Il vettore Tsyklon-3 ha lasciato la rampa di lancio per l'ultima volta, infatti questa è stata l'ultima missione assegnata a questa classe di missili.
Alle 13:30 UTC di oggi, 30 gennaio, il satellite Koronas-Foton (in russo КОРОНАС-ФОТОН) è partito dal Pad 32/2 di Plesetsk per raggiungere la sua orbita. I suoi compiti sono lo studio dell'interazione fra le particelle cariche provenienti dal Sole e il nostro pianeta.
Qui altre informazioni.
In foto il centro di controllo.
Fonte: Roscosmos.
Time machine.
International Space Station
Europa Centrale
Kennedy Space Center - Florida
Baikonur - Kazakhstan
Kourou - French Guyana
venerdì 30 gennaio 2009
Nuovo avamposto orbitale per la Russia.
Alexei Krasnov, direttore dei programmi abitati dell'Agenzia Russa Roscosmos ha proposto la costruzione di una nuova stazione spaziale orbitante che possa fare da avamposto per le missioni lunari ed in seguito anche per quelle che dovranno raggiungere Marte.
L’intenzione della Russia è, come per altre organizzazioni spaziali mondiali, il raggiungimento della Luna entro il medio termine, ma non con missioni ‘mordi e fuggi’, ma impiantando una base permanente.
Lo scopo principale, oltre che per la ricerca scientifica in senso stretto, sarà lo sviluppo di metodi per lo sfruttamento delle risorse lunari allo scopo di utilizzarle per un ulteriore passo verso l’esplorazione del Sistema Solare.
Al più presto questa proposta verrà discussa dal governo russo sia dal punto di vista legislativo che finanziario.
Krasnov ha anche ribadito la necessità di estendere la vita operativa della ISS almeno fino al 2020, ma di questo se ne dovrà discutere fra le 15 nazioni coinvolte nel progetto.
In foto la storica stazione spaziale MIR.
Fonte: NASA.
L’intenzione della Russia è, come per altre organizzazioni spaziali mondiali, il raggiungimento della Luna entro il medio termine, ma non con missioni ‘mordi e fuggi’, ma impiantando una base permanente.
Lo scopo principale, oltre che per la ricerca scientifica in senso stretto, sarà lo sviluppo di metodi per lo sfruttamento delle risorse lunari allo scopo di utilizzarle per un ulteriore passo verso l’esplorazione del Sistema Solare.
Al più presto questa proposta verrà discussa dal governo russo sia dal punto di vista legislativo che finanziario.
Krasnov ha anche ribadito la necessità di estendere la vita operativa della ISS almeno fino al 2020, ma di questo se ne dovrà discutere fra le 15 nazioni coinvolte nel progetto.
In foto la storica stazione spaziale MIR.
Fonte: NASA.
giovedì 29 gennaio 2009
Lancio rinviato.
Il lancio è stato rinviato di 24 ore per problemi tecnici non meglio definiti.
Il satellite Coronas Photon dovrebbe partire domani, venerdì 30 gennaio, alle 14:30 CET (italiane).
Il satellite Coronas Photon dovrebbe partire domani, venerdì 30 gennaio, alle 14:30 CET (italiane).
Satelliti in crisi.
Astra 5A ha smesso di funzionare la settimana scorsa. Aveva oltre 11 anni e quindi aveva ormai completato il suo ciclo operativo.
Il problema è ora il suo spostamento senza controllo all’interno della zona geostazionaria, quella a 36’000km di quota dove sono appollaiati tutti i satelliti per telecomunicazioni e quelli meteorologici.
Eutelsat e Intelsat sono in allerta perché se Astra 5A nel suo spostamento verso est dovesse trovarsi in rotta di collisione con qualche altro veicolo gli si dovrà lasciare strada dato che non è più assolutamente controllabile.
Ma per Eutelsat c’è un’altra grana.
Il satellite W2M, lanciato il 20 dicembre scorso, ha un importante malfunzionamento ai sistemi di alimentazione e quindi non diventerà mai operativo.
W2M era costruito da un gruppo Indo-europeo (ISRO Antrix e EADS Astrium) e doveva sostituire il vecchio W2. Verrà rimpiazzato durante il 2010 dal W3B che è attualmente in preparazione e che doveva proprio fare da ‘jolly’ sostituendo eventuali defezioni della costellazione.
Il problema principale (posto che i danni diretti verranno risarciti dalle assicurazioni) è che W2, pronto per il pensionamento, deve funzionare ancora per un anno e mezzo...
Nell'immagine un satellite Eutelsat.
Il problema è ora il suo spostamento senza controllo all’interno della zona geostazionaria, quella a 36’000km di quota dove sono appollaiati tutti i satelliti per telecomunicazioni e quelli meteorologici.
Eutelsat e Intelsat sono in allerta perché se Astra 5A nel suo spostamento verso est dovesse trovarsi in rotta di collisione con qualche altro veicolo gli si dovrà lasciare strada dato che non è più assolutamente controllabile.
Ma per Eutelsat c’è un’altra grana.
Il satellite W2M, lanciato il 20 dicembre scorso, ha un importante malfunzionamento ai sistemi di alimentazione e quindi non diventerà mai operativo.
W2M era costruito da un gruppo Indo-europeo (ISRO Antrix e EADS Astrium) e doveva sostituire il vecchio W2. Verrà rimpiazzato durante il 2010 dal W3B che è attualmente in preparazione e che doveva proprio fare da ‘jolly’ sostituendo eventuali defezioni della costellazione.
Il problema principale (posto che i danni diretti verranno risarciti dalle assicurazioni) è che W2, pronto per il pensionamento, deve funzionare ancora per un anno e mezzo...
Nell'immagine un satellite Eutelsat.
Notizie dal MER Spirit.
