Terminata la missione nominale, il team di Terra non si aspettava che Phoenix potesse essere ancora in così buone condizioni. Infatti si sta già pensando che il nuovo limite del 30 settembre potrebbe stare ancora stretto.
“Abbiamo ottenuto un successo che supera ogni più rosea previsione”, ha detto Peter Smith, scienziato capo per Phoenix alla University of Arizona di Tucson.
“Stiamo lavorando alla comprensione della storia e delle proprietà del ghiaccio rinvenuto nel punto di discesa, posto nelle pianure settentrionali di Marte. Anche se il Sole ha iniziato a scendere sotto l’orizzonte, abbiamo capito di avere ancora parecchia energia per permetterci di continuare le nostre osservazioni e i nostri esperimenti. E contiamo anche di vedere un cambiamento graduale del clima nelle prossime settimane.”
“Una delle domande che sono ancora aperte è se la pianura dell’atterraggio possa mai essere stata abitabile” ha aggiunto Smith. “Phoenix ha già confermato la presenza di ghiaccio d’acqua , ha stabilito che il suolo è alcalino e contiene magnesio, sodio, potassio, cloro e perclorati. Le analisi chimiche proseguiranno con la raccolta di nuovi campioni da parte del braccio robotico.”
“È stato molto gratificante poter condividere l’entusiasmo dell’esplorazione con il pubblico, grazie alle migliaia di immagini riprese dalla sonda sul Pianeta Rosso” ha concluso Smith. “Le abbiamo rese disponibili immediatamente al loro arrivo da Marte direttamente sul sito web e ad oggi ne abbiamo ricevute oltre ventimila.”
Anche la strumentazione meteorologica ha monitorato l’andamento dei principali parametri come la diminuzione costante della pressione atmosferica che segna il cambio di stagione. È stata rilevata anche una nube di ghiaccio d’acqua e degli schemi precisi per i venti del punto di discesa.
Attualmente il team di Terra sta lavorando su un’anomalia che si è verificata nel TEGA durante l’ultima cottura. I gas sprigionati dal riscaldamento e che hanno raggiunto lo spettrometro di massa sono risultati intermittenti e non costanti, cosa che ha incuriosito gli scienziati.
Intanto si sta pensando di allargare lo scavo più profondo, chiamato “Stone Soup”, per raccogliere un nuovo campione dal fondo. Lo scorso tentativo aveva raccolto solamente 2 o 3 centimetri cubici e non sembrava che potesse essere sufficiente per caricare il MECA.
Nei giorni a venire si pensa anche di rivedere il metodo di raccolta per i campioni contenenti ghiaccio d’acqua, dato che la prima volta tendevano ad attaccarsi alla pala di scavo.
Le condizioni meteo del Sol 89 erano le seguenti:
Temperatura massima -30°C;
Temperatura minima -84°C;
Cielo terso, con poche polveri e brina mattutina diffusa.
Nessun commento:
Posta un commento