclissi ore 1:57.

Aggiornamento.
Qui da me è nuvoloso, niente foto...

venerdì 15 agosto 2008

Notizie Flash.

Baikonur (Kazakhstan). Una gru ha danneggiato urtandolo per errore il MEASAT-3a, un satellite per telecomunicazioni Malese che era in preparazione per il lancio previsto la settimana prossima. Questo inconveniente comporterà un ritardo nel lancio di alcuni mesi.

Maryland (USA). La disputa sulla definizione di Plutone non è ancora terminata. La conferenza “Grande dibattito sui Pianeti” dovrebbe rivedere la definizione di Plutoide. La proposta è di chiamare Pianeta tutti i corpi che orbitano il Sole (una Stella), assumono aspetto circa sferico grazie alle forze gravitazionali e hanno ripulito la propria orbita dai detriti.
La conferenza è in corso.

California (USA). Il lancio del GeoEye 1 dalla base di Vandenberg previsto per la settimana prossima, è stato rinviato all’inizio di settembre per problemi con la telemetria di terra.

NASA Headquarters. Il primo lancio con equipaggio umano della nuova capsula Orion è stato ufficialmente posticipato di un anno, dal settembre 2013 al settembre 2014. Benché il programma pratico preveda già questo lancio per il 2015, la notizia non è buona perché presume un ritardo a cascata di tutto il programma.
La notizia peggiore per gli USA è che il vuoto di missioni verso l’orbita dopo il ritiro degli Shuttle nel 2010, attualmente di cinque anni, potrebbe aumentare, prolungando la situazione di dipendenza americana dalle capsule Soyuz russe.

Pasadena (USA). Le immagini di Encelado inviate da Cassini stanno arrivando al JPL e mostrano dettagli molto piccoli del polo sud della luna di Saturno. L’ultimo volo radente eseguito pochi giorni fa dalla sonda è stato a soli 50 km dalla superficie di Encelado ed ha permesso di definire con precisione il punto da cui scaturiscono i geyser che sono già stati fotografati altre volte durante la lunga missione della sonda.

giovedì 14 agosto 2008

Phoenix – Sol 76, 77 e 78.

Il microscopio atomico a scansione presente a bordo di Phoenix ha ripreso una singola particella della polvere che caratterizza e ricopre la superficie di Marte. È appena di un millesimo di millimetro di diametro ed è circa sferica. È un granello della polvere impalpabile che colora il cielo di rosa e che avvolge il pianeta in quelle enormi tempeste che periodicamente si scatenano sul Pianeta Rosso.
“Questa è la prima immagine diretta di particelle della dimensione di quelle dell’argilla e le dimensioni rispettano le aspettative ricavate dai colori dei tramonti marziani”, ha detto Urs Staufer dell'Università di Neuchatel in Svizzera, che capeggia il consorzio svizzero che ha costruito il microscopio.
“La ripresa di quest’immagine ha richiesto il microscopio con la più alta definizione mai utilizzata al di fuori della Terra e un substrato appositamente studiato per sostenere la polvere marziana”, ha detto Tom Pike dell’Imperial College di Londra. “Abbiamo sempre saputo che sarebbe stato tecnicamente molto difficile riprendere particelle così piccole. Ci sono voluti una dozzina d’anni per sviluppare un dispositivo in grado di funzionare in un ambiente polare a 350 milioni di km da noi”.
Questo tipo di microscopio a scansione permette di eseguire una scansione tridimensionale degli oggetti da riprendere per mezzo di una finissima punta montata all’estremità di una molla. Durante la scansione, le particelle sono trattenute da una serie di scanalature incise in un substrato microinciso su un wafer di silicio. Questi wafer sono stati prodotti all’Imperial College.
Il microscopio a scansione può visualizzare la forma di particelle di 100 nanometri, un millesimo del diametro di un capello umano. Questo equivale ad un ingrandimento 100 volte superiore al microscopio ottico di Phoenix che ha eseguito le sue prime osservazioni circa un paio di mesi fa. Anche il microscopio ottico ha il record di definizione per le immagini fotografiche extraterrestri con il maggior ingrandimento di sempre.
“Sono molto lieto che questo strumento stia fornendo immagini mai ricevute prima” ha aggiunto Staufer. “Questo dimostra le potenzialità del microscopio e ci permette di iniziare con esperimenti scientifici che aggiungeranno una nuova dimensione alle misurazioni effettuabili dagli strumenti di Phoenix.”
“Dopo questo primo successo stiamo lavorando sulla creazione di una raccolta di immagini della polvere di Marte”, ha aggiunto Pike.
La finissima polvere marziana è il componente che permette di legare i gas dell’atmosfera ai processi del suolo e quindi è un componente essenziale per la comprensione dell’ambiente marziano.
Le particelle viste nel microscopio a scansione facevano parte di un campione prelevato dallo scavo Snow White all’inizio di luglio.
La stazione microscopica include il microscopio ottico, il microscopio a scansione e la ruota di alimentazione campioni. Fa parte del gruppo di strumenti del MECA (Microscopy, Electrochemistry and Conductivity Analyzer).