Il rover ha avuto qualche problema: se fosse un essere umano sarebbe disorientato...
Domenica non ha eseguito i movimenti previsti e non ha salvato nelle memorie flash i rilievi della giornata.
Uno dei possibili motivi per questo comportamento è l'impossibilità ad eseguire i comandi per la mancanza di punti di riferimento sicuri, quindi non conoscere il proprio orientamento.
A questo scopo è stato dato lunedì il comando di inquadrare il Sole per riallineare la sua posizione con un riferimento preciso, cosa eseguita correttamente, ma che ha evidenziato esattamente quanto previsto: il Sole non era dove si pensava fosse.
Ora Spirit è nuovamente efficiente e dovrà portare avanti il suo lavoro, ma rimane il dubbio sull'accaduto.
Un malfunzionamento di questo tipo potrebbe essere portato da un raggio cosmico, se colpisce qualche parte sensibile del computer di bordo, come la CPU o, appunto, i banchi di memoria.
Attualmente si sta eseguendo una diagnostica completa per capire a fondo l'eventuale problema, ma comunque Spirit è in buona salute, soprattutto considerando che domenica ha festeggiato i 1800 Sol su Marte.
Domenica non ha eseguito i movimenti previsti e non ha salvato nelle memorie flash i rilievi della giornata.
Uno dei possibili motivi per questo comportamento è l'impossibilità ad eseguire i comandi per la mancanza di punti di riferimento sicuri, quindi non conoscere il proprio orientamento.
A questo scopo è stato dato lunedì il comando di inquadrare il Sole per riallineare la sua posizione con un riferimento preciso, cosa eseguita correttamente, ma che ha evidenziato esattamente quanto previsto: il Sole non era dove si pensava fosse.
Ora Spirit è nuovamente efficiente e dovrà portare avanti il suo lavoro, ma rimane il dubbio sull'accaduto.
Un malfunzionamento di questo tipo potrebbe essere portato da un raggio cosmico, se colpisce qualche parte sensibile del computer di bordo, come la CPU o, appunto, i banchi di memoria.
Attualmente si sta eseguendo una diagnostica completa per capire a fondo l'eventuale problema, ma comunque Spirit è in buona salute, soprattutto considerando che domenica ha festeggiato i 1800 Sol su Marte.
mercoledì 28 gennaio 2009
Doppia rampa per la Russia.
A Baikonur, nel Kazakhstan, verranno utilizzate due rampe di lancio per raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale.
Questa decisione è stata presa a causa dell’alta frequenza di lanci prevista quest’anno: 4 Soyuz e 5 Progress.
Roscosmos, l’Agenzia Spaziale Russa, ha quindi ripristinato la rampa di lancio numero 31 per i lanci verso la ISS.
“La torre di lancio numero 1 non sarà certamente sufficiente,” ha detto Alexei Krasnov, direttore delle missioni umane alla Roscosmos. “Ed è per questo che la rampa 31 è quasi pronta per i cargo spaziali e più avanti lo sarà anche per i veicoli abitati.”
Il 10 febbraio verrà inaugurata la nuova rampa con la partenza di un cargo Progress, mentre la Soyuz avrà il primo lancio dal pad 31 fra qualche mese.
Il motivo di questa mole di lanci è principalmente il passaggio da tre a sei componenti fissi sulla ISS.
Nonostante la crisi finanziaria globale, la Russia ha intenzione di battere il record di lanci nel 2009 con ben 39 missioni.
Il foto un tramonto sul Pad 1.
Fonte: Roscosmos.
Questa decisione è stata presa a causa dell’alta frequenza di lanci prevista quest’anno: 4 Soyuz e 5 Progress.
Roscosmos, l’Agenzia Spaziale Russa, ha quindi ripristinato la rampa di lancio numero 31 per i lanci verso la ISS.
“La torre di lancio numero 1 non sarà certamente sufficiente,” ha detto Alexei Krasnov, direttore delle missioni umane alla Roscosmos. “Ed è per questo che la rampa 31 è quasi pronta per i cargo spaziali e più avanti lo sarà anche per i veicoli abitati.”
Il 10 febbraio verrà inaugurata la nuova rampa con la partenza di un cargo Progress, mentre la Soyuz avrà il primo lancio dal pad 31 fra qualche mese.
Il motivo di questa mole di lanci è principalmente il passaggio da tre a sei componenti fissi sulla ISS.
Nonostante la crisi finanziaria globale, la Russia ha intenzione di battere il record di lanci nel 2009 con ben 39 missioni.
Il foto un tramonto sul Pad 1.
Fonte: Roscosmos.
martedì 27 gennaio 2009
Pilastri di luce.
Rispondo ad una domanda ricevuta.
Il fenomeno a cui ha assistito Giacomo, probabilmente, è quello dei “Light Pillar”. Nella foto qui allegata (Fonte: NASA) si vedono i Pilastri di Luce che si formano al disopra della pista di pattinaggio di Fairbanks, in Alaska. Da notare che i fari che illuminano la pista non sono puntati verso l’alto come potrebbe sembrare...
Il fenomeno è dovuto a dei ‘banchi’ di cristalli di ghiaccio che formano una specie di nebbia e riflettono le luci. Il fatto che queste luci possano spostarsi può essere provocato dal movimento della luce sul terreno (ad esempio i fari di un veicolo) o lo spostamento della nube di cristalli. Se una di queste nubi sale di quota, magari spinta da moti convettivi sopra una cittadina, può dare l’impressione di un “lancio missilistico”, anche se la traccia è solo un’illusione ottica. In determinate situazioni, anche se molto raramente, i pilastri di luce possono formarsi anche sui Cirri, nubi molto alte.
Questo fenomeno normalmente si verifica quando le temperature sono particolarmente rigide, a partire da circa -10°C.
