Time machine.

International Space Station Europa Centrale Kennedy Space Center - Florida Baikonur - Kazakhstan Kourou - French Guyana

sabato 24 dicembre 2011

Notiziario

[NASA]
L’immagine di apertura di questo notiziario è fantastica: la cometa Lovejoy ripresa dalla ISS. Sì, proprio la cometa che pochi giorni fa è sopravvissuta all’incontro ravvicinato con il nostro Sole. Il nome oltretutto è molto natalizio (Lovejoy, amore felicità), ma è dovuto al caso, al fatto che colui che l’ha vista per primo il 27 novembre scorso si chiamasse proprio così: Terry Lovejoy. Il motivo della sua forte visibilità è proprio da ricercare in quel volo radente sul Sole (infatti è una cometa classificata come Sungrazer) che la deve aver surriscaldata, ‘cotta’ in qualche maniera provocando una fortissima attività che scaturisce in quella bellissima doppia coda. È visibile anche da Terra, ma, purtroppo per noi, solo dall’emisfero meridionale. Ha una estensione di circa dieci gradi (per riferimento il diametro lunare è circa mezzo grado), una magnitudine di -4 e per chi può permetterselo, dev’essere uno spettacolo fantastico, senza contare i sei astronauti che si godono la vista dalla Stazione Spaziale!

La Soyuz TMA-03M con a bordo Oleg Kononenko, Andre Kuipers e Don Pettit è partita da Baikonur mercoledì 21 dicembre alle 1316:15 UTC ed ha raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale il 23 dicembre, eseguendo un attracco perfetto alle 1519 UTC. L’equipaggio della Stazione è quindi nuovamente al completo contando i tre componenti già presenti: Anton Shkaplerov, Anatoliy Ivanishin e il comandante Dan Burbank.

Intanto in Russia un altro vettore Soyuz, partito proprio il 23 alle 1208 UTC dal cosmodromo di Plesetsk ha fallito la messa in orbita del proprio carico. La missione era l’inserimento in orbita di un satellite militare russo Meridian, ma un guasto al terzo stadio ha impedito di ottenere la spinta finale provocando il rientro inatteso. Il vettore e il suo payload sono precipitati in Siberia, vicino alla città di Novosibirsk, la terza città in ordine di grandezza della Russia. Pare comunque che non ci siano stati danni a persone.
Ora siamo nuovamente ad un bivio: la mancanza di affidabilità dei vettori Soyuz intaccherà ancora il trasporto umano e di materiali verso la Stazione Spaziale? È presto per dirlo, ma resta il fatto che il razzo Soyuz è il cavallo di battaglia del trasporto orbitale russo, infatti sono già in programma altri lanci: il 28 dicembre un lancio commerciale con sei satelliti Globalstar, a metà gennaio un cargo Progress e a marzo il prossimo lancio con equipaggio…
C’è da dire che il motore del terzo stadio, quello che pare aver provocato il fallimento di questo lancio, è diverso da quello utilizzato per i voli verso la ISS. Si trattava del nuovo modello RD-0124 a controllo digitale contro il vecchio RD-0110 a controllo analogico delle Soyuz abitate.
Vedremo, ma la beffa del destino continua.

Proporzioni fra pianeti [NASA]
Il telescopio spaziale Kepler ha rilevato i primi pianeti di dimensioni terrestri che orbitano un’altra stella. Si tratta di Kepler 20e e 20f e fanno parte di un sistema planetario composto da almeno cinque pianeti. Entrambi sono troppo vicini alla loro stella per ospitare la vita, ma questa scoperta conferma che il telescopio Kepler è in grado di trovare pianeti di dimensioni terrestri, a oltre 1000 anni luce da noi.
Nel dettaglio, 20f è circa il 3% più grande della Terra, diventando il corpo celeste con dimensioni più simili al nostro pianeta, mentre 20e è addirittura il 13% più piccolo, evidenziando come la sensibilità degli strumenti di Kepler arrivi ben oltre le attese dei progettisti.

Ultimo compito assegnato alla sonda Deep Impact. Con il pochissimo propellente rimasto nei suoi serbatoi, ne verrà modificata la rotta in modo da incrociare l’asteroide 2002GT che incrocia periodicamente la Terra. Il fatto di essere un corpo celeste molto vicino a noi fa diventare 2002GT un potenziale obiettivo per una missione umana, ma anche un potenziale pericolo per il nostro pianeta. Le intenzioni della NASA sono quindi indirizzate verso una seconda estensione della missione di Deep Impact, dopo che ha sparato un proiettile sulla cometa Tempel 1 nel luglio 2005 e ha visitato la cometa Hartley 2 (missione EPOXI) nel novembre 2010. Il costo della missione si attesta sui 5 milioni di dollari l’anno e questo è un punto critico sull’approvazione finale dell’estensione di missione, ma pare che i due kg di propellente (idrazina) ancora presente sulla sonda possano bastare per completare con successo i suoi nuovi compiti.

La sonda Dawn ha abbassato all'inizio di dicembre la sua orbita attorno all’asteroide Vesta ed ora si trova a circa 210 km di quota sulla superficie media del corpo celeste. La risoluzione delle nuove foto che Dawn riprenderà della superficie sarà di circa 200 metri e si prevede che la sonda resti ancora una decina di settimane su Vesta, prima di prepararsi per salpare le ancore verso Cerere, il più grande dei pianeti minori del Sistema Solare, dove arriverà nel 2015.
Discovery, si chiude [Justin Ray/Spaceflight Now]

Chiusa definitivamente la stiva dello Space Shuttle Discovery, lo storico vano di carico che ha visto passare 21 satelliti (oltre al telescopio spaziale Hubble) centinaia di esperimenti e piattaforme di carico, moduli militari e molte parti della Stazione Spaziale Internazionale, è stato sigillato definitivamente, in attesa di essere esposto al museo Smithsonian al posto dell’Enterprise (che si trasferirà a New York all'Intrepid Sea, Air & Space Museum).
E anche Atlantis ha subito una sorte simile, dato che dopo un ultimo avvio dei sistemi di bordo è stata tolta definitivamente corrente a tutti i circuiti interni dell'orbiter. Ci resta una serie di suggestive fotografie della cabina di pilotaggio con tutta la strumentazione accesa per un'ultima volta.
Un ultimo sguardo al Glass Cockpit di Atlantis
[© collectSPACE/Robert Z. Pearlman]
Chiusi i portelloni e tolta la corrente ci rendiamo sempre più conto che è terminata l’era di queste meravigliose macchine.

Per la prima volta dagli albori dell'era spaziale, la famiglia cinese di razzi Lunga Marcia ha superato il tasso annuo di volo della flotta di lanciatori spaziali degli Stati Uniti, con il lancio di un satellite di mappatura ad alta risoluzione, decollo avvenuto con pieno successo.
Lo storico lancio è avvenuto giovedì 22 dicembre dallo spazioporto di Taiyuan alle 0326 UTC, ed ha rappresentato il diciottesimo successo su diciannove tentativi, a fronte di un 17 su 18 da parte degli USA, che inoltre comprendeva ancora i lanci Shuttle, oltre agli Atlas, Delta, Taurus e Minotaur.
Siamo a numeri ben diversi per la Russia con 33 lanci, che però hanno registrato un incremento dei fallimenti; ben quattro nel 2011.

E a questo proposito, fine dei giochi per la sonda russa Fobos-Grunt. Il veicolo da 163 milioni di dollari è stato dato definitivamente per perso e quindi non resta altro da fare che attenderne il rientro. Il perigeo è già sceso sotto i 200 km e in base ai dati esistenti e al tasso medio di discesa dell’orbita, Fobos-Grunt dovrebbe entrare nell’atmosfera terrestre intorno al 15 gennaio prossimo venturo (si dice che la finestra di rientro sia fra il 6 e il 19 gennaio) e, come per altri satelliti rientrati senza controllo negli ultimi tempi, non si sa né l’ora e né il luogo preciso in cui avverrà l’ingresso atmosferico. Di per certo c’è che sarà un grande spettacolo, dato che le oltre sette tonnellate di propellente ancora stivato nei serbatoi di bordo darà vita ad un enorme fuoco d’artificio, distruggendo completamente e con ogni probabilità, l’intero veicolo.

Il Dream Chaser [Sierra Nevada]
Bill Gerstenmaier, direttore delle operazioni spaziali al quartier generale della NASA, ha detto ai giornalisti che il cambio nella gestione dei finanziamenti NASA verso i partner commerciali che si stanno occupando dello sviluppo di nuovi veicoli spaziali, proposto dai vertici dell’agenzia, potrebbe mettere a rischio la sicurezza dei voli di questi veicoli e ritardarne lo sviluppo. Il passaggio da finanziamento fisso a finanziamento variabile in base ai progressi, potrebbe portare le aziende a dimostrare un livello di avanzamento nei lavori superiore al reale per ottenere più soldi o ottenerli prima, ma sarebbe una politica che potrebbe essere controproducente, intaccando la sicurezza e rallentando lo sviluppo fino ad un’entrata in servizio dei sistemi di trasporto umano che arriverebbe ben oltre il 2017.

venerdì 23 dicembre 2011

Newsletter, nuovo numero

Ho inviato agli abbonati il nuovo numero della Newsletter (38/651), l'edizione italiana del Jonathan's Space Report contenente un sunto di tutti gli ultimi avvenimenti in ambito astronautico.

questo indirizzo trovate i numeri arretrati.