Nell’immagine si vede lo stesso soggetto ripreso con i due microscopi e quello in falsi colori, con un ingrandimento di 200 volte superiore è il diagramma del microscopio a scansione. Il campione risale al Sol 38 ed è stato chiamato informalmente "Sorceress".
L’immagine mostra 4 fori circolari profondi solo 5 micron e la particella di un micron di diametro è stata ripresa nel foro in alto a sinistra e indicata da un cerchietto giallo.

Ariane 5 nuovamente pronto alla partenza.

È previsto per questa sera, 14 agosto, alle 22:44 ora italiana l’ennesimo lancio del vettore europeo Ariane 5 dal poligono di Kourou nella Guiana francese.
Il vettore ha percorso in circa un’ora i 2,8 km che dividevano il Final Assembly Building dalla rampa ELA-3 ieri mattina alle 10:30 ora locale e si appresta ad effettuare la quinta missione di quest’anno portando in orbita due satelliti per telecomunicazioni, il Superbird-7 e l’AMERICOM-21.
La finestra di lancio inizia alle 17:44 e termina alle 18:35 ora locale.
Questa 41esima missione Ariane è effettuata nella versione ECA del vettore e trasporta 8'100 kg in orbita (che comprende il SYLDA 5 Multiple Satellite Dispenser System), di cui 7'270 kg sono i due satelliti che saliranno in orbita geosincrona.
Superbird-7 sarà il primo ad essere deposto, circa 26 minuti dopo il lancio ed è un satellite giapponese della Mitsubishi Electric Corporation che prenderà il posto del predecessore, Superbird-C, e servirà il Giappone lavorando in banda Ku con prestazioni migliorate.
AMERICOM-21 lavorerà anch’esso in banda Ku, ma servirà gli USA e parte dell’America Centrale entrando a far parte dell’Orbital Sciences STAR-2 Satellite Bus. È stato costruito da Thales Alenia Space e sarà rilasciato circa 30 minuti dopo il lancio.
Dopo questo sono previsti altri due lanci nel 2008, stabilendo un nuovo record per questo lanciatore in servizio dal 1999.

Aggiornamento dal vivo.

Lancio avvenuto!

Booster separati!

Fairing (ogiva di copertura) espulso!
Il volo prosegue bene...

Altezza 190 km. Velocità 4 km/s.

200 km di quota. 6 km/s.

Spegnimento dello stadio criogenico principale.
Separazione.
Accensione dello stadio orbitale criogenico.

Agganciato dalla Tracking station di Ascension.

170 km di quota. Velocità 8 km/s.

Quota 190 km. Velocità 8,3 km/s.
Agganciato da Libreville tracking station.

350 km di quota. 9 km/s.

450 km di quota. 9,3 km/s.

Malindi tracking station.
560 km di quota. 9,5 km/s.

750 km di quota. 9,2 km/s.
Spegnimento stadio orbitale.
Separazione Superbird-7.

1100 km di quota. 9 km/s.
Separazione Sylda-5.

1370 km di quota. 8,8 km/s.
Rilascio dell'AMERICOM-21.

Missione completata con pieno successo!
Complimenti a tutto il team!

mercoledì 13 agosto 2008

ATV-1 News 19.

Eseguito un nuovo reboost orbitale della ISS da parte di ATV-1 "Jules Verne".
E' avvenuto alle 9:58 italiane di oggi, 13 agosto ed ha accelerato la Stazione di 3,7 m/s per un incremento dell'orbita di 5,9 km. La spinta eseguita da 2 dei 4 motori principali del veicolo, è durata 995,1 secondi.
A meno di variazioni al programma, è stato l'ultimo reboost alla ISS previsto da parte del cargo europeo.

STS-400 News 1.

L’External Tank numero 129 è già nel VAB, pronto per essere unito agli SRB. Durante l’operazione di sollevamento e posizionamento in verticale, alcuni tecnici hanno sentito rumori metallici provenire dall’interno. La squadra ingegneristica è al lavoro per capire la causa di questi rumori.
Sull’Endeavour è stata sostituita la IMU 1 (Inertial Measurement Unit) che ha dato problemi di stabilità e quella nuova è ora in calibrazione. Nel frattempo continuano i lavori su APU, SSME e sui portelli delle connessioni con l’ET.
Il rollover di Endeavour verso il VAB è previsto per metà settembre.

STS-125 News 6.

Atlantis sta per essere caricato sull’OTS (Orbiter Transporter System) ed è pronto per spostarsi nel VAB per essere agganciato sull’External Tank ET-127 che ha già i due Solid Rocket Boosters montati ai lati.
L’unico problema affrontato è stata una rondella fuori misura su un dado del collegamento fra il booster di destra e il serbatoio.
Il rollover verso il VAB è previsto per lunedì prossimo, 18 agosto.
Rimangono gli ultimi preparativi, fra cui quelli completati sono la verifica del centro di gravità, il controllo dei rivestimenti termici sul portello e il gonfiaggio dei pneumatici di Atlantis. Rimane ancora qualche prova da fare sui pannelli termoresistenti (Blanket) montati sui Pod della coda dello Shuttle. Da questi ultimi collaudi dipenderà se necessitano interventi per evitare nuovi casi di distacco, o se non saranno necessari ulteriori lavori. Questi eventuali lavori non dovrebbero influire sulla tempistica prevista.
Il rollout verso il Pad 39A è previsto per il 26 agosto, poco dopo la mezzanotte della Florida. Anche le riparazioni al Pad sulle trincee di deflessione delle fiamme, dopo i danni causati al lancio di STS-124, sono quasi terminate e gli ultimi difetti rilevati alla base dei profondi canali verranno risolti entro una settimana, in modo da non influire sul programma della missione.
Resta in ballo l’obiettivo di riuscire ad anticipare il lancio di qualche giorno per dare più “respiro” alla successiva STS-126 che ha la finestra di lancio abbastanza ristretta.

lunedì 11 agosto 2008

Phoenix – Sol 75.