Può anche succedere di vedere la colonna di luce al disopra del sole al tramonto, ma in quel caso di parla di ‘Sun Pillar’.
Cercando ‘light pillar’ in Google Images si vedono molti altri esempi.
Il fenomeno a cui ha assistito Giacomo, probabilmente, è quello dei “Light Pillar”. Nella foto qui allegata (Fonte: NASA) si vedono i Pilastri di Luce che si formano al disopra della pista di pattinaggio di Fairbanks, in Alaska. Da notare che i fari che illuminano la pista non sono puntati verso l’alto come potrebbe sembrare...
Il fenomeno è dovuto a dei ‘banchi’ di cristalli di ghiaccio che formano una specie di nebbia e riflettono le luci. Il fatto che queste luci possano spostarsi può essere provocato dal movimento della luce sul terreno (ad esempio i fari di un veicolo) o lo spostamento della nube di cristalli. Se una di queste nubi sale di quota, magari spinta da moti convettivi sopra una cittadina, può dare l’impressione di un “lancio missilistico”, anche se la traccia è solo un’illusione ottica. In determinate situazioni, anche se molto raramente, i pilastri di luce possono formarsi anche sui Cirri, nubi molto alte.
Questo fenomeno normalmente si verifica quando le temperature sono particolarmente rigide, a partire da circa -10°C.
Può anche succedere di vedere la colonna di luce al disopra del sole al tramonto, ma in quel caso di parla di ‘Sun Pillar’.
Cercando ‘light pillar’ in Google Images si vedono molti altri esempi.
Notizie dal MER Opportunity.
Il Mars Exploration Rover Opportunity ha avuto un problema quando, il 15 dicembre 2008, è terminata la fase di opposizione solare. Durante quella fase il rover non poteva comunicare con la Terra ed ha immagazzinato tutti i dati che rilevava.
I rover marziani hanno delle memorie montate a bordo che, come verificato con Spirit nei primissimi giorni di missione, se superano la quantità di 6000 campioni memorizzati rischiano il sovraccarico e potrebbero mandare il robot in stand-by, con il rischio di guasti peggiori.
Ebbene, terminata l’opposizione i banchi di memoria di Opportunity avevano immagazzinato ben 6448 blocchi di dati. A quel punto la priorità era la liberazione dei banchi per evitare problemi al computer di bordo e mentre si interrompeva l’acquisizione si dava il comando per il download dei dati.
Il rover ha trasmesso i dati a Terra attraverso l’orbiter Mars Odyssey, ma purtroppo quasi 3000 campioni sono andati perduti a causa del disturbo solare ancora presente in quel momento: si è preferito svuotare direttamente i banchi di memoria durante la trasmissione a Terra ed evitare eventuali problemi causati da un mantenimento nelle memorie per una eventuale ritrasmissione.
Durante il Sol 1742 (17 dicembre 2008) la produzione di energia è stata di 594 Wattora e la distanza totale percorsa dall’arrivo su Marte era di 13'616,47m.
Nelle foto una parte del panorama di Santorini ripreso prima in colori reali e poi in falsi colori.
Fonte: JPL.
I rover marziani hanno delle memorie montate a bordo che, come verificato con Spirit nei primissimi giorni di missione, se superano la quantità di 6000 campioni memorizzati rischiano il sovraccarico e potrebbero mandare il robot in stand-by, con il rischio di guasti peggiori.
Ebbene, terminata l’opposizione i banchi di memoria di Opportunity avevano immagazzinato ben 6448 blocchi di dati. A quel punto la priorità era la liberazione dei banchi per evitare problemi al computer di bordo e mentre si interrompeva l’acquisizione si dava il comando per il download dei dati.
Il rover ha trasmesso i dati a Terra attraverso l’orbiter Mars Odyssey, ma purtroppo quasi 3000 campioni sono andati perduti a causa del disturbo solare ancora presente in quel momento: si è preferito svuotare direttamente i banchi di memoria durante la trasmissione a Terra ed evitare eventuali problemi causati da un mantenimento nelle memorie per una eventuale ritrasmissione.
Durante il Sol 1742 (17 dicembre 2008) la produzione di energia è stata di 594 Wattora e la distanza totale percorsa dall’arrivo su Marte era di 13'616,47m.
Nelle foto una parte del panorama di Santorini ripreso prima in colori reali e poi in falsi colori.
Fonte: JPL.
Tristi ricorrenze.
27 Gennaio 1967 - Apollo 1
28 Gennaio 1986 - Space Shuttle Challenger
1 Febbraio 2003 - Space Shuttle Columbia
Un doveroso ricordo a coloro che hanno dato la vita perché altri potessero raggiungere lo Spazio in modo più sicuro...
28 Gennaio 1986 - Space Shuttle Challenger
1 Febbraio 2003 - Space Shuttle Columbia
Un doveroso ricordo a coloro che hanno dato la vita perché altri potessero raggiungere lo Spazio in modo più sicuro...
lunedì 26 gennaio 2009
Russi pronti al primo lancio dell'anno.
È previsto per giovedì il primo lancio russo dell’anno.
Il satellite CORONAS-Photon (Complex Orbital Observations Near-Earth of Activity of the Sun), è il terzo della serie per la ricerca solare e fa parte del programma internazionale Living With a Star (vivere con una stella).
Del peso di 1900kg sarà portato in orbita da un vettore Tsyklon-3 che rappresenterà l’ultimo lancio di questa classe di missili.
La rampa sarà la nnumero 32 del cosmodromo di Plesetsk e verrà posizionato su un’orbita circolare di 500km inclinata di 82,5°.
Ne avevo già parlato qui.
Nell’immagine una rappresentazione del satellite.
Fonte: Wikipedia.
Il satellite CORONAS-Photon (Complex Orbital Observations Near-Earth of Activity of the Sun), è il terzo della serie per la ricerca solare e fa parte del programma internazionale Living With a Star (vivere con una stella).
