Time machine.

International Space Station Europa Centrale Kennedy Space Center - Florida Baikonur - Kazakhstan Kourou - French Guyana

domenica 31 gennaio 2010

Continuano i lavori per il Constellation.

È stata completata la struttura della prima torre di servizio per il vettore Ares I.
La Ares 1 Mobile Launch Tower si staglia oggi sul panorama del Kennedy Space Center con i suoi 117 metri di altezza, ma con l'aria che tira c'è la possibilità che non venga mai utilizzata.
Il costo della costruzione della struttura è stato calcolato in 264 milioni di dollari, oltre ai 500 impiegati per il progetto. L'azienda costruttrice, la Hensel Phelps di Orlando, ha scorporato i due valori, nel caso che la NASA ordinasse un altro esemplare. L'entrata in servizio della torre è prevista per il 2014 e nel frattempo verranno installate tutte le impiantistiche per le connessioni ombelicali verso il vettore. Condotti elettrici, idraulici, per i propellenti, insieme a tutta la parte di supporto meccanico per permettere anche l'accesso al razzo quando si trova in rampa.
Consideriamo che, benché sia stata progettata specificatamente per Ares I, la torre potrà essere convertita per qualsiasi altro vettore pesante, anche se non è stato fatto alcun calcolo del costo corrispondente.

Per quest'estate è previsto lo smantellamento della vecchia torre di servizio per gli Shuttle sulla rampa 39/B.

In foto la torre dopo il posizionamento del decimo ed ultimo elemento costruttivo.
Fonte: NASA.

Presto le novità per il futuro NASA.

Siamo alla stretta finale per le decisioni statunitensi riguardanti l'accesso allo spazio. Domani primo febbraio alle 21 italiane potremo assistere in diretta su NasaTV alla conferenza di Charles Bolden che ci illustrerà tutte le intenzioni per gli anni a venire. Finalmente dopo mesi e mesi di indiscrezioni (in queste ore stiamo assistendo ad un delirio di speculazioni in cui si dice tutto e il contrario di tutto), sapremo finalmente cos'hanno deciso gli USA e la NASA per i prossimi 15-20 anni.
Una anticipazione ci sarà alle 18:30 italiane con la pubblicazione del Budget NASA, che potrà già fare capire molte cose. Lo troveremo a questo indirizzo.
Sicuramente non saranno decisioni che potranno essere modificate facilmente e a breve scadenza.

sabato 30 gennaio 2010

Novità per l'ASI.

L'Agenzia Spaziale Italiana ha creato una rivista trimestrale.
Riporto dal sito ASI.
Nasce SPACEMAG, una nuova rivista trimestrale di approfondimento e dibattito sul settore spaziale. SPACEMAG è una rivista completamente dedicata all’esplorazione spaziale in tutte le sue accezioni: dalla ricerca, all’industria, dalla programmazione politica alle scelte strategiche, dalle missioni umane all’esplorazione dello spazio profondo, dalle applicazioni alla vita quotidiana dei cittadini.

La rivista, in doppia lingua italiano e inglese, è per il momento distribuita solo per via postale, ma sarà in futuro affiancata da un sito, per poi essere distribuita nelle scuole e in libreria. SPACEMAG è realizzato in stretta collaborazione con ASI, con un comitato scientifico di alto profilo presieduto da Mariano Bizzarri. Ad aprire il primo numero, un'editoriale del Presidente dell'ASI, Enrico Saggese.


La pagina da cui scaricare il primo numero in formato pdf è questa.

Complimenti per l'iniziativa!

venerdì 29 gennaio 2010

Un'immagine dalla sonda Cassini.

Bella foto ripresa dalla sonda Cassini durante il suo flyby di Prometheus, una delle lune interne di Saturno. L'immagine è stata scattata in luce visibile da 36'000km di distanza e mostra la superficie butterata del piccolo satellite che misura, nel suo punto più largo, soli 86 km. Venne scoperta dalla sonda Voyager 1 durante il suo passaggio attraverso il sistema saturniano nel 1980.
La fotografia di questo curioso "ovetto" è stata ripresa il 27 gennaio scorso.

giovedì 28 gennaio 2010

Marte è vicino!

Oggi il pianeta Marte si trova alla minima distanza da noi, soli 99,3 milioni di chilometri. Fino a marzo del 2014 non sarà più così vicino e osservabile.
Non è alla distanza minima in assoluto, anzi, dato che Marte si trova quasi all'afelio della sua orbita si tratta di una delle opposizioni più sfavorevoli, ma comunque sono situazioni che si verificano solo ogni due anni. Grazie a questa vicinanza, la magnitudine del pianeta rosso arriverà a -1,28, lontano dal massimo ottenuto qualche anno fa, quando nell'opposizione perielica del 27 agosto 2003 era a 55,8 milioni di chilometri e brillava a -2,9.

Una curiosità di quest'opposizione sarà la possibilità di osservare la calotta polare nord durante questo periodo in cui, con l'arrivo della primavera, i ghiacci si stanno ritirando.

Naso all'insù quindi e grazie all'opposizione (cioè Marte si trova dalla parte opposta del firmamento rispetto al Sole) si ha tutta la notte a disposizione per le osservazioni. Marte è quella "stella" rossiccia che sale ad est poco dopo il tramonto.

Lancio militare russo.

È partito in perfetto orario dal Launch Pad numero 81/24 (coordinate 46° 4'15.38"N, 62°59'5.11"E) del Cosmodromo di Baikonur in Kazakhstan il vettore russo Proton con a bordo il satellite militare per telecomunicazioni Raduga 1-M.
Del peso di 2420 kg, questo satellite verrà posto in orbita geostazionaria ed avrà una vita stimata di soli 3 anni. Ha un sistema energetico a pannelli solari da 1600 W e servirà le forze armate russe con sistemi di comunicazione in banda C e Ku sia per stazioni fisse che mobili.
Il Proton è un lanciatore pesante, alto 42,34 metri, con un diametro di 7,40 metri ed una massa al lancio di oltre 700 tonnellate.
Questo esemplare ha designazione 8K82M, ed è un 4 stadi costruito dalla Khrunichev State Research and Production Space Center.

Scheda tecnica e video del lancio.

In foto il lancio.
Fonte: Roscosmos.

mercoledì 27 gennaio 2010

SDO in rampa.


Il Solar Dynamic Observatory è stato portato in rampa. Dopo aver passato gli ultimi sei mesi nel complesso della Astrotech di Titusville ed essere inserito nel fairing (il guscio che lo proteggerà dalla parte atmosferica della sua missione), è ora stato trasportato alla Vertical Integration Facility della rampa 41 alla Cape Canaveral Air Force Station. Giunto lì è stato issato in cima al vettore Atlas 5 che lo trasporterà in orbita terrestre.

Mancano ormai solo più gli ultimi collaudi e test di funzionamento prima che SDO sia finalmente in grado di iniziare la sua missione operativa di osservazione solare.
Rimane ancora da sciogliere il possibile problema al motore principale, ma i manager di missione sono ottimisti.

Il "gioiello della corona", come viene chiamato in NASA, è sempre più vicino al suo debutto scientifico che inizierà il 9 febbraio.

In foto SDO racchiuso nel fairing raggiunge la cima dell'Atlas 5 che lo attende nella torre di servizio della rampa.
Fonte: NASA.

Spirit termina la missione esplorativa.

Dopo mesi di tentativi, la NASA e il JPL hanno deciso che Spirit non sarà più un rover mobile, ma solo una stazione scientifica fissa.

Proprio quando i tentativi stavano dando i risultati sperati, e soprattutto a causa dei ripetuti guasti alle ruote di destra, il controllo missione decide di interrompere il "Free Spirit Program" e preparare la sonda per l'inverno.
Con l'irraggiamento solare in diminuzione è ora indispensabile che si riesca a orientare il più possibile verso nord i pannelli solari in modo da recuperare quanta più energia possibile.
La priorità massima è il mantenere i riscaldatori attivi sui componenti critici e questo a costo di interrompere le comunicazioni. Non appena l'energia aumenterà, sarà Spirit stesso a ricontattare la Terra per mezzo degli orbiter di appoggio.

Il nuovo compito dell'ex rover sarà quello di controllare la stabilità della rotazione marziana (essendo in una posizione fissa si possono misurare le variazioni anche di pochi centimetri nella rotazione di Marte), eseguire tutte le necessarie rilevazioni meteorologiche e analizzare il terreno durante i vari cambiamenti stagionali.
Per una missione che doveva durare 90 giorni ed ha lavorato per oltre sei anni, ha ancora molto da dare: per una missione che termina, un'altra sta iniziando…

Ora due gif animate in cui si vedono i progressi degli ultimi Sol negli spostamenti di Spirit.

Visuale anteriore.
http://marsrover.nasa.gov/gallery/press/spirit/20100126a/1264440428_25394-2_fhaz-2145-2154-anim_br.gif

Visuale posteriore.
http://marsrover.nasa.gov/gallery/press/spirit/20100126a/1264440428_25394-1_rhaz-2145-2154-anim_br.gif

Nell'immagine allegata il percorso seguito das Spirit negli ultimi 1400 Sol di missione.
Fonte: JPL.

Newsletter. Nuovo numero.

