Time machine.

International Space Station Europa Centrale Kennedy Space Center - Florida Baikonur - Kazakhstan Kourou - French Guyana

mercoledì 19 dicembre 2012

Solstizio invernale

Il 21 dicembre 2011 alle 1111 UTC cade il solstizio invernale per il nostro emisfero Boreale, mentre per l'emisfero Australe sarà solstizio estivo. Siamo quindi al giorno più corto dell'anno (e di conseguenza la notte più lunga). Il solstizio invernale in astronomia è definito come il momento in cui il Sole raggiunge, nel suo moto apparente lungo l'eclittica, il punto di declinazione minima, cioè percorre nel cielo l'arco più basso dell'anno. Infatti sol-stizio significa fermata del Sole, che smette di scendere giorno dopo giorno per ricominciare a percorrere archi progressivamente più alti sull'orizzonte.

Le giornate inizieranno ad allungarsi, anche se per i primi giorni sarà un allungamento impercettibile.

Quest'anno abbiamo la coincidenza con la profezia dei Maya che prevede, per il solstizio, l'inizio di una nuova era...
Certo che è un inizio: dell'inverno! ;-)

Buon inverno e buone feste a tutti...

mercoledì 12 dicembre 2012

Newsletter, nuovo numero

Ho inviato agli abbonati il nuovo numero della Newsletter (58/671), l'edizione italiana del Jonathan's Space Report contenente un sunto di tutti gli ultimi avvenimenti in ambito astronautico.

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domenica 18 novembre 2012

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mercoledì 24 ottobre 2012

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martedì 9 ottobre 2012

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sabato 22 settembre 2012

Equinozio d'autunno

L'equinozio (dal latino "notte uguale" dato che il giorno e la notte hanno la stessa durata) è il giorno in cui il Sole, all'Equatore, sorge e tramonta verticalmente passando per lo Zenith.
[Wikipedia]


Quello di settembre stabilisce l'inizio dell'autunno per l'emisfero boreale e della primavera per l'emisfero australe.

Quest'anno l'equinozio settembrino cade astronomicamente alle 1449 UTC (le 16:49 CEST, italiane) del 22 settembre.

Buon autunno a tutti!

martedì 18 settembre 2012

Newsletter, nuovo numero

Ho inviato agli abbonati il nuovo numero della Newsletter (54/667), l'edizione italiana del Jonathan's Space Report contenente un sunto di tutti gli ultimi avvenimenti in ambito astronautico.

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domenica 9 settembre 2012

Newsletter, nuovo numero

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martedì 4 settembre 2012

ISS in panne

Problemi durante l’ultima attività extraveicolare eseguita sulla ISS il 30 agosto.
Mentre i due astronauti (Sunita Williams e Akihiko Hoshide) stavano rimontando una unità di commutazione di potenza per lo smistamento dell’energia proveniente dai pannelli solari, una delle viti che dovevano fissarla si è bloccata impedendo il completamento dell’operazione. Fortunatamente dal sistema di alimentazione della Stazione risultavano esclusi soltanto due degli otto pannelli, permettendo comunque il funzionamento di tutte le attrezzature (per sicurezza sono stati spenti solo alcuni sistemi secondari), ma viene a mancare un necessario backup in caso di guasto ai sei pannelli solari attivi.

Cosa che è puntualmente successa sabato primo settembre, quando un sezionatore di potenza in corrente continua è scattato a causa di un corto circuito in uno dei servizi da lui alimentati, situazione che ha sganciato l’alimentazione da un terzo pannello, lasciando la ISS alimentata da soli 5 pannelli, condizione non più verificatasi da anni. Da qui la decisione di eseguire al più presto una ulteriore EVA per completare l’installazione dell’unità di commutazione e attivare almeno i due pannelli mancanti. Una eventuale successiva EVA si occuperà di risolvere l’ultimo problema verificatosi il 1 settembre.

La “passeggiata” è prevista per mercoledì 5 settembre.

Aggiornamento.
EVA riuscita alla perfezione con il completamento del montaggio dell'unità e il ripristino della funzionalità dei pannelli.

sabato 25 agosto 2012

Un uomo, la Storia

Oggi ci ha lasciato Neil Alden Armstrong, primo uomo arrivato a posare il piede sul suolo lunare.


Aveva 82 anni compiuti il 5 agosto.
La sua impresa più importante, Apollo 11, compiuta con Buzz Aldrin e Michael Collins, resterà per sempre scolpita nella Storia dell'umanità.

Da un comunicato della famiglia:

"Per coloro che potrebbero chiedere cosa fare per onorare Neil, abbiamo una semplice richiesta. Onorate il suo esempio di servizio, integrità e modestia. E la prossima volta che passeggerete all'aperto in una notte limpida, vedendo la luna che vi sorride, pensate a Neil Armstrong e fategli l'occhiolino."

Godspeed, Neil...

mercoledì 22 agosto 2012

Newsletter, nuovo numero... e non solo uno!

Ho inviato agli abbonati il nuovo numero della Newsletter (51/664), l'edizione italiana del Jonathan's Space Report contenente un sunto di tutti gli ultimi avvenimenti in ambito astronautico.

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P.S.: mentre inviavo il numero 51 (del quale ho terminato la traduzione con un po' di ritardo a causa delle ferie) ho ricevuto da Jonathan il numero successivo che gli abbonati avranno già trovato tradotto nella casella email... ;-)

martedì 7 agosto 2012

Siamo di nuovo su Marte

Devo ammettere di essere stato scettico anch'io sulla riuscita della missione quando vidi la complessità del sistema di discesa pensato per Curiosity, ma l'emozione che ho provato quando ho visto l'esultanza nel centro controllo di Pasadena al JPL, è stata veramente forte.
La prima immagine ricevuta,
la conferma che tutto era andato bene [NASA/JPL]
Ebbene sì, la NASA è tornata a stupirci con una missione fantascientifica, nel senso spettacolare di questo termine. Dopo otto mesi di viaggio nello spazio, MSL ha eseguito alla perfezione tutte le fasi dell'inserimento nella traiettoria di discesa, ha superato l'interfaccia di rientro e il transito atmosferico con la relativa frenata aerodinamica, ma la cosa più stupefacente è stato il dispiegamento della gru volante nel cielo (lo Sky Crane), quel sistema di cavi che hanno depositato delicatamente al suolo il rover, un bestione da 900 kg, e dopo averlo sganciato, questo modulo volante si è allontanato per evitare danni alla sua creatura appena posata sulle rosse sabbie marziane.
Immagine scattata dalla sonda MRO e immortala MSL
che scende appeso al paracadute [NASA/JPL]
Depositato con estrema precisione all'interno del cratere Gale andrà a studiare gli strati antichi della crosta marziana, che qui affiorano in grande quantità, alla ricerca della seppur minima traccia di vita nel passato di Marte.
Grande emozione, grande successo, ma ora grande lavoro da fare, soprattutto concentrato, dato che la fonte energetica di Curiosity è a scadenza: i generatori elettrici a radioisotopi hanno una vita ben definita, data dal decadimento del Plutonio. Il tempo a disposizione è nell'ordine di un anno marziano (circa due anni terrestri), senza possibilità di estensione come è successo ormai moltissime volte per i MER, i vecchi robot (uno dei quali, Spirit, ha smesso di funzionare da qualche tempo) che grazie ai pannelli solari hanno esteso una missione di 90 giorni fino a raggiungere gli otto anni e mezzo. And counting...
Avete visto nel Doodle del 6 agosto cosa svolazzava nel cielo dello stadio olimpico? [Google]

mercoledì 1 agosto 2012

Notiziario

Buone notizie per la sonda Mars Odyssey che ha ripreso la piena operatività dopo i problemi al giroscopio subiti alcuni giorni fa. Ma questa buona notizia diventa ottima grazie al fatto che il 24 luglio Odyssey ha effettuato una accensione dei motori per eseguire una correzione di rotta che riconsegna il veicolo al suo compito di ripetitore per i segnali che la mattina del 6 agosto prossimo proverranno dal Mars Science Laboratory durante i suoi “sette minuti di terrore”, l’ingresso atmosferico e l’atterraggio sul pianeta rosso sul fondo del cratere Gale.
[NASA/JPL]
Avremo quindi la possibilità di ricevere in tempo reale (e Mars Odyssey, dei tre orbiter attualmente attivi intorno a Marte, è l’unico in grado di farlo) i dati provenienti da Curiosity. Ovviamente “in tempo reale” significa mentre avviene il rientro, anche se noi li riceveremo quasi 14 minuti dopo a causa della distanza del pianeta rosso da noi.
Appuntamento lunedì mattina per la diretta del commento dagli studi di AstronautiCAST!