Una nuova vibrazione indotta al forno 5 del TEGA ha fatto scendere sufficiente terreno all'interno del contenitore da permettere l'avvio dell'analisi.
E' quindi iniziata ufficialmente la terza analisi del Thermal and Evolved-Gas Analyzer per la determinazione dei vari componenti del suolo marziano.
Questa volta il campione proviene dallo scavo "Rosy Red".
Continuano nel frattempo in modo esteso le riprese con il microscopio ottico.

domenica 10 agosto 2008

Phoenix – Sol 74.

Prosegue lo studio del suolo attorno al Phoenix Mars Lander con l’allargamento di uno scavo, la misurazione notturna della conduttività del terreno e inserendo un campione di materiale nello spazio libero delle porticine, parzialmente aperte, di uno dei forni di analisi presenti sul lander.
Il braccio robotico ha raccolto un campione abbondante da un nuovo scavo, denominato “Rosy Red” e lo ha versato su una stretta apertura del forno numero 5 del TEGA. Alcune particelle sono entrate, ma non bastavano per iniziare l’analisi. E non bastavano neanche dopo aver attivato la vibrazione del TEGA e quindi l’analisi non era ancora possibile.
“Sembra che ci siano dei grumi che ostruiscono l’ingresso”, ha detto Doug Ming del Johnson Space Center di Houston. “Abbiamo comunque visto che quando questo materiale resta un po’ ‘tranquillo’ tende a disperdersi. Abbiamo intenzione di riempire questo forno, anche riattivando la vibrazione o aprendo le porte di un altro forno.”
La misurazione della conduttività è avvenuta fra la sera del Sol 70 e il mattino del Sol 71. L’estremità dello strumento a forma di forchetta, inserita nel terreno, ha misurato la conducibilità elettrica e termica del terreno stesso fra le punte conficcate.
Le attività successive riguarderanno l’ampliamento degli scavi iniziando da quello denominato "Neverland".

In foto l’abbondante terriccio compatto ammucchiato sui forni TEGA per cercare di caricare il forno numero 5 attraverso lo stretto spiraglio disponibile.

sabato 9 agosto 2008

Phoenix – Sol 71, 72 e 73.

Continua la penuria di informazioni.
In base alle fotografie ricevute, Phoenix ha ingrandito gli ultimi due scavi, ha ripreso nuove immagini della struttura Snow Queen ed ha eseguito estensive riprese con il microscopio ottico.
Non è arrivata nessun'altra informazione, nemmeno attraverso i blog ufficiali redatti dagli studenti in "missione" che fanno parte del PSIP, Phoenix Student Interns Program e passano una settimana alla University of Arizona collaborando con il team scientifico.

venerdì 8 agosto 2008

Perchè è fallito il lancio Falcon 1.

E' stato un errore di programmazione dei computer di bordo.
Alla SpaceX hanno cambiato il modello di motore del primo stadio del razzo vettore. Purtroppo non hanno considerato che quello nuovo aveva un tempo di spegnimento più lungo del precedente e quindi al momento dello sgancio del primo stadio, il motore ha avuto un residuo di spinta che ha causato un "tamponamento": dal filmato sul sito di SpaceX si vede la separazione, un primo allontanamento e un susseguente riavvicinamento con un urto deciso che ha mandato fuori assetto e danneggiato il secondo stadio che doveva innescarsi.
Questo "piccolo" errore di tempistica ha comportato la perdita del vettore, ma soprattutto la perdita del carico pagante.
Speriamo in una maggiore attenzione ai dettagli per il prossimo lancio...

giovedì 7 agosto 2008

A ottobre l'India verso la Luna.

Secondo quanto affermato da Madhavan Nair della Indian Space Research Organisation l’ambiziosa missione indiana 'Chandrayaan' dovrebbe partire la seconda settimana di ottobre.
“L’integrazione del satellite è quasi completata ed entro una settimana si passerà nella camera Termovuoto. Ci vorranno poi 45-50 giorni dopo la Termovuoto per dichiarare una data di lancio precisa” ha dichiarato Madhavan Nair. “La data più prossima è ottobre, anche perché climaticamente è il periodo migliore” ha aggiunto. Purtroppo è necessaria una posizione precisa Terra-Luna per stabilire la finestra di lancio.
“Non abbiamo la flessibilità di lanciare in qualsiasi data”, ha continuato.
“Il carico viene integrato al Satellite Centre di Bangalore, dove potete vedere l’intero veicolo”.