Ho appena inviato via e-mail il nuovo numero dello Space Report a tutti gli abbonati.

Per chi vuole riceverlo il link da seguire per iscriversi è in cima alla pagina...

martedì 26 gennaio 2010

MER News.

Spirit.
La tecnica tentata all'inizio di gennaio (Sol 2136), vale a dire lo sterzare le ruote per spostare il terreno prima di tentare i movimenti, sembra aiutare i tentativi. Altri drive sono stati effettuati durante i Sol 2138, 2140 e 2142, ma i progressi sono stati minimi: se non altro non è affondato ulteriormente.
A questo punto è stato deciso di invertire la direzione di marcia. Finora i tentativi di spostamento sono stati effettuati sempre in marcia avanti per ritornare nella direzione da cui Spirit era arrivato nella zona di sabbia soffice (ricordo che il rover si muoveva normalmente in marcia indietro a causa della ruota anteriore destra bloccata).
Durante il Sol 2145 si è deciso di avanzare all'indietro, sempre dopo aver spazzato con lo sterzo nelle buche. Ebbene, Spirit si è mosso, ma soprattutto si è sollevato leggermente, cosa che finora non era ancora successa. Con i movimenti dei Sol 2145, 2147 e 2150 il rover si è mosso fra i 3 e i 4 centimetri e si è arrampicato. Ogni sessione di movimento prevedeva 6 tranche di 5m ciascuna. Tre centimetri di spostamento il primo giorno (e 1 verso l'alto) e 3,5 di spostamento durante il secondo (e 0,3 verso l'alto). Purtroppo durante il tentativo del Sol 2150 la ruota centrale destra (l'ultima funzionante di quel lato) è andata in sovracorrente bloccando il movimento.
Si stanno eseguendo dei test diagnostici per capire se è un guasto vero e proprio o se la ruota è incappata in una roccia.

Il team ha anche preso in considerazione di sfruttare la spinta del braccio robotico, ma può solo spingere per 30N, assolutamente ininfluente sulla dinamica attuale del rover. Oltretutto si rischierebbe di spaccarlo, ma serve ancora, anche se Spirit restasse fermo: fin dove arriva potrebbe analizzare tutto il terreno e vederne le modificazioni con il passare del tempo.

Durante il Sol 2143 la produzione energetica dei pannelli solari è stata di 225 Wh, mentre durante il Sol 2150 è stata di 211 Wh. L'inverno si avvicina e il numero di tentativi per liberarsi diminuisce di Sol in Sol.

Opportunity.
Si sta dirigendo velocemente verso un recente cratere da impatto, risalente a circa 1000 anni fa, chiamato Concepcion. Il rover eseguirà una circumnavigazione del catino largo una decina di metri per verificarne le caratteristiche.

Superati anch'esso i 6 anni terrestri sulla superficie marziana, ha anche superato i 19 chilometri (per la precisione 19'216,21 metri) percorsi sulle distese polverose del Pianeta Rosso.
La sua produzione energetica al Sol 2130 è stata di 304 Wh.

In foto il team del JPL durante i test nella "sand box" l'area dove provano i drive prima di applicarli sul vero rover. A destra alla consolle Paolo Bellutta, l'italiano che fa parte del gruppo dei driver.
Fonte: JPL.

domenica 24 gennaio 2010

La caccia ai pianetini killer.

La NASA ha evidenziato come la ricerca dei possibili corpi in rotta di collisione con la Terra sia in una situazione finanziaria molto critica.
Il progetto di rilevare l'80% degli oggetti fino a 140 metri di diametro (chiamato George Brown Near-Earth Object Survey) dovrebbe essere completato entro il 2020, ma con gli attuali finanziamenti (circa 4 milioni di dollari all'anno) non si riuscirà a completarlo.
Per ottenere questo risultato servirebbero almeno 50 milioni di dollari l'anno in modo da costruire dei telescopi appositi e lanciare dei satelliti di sorveglianza. Certo che con 250 milioni di dollari all'anno si potrebbe ottimizzare il tutto eseguendo anche dei test di impatto e esplosione per collaudare le tecniche di eventuale deviazione, nel caso che si scoprisse un oggetto in rotta di collisione con il nostro pianeta.

Attualmente il progetto Spaceguard permette di rilevare il 90% degli oggetti fino ad 1 km di diametro, piccoli asteroidi che potrebbero causare danni su scala globale.
I 140 metri di questo nuovo sistema di sicurezza mondiale salverebbero da potenziali danni su scala continentale, mentre oggetti più piccoli potrebbero provocare danni su scala locale. Ricordiamoci che l'esplosione di Tunguska che all'inizio del secolo scorso si è verificata nella Siberia russa, ha distrutto migliaia di chilometri quadrati di foresta ed è stata provocata da un oggetto di circa 30 metri di diametro. Se avesse colpito una zona densamente popolata, sarebbe stata una strage.

Gli oggetti NEO finora scoperti sono oltre 6'700, 800 dei quali superano il chilometro di diametro. Quindi una grande quantità di oggetti è già stata catalogata, ma moltissimi altri restano sconosciuti, senza considerare gli oggetti provenienti dallo spazio profondo, che non sono periodici o lo sono con periodi estremamente lunghi.
Il problema principale è il tempo intercorrente fra la scoperta e l'impatto. Se i tempi sono sufficientemente lunghi sarà possibile organizzare un qualsiasi tipo di difesa, anche solo una evacuazione della zona che verrà coinvolta dal disastro.
Agli attuali ritmi il progetto potrebbe completarsi entro il 2030, ma sono speculazioni che lasciano il tempo che trovano.

Forse sarebbe necessario stanziare un po' più di quattrini in queste tecnologie: ne va della salvezza di tutti...

Immagine: NASA.

sabato 23 gennaio 2010

L'Europa avvia l'EDRS.

Se escludiamo il singolo satellite Artemis, l'Europa non ha un sistema di satellitare di distribuzione dei dati e delle telemetrie. Nel 2008 si è deciso di correre ai ripari, ma alcuni problemi sulla configurazione che necessitava il nostro continente hanno ritardato l'avvio.
Pare che ora ci siamo e verranno stanziati i primi 60 milioni di euro per il sistema European Data Relay Satellite, una rete che, posta in orbita geostazionaria, assicurerà una copertura totale del pianeta assicurando l'interscambio delle informazioni fra i vari veicoli in movimento al di fuori dell'atmosfera, primi fra tutti i satelliti di intelligence e di sorveglianza ambientale. Attualmente i satelliti ESA devono attendere di passare al disopra delle stazioni ESA per poter inviare a Terra i dati, ma con un sistema di relay, la trasmissione potrà essere in tempo reale, da qualsiasi punto dell'orbita.
Il nuovo sistema dovrebbe entrare in servizio nel 2013, con il lancio del primo satellite ed in concomitanza con il termine della vita utile di Artemis.
A febbraio partirà una gara per l'assegnazione delle commesse di produzione e le azienda interpellate sono Astrium, Eutelsat e Telespazio. L'assegnazione della commessa avverrà a giugno.
La NASA ha il suo sistema (il Tracking and Data Relay Satellite System) dal 1983 e lo utilizza in modo massiccio per Shuttle, ISS e tutti i relativi veicoli, compreso l'ATV che sfrutta anche Artemis. Il sistema europeo si pone come obiettivo una riduzione consistente di costi.

Immagine: ESA.

venerdì 22 gennaio 2010

Phoenix: notizie non buone.

Nessuna trasmissione proveniente da Phoenix.
Negli ultimi giorni la sonda Odyssey, in orbita intorno a Marte, si è messa in ascolto sulla banda UHF durante i 30 passaggi che ha effettuato nei cieli del Phoenix Mars Lander, ma non ha ricevuto nessuna chiamata.
Per questo primo tentativo d'ascolto non era neanche convinto il controllo missione che la sonda potesse chiamare, il Sole è ancora troppo basso e tramonta ancora. Ci saranno sicuramente momenti migliori, dato che fra un mese si tenterà nuovamente, così come a marzo. Da aprile il Sole non tramonterà più su Phoenix, ma le probabilità che il lander si risvegli sono bassissime.

In tutto questo si inserisce anche il problema monetario: sono stati interrotti i finanziamenti per Phoenix e quindi se non verranno riattivati si rischia di abbandonare tutto, comprese le analisi sui dati ricevuti.
Attualmente il team sta chiedendo alla NASA di dirottare una parte dei fondi per i programmi di ricerca e il governo garantisce che dovrebbero essere rifinanziate le analisi sui dati ricevuti.

Ci mancherebbe solo che Phoenix riuscisse a risvegliarsi in Lazarus Mode e non trovasse nessuno ad ascoltarlo...

Solar Dynamic Observatory.

Proseguono i preparativi per il lancio del Solar Dynamics Observatory previsto per il 9 febbraio dalla rampa 41 della Cape Canaveral Air Force Base. Il satellite del costo di 848 milioni di dollari e del peso di circa tre tonnellate (277 dollari al grammo!) dovrà studiare il comportamento della nostra stella dall'orbita geostazionaria terrestre.

Purtroppo per la sua partenza potrebbe nascere un problema.
Una partita di motori russi risulta difettosa ed il modello è proprio quello presente nel primo stadio dell'Atlas 5, il vettore che dovrà portare SDO in orbita. In base a quanto dichiarato dai manager di missione, il motore installato su questo razzo non dovrebbe far parte del gruppo incriminato, ma le verifiche sono in atto.