Test di attracco sulla ISS per il cargo Progress M-15M. Dopo aver mollato gli ormeggi il 22 luglio doveva eseguire una prova di attracco automatico il giorno dopo, ma un problema al sistema di avvicinamento ha costretto il controllo missione ad abortire il tentativo. Il 29 luglio invece, al secondo tentativo, l’attracco è avvenuto alla perfezione dando la “luce verde” all’uso del nuovo sistema KURS-NA, erede del classico KURS-A in uso da anni sui veicoli russi. La progress ha lasciato definitivamente la ISS il 30 luglio e resterà ancora in orbita fino a fine agosto per eseguire altri esperimenti prima di essere disintegrata con un rientro in atmosfera.

Il 20 luglio è partito dal poligono di Tanegashima il cargo giapponese HTV-3 (Kounotori-3, cicogna bianca) che è arrivato sulla Stazione il 27 luglio. Come per gli altri esemplari dell’HTV, giunto nelle vicinanze del grande complesso orbitale è stato letteralmente preso al volo dal braccio robotico e agganciato manualmente al molo Harmony.
HTV-3 mentre viene agganciato dal braccio della ISS [NASA]
Del peso complessivo di oltre sedici tonnellate, trasporta oltre tre tonnellate di materiali nella stiva pressurizzata e quasi 500 kg nella parte esposta (non pressurizzata). Resterà attraccato alla ISS fino al 6 settembre, quando verrà sganciato e rientrerà in atmosfera distruggendosi.

Venti anni fa, il 31 luglio 1992, partiva per lo spazio il primo astronauta italiano, Franco Malerba, a bordo dello Space Shuttle Atlantis. Da allora è stato seguito da altri quattro italiani (Umberto Guidoni, Maurizio Cheli, Roberto Vittori e Paolo Nespoli) ai quali si aggiungeranno presto altri due elementi: Luca Parmitano (in partenza per la ISS l’anno prossimo) e Samantha Cristoforetti (che, prima donna italiana, partirà per la Stazione verso la fine del 2014). Questo importante traguardo italiano è stato festeggiato nella futura sede romana dell’ASI.

lunedì 30 luglio 2012

Newsletter, nuovo numero con sorpresa

Ho inviato agli abbonati il nuovo numero della Newsletter (50/663), l'edizione italiana del Jonathan's Space Report contenente un sunto di tutti gli ultimi avvenimenti in ambito astronautico.

Ma non basta: per festeggiare i tre anni e i 50 numeri dall'inizio di questa bella avventura che mi tiene legato a molti di voi, potete trovare a questo link la versione in alta qualità della newsletter in formato pdf che gli abbonati ricevono direttamente nella casella email.

A questo indirizzo trovate invece i numeri arretrati nel solito formato di testo.

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martedì 24 luglio 2012

Lutto alla NASA

Sally Ride è mancata ieri, 23 luglio, all’età di 61 anni.
[NASA]
Prima astronauta americana, aveva compiuto il suo storico viaggio nello spazio 29 anni fa, per la missione STS-7, a bordo dello Space Shuttle Challenger.
Nata a Los Angeles si è laureata in fisica con master e dottorato all’università di Stanford. Nel 1978 viene accettata alla NASA nel primo gruppo di astronauti che comprendeva anche donne.
Quando ha compiuto la sua impresa è stata la terza donna in assoluto (dopo la Tereskova e la Savitskaia russe) a indossare le ali da astronauta.
Nel 1987 ha lasciato l’ente spaziale americano, ma ha partecipato ad entrambe le commissioni d’inchiesta sui due incidenti Shuttle.
Ha lottato per 17 mesi contro un tumore al pancreas, ma non ce l’ha fatta. Lascia la compagna con cui conviveva da 27 anni e che conosceva dall’infanzia.

Godspeed Sally…

giovedì 19 luglio 2012

Notiziario

Lancio perfetto e attracco altrettanto preciso eseguiti dalla Soyuz TMA-05M, partita domenica 15 luglio e agganciata alla ISS martedì 17.
[NASA]
I tre componenti dell’equipaggio, tutti veterani, Yuri Malenchenko, Sunita Williams e Akihiko Hoshide per i prossimi sei mesi dovranno affrontare l’ormai consueto carico di lavoro che spetta a tutti gli astronauti che si succedono a bordo della Stazione Spaziale Internazionale a cominciare con l’arrivo della terza incarnazione del cargo giapponese HTV che verrà lanciato sabato 21 e comprendendo anche una passeggiata spaziale, prevista per la fine di agosto.
Buona fortuna Expedition XXXII.

[SpaceX]
Virgin Galactic ha presentato un potenziale nuovo vettore missilistico in grado di portare in orbita bassa un carico di circa 230 kg. Si tratta di un razzo aerotrasportato, tipo il Pegasus, ma verrà portato in quota dal WhiteKnightTwo, l’aereo appoggio che porterà nella stratosfera anche i ricchi viaggiatori che potranno permettersi un giro sullo SpaceShipTwo Virgin, in grado di raggiungere lo spazio e fare provare loro l’effetto degli zero g per oltre cinque minuti, oltre ad ottenere le ali da astronauta. Il nuovo vettore si chiamerà LauncherOne e promette un costo per volo inferiore ai 10 milioni di dollari. Già molte aziende hanno aderito al progetto dicendosi disposte ad acquistare voli del LauncherOne, proprio grazie al costo contenuto e anche pezzi grossi come Sierra Nevada Corp. sono pronti a costruire componenti specifici, come modelli di bus satellitare che possano entrare comodamente nel nuovo razzo.
La Virgin Galactic sta lavorando bene e questo è dimostrato anche dalle 529 prenotazioni (da 200'000 dollari cadauna) per i voli suborbitali di SpaceShipTwo, che eseguirà il primo test con il motore a razzo entro la fine dell’anno.

Si sta avvicinando il primo test del veicolo Grasshopper di SpaceX, prototipo di sperimentazione per verificare la fattibilità del recupero totale dei vari componenti dei vettori Falcon. Alto una trentina di metri, questo grosso “scaldabagno con le zampe” eseguirà un decollo che lo porterà a circa un’ottantina di metri di quota dove resterà per circa 45 secondi, dopodiché eseguirà un nuovo atterraggio. Lo scopo di tutto questo è appunto arrivare a recuperare per riutilizzare tutti gli stadi dei propri vettori, sia per questioni economiche che ambientali.

mercoledì 18 luglio 2012

Notizie da Marte

La sonda Mars Odyssey ha qualche problema. Uno dei tre giroscopi (per la precisione una delle “reaction wheel”) non funziona più come dovrebbe e dopo un periodo in safe mode si sta cercando di ripristinare il funzionamento del satellite marziano. Fin qui sembra una notizia coma tante altre, apprensione per una macchina che ci invia moltissimi dati da anni, ma c’è una preoccupazione in più.
Mars Odyssey era uno dei tre satelliti incaricati di fare da ripetitore per il Mars Science Laboratory, il grande rover che il 6 agosto arriverà sul pianeta rosso. E in particolare era quello destinato a rimbalzare in tempo reale la telemetria delle fasi di ingresso atmosferico e discesa fino sulla superficie, i “sette minuti di terrore” in cui si susseguono una serie di eventi che devono essere eseguiti dal rover nell’ordine esatto e con la massima precisione, ma soprattutto in maniera totalmente autonoma vista l’impossibilità di comandare a distanza gli eventi. In realtà, con Mars Odyssey in posizione riceveremmo i dati con oltre quindici minuti di ritardo a causa della grande distanza a cui si trova Marte dalla Terra e di conseguenza avremmo una differita che ci farà emozionare come la diretta. Nel caso che Odyssey non riesca ad essere posizionato in modo da ricevere i dati in tempo reale, dovremo aspettare qualche ora, in modo che i dati telemetrici possano essere scaricati utilizzando gli altri due satelliti artificiali marziani: il Mars Reconnaissance Orbiter e l’europea Mars Express.
Non ci sarà nessuna ripercussione sulla procedura di discesa di Curiosity, ma la curiosità di sapere se tutto il sistema, compreso lo “sky crane” abbia funzionato è tanta. In base alla posizione orbitale di Mars Odyssey ci potremo trovare in tre situazioni: la sonda è appena passata sulla zona di discesa, quindi saranno le altre due a inviarci i dati dopo averli memorizzati; la sonda arriva subito dopo l’atterraggio, così potrà ritrasmettere i primi dati dalla superficie; Odyssey si trova esattamente al posto giusto e così potremo seguire l’emozionante discesa.
Appuntamento quindi per la mattina del 6 agosto, quando alle 7:17 italiane Curiosity dovrebbe toccare il suolo marziano e nella migliore delle ipotesi sapremo solo alle 7:31 se ce l’avrà fatta.
Ho già seguito queste discese in diretta/differita e vi assicuro che sono molto emozionanti…

domenica 15 luglio 2012

Newsletter, nuovo numero

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domenica 8 luglio 2012

Notiziario

[ATK]
La ATK ha annunciato un’estensione al suo progetto Liberty che comprende una capsula speciale in grado di trasportare fino a sette persone, una parte cargo e anche un modulo logistico compatto (una versione ridotta dei nostri MPLM) in grado di trasportare fino a 2300 kg di materiali.
Il tutto da lanciare con il vettore Liberty, già in fase di progetto, erede dell’Ares I, composto da un SRB dello Shuttle e dal core stage di Ariane 5.