L’India ha inoltre siglato una lettera di intenti con la Russia per il progetto Chandrayaan 2 che avrà un Orbiter, un lander e forse anche un rover che raccoglieranno campioni di terreno.
“Speriamo di realizzare questa missione entro il 2011-2012”, ha detto.
Per la missione indiana abitata verso la Luna, ISRO dovrebbe iniziare lo sviluppo di una capsula per il quale sono in attesa di approvazione governativa.

Nell'immagine lo schema del piano della missione: la destinazione finale è posizionarsi in una orbita lunare polare a 100 km di quota.

Phoenix - Sol 70.

La missione prosegue senza sosta e sono stati eseguiti nuovi rilievi con il misuratore di conduttanza, oltre ad estese osservazioni con il microscopio ottico. E' stato anche aperto un nuovo scavo, vicino al primo Dodo-Goldilocks, denominato Cupboard.

Ma dall'ultima conferenza stampa, quando è stata confermata una certa qual apertura verso la divulgazione della sperimentazione, incredibilmente non è più giunta nessuna notizia dal team, escluse le fotografie che provengono dalla sonda.
Ed è appunto dalle fotografie che si riesce a seguire la missione, senza però i soliti approfondimenti e dettagli.
Neanche Twitter è più aggiornato da un paio di giorni...

mercoledì 6 agosto 2008

Tagli di personale alla Lockheed Martin.

La Lockheed Martin annuncia riduzioni al personale per la chiusura del programma Space Shuttle. Inizieranno nell’autunno 2008 per terminare nel settembre 2010 con la chiusura dei voli STS.
Le riduzioni interesseranno le installazioni di Huntsville in Alabama, di New Orleans in Louisiana e del Kennedy Space Center in Florida. Attualmente i tre siti impiegano 2445 persone.
Questa riduzione è necessaria a causa della fine della produzione dei giganteschi serbatoi esterni utilizzati dalle Navette Spaziali, anche in considerazione del fatto che i 10 necessari per le ultime missioni sono tutti in lavorazione. Dal 1973, anno d’inizio dell’avventura ET, la Lockheed Martin ha inviato 124 serbatoi alla NASA.
La tempistica e il numero esatto delle riduzioni da qui al 2010 sarà stabilita dalla cadenza della produzione e l’azienda farà ogni sforzo per dare altre opportunità d’impiego per i dipendenti in esubero. Riqualificazione e ricollocamento saranno presi in considerazione.

Di base a Bethesda in Maryland, la Lockheed Martin conta circa 140’000 dipendenti in tutto il mondo principalmente nei campi di ricerca, sviluppo, produzione e integrazione di sistemi di tecnologia avanzata, prodotti e servizi. La società ha fatturato 41,9 miliardi di dollari nel 2007.

100’000 Hubble.

Il prossimo 11 agosto il Telescopio Spaziale Hubble supererà quota 100'000.
Ma non saranno chilometri, bensì 100’000 orbite!
Dal 24 aprile del 1990, quando è stato messo in posizione dallo Space Shuttle Discovery, ha viaggiato ininterrottamente attorno alla Terra per oltre 18 anni ad una velocità di circa 8 km/s ed ha percorso qualcosa come 4,35 miliardi di chilometri, come andata e ritorno verso la Luna per 5700 volte o la strada percorsa in auto da tutti gli americani in circa 3 ore...
In questo pazzesco viaggio, ha dovuto ricevere diverse manutenzioni e aggiornamenti, ma ci ha espanso i limiti dell’universo in maniera eccezionale.
A ottobre lo Shuttle Atlantis eseguirà una nuova operazione di manutenzione e sarà l’ultima volta che il Telescopio verrà aggiornato con nuovi e più potenti strumenti.
Il “contagiri” di Hubble supererà quota 100'000 esattamente alle 13:42 ora italiana dell’11 agosto quando attraverserà l’equatore terrestre in direzione nord.
Per celebrare l’avvenimento lo Space Telescope Science Institute (STScI) rilascerà una immagine commemorativa ripresa meno di 24 ore prima dell’evento e verrà pubblicata alle 19:00 dello stesso giorno.

L’Hubble Space Telescope è un progetto in cooperazione internazionale fra NASA ed ESA ed è gestito dal Goddard Space Flight Center (GSFC) di Greenbelt e diretto dallo Space Telescope Science Institute (STScI) sotto la supervisione dell’ Association of Universities for Research in Astronomy di Washington D.C.

Nell'immagine una rappresentazione artistica di Hubble in controluce con lo Shuttle che si sta allontanando.

martedì 5 agosto 2008

Phoenix – Sol 69.

La NASA ha completato da poco una teleconferenza per la stampa.