SDO riprenderà il Sole con uno strumento che ha una risoluzione equivalente di 10 volte superiore rispetto alle immagini Full HD a cui iniziamo ad abituarci e lo farà 24 ore su 24. Il flusso dati equivalente porterà al controllo missione 1,5 terabyte di informazioni al giorno, inviate in tempo reale dato che la sonda non ha dei buffer di memoria a bordo.

Nell'immagine (NASA) una rappresentazione artistica di SDO.

STS-130 TCDT.

L'equipaggio dell'Endeavour, che si sta preparando per la missione STS-130 in partenza il prossimo 7 febbraio, ha eseguito la prova generale (Il Terminal Countdown Demonstration Test) simulando il lancio fino a dopo l'accensione dei motori principali provando così anche la fuga d'emergenza.
È una procedura standard e tutti gli equipaggi la effettuano nelle settimane precedenti il lancio. Indossano la tuta arancione e simulano tutte le fasi fino all'accensione dei motori principali della navetta (che però non vengono avviati veramente) e si simula poi un guasto con la conseguente interruzione del lancio. A quel punto l'equipaggio si libera delle cinture ed esce dallo Shuttle dirigendosi rapidamente alle teleferiche di evacuazione rapida poste dietro alla torre di lancio, scendono rapidamente nel bunker di emergenza dove salgono su un mezzo blindato per allontanarsi in sicurezza.

Completato con successo il TCDT, i sei astronauti sono già rientrati a Houston per terminare l'addestramento.

giovedì 21 gennaio 2010

Problemi per Orbital.

Orbital Sciences sta lavorando alacremente per rispettare la data stabilita per il primo lancio del vettore Taurus 2, previsto per il marzo 2011. Diversi componenti stanno provocando qualche grattacapo alla Orbital e fra questi vi sono i motori AJ26 propulsi a kerosene e forniti dalla Aerojet Corporation. Questi motori provengono dalla riqualificazione dei motori NK-33, acquistati dalla Russia negli anni '90. Si trattava dei motori montati sul gigantesco razzo lunare N-1, il concorrente sovietico al Saturn V americano. L'N-1 non ha mai volato, se non per pochi metri, e speriamo che le modifiche eseguite possano finalmente permettere a questi motori di esprimere tutte le loro possibilità. La riqualificazione ha comportato la sostituzione dei comandi con un nuovo set digitale statunitense e il montaggio di un sistema di controllo direzionale.

Purtroppo i primi test a Terra su questi motori sono falliti, ma pare che siano stati portati volutamente ai limiti di funzionamento per verificarne la robustezza. In particolare, sul secondo test si è verificato uno spegnimento improvviso a causa di problemi di alimentazione dell'ossigeno liquido.
La Aerojet ha 37 motori NK-33 più alcuni esemplari degli NK-43, adatti per alte quote.

In foto un esemplare di NK-33.
Fonte: Aerojet.

Grandi programmi per ULA.

Quest'anno la ULA (United Launch Alliance) prevede di curare 10 lanci di vettori Atlas e Delta, fra missioni di osservazione, navigazione, comunicazione e militari. Sette lanci avverranno da Cape Canaveral e tre da Vandenberg. La società proviene dal grande successo del 2009, quando curò ben 16 lanci tutti perfettamente riusciti.
La diminuzione di quest'anno deriva dalla mancanza di lanci del vettore Delta 2, che dai 9 dell'anno scorso passa ad un'unica missione, quella italiana del COSMO-SkyMed 4 in partenza a settembre dalla California.

Di tutti i lanci, il più atteso è quello del 19 aprile da Cape Canaveral, quando un Atlas 5 porterà in orbita il nuovo spazioplano militare X-37B che eseguirà una missione test che lo porterà ad atterrare su pista come un aeroplano.

SpaceX contrattacca.

Dopo le critiche dell'Aerospace Safety Advisory Panel (ASAP), Elon Musk, patron della SpaceX, ha rilasciato una dichiarazione di fuoco in cui critica i criteri secondo cui l'ASAP ha rilasciato le sue note.
"Non sono venuti alla SpaceX e non hanno verificato i nostri dati. Non hanno idea di quali siano i nostri margini di sicurezza e soprattutto di cosa sia certificato o non certificato per il volo umano!"
Ha proseguito Musk: "L'Ares I è un vettore di carta che esisterà solo fra molto tempo. Falcon 9 è invece un vettore reale, e la maggior parte di esso è già presente a Cape Canaveral. Proprio ora!"
Ha poi aggiunto: "Devo dire di aver perso molto rispetto per l'ASAP. Se devono fare queste affermazioni, dovrebbero basarsi su dati reali, non su speculazioni improvvisate!"

In foto Elon Musk davanti al primo stadio del suo Falcon 9.
Fonte SpaceX.

ISS e Shuttle.

Spostamento eseguito sulla ISS per la Soyuz TMA-16. Maxim Suraev e il comandante della Stazione Jeff Williams sono saliti sulla capsula e alle 1003 UTC di oggi l'hanno sganciata dal modulo Zvezda. Allontanatisi di circa 30 metri si sono portati sul nuovo molo d'attracco del modulo Poisk e vi hanno ormeggiato la loro Soyuz per la prima volta alle 1024 UTC. Il tutto si è svolto senza problemi.

Le modifiche in corso per i condotti flessibili di collegamento per il Nodo 3 stanno proseguendo spediti, tanto da (probabilmente) scongiurare qualsiasi ritardo nel lancio di Endeavour per la STS-130. Le prove di montaggio dei nuovi tubi potranno già essere eseguite sabato 23.
L'equipaggio intento prosegue con le esercitazioni in Florida.

mercoledì 20 gennaio 2010

Auguri Buzz...

Edwin Eugene Aldrin Jr, più conosciuto come Buzz Aldrin compie oggi 80 anni.
Se volete fare gli auguri a chi ha camminato sulla Luna, a questo indirizzo trovate la pagina per inviarli.

Auguri Buzz!

Un po' più di quarant'anni fa, Aldrin era nella tuta che si vede nella foto qui allegata. I suoi occhi hanno visto cose che noi non vedremo mai...
Fonte: NASA.

martedì 19 gennaio 2010

STS-130 News.

È stato trasportato al lauch pad 39/A del Kennedy Space Center il carico della missione STS-130 composto dal Nodo 3 e da Cupola.
Il Nodo 3, battezzato Tranquility, è lungo poco più di 7 metri e pesa 15 tonnellate al lancio. Verrà inserito nei prossimi giorni nella capiente stiva di Endeavour (lunga 18 metri), mantenendo l'atmosfera controllata per impedire che umidità ed impurità possano compromettere i componenti che dovranno durare anni nello spazio.
Intanto l'equipaggio è giunto in Florida a bordo dei velivoli T-38, biposto da addestramento con cui gli astronauti si spostano fra il JSC di Houston e il KSC. Nei prossimi giorni eseguiraqnno tutta una serie di test che culmineranno con il Terminal Countdown Demonstration Test (TCDT) in cui simuleranno uno spegnimento d'emergenza dei motori sul pad con la conseguente uscita di sicurezza sulle teleferiche di fuga.
Il lancio rimane fissato per le 9:49 UTC (le 4:39 di mattina in Florida) del 7 febbraio.

La foto mostra il momento in cui il canister che contiene il prezioso carico viene issato sulla struttura rotante del pad 39/A.
Fonte: NASA.

lunedì 18 gennaio 2010

Ulteriore ritardo per Vega.

Il nuovo vettore europeo Vega subirà probabilmente dei ritardi causati da problemi di preparazione della torre di lancio allo Spazioporto di Kourou, nella Guyana Francese.
Si parla di 2011, anche se Jean-Jacques Dordain, direttore generale dell'ESA, rimane sul vago: "Penso che Vega sarà lanciato intorno al 31 dicembre 2010 e vedremo verso aprile se sarà prima o dopo di quella data."
Il capo del programma Vega, Stefano Bianchi, dice che i test combinati fra il lanciatore e il pad avverranno proprio ad aprile ed il nuovo razzo "leggero" (alto comunque 30 metri) verrà impiegato per il lancio in orbita di satelliti per la ricerca.
Le modifiche e i test sono in corso al Pad ELA-1 e proprio entro aprile sarà eretto un simulacro inerte di Vega per proseguire i lavori. Il punto critico restano tutti i dispositivi e i collegamenti del segmento di terra.

L'80% del primo esemplare che volerà è già assemblato o pronto per l'assemblaggio in Europa, mentre il primo stadio si trova già a Kourou.
Il programma per questo vettore è molto stretto e quindi qualsiasi ritardo avrà ripercussioni dirette sulla data di lancio.

Il volo inaugurale trasporterà il satellite italiano LARES (Laser Relativity Satellite), l'ALMASat e nove CubeSat provenienti da diverse università europee.

Nell'immagine una rappresentazione artistica del lancio.
Fonte: ESA.

domenica 17 gennaio 2010

Primo lancio dell'anno.

