Time machine.

International Space Station Europa Centrale Kennedy Space Center - Florida Baikonur - Kazakhstan Kourou - French Guyana

sabato 28 febbraio 2009

Lancio militare Russo.

È partito questa mattina alle 5:10 CET dal Cosmodromo di Baikonur un satellite segreto per il Ministero della Difesa Russo. Il vettore era un Proton-K, lanciatore pesante del peso al decollo di oltre 700 tonnellate ed in grado di portare 20-22 tonnellate in orbita bassa a 200 km.
Questo vettore è derivato dai missili balistici intercontinentali ICBM, viene lanciato solo da Baikonur ed il primo lancio risale al 1968. Potrebbe anche trasportare moduli aggiuntivi per la ISS.

Il satellite di classe Raduga sarà utilizzato per comunicazioni militari segrete e raggiungerà la sua posizione geosincrona grazie ad uno stadio orbitale DM-2.

Ulteriori informazioni qui.

Foto: il lancio.
Fonte: Ria Novosti.

venerdì 27 febbraio 2009

Problemi per MRO.

Il computer di bordo del Mars Reconnaissance Orbiter ha subìto un inaspettato restart il 23 febbraio scorso che ha causato il passaggio della sonda in Safe Mode.
Questa modalità di funzionamento permette alla sonda di restare in attesa di informazioni mantenendo attivi solo i ricevitori ed evitando di provocare eventuali danni con comandi errati.
Questo evento non si è più ripetuto ed il team di Terra sta lavorando per riavviare tutte le attività che il satellite stava eseguendo. Questo riavvio è cauto, proprio per riuscire a capire le cause del problema. Quella più probabile, come per altri problemi simili avvenuti ultimamente, è un raggio cosmico che potrebbe aver innescato il reset del computer. Il successivo Safe Mode è automatico, dato che la sonda deve essere riprogrammata.
È la quinta volta nella sua carriera (iniziata ad agosto 2005) che MRO passa in Safe e l’ultima era stata l’anno scorso poco dopo l’arrivo di Phoenix, proprio mentre faceva da ripetitore verso Terra dei dati trasmessi dal lander.

Nell'immagine una rappresentazione artistica di MRO.
Fonte: NASA.

giovedì 26 febbraio 2009

Lancio Telstar.

Il Telstar 11N è partito oggi alle 19:30 CET dal Cosmodromo di Baikonur a bordo di un vettore Zenit-3SLB.
Il satellite del peso di 4012 kg ha lasciato la torre di lancio 45 del poligono Kazako sul razzo alto 60 metri spinto a kerosene-ossigeno per raggiungere l’orbita geostazionaria dove si posizionerà sulla longitudine 37,5° ovest.
Coprirà Nord America, Europa e Africa con i suoi 39 Transponder e sarà gestito dalla Canadese Telesat.
Il vettore è spinto da un motore a quattro ugelli RD-170 e lo stadio orbitale è un Block DM-SLB che permetterà l’arrivo nella posizione stabilita in circa sei ore con 3 accensioni distinte.

Ulteriori informazioni qui.

Nell'immagine la copertura satellitare del Telstar 11N.
Fonte: Telesat.

Grande Fratello per Marte.

L’ESA ha annunciato i due componenti europei dell’equipaggio che parteciperà alla prima fase di studio di 105 giorni per il progetto Mars500. A partire dal 31 marzo 2009 i due Europei con quattro Russi inizieranno questa simulazione della missione su Marte.

Dopo una selezione iniziata con 5600 candidati, gli ultimi quattro hanno iniziato l’addestramento il mese scorso ed ora siamo giunti alla scelta finale che ha stabilito due componenti per l’equipaggio principale e i due per l’equipaggio di riserva, pronti a sostituire i titolari in caso di necessità.
I titolari sono Oliver Knickel, un ingegnere meccanico dell’esercito tedesco e Cyrille Fournier, un pilota civile francese. Cedric Mabilotte e Arc'hanmael Gaillard, entrambi francesi, faranno parte dell’equipaggio di riserva.
Allo scopo di investigare il fattore umano di una simile impresa, l’ESA utilizzerà l’esperienza dell'Institute of Biomedical Problems (IBMP) Russo e la missione principale sarà di 520 giorni per sei persone iniziando a fine 2009.
La simulazione seguirà esattamente un profilo reale, compresa la parte di discesa ed esplorazione della superficie del pianeta rosso. Anche l’alimentazione sarà uguale a quella utilizzata sulla International Space Station.
La simulazione avrà luogo in un habitat sigillato, costruito nei pressi di Mosca. Un primo ‘allenamento’ durerà 105 giorni ed avverrà proprio a partire dal prossimo aprile, prima del ‘viaggio’ vero e proprio di 520 giorni.
L’equipaggio dovrà avere cura di se stesso per quasi due anni e quindi la loro sopravvivenza sarà nelle loro mani, affidandosi però al lavoro di migliaia di ingegneri e scienziati che li assisteranno ed attenderanno sulla Terra.
Proveranno l’estremo isolamento della perdita di vista del nostro pianeta e un segnale radio impiegherà 40 minuti per portare al mittente una risposta. Per una missione umana su Marte ci vuole molto coraggio, ma non solo per compierla, anche per prepararla. E la preparazione sta incominciando. Quel viaggio sarà compiuto da individui che vivranno e lavoreranno insieme in una astronave per oltre 500 giorni.

La prima fase di 105 giorni eseguirà una missione completa, accelerata, e i componenti avranno solo la compagnia di loro stessi e di un controllo missione simulato, completo di ritardo radio.
Finita questa prima simulazione si passerà ad un altro equipaggio per l’inizio della vera missione da 520 giorni.

Lo scopo della Mars500 è di raccogliere dati, conoscenze ed esperienze per aiutare la preparazione di una futura missione su Marte e contemporaneamente studiare il comportamento umano in situazioni di isolamento estremo verificandone i retroscena psicologici e fisiologici come la presenza di stress, regolazione ormonale, sistema immunologico, qualità del sonno, umore ed efficacia dei coadiuvanti alimentari.

In foto l’ingresso dell’habitat utilizzato per la simulazione.
Fonte: ESA.

STS-119 News 13.

Lancio, per ora, confermato al 12 marzo e si avrà tempo fino al 15 dopodiché si salterà al 7 aprile per la precedenza della Soyuz.

Il 4 marzo si avrà la PRCB (Program Requirement Control Board) la riunione per verificare i risultati degli ulteriori test mentre il 6 ci sarà la Flight Readiness Review per decidere se la navetta sarà a posto per la data del 12.

Le tre valvole sono già state smontate e stanno per giungere quelle in sostituzione, una delle quali era già montata sul Discovery prima della verifica iniziale di dicembre.
E' stato anche deciso di rinforzare i condotti dell'idrogeno soprattutto in corrispondenza delle curve a gomito, punti che risultano più a rischio nel caso di distacco di frammenti dalle valvole.

mercoledì 25 febbraio 2009

STS-119 News 12.

Nella riunione di oggi, 25 febbraio, verrà deciso se il Discovery otterrà il 'GO' per partire il 7 marzo.
Pare che sia già stata determinata la necessità di sostituire le tre valvole attualmente montate, con delle unità più vecchie, ma che non erano soggette ai problemi riscontrati nelle versioni più recenti.
Si sta anche decidendo se rinforzare anche le condotte dell'idrogeno per scongiurare eventuali problemi. Occorre considerare il tempo di sostituzione, riparazione e tutta la preparazione della navetta per il lancio, preparazione che ad oggi è ancora sospesa.
In sostanza ci sarebbero soltanto sette giorni per un lancio entro marzo, altrimenti la prima data utile è il 7 aprile, dovendo dare la precedenza alla Soyuz.
In caso di slittamento ad aprile di STS-119 si avrà un ritardo anche per STS-125 che dal 12 maggio passerà al 2 giugno.

martedì 24 febbraio 2009

Lancio OCO fallito.