Iscrivetevi inviando una richiesta al mio indirizzo email: basta una email per l'iscrizione e una per l'eventuale cancellazione...

Ed è completamente gratuita!

mercoledì 21 dicembre 2011

Solstizio invernale

Domani 22 dicembre 2011 alle 0530 UTC cade il solstizio invernale per il nostro emisfero Boreale, mentre per l'emisfero Australe sarà solstizio estivo. Siamo quindi al giorno più corto dell'anno (e di conseguenza la notte più lunga). Il solstizio invernale in astronomia è definito come il momento in cui il Sole raggiunge, nel suo moto apparente lungo l'eclittica, il punto di declinazione minima, cioè percorre nel cielo l'arco più basso dell'anno.

Questa foto è stata ripresa questa mattina dal mio balcone,
ad una latitudine di poco inferiore ai 45°N.
Le giornate inizieranno ad allungarsi, anche se per i primi giorni sarà un allungamento impercettibile.
Buon inverno a tutti...

sabato 17 dicembre 2011

Un flyby spettacolare

Questa è una sequenza di immagini ripresa dalla sonda SDO (Solar Dynamics Observatory) e fa vedere l'ingresso nella corona solare della cometa Lovejoy, che, come tante altre, sembra si debba schiantare sulla nostra stella.

Ma...

Sì, c'è un risvolto che viene svelato subito dopo.
In realtà la piccola cometa riemerge dall'altro lato del Sole e prosegue la sua traiettoria all'interno del Sistema Solare.
E ci fornisce molti dati scientifici, dato che l'interazione della coda della cometa con la Corona Solare permetterà di imparare nuovi dettagli sulle dinamiche del Sole.

Un dramma mancato e una nuova spettacolare testimonianza che ci giunge da un nostro esploratore robotico, occhi artificiali che il genere umano ha saputo spedire nell'universo per farci vedere quello che non abbiamo mai visto prima...

P.S.: chi di voi sta pensando a Star Trek IV?


giovedì 15 dicembre 2011

Quando la scienza supera la fantascienza

Una immagine che definire eccezionale vuole dire sminuirla...
La sonda Cassini ha effettuato il 12 dicembre il suo volo radente più ravvicinato di sempre di Dione, una luna di Saturno e, scattando immagini, ha colto questa dove compaiono sullo sfondo degli anelli altre due lune, Epimetheus e Pandora...
Io sono rimasto a bocca aperta...
Fate click per vederla a piena definizione.

mercoledì 14 dicembre 2011

Notiziario

MSL Curiosity sta viaggiando verso Marte e ha già accumulato oltre 51 milioni di chilometri percorsi. Dalla sua posizione e sulla rotta verso il Pianeta Rosso ha iniziato l’analisi delle radiazioni spaziali che un eventuale equipaggio umano, su quella stessa rotta, potrebbe trovarsi ad assorbire. Saranno dati molto importanti, e andranno ad integrare i dati raccolti durante la simulazione Mars500, tutte informazioni fondamentali per la futura conquista di Marte.

Il nuovo vettore Taurus 2 della Orbital Sciences sta proseguendo la preparazione al primo lancio che avverrà a febbraio dalla base spaziale di Wallops Island, in Virginia e ha anche avuto l’assegnazione di un nuovo nome: si chiamerà Antares, prendendo così una sua denominazione ben precisa. La Orbital ha altri 3 vettori in produzione (Pegasus, Taurus XL e il Minotaur), ma questo in particolare dovrà occuparsi di portare in orbita la nuova capsula Cygnus che si aggiungerà ai veicoli destinati al rifornimento della ISS.

In preparazione il secondo lancio dallo spazioporto di Kourou per i vettori Soyuz. Il missile è già in rampa e il lancio è previsto per venerdì prossimo, 16 dicembre.

Lo Space Shuttle Explorer, la riproduzione in scala 1:1 presente al Kennedy Space Center, è stato rimosso dal Visitor Complex per il suo trasporto a Houston a bordo di una chiatta. Sarà esposto al Johnson Space Center, dove era situato il Mission Control che ha seguito tutti i voli delle navette. Al KSC è stato fatto posto per preparare il grande hangar che conterrà Atlantis, dopo la preparazione che sta subendo nell’Orbiter Processing Facility. L’Explorer non può viaggiare sul dorso dello SCA (il Boeing 747 attrezzato) dato che non era un esemplare in grado di volare veramente.

SpaceX ha annunciato la data del prossimo volo della capsula Dragon ed ha anche ottenuto il nulla osta per accorpare due missioni consecutive, puntando così direttamente all’attracco con la Stazione Spaziale già con il prossimo lancio, fissato per il 7 febbraio da Cape Canaveral.

Tutto pronto per il lancio della Expedition 30, in programma il 21 dicembre. Don Pettit, Oleg Kononenko e Andre Kuipers raggiungeranno la ISS a bordo della Soyuz TMA-03M dopo circa due giorni di viaggio.

Presentato un nuovo sistema di lancio satellitare denominato Stratolaunch. Su un aereo a doppia fusoliera viene montato il vettore in posizione centrale (sul tipo della combinazione SpaceShip/WhiteKnight) e giunti in quota avviene il lancio vero e proprio.
Con una apertura alare di oltre 117 metri e con sei motori del Boeing 747, questo mostro peserà al decollo oltre 550 tonnellate e avrà un’autonomia di oltre 2400 km permettendo di lanciare virtualmente da qualsiasi punto del pianeta. L’unica limitazione è una pista di decollo lunga almeno 3600 metri. Dietro a questa operazione, i cui primi lanci di prova potrebbero avvenire già fra il 2015 e il 2016, ci sono Paul Allen (co-fondatore di Microsoft), Burt Rutan (Virgin Galactic), Mike Griffin (ex amministratore NASA), Elon Musk con la SpaceX e la Scaled Composites.
Le premesse non sono male…

martedì 13 dicembre 2011

Rapporto mensile lanci, novembre 2011


Riassunto dei lanci eseguiti in tutto il mondo durante il mese di novembre 2011.

Qui trovate il file pdf con la tabella contenente tutti i dati riguardanti i lanci eseguiti.

Vi riassumo i link alle tabelle precedenti:
- Ottobre 2011
- Settembre 2011
- Agosto 2011
- Luglio 2011

Come sempre i vostri commenti sono ben accetti.

martedì 6 dicembre 2011

Un'altra Terra? Probabilmente sì!

Il telescopio spaziale Kepler, gestito della NASA, ha scoperto un pianeta che orbita attorno a un'altra stella alla giusta distanza per avere temperature confortevoli, sostenere un ambiente con acqua allo stato liquido e quindi è possibile che sia presente la vita come la intendiamo noi.
Ricostruzione artistica del pianeta.
Kepler-22b, questo il nome assegnatogli, orbita attorno a una stella molto simile al Sole. Il pianeta è di circa 2,4 volte il raggio della Terra e ha un anno della durata di circa 290 giorni. Ma i ricercatori hanno bisogno di conoscere la sua massa, la densità e la composizione prima di dichiarare che il pianeta è realmente simile alla Terra.
Kepler ha scoperto 48 pianeti candidati, situati nella zona abitabile della loro stella, la zona cosmica temperata in cui gli scienziati ritengono che le condizioni potrebbero sostenere la vita. I pianeti più vicini alla loro stella madre sono troppo caldi, facendo evaporare l'acqua e quindi i nutrienti per eventuali forme di vita. I pianeti più freddi si trovano invece più lontano causando il congelamento dell’acqua.

“È credibile che uno di questi pianeti o le loro lune possa supportare la vita", ha detto Bill Borucki, principal investigator di Kepler presso l’Ames Research Center in California.
Kepler-22b potrebbe essere roccioso, liquido o gassoso. Gli astronomi la prossima estate utilizzeranno i telescopi terrestri per determinare la composizione del pianeta, la densità e dipingere un quadro più chiaro delle sue prospettive di ospitare la vita.
"Siamo certi che si trova dentro la zona abitabile, non è ai margini. E se ha una superficie, è quasi sicuro che abbia una temperatura piacevole" ha detto Borucki.

Kepler-22b orbita attorno a una stella di tipo G, a 600 anni luce dalla Terra. La stella, che è leggermente più fredda e piccola del Sole, si trova nel campo visivo del fotometro di Kepler, una fotocamera il cui CCD ha una risoluzione di 95 megapixel.
“È nel bel mezzo di questa zona abitabile, appena oltre la Terra", ha detto Natalie Batalha, vice leader del team scientifico Kepler ad Ames. "L'altra cosa che è davvero eccitante è il fatto che orbita intorno a una stella molto simile al nostro Sole.".