Andrà a ingrandire la costellazione Beidou (in italiano "bussola"), quella del sistema di navigazione cinese, il satellite partito ieri dallo Xichang Space Center alle 1612 UTC.
Il vettore Chang Zheng (lunga marcia) 3C alto 54 metri ha eseguito perfettamente il suo lavoro posizionando il carico sull'orbita prestabilita.
Il sistema prevede il posizionamento di 35 satelliti che permetteranno di avere una precisione di posizionamento a Terra di circa 10 metri. Il sistema Beidou si aggiunge al Global Positioning System americano, al Glonass russo e al Galileo europeo. Il servizio cinese dovrebbe iniziare ad essere operativo dal 2012.

Qui la scheda tecnica e il video del lancio.

In foto il lancio.
Fonte: agenzia Sohu.

Ares I, unica alternativa.

Un gruppo di specialisti indipendenti ha scritto un rapporto alla NASA con un'analisi dell'attuale situazione del trasporto spaziale umano.
Nel rapporto stilato dall'Aerospace Safety Advisory Panel (ASAP) si mette subito in evidenza come il possibile abbandono del progetto Ares I sia un grave errore, a causa del livello non ottimale di sicurezza raggiunto dalle aziende private, che, con le loro soluzioni manned in via di sviluppo, dovrebbero assicurare l'accesso all'orbita bassa. L'unico motivo per cui si dovrebbe scegliere un veicolo alternativo dovrebbe essere la maggior sicurezza, ma SpaceX, Orbital Sciences, United Launch Alliance ed altre aziende, hanno presentato delle proposte per dei veicoli spaziali pilotati che non raggiungono i livelli record di sicurezza finora previsti per Ares I ed Orion.

Dal canto loro i privati stanno comunque facendo dei grossi passi avanti ed hanno già ottenuto dalla NASA oltre 3 miliardi di dollari per lo sviluppo dei loro cargo. Sia SpaceX che Orbital eseguiranno i primi voli di collaudo di Dragon e Cygnus fra il 2010 e il 2011 e le rispettive capsule abitate sono varianti di questi cargo.

La Augustine Commission ha però dato per scontato che le aziende private sarebbero state in grado di supplire alla mancanza di accesso spaziale americano senza però approfondire il discorso "sicurezza".
Stante il fatto che Constellation sarà il programma dei record di sicurezza, diventa automaticamente inarrivabile da parte dei privati, ma d'altra parte non è nemmeno avvicinabile dall'attuale programma Shuttle, dato che il prolungamento della vita degli attuali orbiter era stato tassativamente vietato dal CAIB (Columbia Accident Investigation Board) definendo come data ultima il 2010, oltre la quale il sistema STS doveva subire una estesa ricertificazione con la revisione di tutti i parametri di volo. Beninteso: questo non vale per singoli voli rimasti da eseguire o aggiunti al programma per necessità dell'agenzia, ma un proseguimento stabile delle missioni Space Shuttle era assolutamente da escludere.

L'ASAP raccomanda inoltre di dare una nuova spinta all'esplorazione robotica, considerandone il rischio nullo per gli esseri umani.

Alla luce di queste nuove considerazioni, pare che il volo abitato americano sia in un vicolo chiuso e senza uscita, se non la prosecuzione del progetto Ares I/Orion.

Sono però convinto che molte cose siano cambiate da quel maledetto 2003 e che verranno considerate tutte le possibili alternative. Secondo me con Orion non si va da nessuna parte, al massimo la LEO o la Luna. Un progetto di più ampio respiro potrebbe aprire la strada all'esplorazione vera, al di fuori del nostro "cortile".
Ma queste sono considerazioni personali...

venerdì 15 gennaio 2010

Avatar.

Ho visto oggi questo film e una piccola recensione è d'obbligo. E' letteralmente incredibile.
Lungi da me di voler fare pubblicità a James Cameron, ma onore al merito.
Ha confezionato una favola ecotecnologica in cui ogni componente funziona come un orologio svizzero, ma una cosa svetta su tutto: il pianeta Pandora ne esce fin troppo reale! Panorami mozzafiato con flora e fauna sorprendenti. Anche la lingua parlata dagli indigeni (i Na'vi) è stata studiata ed inventata di sana pianta, con tanto di regole grammaticali.
La trama sarà banale. Un Pocahontas dove al posto dei Conquistadores c'è una compagnia mineraria con Marines Mercenari. Ma Cameron è un fenomeno (bisogna dire che ha anche i mezzi per esserlo) e riesce a far stare con il fiato sospeso anche se capisci già cosa succederà.
Fantascienza? Fantasy? Avventura? Difficile inserirlo in una categoria. Per l'ambientazione potrebbe essere ciascuna di queste, ma ogni cosa, anche le "magie" vengono spiegate durante la proiezione su basi pseudo-scientifiche.

Inoltre la tecnica 3D utilizzata è fenomenale con un dettaglio delle profondità mai raggiunto finora: non vediamo più sagome di compensato che si spostano sul set, ma veri attori (anche quelli finti!) con le loro curve. Era un po' che non partecipavo ad uno spettacolo simile.

E dal punto di vista astronomico-aeronautico?
Dalle immagini Pandora sembra essere il satellite di un pianeta di tipo gioviano con molte altre lune. La sua notte è rischiarata dall'enorme sagoma del pianeta intorno a cui ruota e forse si trova un po' troppo vicina ad esso, ma anche queste immagini sono stupefacenti.
Bellissimi veicoli ben studiati e che si muovono in modo convincente, rispettando le leggi fisiche.
Stupendo lo Shuttle Atmosferico e le immagini iniziali dai cockpit HUD.

Due ore e quaranta che vi trasporteranno in un mondo affascinante e sorprendente.
Da vedere assolutamente!

Aggiornamento.
Solo per darvi qualche cifra.
Nel mondo in soli 17 giorni ha superato il miliardo di dollari d'incasso.
In Italia ha incassato 2'100'000 euro il primo giorno (venerdì 15).
Il secondo giorno (sabato 16) ha incassato 3'800'000 euro.

giovedì 14 gennaio 2010

Notiziario.

Due ex comandanti dello Space Shuttle e della ISS sono entrati in "concorrenza" con la NASA. Ken Bowersox e Frank Culbertson sono vice presidenti alla Space Exploration Technologies Corp. e alla Orbital Sciences Corp., due compagnie americane all'avanguardia nell'industria spaziale privata. I principali veicoli (capsula Dragon di SpaceX e la Cygnus di Orbital) sono già state scelte da NASA per diventare i cargo che riforniranno la ISS a partire dal prossimo anno. Le due compagnie si stanno anche proponendo per il programma Commercial Crew Development (CCDev) che mette in palio 50 milioni di dollari alla migliore proposta privata per il trasporto umano verso la LEO (Low Earth Orbit). Questo programma potrebbe essere la battuta d'arresto finale per il vettore Ares I, il cui unico uso sarebbe stato il trasporto in orbita della capsula Orion.

Completata la 137esima EVA deputata alla costruzione ed alla manutenzione della ISS. È durata cinque ore e 44 minuti ed ha permesso agli astronauti Maxim Suraev e Oleg Kotov di allestire il molo di attracco sul nuovo modulo russo Poisk. Ora la Stazione ha a disposizione 4 moli di attracco sulla sezione russa.

Anche le varie aziende ed agenzie spaziali stanno facendo il possibile per dare appoggio ai soccorsi per il devastante terremoto che ha colpito l'isola di Haiti. Tutti i satelliti che incrociano la zona stanno sondando e rilevando più dati possibile, a partire dalle rilevazioni fotografiche dei danni subiti dallo Stato caraibico.

L'immagine qui allegata mostra il centro della capitale Port-au-Prince ed è stata ripresa dal satellite GeoEye 1 alle 1527 UTC di mercoledì da un'altezza di 680 km. Fonte: GeoEye.

mercoledì 13 gennaio 2010

Eclisse di Sole.

Terminato il 2009 con un'eclisse di Luna, iniziamo il 2010 con una di Sole.
la mattina del 15 gennaio la nostra stella sorgerà durante questo fenomeno che però sarà visibile solo dalle regioni centro-meridionali della penisola.
Nell'immagine qui allegata (fonte Coelum Astronomia) vedete la percentuale di Sole coperta dalla Luna e l'ora del massimo rispetto alle varie località italiane.
La zona di totalità di questa eclisse attraverserà la zona equatoriale dell'Africa, l'Oceano Indiano, il Sud dell'India e terminerà in Indocina. Sarà un'eclisse anulare, cioè il diametro apparente della Luna risulterà leggermente inferiore a quello del Sole lasciando, durante il momento della totalità, un anello di luce che circonda il disco nero del nostro satellite naturale.

STS-130 Possibile soluzione.

Eravamo rimasti con il problema delle connessioni fra il modulo Tranquility e il modulo Unity. Nel dettaglio, le tubazioni flessibili predisposte per i collegamenti del circuito di raffreddamento (ad ammoniaca) avevano evidenziato problemi di tenuta alle alte pressioni ed avevano ceduto durante un test.
Sono stati trovati altri tubi, sempre della stessa ditta Californiana che li produce, che reggerebbero a pressioni superiori e benché abbiano le stesse caratteristiche, sono più corti.
La possibile soluzione sarà di montarli a coppie, in modo da arrivare alla lunghezza necessaria.

