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sabato 23 giugno 2012

Notiziario

Rientrato dopo una perfetta missione, OTV-2, il secondo esemplare del piccolo spazioplano militare statunitense chiamato X-37B, ha battuto il suo record di permanenza in orbita con ben 468 giorni trascorsi dal lancio.
[U.S.Air Force]
Il rientro, completamente automatico, è avvenuto il 16 giugno scorso sulla pista numero 12 di Vandenberg alle 1248 UTC. Nel frattempo il primo esemplare (rientrato nel dicembre 2010) raggiungerà Cape Canaveral per essere inserito nuovamente nella stiva di un Atlas 5 per la sua seconda missione, dopo aver subito un’accurata revisione. Il lancio è previsto per ottobre di quest’anno.

L’Enterprise, primo Shuttle della flotta, è stato posizionato nella sua sede definitiva, sul ponte di volo della portaerei Intrepid, sede del museo Sea, Air and Space di New York. Unica nota stonata è stato un lieve danno ad un’ala della navetta a causa di un urto contro un ponte durante il trasporto, avvenuto per mezzo di una chiatta mentre c’era un forte vento. Comunque nessun danno grave che non possa essere riparato direttamente sul posto.

Dopo la perdita di Envisat, il GMES (Global Monitoring for Environment and Security, monitoraggio globale per la sicurezza e l’ambiente) si trova a corto di dati proprio a causa del fatto che la maggior parte delle informazioni provenivano dalla grande sonda orbitale ormai inutilizzabile. Di conseguenza diventa di massima importanza il ripristino della sorveglianza orbitale e per questo il sistema Sentinel dovrà occuparsi di ristabilire il flusso dati di monitoraggio. I tempi per l’avvio e la messa in servizio dei satelliti Sentinel sono stati ridotti di molto, arrivando a preparare ben tre lanci nel 2013, ma purtroppo devono ancora essere preparate e finanziate le infrastrutture di Terra per la gestione di questo nuovo sistema. E con le incertezze economiche attuali, proprio i finanziamenti sono il problema più grande. GMES intanto sta cercando di compensare la mancanza di informazioni con strumenti montati su altri satelliti già presenti in orbita.

La NASA ha acquisito alcuni satelliti spia per poterli riciclare come telescopi spaziali. I satelliti di tipo Keyhole dell’NRO, risalenti ad una decina di anni fa, scandagliavano la superficie terrestre con potenti gruppi ottici che arrivavano ai 240 cm di diametro e almeno un paio di esemplari sono costruiti e giacciono in un magazzino in attesa di entrare in servizio. Considerando che sono oggetti di almeno una dozzina di anni più recenti di Hubble, è chiaro che le loro prestazioni sia ottiche che elettroniche, sono superiori a quelle del vecchio HST. Con queste premesse la NASA ha così intenzione di rimpiazzare missioni cancellate per mancanza di fondi, la prima delle quali è WFIRST (Wide-Field Infrared Survey Telescope), destinata alla ricerca nell’infrarosso di pianeti extrasolari e allo studio dell’energia oscura e delle galassie. Ovviamente la sonda andrebbe revisionata e modificata e questo è il punto dolente: se si trovassero i fondi per le modifiche, WFIRST potrebbe partire nel 2019, ma attualmente le casse per questo tipo di missioni sono vuote.

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