Dopo l’ultimo accenno alla ISS (quando vi erano in tutto nove astronauti in orbita) sono cambiate un po’ di cose nello spazio più prossimo alla Terra. La missione cinese Shenzhou 9 è rientrata il 29 giugno dopo una missione di successo riportando nella Mongolia interna i tre Taikonauti (fra i quali la prima donna cinese) e anche la Expedition 31 è terminata con un atterraggio in Kazakhstan il primo luglio.
Attualmente sulla Stazione Spaziale Internazionale sono presenti solo i tre componenti della Expedition 32, Gennady Padalka, Sergei Revin e Joe Acaba, che attendono i nuovi compagni in partenza da Baikonur il 15 luglio prossimo venturo.

Tragico incidente in Florida per l’ex astronauta Alan Poindexter, veterano di due missioni Shuttle. Mentre viaggiava su delle moto d’acqua con i figli (il più grande ha 26 anni), si è scontrato proprio contro il veicolo guidato dal suo figlio maggiore. È spirato poco dopo essere giunto in ospedale dove lo aveva trasportato d’urgenza l’elisoccorso.

Il problema all’apertura del pannello solare del satellite Intelsat 19 è in realtà più grave di quanto sembrasse e pare che l’energia disponibile a bordo del veicolo non sia allineata alle aspettative. Probabilmente il guasto che ha inizialmente impedito l’estensione del pannello ha coinvolto anche parte della superficie o delle connessioni impedendone di fatto la piena efficienza. Test accurati sono ancora in corso, ma probabilmente il satellite dovrà funzionare a prestazioni ridotte.

Lancio avvenuto il 5 luglio per il potente vettore europeo Ariane 5. Due i satelliti inseriti in orbita geostazionaria: l’EchoStar 17 per telecomunicazioni e MSG-3 meteorologico. Il primo ha una massa di 6100kg e trasporta 60 transponder in banda Ka, 16 kW di potenza e 15 anni da trascorrere sulla posizione orbitale 107,1° ovest, mentre il secondo, del peso di due tonnellate ha una potenza di 700W e monta un radiometro a 12 bande per la sorveglianza meteo di Europa, Africa, Oceano Atlantico e la costa est dell’America latina. La sua missione durerà 7 anni sulla posizione orbitale equatoriale di 0° est.

venerdì 6 luglio 2012

Newsletter, nuovo numero

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mercoledì 27 giugno 2012

Notiziario

Si è liberato il pannello solare del satellite Intelsat 19, rimasto bloccato in posizione ripiegata dopo il lancio del primo giugno. Lo sblocco è avvenuto il 12 giugno, poco dopo aver raggiunto la sua posizione sull’orbita geostazionaria. Intelsat sta eseguendo tutti i controlli di sicurezza, ma pare che il pannello sud, quello che si è aperto in ritardo, sia in perfetta efficienza, permettendo così il funzionamento di tutti i 58 transponder di bordo. Un problema simile era avvenuto sullo stesso tipo di vettore e su un satellite simile, il Telstar 14, durante un lancio avvenuto nel 2004. I tecnici stanno indagando e utilizzano anche i tracciati dei microfoni e dei sensori di pressione che sono solitamente presenti all’interno delle stive di carico. La vita prevista per Intelsat 19 è di sette anni.

Il team del telescopio spaziale Kepler ha pubblicato su Science Express la scoperta di un sistema planetario assai peculiare. Chiamato Kepler-36, è costituito da due pianeti in orbita ad una piccola distanza l'uno dall'altro e vicino alla loro stella. Fin qui nulla di notevole, ma la cosa interessante è che uno di loro è un pianeta roccioso e l'altro è un gigante gassoso come Nettuno. Il mondo interno, chiamato Kepler-36b, è un pianeta con 1,5 volte la massa della Terra e si trova in un'orbita con un "anno" di 14 giorni, mentre Kepler-36c, è un Nettuno caldo con un diametro di 8 volte e una massa 3,7 volte più grande della Terra. La temperatura media di entrambi i pianeti è molto elevata e sicuramente mostrano sempre lo stesso emisfero verso la stella.
[David Aguilar, Harvard-Smithsonian]
Ma la cosa buffa è che le orbite di Kepler-36b e Kepler-36c sono estremamente vicine (17,6 e 19,2 milioni di km rispettivamente), così quando i due mondi sono in congiunzione, un evento che si verifica circa ogni 97 giorni terrestri, la distanza che li separa è di soli 2,4 milioni di chilometri, cioè sole cinque volte la separazione tra la Luna e la Terra. Come risultato, Kepler-36b è sottoposto a enormi forze di marea, che probabilmente causano periodici episodi di vulcanismo globale. Come bonus, se potessimo vedere il cielo dall'emisfero notturno di Kepler-36b si potrebbe godere di uno spettacolo degno dei migliori film di fantascienza: il gigantesco disco di Kepler-36c, che sarebbe due volte e mezzo più grande della nostra Luna si staglierebbe nel cielo di un pianeta sconvolto da eruzioni vulcaniche. È anche interessante notare che Kepler-36b avrebbe circa la stessa dimensione della Luna se visto da Kepler-37c.
Nessuno sa come due pianeti così diversi siano stati in grado di finire in orbite così vicine e relativamente stabili. Un mistero planetario che resta ancora da risolvere.

Il comitato del programma scientifico dell'Agenzia spaziale europea (ESA) ha approvato la costruzione dell’osservatorio spaziale Euclid per lo studio dell'energia oscura e della materia oscura. Euclid è una missione ESA di tipo M che verrà lanciata nel 2020 e sarà dotata di un telescopio del diametro di 1,2 metri per l'osservazione di supernovae più giovani e più deboli. Misurando la luminosità di queste supernovae possono studiare come è cambiato il ritmo di espansione dell'universo dopo il Big Bang e, quindi, determinare se il valore dell'energia oscura è rimasta costante (costante cosmologica) o meno, un requisito fondamentale per chiarire la sua natura misteriosa.
Euclid è una missione che raccoglie l’eredità di altre due missioni, DUNE (Dark Universe Explorer) e SPACE (Spectroscopic All Sky Cosmic Explorer). DUNE era incaricata di misurare l'energia oscura e gli effetti della lente gravitazionale debole causato da materia oscura e barionica (o "normale"), mentre SPACE era stata destinata alle oscillazioni acustiche dei barioni. Con un peso di circa 2160 kg al lancio, Euclid sarà in grado di indagare queste aree scientifiche e avrà due strumenti principali per raccogliere immagini nel visibile (VIS, 550-900 nm) e in infrarossi (NISP, 920-2000 nm) dove potrà eseguire studi fotometrici e spettroscopici. Entrambi gli strumenti hanno un ampio campo visivo (circa 0,75° quadrati) e una risoluzione di 0,1 secondi d'arco nel visibile e 0.3 secondi nell'infrarosso. Osserverà l'Universo dal punto di Lagrange L2 del sistema Terra-Sole (SEL-2) dopo essere stato lanciato dalla Guyana francese con un razzo Soyuz-2.1B (STB). Avrà una durata di circa sette anni e gli Stati Uniti potrebbero partecipare a questa missione con una ventina di milioni di dollari, anche se la comunità scientifica americana ritiene che la priorità rimane la missione WFIRST, con obiettivi molto simili a quelli di Euclid. A causa della crisi economica, WFIRST non sarà lanciato prima del 2024, a meno che non vengano riconvertiti i telescopi per scopi militari di recente trasferiti alla NASA (vedi notiziario precedente). WFIRST ha uno specchio primario di 1,5 metri e gli obiettivi scientifici più ambiziosi di Euclid.