Tutta la procedura sta per essere validata e dopo i necessari test si procederà con la preparazione. In questo modo non si è certi di un lancio il 7 febbraio, ma sicuramente l'eventuale ritardo sarà limitato ad alcuni giorni.

Intanto il Payload è pronto per essere trasportato in rampa dove verrà integrato nella stiva di Endeavour.

martedì 12 gennaio 2010

Attesa per Phoenix.

È da novembre 2008 che non si hanno più notizie del lander marziano Phoenix e il momento in cui potrebbe risvegliarsi si avvicina. Sono oltre 14 mesi che la piccola sonda giace sotto una coltre di ghiaccio secco a temperature proibitive e per diversi mesi non ha neanche visto un solo raggio di Sole.
Se Phoenix sopravvive a queste condizioni estreme, riceverà ora sufficiente energia dal Sole per riattivare le sue funzioni di base e chiamare "casa". Se succederà, la sonda orbitale Odyssey è pronta ad ascoltare il suo segnale e inviarcelo immediatamente.
"Durante queste campagne d'ascolto, attiveremo la radio di bordo di Odyssey nel momento in cui sorvolerà Phoenix, in modo da essere in grado di ricevere qualsiasi segnale dovesse giungere dalla superficie" ha detto Chad Edwards, capo ingegnere al Jet Propulsion Laboratory per le telecomunicazioni dei programmi marziani.
"Se Phoenix fosse vivo e trasmettesse, avremmo una rilevazione diretta basata sulla telemetria dell'orbiter che potrà rilevare il segnale UHF inviato dal lander".
Odyssey inizierà ad ascoltare il 18 gennaio per 3 giorni, sorvolando la zona per ben 30 volte. Sono previste inoltre altre due campagne d'ascolto, una a metà febbraio ed un'altra a fine marzo.
"Resta molto improbabile che Phoenix possa essere sopravvissuto ai rigori dell'inverno polare marziano", ha aggiunto Edwards, "ma se per caso lo fosse, saremo là ad ascoltare quello che avrà da dirci.
Attualmente la zona in cui si trova la sonda riceve circa 17 ore di Sole per Sol e quindi ci troviamo nelle condizioni presenti quando perdemmo i contatti con Phoenix. È per questo motivo che inizia ad avere senso sperare in un risveglio.
Le istruzioni del lander in caso di un risveglio sono di rimettersi in forze (caricare le batterie) e chiamare Terra per due ore al giorno. Odyssey passerà ed ascolterà per dieci minuti proprio ogni due ore assicurandosi così di captare un eventuale segnale.
In caso di risveglio, il primo compito per il lander sarà verificare quali componenti sono ancora in funzione, dopodiché verrà studiata una strategia per raccogliere, nuovamente, la maggior quantità di dati possibile.
Per aprile Phoenix sarà costantemente illuminato dal Sole, quindi, se è ancora "vivo", avrà energia sufficiente per riavviarsi.

Nell'immagine una vista dall'orbita della zona in cui si trova Phoenix.
Ripresa dalla High Resolution Imaging Science Experiment (HiRISE) del Mars Reconnaissance Orbiter il 6 gennaio.
Immagine completa con evidenziati anche i paracadute e lo scudo termico.
Fonte: NASA/JPL-Caltech/University of Arizona.


Il mio libro con il resoconto dettagliato della missione lo trovate qui.

lunedì 11 gennaio 2010

Hayabusa continua il suo viaggio.

Pare che la piccola sonda giapponese abbia un buon 60% di probabilità di riuscire a rientrare sulla Terra.
I tecnici incaricati di seguire la missione stanno calcolando la traiettoria finale e pare che Hayabusa sia ormai su una rotta che la porterà nella sfera di influenza del campo gravitazionale terrestre. Questo non significa che la missione finirà certamente bene, ma che d'ora in poi la sonda avrà più probabilità di rientrare sulla Terra.
Dopo la valanga di guasti subiti da Hayabusa, che ricordo ha visitato l'asteroide Itokawa raccogliendo, forse, dei campioni di materiale superficiale, sta faticosamente ritornando alla base con il suo prezioso carico. Il rientro è previsto a giugno di quest'anno e i campioni saranno protetti in una piccola capsula dotata di scudo termico che sarà espulsa poco prima del rientro atmosferico di Hayabusa. Il contenitore scenderà sull'Australia e al centro controllo sperano di trovare il materiale raccolto che arriverebbe a noi grazie alla missione durata 7 anni.

La lista dei guasti è lunghissima, 3 motori a ioni su 4, due giroscopi su 3 (bellissimo il lavoro di compensazione delle variazioni di assetto grazie al vento solare sui pannelli) il lanciatore che doveva sollevare il materiale da raccogliere e una perdita di carburante che preoccupa ancora i controllori di volo. Se il propellente uscito si fosse congelato sull'esterno di Hayabusa, esiste un rischio che avvicinandosi al Sole alla distanza della Terra, questo propellente inizi ad evaporare provocando una spinta che potrebbe portare la sonda fuori rotta.

Se questo veicolo riuscisse a tornare a Terra sarebbe la prima volta che un campione di terreno superficiale viene portato per essere analizzato e sarebbe un colpo da maestro per la JAXA.
Resta anche il dubbio che il contenitore dei campioni sia vuoto, dato che dopo due tentativi falliti di sparare il proiettile che doveva sollevare il terreno, si decise di far strisciare la sonda sull'asteroide con il collettore aperto. Non avendo sensori all'interno del contenitore non si sa se e quanto materiale è presente a bordo.
"Non ci meraviglieremo quindi se lo trovassimo vuoto!" Ha esclamato Junichiro Kawaguchi, project manager di Hayabusa.

Il motore funzionerà ancora fino a marzo, dopodichè rimarrà solo da curare l'assetto della sonda. Rimanendo un solo giroscopio, è un elemento ancora critico, infatti per diminuire le probabilità di guasto è stato rallentato e viene manovrato sempre molto dolcemente...

In foto una suggestiva immagine dell'asteroide Itokawa con l'ombra di Hayabusa.
Fonte: JAXA (Japan Aerospace eXploration Agency).

domenica 10 gennaio 2010

MER News.

Prosegue il lavoro dei tecnici e dei "Driver" per liberare Spirit dalla sua trappola di sabbia.
Durante il Sol 2132 le ruote anteriore sinistra e posteriori destra e sinistra dovevano essere sterzate verso l'interno di 60° nel tentativo di fare cadere della sabbia nei buchi scavati dalla rotazione delle ruote stesse. In seguito doveva essere comandato il movimento di sterzata inverso, nel tentativo di spingere con la ruota (il lato esterno è pieno) il materiale caduto. Lo scopo era di sgombrare leggermente le buche sul fronte delle ruote per avere un po' di spazio per muoversi. Il successivo comando doveva essere una serie di quattro spostamenti in avanti di 2,5 metri.
Ebbene tutta la serie di comandi si è interrotta durante il primo movimento a causa di una eccessiva resistenza alla sterzata rilevata sulla ruota posteriore sinistra.
Dopo un'attenta analisi, durante il Sol 2136 è stato comandato il completamento di quella serie di comandi. Le ruote si sono raddrizzate, la ruota anteriore destra è stata sterzata di 60° all'interno (per minimizzare la resistenza dei "denti" della ruota) ed è stato avviato lo spostamento di 2,5metri x 4 tratti.
Durante un secondo gruppo di quattro spostamenti il computer di bordo ha bloccato l'operazione a causa di un eccessivo affondamento (il limite era stato impostato su 1 cm).
Tutta questa operazione ha ottenuto uno spostamento in avanti di soli 2,28 centimetri.
Durante il Sol 2136 il MER-A ha prodotto 243 Wh.

Opportunity sta proseguendo le analisi sulla roccia chiamata Marquette Island. Usando il Rock Abrasion Tool (RAT) ha asportato uno stato di circa 1,5 mm di spessore e i dati rilevati con l'Alpha Particle X-ray Spectrometer (APXS) sono estremamente diversi da quelli rilevati prima di asportare lo strato esterno. Opportunity resterà quindi ancora su questa roccia per ulteriori indagini.
Durante il Sol 2117 il MER-B ha prodotto 320 Wh e l'odometro di bordo segnava un totale di 18'927,56 metri.

Notiziario.

Sulla International Space Station si stanno preparando per la EVA in programma giovedì 14 gennaio. Durante la passeggiata Maxim Suraev e Oleg Kotov sistemeranno il nuovo modulo Poisk per attrezzarlo all'ormeggio della Soyuz TMA-16. Infatti il 21 gennaio, Suraev e il comandante Jeff Williams saliranno proprio a bordo della TMA-16, molleranno gli ormeggi dal molo di poppa del modulo Zvezda e attraccheranno al molo Poisk dopo pochi minuti.

La parte più vasta del grande Iceberg B17-B staccatosi dalla banchisa di Ross nell'Antartide una decina di anni fa, si sta ora dirigendo verso nord dopo aver vagato nei freddi mari polari per tutto questo tempo. Come vedete dalla fotografia, mentre attraversa l'Oceano Indiano, è stato ripreso dall'Advanced Land Imager (ALI) montato a bordo del satellite Earth Observing-1 (EO-1) della NASA.
Ha curiosamente assunto una forma che assomiglia vagamente ad una Balena…
Fonte: NASA.

sabato 9 gennaio 2010

Neve, tanta neve.