Jill Tarter, direttore del Centro per la ricerca SETI, ha detto che gli astronomi punteranno i radiotelescopi verso i pianeti scoperti da Kepler per ascoltare eventuali prove di vita intelligente.
"La mia squadra è interessata ad utilizzare i dati di Kepler per trovare pianeti analoghi alla Terra", ha detto Tarter. "Ci sarà una priorità più alta per quei mondi che i nostri colleghi ci dicono di non essere né troppo caldi, né troppo freddi."
SETI è l'acronimo di Search for Extraterrestrial Intelligence. Il SETI Institute è una organizzazione non-profit che affronta scientificamente il problema della origine, la natura e la presenza della vita al difuori della Terra.

Lanciato nel marzo 2009, Kepler è posizionato su un’orbita solare parallela alla Terra e punta il suo telescopio da 1 metro verso le costellazioni del Cigno e della Lira, con un campo di osservazione di 10 gradi che contiene circa 4'500'000 stelle rilevabili. Kepler si sta concentrando su circa 156'000 stelle per le finalità delle sue ricerche.
Kepler con il suo campo di vista.
"Questa è una pietra miliare sulla strada per trovare il gemello della Terra", ha detto Douglas Hudgins, componente del programma scientifico Kepler alla NASA di Washington. "I risultati di Kepler continuano a dimostrare l'importanza delle missioni scientifiche della NASA, che mirano a rispondere ad alcune delle più grandi domande sul nostro posto nell'Universo".
La fotocamera di Kepler controlla costantemente la luminosità di ogni stella presente nel suo catalogo e la missione primaria della sonda è di rilevare i pianeti misurando diminuzioni nella luminosità delle stelle quando i corpi oscuri passano loro davanti. Osservando i "transiti" tre volte, gli scienziati sono vicini a confermare che è un pianeta.
Ulteriori osservazioni dal telescopio spaziale Spitzer della NASA e dalle strutture a Terra, elaborazione dei dati e le recensioni di ricercatori indipendenti, aiutano a riconoscere un candidato come un vero pianeta e non come un'altra stella.

Kepler ha scoperto 2'326 candidati pianeti al di fuori del Sistema Solare. La NASA dice che 207 dei probabili pianeti dovrebbero avere circa le dimensioni della Terra, 680 sono super Terre, 1'181 sono delle dimensioni di Nettuno, 203 sono delle dimensioni di Giove e 55 sono ancora più grandi di Giove.
I funzionari della missione hanno annunciato che 1'094 candidati a nuovo pianeta sono appena stati resi pubblici, a cui aggiungiamo oltre 1'200 unità presentate nel mese di febbraio. Gli scienziati stanno rilasciando i dati sui candidati perché gli astronomi possano, con le loro osservazioni, cercare di confermarli come pianeti reali.

L’annuncio di Kepler-22b incrementa la lista delle scoperte della missione a 29 pianeti. Molti dei pianeti verificati sono oggetti di grande massa o di grandi dimensioni su orbite estremamente vicine alle loro stelle.
Ci vorranno diversi anni per ottenere le osservazioni necessarie a confermare un pianeta di dimensioni terrestri nella zona abitabile. E questo perché i pianeti fatti così transiteranno sulla stella circa una volta all'anno.

Borucki detto che il suo team sta preparando una proposta da consegnare alla NASA nel mese di febbraio, per estendere la missione di Kepler fino al 2015. La missione attuale ha una durata prevista fino alla fine del 2012.
[SpaceFlight Now]

lunedì 5 dicembre 2011

Notiziario

ESA ha annnciato l’interruzione dei tentativi di comunicazione con la sonda russa Phobos-Grunt. Dopo i due parziali successi del 22 e del 23 novembre scorsi, nessun’altra comunicazione è stata ricevuta dalla sonda, ragion per cui l’ente spaziale europeo ha deciso di interrompere l’uso delle Tracking Station di Perth, in Australia e di Maspalomas, alle Canarie, per cercare di ristabilire le comunicazioni. Resta inteso che ESA si dice disposta a riprendere i tentativi se dovesse esserci qualche sviluppo nella situazione. Intanto sono stati rilevati due detriti che si allontanano dalla sonda (uno dei due pare che sia già rientrato). Potrebbero significare che il guasto sofferto da Phobos-Grunt sia più grave del previsto.

Contemporaneamente il rover Curiosity sta viaggiando verso Marte e il centro controllo ha deciso di non eseguire la prima manovra di correzione di rotta prevista, dato che non pare ce ne sia bisogno. D’altro canto MSL ha avuto anche lui un piccolo glitch che ne ha causato l’ingresso in safe mode. Pare che sia stato causato dal sistema di Star Tracker, i dispositivi che si occupano di verificare l'assetto del veicolo. Comunque tutti i computer di bordo sono stati riavviati e anche la rotazione di MSL è stata rallentata da 2,5 a 2,05 giri al minuto.
La prossima correzione di rotta è prevista per fine anno, mentre quella successiva a inizio giugno servirà per iniziare il puntamento fine verso il Cratere Gale.
Venerdì 2 dicembre aveva già percorso 17,5 milioni di chilometri, la comunicazione in downlink era stabile a 25 kbit/s e i pannelli solari di bordo stavano producendo 800 W.

Continua l’emorragia di astronauti dalla NASA. Anche Chris Ferguson ha annunciato le sue dimissioni dall’ente americano e con lui si è completato il trio di comandanti che hanno portato per l’ultima volta le tre navette in orbita. Così dopo Steve Lindsey (Discovery) e Mark Kelly (Endeavour), anche Ferguson, comandante dell’ultima missione di Atlantis lascia il corpo degli astronauti attivi.
La NASA comunque non si arrende e ha indetto un concorso per una nuova classe di astronauti che dovrà essere scelta nel 2013. Per chi volesse partecipare, le candidature dovranno arrivare entro il 27 gennaio prossimo.

La Cina ha superato il primo dicembre il suo record di lanci annuali con il diciassettesimo del 2011. Ma non finisce qui. Gli USA hanno effettuato 18 lanci quest’anno e con il prossimo lancio cinese, previsto il 19 dicembre, ci sarà il pareggio. Pare inoltre che un ulteriore vettore militare segreto debba partire dal paese asiatico, battendo così gli americani. La ciliegina sulla torta è che l’anno prossimo gli USA prevedono dai 16 ai 20 lanci, ma, ovviamente, nessuno con equipaggio. La Cina non ha previsioni globali, ma almeno un paio di lanci con equipaggio, verso la sua stazione spaziale. Comunque in tutto questo, entrambi i contendenti si stanno giocando il secondo posto, dato che la Russia, con 27 lanci ad oggi (e l'obiettivo dei 30 entro fine anno, di cui 4 abitati), è saldamente in testa.

mercoledì 30 novembre 2011

Notiziario

Terminata la missione di NanoSail-D, la vela solare della NASA lanciata il 19 novembre 2010 e rilasciata il 20 gennaio di quest’anno. In realtà il satellite è rientrato il 19 settembre scorso, ma siamo ora ad una prima diffusione dei dati che confermano il pieno successo della missione. Le vele solari in orbita terrestre possono essere utilizzate per comandare il rientro controllato dei satelliti, e questo per mantenere il più possibile pulito lo spazio che circonda il nostro pianeta. Invece di tenere a bordo la quantità necessaria di propellente per uscire dall’orbita assegnata, si potrà montare una grande vela che orbita dopo orbita verrà spinta verso Terra dalla luce solare e in un secondo tempo aumenterà la frenata data dall’attrito atmosferico. È stata 240 giorni in orbita ed ha permesso di raccogliere una enorme mole di dati, grazie anche alla buona attività solare in cui è incappata e che ha permesso di stilare delle relazioni precise fra spinta sulla vela e radiazione ricevuta dalla nostra stella.

Phobos-Grunt non ha ricevuto il comando che le è stato inviato dalla stazione di Perth, diminuendo ulteriormente le probabilità di salvarla. A seguito della ricezione a Terra di alcune comunicazioni dalla sonda, si era pensato possibile inviare delle istruzioni che potessero comandare una breve accensione dei motori per innalzare l’orbita e sperare di aumentare le possibilità di comunicazione. Tentativo, purtroppo, fallito: la cosa non dovrebbe stupire più di tanto, visto che i segnali giunti all'antenna di Perth non erano intellegibili.

Il piccolo shuttle militare americano, l’X-37B, secondo esemplare costruito, ha superato oggi i 270 giorni in orbita ed ha ricevuto l’ordine di proseguire la missione, collaudando tutti i suoi componenti in condizioni che superano la sua certificazione iniziale.
"La sperimentazione in orbita continua," ha detto il maggiore Bunko Tracy dell'Air Force, un portavoce del segretario dell'Air Force. "Anche se non possiamo prevedere quando sarà completo, stiamo imparando cose nuove relative al veicolo ogni giorno, il che dà alla missione un futuro molto dinamico". Il suo predecessore, OTV-1, rimase in orbita per 224 giorni, ma con questo esemplare le intenzioni sono di estendere di molto la missione. Purtroppo è un veicolo militare e quindi tutte le operazioni orbitali sono segrete.