[NASA]
Il telescopio spaziale NuSTAR (Nuclear Spectroscopic Telescope array), è stato lanciato da un vettore Pegasus rilasciato da un aereo madre direttamente nella stratosfera. È partito alle 1600 UTC del 13 giugno e il 20 giugno ha esteso il traliccio principale lungo circa 10 metri che supporta due dei rivelatori a raggi X in grado di osservare e studiare gli oggetti celesti sulla banda X compresa fra i 5 e gli 80 keV, zona dello spettro che è stata molto trascurata fino ad ora. Si riuscirà così ad avere una mappa completa dei buchi neri, anche quelli che risultano invisibili ad energie minori. Anche l’ASI è coinvolta nel progetto dato che concede le antenne della base di Malindi per la ricezione del flusso dati dal nuovo telescopio.

sabato 23 giugno 2012

Notiziario

Rientrato dopo una perfetta missione, OTV-2, il secondo esemplare del piccolo spazioplano militare statunitense chiamato X-37B, ha battuto il suo record di permanenza in orbita con ben 468 giorni trascorsi dal lancio.
[U.S.Air Force]
Il rientro, completamente automatico, è avvenuto il 16 giugno scorso sulla pista numero 12 di Vandenberg alle 1248 UTC. Nel frattempo il primo esemplare (rientrato nel dicembre 2010) raggiungerà Cape Canaveral per essere inserito nuovamente nella stiva di un Atlas 5 per la sua seconda missione, dopo aver subito un’accurata revisione. Il lancio è previsto per ottobre di quest’anno.

L’Enterprise, primo Shuttle della flotta, è stato posizionato nella sua sede definitiva, sul ponte di volo della portaerei Intrepid, sede del museo Sea, Air and Space di New York. Unica nota stonata è stato un lieve danno ad un’ala della navetta a causa di un urto contro un ponte durante il trasporto, avvenuto per mezzo di una chiatta mentre c’era un forte vento. Comunque nessun danno grave che non possa essere riparato direttamente sul posto.

Dopo la perdita di Envisat, il GMES (Global Monitoring for Environment and Security, monitoraggio globale per la sicurezza e l’ambiente) si trova a corto di dati proprio a causa del fatto che la maggior parte delle informazioni provenivano dalla grande sonda orbitale ormai inutilizzabile. Di conseguenza diventa di massima importanza il ripristino della sorveglianza orbitale e per questo il sistema Sentinel dovrà occuparsi di ristabilire il flusso dati di monitoraggio. I tempi per l’avvio e la messa in servizio dei satelliti Sentinel sono stati ridotti di molto, arrivando a preparare ben tre lanci nel 2013, ma purtroppo devono ancora essere preparate e finanziate le infrastrutture di Terra per la gestione di questo nuovo sistema. E con le incertezze economiche attuali, proprio i finanziamenti sono il problema più grande. GMES intanto sta cercando di compensare la mancanza di informazioni con strumenti montati su altri satelliti già presenti in orbita.

La NASA ha acquisito alcuni satelliti spia per poterli riciclare come telescopi spaziali. I satelliti di tipo Keyhole dell’NRO, risalenti ad una decina di anni fa, scandagliavano la superficie terrestre con potenti gruppi ottici che arrivavano ai 240 cm di diametro e almeno un paio di esemplari sono costruiti e giacciono in un magazzino in attesa di entrare in servizio. Considerando che sono oggetti di almeno una dozzina di anni più recenti di Hubble, è chiaro che le loro prestazioni sia ottiche che elettroniche, sono superiori a quelle del vecchio HST. Con queste premesse la NASA ha così intenzione di rimpiazzare missioni cancellate per mancanza di fondi, la prima delle quali è WFIRST (Wide-Field Infrared Survey Telescope), destinata alla ricerca nell’infrarosso di pianeti extrasolari e allo studio dell’energia oscura e delle galassie. Ovviamente la sonda andrebbe revisionata e modificata e questo è il punto dolente: se si trovassero i fondi per le modifiche, WFIRST potrebbe partire nel 2019, ma attualmente le casse per questo tipo di missioni sono vuote.

martedì 19 giugno 2012

Newsletter, nuovo numero

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Solstizio estivo

Domani, 20 giugno, alle 2309 UTC (le 01:09 italiane del 21 giugno), per l'emisfero Boreale avremo il Solstizio Estivo del 2012.
Il Sole raggiunge la massima declinazione nel suo movimento apparente rispetto al piano dell'eclittica.

[Wikipedia]
In pratica a mezzogiorno il Sole raggiunge nel nostro emisfero il punto più alto e si ha il giorno più lungo dell'anno (e di conseguenza la notte più corta), inoltre il Sole passa allo Zenith sul tropico del Cancro.
All'interno di tutto il circolo polare artico il Sole non tramonta e all'interno di tutto il circolo polare antartico non sorge.

Per l'emisfero Australe inizia invece l'inverno.

Dal giorno successivo per noi cominciano ad accorciarsi le giornate.

Buona Estate a tutti!!!

lunedì 18 giugno 2012

Nove astronauti su due Stazioni

La Cina ha nuovamente messo una serie di paletti storici nella sua scalata verso lo Spazio.
Sabato 16 giugno alle 1037 UTC è partito da Jiuquan un vettore Lunga Marcia 2F che trasportava la capsula Shenzhou 9, con 3 taikonauti a bordo.
[CCTV/CNTV]
Cosa c’era di speciale? La prima donna astronauta cinese: Liu Yang, 33 anni, pilota dell’aviazione cinese è la prima cinese a raggiungere lo spazio. Ma non basta. La missione prevede il raggiungimento e l'attracco alla stazione spaziale cinese sperimentale Tiangong 1, un modulo laboratorio in orbita dal settembre 2011, prima vera stazione del grande paese che è già stata raggiunta da una capsula automatica, la Shenzhou 8, nel novembre scorso.
L’astronave ha già raggiunto il suo obiettivo a cui ha attraccato oggi alle 0607 UTC e l’equipaggio ha aperto il boccaporto entrando nel “Palazzo Celeste” (questo significa Tiangong) nell’ordine: il veterano Jing Haipeng, comandante, poi Liu Wang, il pilota e infine, dopo qualche minuto, anche Liu Yang. Resteranno ormeggiati per una decina di giorni eseguendo una serie imprecisata di esperimenti e controlli sulla Stazione Spaziale e rientreranno a Terra il 29 giugno.
Attualmente quindi ci sono sei astronauti sulla ISS e tre taikonauti sulla Tiangong 1.
Complimenti alla Cina che continua nel suo programma spaziale con passi lenti e ben distesi…

domenica 10 giugno 2012

Notiziario


[IREA-CNR-Google-ASI]
Grazie alla costellazione di quattro satelliti COSMO-SkyMed, la Protezione Civile riesce a seguire l’evoluzione della situazione nelle zone terremotate dell’Emilia. Misurazioni successive hanno evidenziato che una vasta zona di terreno si è sollevata di circa 12 centimetri in seguito alla serie di sismi che hanno interessato la regione. Questi dati sono importantissimi per aumentare le nostre conoscenze su questi fenomeni e per identificare con precisione le zone colpite dal movimento tellurico.

La SpaceX sta continuando lo sviluppo della versione abitata della sua capsula Dragon e in una delle tante simulazioni, sono state fatte accomodare all’interno del mockup la bellezza di sette persone. Ebbene, gli astronauti hanno trovato “confortevole” la disposizione e l’assetto che si dovrebbe assumere all’interno della capsula. Ovvio che gli spazi a disposizione non sono neanche minimamente paragonabili con quelli che avevano a disposizione nello Space Shuttle, ma nel Dragon manned pare si stia meglio che in altre capsule molto più blasonate…

Un lancio cinese è stato eseguito alle 1556 UTC del 26 maggio ed è avvenuto dallo spazioporto di Xichang, nella provincia di Sichuan. Un vettore Lunga Marcia 3B ha portato in orbita equatoriale un satellite militare per telecomunicazioni sviluppato dalla China Academy of Space Technology e basato sul bus DFH-4 cinese. È stato l’ottavo lancio cinese e il ventottesimo in assoluto di quest’anno.
Sempre la Cina ha lanciato il 29 maggio dal poligono di Taiyuan un altro satellite militare di sorveglianza (classe Yaogan numero 15) su un’orbita a 1200 km di quota e 100° di inclinazione, per mezzo di un vettore Lunga Marcia 4C. Il payload è composto da fotocamere radar in grado di sondare il terreno di notte e anche con qualsiasi condizione meteorologica.