OCO (Orbital Carbon Observatory) è stato lanciato alle 10:55 italiane (1:55 della costa ovest americana) a bordo di un vettore Taurus XL.
Il motore Castor 120 del primo stadio, il secondo stadio Orion 50SXLG, il terzo Orion 50XL e il quarto Orion 38 dovevano portare in orbita il satellite deputato al controllo delle dinamiche dell’anidride carbonica nell’atmosfera terrestre.
Il decollo è avvenuto al centro della finestra di lancio dalla rampa SLC-576E della Vandenberg Air Force Base in California e tutto andava per il meglio, fino a quando la mancata separazione del fairing di copertura del carico obbligava a dichiarare il fallimento della missione.
In un primo tempo l’ogiva era risultata sganciata, ma giunti in orbita il controllo missione ha rilevato l’anomalia.

Ulteriori informazioni qui.

Aggiornamento.
La conferenza stampa della NASA ha chiarito che l'ogiva doveva separarsi dopo 3 minuti dal lancio, ma essendo rimasta sul satellite ha appesantito il vettore impedendone l'ingresso nell'orbita stabilita.
Pare che il satellite sia precipitato in Antartide.

Nell'immagine il momento del lancio.
Fonte: NasaTV/ForumAstronautico.

domenica 22 febbraio 2009

AstroNews.

SpaceHab cambia nome.
La società SpaceHab Incorporated che ha costruito e fornito diversi moduli per gli esperimenti scientifici a bordo degli Space Shuttle (fra cui anche quello che è andato distrutto a bordo del Columbia) ha deciso di cambiare nome in Astrotech Corporation. Passa quindi dalla costruzione di moduli pressurizzati al collaudo di carichi per missioni orbitali e interplanetarie.

Incendio alla SpaceX.
È avvenuto giovedì 19 febbraio nello stabilimento di McGregor durante il collaudo di un motore Merlin 1C. Tutti i sistemi di sicurezza e le squadre di soccorso hanno funzionato perfettamente limitando i danni materiali e evitando qualsiasi danno alle persone. Un’inchiesta è già in corso per stabilire le cause dell’incendio.

NASA e ESA collaborano per i Giganti Gassosi.
Le due agenzie spaziali di USA ed Europa hanno in programma da qui al 2025 una serie di missioni spaziali che dovranno raggiungere Giove, Saturno e i rispettivi sistemi. Denominate inizialmente Europa Jupiter System Mission e Titan Saturn System Mission entreranno nell’orbita dei rispettivi pianeti a cui sono indirizzate e studieranno soprattutto le lune più grandi. Per Giove si tratta di Io, Europa, Ganimede e Callisto, mentre per Saturno si parla di Encelado e Titano. Le sonde avranno tutta una serie di strumenti e saranno attrezzate con lander e penetratori per delle esplorazioni da eseguire direttamente sulla superficie. Tutti i vari veicoli saranno forniti in parte dalla NASA ed in parte dall’ESA, mentre saranno raggruppate in ‘cluster’ in cui ogni componente sarà ottimizzato per i suoi compiti.

Altro passo per Vega.
Il nuovo vettore Europeo Vega ha il suo Mobile Service Gantry per l’integrazione e la preparazione al lancio. È stato costruito allo Spazioporto di Kourou, nella Guyana francese. La struttura alta 50 metri è un’incastellatura che circonderà il vettore durante l’assemblaggio e la preparazione del carico, dopodiché si allontanerà a 5 metri al minuto portandosi ad 80 metri dalla rampa per liberare il vettore e permettergli di partire, esattamente come avviene per i vettori Delta al KSC.

Nuovo vettore Giapponese.
La JAXA sta completando i collaudi del nuovo lanciatore H2B costruito dalla Mitsubishi Heavy Industries che ha in programma per settembre 2009 il lancio del modulo di rifornimento HTV per la ISS. Il razzo alto 56 metri e con un peso al decollo di 530 tonnellate, ha due motori principali e 4 booster a propellente solido e permetterà di trasportare verso la Stazione Spaziale 16,5 tonnellate oppure 8 per il trasferimento in orbita geosincrona. Sarà un possibile concorrente per Ariane.

Nell’immagine il nuovo vettore H2B.
Fonte: JAXA.

sabato 21 febbraio 2009

STS-119 News 11.

Nulla di fatto nella riunione fiume durata 13 ore.
I dirigenti NASA non hanno trovato un accordo e il lancio è stato sospeso.
I dubbi sui possibili problemi derivanti dalle valvole FCV hanno portato il direttore del Johnson Space Center ed altri ingegneri ad opporsi al lancio se non vengono eseguiti ulteriori approfondimenti.
Da notare che uno dei test sui detriti che possono essere causa di danni ai condotti dell'idrogeno ha avuto un esito preoccupante, anche se sotto condizioni particolarmente estreme. I condotti che escono dalle valvole incriminate hanno una curva a 90° a soli 13 centimetri di distanza dal punto di distacco potenziale dei frammenti e in determinate condizioni il flusso in quel punto arriva quasi a 1000 km/h. Ed è in una simulazione in quel punto che è stato rilevato un piccolo danno alla condotta, che, anche se non ha portato alla perforazione, rende preoccupante la situazione.
E' stato anche discusso dei potenziali problemi alla missione portati dai detriti provenienti dalla collisione satellitare di dieci giorni fa, ma questo problema è stato immediatamente archiviato come 'nella norma'.
Il guaio alle valvole tiene quindi banco e dovrà anche essere considerata l'eventualità che i frammenti di FCV possano essere aspirati dai motori della navetta, cosa non ancora presa in considerazione dai test.
Ad oggi il lancio resta ufficialmente NET (not early than - non prima del) 27 febbraio, ma avendo interrotto la preparazione ed in attesa della prossima riunione indetta per il 25 febbraio dovrà slittare almeno di 5-6 giorni.

Il Discovery non potrà comunque effettuare la sua missione fra il 14 marzo e il 6 aprile, per evitare interferenze con la Soyuz prevista in partenza il 25 marzo per il cambio dell'equipaggio sulla ISS, quindi la tolleranza a questo punto è molto stretta. Già ora siamo almeno al 4 marzo per una possibilità di lancio e le probabilità di un rinvio ad aprile sono già consistenti.

Ne sapremo di più mercoledì prossimo...

giovedì 19 febbraio 2009

STS-119 News 10.

E' prevista per domani la riunione che deciderà se il lancio del Discovery potrà avvenire il 27 febbraio.
Diversi manager sono preoccupati per le conseguenze di una eventuale rottura delle valvole che potrebbe causare una fuga di idrogeno se i frammenti della valvola danneggiassero i condotti di pressurizzazione.
I test eseguiti pare che abbiano per ora avuto esito negativo, quindi non sarebbe in pericolo la navetta, ma i dirigenti NASA hanno la memoria di un caso simile, quando a fine 2002 avevano avuto avvisaglie di potenziali problemi alle rampe di schiuma dei ganci sul serbatoio esterno: purtroppo il Columbia subì proprio quel tipo di danno...

Se si deciderà per la modifica alle valvole si prospetta un ritardo per la missione fino a due mesi.

Domani conosceremo le decisioni...

mercoledì 18 febbraio 2009

Collisione in orbita, fase 4.