Dopo aver raggiunto la rampa 39/B, la torre di lancio del defunto programma Constellation torna ora nella zona di assemblaggio e manutenzione per le modifiche necessarie al suo adattamento al SLS, il futuro vettore pesante della NASA.

Mars Express sta ritornando in fase operativa, sperando così di aver risolto i problemi alle memorie a stato solido di bordo. Gli strumenti vengono attivati uno a uno in modo da evitare sovraccarichi ed eventualmente riconoscere l’eventuale responsabile di nuovi errori di funzionamento. La sonda potrà tornare pienamente operativa nel giro di alcune settimane.

martedì 29 novembre 2011

Notiziario

Fine della missione Akari.
Il Giappone ha annunciato che la settimana scorsa il suo telescopio spaziale a infrarossi Akari (“luce” in giapponese) è stato spento dopo cinque anni di scansione del cielo alla ricerca di nubi di polvere che formano stelle, delle galassie nell'universo antico e degli asteroidi all’interno del Sistema Solare. Un guasto al sistema di alimentazione elettrica ha costretto la JAXA a decretare questa fine a causa dell’impossibilità di trovare una soluzione. Ha comunque superato le aspettative che miravano ad una missione di 18 mesi.
Well done, Akari!

Roscosmos.
Lanciato grazie ad un vettore Soyuz il quinto satellite Glonass in meno di due mesi. In tre lanci (due Soyuz con un singolo satellite e un Proton, più potente, con tre satelliti) è stata creata la riserva di veicoli, per fare in modo che il sistema di navigazione russo sia in grado di sopportare anche alcuni guasti. Dei trenta satelliti operativi, solo 24 sono necessari ed effettivamente attivi, gli altri restano di scorta. D’ora in poi eventuali lanci Glonass saranno destinati alla sostituzione dei componenti più vecchi, permettendo allo stesso tempo un ammodernamento dei satelliti a nuovi modelli.

Ancora Russia.
Mentre i tentativi di comunicare con la sonda Phobos-Grunt, bloccata in orbita terrestre da diversi giorni, continuano con l’assistenza di ESA, il presidente russo Medvedev è deciso a prendere drastici provvedimenti contro coloro che, a suo dire, stanno provocando la serie di fallimenti nelle missioni del suo paese. Se da una parte sembra un atteggiamento più politico che scientifico, dall’altra ha anche evidenziato come la Russia non si sia comportata in modo trasparente con la stampa internazionale, non rivelando i dettagli della missione quando sono iniziati i problemi. Si parla di tagli ai finanziamenti per coloro che non sono più entro livelli accettabili di affidabilità, fino ad arrivare alla denuncia penale per i casi di chiara responsabilità nei fatti. Probabilmente quello del presidente non sarà un approccio ingegneristico ai fallimenti, ma quattro in un anno sono decisamente tanti.

NASA-ESA.
Pare che dopo MSL e MAVEN, un orbiter marziano che dovrebbe partire a fine 2013, stiano finendo i fondi per ulteriori missioni verso il Pianeta Rosso. Le due missioni successive dovrebbero essere un orbiter per il 2016 e due rover per il 2018.
Rappresentazione di MAX-C e di ExoMars [ESA].
Purtroppo i due rover (MAX-C americano e ExoMars europeo) dovranno già essere integrati in un solo veicolo, ma i continui aumenti nel budget necessario rischiano di assorbire anche l’orbiter del 2016. C’è anche chi dice che alla fine non partirà neanche ExoMars, proprio a causa dei problemi finanziari che colpiscono entrambi i lati dell’Atlantico. Speriamo bene.

lunedì 28 novembre 2011

L'emozione dei viaggi spaziali

Ci sono immagini che non hanno bisogno di commento.
Queste due le ho scelte dal lancio di MSL avvenuto sabato e sono di Pat Corkery (United Launch Alliance).

Potenza ed emozione allo stato puro...




domenica 27 novembre 2011

L'avventura di MSL è iniziata

L’imponente razzo Atlas 5 ha lasciato il nostro pianeta con, nella stiva, un rover del costo di 2,5 miliardi di dollari. Dotato di un generatore energetico nucleare, un braccio robotico e una suite di strumenti sofisticati (80 kg contro i 7 scarsi dei MER), chiamato Curiosity grazie ad un concorso di nomi fra studenti, si prevede che il laboratorio mobile spenda almeno due anni alla ricerca di composti organici e segni di abitabilità nel passato o nel presente, su un terreno stratificato al centro di un cratere del diametro di 160 km.
È la missione più complessa e scientificamente ambiziosa mai tentata su Marte, quella che promette di rivoluzionare la comprensione della storia marziana da parte dell'umanità e se il pianeta abbia mai avuto, o ha ancora, delle materie prime e un ambiente ospitale per l'evoluzione della vita.

Il vettore lascia la rampa 41 della
Cape Canaveral Air Force Station [NASA].
La missione ha preso il via in perfetto orario alle 1502 UTC di ieri, 26 novembre, quando il razzo Atlas 5 della United Launch Alliance si sollevava dal complesso di lancio 41 della Cape Canaveral Air Force Station.
Dotate di quattro booster a propellente solido per una maggiore spinta, le 544 tonnellate di Atlas 5 sono decollate con oltre 900 tonnellate di spinta, puntando in direzione oriente nella sua corsa verso lo spazio.
Dopo poco meno di un minuto e 55 secondi di volo i quattro booster sono stati sganciati e il razzo ha continuato il suo cammino sotto la spinta del primo stadio con il suo motore RD-180 di costruzione russa.
Quattro minuti e mezzo dopo il decollo, il primo stadio veniva sganciato e si avviava il motore a idrogeno RL10 posto alla base dello stadio Centaur III portando il veicolo verso un’orbita di parcheggio di 164 x 323 km dopo 11 minuti e mezzo dal lancio.
La telemetria a questo punto era irregolare, ma non c’è stato tempo per divagazioni: dopo soli 20 minuti di volo libero il Centaur ha riacceso il motore per una spinta finale di otto minuti, catapultando l'astronave a una velocità di fuga dalla Terra di circa 36'200 km/h. Pochi istanti dopo, alle 10:46, il Mars Science Laboratory e il suo stadio di crociera interplanetaria a energia solare si è separato dal Centaur, completando la fase di lancio della missione in maniera eccelsa. Un comunicato ufficiale recita "La sonda è in comunicazione, termicamente stabile e correttamente alimentata".

Durante i quasi otto mesi e mezzo di rotta verso Marte, gli ingegneri del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, in California, metteranno alla prova gli strumenti del rover, regoleranno la traiettoria del veicolo e modificheranno il software di controllo che è vitale per il successo della missione. La prima manovra di correzione della traiettoria sarà tra circa due settimane.

Se tutto va bene, Curiosity raggiungerà il Pianeta Rosso il 6 agosto per un tuffo mozzafiato di sei minuti nell’atmosfera marziana verso il Gale Crater.
Utilizzando uno scudo termico avanzato, in grado di sopportare temperature di ingresso di quasi 2000 gradi Celsius, il computer di bordo del rover gestirà i piccoli motori di controllo dell’assetto, per ottimizzare attivamente la rotta sulla base delle effettive condizioni atmosferiche.
Quattro minuti e 15 secondi dopo l'ingresso, ad una velocità di poco meno di 1500 km/h e un'altezza di circa 10 km, si aprirà un enorme paracadute di frenata, rallentando il tuffo della sonda ad una velocità più gestibile di 290 km/h. A quel punto, ad una altitudine di circa 1500 m, il rover e il suo "sky crane" saranno in caduta libera pronti ad accendere i motori per passare al volo frenato.

Per i controllori di volo del JPL, questo sarà il momento della verità.
Con un peso troppo grande per utilizzare airbag come quelli che hanno ammortizzato NASA Pathfinder e i rover Spirit e Opportunity, Curiosity si baserà invece su razzi di atterraggio posizionati nella parte superiore e il rover da oltre 900 kg potrà essere depositato su qualsiasi tipo di terreno.
Utilizzando un radar altimetro ad alta precisione, sensori di assetto sofisticati e complessi computer resistenti alle radiazioni, Curiosity controllerà i suoi razzi per ottenere una velocità di discesa verticale costante di 2,7 km/h.
Poco prima del touchdown, il rover sarà abbassato dalla gru con un sistema di funi che lo poseranno delicatamente sulle sue sei ruote da 50 cm di larghezza. A quel punto, le funi saranno tagliate, lo sky crane volerà via precipitando lontano e per i controllori di volo inizieranno i test e l’avvio delle funzioni di Curiosity.