Continuano i lavori per il James Webb Space Telescope. I vari strumenti giungono al Goddard Space Center dove il grande satellite viene assemblato. Uno degli strumenti, MIRI (Mid-InfraRed Instrument), è stato trasportato dall’Europa ed è atterrato a Washington il 29 maggio per essere poi trasportato via terra. Composto da una fotocamera ed uno spettroscopio, MIRI si occuperà di cercare ed osservare la luce delle prime stelle che si sono formate nell’universo e per far questo dovrà guardare ad almeno 13 miliardi di anni luce di distanza. Il sensore, in grado di leggere frequenze con lunghezza d’onda fra i 5 e i 28 micron, deve essere raffreddato a 7 K (-266°C) e questo perché il sensore deve essere ad una temperatura inferiore rispetto all’oggetto da osservare; sarà quindi il componente più freddo in assoluto del JWST.

È stato firmato il primo contratto commerciale per il Falcon 9 Heavy, il fratello grande del vettore che ha portato in orbita la capsula Dragon. Intelsat, la più grande azienda mondiale di comunicazioni satellitari, ha comprato il suo primo volo dall’azienda di Elon Musk, un lancio che dovrebbe avvenire fra il 2017 e il 2018. Il Falcon 9 Heavy, composto da tre fusoliere affiancate del Falcon 9 (con un totale di 27 motori Merlin in accensione al decollo), permette di portare in orbita 53 tonnellate in orbita bassa o 13 tonnellate e mezza in traiettoria trans-marziana. Il lancio di test è previsto per il 2013 e questo nuovo vettore promette dei costi estremamente concorrenziali: pare che si attestino su valori compresi fra gli 80 e i 125 milioni di dollari, vale a dire circa un terzo del Delta 4 Heavy che, oltretutto, è meno potente. Se riesce a rispettare questi numeri previsti oggi, SpaceX è destinata ad un futuro estremamente brillante.

Dopo aver trascorso oltre 15 mesi in orbita sembra che sia giunto il momento per il rientro dell’OTV-2, il piccolo spazioplano automatico che ha superato tutte le previsioni di resistenza in missione. Questo annuncio rilasciato alla fine di maggio, pone fine alle dicerie che facevano illazioni sul mancato rientro del piccolo velivolo: essendo la missione segreta e dato che da tempo l’X-37B non eseguiva cambi di orbita, c’era chi affermava che in realtà c’erano stati dei problemi e l’Air Force non riusciva più a riportare a Terra il veicolo. I preparativi sono in corso e comunque la data precisa non è stata comunicata, ma è stato solo genericamente annunciato in rientro intorno alla metà di giugno. Atterrerà sulla pista in cemento lunga circa 5 km posta nella base di Vandenberg, in California.

Il primo giugno dalla piattaforma oceanica della Sea Launch è partito un vettore Zenith 3SL che ha portato in orbita il satellite per telecomunicazioni Intelsat 19. Decollato in orario alle 0523 UTC, dopo circa un’ora dal lancio il satellite veniva rilasciato concludendo così la missione del vettore. Al momento però del dispiegamento dei pannelli solari, uno dei due non si è disteso e il centro di controllo sta ancora cercando di trovare una soluzione. Non è a rischio l’intera missione, ma, dimezzando la potenza disponibile a bordo, il funzionamento del satellite non sarebbe certamente ottimale.

[NASA]
La NASA ha cancellato una missione: la Gravity and Extreme Magnetism (GEMS) non ha superato la fase di conferma del budget e non verrà effettuata. Il problema che ha causato l’annullamento del progetto è il solito: dopo la prima approvazione, il successivo sviluppo della sonda ha evidenziato un aumento di costi e quindi, essendo il budget NASA ormai ridotto all’osso, si è preferito annullare l’intera missione.
Nonostante GEMS facesse parte del programma Small Explorer e costasse “solo” 119 milioni di dollari (vettore escluso), l’aumento previsto era compreso fra il 20 e il 30%, ma il conseguente ritardo che ne derivava ha fatto temere per altri ulteriori aumenti. L’eventuale ok alla prosecuzione dei lavori avrebbe portato l’ente spaziale statunitense ad iniziare la parte di realizzazione vera e propria della sonda e dei suoi vari strumenti puntando ad un eventuale lancio previsto per il novembre 2014.
Peccato, un altro passo nell’esplorazione spaziale è stato cancellato con un colpo di spugna...

lunedì 4 giugno 2012

SpaceX: Dragon, missione compiuta

Il 31 maggio alle 1542 UTC la capsula Dragon C2+ è ammarata nell'Oceano Pacifico dopo una missione perfetta durata quasi dieci giorni. Il Dragon C2+ è la prima capsula da carico privata ed è stato il primo veicolo statunitense a raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) dopo il pensionamento dello Shuttle. Inoltre è la prima nave della SpaceX e del programma COTS della NASA che interagisce con la ISS.

Il Dragon C2+ è rimasto agganciato alla ISS per un totale di 5 giorni, 16 ore e 5 minuti ed è stato il secondo volo orbitale per questo tipo di veicolo dopo la missione Dragon C1 del dicembre 2010. La missione C2+ (COTS Demo C2/C3) ha permesso di convalidare la fattibilità del progetto e le tecniche di avvicinamento con la ISS. La prossima missione di Dragon, di nome SPX-1 (nota anche come CRS-1), partirà per la ISS il 24 settembre e, a differenza del volo di prova, SPX-1 sarà una missione operativa della CRS/COTS per portare rifornimenti alla ISS. La NASA ha firmato un contratto con SpaceX per il trasporto di carichi, per un totale di 12 missioni nel programma CRS/COTS. Dopo il lancio perfetto del 22 maggio, il Dragon C2+ è stato catturato con il braccio robotico della ISS dall'astronauta Don Pettit il 26 maggio alle 1356 UTC.

Il Dragon C2+ ha trasportato all'interno della capsula 520 kg (460 kg di carico utile) per la Stazione Spaziale Internazionale, mentre ha riportato a Terra 660 kg (620 utili), composti soprattutto dai risultati degli esperimenti e diverse attrezzature, quelle portate sulla Stazione da più tempo. Essendo un volo di prova, non è stato inserito alcun carico nella stiva non pressurizzata, ma nelle future missioni il Dragon trasporterà molto più materiale, anche se, stranamente, l'esatta portata di Dragon non è stata resa pubblica e rimane riservata, contrariamente ad altre navi simili, come nel caso di HTV, ATV, Soyuz e Progress. Il veicolo spaziale Dragon ha una massa di 4,2 tonnellate a secco, quindi dato che il Falcon 9 ver. 1.0 può mettere in orbita bassa circa 8 tonnellate (la ver. 1.1 raggiungerà la capacità di 10,5 tonnellate in LEO) si possono provare a fare un po’ di conti. La NASA ha ufficialmente dichiarato che il Dragon è in grado di trasportare fino a 3,3 tonnellate di carico alla ISS, combinando la capacità di cargo pressurizzato (all'interno della capsula) e non pressurizzato (nel "rack" della sezione posteriore). Tuttavia, da fonti non ufficiali, pare che il Dragon non sia in grado di portare tutto questo materiale all'interno della capsula e in attesa di cifre ufficiali, la capacità effettiva di trasporto all'interno della capsula è stata stimata, dopo la sottrazione del peso del carburante, in circa 2,5 tonnellate. In particolare, si ritiene che la massa totale del Dragon nella release C2+ sia nel range di 5-6 tonnellate.
Questa missione è stata la prova completa per il sistema di capsule Dragon e sono stati convalidati tutti i dispositivi di bordo, fra cui le comunicazioni UHF, le manovre connesse con l'approccio e l'attracco con la ISS, il sistema di navigazione RGPS, il LIDAR e il sistema di navigazione autonomo che utilizza immagini a infrarossi. Fatta eccezione per alcuni problemi minori (relativi al LIDAR e al GPS della Stazione) che si sono verificati durante la fase di avvicinamento, la missione si è svolta senza incidenti. Il sistema LIDAR di Dragon, appropriatamente chiamato “Eye Dragon”, è stato inavvertitamente colpito da un riflesso laser della superficie lucida del modulo giapponese Kibo che ne ha confuso i sensori costringendo a ritardare l’attracco. È anche stato collaudato il funzionamento dei pannelli solari e del sistema di comunicazione in banda S attraverso i satelliti della NASA TDRS. L'equipaggio della ISS ha scaricato la capsula in circa una giornata e il braccio robotico SSRMS ha utilizzato Dextre per simulare le manovre di estrazione del carico dalla sezione non pressurizzata. Il 31 maggio il braccio robotico della ISS ha separato il Dragon dalla Stazione alle 0807 UTC, dopo la depressurizzazione del giunto e lo sgancio delle chiusure del sistema ACBM che lo assicuravano alla porta nadir del modulo Harmony (Nodo 2) e, una volta allontanato dalla ISS è stato rilasciato alle 0949 UTC. I propulsori del Dragon hanno quindi spinto via lentamente la capsula fino a una distanza di 200 metri dalla ISS, momento in cui il centro di controllo di Houston ha restituito il comando della missione al centro di controllo SpaceX in California.