Pare che la Russia sia responsabile della collisione.
Un esperto di diritto spaziale, Stephen E. Doyle, ha sollevato questo dubbio.
In base ad una delibera delle Nazione Unite del 1972, gli Stati Uniti e/o il proprietario dell'Iridium 33, hanno un anno di tempo per inviare una richiesta di risarcimento al paese proprietario del 'detrito' che ha causato il danno, in questo caso il Cosmos 2251.
Il motivo è che il satellite Russo, non essendo più registrato e tracciato dal suo proprietario, si trovava nelle condizioni di responsabilità verso terzi sancita dalla Convention on Registration of Objects Launched into Outer Space sempre dell'ONU nel 1976.
Secondo queste delibere, la responsabilità è oggettivamente dell'Unione Sovietica, che non esistendo più, deve, per successione, passare alla Russia.

A questo proposito la Comunità Europea sta premendo per stabilire regole precise per l'esplorazione spaziale. La proposta è che tutte le nazioni che lanciano veicoli nello spazio debbano volontariamente adottare tutti i possibili accorgimenti per minimizzare la dispersione di qualsiasi stadio, motore, o comunque qualsiasi componente che restando in orbita diventi possibile pericolo per altri veicoli.

Un'altra notizia diffusa recita che in realtà i due satelliti non si sono colpiti così violentemente come è stato fatto credere, ma si sono solo colpiti di striscio con danni molto limitati ai soli pannelli solari e alle componenti superficiali, con una dispersione di frammenti enormemente minore di quanto si sia fatto credere. Soprattutto i due satelliti si trovano ancora nelle loro rispettive orbite.
Secondo questa fonte il comando Russo ha catalogato soltanto 38 frammenti.

In realtà il controllo Statunitense ne ha già catalogati oltre 600.

Eventi Astronomici.

Nei prossimi giorni ci saranno alcuni fenomeni astronomici che ci obbligheranno ad alzare gli occhi al cielo.

Il 22, 23 e 24 febbraio alle 6:30 del mattino, guardando verso l'orizzonte est, dove si deve alzare il Sole, avremo la bellezza di 4 astri in stretta congiunzione.
Marte, Giove, Mercurio e la Luna inizieranno una danza che li vedrà spostarsi nel cielo entro una dozzina di gradi (ricordo che il diametro apparente della Luna è circa mezzo grado) e da una giornata all'altra le posizioni reciproche cambieranno visivamente.

Il 27, dopo essere passata per la fase di 'nuova', la Luna si troverà in congiunzione con Venere e potrà essere vista dalle 18:30 circa. In base a quello che ho visto stasera (alle 18:10 Venere era già visibilissima nel cielo ancora decisamente chiaro) anche prima.

Il vero fenomeno è però la cometa Lulin che si sta avvicinando al momento di massima luminosità, calcolata in magnitudine +6, ma che si presume possa raggiungere +4.
All'inizio del mese un brillamento solare ne ha strappato una parte della coda, ma non è un punto a sfavore, anzi, se il nucleo è instabile potrebbe avere degli aumenti repentini della luminosità.
Sarà visibile ad occhio nudo come una leggera nuvoletta luminosa e ad esempio il 24 sorgerà circa alle 18:30 e si sposterà molto vicino all'eclittica, il piano orbitale dei pianeti e dove 'passa' il Sole. Quindi quando dico che 'sorge', si alza ad est più o meno dove sorge il Sole. Proprio il 24 si troverà a soli 2 gradi da Saturno.
Tenderà a sorgere sempre prima, quindi quando scendono le tenebre si troverà ogni giorno più alta nel cielo, anche se inizierà l'allontanamento dalla Terra e la conseguente diminuzione della luminosità.
Questa cometa segue un'orbita parabolica, quindi non tornerà più nei pressi del Sole, ma è destinata a perdersi nello spazio.

martedì 17 febbraio 2009

Nuovo satellite scientifico.

E' stabilito per il 24 febbraio a bordo di un vettore Taurus XL della Orbital Sciences Corporation il lancio del satellite OCO (Orbiting Carbon Observatory).
Si occuperà del monitoraggio dall'orbita della quantità e delle variazioni di diossido di carbonio nell'atmosfera terrestre. Riuscendo a seguire differenze dello 0,5% per ogni zona, potrà controllare la distribuzione, i flussi e soprattutto le zone da cui l'anidride carbonica viene principalmente prodotta e consumata.
Pesa circa 400kg e si inserirà su un'orbita circolare a 700 km di quota.
La sua vita prevista è di 2 anni.

Speriamo che sia la volta buona: il lancio è già stato rinviato 4 volte, il 15 dicembre, il 15 gennaio, il 30 gennaio ed anche la data del 23 febbraio è slittata al giorno dopo.
Il vettore lascerà la rampa 576 di Vandenberg alle 10:50 CET (italiane). La finestra di lancio durerà 9 minuti.

Nell'immagine una rappresentazione artistica del satellite.
Fonte: NASA.

lunedì 16 febbraio 2009

Collisione in orbita, fase 3.

Un bolide ha attraversato ieri i cieli del Texas, una grande fiammata seguita da un fragoroso bang supersonico.
Benché sia stato escluso che questo fenomeno sia collegato alla collisione fra satelliti di martedì scorso, il timore di detriti rientranti sulla Terra è alto.
Infatti la FAA (Federal Aviation Administration) Americana ha diramato un comunicato NOTAM (NOtice To AirMen – informazione per gli aviatori) secondo il quale occorre prestare particolare attenzione agli eventuali oggetti spaziali in rientro atmosferico. A questo proposito si richiede di comunicare qualsiasi avvistamento di detriti rientranti e darne immediata informazione alla direzione FAA. Non si fa specifico riferimento alla collisione, ma la coincidenza temporale è per lo meno curiosa.

Questo è il testo ufficiale della NOTAM:
FDC 9/5902 FDC .. SPECIAL NOTICE .. EFFECTIVE IMMEDIATELY UNTIL FURTHER NOTICE. AIRCRAFT ARE ADVISED THAT A POTENTIAL HAZARD MAY OCCUR DUE TO REENTRY OF SATELLITE DEBRIS INTO THE EARTHS ATMOSPHERE. FURTHER NOTAMS WILL BE ISSUED IF MORE INFORMATION BECOMES AVAILABLE. IN THE INTEREST OF FLIGHT SAFETY, IT IS CRITICAL THAT ALL PILOTS/FLIGHT CREW MEMBERS REPORT ANY OBSERVED FALLING SPACE DEBRIS TO THE APPROPRIATE ATC FACILITY TO INCLUDE POSITION, ALTITUDE, TIME, AND DIRECTION OF DEBRIS OBSERVED.
FDC 9/5902 FDC .. Avviso Speciale .. Effetto immediato fino a ulteriore avviso. Gli aeromobili sono avvertiti che un potenziale pericolo può presentarsi a causa del rientro di detriti satellitari nell’atmosfera terrestre. Ulteriori NOTAM saranno rilasciati se saranno disponibili ulteriori informazioni. Nell’interesse della sicurezza della navigazione aerea, è fondamentale che tutti i piloti/equipaggi segnalino qualsiasi detrito spaziale che venga avvistato e ne facciano immediato rapporto alla ATC Facility di competenza includendo posizione, altitudine, ora e direzione del detrito osservato.

Anche il comunicato della fonte naturale del bolide di ieri è stato dato proprio dalla FAA che ha calcolato la massa del meteoroide in circa quella di un furgone e la consistenza del cemento. Il fenomeno è stato visibile chiaramente nel Texas del nord ed erano circa le 11 del mattino locali, quindi in pieno giorno.

Mars Exploration Rover News.