Del peso di 1900kg sarà portato in orbita da un vettore Tsyklon-3 che rappresenterà l’ultimo lancio di questa classe di missili.
La rampa sarà la nnumero 32 del cosmodromo di Plesetsk e verrà posizionato su un’orbita circolare di 500km inclinata di 82,5°.
Ne avevo già parlato qui.
Nell’immagine una rappresentazione del satellite.
Fonte: Wikipedia.
domenica 25 gennaio 2009
Chandrayaan rileva raggi X sulla Luna.
L’apparecchio di ripresa C1XS, uno degli 11 montati sulla sonda Indiana Chandrayaan e sviluppato dall’STFC Rutherford Appleton Laboratory inglese e dalla Indian Space Research Organisation (ISRO), ha rilevato una fluorescenza ai raggi X proveniente dalla superficie lunare.
Il fenomeno è stato provocato il 12 dicembre da un brillamento solare estremamente debole, circa 20 volte inferiore al minimo teorico del C1XS, ed ha dimostrato che lo strumento è in realtà molto più sensibile del previsto.
La registrazione dei dati è iniziata al rilevamento del flare proveniente dal Sole ed ha permesso di registrare il flusso X proveniente dal suolo selenico utilizzando lo spettrometro in banda X della sonda.
Da questa registrazione di 3 minuti ci si aspetta una determinazione precisa della struttura della superficie lunare osservata, dato che la fluorescenza X, come per la luce visibile, ha una sua impronta spettrale che identifica il materiale che la produce.
Con uno strumento a questi livelli di precisione, il team scientifico di Chandrayaan si aspetta notevoli progressi nella comprensione della composizione lunare e di conseguenza anche delle varie fasi evolutive attraverso cui il nostro satellite è passato, fin dalla sua formazione.
In figura una rappresentazione artistica di Chandrayaan in orbita lunare.
Fonte: ESA.
Il fenomeno è stato provocato il 12 dicembre da un brillamento solare estremamente debole, circa 20 volte inferiore al minimo teorico del C1XS, ed ha dimostrato che lo strumento è in realtà molto più sensibile del previsto.
La registrazione dei dati è iniziata al rilevamento del flare proveniente dal Sole ed ha permesso di registrare il flusso X proveniente dal suolo selenico utilizzando lo spettrometro in banda X della sonda.
Da questa registrazione di 3 minuti ci si aspetta una determinazione precisa della struttura della superficie lunare osservata, dato che la fluorescenza X, come per la luce visibile, ha una sua impronta spettrale che identifica il materiale che la produce.
Con uno strumento a questi livelli di precisione, il team scientifico di Chandrayaan si aspetta notevoli progressi nella comprensione della composizione lunare e di conseguenza anche delle varie fasi evolutive attraverso cui il nostro satellite è passato, fin dalla sua formazione.
In figura una rappresentazione artistica di Chandrayaan in orbita lunare.
Fonte: ESA.
sabato 24 gennaio 2009
Nuovo Blog.
Ho aperto un nuovo Blog:
Astronautica Mondiale
La mia intenzione è quella di creare un DataBase di tutti i lanci inserendo anche i video relativi.
Se volete dare un'occhiata anche lì, col tempo cercherò di ampliare sempre di più i dati inseriti.
Fatemi sapere cosa ne pensate...
Astronautica Mondiale
La mia intenzione è quella di creare un DataBase di tutti i lanci inserendo anche i video relativi.
Se volete dare un'occhiata anche lì, col tempo cercherò di ampliare sempre di più i dati inseriti.
Fatemi sapere cosa ne pensate...
Aggiornamento passaggi della ISS.
il 15 gennaio è stato eseguito un reboost, cioè una correzione di quota, della ISS.
I passaggi riportati per gennaio-febbraio sono da correggere di circa 20 minuti in ritardo.
Sono stati utilizzati i motori della Progress M-65 attualmente attraccata.
Non pubblico ancora la nuova tabella perchè per l'inizio di febbraio è previsto un nuovo reboost con i motori del modulo Zvezda.
Appena la situazione si stabilizza vi aggiorno, soprattutto per poter seguire la missione del Discovery anche 'dal vivo', mentre passa sulle nostre teste!
Per ora considerate circa 15-20 minuti di ritardo sui precedenti passaggi.
Nell'immagine una vecchia foto di un reboost eseguito con una Progress, ripreso dall'interno del modulo Zvezda.
Fonte: NASA.
I passaggi riportati per gennaio-febbraio sono da correggere di circa 20 minuti in ritardo.
Sono stati utilizzati i motori della Progress M-65 attualmente attraccata.
Non pubblico ancora la nuova tabella perchè per l'inizio di febbraio è previsto un nuovo reboost con i motori del modulo Zvezda.
Appena la situazione si stabilizza vi aggiorno, soprattutto per poter seguire la missione del Discovery anche 'dal vivo', mentre passa sulle nostre teste!
Per ora considerate circa 15-20 minuti di ritardo sui precedenti passaggi.
Nell'immagine una vecchia foto di un reboost eseguito con una Progress, ripreso dall'interno del modulo Zvezda.
Fonte: NASA.
STS-119 News 6.
Completata la Flight Readiness Review, il Discovery è stato certificato per la misisone STS-119. Tutte le verifiche sono state completate così come tutti i collaudi e le prove. La navetta è quindi pronta alla partenza del 12 febbraio e rimane solo più da eseguire la sostituzione delle 3 valvole di flusso dei motori che verrà eseguita il 2 febbraio. Una sessione di collaudi completerà la procedura di sostituzione che è definita di routine, quindi senza possibili problemi al veicolo.