Alle 1440 UTC, la capsula ha chiuso il portello sensori per il rientro e alle 1451 UTC il Dragon ha acceso i suoi motori Draco per 9 minuti e 50 secondi, con un Delta-V di 100 m/s, per ridurre il perigeo e uscendo così dall'orbita. Alle 1509 UTC la sezione posteriore con i pannelli solari si è separata dalla capsula che è passata su alimentazione interna a batterie. Il rientro è iniziato ufficialmente alle 1525 UTC, mentre alle 1527 UTC il plasma del rientro atmosferico formato intorno alla capsula ha bloccato per circa sei minuti il segnale GPS e le altre telemetrie. Il Dragon è protetto al rientro da uno scudo ablativo PICA-X, basato sul materiale PICA (Phenolic Impregnated Carbon Ablator) della NASA utilizzato nelle missioni Apollo. Durante il rientro, i motori del Dragon hanno lavorato per ottimizzare il punto di ammaraggio della capsula.

Alle 1535 UTC il paracadute pilota si è aperto mentre la sonda era circa a 13,7 km di quota e i tre paracadute principali si sono dispiegati alle 1536 UTC. L'ammaraggio si è verificato nel Pacifico (27,00°N, 120,81°W) al largo delle coste della penisola messicana di Baja California alle 1542 UTC, con due minuti di anticipo.
Dragon è poi stato ripescato dalla nave American Islander ed è stato inviato alle strutture SpaceX in Texas per il completamento della missione e la rimozione del carico interno.

Complimenti a SpaceX per aver completato una missione veramente impeccabile.

[Immagini SpaceX e NasaTV]

lunedì 28 maggio 2012

Newsletter, nuovo numero

Ed ecco inviato agli abbonati il nuovo numero della Newsletter (46/659), l'edizione italiana del Jonathan's Space Report contenente un sunto di tutti gli ultimi avvenimenti in ambito astronautico.

A questo indirizzo trovate i numeri arretrati.

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martedì 22 maggio 2012

Dragon è partito

Tre giorni dopo l’interruzione all’ultimo secondo, il cargo senza equipaggio Dragon diretto verso la Stazione Spaziale Internazionale è decollato questa mattina, raggiungendo l’orbita e iniziando così il primo volo commerciale verso il complesso spaziale.
[NasaTV]
Con la sostituzione della valvola del motore numero 5 che ha causato il rinvio sabato scorso, tutti e nove i motori del primo stadio del Falcon 9 si sono accesi alle 0744:38 UTC, sprigionando la loro spinta e portando in orbita la capsula Dragon.
Il lancio è avvenuto nel momento in cui il piano orbitale della ISS passava per lo Space Launch Complex 40, dove attendeva il vettore con il suo carico; in questo modo si ha l’ottimizzazione del lancio minimizzando gli spostamenti orbitali.
I motori del primo stadio hanno funzionato per circa tre minuti, dopodiché è entrato in funzione il secondo stadio che, circa nove minuti e 14 secondi dopo il decollo ha rilasciato Dragon su un’orbita di 297 x 346 km x 51,66° mentre i tecnici di SpaceX esultavano nelle control room.
Questione di minuti e le coperture dei pannelli solari venivano rilasciate permettendone la completa estensione e l’inizio della produzione di energia.
Il passo successivo è stato l’apertura della baia sensori che ha permesso al software di bordo di prendere il controllo dell’assetto verificando la posizione con lo star-tracker.
Ora ci saranno due giorni di inseguimento della Stazione, un giorno di manovre per verificare la risposta del veicolo e le comunicazioni capsula-Stazione e venerdì Dragon si porterà al disotto della ISS, a circa 10 metri di distanza per essere agganciata con il braccio robotico per essere ormeggiata alla Stazione dove resterà fino al 31 maggio, quando si staccherà e rientrerà, paracadutandosi con uno splashdown dolce nell’Oceano Pacifico.
SpaceX ha un contratto con la NASA per 1,6 miliardi di dollari, dove si impegna a lanciare almeno 12 missioni cargo verso il laboratorio spaziale. I primi tre lanci di test prevedevano invece un contratto da 396 milioni e quello di oggi è la combinazione dei lanci test numero due (avvicinamento e manovre) e tre (attracco vero e proprio), accorpati dopo il consenso della NASA stessa.
Complimenti a SpaceX!

lunedì 21 maggio 2012

Notiziario

Falsa partenza per il primo lancio operativo della capsula Dragon a bordo del vettore Falcon 9 di SpaceX.
[SpaceX]
Sembrava la volta buona e tutto andava per il meglio, quando all’accensione dei motori Merlin del primo stadio, un rilevamento che ha segnalato una lettura di pressione leggermente troppo alta, proveniente dalla camera di combustione del motore numero 5, ha obbligato i computer di bordo a bloccare la procedura spegnendo tutto e interrompendo la sequenza di lancio. Essendo la finestra di lancio istantanea, cioè l’unico momento buono per far partire il vettore era l’ora di lancio, senza tolleranze, si è capito immediatamente che l’evento sarebbe stato rinviato. Alla rampa numero 40 della base di Cape Canaveral, i tecnici hanno già sostituito una delle valvole di controllo della pressione e i test sul vettore stanno proseguendo. La prossima occasione di lancio è prevista per le 0744:38 UTC di martedì prossimo, 22 maggio.

Lancio e attracco perfettamente riusciti per la Soyuz TMA-04M che, dopo essere partita da Baikonur il 15 maggio alle 0301:23 UTC, ha effettuato un perfetto attracco con il molo Poisk alle 0436 UTC del 17 maggio. A bordo Gennady Padalka, Sergei Revin e Joseph Acaba che, con i tre già presenti in orbita, Oleg Kononenko, Andre Kuipers e Donald Pettit, completano l’equipaggio della Expedition 31 sulla Stazione Spaziale Internazionale.

Partito dallo Spazioporto di Kourou nella Guyana Francese un vettore Ariane 5 che trasportava due satelliti per telecomunicazioni: il JCSAT 13 giapponese con 44 transponder e il VINASAT 2 vietnamita con 24 transponder. Il decollo è avvenuto il 15 maggio alle 2213 UTC.

È stato lanciato il 17 maggio dalla base di Tanegashima un vettore H-2A che ha portato in orbita quattro satelliti giapponesi per lo studio del ciclo dell’acqua e un satellite sudcoreano (Kompsat 3) per la ripresa di immagini terrestri ad alta definizione. Il lancio è avvenuto alla perfezione alle 1639 UTC.

Partito da Baikonur, sempre il 17 maggio, ma alle 1912 UTC, il vettore Proton M con il satellite Nimiq 6, destinato alla distribuzione di programmi televisivi sul Canada. La missione ha avuto pieno successo e il carico è in viaggio verso la sua posizione orbitale definitiva.

Giornata di lanci il 17 maggio, dato che un altro vettore, stavolta un Soyuz-U partito da Plesetsk, ha portato in orbita un satellite segreto russo. Dovrebbe trattarsi di un Kobalt M per la ripresa di immagini terrestri ad alta definizione per mezzo di macchine fotografiche analogiche a pellicola che verranno poi lanciate a Terra per mezzo di una piccola capsula di rientro e sviluppate in modo tradizionale. Il lancio è avvenuto alle 1405 UTC e la missione del Kobalt M, rinominato Kosmos 2472 secondo la classificazione russa, durerà diversi mesi.