Un piccolo, ma importante miglioramento nella produzione elettrica dei pannelli di bordo di Spirit indica che il vento su Marte ha influito positivamente sulla copertura di polvere che copre i pannelli del rover.
Come ormai è risaputo, i Mars Exploration Rover non hanno sistemi autonomi per togliere la polvere che si accumula sulle loro fonti primarie di energia. Il vento degli ultimi giorni ha però asportato una parte di questa coltre che a lungo andare segnerà il destino di questi impavidi esploratori.
Il miglioramento ottenuto è di circa 30 Wh, che in valore assoluto è pochissimo, ma considerando che ha portato la produzione da 210 Wh a 240 Wh per Sol e che il fabbisogno base di un Mer (per gli apparati di bordo e comunicazioni) è di 180 Wh/Sol vediamo che la parte di energia destinata alla ricerca ed esplorazione è addirittura raddoppiata.
“Saremo in grado di usare questa energia per aumentare significativamente la strada percorribile”, ha detto Colette Lohr, uno dei manager di missione presso il Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, in California. “I nostri spostamenti sono stati limitati dall’energia disponibile a 50 minuti massimi per Sol, ma ora potremo fare dei ‘drive’ di oltre un’ora e mezza!”
Spirit ha percorso circa 9 metri da quando un masso semisepolto lo aveva bloccato il 31 gennaio scorso. L’obiettivo delle settimane a venire sarà l’esplorazione dei dintorni dell’altipiano chiamato ‘Home Plate’ dove Spirit ha trascorso l’inverno passato.
Jennifer Herman, che fa parte del team dei MER, ha notato l’aumento di energia disponibile durante il Sol 1812, il 6 febbraio scorso, ed ha verificato questi dati nei due giorni successivi. Prima di questo evento, l’energia che oltrepassava la polvere posata sui pannelli era solo il 25% di quella incidente, mentre ora siamo al 28%. “Anche se non sembra molto, per noi lo è”, ha aggiunto Herman.
L’ultima volta che si è verificato un evento così benefico è stato nel giugno 2007, ma una successiva tempesta di polvere azzerò il miglioramento.

Opportunity invece è in condizioni decisamente migliori e il 10 febbraio ha percorso la bellezza di 135,9 metri. La distanza totale percorsa dall’arrivo su Marte è di 14,36 km, dei quali 2,58 km dal 28 agosto scorso, quando ha lasciato il Victoria Crater per dirigersi verso l’enorme Endeavour Crater.

In foto si nota la polvere che ricopre Spirit - ripresa Sol 1813.
Fonte: JPL.

domenica 15 febbraio 2009

Ufficializzata la proroga al programma Space Shuttle.

La missione Shuttle STS-134 che dovrebbe portare sulla ISS il modulo AMS, l’Alpha Magnetic Spectrometer costato oltre un miliardo di euro e nato dalla collaborazione di 14 paesi è stata ufficializzata, le è stata assegnata la navetta Discovery ed una prima data ufficiale: 16 settembre 2010.
Dato inoltre che una legge federale vieta alla NASA di avviare iniziative per impedire la prosecuzione dei voli Shuttle dopo il 2010 (almeno fino al 30 aprile 2009), si sta parlando in modo sempre più ‘corposo’ di una rinnovo del contratto di costruzione dei serbatoi esterni per ulteriori 2 unità più il ripristino di un pezzo che rimase danneggiato dall’uragano Katrina. Significherebbe dare il via a STS-135 ed STS-136 più una eventuale missione di soccorso o una STS-137.

Altro punto a favore è la presenza di un contributo extra di un miliardo di dollari alla NASA che però non sono stati destinati ad uno scopo preciso. L’accelerazione del programma Constellation costerebbe molto di più e quindi si opterà per l’uso nel programma Space Shuttle: dal 2010 al 2016 (primo volo ufficiale di Constellation con l’Orion 4 che porterà 4 astronauti sulla ISS) si dovrà in qualche modo accedere allo spazio da parte americana e non affidarsi unicamente alle Soyuz Russe. In quest’ottica si pensa proprio ad una proroga di almeno un paio d’anni con 2 voli all’anno e ad una diluizione degli ultimi voli già previsti.
Se i fondi lo permetteranno, l’ideale sarebbe un prolungamento dello Shuttle fino al 2012 ed una anticipazione di Orion al 2015, in modo da ridurre a 3 anni il vuoto nell’accesso allo spazio.

In foto l’AMS.
Fonte: NASA.

sabato 14 febbraio 2009

STS-119 News 9.

Altro rinvio per il Discovery.
Durante una riunione fiume, i manager della NASA hanno deciso che sono necessari almeno 5 giorni in più per valutare tutte le implicazioni del problema alle FCV (Flow Control Valve - valvole del controllo di flusso) che si occupano della pressurizzazione dell'idrogeno nel serbatoio esterno durante il lancio.
La nuova data è attualmente fissata per il 27 febbraio e anche se qualcuno ipotizzava il 7 aprile, non ci dovrebbero essere ripercussioni sui lanci successivi, STS-125 verso Hubble ed STS-127 nuovamente verso la Stazione Spaziale.
La cosa più curiosa della faccenda è che questo problema si è presentato soltanto 1 volta in 124 lanci, nel novembre scorso, ma pare che si sia sempre trattato di fortuna, infatti i particolari delle valvole sono sempre stati utilizzati in questo modo e non si erano mai rotti. Le analisi effettuate hanno però evidenziato una tendenza alla rottura a fatica con i conseguenti pericoli derivanti dai frammenti metallici che vengono letteralmente 'sparati' all'interno dei condotti di ripressurizzazione lunghi 24 metri.
Le prove che stanno eseguendo riguardano proprio la possibilità che un frammento possa danneggiare le tubazioni provocando fughe di idrogeno.
Le analisi hanno però anche dimostrato che la rottura a fatica non avviene su particolari nuovi e addirittura è presente un caso di valvola che dopo 18 missioni è in perfetta efficienza.
Attendiamo la prossima riunione dei vertici NASA che verrà trasmessa in diretta su NasaTV venerdì 20 febbraio.

venerdì 13 febbraio 2009

Progress attraccata.

Ha raggiunto la ISS questa mattina alle 8:18 CET il cargo Russo Progress M-66 (32P) attraccando al molo Pirs di nadir, cioè sul portello rivolto verso la Terra.
Il veicolo lungo circa 8 metri rimarrà ormeggiato alla Stazione per i prossimi mesi, mentre verrà caricato con tutti i materiali di scarto per essere usato come 'camion della spazzatura' e, al termine della sua missione, disintegrarsi nell'atmosfera.

In foto 4 momenti dell'approccio del Progress verso la ISS.
Fonte: NASA TV.

Collisione in orbita, fase 2.

Dopo il disastroso 'contatto' avvenuto martedì fra due satelliti sopra la Siberia, si sta cercando di capire come evolverà la distribuzione dei detriti.
I due satelliti avevano una massa di 560kg l'uno (l'Iridium) e quasi una tonnellata l'altro (il Cosmos) e nell'urto sono andati completamente distrutti: la velocità relativa era di oltre 10 km/s, cioè circa 36'000 km/h.
Si sta calcolando la distribuzione e il numero dei frammenti, ma una prima stima parla di almeno 15-20'000 detriti con dimensioni di almeno 1 cm: ottimo motivo per definire questo evento 'catastrofico', cosa fatta ad esempio da James Oberg, consulente storico della NASA ed esperto in rotte orbitali.
Le loro traiettorie li disporranno su quote comprese fra i 500 e i 1300 km, comportando un discreto rischio per tutti i satelliti posti in questo range di orbite, fra cui c'è anche il telescopio spaziale Hubble (posto su un'orbita circolare a circa 560 km d'altezza).
I rischi per la ISS permangono bassi (trovandosi a circa 350 km), così come bassi sono quelli per le altre missioni umane (Shuttle, Soyuz), eccezion fatta per la missione di servizio proprio al telescopio spaziale. Per quella sono in corso attente verifiche.