L'emozionante immagine di MSL che lascia lo stadio Centaur
per iniziare il suo viaggio di 570 milioni di chilometri
verso il Pianeta Rosso [NasaTV-HD].
Grazie allo sky crane e all’ingresso atmosferico controllato, i pianificatori della missione sono stati in grado di selezionare con attenzione il target più scientificamente interessante, il Gale Crater, da un lungo elenco di candidati.
A partire dal fondo del vasto cratere e poi lentamente risalendo il picco centrale attraverso canyon e gole visibili nelle fotografie orbitali, sarà in grado di leggere la storia dell'evoluzione ambientale di Marte.
Esattamente come se guardassimo le pareti del Grand Canyon terrestre, con le sue stratificazioni, così il rover sta per essere scagliato nel passato del Pianeta Rosso. La missione dovrebbe durare almeno due anni terrestri e forse più a lungo se il rover rimanesse in buona salute e senza gravi malfunzionamenti.

L'obiettivo primario della missione è quello di determinare se Marte, a un certo punto della sua storia, abbia mai avuto un ambiente abitabile, cioè con acqua, energia e composti di carbonio presenti contemporaneamente. La presenza dei primi due è ormai consolidata, grazie alle precedenti missioni che hanno mostrato che Marte una volta era un mondo molto più caldo e umido. Ma la ricerca di composti di carbonio è una sfida molto più impegnativa.

"La promessa di Mars Science Laboratory, assumendo che tutte le cose vadano in maniera nominale, è che si possa dare la prova che un tempo potessero essere presenti ambienti potenzialmente abitabili su Marte", ha detto John Grotzinger, uno scienziato del progetto MSL. "In sostanza stiamo cercando di trovare carbonio organico, questa è la speranza del Mars Science Laboratory. Si tratta di un’ardua impresa, ma stiamo andando lassù a provarci."

mercoledì 23 novembre 2011

Notiziario

Phobos-Grunt.
Finalmente una stazione di comunicazione dell’ESA posta in Australia (la tracking-station di Perth) è riuscita, ieri martedì 22 novembre alle 2025 UTC, a contattare la sonda. Non si sono ricevuti dati di telemetria, ma un semplice segnale radio dal veicolo. Verrà eseguito un altro tentativo entro oggi, sempre da Perth. Purtroppo le chance di avviare la missione verso Marte sono praticamente a zero, così dice Vitaly Davydov di Roscosmos, ben conscio che la finestra per l’inserimento nella traiettoria trans-marziana è ormai chiusa. Proposte di terze parti suggeriscono di deviare Phobos-Grunt verso un oggetto NEO o addirittura la Luna: piuttosto di lasciarla disintegrare nell’atmosfera terrestre, sarebbe comunque un modo di riciclarla. La prossima finestra per Marte è fra 26 mesi e non può attendere in orbite terrestre per così tanto tempo. Ma prima bisogna riprenderne il controllo…

Cina.
Successo completo per la missione ShenZhou 8 con il test di attracco e manovra intorno alla stazione spaziale TianGong-1. Questa capsula era senza equipaggio e quindi tutte le manovre sono state comandate da Terra o fatte in automatico. Entro la prima metà dell’anno prossimo toccherà alla ShenZhou 9 che porterà tre Taikonauti per il passo di abitare la stazione spaziale per qualche giorno.

ISS.
Lanciata il 14 novembre alle 0414 UTC da Baikonur la Soyuz TMA-22 ha raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale alle 0524 UTC del 16 novembre iniziando ufficialmente la Expedition 29.
Il 21 novembre la Soyuz TMA-02M ha lasciato la Stazione alle 2300 UTC circa ed è atterrata alle 0226 UTC del giorno dopo.

Curiosity.
Il generatore termoelettrico a radioisotopi di plutonio è stato inserito nel grande rover che raggiungerà Marte nell’agosto del prossimo anno. Questo generatore durerà almeno 14 anni, così dicono i tecnici NASA, e garantisce una fonte energetica sicura, costante e indipendente dalle condizioni atmosferiche. Intanto il lancio è stato posticipato di un giorno per dare modo ai tecnici di sostituire una batteria del sistema di sicurezza del vettore. Nuovo T-0 alle 1502 UTC di sabato 26 novembre.

NASA.
Problemi di budget mettono a rischio la data del 2016 per l’inizio dei voli per il Commercial Crew Transportation Program. Il taglio dei fondi potrebbe arrivare al 50%.

Messenger.
Estesa di un anno la missione della prima sonda entrata in orbita attorno a Mercurio. La missione primaria ha ora un termine previsto per il 17 marzo 2013.

KSC.
Al Kennedy Space Center è stata trasportata sul pad 39/B la torre di lancio costruita per il programma Constellation, che verrà riciclata per il nuovo SLS (Space Launch System).
La gigantesca torre alta quasi 119 metri è stata trasportata dallo storico crawler transporter, l’enorme cingolato che viaggia a circa 1,5 km/h. il costo della torre ad oggi è di 238 milioni di dollari, ma pare che ne servano almeno altri 100 per adattarla al nuovo vettore di lancio.

domenica 20 novembre 2011

Newsletter, nuovo numero

Ho inviato agli abbonati il nuovo numero della Newsletter (37/650), l'edizione italiana del Jonathan's Space Report contenente un sunto di tutti gli ultimi avvenimenti in ambito astronautico.

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martedì 15 novembre 2011

Rapporto mensile Lanci. Ottobre 2011


Riassunto dei lanci eseguiti in tutto il mondo durante il mese di ottobre 2011.

Qui trovate il file pdf con i dati e la serie di tutti i video dei vari lanci.

Come sempre i vostri commenti sono ben accetti.

mercoledì 9 novembre 2011

Problemi per Phobos-Grunt

La sonda russa è partita come da programma ieri sera da Baikonur in direzione Marte, ma dopo un decollo perfetto eseguito in orario (2016 UTC) e l’esaurimento dei due stadi del vettore Zenith nei successivi 11 minuti, Phobos-Grunt si trovava in orbita di parcheggio in attesa delle due accensioni dello stadio orbitale che l’avrebbero inserita nella traiettoria iperbolica di fuga dal campo gravitazionale terrestre.
Invece le due accensioni non sono avvenute, anzi, i contatti con la grande sonda (13 tonnellate di peso) erano interrotti, anche a causa della incompleta copertura planetaria delle stazioni di ricezione russe.

In base alle prime analisi pare che lo stadio orbitale non si sia acceso intenzionalmente dato che non c’era la certezza dell’assetto del veicolo: se la direzione impostata non rispetta la rotta prevista il motore non deve spingere nella direzione sbagliata quindi potrebbe essersi giustamente rifiutato di avviarsi. Pare inoltre che il problema risieda negli Star-Tracker, i piccoli telescopi che stabiliscono il puntamento della sonda e, leggendo la posizione delle stelle, danno il riferimento al resto degli strumenti. In base a questo articolo dell’agenzia russa Interfax, il difetto si può ricondurre ad un incompleto sviluppo del software di tracciamento stellare, cosa che lascerebbe spazio ad una possibile soluzione.

Fonti russe darebbero per certa una prima prova di accensione dei motori per questa sera, 9 novembre. In questo modo si scagionerebbe definitivamente il sistema propulsivo e se l'accensione venisse mantenuta si potrebbe anche tentare immediatamente la partenza verso Marte, soluzione frettolosa che rischierebbe di condannare Phobos-Grunt.
Inoltre informazioni della prima ora davano per certa la necessità di eseguire l’iniezione sulla traiettoria interplanetaria entro tre giorni, ma successivi comunicati di Roscosmos allungavano i tempi disponibili per la soluzione a due settimane. Il primo limite così restrittivo era causato dalla mancata apertura dei pannelli solari, ulteriore problema che limitava l’autonomia alle sole batterie della sonda. I pannelli sono stati correttamente estesi, quindi il problema software, dando per scontato che solo di programmazione si tratti, può essere tranquillamente risolto con la correzione della programmazione e il successivo invio a bordo della sonda. Resta il vincolo della necessità di un invio diretto quando la sonda attraversa il territorio russo, sempre per la scarsità di stazioni di comunicazione al di fuori di esso.
Se invece si trattasse di un problema hardware, purtroppo ci sarà ben poco da fare e la missione potrebbe essere condannata al fallimento con il conseguente rientro incontrollato del veicolo a Terra, si calcola nel giro di un mese. Certamente è un oggetto più pericoloso degli ultimi due rientri a cui abbiamo assistito, ma i propellenti, abbondanti su Phobos-Grunt, sarebbero i primi a bruciare in una malaugurata distruzione atmosferica.

Da parte loro anche i Cinesi mostrano apprensione, oltre che per l’importante missione russa, anche per il loro orbiter rinchiuso all’interno di Phobos-Grunt che starebbe usando la sonda come taxi per raggiungere il Pianeta Rosso.