La strumentazione a bordo del Phoenix Mars Lander ha rilevato quello che può essere perclorato nel suolo marziano. È una notizia che frena la raffica di speculazioni sul fatto che il Pianeta Rosso sia o sia mai stato abitabile.
Benché il perclorato possa essere altamente tossico, alcuni vegetali terrestri prosperano dov’è presente questo composto e quindi la sua presenza non è né un punto a favore e né un punto a sfavore della possibile abitabilità.
“Abbiamo delle sostanziali evidenze che i campioni di terreno contengono perclorato, che è uno ione del cloro con 4 atomi di ossigeno”, ha detto Peter Smith, dirigente del progetto Phoenix presso la University of Arizona. “Sulla Terra i perclorati sono presenti ad esempio nel deserto di Atacama, in Cile, in associazione con nitrati e sono utilizzati come fertilizzanti. Il deserto è un ambiente eccezionalmente arido che vede la pioggia molto raramente e non ha vegetazione vascolare. È spesso usato dagli scienziati come terreno analogo a Marte.”
“Questi composti sono abbastanza stabili nel suolo e nell’acqua e generalmente non distruggono la materia organica”, ha aggiunto Smith. “Infatti esistono specie di batteri che elaborano i perclorati e vivono dell’energia liberata da questo ossidante. Quindi questo è un importante indizio per capire se esistono condizioni per permettere l’abitabilità di Marte da parte di vita microbica. In sé non è né positivo e né negativo per la vita.”
Ad ogni modo i risultati non sono ancora stati confermati da entrambi gli strumenti principali contenuti nella sonda e mentre il perclorato è definito come un composto tossico con potenti proprietà ossidanti, è troppo presto per trarre delle conclusioni sull’abitabilità della zona dell’atterraggio o in generale di Marte.
“Il modo in cui il perclorato possa influenzare l’abitabilità è una questione complessa della quale non conosciamo ancora la risposta” ha continuato Smith. “E’ un materiale molto stabile e non tende ad attaccare i materiali organici a meno che non venga riscaldato a temperature molto alte. Quindi non è un limite per noi in quanto se trovassimo materiali organici nei prossimi campioni non sarà una grande sorpresa vederli convivere in questo terreno gelato.”
Come già detto altre volte, gli strumenti di bordo di Phoenix non sono in grado di rilevare direttamente la vita, ma solo di riconoscere qualche elemento organico e se esistono le condizioni di abitabilità. Queste informazioni potranno essere utilissime per le prossime missioni.
Michael Meyer, capo scienziato del Mars Exploration Program al quartier generale NASA ha oggi smentito ufficialmente le voci di un possibile coinvolgimento della Casa Bianca sulla possibile divulgazione della notizia di ritrovamento di vita su Marte. Ed ha aggiunto: “Sono necessari molti altri esperimenti per risolvere gli enigmi contenuti nei risultati ottenuti finora. Queste conferenze sono decisamente inusuali, infatti stiamo aprendo una finestra nel progetto per permettere all’opinione pubblica di vedere i nostri progressi in tempo reale. Abbiamo accantonato la tradizione di divulgare solo informazioni definitive a causa dell’estremo interesse dimostrato verso Phoenix, in questa ricerca di un ambiente abitabile nelle pianure settentrionali di Marte.
“Piuttosto delle speculazioni che stanno dilagando su internet”, ha proseguito Meyer, “vi prometto di poter dare uno sguardo diretto nelle investigazioni in corso all’interno dell’Operation Center, ma devo avvertirvi che il nostro lavoro è appena iniziato e soprattutto siamo solo a metà strada della fase di raccolta dati.”
Ma è il perclorato a tenere banco oggi e quindi le domande su questo argomento sono continuate. A ripetute richieste sulle implicazioni nella presenza di questo composto, è sempre stato risposto che non si possono ancora sapere.
I due campioni inseriti nel MECA (Microscopy, Electrochemistry and Conductivity Analyzer) hanno confermato la cosa, ma quelli nel TEGA (Thermal and Evolved-Gas Analyzer) no.
Il team sta inoltre verificando che il perclorato non sia involontariamente aggiunto dalla sonda stessa, dato che viene anche utilizzato come propellente missilistico. I retrorazzi di Phoenix erano comunque alimentati ad idrazina.
Pare che tutta questa agitazione provenga dal fatto che l’atomo di cloro è circondato da più atomi di ossigeno del previsto e quindi come scienziati sono affascinati da queste curiosità. La risposta è che diversi sali di perclorato hanno formule e comportamenti diversi e quindi è molto difficile che il terreno analizzato da Phoenix sia rappresentativo dell’intero pianeta.
In effetti i perclorati potrebbero aver influenzato pesantemente il pianeta, dalla formazione del terreno alla presenza di precipitazioni.
“In realtà è stato aperto un nuovo enorme argomento di discussione” ha concluso Michael Hecht, responsabile del MECA. “E potremmo parlare di ogni sfaccettatura a lungo, ma probabilmente il team non è ancora pronto per farlo”.

Laghi su Titano.

Titano, luna di Saturno, è sempre stato considerato come un piccolo corpo celeste ricoperto da oceani di metano, etano ed altri idrocarburi leggeri.
La sonda Cassini ha invece rivelato, grazie ai suoi strumenti a scansione infrarossa, che è costellato di laghi, uno dei quali, posto nei pressi del polo sud, è stato rilevato con precisione e misurato.
E' circa grande come il lago Ontario (uno dei grandi laghi dell'America settentrionale) ed è proprio composto di etano e metano. La temperatura superficiale di Titano, -180°C, permette al metano di essere liquido e di evaporare per condensarsi in nubi per poi piovere. Come la Terra ha un ciclo idrogeologico basato sull'acqua, Titano ha un ciclo simile basato sul metano.
Il metano è circa il 5% dell'atmosfera che come quella terrestre è composta in gran parte da Azoto. Le reazioni del metano in atmosfea con la luce solare produce l'etano e gli altri idrocarburi e provoca anche delle nebbie (aerosol) che rendono difficile l'osservazione diretta nel visibile.
Intanto la sonda Cassini prosegue la sua missione e prossimamente, quando il polo nord del satellite sarà illuminato dal Sole, potrà eseguire altre osservazioni.