L'eventualità di collisioni come questa restano molto remote, ma con l'aumento della presenza orbitale di satelliti, sarà sempre più frequente.
Attualmente il servizio di sorveglianza statunitense controlla circa 17'000 oggetti con dimensioni che partono da 3 centimetri di diametro e circa 900 satelliti attivi, ma non tutte le possibili collisioni si possono evitare, dato che le 'avoidance maneuver' (manovre di deviazione) necessitano di carburante, cosa che su un veicolo spaziale automatico non è sempre disponibile in abbondanza.
Una possibilità potrebbe essere un accordo, come avviene già in orbita geostazionaria, che obbliga tutti i satelliti ad avere a bordo una certa quantità di carburante da usare al termine della vita utile e che sposta il satellite dove non possa provocare danni: verso Terra per un rientro controllato se in orbita medio-bassa e verso una orbita superiore (chiamata giustamente cimitero) per le posizioni geosincrone.

Nell'immagine una prima proiezione della distribuzione dei detriti a 3 ore dall'impatto.
Image courtesy of Analytical Graphics, Inc. (www.agi.com).

giovedì 12 febbraio 2009

Primo lancio dell’anno per Ariane.

Tutto pronto allo spazioporto di Kourou nella Guyana Francese per il lancio di stasera del vettore Europeo Ariane 5 ECA.
Il 2009 sarà un anno molto impegnativo per ArianeSpace che prevede di lanciare da 6 a 8 vettori della classe Ariane, consolidando la leadership nel posizionamento in orbita di grossi carichi.
Il carico per il lancio di stasera ha una massa di 7420 kg a cui si aggiunge il sistema di gestione per carichi multipli chiamato SYLDA.
I satelliti in partenza sono:
- Hot Bird 10; di Eutelsat per telecomunicazioni con 64 transponder in banda Ku che verrà inserito nella posizione orbitale geosincrona 13° est ed è costruito da EADS Astrium.
- SES New Skies NSS-9; anch’esso per telecomunicazioni con 44 transponder in banda C, raggiungerà la posizione geostazionaria a 183° est ed è costruito da Orbital Sciences Corporation.
- 2 piccoli satelliti dimostrativi del Ministero della Difesa Francese.

Il lancio avverrà fra le 23:09 e le 00:04 CET (italiane).

Potete vedere il lancio in diretta qui.

Aggiornamento.
Lancio riuscito.
Ulteriori informazioni qui.

In foto gli ultimi preparativi.
Fonte: ArianeSpace.

Rinvio per LRO.

Il Lunar Reconnaissance Orbiter ha iniziato il viaggio di due giorni verso il Kennedy Space Center per la preparazione al lancio.
Al Goddard Space Flight Center, mentre la sonda veniva caricata sul camion per il trasporto, la United Launch Alliance annunciava però un ritardo nel lancio dovuto ad un problema di concomitanza con un lancio precedente.
La partenza del Delta II con LRO a bordo è ora prevista per il 7 maggio (invece del 24 aprile), anche se è una data ancora da confermare.

In foto il camion che lascia la base di Goddard.
Fonte: NASA.

mercoledì 11 febbraio 2009

Collisione in orbita.

Martedì 10 è avvenuto in orbita un fenomeno decisamente inusuale: la collisione fra due satelliti.
Un satellite della costellazione Iridium, quelli utilizzati dalle comunicazioni cellulari satellitari, è stato centrato da un satellite Cosmos in disuso mentre transitava sopra la Siberia, provocando una nuvola di detriti.
La International Space Station non è minacciata da questi rottami, ma è necessario verificare se altri veicoli possono incrociare la nuvola, cosa che, oltre a danneggiare altri satelliti, potrebbe provocare ulteriori detriti.

La collisione è avvenuta a circa 790 km di quota intorno alle 18 CET e la rete di sorveglianza satellitare statunitense ha già contato oltre trecento pezzi, anche se non è ancora chiaro quanti possano essere.
Incredibilmente non esiste ancora un rapporto preciso sul sinistro in quanto non c’era chi ‘arrivava da destra’: entrambi i veicoli erano fuori posizione e quindi nessuno dei due era sulla sua normale traiettoria. Del resto non esistono dei controllori del traffico satellitare e quindi in questo caso si parlerà sicuramente di concorso di colpa.
Il Cosmos dismesso superava certamente la massa di 500 kg. La massa dei satelliti Iridium è oltre 670 kg e viaggiano su orbite inclinate di 86,4° a 775 km di quota. Il sistema Iridium era composto da 95 unità ma diversi di loro hanno già smesso di funzionare.

Collisioni in orbita sono già avvenute 3 volte in passato, ma sempre fra oggetti molto più piccoli di questi. Siamo di fronte ad un precedente unico e si spera che lo rimanga per molto tempo. Soprattutto la ISS, essendo un oggetto così grande in orbita permanente attorno alla Terra, potrebbe essere quella che corre maggiori rischi per eventuali detriti. In questo caso, oltre ad essere su piani orbitali diversi, i detriti provengono da una quota maggiore rispetto a quella della Stazione e quindi se dovessero avvicinarsi attraverserebbero l’orbita della ISS puntando verso l’atmosfera, dove si disintegrerebbero.

Aggiornamento.
Ecco i dati precisi:
- Ora dell'incidente 1656:00 UTC
- Iridium 33 - SatCat 24946 - orbita 541km x 522km x 86,6° (lancio 1997).
- Cosmos 2251 - SatCat 22675 - orbita 821km x 783km x 74° (lancio 1993).

Nella foto la traccia di un Iridium Flare, i lampi che si possono notare nel cielo notturno quando il Sole viene riflesso dai pannelli dei satelliti Iridium.
Fonte: NASA.

Lancio Proton.

Partito stanotte 11 febbraio alle 1:03 CET un vettore Proton con due satelliti Russi per telecomunicazioni, l'Express MD1 e l'Express AM44.
Lo stadio orbitale che si è occupato di portare i satelliti sull'orbita di trasferimento geosincrono era un Breeze-M.

Ulteriori informazioni qui.

In foto il vettore che lascia la rampa 200/39 di Baikonur.
Fonte: RIA Novosti.

martedì 10 febbraio 2009

Messenger a caccia.

La sonda Messenger che dovrà entrare in orbita intorno al pianeta Mercurio è giunta oggi al perielio della sua traiettoria a soli 46 milioni di km dal Sole (0,31 U.A.).
E da quella posizione privilegiata può occuparsi della caccia ai ‘vulcanoidi’.
Si ipotizzava che all’interno dell’orbita di Mercurio ci fosse ancora un pianeta responsabile delle perturbazioni nell’orbita di Mercurio stesso. Queste perturbazioni vennero poi associate ad effetti della relatività generale, ma una parte di mistero permane, soprattutto perché all’interno di quella di mercurio esiste ancora un’orbita totalmente stabile. Il nome di questo pianeta fantasma era proprio Vulcano, ma non è mai stato visto.
La zona più vicina al Sole è molto difficile da osservare a causa dell’abbagliamento che provoca la stella e finora sono stati rilevati solo piccoli corpi non più grandi di 60 km di diametro. In base all’esistenza di questa orbita stabile, la sonda si trova ora in una posizione tale da poter vedere i ‘vulcanoidi’ di fianco a lei.
Ha quindi ripreso una serie di 256 immagini a destra e a sinistra del Sole ed in questo modo potrà verificare la presenza di oggetti fino a 15 km di diametro, cosa mai eseguita prima d’ora. La presenza di questi oggetti confermerebbe che gli impatti su Mercurio non sono stati tutti provocati da oggetti provenienti dalle orbite esterne.
Se invece non dovessero esistere i vulcanoidi il mistero sarebbe proprio il perché non si sono formati oppure perché non sono più presenti.