Sulla Stazione stanno intanto preparando le attrezzature, fra cui il braccio robotico che nelle scorse settimane aveva dato qualche grattacapo. Dagli ultimi controlli risulta tutto in perfette condizioni, sia il braccio stesso che il manipolatore Dextre.
Il braccio è importantissimo per questa missione dato che dovrà posizionare il segmento Truss S6 con i pannelli solari, cosa che può solo eseguire il SSRMS, dato che il braccio dello Shuttle non è abbastanza lungo.
Nella foto la stiva poco prima della chiusura definitiva nella 'camera bianca' sulla rampa 39/A.
Fonte: NASA.
Sulla Stazione stanno intanto preparando le attrezzature, fra cui il braccio robotico che nelle scorse settimane aveva dato qualche grattacapo. Dagli ultimi controlli risulta tutto in perfette condizioni, sia il braccio stesso che il manipolatore Dextre.
Il braccio è importantissimo per questa missione dato che dovrà posizionare il segmento Truss S6 con i pannelli solari, cosa che può solo eseguire il SSRMS, dato che il braccio dello Shuttle non è abbastanza lungo.
Nella foto la stiva poco prima della chiusura definitiva nella 'camera bianca' sulla rampa 39/A.
Fonte: NASA.
venerdì 23 gennaio 2009
Venere, Stella della Sera.
È da quest’autunno che Venere è la ‘Stella della Sera’. All’inizio di dicembre ha incrociato Giove che si dirigeva verso il Sole e che ora lo copre, ma lei ha continuato la sua strada salendo alta nel cielo serale.
In questi giorni è giunta alla massima elongazione est, cioè la massima distanza angolare dalla nostra stella.
In questa condizione è il punto più alto nel cielo che raggiunge dopo il tramonto del Sole. Ora inizierà lentamente a riavvicinarsi al Sole fino a superarlo e a quel punto diventerà ‘Stella del Mattino’. Veniva chiamata anche ‘Lucifero’, portatore di luce, ma quello valeva, appunto, quando compariva al mattino dato che era l’ultimo corpo celeste a scomparire prima dell’alba.
Il pianeta sta aumentando la sua già notevole luminosità (a fine mese sarà di magnitudine -5) perché grazie ad un gioco di prospettive, nonostante la falce illuminata si stia assottigliando, si sta avvicinando a noi.
Nell’immagine (fonte astronomia.com) una sequenza di foto di Venere lungo la sua orbita come viene vista, al telescopio, dalla Terra.
In questi giorni è giunta alla massima elongazione est, cioè la massima distanza angolare dalla nostra stella.
In questa condizione è il punto più alto nel cielo che raggiunge dopo il tramonto del Sole. Ora inizierà lentamente a riavvicinarsi al Sole fino a superarlo e a quel punto diventerà ‘Stella del Mattino’. Veniva chiamata anche ‘Lucifero’, portatore di luce, ma quello valeva, appunto, quando compariva al mattino dato che era l’ultimo corpo celeste a scomparire prima dell’alba.
Il pianeta sta aumentando la sua già notevole luminosità (a fine mese sarà di magnitudine -5) perché grazie ad un gioco di prospettive, nonostante la falce illuminata si stia assottigliando, si sta avvicinando a noi.
Nell’immagine (fonte astronomia.com) una sequenza di foto di Venere lungo la sua orbita come viene vista, al telescopio, dalla Terra.
Lancio Giapponese.
È stato lanciato questa mattina alle 4:54 CET (italiane) il GOSAT (Greenhouse Gases Observing Satellite) soprannominato ‘Ibuki’ che in giapponese significa ‘respiro’.
Il compito principale di questo satellite è il controllo dei gas serra, come l’anidride carbonica e il metano. Cercherà di creare una mappa dinamica rilevando la distribuzione e il comportamento di tutti quei gas responsabili del riscaldamento globale.
Il lancio del vettore H2A-202, avvenuto dal poligono Yoshinobu sull’isola Tanegashima, ha portato in orbita anche altri 7 microsatelliti, cioè:
- SDS-1, satellite di 100 Kg della JAXA.
- SOHLA-1, satellite di 50 Kg per osservazioni climatiche.
- SpriteSat, satellite di 50 Kg per l’osservazioni dei fulmini nell'alta atmosfera, sviluppato dalla Tohoku University di Sendai.
- SorunSat-Kagayaki, satellite di 20 Kg che aprirà una leggerissima struttura sperimentale.
- PRISM, satellite per acquisizione immagini.
- KKS-1, satellite della Tokyo Metropolitan College of Industrial Technology.
- STARS, satellite che emetterà un nanosatellite ‘al guinzaglio’.
Il vettore H2A-202 è alto 53 metri ed ha un motore LE-7A ad idrogeno e due booster a stato solido. Il primo stadio lo ha portato a 300 km di quota, mentre il secondo ha inserito il carico in un’orbita quasi circolare di 684 km, inclinata di 98° e quindi eliosincrona. Tutti i vari satelliti sono stati poi sganciati al ritmo di uno ogni 4 minuti per dare sufficiente spazio fra loro.
Questo è il secondo lancio orbitale di quest’anno.
Nell'immagine una rappresentazione artistica del GOSAT.
Fonte: JAXA (Japan Aerospace eXploration Agency).
Il compito principale di questo satellite è il controllo dei gas serra, come l’anidride carbonica e il metano. Cercherà di creare una mappa dinamica rilevando la distribuzione e il comportamento di tutti quei gas responsabili del riscaldamento globale.
Il lancio del vettore H2A-202, avvenuto dal poligono Yoshinobu sull’isola Tanegashima, ha portato in orbita anche altri 7 microsatelliti, cioè:
- SDS-1, satellite di 100 Kg della JAXA.
- SOHLA-1, satellite di 50 Kg per osservazioni climatiche.