Immagine (NASA/JPL): ricostruzione artistica del lago che riflette monti lontani nella rosata atmosfera nebbiosa di Titano.

lunedì 4 agosto 2008

Phoenix – Sol 68.

Gli scienziati stanno analizzando i risultati provenienti dai campioni di suolo già inseriti negli strumenti di bordo di Phoenix per comprendere la natura chimica e mineralogica della zona dell’atterraggio.
Nell’ultimo mese due campioni sono stati analizzati nel Wet Chemistry Laboratory del MECA e hanno lasciato supporre che contenessero perclorato, una sostanza estremamente ossidante. Il team di Phoenix ha però atteso i risultati del TEGA che è anch’esso in grado di rilevare (annusando la cottura) quella stessa sostanza.
La conferma della presenza di perclorato e dei dati derivanti è importante per averne la certezza prima dell’annuncio ufficiale. I risultati dell’ultimo esperimento TEGA, eseguito sugli strati a contatto del terreno ghiacciato non hanno trovato evidenze di questo composto.
Questo è sorprendente e ricorda che i risultati di un solo strumento non sono assolutamente decisivi. Gli scienziati del team di Phoenix sono alle prese con la determinazione precisa della composizione del suolo marziano utilizzando tutti i dati a loro disposizione.
“Siamo impegnati a seguire un processo scientifico rigoroso”, ha detto Peter Smith della University of Arizona di Tucson.
“I primi dati del MECA testimoniavano un suolo simile alla Terra, ma ulteriori analisi sembra che evidenzino aspetti non terrestri nella chimica del terreno”, ha aggiunto.
Il team sta anche lavorando sulla possibilità che il residuo di perclorato provenga da Terra contenuto nella strumentazione stessa.
“Quando ci troviamo di fronte a risultati sorprendenti, verifichiamo le potenziali cause terrestri di una contaminazione originata da qualche lavorazione dei componenti della sonda”, ha detto Barry Goldstein, project manager di Phoenix al Jet Propulsion Laboratory di Pasadena.

Il laboratorio “umido” del MECA studia i componenti chimici solubili del suolo mescolandolo con una soluzione acquosa di diversi reagenti portati da Terra.
La superficie interna di ogni cella ha 26 sensori che danno informazioni sull’alcalinità o acidità del campione dando anche la presenza e concentrazione di elementi come cloruri e perclorati. Quello stesso strumento può rilevare concentrazioni di magnesio, calcio e potassio che formano sali solubili in acqua.

Il saluto di Bignami.

L'ex Presidente dell'ASI, da poco dimissionario, ha scritto una lettera di saluto dopo il commissariamento fatto dal Governo all'Agenzia Spaziale.
La riporto integralmente.

AI MIEI AMICI SPAZIALI

Un decreto del Presidente del Consiglio di Venerdì scorso ha deciso il commissariamento.
Lascio la Presidenza dell'ASI dopo quindici mesi passati a lavorare con voi. Proprio perché è una Agenzia, infatti, l'ASI ha ragione di esistere perché esiste la comunità spaziale italiana, fatta da tutti voi.

Ho detto spesso, un po' per scherzo ma non troppo, che il lavoro dell'ASI si vede dalla efficienza con la quale trasformiamo il denaro pubblico in "satelliti", cioè dalla quantità e qualità delle missioni che facciamo lanciare in Italia ed in Europa. Be' mi sembra che in quest'ultimo anno l'Italia abbia potuto toccare con mano il valore dell'ASI, grazie al lavoro dell'esecutivo, anche degli anni passati, e a tutti voi. I risultati sono scritti nel sito www.asi.it, dove chi vuole può andarseli a leggere. Noto solo che è sempre oggetto di sorpresa, per i miei colleghi capi di altre Agenzie Europee, che tanto lavoro e di tale qualità sia compiuto da un'Agenzia con un numero così limitato di persone.
Quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto in modo partecipato, con scelte tutte condivise da una piramide con al vertice il Consiglio di Amministrazione e poi via via il Consiglio Tecnico Scientifico, gli otto Gruppi di Lavoro Tematici, i Gruppi di Lavoro per le strategie future, etc. In tutto un centinaio di persone delle comunità, un mix di scienziati, industriali ed esecutivo di ASI che, insieme, hanno portato alla approvazione da parte del CdA di tutte le nostre scelte qualificanti, dal programma per le piccole missioni a quello per le missioni di opportunità, dai programmi tecnologici nazionali alle scelte in ESA, dallo sviluppo di futuri lanciatori, alle basi, ai futuri programmi di applicazioni e servizi di tutti i tipi. Rivendico la validità di questo metodo, introdotto per la prima volta per decidere il nostro futuro.