Nell'immagine Mercurio fotografato durante l'ultimo passaggio radente.

lunedì 9 febbraio 2009

Lancio Cargo Progress.

E' partito questa mattina 10 febbraio dal Cosmodromo di Baikonur il cargo Progress-32P (M66 - penultimo della vecchia serie) che trasporta i rifornimenti sulla ISS.

Alle 6:49 CET il vettore Soyuz U ha lasciato la torre 31/6 del poligono Kazako e raggiungerà la Stazione approssimativamente alle 10:23 CET del 13 febbraio.
A bordo sono presenti circa 1300 kg di materiali di cui 870 kg di propellenti, 50 kg di ossigeno, ed anche cibi freschi.

Il precedente cargo, l'M-01M, primo della nuova serie, ha lasciato la Stazione carico di rifiuti nei giorni scorsi per la distruzione controllata in atmosfera.

Ulteriori informazioni qui.

Il programma Constellation avanza.

In quest'immagine mattutina si vede la gigantesca gru che sta assemblando le tre torri parafulmine destinate a proteggere i vettori Ares sulla rampa 39B del Kennedy Space Center.
Le torri sono alte oltre 160m con un elemento in materiali compositi che le alza di ulteriori 30 metri. Queste strutture sono rese necessarie dato che i nuovi razzi di classe Ares saranno alti oltre 100m e quindi la torre principale non potrà più difenderli come faceva con lo Space Shuttle, che era alto 'solo' 64m.

La rampa 39B sta passando definitivamente al progetto Constellation dopo che è iniziato il lavoro di modifica nel 2006, in seguito all'ultimo lancio ufficiale Shuttle da quel Pad. L'ultima incognita resta la missione STS-400 di eventuale soccorso per la STS-125, ma in base agli ultimi discorsi pare che si opterà per un doppio uso della rampa 39A liberando definitivamente la 39B per il nuovo programma.

domenica 8 febbraio 2009

La ISS fino al 2020.

L'uso della Stazione Spaziale Internazionale era previsto fino al 2015, dopodiché sarebbe iniziato il disarmo. E' di giovedì scorso la notizia che la Russia ha stretto un accordo (per ora verbale) con USA, ESA, Giappone e Canada per la prosecuzione dell'utilizzo della Stazione almeno fino al 2020.

Questa è un'ottima notizia che permetterà alla ricerca scientifica di conservare la ISS, un 'santuario' in microgravità, che nonostante i costi altissimi permette di spingere la sperimentazione scientifica fuori dai vincoli di gravità ed atmosfera.

E permetterà anche a noi appassionati di sognare quando vediamo quella stella scintillante che attraversa i nostri cieli...

Hayabusa torna a casa.

La sonda giapponese Hayabusa, lanciata nel 2003, inizia la nuova fase del rientro a Terra per restituire alla JAXA (Japan Aerospace eXploration Agency) il primo frammento di asteroide prelevato direttamente ‘sul posto’.
Dopo aver lasciato l’orbita dell’asteroide Itokawa, i motori a ioni della sonda giapponese Hayabusa sono stati spenti il 18 ottobre 2007, completando così la prima fase delle manovre orbitali per il ritorno a Terra.
Finora, Hayabusa ha eseguito un volo inerziale, ma il 6 febbraio è giunto il momento riavviare i sistemi di controllo dell’assetto e uno dei 4 motori a ioni.
L’accelerazione così impressa alla sonda continuerà per oltre un anno, fino a marzo 2010 e completerà così la seconda fase del percorso di ritorno verso la Terra. È stato deciso di utilizzare un solo motore per questa fase della missione per avere la certezza che almeno uno su quattro funzionasse e non dover studiare delle rotte alternative: il programma della missione è così sicuramente già calcolato in modo preciso e con 3 backup sarà certamente portato a termine.
Da aprile a giugno del 2010, Hayabusa, che nel frattempo sarà giunta nel punto più vicino alla Terra, verrà indirizzata con maggiore precisione a noi con l’intento di studiare con estrema accuratezza il rientro atmosferico della sua capsula, prevista proprio per il giugno 2010.
Il tempo totale di funzionamento del motore a ioni della sonda ha raggiunto le 31'000 ore ed ha generato complessivamente una spinta equivalente a 1'700 metri al secondo.
Hayabusa ha ancora sufficiente spinta e propellente (gas Xeno ionizzato con scariche di microonde), certamente di più dei 400 m/s ancora necessari per il rendez-vous con la Terra.

Permane il dubbio che la sonda abbia effettivamente raccolto del materiale, perché nel novembre 2005, durante la sua permanenza di 30 minuti sull’asteroide Itokawa, il malfunzionamento di uno dei dispositivi di frantumazione per la raccolta, potrebbe non aver permesso l’ingresso di una grande quantità di materiale.
Tutto quello che sarà presente nella capsula di rientro verrà comunque analizzato, dopo che sarà recuperata e trasportata nei laboratori giapponesi.

Aggiornamento.
La cosa più speciale di questo ritorno a casa è che Hayabusa era stata spenta con delle avarie a bordo quasi devastanti: motori del controllo d'assetto non funzionanti e 2 dei 3 giroscopi di bordo guasti.
Il team è quindi riuscito a recuperare il controllo completo della sonda utilizzando il giroscopio residuo, i motori principali a ioni (che permettono un puntamento fine di circa 5° in tutte le direzioni) e i pannelli solari come se fossero vele contro il vento solare.
Tutti questi dati sono entrati negli algoritmi di guida della sonda che ora può tentare questo ritorno alla base con una programmazione nuova di zecca.
I complimenti al team per l'ingegno e la realizzazione di questo salvataggio sono d'obbligo...

Nell’immagine Hayabusa mentre raccoglie i campioni.
Fonte: JAXA.

sabato 7 febbraio 2009

Missione Europea OasISS.

A maggio 2009 un astronauta ESA di nazionalità belga, Frank De Winne, raggiungerà la ISS per la sua missione semestrale a bordo della Stazione.
Diventerà così il primo astronauta Europeo a comandare la Stazione Spaziale Internazionale.
Il nome della missione, OasISS, è ispirato al legame di De Winne con l’UNICEF e i problemi di approvvigionamento dell’acqua in molte zone della Terra. Le tecnologie presenti e che verranno sviluppate a bordo della ISS potranno contrastare ed in alcuni casi ridurre drasticamente questi problemi affinando i metodi di recupero, depurazione e controllo delle risorse idriche che, proprio a bordo della Stazione, sono preziosissime.
Sulla ISS, il Comandante De Winne eseguirà i normali compiti di ricerca e divulgazione, che il passaggio a sei componenti dell’equipaggio potrà rendere ancora più numerosi.

In foto la ISS vista dallo Space Shuttle Endeavour.
Fonte: NASA.

Nasce il gruppo su FaceBook.

Dietro al sempre maggiore successo di Facebook, mi sono deciso a formare un gruppo in modo da raccogliere direttamente 'live' sia i vostri suggerimenti che migliorare la conoscenza fra noi.

Lo trovate qui.