- SpriteSat, satellite di 50 Kg per l’osservazioni dei fulmini nell'alta atmosfera, sviluppato dalla Tohoku University di Sendai.
- SorunSat-Kagayaki, satellite di 20 Kg che aprirà una leggerissima struttura sperimentale.
- PRISM, satellite per acquisizione immagini.
- KKS-1, satellite della Tokyo Metropolitan College of Industrial Technology.
- STARS, satellite che emetterà un nanosatellite ‘al guinzaglio’.
Il vettore H2A-202 è alto 53 metri ed ha un motore LE-7A ad idrogeno e due booster a stato solido. Il primo stadio lo ha portato a 300 km di quota, mentre il secondo ha inserito il carico in un’orbita quasi circolare di 684 km, inclinata di 98° e quindi eliosincrona. Tutti i vari satelliti sono stati poi sganciati al ritmo di uno ogni 4 minuti per dare sufficiente spazio fra loro.
Questo è il secondo lancio orbitale di quest’anno.
Nell'immagine una rappresentazione artistica del GOSAT.
Fonte: JAXA (Japan Aerospace eXploration Agency).
giovedì 22 gennaio 2009
Niente più turisti sulla ISS.
Anatoly Perminov, direttore dell'agenzia spaziale russa Roscosmos, ha chiuso le porte ai turisti sulla Stazione Spaziale Internazionale.
Con l'aumento dell'equipaggio permanente a sei elementi, cosa che avverrà quest'anno, verranno annullate tutte le possibilità di volo dei privati sulle Soyuz che raggiungeranno la ISS.
Gli ultimi due saranno Charles Simoniy che salirà a bordo della Stazione per la seconda volta a Marzo ed un Kazako ad ottobre, come richiesto dall'agenzia spaziale del Kazakhstan in seguito alla rinuncia al posto fatta da un Russo.
La Space Adventures che gestiva questi turisti ha già richiesto una intera missione della Soyuz, in modo da accontentare 3 clienti con un volo che non deve necessariamente raggiungere la ISS, ma non è ancora giunta una risposta ufficiale.
Con l'aumento dell'equipaggio permanente a sei elementi, cosa che avverrà quest'anno, verranno annullate tutte le possibilità di volo dei privati sulle Soyuz che raggiungeranno la ISS.
Gli ultimi due saranno Charles Simoniy che salirà a bordo della Stazione per la seconda volta a Marzo ed un Kazako ad ottobre, come richiesto dall'agenzia spaziale del Kazakhstan in seguito alla rinuncia al posto fatta da un Russo.
La Space Adventures che gestiva questi turisti ha già richiesto una intera missione della Soyuz, in modo da accontentare 3 clienti con un volo che non deve necessariamente raggiungere la ISS, ma non è ancora giunta una risposta ufficiale.
mercoledì 21 gennaio 2009
STS-119 News 5.
L'equipaggio del Discovery è giunto al Kennedy Space Center per le ultime prove prima del lancio.
Verranno eseguite prove di pilotaggio dell'aereo simulatore, prove di evacuazione d'emergenza dalla torre di lancio, un ripasso di tutte le procedure e la prova completa di lancio con tutta la sequenza del conto alla rovescia, il Terminal Countdown Demonstration Test.
Il lancio è sempre previsto per il 12 febbraio.
Sabato scorso è intanto stato installato nella stiva dello Shuttle il carico di 15,5 tonnellate che è composto dall'ultimo gruppo di pannelli solari per la ISS.
In foto l'equipaggio che esegue i test di guida del mezzo blindato da utilizzare in caso di fuga d'emergenza dal Launch Pad.
Verranno eseguite prove di pilotaggio dell'aereo simulatore, prove di evacuazione d'emergenza dalla torre di lancio, un ripasso di tutte le procedure e la prova completa di lancio con tutta la sequenza del conto alla rovescia, il Terminal Countdown Demonstration Test.
Il lancio è sempre previsto per il 12 febbraio.
Sabato scorso è intanto stato installato nella stiva dello Shuttle il carico di 15,5 tonnellate che è composto dall'ultimo gruppo di pannelli solari per la ISS.
In foto l'equipaggio che esegue i test di guida del mezzo blindato da utilizzare in caso di fuga d'emergenza dal Launch Pad.
martedì 20 gennaio 2009
Collaudato il motore lunare.
È stato eseguito con pieno successo presso la Pratt & Whitney Rocketdyne in Florida un test sul motore che verrà montato sulla prossima generazione di moduli per l’escursione lunare.
Il modulo del programma Constellation, che ci permetterà di tornare sulla Luna, è chiamato Altair (vedi nell'immagine una configurazione proposta) ed è un veicolo decisamente più grande del LEM del progetto Apollo. Avrà due motori ad idrogeno ed ossigeno liquidi capaci di una spinta nel vuoto di 6’800kg (quello di discesa) e 4’500kg (quello di risalita). La particolarità più importante è la versatilità di questi motori, infatti avranno la possibilità di variare la propria spinta dall’8% al 104% in modo continuo e preciso.
Lo scopo dei test a Terra è proprio quello di avere dei sistemi affidabili, infatti questi motori saranno l‘unica possibilità di rientro per gli astronauti che raggiungeranno il suolo selenico. Come per l’Apollo sarà fondamentale che si accendano al momento giusto.
Altair potrà essere utilizzato per missioni brevi, cioè di circa 7 giorni, ma anche per missioni di esplorazione avanzata e supporto per gli avamposti lunari, dove potrà rimanere ‘parcheggiato’ fino a 210 giorni.
La prima missione di Altair è attualmente proposta per il dicembre 2018.