Questo commissariamento coglie l'ASI nel pieno della preparazione del PASN (Piano AeroSpaziale Nazionale) 2009-2011. Si tratta dell'attività centrale che la legge chiede all'ASI. Molto è già stato fatto per il PASN stesso, sempre attraverso la condivisione con la comunità. Un grazie speciale va qui al CTS ASI (Consiglio Tecnico Scientifico ASI), che insieme con tutti gli altri, ha costruito un ottimo documento di "vision" che, comunque, resta. Una parte importante la ha giocata proprio il CdA, che ha condiviso con la struttura ASI una serie di intense riunioni, sfociate nella scrittura delle linee guida del PASN stesso, anch'esse approvate all'unanimità. Permettetemi qui un breve inciso sui futuri programmi dell'ASI. Per quanto riguarda Cosmo-Skymed 2, la parte non ricorrente è finanziata dal PTA (Piano Triennale di Attività che termina nel 2010), ma la continuazione di Cosmo-Skymed è esplicitamente prevista nelle linee guida del PASN.

A favore della continuità e contro questo commissariamento si sono espressi in tanti, dai lavoratori della Thales Alenia Spazio di Torino alla classe di astronomia della Accademia dei Lincei, dal Consiglio Tecnico-Scientifico di ASI al Comitato di Valutazione dell'ASI stessa (esterno all'Ente e di nomina interministeriale), da autorevoli rappresentati politici e spaziali in Italia e in Europa. Ciononostante il Governo lo ha deciso, e adesso è una realtà.

Resta il lavoro fatto, del quale dobbiamo tutti essere fieri e nel quale sono comprese le basi per il futuro. L'innovazione tecnologica, che è la base della competitività della nostra industria, viene dalla ricerca. La ricerca, quella vera, (spaziale o no) sia fondamentale sia ricca di possibili applicazioni, la possono, anzi la devono fare tutti. Io, modestamente, una vita nella scienza e nella ricerca spaziale so di averla fatta, con dedizione ed onestà, coronata da questi miei formidabili quindici mesi in ASI. Adesso tocca a voi.

Al Commissario Enrico Saggese un augurio di buon lavoro.

Giovanni Fabrizio Bignami

Phoenix – Sol 67.

Dopo che Phoenix, attraverso la pagina di Twitter, ha smentito direttamente le voci secondo le quali la NASA stava studiando un modo per rendere pubblica la scoperta della vita su Marte, il lavoro per la sonda continua imperterrito ed è stato iniziato un nuovo scavo denominato "Neverland".
Intanto il microscopio ottico si sta preparando per eseguire nuove osservazioni ed ha già ripreso la serie di immagini di base scattate prima di inserire il campione per assicurarsi che la zona di analisi sia pulita, o per lo meno che si possa vedere se c'è qualcosa da non considerare durante il lavoro di analisi stesso.
Anche le fotocamere sono in piena attività per continuare a documentare il lavoro intorno al lander.

In foto il nuovo scavo Neverland eseguito con il braccio robotico.

domenica 3 agosto 2008

Lancio Falcon 1 della SpaceX.

È purtroppo fallito il primo lancio commerciale del Falcon 1, il nuovo vettore leggero di SpaceX (Space Exploration Technologies Corporation) che avrebbe dovuto immettere in orbita tre satelliti.
Avevano tempo fino alla chiusura della finestra di lancio, cioè fino al 5 Agosto, ma dopo una serie ininterrotta di rinvii ed anche un pad abort (interruzione a motori avviati), hanno voluto lanciare comunque.
La partenza è avvenuta alle 5:34 ora italiana di questa mattina, 3 agosto, dall'atollo di Kwajalein, 4000 km a sud delle isole Hawaii ad Omelek Island che fa parte del Reagan Test Site (RTS), sito utilizzato anche dai precedenti lanci-test.
Il vettore doppio stadio a ossigeno/kerosene era equipaggiato al primo stadio da un singolo motore Merlin 1C, mentre il secondo stadio aveva un Kestrel.
I satelliti a bordo erano:
- SpaceDev Trailblazer: piattaforma di prova per microsatelliti.
- PRESat: laboratorio del NASA Ames Research Center.
- NanoSail-D: mini vela solare progettata dal NASA Marshall Space Flight Center.
- Un’urna con parte delle ceneri di Gordon Cooper e dell’attore James Doohan, lo Scotty di Star Trek
Il rilascio dei satelliti sarebbe stato gestito dal Secondary Payload Adaptor and Separation System (SPASS) progettato da una compagnia governativa Malese, ATSB.
Dopo quattro ore e mezza di ritardi causati dal caricamento dei propellenti, il vettore è finalmente partito. Dopo un minuto e nove secondi superava già la barriera del suono oltrepassando il momento di massima pressione dinamica. A 1:40 superava i 1000 m/s, ma dopo 2 minuti e 20 secondi, al momento di sganciare il primo stadio, si è verificato il guasto. La separazione non è avvenuta e si è interrotto il collegamento video. A causa dell’impossibilità di sfogare la spinta, probabilmente il secondo stadio esplodeva ponendo fine prematuramente alla missione. Durante la salita erano state notate delle oscillazioni che però non parevano preoccupanti. SpaceX ha immediatamente aperto un’inchiesta interna per determinare le cause del fallimento, ma non si ferma, anche perché ha già altri 3 lanci in preparazione.
Elon Musk, al comando di SpaceX ha detto: “Per quanto mi riguarda non mollerò mai e significa mai!”
Questo è un segno di caparbietà e coraggio per un’azienda che ha avuto tre fallimenti su tre lanci.
In bocca al lupo, SpaceX!

sabato 2 agosto 2008

Phoenix – Sol 65, 66.