Speriamo bene, perché questa missione è decisamente ambiziosa e con il ritorno di 200grammi di suolo di Phobos (da qui il nome; grunt in russo significa “suolo”) darebbe molte risposte sulle origini del Sistema Solare.

lunedì 7 novembre 2011

Notiziario

Voyager 2.
I Voyager si trovano ai limiti dell'influenza del vento solare,
una zona chiamata Heliosheath. [JPL]
I tecnici del Deep Space Network hanno inviato il comando di cambio propulsori. I Voyager sono dotati di sei coppie di motori per il controllo dell’orientamento, tre principali e tre di backup. Il comando inviato alla sonda riguardava il controllo del rollio, ultima coppia di motori principali ancora in funzione. Le altre due coppie, quelle del beccheggio e dell’imbardata, erano già stati scambiati tempo fa. Questa modifica permette di risparmiare 12W di potenza, spegnendo un set di riscaldatori, quelli per i motori che non verranno più usati. Dato che il generatore RTG produce solo più 270W, ogni Watt guadagnato è utile. Un dato ancora più fenomenale? La coppia di motori principale appena spenta ha eseguito perfettamente oltre 318'000 accensioni nei 34 anni di viaggio… Il controllo missione ha confermato che il propellente presente a bordo sarà ancora sufficiente per oltre una decade.

L’Italia a bordo della Shenzhou 8.
Fra i vari esperimenti scientifici a bordo della capsula pressurizzata cinese che ora è attraccata alla prima stazione spaziale del grande paese, è presente anche una rappresentanza italiana. La Kayser Italia ha mandato a bordo del veicolo spaziale il SIMBOX, un incubatore di 25kg con quasi 40 unità sperimentali biologiche. Il progetto è in collaborazione con l’agenzia spaziale tedesca DLR e con ASTRIUM. Attualmente gli esperimenti sono in funzionamento nominale e la telemetria è in costante monitoraggio. La Kayser è alla sua 51esima partecipazione ad una missione spaziale (l’ultima è stata la STS-134). Complimenti alla Kayser Italia e a tutte le piccole realtà che ci rappresentano nel migliore dei modi su tutto il pianeta. E anche oltre…

In breve.
  • Due donne sono fra i finalisti della selezione per l’equipaggio della prossima missione abitata cinese, la ShenZhou-9 che raggiungerà la TianGong-1.
  • Phobos-Grunt è pronta al lancio e MSL è stato montato in cima al suo vettore.
  • Attivato a bordo del satellite civile geostazionario SES-2 un nuovo tipo di sensore militare a basso costo e ad altissima sensibilità per il controllo di eventuali lanci missilistici su una superficie pari ad un quarto del nostro pianeta.

mercoledì 2 novembre 2011

Notiziario

Cina.
Completata la seconda parte del programma spaziale cinese per la costruzione e uso della propria stazione spaziale. La capsula Shenzhou 8 ha lasciato la base di lancio di Jiuquan alle 2158 UTC di lunedì scorso a bordo di un vettore Lunga Marcia 2F e, una volta raggiunta l’orbita, ha iniziato l’inseguimento del modulo Tiangong 1 per eseguire l’attracco e ingrandire così il “Palazzo Celeste”, che rappresenta il primo nucleo sperimentale per il complesso orbitante del grande paese orientale.
Oggi pomeriggio alle 1728 UTC la Shenzhou ha raggiunto e si è agganciata al Tiangong, completando così questa prima fase. Il prossimo passo sarà rappresentato da un distacco, fra una dozzina di giorni, seguito da un nuovo attracco. Dopo un altro paio di giorni la Shenzhou 8 lascerà il Tiangong 1 e rientrerà a Terra, presumibilmente intorno al 18 novembre. Successivamente si passerà all’attracco di una capsula con tre astronauti, la Shenzhou 9, ma se ne parla per l’inizio del prossimo anno.
La Cina prosegue inesorabile nella sua scalata astronautica.

Delta II.
Lanciato il 28 ottobre quello che ad oggi è l’ultimo esemplare di Delta II della United Launch Alliance. Uno dei cavalli di battaglia dei lanciatori americani pare giunto alla pensione, non avendo altri lanci venduti. Il decollo è avvenuto dalla base californiana di Vandenberg alle 0948 UTC ed ha trasportato in orbita il satellite NPP, osservatorio climatico. Ha rappresentato il 151esimo lancio in 22 anni con un’affidabilità record del 98,7%.
Il direttore di lancio NASA non ha voluto definirlo “l’ultimo Delta”, anche per un occhio di riguardo nei confronti della ULA, dove si augurano di trovare presto nuovi clienti.

MSL – Curiosity.
Il momento del lancio si avvicina per grande rover la cui missione vale ben 2,5 miliardi di dollari. Domani giovedì 3 novembre verrà trasportato al pad di lancio numero 41 della base di Cape Canaveral, per eseguire l’integrazione nella stiva di carico del vettore Atlas 5.
Il lancio resta previsto per le 1525 UTC del 25 novembre.

Mars Express.
La sonda ESA che sta esplorando Marte dall’orbita ha avuto una serie di anomalie software che hanno costretto il controllo missione a interrompere le operazioni per cercare di capire a fondo il problema. L’orbiter è entrato in safe mode almeno quattro volte dall’agosto scorso, obbligando il 16 ottobre i tecnici a bloccare le operazioni in attesa di trovare la fonte dei guai. Pare che il problema risieda nelle comunicazioni delle memorie fra due sottosistemi. Le analisi sono in corso e nel frattempo Mars Express si riposa un po’. Il motivo principale per l’interruzione delle operazioni è il risparmio del propellente, dato che ogni Safe Mode consuma, con le operazioni di puntamento associate, l’equivalente di propellente sufficiente a sei mesi di funzionamento nominale: quindi finora questi quattro safe sono costati potenzialmente ben due anni di operazioni standard. Beninteso, alla sonda rimane ancora propellente sufficiente per oltre dieci anni, ma evitare di sprecarlo è molto importante!

OPF alla Boeing.
La Boeing ha ottenuto l’uso di una delle quattro baie dell’Orbiter Processing Facility, l’enorme Hangar dove venivano revisionati gli Space Shuttle. Per la precisione ha ottenuto la numero 3 e la utilizzerà per allestire la sua capsula, CST-100, che si stima possa iniziare i voli nel 2015. Questa mossa dovrebbe portare una boccata d’ossigeno occupazionale sulla Space Coast americana, attivando circa 450 assunzioni.

Phobos-Grunt.
Pronta a partire la sonda russa che dovrà raggiungere la più grande delle due lune di Marte. Il lancio è previsto alle 2016 UTC dell’8 novembre a bordo di un vettore Zenith 3F. Partirà dal cosmodromo di Baikonur e trasporterà anche una sonda cinese, da lasciare in orbita marziana. Lo scopo primario di Phobos-Grunt è il prelievo e ritorno a Terra di un campione di terreno di Phobos.

Mars 500.
Ci siamo, la missione sul pianeta rosso della durata di 520 giorni terrestri sta per finire e venerdì prossimo, 4 novembre, “rientreranno” a Terra riaprendo quella porta che è stata chiusa il 5 giugno 2010.
Ricordo che a bordo di questa missione simulata, la prima di questo genere e durata, c’è anche l’italiano Diego Urbina (in piedi a destra in foto) con il quale abbiamo potuto mantenere i contatti sia su Twitter che negli appuntamenti settimanali con Astronauticast, il podcast a tema astronautico del gruppo ISAA-Forumastronautico a cui partecipo.

Lancio Progress

Ristabilita la routine nei lanci Soyuz. La Progress M-13M ha oggi eseguito l’attracco al modulo Pirs della Stazione Spaziale Internazionale alle 1141:36 UTC, dopo aver effettuato un lancio da manuale due giorni fa, alle 1011 UTC di domenica 30 ottobre, partendo dal solito poligono Kazako di Baikonur e per la precisione dalla storica rampa “Gagarin Start”.

All’interno della Progress P45 sono presenti oltre 2,6 tonnellate di rifornimenti, suddivisi in:

Propellenti per rifornimento alla ISS     578 kg
* Ossigeno                                 50 kg
Acqua nei serbatoi di sistema  420 kg
Propellente per reboost 250 kg

sezione cargo pressurizzata (massa totale 1350 kg)
equipaggiamenti per i sistemi:
* SOGS controllo composizione miscela gas  15 kg
* SVO controllo rifornimento acqua         50 kg
* SOTR controllo scambiatori di calore      9 kg
* SUBA altri controlli                      9 kg
* SEP furniture elettriche                  1 kg
STOR attrezzi di manutenzione e riparazione 7 kg
Attrezzature igienico-sanitarie           125 kg
SIZ sistemi di protezione individale       17 kg
illuminazione                               7 kg
razioni alimentari, cibi freschi          316 kg
equipaggiamenti medici,
biancheria e igiene personale             143 kg
FGB equipaggiamenti per Zarya              11 kg
Equipaggiamenti MRM-1 Rassvet               4 kg
Equipaggiamenti scientifici                51 kg
Documentazione di bordo                    24 kg
Spedizione speciale per un membro
dell’equipaggio russo                     138 kg
razioni alimentari, equipaggiamenti medici,
biancheria e igiene personale americani   423 kg

massa totale cargo 2648 kg.