Iscrivetevi al gruppo e partecipate attivamente a questo Blog: come avrete già notato sono a vostra disposizione...

STS-119 News 8.

Nuovo rinvio per la missione STS-119 'Full Power' della navetta Discovery.
Dopo il precedente annuncio del rinvio di una settimana dal 12 al 19 febbraio, i manager del programma Space Shuttle hanno deciso di approfondire i controlli smontando e verificando tutte e 3 le FCV (Flow Control Valve) che nel volo di novembre hanno provocato problemi.
La prima conseguenza è un immediato ritardo in tutte le operazioni di preparazione alla missione, con la riunione dello staff tecnico spostata al 13 febbraio, la FRR (riunione di autorizzazione al volo) al 18 febbraio e quindi la nuova data di lancio spostata al 22 febbraio, alle 9:31 CET (italiane).
Il problema principale è dato dai frammenti che possono staccarsi dalle valvole e che, se danneggiassero i condotti, portare a pericolosissime fughe di idrogeno gassoso in pressione, cosa che potrebbe addirittura portare alla perdita del veicolo e dell'equipaggio.
Questo è il motivo principale dell'apprensione della NASA per il problema FCV e se non si trovasse una soluzione immediata, l'alternativa sarebbe una riprogettazione delle valvole in questione, cosa che comporterebbe almeno 2 mesi di ritardo alla missione e di conseguenza a tutto il programma Space Shuttle.
Le eventuali ripercussioni sulla data di lancio di Ares I-X sono ancora da valutare.

In foto i manager del programma durante una delle conferenze stampa.
Da sinistra Mike Curie, NASA Public Affairs, William H. Gerstenmaier, Amministratore associato per per le Space Operations, John Shannon, manager del Programma Shuttle, Mike Suffredini, manager del programma International Space Station e Mike Leinbach, direttore dei lanci Shuttle.

venerdì 6 febbraio 2009

Lancio NOAA-N Prime, riuscito.

Dopo due rinvii, mercoledì per un problema ad una valvola di pressurizzazione dell'azoto e giovedì per un problema all'impianto di condizionamento del vano di carico (fairing), è finalmente partito dalla base di Vandenberg in California, il satellite NOAA-N Prime ed ha raggiunto l'orbita principale.
Saranno necessari un paio di aggiustamenti per posizionarlo sull'orbita definitiva, ma dopo i problemi che ha avuto a terra è un gran sollievo saperlo finalmente al lavoro.
Il meteo ha lasciato in forse fino all'ultimo a causa della copertura nuvolosa e dei venti in quota, ma tutto è andato per il meglio.

Ulteriori informazioni qui.

In foto il momento dell'accensione dei motori.
Fonte: NasaTV.

giovedì 5 febbraio 2009

Phoenix News.

Dovrebbe essere iniziata il 2 febbraio la copertura di Phoenix con il ghiaccio di CO2 e la speranza è che questo bozzolo che dovrebbe formarsi difenda le apparecchiature dalle temperature proibitive dell'inverno polare marziano.
Siamo ormai sotto le 10 ore di Sole per Sol che comunque non sale più molto al disopra dell'orizzonte. Le temperature scendono già sotto i -110°C e quindi diversi componenti sono a rischio.
In base al grafico risulta che per i prossimi nove mesi la sonda verrà progressivamente inglobata nel ghiaccio e, circa in prossimità del Sol 540, altrettanto progressivamente verrà di nuovo liberata.
Se però vorremo avere delle possibilità di ricevere notizie direttamente da Phoenix, dovremo aspettare il Sol 630, quando il Sole non scenderà più sotto l’orizzonte, permettendo a quel che resta dei pannelli di recuperare un po’ di energia.

Sempre se ne saranno ancora in grado...

Spirit Rover News.

Il robot che sta lavorando su Marte ha ripreso le normali operazioni dopo il problema verificatosi durante il Sol 1800.
Apparentemente si è trattato di un disallineamento dei sistemi inerziali e giroscopici a bordo del rover, infatti verifiche eseguite durante il Sol 1802 hanno evidenziato un’errata taratura di circa 3°.
Reimpostato il sistema, durante il Sol 1805 tutto funzionava alla perfezione e benché non si fosse capito cosa avesse causato il problema si è deciso di proseguire con l’esplorazione. L’unica spiegazione per il malfunzionamento poteva essere un raggio cosmico che ha influenzato un banco della memoria di bordo.
Per il Sol 1806 (31 gennaio) veniva comandato un ‘drive’, uno spostamento, ma dopo soli 30 centimetri Spirit si è bloccato: la sua ruota anteriore destra, la cui articolazione è bloccata ormai da tempo, ha urtato un sasso semi sepolto e lo spostamento è stato interrotto (vedi foto).
Nessun problema: verranno inviati comandi per aggirare l’ostacolo e proseguire con l’esplorazione...

mercoledì 4 febbraio 2009

ISS news.

Il controllo missione della Stazione Spaziale Internazionale ha annullato il reboost previsto per oggi dopo che verifiche sui sensori di integrità strutturale hanno evidenziato che nell’ultimo aumento di orbita eseguito il 14 gennaio sono state rilevate tensioni fra gli elementi della Stazione che hanno superato del 150% gli stress nominali.
Non siamo al livello di rischio per la struttura della Stazione, ma questi dati necessitano di ulteriori indagini, soprattutto prima di imprimere nuove spinte e vibrazioni nella struttura che dovrebbe avere almeno altri 15 anni di vita.
I Russi non hanno alcuna necessità di questo reboost, anche in occasione del lancio del cargo Progress del 10 febbraio. L’unica conseguenza potrebbe essere un ritardo nel prossimo lancio Soyuz, dal 25 al 26 marzo. Ma per quello c’è ancora tempo.
Altri problemi sono il nuovo guasto al sistema di ricircolo dei liquidi e ormai si attende il ricambio che dovrebbe arrivare con il Discovery della STS-119 ed un malfunzionamento ai filtri del diossido di carbonio che causano un aumento di pressione relativa all’interno del sistema di filtraggio della stazione. È anche stato rilevato un aumento della carica batterica nei circuiti dell’acqua potabile di bordo. Anche per quest’ultimo inconveniente è presente un ricambio sul Discovery, mentre per i filtri del diossido di carbonio un ricambio sarà inviato con la missione di giugno dell’Endeavour.

STS-119 News 7.


Il lancio dello Shuttle Discovery è stato rinviato di almeno una settimana.
La nuova data è ‘non prima del’ 19 febbraio, ma è ancora provvisoria a causa delle analisi in corso interne al team che ha eseguito la Flight Readiness Review. Il team stesso si riserva di riunirsi il prossimo 10 febbraio per una determinazione più precisa della possibile data di lancio.