La Casa Bianca informata sulla potenziale vita su Marte.

La Casa Bianca è stata informata dalla NASA sui metodi per fare un annuncio sulle principali scoperte effettuate da Phoenix che confermano la “possibilità di vita” su Marte.
Le fonti affermano che i nuovi dati provenienti dal circolo polare Marziano non indicano la scoperta diretta di vita presente o passata sul Pianeta Rosso, ma la presenza dei parametri in relazione all’“abitabilità” di Marte, cioè il potenziale del pianeta di supportare la vita.
I dati sarebbero molto più complessi dei risultati presentati nella conferenza stampa che la NASA ha tenuto il 31 luglio, quando è stata confermata la presenza dell’acqua.
Tutti i mass-media mondiali hanno dato grande rilievo alla prova della presenza dell’acqua che però non è stata una sorpresa per i ricercatori. “È già la terza o la quarta volta che scopriamo l’acqua su Marte”, ha detto un componente del team scherzando sul baccano mediatico nato intorno all’annuncio. In realtà, ha aggiunto, gli altri dati non ancora discussi apertamente sono ben più “provocatori”.
Di fatto il team scientifico del MECA e del laboratorio “umido” (Wet-Chemistry Instrument) al Jet Propulsion Laboratory è stato tenuto fuori dalla conferenza del 31 luglio. L’obiettivo era quello di evitare che venissero poste domande che avrebbero rivelato informazioni prima che la NASA fosse pronta a diffonderle.
L’ufficio del Consiglio Scientifico Presidenziale dell’amministrazione Bush, è comunque stato informato sulle nuove notizie che la NASA spera di rivelare entro metà agosto, anche se è probabile che questi annunci non giungano prima di settembre, per permettere ulteriori analisi. Tutto questo dipende dai risultati che giungeranno dalle analisi ancora in corso nei forni TEGA e nei laboratori chimici MECA.
Gli scienziati di Phoenix hanno sempre affermato, fin dall’inizio della missione, che gli strumenti di bordo non possono rilevare direttamente la vita presente o passata.
I due microscopi del MECA avrebbero però la risoluzione necessaria per rilevare dei batteri che significherebbero vita. Pare comunque che non siano stati “visti” batteri.
La pala del braccio è anche riuscita a inserire la miscela ghiaccio/suolo nel forno TEGA dopo che i primi due tentativi erano falliti perché i campioni avevano aderito alla pala di scavo e non erano scesi nello strumento. L’analisi di quel saggio è ancora in corso, ma i primi risultati evidenziano l’1% di ghiaccio e il 99% di suolo.
Come atteso, lo strumento ha rilevato immediatamente l’idrogeno e l’ossigeno che indicavano l’acqua. Il carico elettrico è anche aumentato inizialmente, chiara evidenza che il ghiaccio stava fondendo.
William Boynton, ricercatore della University of Arizona ha detto: “Il fatto che TEGA inizi ad analizzare dei campioni di ghiaccio fa partire i tappi allo spumante. Abbiamo ‘assaggiato’ l’acqua ed ha un ottimo gusto”.
Prima del lancio, alcune fonti online indicavano la possibilità che il TEGA potesse trovare evidenze organiche di vita passata.
Sia Boynton che Peter Smith, che attualmente comandano la missione, dicono che non è propriamente vero, anche se i dati organici provenienti dal TEGA potrebbero stimolare grandi discussioni sulla presenza di vita.
Deve ancora essere trovata la sostanza organica, ma ci sono ancora diversi forni disponibili nel TEGA per queste scoperte.
La stampa cita la presenza di ghiaccio d’acqua come una grande scoperta, ma era totalmente prevista dal team scientifico. Invece i dati combinati fra il MECA e il TEGA rendono sempre più convincente la soluzione dell’enigma della vita.
La chiave di volta sta nel legame fra acqua e suolo e soprattutto nel modo in cui si correlano fra loro. Non nella presenza dell’acqua che a questo stadio della missione è data per scontata.
L’unica analisi eseguita dal MECA che è stata divulgata, la prima di quattro possibili, ha dimostrato che il suolo è molto simile a quello terrestre e che quindi potrebbe supportare la vita.
La cosa più intrigante è che il MECA ha scoperto il fatto più eclatante della missione, appunto la natura del terreno, e la NASA con la University of Arizona hanno adeguatamente evitato che informazioni potessero provenire dalle possibili scoperte scaturite dal secondo test del MECA stesso, quando venne caricato con ghiaccio e suolo e venne mescolato con acqua terrestre.

Fonte: Aviation Week & Space Technology.