Splendida conferma dal California Institute of Technology: hanno ottenuto il nulla osta per acquisire il controllo del telescopio GALEX (GALaxy Evolution EXplorer) che, dopo essere stato lanciato nel 2003 ed aver osservato circa l’80 % del cielo, era stato messo in stand-by il 7 febbraio scorso a causa della chiusura dei finanziamenti per la sua missione. L’interessamento del Caltech di Pasadena, e il conseguente apporto di denaro da parte di alcuni sponsor privati, permetterà così la prosecuzione della missione, sfruttando così ancora per i prossimi anni questo telescopio che è ancora perfettamente funzionante. I dati raccolti sono molto interessanti e si concentrano sull’evoluzione delle galassie. Questa estensione insperata della missione permetterà di completare il campionamento della volta celeste scoprendo ancora altre particolarità dell’evoluzione delle galassie. Il costo di funzionamento per un satellite come GALEX si aggira sui 100'000 dollari al mese che si aggiungono ai circa 150 milioni di dollari spesi finora per la costruzione, il lancio e il mantenimento in attività della missione. Tutta la parte di approvvigionamento energetico della sonda è stato testato e dagli ultimi controlli si calcola che potrebbe tranquillamente alimentare il telescopio spaziale per i prossimi 12 anni. Questo episodio è una novità per la NASA, ma speriamo che il finanziamento privato possa aiutare molte delle missioni spaziali che stanno ora soffrendo per la scarsità di fondi.

domenica 13 maggio 2012

Il Dream Chaser inizia a volare

La Sierra Nevada Corp., una delle aziende in lizza per il trasporto umano verso l’orbita, ha presentato il programma di sviluppo del suo veicolo, il Dream Chaser, specificando le date previste per le varie fasi di avanzamento del progetto. 
Dopo i primi test atmosferici automatici e in seguito ai prossimi finanziamenti provenienti dalla NASA, che nell'agosto 2012 distribuirà fra i 300 e i 500 milioni di dollari tra le varie aziende che partecipano al programma CCDev, si passerà a veri e propri test di rientro da una quota di 5000m con lo sgancio da un elicottero per verificarne le doti di manovrabilità. Nel 2014 i test proseguiranno con lo sgancio del primo esemplare "suborbitale" da un velivolo da trasporto, sia in regime automatico che pilotato, arrivando al 2015 con il primo test orbitale e al 2016 con il primo volo orbitale abitato. Attualmente la Sierra Nevada (e più precisamente la SpaceDev, consociata che si occupa delle attività spaziali) sta rispettando il calendario previsto dalla NASA per il programma CCDev avendo già quasi completato i tredici passi per il prossimo step di finanziamento: "we are on time and on budget" ha dichiarato recentemente l'azienda.

Il Dream Chaser è un piccolo shuttle derivato dal progetto NASA HL-20 sviluppato intorno al 1990. Non può essere definito precisamente come spazioplano, ma è un corpo portante, essendo in realtà un piccolo velivolo a forma di delta, la cui portanza nell’aria è data dalla forma della fusoliera vera e propria.
Verrà lanciato montato in cima ad un Atlas 5 e sarà dotato di due motori (derivati dalla SpaceShipTwo della SpaceX e alimentati con propellenti non tossici) in grado di dargli manovrabilità in orbita e di mettere in salvo l’equipaggio allontanandosi dal razzo vettore in caso di problemi al decollo. Rientrerà come lo Space Shuttle e atterrerà allo stesso modo sulla pista del Kennedy Space Center con il suo carrello.
Potrà trasportare fino a sette astronauti sulla Stazione Spaziale dove potrà restare attraccato per oltre sei mesi. Essendo molto più piccolo dello Shuttle avrà sicuramente una possibilità di carico non paragonabile con il suo illustre predecessore, ma avrà costi decisamente più bassi e ne manterrà la versatilità, il numero di posti e le doti di dolcezza nelle fasi di rientro, cosa da sempre apprezzata da tutti gli astronauti che hanno provato la rudezza del rientro delle capsule Soyuz.

Dopo moltissimi test nella galleria del vento, tutti i prossimi collaudi dovranno confermare le prestazioni del veicolo e contemporaneamente aiutare i tecnici a risolvere i problemi che si presenteranno durante queste prove “sul campo”. La Sierra Nevada ha inoltre già costruito un simulatore per proseguire i test e integrando i dati in suo possesso con le prove sui prototipi, potrà proseguire più speditamente nello sviluppo. La previsione per il Dream Chaser è di costruirne almeno 3-5 esemplari da lasciare in pianta stabile al KSC, sfruttando una parte delle infrastrutture avanzate dal programma Space Shuttle, per le quali ha iniziato un discorso di acquisizione nei confronti del governo americano e della NASA.

Sarò un sognatore, ma trovo che questo sia una vera sfida tecnologica, degna dei pionieri delle missioni spaziali e che prosegue nella ricerca di nuove soluzioni per i viaggi verso l'orbita terrestre e, chi lo sa, forse anche oltre.
Complimenti alla Sierra Nevada, soprattutto ora che passa alla fase più impegnativa del suo progetto.

[Immagini: Sierra Nevada Corporation]

martedì 8 maggio 2012

Newsletter, nuovo numero

Ed ecco inviato agli abbonati il nuovo numero della Newsletter (45/658), l'edizione italiana del Jonathan's Space Report contenente un sunto di tutti gli ultimi avvenimenti in ambito astronautico.

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lunedì 7 maggio 2012

Notiziario

Dopo il test di accensione dei 9 motori Merlin montati sul Falcon 9 che porterà in orbita la capsula Dragon di SpaceX, i tecnici si sono accorti che necessitavano di ulteriori analisi e test del software di bordo, consigliando un nuovo rinvio della data prevista per il lancio.
Test di accensione del Falcon 9 [SpaceX]
Attualmente l’Eastern Test Range (Cape Canaveral) è prenotato per il 19 maggio (ore 0855 UTC) con il 22 come data di backup.

L'Agenzia Spaziale Europea ha annunciato che lancerà nel 2022 una missione robotica che effettuerà un tour delle lune ghiacciate di Giove, in modo da esaminare le croste congelate e gli oceani presenti sotto la superficie di Ganimede, Callisto ed Europa.
Chiamata JUICE, “JUpiter ICy moons Explorer”, la sonda entrerà in orbita attorno al pianeta gigante nel 2030 ed eseguirà una serie di flyby di Ganimede, Callisto ed Europa. Nel 2032 rallenterà entrando in orbita attorno a Ganimede, la luna più grande di Giove, per almeno un anno di ricerche focalizzate. JUICE verrà lanciata per mezzo di un razzo Ariane 5 nel mese di giugno 2022.
Giove è l'archetipo dei pianeti giganti del sistema solare e, dato che molti pianeti giganti sono stati trovati attorno ad altre stelle, dobbiamo avere una migliore comprensione di come si formino i giganti gassosi e i loro satelliti, per capire le loro potenzialità per ospitare la vita.
La selezione di JUICE ha battuto le altre proposte: un osservatorio astrofisico a raggi X e un rivelatore di onde gravitazionali. Questa missione ESA diventerà la prima grande missione del programma Cosmic Vision, che sta selezionando un portafoglio di sonde spaziali scientifiche che saranno lanciate nel prossimo decennio.
JUICE sarà la prima missione a guida europea che raggiungerà i pianeti esterni. Originariamente concepita come missione composta da due sonde, una NASA e l'altra ESA, quest’ultima ha dovuto riprogettare il suo orbiter nel 2011 dopo che l'agenzia spaziale degli Stati Uniti si è ritirata dal progetto.
Con un costo di 830 milioni di euro, questa sonda sarà la prima a misurare lo spessore della crosta ghiacciata di Europa, proponendo al contempo una prima analisi superficiale per la definizione di un possibile punto di discesa per un futuro lander. Otterrà anche una mappa dettagliata di Callisto e studierà in modo estensivo Ganimede, sia la sua superficie che il suo campo magnetico.