Il modulo del programma Constellation, che ci permetterà di tornare sulla Luna, è chiamato Altair (vedi nell'immagine una configurazione proposta) ed è un veicolo decisamente più grande del LEM del progetto Apollo. Avrà due motori ad idrogeno ed ossigeno liquidi capaci di una spinta nel vuoto di 6’800kg (quello di discesa) e 4’500kg (quello di risalita). La particolarità più importante è la versatilità di questi motori, infatti avranno la possibilità di variare la propria spinta dall’8% al 104% in modo continuo e preciso.
Lo scopo dei test a Terra è proprio quello di avere dei sistemi affidabili, infatti questi motori saranno l‘unica possibilità di rientro per gli astronauti che raggiungeranno il suolo selenico. Come per l’Apollo sarà fondamentale che si accendano al momento giusto.
Altair potrà essere utilizzato per missioni brevi, cioè di circa 7 giorni, ma anche per missioni di esplorazione avanzata e supporto per gli avamposti lunari, dove potrà rimanere ‘parcheggiato’ fino a 210 giorni.
La prima missione di Altair è attualmente proposta per il dicembre 2018.
lunedì 19 gennaio 2009
Dawn pronta per Marte.
La sonda Dawn si trova a 372 milioni di chilometri da noi ed è pronta per la manovra di fionda gravitazionale che eseguirà passando vicino a Marte. Riceverà così una spinta aggiuntiva che la lancerà verso l’asteroide Vesta che raggiungerà nell’ottobre 2011.
Entrerà in orbita restandoci fino all’aprile 2012, quando ripartirà alla volta dell’asteroide Cerere che raggiungerà nel febbraio 2015.
Il termine previsto per la missione è il luglio 2015, ma come tutte le missioni, dipenderà dalle condizioni in cui arriverà alla meta...
La sonda è stata lanciata il 27 settembre 2007 (dopo diversi rinvii rispetto alla data prevista di giugno 2007) e il flyby con Marte avverrà il prossimo 17 febbraio. Gli obiettivi della missione sono lo studio degli asteroidi per cercare di comprendere meglio le origini del Sistema Solare. Sono stati scelti Vesta e Cerere perché hanno caratteristiche fisiche opposte.
Dawn monta a bordo 3 motori a ioni che hanno la peculiarità di fornire spinte molto basse, ma estremamente durature nel tempo. Infatti questi motori possono funzionare ininterrottamente per mesi. Il risultato è comunque una missione ‘lenta’, che impiega molti anni per compiere missioni relativamente brevi. Di fatto la traiettoria risultante è una lunga spirale (vedi immagine) attraverso il nostro sistema planetario.
Entrerà in orbita restandoci fino all’aprile 2012, quando ripartirà alla volta dell’asteroide Cerere che raggiungerà nel febbraio 2015.
Il termine previsto per la missione è il luglio 2015, ma come tutte le missioni, dipenderà dalle condizioni in cui arriverà alla meta...
La sonda è stata lanciata il 27 settembre 2007 (dopo diversi rinvii rispetto alla data prevista di giugno 2007) e il flyby con Marte avverrà il prossimo 17 febbraio. Gli obiettivi della missione sono lo studio degli asteroidi per cercare di comprendere meglio le origini del Sistema Solare. Sono stati scelti Vesta e Cerere perché hanno caratteristiche fisiche opposte.
Dawn monta a bordo 3 motori a ioni che hanno la peculiarità di fornire spinte molto basse, ma estremamente durature nel tempo. Infatti questi motori possono funzionare ininterrottamente per mesi. Il risultato è comunque una missione ‘lenta’, che impiega molti anni per compiere missioni relativamente brevi. Di fatto la traiettoria risultante è una lunga spirale (vedi immagine) attraverso il nostro sistema planetario.
domenica 18 gennaio 2009
Inseguimento spaziale.
Il satellite DSP-23, lanciato nel novembre 2007, ha subito un guasto l’anno scorso e da allora è inutilizzabile.
È del Dipartimento della Difesa Americano e, si sa, quando ci sono i militari di mezzo qualche stranezza se la inventano.
Nel giugno del 2006 lo stesso dipartimento inviava in orbita geosincrona due satelliti chiamati MITEX.
Questi due ‘gemellini’ erano stati inviati in orbita per eseguire delle operazioni di ispezione vicendevole, per verificare se fosse possibile ‘ficcare il naso’ in un veicolo posto in orbita a 36'000 km di quota. Ed hanno eseguito il loro compito come previsto.
Ma a qualcuno è venuto in mente che questi due piccoli spioni erano ancora lassù e così ha fatto 2+2: proviamo ad andare a vedere cosa è successo a DSP-23?
Detto, fatto. I due MITEX si sono mossi in direzioni opposte per raggiungere il ‘disperso’ che nel frattempo si spostava di circa un grado a settimana verso est.
Ovviamente quello che arrivava da est si è visto arrivare addosso il ‘malato’ e dopo averlo avvicinato si è posto ad una certa distanza e lo sta seguendo in attesa che il suo ‘compagno’ possa dargli man forte.
Essendo una operazione militare non esistono immagini, ma il Dipartimento della Difesa ha adeguatamente fatto pubblicità alla cosa per rendere chiaro che gli USA possono raggiungere qualsiasi oggetto orbitale e studiarlo, ma anche, volendo, danneggiarlo.
È ovvio che le altre grandi potenze siano preoccupate e quindi lo scopo propagandistico è assicurato.
I due satelliti MITEX hanno ancora carburante per almeno un paio d’anni e quindi possono fare ancora diversi ‘esperimenti’...
Nell’immagine una rappresentazione dei due satelliti MiTEx.
Fonte DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency).
È del Dipartimento della Difesa Americano e, si sa, quando ci sono i militari di mezzo qualche stranezza se la inventano.
Nel giugno del 2006 lo stesso dipartimento inviava in orbita geosincrona due satelliti chiamati MITEX.