Il problema principale è dato dalle 3 valvole di flusso dell’idrogeno liquido che sono state sostituite nei giorni scorsi e che si occupano di controllare e regolare la pressione del combustibile durante la salita verso l’orbita. Sono una parte fondamentale del sistema di alimentazione dei motori della navetta in quanto si occupano di reinviare l’idrogeno gassoso nel serbatoio esterno per mantenerne la pressione e di conseguenza il flusso verso i motori stessi.
Durante l’ultimo lancio di novembre, una delle tre valvole dell’Endeavour ha lasciato passare troppo idrogeno provocando una sovrapressione che è stata compensata dalle altre due, evitando quindi qualsiasi conseguenza sul viaggio verso l’orbita.
Dopo l’atterraggio gli ingegneri hanno rilevato una piccola crepa ed un consumo anomalo della bocca d’ingresso della pompa consigliando ai manager di smontare tutte le valvole degli orbiter per controllarne attentamente lo stato. Da queste analisi è stato rilevato un altro esemplare con micro-cricche, probabilmente provocate da fatica meccanica.
Venne così deciso di installare sul Discovery una serie di valvole nuove, anche se già collaudate proprio a bordo del Discovery.
Ma le analisi non si sono fermate. Gli esperti si chiedevano come fosse possibile che un punto apparentemente così poco sollecitato potesse spezzarsi a fatica. Sono così stati fatti dei test e delle simulazioni di fluidodinamica sul labbro d’ingresso e i risultati hanno dimostrato che può instaurarsi un moto turbolento che ne causa la rottura per stress da fatica.
Ora che è stato compreso il problema occorre capire se il pezzo che potrebbe staccarsi dalla pompa può essere pericoloso per le altre componenti del circuito di pressurizzazione: se dovesse danneggiare una tubatura e provocare una perdita di pressione, quali sarebbero le conseguenze?
Il fatto che non sia mai successo niente non è significativo per il futuro, e i due incidenti passati agli orbiter ne sono la dimostrazione.
Quindi la NASA è intenzionata a proseguire con i controlli.
Questo è il principale motivo di questo rinvio e anche del fatto che la data è ancora provvisoria: il 10 febbraio si saprà sicuramente meglio a che punto sono le indagini sul potenziale problema e sarà più chiaro se si potranno usare queste pompe senza rischio.

Ad oggi il lancio è previsto il 19 febbraio alle 10:41:47 CET (italiane).

In foto l'equipaggio di fronte al Discovery pronto in rampa.
Fonte: NASA.

martedì 3 febbraio 2009

ASI apre lo Stargate.

Sul sito dell'Agenzia Spaziale Italiana hanno inserito una pagina con la guida completa delle informazioni sullo Spazio disponibili in rete. Sarà probabilmente il punto di partenza per creare un vero e proprio indice che sarà periodicamente aggiornato con tutte le nuove fonti d'informazione che sono presenti in rete.
Effettivamente il nuovo sito ASI è molto accattivante e queste iniziative dimostrano una impegno del tutto nuovo nella cura delle relazioni pubbliche sul Web.

Questo è l'indirizzo alla pagina e se la sfogliate fino in fondo, nei Blog trovate anche questo mio AstroWorld...

Sono estremamente onorato di essere riuscito ad entrare in quella lista e ringrazio l'ASI per avermi dato quella che per me è una vera e propria onorificenza!

Lancio orbitale Iraniano.

Dopo diversi annunci ed un lancio suborbitale l'anno scorso, l'Iran ha finalmente eseguito il primo lancio missilistico ponendo in orbita un satellite.
Ieri sera, lunedì 2 febbraio, il vettore Safir-2 alto 22 metri e con il diametro di 1,25m, ha inserito Omid (Speranza) un satellite scientifico/telecomunicazioni in un'orbita bassa, 250km x 440km inclinata di 55,5°.
Il Presidente Iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha voluto questo lancio in concomitanza con i festeggiamenti per il trentesimo anniversario della Rivoluzione Islamica.

E' entrato in orbita anche l'ultimo stadio del vettore, che è stato immediatamente tracciato dai sistemi di controllo orbitale, soprattutto per seguirne l'evoluzione dell'orbita e seguirne il rientro atmosferico.
Il prossimo lancio è previsto per il 20 marzo.

Per maggiori informazioni vedi qui.

Nella foto: il lancio.

Piogge di metano.

Per diversi anni gli scienziati della sonda cassini hanno sospettato che le aree scure vicino ai poli di Titano potessero essere dei laghi.
Immagini riprese recentemente di una zona del polo sud hanno evidenziato come una di quelle aree scure si sia formata dopo che un intenso sistema nuvoloso ha stazionato per oltre un anno in quella zona. L’unica spiegazione logica è che il sistema nuvoloso fosse in realtà un grande fronte temporalesco le cui precipitazioni hanno creato il lago visto recentemente.

La fotocamera ad alta definizione Imaging Science Subsystem, che lavora nel vicino infrarosso, ha ripreso tutta la zona dei grandi laghi dell’emisfero settentrionale. Questi laghi contengono idrocarburi, principalmente metano, e durante i cambi di stagione, le estati provocano l’evaporazione e nuove precipitazioni. Su Titano è quindi sempre in corso un ‘rimescolamento’ dell’atmosfera dal lato estivo e con il succedersi delle stagioni questo vale per tutta la superficie del satellite, compresi l’equatore e i tropici durante i passaggi per le mezze stagioni.

L’atmosfera di Titano è sempre stata un dilemma ed in effetti non si riesce a calcolare da quanto tempo si sia formata. Elizabeth Turtle, della Johns Hopkins University, ha fatto una proiezione secondo la quale, all’attuale ritmo di dispersione, l’atmosfera non durerà più di 10 milioni di anni, a meno che non siano presenti ingenti giacimenti sotterranei che spiegherebbero le dispersioni: invece di perdersi nello spazio, il metano scenderebbe parzialmente in profondità nella crosta.
Considerate che il mare Kraken, il più grande, è 400'000 km² e la superficie coperta da tutti i grandi laghi settentrionali, circa 510'000 km² che è circa il 40% in più del mar Caspio, il lago più grande del nostro pianeta. La quantità di idrocarburi in ballo è quindi notevole.

lunedì 2 febbraio 2009

Satellite recuperato.

Lo avevamo lasciato come lo vedete nella foto allegata, rovinato a terra a causa di una manovra maldestra durante uno spostamento.
Il satellite da mezzo miliardo di dollari NOAA-N Prime, che dovrà eseguire osservazioni sul clima globale, è ormai pronto ed inserito nel fairing del suo Delta II, in attesa del lancio che avverrà alle 11:22 CET (Italiane) di mercoledì prossimo 4 febbraio dalla base aerea statunitense di Vandenberg, in California.
La missione durerà circa 66 minuti e il razzo con 3 booster a stato solido porterà su un’orbita a 850km di quota il satellite del peso di circa 1400kg.
I 212 milioni di dollari di costo per le riparazioni al satellite sono stati parzialmente coperti dal mancato immagazzinamento per 2 anni, dato che era previsto appunto un lungo stivaggio in un magazzino ad atmosfera controllata e sotto continua osservazione e test per mantenerne l’efficienza.
In realtà circa il 75% del veicolo è stato sostituito con i pezzi di ricambio presenti alla Lockeed Martin, dato che la NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) ha intenzione di costruire almeno altri 2 satelliti di questo tipo, i POES (Polar Operational Environmental Satellite), che dovranno migliorare le rilevazioni e le capacità di previsione meteorologica sul medio termine.
La causa principale dell’incidente è stata la mancanza delle 24 viti che avrebbero dovuto assicurare il veicolo alla flangia di trasporto: una banale dimenticanza, ma che è costata molto cara...

domenica 1 febbraio 2009

STS-125 News 23.

Mentre proseguono i preparativi per la missione verso Hubble, anche su Endeavour sono in corso i lavori di manutenzione, dato che dovrà essere pronto a partire per un'eventuale missione di soccorso per Atlantis.
L'altro giorno, durante i lavori, è stato rilevato un intruso che si è nascosto all'interno della stiva dello Shuttle Endeavour.
Dopo qualche difficoltà, il clandestino è stato catturato e liberato all'esterno dell'Orbiter Processing Facility numero 2, una delle gigantesche officine dove viene effettuata la manutenzione agli orbiter.

Come avete visto nella foto si trattava di un piccolo volatile che è riuscito ad entrare nell'hangar del Kennedy Space Center.

Ovviamente non gli è stato torto un capello... pardon, una piuma...