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martedì 29 novembre 2011

Notiziario

Fine della missione Akari.
Il Giappone ha annunciato che la settimana scorsa il suo telescopio spaziale a infrarossi Akari (“luce” in giapponese) è stato spento dopo cinque anni di scansione del cielo alla ricerca di nubi di polvere che formano stelle, delle galassie nell'universo antico e degli asteroidi all’interno del Sistema Solare. Un guasto al sistema di alimentazione elettrica ha costretto la JAXA a decretare questa fine a causa dell’impossibilità di trovare una soluzione. Ha comunque superato le aspettative che miravano ad una missione di 18 mesi.
Well done, Akari!

Roscosmos.
Lanciato grazie ad un vettore Soyuz il quinto satellite Glonass in meno di due mesi. In tre lanci (due Soyuz con un singolo satellite e un Proton, più potente, con tre satelliti) è stata creata la riserva di veicoli, per fare in modo che il sistema di navigazione russo sia in grado di sopportare anche alcuni guasti. Dei trenta satelliti operativi, solo 24 sono necessari ed effettivamente attivi, gli altri restano di scorta. D’ora in poi eventuali lanci Glonass saranno destinati alla sostituzione dei componenti più vecchi, permettendo allo stesso tempo un ammodernamento dei satelliti a nuovi modelli.

Ancora Russia.
Mentre i tentativi di comunicare con la sonda Phobos-Grunt, bloccata in orbita terrestre da diversi giorni, continuano con l’assistenza di ESA, il presidente russo Medvedev è deciso a prendere drastici provvedimenti contro coloro che, a suo dire, stanno provocando la serie di fallimenti nelle missioni del suo paese. Se da una parte sembra un atteggiamento più politico che scientifico, dall’altra ha anche evidenziato come la Russia non si sia comportata in modo trasparente con la stampa internazionale, non rivelando i dettagli della missione quando sono iniziati i problemi. Si parla di tagli ai finanziamenti per coloro che non sono più entro livelli accettabili di affidabilità, fino ad arrivare alla denuncia penale per i casi di chiara responsabilità nei fatti. Probabilmente quello del presidente non sarà un approccio ingegneristico ai fallimenti, ma quattro in un anno sono decisamente tanti.

NASA-ESA.
Pare che dopo MSL e MAVEN, un orbiter marziano che dovrebbe partire a fine 2013, stiano finendo i fondi per ulteriori missioni verso il Pianeta Rosso. Le due missioni successive dovrebbero essere un orbiter per il 2016 e due rover per il 2018.
Rappresentazione di MAX-C e di ExoMars [ESA].
Purtroppo i due rover (MAX-C americano e ExoMars europeo) dovranno già essere integrati in un solo veicolo, ma i continui aumenti nel budget necessario rischiano di assorbire anche l’orbiter del 2016. C’è anche chi dice che alla fine non partirà neanche ExoMars, proprio a causa dei problemi finanziari che colpiscono entrambi i lati dell’Atlantico. Speriamo bene.

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