Una foto simpatica.
Il satellite Terra della NASA ha ripreso il 7 gennaio, per mezzo del suo Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer (MODIS), la fotografia della Gran Bretagna che vedete qui a lato.

La copertura bianca è data dalla neve caduta grazie alle ultime perturbazioni che hanno attraversato l'arcipelago inglese.
Anche se le feste sono passate, è un'immagine molto natalizia...

Un grazie agli amici di ForumAstronautico per la segnalazione.

Possibile ritardo per la STS-130.

Endeavour ha raggiunto il pad 39/A e la preparazione al lancio prosegue senza nessuna anomalia. Per lo meno allo Shuttle.
Problemi con le linee e connettori di distribuzione dell'ammoniaca fra il Nodo 3 e la Stazione potrebbero invece ritardare il lancio della navetta previsto per il 7 febbraio prossimo.
Ma il ritardo non è ancora certo. I tecnici stanno valutando se non sia possibile autorizzare il volo del componente con le linee nella situazione esistente, permettendo il lancio secondo i programmi. Se le linee non fossero utilizzabili in queste condizioni, la NASA potrebbe autorizzare comunque il lancio e ritardare l'attivazione del modulo finché una missione successiva possa sostituirle.
Pare anche che non sia neanche da considerare una eventuale posposizione a dopo il lancio di STS-131 a metà marzo.

Il problema deriverebbe dal fatto che il Nodo 3 (Tranquility) doveva essere posizionato sul portello Nadir di Unity, quello rivolto verso Terra, ma si è poi preferito installarlo sul portello di sinistra per lasciare la zona sotto la Stazione libera per le capsule che devono attraccare. Ebbene gli attacchi dei circuiti di raffreddamento ad ammoniaca non corrispondono, quindi per poter assicurare che il nuovo modulo non si surriscaldi, occorre modificare gli attacchi per farli coincidere con la nuova posizione. A questo scopo sono stati predisposti dei collegamenti flessibili che però hanno ceduto durante un collaudo questa settimana. Benchè il test fosse stato condotto ad una pressione ben superiore a quella di esercizio, è necessario un certo grado di sicurezza, ragion per cui i dirigenti NASA stanno per prendere questa decisione.
Martedì avremo la risposta.

Qui di seguito tutti i momenti ottimali del lancio per i vari giorni di febbraio.

DATA........Ora Italiana
07/02/10....10:39:44
08/02/10....10:14:02
09/02/10....09:51:30
10/02/10....09:25:48
11/02/10....09:03:17
12/02/10....09:37:35
13/02/10....09:15:03
14/02/10....07:49:21
15/02/10....07:26:50
16/02/10....07:01:08
17/02/10....06:38:36
18/02/10....06:12:54
19/02/10....05:50:23
20/02/10....05:24:40
21/02/10....05:02:09
22/02/10....04:36:26
23/02/10....04:13:56
24/02/10....03:48:13

L'ora segnalata è il centro della finestra che si estende per 10 minuti; 5 prima e 5 dopo il momento ideale di lancio.

In foto Tranquility durante una presentazione alla stampa.
Fonte: NASA.

venerdì 8 gennaio 2010

Notiziario.

Completato il test di funzionamento per il sistema di propulsione del nuovo vettore Falcon 9 della SpaceX. Dopo il test del primo stadio eseguito ad ottobre dell'anno scorso, l'attuale test del secondo stadio è riuscito alla perfezione aprendo così la strada all'integrazione del vettore sulla rampa 40 della Cape Canaveral Air Force Base, conosciuta anche come Air Force Eastern Test Range. La finestra di lancio è riservata per il 9 febbraio, ma Elon Musk, fondatore di SpaceX parla ragionevolmente di una data intorno a marzo.
Il carico di questo lancio sperimentale sarà un simulacro del modulo di trasporto Dragon, con il quale SpaceX intende entrare nel mercato dei rifornimenti orbitali per la ISS. Questo modello avrà caratteristiche identiche al modulo vero, ma non potrà manovrare nello spazio. Entrerà passivamente nell'orbita di inserimento a circa 250 km di quota. Gli strumenti presenti a bordo permetteranno di controllare i parametri e tutta la telemetria servirà come esperienza per la SpaceX, permettendole di proseguire con lo sviluppo dei suoi veicoli.

In foto, il test.
Fonte: SpaceX.


Il telescopio Kepler ha scoperto i suoi primi cinque pianeti. Sono tutti giganti gassosi, alcuni molto 'evanescenti' con densità molto basse, ma è la dimostrazione che il nuovo telescopio NASA funziona perfettamente e può ora dedicarsi alla sua missione primaria: cercare pianeti al di fuori del Sistema Solare, ma simili alla Terra.

I continui rinvii del lancio del nuovo vettore Minotaur 4 stanno mettendo in crisi la sequenza delle partenze dei satelliti militari statunitensi. Attualmente è stato individuato il problema che risiedeva nello stadio orbitale, un elemento che il Minotaur 4 condivide con i missili balistici intercontinentali. Una volta individuato il problema, servono ora alcuni mesi per la soluzione e quindi il primo lancio è programmato al 28 maggio con un carico di piccoli satelliti militari e universitari.
Nel frattempo il satellite SBSS (Space Based Space Surveillance) del valore di 800 milioni di dollari ed appartenente al Ministero della Difesa si trova bloccato nelle officine della Ball Aerospace in attesa del proprio turno, che sarà non prima di dicembre 2010.

giovedì 7 gennaio 2010

400 anni fa, la svolta.

È incredibile come dei gesti semplici possano passare alla storia.
Era il 7 gennaio 1610, quando giunte le sei di sera, Galileo uscì per puntare il suo cannocchiale verso il cielo.
Ma non lo puntò verso la Luna. Scelse invece Giove e quando avvicinò l'occhio all'oculare vide una cosa che cambiò la visione dell'universo.
Per sempre.

Galileo vide i 4 satelliti maggiori del grande pianeta ai quali decise poi di assegnare l'appellativo di "Medicei", in onore dell'importante famiglia. La sua scelta non fu solo per avere favori economici, ma soprattutto per ottenere un appoggio "politico" per quando avrebbe pubblicato le sue teorie che, come sappiamo oggi, avrebbero sicuramente fatto discutere.

Nonostante i moltissimi tentativi di bloccare e smentire le varie teorie scientifiche che nei secoli si sono avvicendate, la ragione ha avuto il sopravvento. Già, perché le varie "teorie", sono diventate leggi confermate dai fatti.
E sui fatti reali non si discute. La Terra gira intorno al Sole, l'Universo è vecchio di miliardi di anni e la vita si basa sull'Evoluzione...

mercoledì 6 gennaio 2010

STS-130 Rollout.

La NASA è pronta per il rollout dello Space Shuttle Endeavour verso la torre di lancio 39/A del Kennedy Space Center.
Il team responsabile del trasporto verso il pad lungo i cinque chilometri e mezzo di pista dovrà presentarsi a rapporto a mezzanotte di mercoledì 6 gennaio (le 6 in Italia) e il trasporto inizierà alle 4:00 locali (le 10:00 da noi). Lo spostamento durerà circa sei ore, alle quali seguiranno le prime operazioni al Pad, come la estensione di tutte le appendici di connessione con la torre di servizio.
Verso il mezzogiorno della Florida Endeavour sarà assicurato alla rampa e inizierà l'attesa per il lancio. Dato che sulla rampa si prevedomno temperature abbastanza basse, sono stati predisposti dei sistemi di riscaldamento per tutto lo Shuttle e per le parti protette della rampa stessa, compresi i maledetti giunti dei booster che causarono l'incidente del Challenger.

Il lancio è sempre previsto per il 7 febbraio e la STS-130 durante le due settimane di durata trasporterà ed installerà sulla ISS il Nodo 3 e la Cupola.

In foto l'astronauta Nicholas Patrick durante gli addestramenti per le EVA effettuati nella piscina più grande del mondo, al Johnson Space Center di Houston.
Fonte: NASA.

martedì 5 gennaio 2010

Santo Cielo, un Cubo Borg!

Guardate questa immagine del Sole ripresa dalla sonda Solar and Heliospheric Observatory (SOHO).
In basso a sinistra c'è qualcosa di inquietante...
Ma sì, è la sagoma di un Cubo Borg in controluce: ogni resistenza è inutile, saremo assimilati...

Probabilmente la spiegazione è meno drammatica: deve essersi trattato di un disturbo nella trasmissione dei dati e un gruppo di pixel dell'immagine è andato perso.

Perché questa notizia? Semplicemente per mettervi in guardia dai vari cialtroni che parlano di fine del mondo nel 2012.
In mezzo ad assurdità come allineamenti planetari e congiunzioni con il centro galattico, si cercano continui riferimenti nelle normali immagini che provengono dalle fonti più disparate.
E se c'è una macchia nera, sicuramente sarà una cancellazione fatta ad arte per nascondere il Nibiru o l'Apophis di turno, di cui l'umanità deve restare all'oscuro...

Tutto questa pletora di idioti dovrebbe semplicemente tacere in quanto rischiano di spaventare coloro che sono particolarmente suggestionabili, arrivando a provocare delle possibili reazioni imprevedibili.