Quindi tutto bene, l'affidabilità del lanciatore Soyuz è stata confermata e perciò i voli abitati verso la ISS possono riprendere secondo le previsioni.
Possiamo tirare un sospiro di sollievo.

mercoledì 26 ottobre 2011

Newsletter, nuovo numero

Ho inviato agli abbonati il nuovo numero della Newsletter (36/649), l'edizione italiana del Jonathan's Space Report contenente un sunto di tutti gli ultimi avvenimenti in ambito astronautico.

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mercoledì 19 ottobre 2011

Soyuz a Kourou, è tutto pronto

Una prova generale completa per il primo volo Arianespace di un vettore Soyuz dalla Guyana Francese è stata eseguita oggi, convalidando la missione dal conto alla rovescia alla separazione del carico nello spazio, in preparazione della storica partenza del lanciatore russo che avverrà il 20 ottobre con due satelliti Galileo.

La prova generale di oggi ha fornito una delle verifiche finali per questo volo che rappresenta una pietra miliare e offre una rappresentazione realistica della missione, compreso il volo seguito dalle stazioni di Terra per il tracciamento dei tre stadi Soyuz e del suo stadio orbitale Fregat. Questo primo lancio è designato VS01 nella classica numerazione dei lanci di Arianespace

È stata anche eseguita una simulazione dei due flussi di telemetria distinti, quello del vettore Soyuz, che viene elaborato dal suo produttore russo, il Samara Space Center-TsSKB Progress e quello dello stadio Fregat, inviato al centro di monitoraggio del volo del produttore NPO Lavochkin nella regione di Mosca, dove il personale Arianespace è presente al momento della lettura dei dati.

Jean-Claude Garreau, Launch Site Manager Operations di Arianespace per la missione VS01, ha detto che è tutto pronto per il decollo della Soyuz.
Dopo il lancio, il viaggio sul vettore durerà 3 ore e 49min, dopodichè i suoi due satelliti Galileo IOV (In-Orbit Validation) saranno inseriti su un’orbita circolare a 23’200 km, inclinata 54,7 gradi.

Il decollo della Soyuz è previsto alle 07:34:28 locali (1034:28 UTC) del 20 ottobre - un momento preciso che permette ai satelliti di venire iniettati nel loro esatto piano orbitale. Questa coppia di satelliti IOV, insieme ad altri due che saranno messi in orbita dalla Soyuz nel 2012, costituiranno il nucleo operativo della costellazione Galileo per l’ausilio alla navigazione, sistema che sarà composto da 30 satelliti.

La rete Galileo è progettata per fornire alta precisione di posizionamento globale ed è stata sviluppata in collaborazione con l'Agenzia Spaziale Europea e l'Unione Europea, oltre che essere stato concepito per l’interoperabilità con il posizionamento globale degli Stati Uniti (GPS) e col sistema GLONASS della Russia.
Entrambi i satelliti IOV lanciati in questo primo volo della Soyuz sono stati costruiti da un consorzio guidato da EADS Astrium in collaborazione con Thales Alenia Space e pesano circa 700 kg ciascuno.

Aggiornamento.
Un problema durante il caricamento dei propellenti del terzo stadio ha costretto il controllo lancio a rinviare il decollo.






Aggiornamento.
Lancio riuscito alla perfezione il 21 ottobre alle 1030 UTC.
Meno di quattro ore dopo, il vettore rilasciava i due satelliti Galileo nella loro orbita circolare a 23'200 km di quota.

sabato 15 ottobre 2011

Notiziario

Satellite in rientro.
Dopo il disastro mediatico provocato dal rientro del satellite UARS che, secondo la stampa generalista, sembrava avrebbe dovuto radere al suolo l’Italia settentrionale, prepariamoci per un nuovo bombardamento dallo spazio, ma soprattutto dai notiziari. È in arrivo il satellite tedesco ROSAT, un telescopio spaziale in banda X, che, benché molto più piccolo di UARS, lascerà una massa residua al rientro atmosferico di oltre il triplo rispetto al precedente.
In base alle simulazioni eseguite, effettuate sulla struttura del veicolo, si calcola che circa 1700 kg di detriti raggiungeranno la superficie, ma, come per il precedente rientro, la probabilità di provocare danni è decisamente bassa. Le proiezioni danno per probabile un rientro fra il 20 e il 25 ottobre.

Soyuz.
Giunto dalla NASA il GO per la ripresa dei lanci Soyuz con astronauti a bordo. Una commissione d’inchiesta dell’ente spaziale americano ha analizzato l’incidente che il 24 agosto ha colpito il vettore russo e, dopo aver concordato con le conclusioni dei colleghi russi, ha dato via libera alla ripresa delle operazioni congiunte di volo umano verso l’orbita. Dato che la Soyuz è l’unico mezzo abitato che può raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale, è quello che deve trasportare anche gli astronauti americani e si è quindi resa necessaria l’approvazione da parte della NASA.

MSL – Curiosity.
Dopo la chiusura nel guscio che lo trasporterà sul pianeta rosso, lo proteggerà durante l’ingresso atmosferico e lo depositerà delicatamente sulla superficie, il rover Curiosity vede ora i test di caricamento dei propellenti nel vettore Atlas 5 che lo spingerà lontano dal nostro pianeta. Sono state effettuate anche delle simulazioni del lancio che è previsto avvenga alle 1521 UTC del 25 novembre.

Meteo e clima.
Mentre è stato lanciato il Megha-Tropiques, un satellite franco-indiano che si occuperà di tracciare i cicloni tropicali, le tempeste e le perturbazioni monsoniche, un delta 2 è in preparazione per essere lanciato dalla base di Vandenberg con il satellite NPP, per l’osservazione climatica su orbita polare. Il primo è partito il 12 ottobre dal Satish Dhawan Space Center mentre il secondo è in partenza il 27 ottobre.

Shuttle Endeavour.
Con una cerimonia svolta alla presenza di astronauti (fra cui Mark Kelly e Mike Fincke) e celebrità del campo astronautico e non, è stato ufficializzato il passaggio di proprietà della navetta Endeavour, dalla NASA al California Science Center di Los Angeles che lo esporrà al pubblico. La consegna dell’orbiter è prevista per la seconda parte del 2012.

AEHF 1.
Dopo oltre 14 mesi di lavoro e oltre 450 manovre, Advanced Extremely High Frequency (AEHF) il primo satellite per telecomunicazioni militari sicure degli Stati Uniti, sta raggiungendo la sua orbita di lavoro. Abbandonato come previsto sulla traiettoria di trasferimento dallo stadio orbitale dell’Atlas 5 su cui è stato lanciato, si è trovato bloccato lì a causa di un guasto ai suoi motori di apogeo. Il satellite è stato recuperato grazie alla perseveranza dei tecnici del centro di controllo che utilizzando i motori di manovra ad effetto Hall sono quasi riusciti nell’impresa di correggere l’orbita del satellite portandolo nella posizione prevista. Questo titanico lavoro sarà completato per la fine del mese consentendo la messa in opera ufficiale del veicolo che sarà completamente operativo dal prossimo febbraio.

mercoledì 12 ottobre 2011

Newsletter, nuovo numero

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domenica 9 ottobre 2011

Rapporto lanci settembre 2011.

Cercando di concentrare l'informazione in ambito astronautico ho pensato di creare un file pdf con l'elenco dei lanci eseguiti nel mese di settembre 2011.
La mia intenzione è quella di rendere questo file un appuntamento mensile che comparirà nel blog assegnato ai lanci.
Qui trovate il link.

Come sempre i vostri commenti sono ben accetti.

Notiziario

Kourou.
Demolito il complesso di lancio ELA-2 (Ensemble de Lancement Ariane 2) che non è più stato utilizzato dal 2003. Entrato in servizio nel 1986, è stato utilizzato per 119 lanci di vettori Ariane 2, Ariane 3 e tutti gli Ariane 4, lasciando il posto ad un nuovo complesso, in modo da completare le possibilità di lancio del Guiana Space Center con i tre vettori di cui si prevede l’uso: Ariane, Vega e Soyuz. La torre di servizio alta 26 piani è stata demolita con delle cariche di esplosivo e con molta attenzione, dato che non si doveva intralciare i lavori sulla rampa ELA-3, attualmente usata per i lanci Ariane, che dista poco più di un chilometro. I rottami saranno ora raccolti e spediti in Europa per essere riciclati. Entro fine anno verrà smontata anche la torre ombelicale, in modo da lasciare la piattaforma in cemento libera per i prossimi usi.

Roscosmos.
Decisa l’interruzione dello sviluppo del nuovo vettore a propellenti liquidi chiamato Rus-M. Vladimir Popovkin, capo dell’agenzia spaziale russa, ha dichiarato alla DUMA, il parlamento russo, che “Siamo giunti alla conclusione che non abbiamo bisogno di un nuovo missile, ma possiamo tranquillamente continuare con quelli che abbiamo a disposizione”. Era previsto che Rus-M iniziasse il servizio operativo intorno al 2015, ma evidentemente gli oltre 1700 lanci dei vettori Soyuz e relativi derivati rappresentano una formidabile esperienza che non vuole essere abbandonata, anche alla luce dei recenti avvenimenti con il fallimento di agosto provocato da un errore di lavorazione e non da un problema dei componenti del razzo. E così “squadra vincente non si cambia”, altra conferma di una tendenza conservativa in cui si stanno trincerando le più grandi agenzie spaziali mondiali.