Ultimo passaggio ravvicinato effettuato della sonda Cassini a 74 km dalla superficie di Encelado (e a 8000 km da Dione che si calcola sia composta per i due terzi di ghiaccio d’acqua), per poi abbandonarlo per qualche anno. La ricerca focalizzata su questo satellite di Saturno si è concentrata sui geyser che si sprigionano dal suo polo sud e i dati raccolti da Cassini sono enormi, comprendendo anche lo studio del campo gravitazionale di Encelado, grazie alla misurazione di quanto i segnali radio provenienti dalla sonda vengono deviati dalla massa del satellite. Il prossimo obiettivo è ora Titano, il cui campo gravitazionale sarà sfruttato da Cassini per deviare la traiettoria e aumentare l’inclinazione dell’orbita in modo da iniziare un’analisi dei poli di Saturno e della superficie di Titano, con i suoi laghi di etano e piogge di idrocarburi. Un nuovo cambiamento di piano orbitale è previsto per il 2015, quando Cassini tornerà a visitare anche Encelado. L'attuale fase della missione di Cassini terminerà nel 2017.

Sono giunte al Kennedy Space Center due sonde chiamate “Radiation Belt Storm Probes” che dovranno studiare le fasce di Van Allen, i campi di radiazioni a forma di ciambella che circondano il nostro pianeta. Inizia così il periodo di test prima della loro integrazione nella stiva del vettore Atlas 5 che le porterà in orbita il 23 agosto. La comprensione più approfondita delle Fasce potrebbe aiutare i progettisti di veicoli spaziali, soprattutto di quelli che si posizionano all’interno delle fasce (come ad esempio i satelliti geostazionari) che sono soggetti a guasti a causa del riscaldamento che si verifica quando questi campi di radiazioni si ingrandiscono, senza contare i problemi causati alle reti di distribuzione elettrica da parte delle correnti che si disperdono nel terreno provenienti dalle aurore, fenomeni simili alle stesse Fasce.
Lancio AEHF-2 [Pat Corkery - ULA]
Le due sonde attraverseranno entrambe le Fasce ponendosi su due orbite simili che spazieranno fra i 600 e i 30'000 km dalla superficie terrestre.

Altro test eseguito il 2 maggio dalla Boeing sul sistema di rientro con paracadute della loro capsula CST-100. Il collaudo è andato a buon fine e si tratta del secondo test di caduta in un mese.

Partito il 4 maggio dalla rampa 41 di Cape Canaveral il vettore Atlas 5 con a bordo un satellite per le comunicazioni militari di nuova generazione. L’AEHF-2, questo è il suo nome, ha subito una serie di controlli aggiuntivi dopo che il suo predecessore ha avuto un problema al sistema di propulsione principale che ha costretto i controllori di volo a recuperare il veicolo utilizzando solo i piccoli motori di manovra, operazione che è durata 14 mesi invece dei previsti 100 giorni. Costato 1,7 miliardi di dollari, questo satellite di 6154 kg ha una vita media prevista di 14 anni.

domenica 29 aprile 2012

Notiziario

L’Enterprise è giunto a New York. Un altro tassello dell’ex futuro spaziale raggiunge la sua destinazione definitiva.
Vedendolo sorvolare la Grande Mela sentiamo un brivido che ci attraversa la schiena, ma fissiamoci queste immagini bene nella mente, dato che non si ripeteranno tanto facilmente…
Welcome home, Enterprise, in your last home.

L’azienda Astrium è stata scelta per lo sviluppo e la costruzione di un orbiter solare dell’ESA, chiamato appunto Solar Orbiter. Il lancio è previsto da Cape Canaveral a bordo di un Atlas 5 intorno al gennaio 2017.
La sonda, del costo di 300 milioni di euro, verrà costruita negli stabilimenti inglesi di Stevenage.

Diffusi i primi dati ufficiali della missione Dawn intorno all’asteroide Vesta. La missione della sonda attorno al corpo celeste sta raccogliendo una quantità incredibile di dati e immagini, tant’è vero che la sua permanenza attorno a Vesta è stata prolungata di almeno 40 giorni. Le varie scoperte riguardanti il campo gravitazionale e la composizione superficiale richiedono un miglioramento delle letture, ottenibile con una ulteriore discesa di quota che arriverà a circa 200 km medi dalla superficie. Il 26 agosto Dawn accenderà i motori per dirigersi al prossimo obiettivo della sua missione, il più grande degli asteroidi, Cerere, riclassificato nel 2006 come pianeta nano.

La Planetary Resources Inc. ha presentato un progetto di sfruttamento delle enormi risorse presenti sugli asteroidi. Lo studio si basa sul fatto che su oltre 9000 asteroidi che si avvicinano al nostro pianeta, oltre 1500 potrebbero essere raggiunti con un impegno energetico simile ad uno sbarco lunare. Dato che questi piccoli corpi celesti hanno composizioni molto varie, comprendenti anche materiali rari e preziosi (come oro e platino), il loro sfruttamento potrebbe essere fondamentale per dare slancio alle tecnologie spaziali. Disporre di materie prime direttamente nello spazio permetterebbe di risparmiare gli enormi costi necessari per portarle in orbita con razzi vettori, mentre la disponibilità di acqua (presente su diversi asteroidi) potrebbe permettere di utilizzare questi giacimenti di ghiaccio come delle Stazioni di Servizio per missioni interplanetarie, dove le astronavi potranno rifornirsi di acqua per usi umani (alimentazione, igiene ambiente, ossigeno) e per la propulsione (idrogeno e ossigeno). È anche in studio una serie di veicoli spaziali (programma Arkyd) in grado di cercare, raggiungere e sondare i possibili Near Earth Asteroids (NEA) da sfruttare. Anche i nomi coinvolti sono importanti, a cominciare da Larry Page, Amministratore Delegato di Google. Sarà una nuova corsa all’oro? Vedremo.

[ISRO]
L’India ha lanciato con successo il suo primo satellite per applicazioni ambientali con un sensore per la rilevazione radar, in grado di lavorare sia di notte che attraverso le nubi. RISAT 1, del peso di 1858 kg, è partito alle 0017 UTC di giovedì 26 aprile dal Satish Dhawan Space Center a bordo di un PSLV (C-19) che lo ha posto su un’orbita polare eliosincrona a 530 km di quota. Compie circa 14 orbite al giorno e ripassa sulla stessa zona del globo ogni 25 giorni.
È stato un grande successo per ISRO (Indian Space Research Organization, l'agenzia spaziale indiana) e, con il diciassettesimo successo consecutivo del vettore PSLV, ha portato in orbita il carico più pesante e importante del popoloso paese.

venerdì 27 aprile 2012

Rientro Soyuz

La Soyuz TMA-22 è rientrata dopo aver trascorso cinque mesi e mezzo nello spazio. Daniel Burbank, Anton Shkaplerov e Anatoly Ivanishin erano in ottime condizioni di salute e saranno, come sempre, sottoposti ad una serie di esami passando inoltre attraverso un periodo di terapia fisica per riabituarsi alla gravità terrestre.
[Roscosmos]

L’atterraggio nelle steppe del Kazakhstan è avvenuto alle 1145 UTC dopo una discesa dall’orbita durata 56 minuti.

La gloriosa Soyuz modello TMA andrà ora in pensione, per essere sostituita dalla nuova serie TMA-M. La numero 22 ha perfettamente eseguito il suo compito, riportando a terra i tre astronauti e l’esperimento Italiano RESLEM/ROALD 2 (PI: Battista e Maccarrone, Università di Teramo) realizzato dalla Kayser Italia come Prime Contractor per conto di ESA. I bioreattori sono stati estratti dal congelatore MELFI e inseriti nelle “Cold Pouches” per mantenerlo a bassa temperatura, utilizzando la tecnologia passiva PCM a cambio di fase, ormai largamente utilizzata con successo dall’azienda livornese in tutte le sue missioni.
Assieme all’esperimento, che era stato portato sulla ISS con la Soyuz TMA-03M (29S) il 21 dicembre 2011, ritornano a terra anche campioni fisiologici conservati a temperatura controllata nel “mini-ECCO”, un altro successo tecnologico della Kayser per le fasi di upload e download connesse a esperimenti di biologia.
Intanto si erano attivate le procedure e le operazioni per il recupero degli esperimenti, con un team di Telespazio ed uno di Kayser Italia, per consegnare i campioni biologici agli scienziati italiani.
Con questa missione (la cinquantatreesima per la Kayser), si stabilisce un nuovo record per esperimenti di biologia: dal contratto al recupero dei campioni in meno di un anno…
Una ulteriore dimostrazione delle capacità tecnologiche e organizzative delle PMI italiane e della sinergia con il mondo accademico.

(Info tecniche: Ing. Valfredo Zolesi)