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giovedì 21 agosto 2008

Phoenix - Sol 83 e 84.

I lavori di scavo stanno proseguendo attorno alla sonda.
I nuovi scavi aperti recentemente comprendono "Burn Alive 3" nella zona "Wonderland" situata all’estremità orientale del settore raggiungibile dal braccio robotico. Tutti i nomi delle varie zone sono scelti informalmente dai ricercatori per semplificare le discussioni.
Il team sta attualmente scavando un lato di Burn Alive 3 fino allo strato ghiacciato e prevede di lasciare circa un centimetro di terreno al disopra del ghiaccio dal lato opposto. Questa profondità intermedia posta ad un paio di centimetri al disotto della superficie originaria, fornisce al team scientifico il profilo verticale desiderato per un campione soprannominato "Burning Coals" che sarà il prossimo materiale inserito nel TEGA (Thermal and Evolved Gas Analyzer).
La superficie della pianura artica dove Phoenix è atterrato è fatta a forma di poligoni in modo simile al terreno delle aree che sulla Terra sono caratterizzate dal permafrost, dove il suolo periodicamente si gonfia e si restringe ciclicamente. Alcuni degli scavi effettuati hanno fortunatamente potuto raggiungere sia il centro dei poligoni che le giunzioni fra gli stessi e questo grazie alla posizione raggiunta dal lander durante la discesa. Ad esempio lo scavo "Stone Soup" è stato scavato nella depressione nell’area "Cupboard" vicino al limite occidentale della zona raggiungibile dal braccio. I ricercatori prevedono di scavare il più possibile in questa zona, proprio per studiare le proprietà del suolo nella depressione fra poligoni.
Un campione dell’area Cupboard potrebbe essere inserito nel Wet Chemistry Lab, che fa parte del MECA (Microscopy, Electrochemistry and Conductivity Analyzer). La zona da cui si prelevano i campioni da analizzare dipende dai risultati degli scavi che si stanno eseguendo in "Upper Cupboard" e da quelli della sonda di conduttività (Thermal and Electrical Conductivity Probe) inserita nel terreno ghiacciato per verificare la presenza di sali.
Inoltre il braccio robotico potrebbe acquisire un campione ricco di ghiaccio, proprio da "Upper Cupboard" e osservarne le modificazioni all’interno della benna di scavo, con lo scopo di seguirne la sublimazione. L’eventuale fusione potrebbe essere indice della presenza di sali e lo scioglimento del campione con deposito di sale significherebbe che "Upper Cupboard" è il punto giusto per raccogliere il campione per il MECA Wet Chemistry Lab.
“Ci aspettiamo di utilizzare pesantemente il braccio robotico nelle prossime settimane, sia per inserire campioni negli strumenti di bordo che per esaminare il fondo e le pareti dei vari scavi allo scopo di cercare evidenze di variazioni sia orizzontali che verticali nelle varie strutture”, ha detto Ray Arvidson della Washington University di St. Louis.
Il team scientifico di Phoenix è passato dal “tempo marziano” al “tempo terrestre”, cioè è tornato a vivere seguendo la loro ora locale e non quella di Marte. L’attività giornaliera viene preparata ed inviata in modo che ogni invio prepara la giornata successiva. Lavoro e raccolta dati sono quindi a giorni alterni per poter utilizzare i dati ricevuti per nuove operazioni.
Il prossimo esperimento sarà di raccolta del ghiaccio raschiato dallo scavo "Snow White" per verificarne il comportamento all’interno della pala di scavo esposta al Sole.
Il meteo del Sol 81: temperatura massima -32°C, minima -82°C, pressione 7,73 mBar e cielo sereno e ottima visibilità.

L’immagine allegata visualizza un mosaico di foto che rappresenta il panorama nord di Phoenix con tutta la zona raggiungibile dal braccio robotico.
Da ovest (sinistra) a est (destra) nell’ordine si vedono i vari scavi eseguiti che sono: “Dodo-Goldilocks” i primi che hanno permesso di riconoscere il ghiaccio d’acqua, “Stone Soup”, “Cupboard” diviso in superiore e inferiore, “Neverland” in centro, “Runaway” dove si era incagliata la benna circa un mese fa, “Rosy red” 2, 3 e “Burn Alive” molto più piccoli, “Burn Alive 3” attualmente in scavo ed infine “Snow White” all’estrema destra, il più grande e da cui sono state raccolte anche le raschiature di ghiaccio analizzate.

Foto NASA/JPL.

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