State tranquilli, il mondo non finirà nel 2012.
Punto!
Non esistono dati scientifici che possano portare a prevedere un qualche cataclisma in grado di sterminare il genere umano né quantomeno li potevano possedere i Maya, gli Aztechi, gli Egizi o gli aborigeni australiani...

Vivete tranquilli non preoccupandovi di queste cose: sono già tanti i problemi reali che non è il caso di inventarsene di inesistenti!

Idea del post da Astroengine.

lunedì 4 gennaio 2010

Sei anni su Marte.

Erano le 0435 UTC del 4 gennaio 2004, quando Spirit atterrava con successo su Marte. Sono passati sei anni terrestri (o 3,2 anni marziani) e considerando che doveva essere una missione della durata di 3 mesi abbiamo un indice della sua longevità.
Eravamo rimasti con la sorpresa del nuovo movimento della ruota anteriore destra. In base alle informazioni possedute dal team di controllo del rover, si sapeva che Spirit avesse l'attuatore della ruota anteriore destra che evidenziava un circuito aperto, quindi non più utilizzabile. Quest'ultimo test ha invece riaperto la possibilità che si possa sfruttare anche la ruota apparentemente "morta" per liberare il veicolo dalla sabbia.

Il primo drive (movimento) che ha comandato anche la ruota bloccata è stato durante il Sol 2117, il 16 dicembre scorso. Spirit ha eseguito 4 movimenti e per ben 3 dei quali la ruota anteriore destra ha funzionato! Durante il quarto però non si è più mossa. Quella posteriore non ha invece tentato neanche un accenno di rotazione. L’anteriore ha comunque effettuato 10 giri completi permettendo così di capire che la parte elettrica non è compromessa definitivamente, anche se un nuovo problema di dispersione elettrica sullo chassis del rover (quindi sulla massa) che si verifica col funzionamento di qualsiasi ruota, evidenzia un possibile problema alla scheda di comando dei movimenti.

Durante il Sol 2126 (il 26 dicembre scorso) Spirit ha eseguito un nuovo tentativo di movimento comandando tutte e sei le ruote. Purtroppo le due guaste (la anteriore e posteriore destra) non si sono mosse e durante il funzionamento il computer di bordo ha ordinato lo stop a causa dell'eccessivo affossamento. I risultati di questo "drive" sono stati: 3 millimetri verso avanti, 2 millimetri a sinistra e 6 millimetri in basso, quindi di sprofondamento.
Dalle immagini appare una variazione nel terreno smosso dalla ruota anteriore sinistra, ma la trazione risultante non è cambiata.

Attualmente Spirit è inclinato verso sud di circa 5 gradi e il solstizio invernale si sta avvicinando. Si avvicinano anche delle decisioni che riguardano la prosecuzione della missione, dato che a febbraio la NASA dovrà valutare il rapporto costi/benefici delle varie missioni. È fuori dubbio che se Spirit restasse definitivamente bloccato potrebbe sempre essere utilizzato come se fosse un lander statico, proseguendo quello che già ora sta eseguendo: controllo e registrazione delle condizioni ambientali e meteorologiche e studio del suolo, anche alla luce del terreno smosso dalla rotazione delle ruote sul posto. Un ulteriore uso del rover potrebbe essere lo studio del nucleo planetario di Marte per mezzo di emissioni elettromagnetiche dal punto fisso in cui si trova bloccato. Queste emissioni possono essere rilevate e misurate per sondare la consistenza dell'interno del pianeta rosso.
L'incognita rimane la sopravvivenza per il prossimo solstizio invernale di maggio, quando, stante l'attuale posizione, i pannelli potranno generare a malapena l'energia sufficiente per i riscaldatori critici per il funzionamento delle parti vitali. In ultima analisi, stabilito che Spirit non si potesse più muovere, converrà fare in modo da affossarlo definitivamente ottimizzando l'inclinazione per massimizzare l'illuminazione dei pannelli.

In foto un'immagine del Sol 2132. Si vedono i segni di vari test eseguiti sulle sabbie intorno al rover.
Fonte: JPL.

domenica 3 gennaio 2010

Prossime missioni NASA.

La NASA sta vagliando tre proposte per il suo programma New Frontiers. Si tratta di una possibile missione da effettuare entro il 2018, con una spesa massima di 650 milioni di dollari, e dovrà eseguire una di queste tre alternative: atterrare su Venere, recuperare campioni di suolo Lunare dal polo o recuperare campioni da un asteroide del tipo "Near Earth".
L'agenzia spaziale americana sceglierà entro l'agosto del 2011 la missione che avrà raccolto la maggior quantità di punti a favore, permettendole così di diventare la terza avventura esplorativa della serie New Frontiers.
New Frontiers è un programma che comprende già la sonda New Horizons diretta verso Plutone e la sonda Juno che si prevede partirà nel 2011 alla volta di Giove.
I tre team riceveranno ciascuno 3,3 milioni di dollari per sviluppare a fondo i loro progetti, completando tutte le analisi di fattibilità e di budget, giungendo alla selezione con una grande quantità di dati che possano aiutare la NASA nella scelta finale.
"Questi sono progetti che ispirano e stimolano le nuove generazioni di scienziati ed ingegneri, ma anche il pubblico" ha detto Ed Weiler della direzione missioni scientifiche della NASA. "Queste tre proposte forniscono il maggior apporto scientifico fra le otto alternative ricevute nel 2009".

La prima è chiamata SAGE (Surface and Atmospheric Geochemical Explorer) e dovrà preparare un lander in grado di resistere alle pressioni e temperature proibitive della superficie venusiana.
"Sono passati 25 anni dall'ultimo atterraggio sul pianeta Venere e le nostre curiosità e capacità tecnico-scientifiche sono cresciute moltissimo" ha detto Larry Esposito, ricercatore capo per SAGE alla University of Colorado di Boulder. "Questa missione sarà un grande passo avanti nella comprensione dell'evoluzione planetaria, sia per il nostro Sistema Solare che per gli altri Sistemi Stellari". Oltretutto sarebbe il primo lander americano a scendere sul pianeta Venere. L'obiettivo sarà quello di riuscire a farlo lavorare per almeno tre ore, riuscendo nel contempo ad eseguire misurazioni e cercare anche di scavare nel terreno. SAGE dovrà essere sviluppato dal JPL con un braccio meccanico di provenienza Canadese.

La seconda è OSIRIS-REx (Origins Spectral Interpretation Resource Identification Security Regolith Explorer) che dovrà intercettare ed entrare nell'orbita di un piccolo asteroide, eseguire tutta una serie di misurazioni e rilevamenti, dopodiché avvicinarsi alla superficie, raccogliere più di 50 grammi di terreno in volo radente e ritornare sulla Terra. Doveva far parte del programma Discovery, ma il costo non rientrava nei budget possibili per quel tipo di missione. Il team scientifico ha sede alla University of Arizona di Tucson.

La terza si chiama MoonRise e dovrà raccogliere almeno una cinquantina di grammi di suolo lunare al polo sud del nostro satellite naturale. Il punto prescelto è l'interno del cratere Aitken, di 2400 km di diametro. Si presume che il violentissimo impatto che ha formato questo vasto bacino abbia portato in superficie alcune parti degli strati profondi del mantello lunare. Lo studio di queste rocce potrebbe svelarci e confermarci le reali origini della Luna. MoonRise è già stata scartata una volta nella competizione per il programma New Frontiers nel 2004, quando venne approvata la missione Juno.

Sono belle missioni, sarebbe bello se si potessero effettuare tutte e tre...

Nell'immagine le tre possibili destinazioni delle missioni: Luna, Venere ed un Asteroide. Gli oggetti non sono in scala.
Fonte: NASA.

Viaggio in Florida.

La preparazione del possibile viaggio in Florida per assistere al lancio della missione STS-131 (Space Shuttle Discovery), sta iniziando a prendere corpo.
Ad oggi il lancio è previsto per il 18 marzo alle 13:34 locali (EDT) e quindi sarebbe in pieno giorno.

Diciamo che il punto critico della tempistica dei lanci è rappresentato dalla partenza della STS-130: se ritarda Endeavour è quasi sicuro che ritarderà anche Discovery, a causa della poca distanza temporale fra i due lanci.

Vediamo di fare un accenno di programma.
La prima bozza potrebbe essere questa:
- partenza dall'Italia il 16 mattina e arrivo in USA alla sera.
- noleggio di un veicolo per essere indipendenti con gli spostamenti.
- prenotare un Hotel a Titusville, senza spendere grandi cifre, per esempio il Best Western Space Shuttle Inn (anche il nome ispira, vero?)
- il 17 al KSC si fa un primo tour e si procurano i biglietti per il lancio. Le vendite dirette vengono effettuate online, ma nel giro di una decina di SECONDI sono esauriti dalle agenzie del posto, quindi si deve approfittare dei servizi locali. Intorno ai 100 dollari c'è anche il pullman navetta che porta e recupera dalla Causeway, da cui si può vedere il lancio.
- il 18 ovviamente c'è il lancio quindi la giornata è incentrata su questo. Eventualmente il pomeriggio si potrebbe fare un altro tour.
- il 19 altro tour interno al KSC (mi pare che i tour più belli siano 3).
Nei giorni successivi si potrebbe visitare il parco di Epcot o altro in zona. Consideriamo di avere qualche giorno di "polmone" per assorbire un eventuale ritardo nel lancio. I tour interni sono talmente belli (a dire di chi c'è già stato) che si potrebbero anche ripetere...
- il rientro potrebbe essere il 22 o il 23 marzo, con arrivo il giorno dopo.