Soyuz.
Domenica 2 ottobre è stato lanciato dal cosmodromo di Plesetsk un vettore Soyuz che ha portato in orbita un satellite Glonass M del sistema di navigazione russo. In circa tre ore e mezza, con un decollo avvenuto alle 2015 UTC, il vettore con il suo upper stage Fregat ha depositato il suo carico nell’orbita prevista, a 19'200 km di quota. Questo successo conferma che i razzi Soyuz sono in ottime condizioni di salute e confermano altresì che il problema di agosto è stato un evento occasionale che non inficia l’affidabilità globale del vettore.

SpaceX.
L’azienda di Elon Musk ha presentato un’ipotesi di riutilizzabilità totale per i suoi veicoli spaziali. La presentazione descrive un sistema che permetterebbe a tutti gli stadi che compongono i razzi SpaceX di rientrare in modo sicuro e atterrare in modo controllato grazie a retrorazzi e zampe telescopiche. Benché spettacolare come soluzione, i dubbi sulla effettiva realizzabilità sono molti, a cominciare dai propellenti necessari per un rientro controllato da alte quote, che graverebbero non poco sul rendimento dei veicoli e sul carico utile. Resta il fatto che il settore privato pare attualmente l'unico in grado di dare un forte slancio nella ricerca spaziale. Vedremo, se son rose, fioriranno…

ESA.
Approvate due nuove missioni scientifiche per l’Agenzia Spaziale Europea.
In programma per il lancio nel 2017 e nel 2019 e con un costo stimato compreso fra i 670 e gli 800 milioni di dollari, si chiameranno Solar Orbiter e Euclid. La prima, come fa pensare il suo nome, sarà esattamente un osservatore della nostra stella e eseguirà tutta una serie di studi da una posizione estremamente affascinante, avvicinandosi fino a circa 41 milioni di chilometri ad essa. Dotata di potenti scudi termici dovrà studiare la corona e il vento solare dalla sua posizione privilegiata, permettendo studi molto approfonditi delle particelle provenienti dal Sole poco dopo la loro emissione. Partirà a gennaio 2017 da Cape Canaveral a bordo di un Atlas 5.
Euclid raggiungerà i punto lagrangiano L2 del sistema Terra-Sole e studierà, con il suo telescopio di 120 cm di diametro, la natura della materia e dell’energia oscura misurando l’espansione dell’universo.
Si pensa che l’universo sia composto per i tre quarti di energia oscura, che causa una accelerazione nella sua espansione, mentre un ulteriore 20% sia composto da materia oscura che si comporterebbe come la materia “normale”, ma non assorbirebbe né emetterebbe luce. Partirà nel 2019 dalla Guiana Francese a bordo di un vettore Soyuz.
Una terza missione, Plato, è stata esclusa per mancanza di fondi. Avrebbe dovuto studiare e classificare i sistemi planetari extrasolari raccogliendo più informazioni possibili sulla zona abitabile, quella cioè dove le condizioni di temperatura potrebbero essere compatibili con lo sviluppo della vita.

giovedì 29 settembre 2011

Lanciato il “Palazzo Celeste”

Segnando un importante traguardo per il programma spaziale della Cina, una versione modificata e potenziata del vettore Lunga Marcia 2 ha portato nello spazio il primo modulo senza equipaggio della stazione chiamata "Palazzo Celeste". È giunto in orbita per fungere da obiettivo per i test di rendezvous automatico e attracco, con lo scopo di collaudare i relativi sistemi necessari, prima della costruzione di una stazione spaziale di classe Mir, cosa che avverrà più avanti nel decennio.
Il lancio.
Il razzo Lunga Marcia 2F T1, dotato di quattro booster a propellente liquido, è decollato dal Centro di Lancio Satellitare Jiuquan, nel nord della Cina centrale, alle 1316 UTC (21:16 ora locale), salendo maestosamente nel limpido cielo notturno. Il lancio è stato seguito in diretta dalla televisione cinese.

Non ci sono stati problemi, né per il vettore, né per la Tiangong 1 e le telecamere sul razzo hanno mostrato il modulo spaziale che si separava, come previsto, dopo aver raggiunto la sua orbita preliminare. "Il lancio di Tiangong 1 è stato completato con successo", ha detto il Gen. Chang Wanquan , comandante in capo del progetto spaziale cinese con equipaggio, al presidente cinese Hu Jintao e agli alti funzionari del governo riuniti presso il Comando Aerospaziale e Centro di Controllo di Pechino. Dopo un giro di applausi, Hu si è personalmente congratulato con i tecnici di controllo della missione. Il lancio del Tiangong 1 è stato l'ultimo passo di una lenta, ma costante evoluzione del programma spaziale finalizzato a costruire una stazione spaziale cinese in orbita bassa che peserà circa 60 tonnellate. "Il primo passo è stato la dimostrazione delle capacità di volo spaziale umano", ha detto Joan Johnson-Freese, un analista di politica spaziale e un esperto del programma spaziale cinese presso il Collegio US Naval War. La fase due era fondamentalmente lo sviluppo delle capacità di rendezvous e attracco e il passo tre è la costruzione di una stazione spaziale di grandi dimensioni. Tiangong fa quindi parte della fase due, serve per dimostrare la capacità di docking e rendez-vous. "Se vogliamo paragonare in termini analoghi al programma spaziale degli Stati Uniti, (Mercury, Gemini e Apollo), loro sono circa al Gemini. Stanno facendo un sacco di test tecnologici".
Alimentata ad energia solare, Tiangong 1 misura 10,5 metri di lunghezza, 3,3 metri di larghezza e pesa 8,5 tonnellate, con un volume pressurizzato di 15 metri cubi, in grado di alloggiare tre astronauti. Dispone di un modulo sperimentale pressurizzato in cui gli equipaggi in visita possono vivere e lavorare e un "modulo risorse" che contiene la gestione dell’energia elettrica, la propulsione e i sistemi di supporto vitale.
Per puro confronto, la Stazione Spaziale Internazionale è gestita da Stati Uniti, Russia, Europa, Canada e Giappone, ha le dimensioni di un campo da calcio, pesa oltre 450 tonnellate e ha un volume pressurizzato paragonabile ad un Boeing 747. È stata gestita con equipaggi in rotazione fino a sei elementi per più di 11 anni. Ma il progetto Tiangong, che dovrebbe funzionare per circa due anni, è un importante passo avanti per i cinesi e un chiaro segno delle ambizioni spaziali del grande paese.

I controllori di volo hanno in programma di portare il Tiangong 1 in un’orbita quasi circolare a 340 km di quota. Se tutto va bene, una capsula non abitata, Shenzhou 8, sarà lanciata a metà novembre in una missione di rendezvous automatico e attracco con l'avamposto. L'aggancio è previsto per due giorni dopo il lancio e la Shenzhou trascorrerà 12 giorni ormeggiata a Tiangong 1 prima di partire e tornare sulla Terra. Se questo volo andrà bene, i cinesi potranno portare avanti il programma con il lancio, l'anno prossimo, di una missione abitata, utilizzando la navicella spaziale Shenzhou 9. Se si verificassero problemi con la missione iniziale, potrebbe essere lanciato un secondo volo senza equipaggio prima di mettere delle persone a bordo del veicolo Shenzhou 10.

Rappresentazione di Tiangong 1 e Shenzhou 8.
Tiangong e il test di volo Shenzhou sono di grande importanza per il popolo cinese ed è, ovviamente, un importante passo avanti per il programma aerospaziale di Pechino. Dopo una serie di voli di prova senza equipaggio, nel mese di ottobre 2003 la Cina è diventata la terza nazione, dopo gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica/Russia, a lanciare un veicolo spaziale con equipaggio. Yang Liwei è stato il primo “taikonauta” decollando a bordo della navicella Shenzhou 5. Nell'ottobre 2005 è stata lanciata con successo Shenzhou 6 con due membri d'equipaggio e poi Shenzhou 7, portando a tre gli uomini d'equipaggio, ha volato nel settembre 2008 eseguendo anche la prima attività extraveicolare. Ormai i cinesi sono impegnati a costruire questa grande stazione spaziale in modo totalmente indipendente entro il 2020 e stanno affrontando in modo molto serio il loro programma spaziale.

I cinesi in realtà non hanno annunciato obiettivi a lungo termine se non la costruzione di questa una stazione spaziale, ma eventuali missioni umane lunari restano una possibilità. Spesso si parla di collaborazione internazionale, ma pare che molte persone nella comunità aerospaziale cinese credano che per la Cina sia meglio non collaborare perché lavorare per conto proprio permette loro di procedere più sistematicamente, passo dopo passo.