Nulla di fatto nella riunione fiume durata 13 ore.
I dirigenti NASA non hanno trovato un accordo e il lancio è stato sospeso.
I dubbi sui possibili problemi derivanti dalle valvole FCV hanno portato il direttore del Johnson Space Center ed altri ingegneri ad opporsi al lancio se non vengono eseguiti ulteriori approfondimenti.
Da notare che uno dei test sui detriti che possono essere causa di danni ai condotti dell'idrogeno ha avuto un esito preoccupante, anche se sotto condizioni particolarmente estreme. I condotti che escono dalle valvole incriminate hanno una curva a 90° a soli 13 centimetri di distanza dal punto di distacco potenziale dei frammenti e in determinate condizioni il flusso in quel punto arriva quasi a 1000 km/h. Ed è in una simulazione in quel punto che è stato rilevato un piccolo danno alla condotta, che, anche se non ha portato alla perforazione, rende preoccupante la situazione.
E' stato anche discusso dei potenziali problemi alla missione portati dai detriti provenienti dalla collisione satellitare di dieci giorni fa, ma questo problema è stato immediatamente archiviato come 'nella norma'.
Il guaio alle valvole tiene quindi banco e dovrà anche essere considerata l'eventualità che i frammenti di FCV possano essere aspirati dai motori della navetta, cosa non ancora presa in considerazione dai test.
Ad oggi il lancio resta ufficialmente NET (not early than - non prima del) 27 febbraio, ma avendo interrotto la preparazione ed in attesa della prossima riunione indetta per il 25 febbraio dovrà slittare almeno di 5-6 giorni.
Il Discovery non potrà comunque effettuare la sua missione fra il 14 marzo e il 6 aprile, per evitare interferenze con la Soyuz prevista in partenza il 25 marzo per il cambio dell'equipaggio sulla ISS, quindi la tolleranza a questo punto è molto stretta. Già ora siamo almeno al 4 marzo per una possibilità di lancio e le probabilità di un rinvio ad aprile sono già consistenti.
Ne sapremo di più mercoledì prossimo...
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