Consideriamo che, se il lancio avvenisse secondo programma, si potrebbe pensare di passare una giornata a Washington all'Air and Space Museum dello Smithsonian, dove, oltre ad una marea di altre cose, ci sono capsule Mercury, Gemini, un modulo comando dell'Apollo e lo Shuttle Enterprise.
Questa possibilità è comunque una opzione.

Stay tuned... ;)

sabato 2 gennaio 2010

Vedere la ISS a occhio nudo! – Gennaio.

Ecco la tabella per i passaggi visibili della ISS nei nostri cieli.
Siamo in un periodo serale che dal 4 febbraio diventerà mattutino grazie alle inclinazioni combinate dell’orbita della Stazione con quella terrestre.

Legenda:
Data.... del passaggio
Mag..... Magnitudine visuale della stazione (sottostimata)
Ora..... CEST del culmine del passaggio - sorge ca. 2' prima e tramonta ca. 2' dopo
Alt..... Altezza angolare massima in gradi dall'orizzonte (es. zenith 90°, polare 40-45°)
Az...... Azimuth, direzione in base ai punti cardinali

Data ..... Mag .. Ora ....... Alt. .Az.

05 Gen ... 0.2 .. 19:41:50 .. 10 .. SO
06 Gen .. -1.9 .. 18:31:28 .. 23 .. SE
07 Gen .. -3.2 .. 18:52:46 .. 64 .. S
08 Gen .. -1.7 .. 17:39:47 .. 22 .. SE
08 Gen .. -1.7 .. 19:13:46 .. 34 .. ONO
09 Gen .. -3.2 .. 18:01:14 .. 62 .. SSE
09 Gen .. -0.3 .. 19:34:42 .. 15 .. ONO
10 Gen .. -2.9 .. 18:22:51 .. 51 .. NNO
11 Gen .. -1.9 .. 18:44:36 .. 28 .. NNO
12 Gen .. -2.9 .. 17:30:59 .. 54 .. NNO
12 Gen .. -1.2 .. 19:05:52 .. 20 .. NNO
13 Gen .. -2.0 .. 17:52:42 .. 29 .. NNO
13 Gen .. -0.4 .. 19:26:37 .. 13 .. NO
14 Gen .. -1.6 .. 18:14:30 .. 21 .. N
15 Gen .. -1.6 .. 18:36:20 .. 20 .. N
16 Gen .. -1.6 .. 18:57:34 .. 23 .. N
17 Gen .. -1.6 .. 17:44:17 .. 20 .. N
17 Gen .. -1.2 .. 19:18:23 .. 21 .. NO
18 Gen .. -1.9 .. 18:06:03 .. 24 .. NNE
18 Gen .. -0.5 .. 19:39:15 .. 17 .. ONO
19 Gen .. -2.6 .. 18:27:43 .. 36 .. NNE
19 Gen ... 0.3 .. 20:00:14 .. 11 .. ONO
20 Gen .. -3.5 .. 18:49:14 .. 81 .. NNE
21 Gen .. -2.6 .. 17:35:34 .. 34 .. NNE
21 Gen .. -1.9 .. 19:10:35 .. 35 .. SO
22 Gen .. -3.4 .. 17:57:04 .. 75 .. NNE
22 Gen .. -0.2 .. 19:31:43 .. 13 .. SO
23 Gen .. -1.9 .. 18:18:22 .. 39 .. SO
24 Gen .. -0.1 .. 18:39:29 .. 15 .. SO
26 Gen ... 0.2 .. 17:47:12 .. 16 .. SO

Questo è l’inizio del successivo periodo (mattutino).
04 Feb .. -0.6 .. 06:42:40 .. 20 .. SE


Permane la possibilità di osservare la ISS durante i passaggi diurni.
Ecco la tabella di tutti i passaggi per i prossimi 10 giorni.

Data ..... Ora ........ Alt. . Az.

02 Gen .. 20:14:40 .. 27 .. SE
02 Gen .. 21:49:37 .. 41 .. NNO
02 Gen .. 23:25:08 .. 20 .. N
03 Gen .. 01:00:45 .. 29 .. NNE
03 Gen .. 02:35:52 .. 49 .. SO
03 Gen .. 20:36:16 .. 78 .. SSE
03 Gen .. 22:11:32 .. 25 .. NNO
03 Gen .. 23:47:11 .. 21 .. N
04 Gen .. 01:22:32 .. 56 .. NNE
04 Gen .. 02:57:24 .. 18 .. SO
04 Gen .. 19:23:07 .. 25 .. SE
04 Gen .. 20:58:02 .. 43 .. NNO
04 Gen .. 22:33:32 .. 20 .. N
05 Gen .. 00:09:09 .. 28 .. NNE
05 Gen .. 01:44:17 .. 53 .. SO
05 Gen .. 19:44:40 .. 73 .. SSE
05 Gen .. 21:19:54 .. 25 .. NNO
05 Gen .. 22:55:32 .. 21 .. N
06 Gen .. 00:30:55 .. 53 .. NNE
06 Gen .. 02:05:48 .. 19 .. SO
06 Gen .. 18:31:29 .. 23 .. SE
06 Gen .. 20:06:18 .. 45 .. NNO
06 Gen .. 21:41:52 .. 20 .. N
06 Gen .. 23:17:29 .. 27 .. NNE
07 Gen .. 00:52:39 .. 58 .. SO
07 Gen .. 18:52:59 .. 67 .. SE
07 Gen .. 20:28:12 .. 26 .. NNO
07 Gen .. 22:03:50 .. 21 .. N
07 Gen .. 23:39:14 .. 50 .. NNE
08 Gen .. 01:14:08 .. 20 .. SO
08 Gen .. 17:39:47 .. 22 .. SE
08 Gen .. 19:14:35 .. 48 .. NNO
08 Gen .. 20:50:08 .. 20 .. N
08 Gen .. 22:25:45 .. 27 .. NNE
09 Gen .. 00:00:56 .. 63 .. SO
09 Gen .. 18:01:15 .. 62 .. SE
09 Gen .. 19:36:27 .. 27 .. NNO
09 Gen .. 21:12:04 .. 20 .. N
09 Gen .. 22:47:29 .. 47 .. NNE
10 Gen .. 00:22:24 .. 22 .. SO
10 Gen .. 16:48:02 .. 20 .. SE
10 Gen .. 18:22:48 .. 51 .. NNO
10 Gen .. 19:58:19 .. 21 .. N
10 Gen .. 21:33:57 .. 26 .. NNE
10 Gen .. 23:09:09 .. 68 .. SO
11 Gen .. 17:09:26 .. 57 .. SE
11 Gen .. 18:44:37 .. 28 .. NNO
11 Gen .. 20:20:13 .. 20 .. N
11 Gen .. 21:55:39 .. 44 .. NNE
11 Gen .. 23:30:36 .. 24 .. SO


Dati salvo “reboost” o modifiche orbitali e ottimizzati per il nord Italia.

Nel grafico l'andamento della quota orbitale della ISS durante l'ultimo anno.
Fonte dei dati e del grafico: Heavens Above.

venerdì 1 gennaio 2010

WISE apre gli occhi.

Il telescopio spaziale infrarosso WISE (Wide-field Infrared Survey Explorer) ha finalmente tolto il coperchio al tubo ottico che gli permette di scrutare l'Universo con modalità mai utilizzate prima d'ora.
Il suo sensore principale è raffreddato con idrogeno ghiacciato che permette di mantenerlo ad una temperatura così bassa da rilevare le più fredde emissioni luminose mai rilevate.
Alle 2230 UTC del 29 dicembre le cariche pirotecniche hanno fatto saltare i bulloni di aggancio e tre molle hanno spinto delicatamente via la copertura che doveva assicurare che nel telescopio non entrasse la luce del Sole o la luce riflessa dalla Terra.
È quindi pronto ad iniziare le sue osservazioni e ci saranno ancora un paio di settimane di messe a punto. Da metà gennaio si avranno le prime osservazioni ufficiali mentre a metà febbraio si avranno i primi risultati con la diffusione di immagini e informazioni.

WISE è stato lanciato il 14 dicembre dalla Vandenberg Air Force Base in California su un vettore Delta II.
Per questo veicolo il vero 'carburante' non è quello che gli permette i movimenti e le correzioni orbitali, ma l'idrogeno solido che si occupa del raffreddamento dei sensori. I sistemi e le scorte di bordo permettono una autonomia di circa nove mesi, tempo entro il quale il telescopio dovrà terminare la sua missione. Considerando che riprenderà una fotografia ogni 11 secondi, ci aspetta una colossale quantità di informazioni.

Lo scienziato capo progetto al JPL Peter Eisenhardt ha detto: "È fantastico finire l'anno con l'apertura dell'occhio di WISE, ora potremo iniziare la nostra esplorazione dell'Universo infrarosso".

Nell'immagine una rappresentazione artistica della sonda.
Fonte: JPL.