Questi due ‘gemellini’ erano stati inviati in orbita per eseguire delle operazioni di ispezione vicendevole, per verificare se fosse possibile ‘ficcare il naso’ in un veicolo posto in orbita a 36'000 km di quota. Ed hanno eseguito il loro compito come previsto.
Ma a qualcuno è venuto in mente che questi due piccoli spioni erano ancora lassù e così ha fatto 2+2: proviamo ad andare a vedere cosa è successo a DSP-23?
Detto, fatto. I due MITEX si sono mossi in direzioni opposte per raggiungere il ‘disperso’ che nel frattempo si spostava di circa un grado a settimana verso est.
Ovviamente quello che arrivava da est si è visto arrivare addosso il ‘malato’ e dopo averlo avvicinato si è posto ad una certa distanza e lo sta seguendo in attesa che il suo ‘compagno’ possa dargli man forte.
Essendo una operazione militare non esistono immagini, ma il Dipartimento della Difesa ha adeguatamente fatto pubblicità alla cosa per rendere chiaro che gli USA possono raggiungere qualsiasi oggetto orbitale e studiarlo, ma anche, volendo, danneggiarlo.
È ovvio che le altre grandi potenze siano preoccupate e quindi lo scopo propagandistico è assicurato.
I due satelliti MITEX hanno ancora carburante per almeno un paio d’anni e quindi possono fare ancora diversi ‘esperimenti’...
Nell’immagine una rappresentazione dei due satelliti MiTEx.
Fonte DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency).
Lanciato il Delta IV militare.
Ha finalmente lasciato la rampa 37/B della Cape Canaveral Air Force Station, il potentissimo Delta IV Heavy con il suo carico segreto del National Reconaissance Office da depositare in orbita geostazionaria: NRO-26.
Erano le 3:47 italiane quando il vettore alto quasi 73 metri riusciva a liberare la torre dopo che il conto alla rovescia era stato bloccato per diverse volte dal computer di lancio per cause non note, ma che evidentemente sono state comprese dal team di Terra della ULA (United Launch Alliance) ed eliminate.
La cronaca diretta è stata interrotta nel momento dell’apertura dell’ogiva e da quel momento in poi la segretezza della missione ha preso il sopravvento.
NRO ha però elogiato ULA per l’ottimo lavoro ed ha confermato la riuscita della missione di messa in orbita. Indiscrezioni parlano di un satellite spia per monitoraggio anti terrorismo.
Questo è stato il primo lancio del 2009.
In foto il ‘bestione’ mentre lascia la rampa di lancio.
Fonte: United Launch Alliance.
Erano le 3:47 italiane quando il vettore alto quasi 73 metri riusciva a liberare la torre dopo che il conto alla rovescia era stato bloccato per diverse volte dal computer di lancio per cause non note, ma che evidentemente sono state comprese dal team di Terra della ULA (United Launch Alliance) ed eliminate.
La cronaca diretta è stata interrotta nel momento dell’apertura dell’ogiva e da quel momento in poi la segretezza della missione ha preso il sopravvento.
NRO ha però elogiato ULA per l’ottimo lavoro ed ha confermato la riuscita della missione di messa in orbita. Indiscrezioni parlano di un satellite spia per monitoraggio anti terrorismo.
Questo è stato il primo lancio del 2009.
In foto il ‘bestione’ mentre lascia la rampa di lancio.
Fonte: United Launch Alliance.
sabato 17 gennaio 2009
STS-128 News 1.
Apro la linea d'informazione per questa Shuttle mission con la notizia che, per ovvie ragioni di sequenza voli, non sarà l'Atlantis appena rientrato dalla STS-125 ad eseguire questa missione, ma il Discovery.
La partenza è ancora prevista per il 6 agosto e l'uso del Discovery permetterà la permanenza nello spazio per due giorni in più consentendo così l'esecuzione di una EVA aggiuntiva.
Fondamentalmente è una missione di trasporto attrezzature, ancora con lo scopo di ampliare l'equipaggio permanente della Stazione Spaziale da 3 a 6 unità, infatti porterà sulla ISS l'MPLM Leonardo carico di rack ed il Lightweight Multi-Purpose Experiment Support Structure Carrier (LMC), una struttura, quest'ultima, che gestisce un gran numero di esperimenti in un unico 'telaio'.
L'equipaggio sarà composto da:
* Frederick W. Sturckow (quarta missione) - Comandante
* Kevin A. Ford (prima missione) - Pilota
* Patrick G. Forrester (terza missione) - Specialista di Missione 1
* Jose M. Hernández (prima missione) - Specialista di Missione 2
* Christer Fuglesang (seconda missione) - Specialista di Missione 3 - ESA
* John D. Olivas (seconda missione) - Specialista di Missione 4
Membro entrante sulla ISS per la Expedition 20:
* Nicole Stott - Ingegnere di missione
Membro uscente sulla ISS per la Expedition 20:
* Timothy Kopra - Ingegnere di missione
Nell'immagine il logo del programma Shuttle, anche perché la patch ufficiale della missione non è ancora stata resa nota.
venerdì 16 gennaio 2009
STS-400 News 7.
Novità per la missione STS-125 che dovrà raggiungere il telescopio spaziale Hubble.
Si sta prendendo in seria considerazione la possibilità di utilizzare una sola torre di lancio sia per la preparazione della missione principale che di quella di soccorso che dovrà essere pronta a partire in brevissimo tempo se si verificasse qualche grave problema.
Lo scopo principale di questa scelta è di liberare il pad 39/B per il lancio di Ares I-X al più presto possibile per avere rapidamente i dati di volo del nuovo vettore.
Verrebbe così a mancare lo spettacolo delle due navette in rampa, cosa che si sarà quindi verificata l'ultima volta l'anno scorso.
La sequenza delle operazioni comporterà la preparazione di Endeavour per l'STS-400 (soccorso) prima dell'arrivo di Atlantis per l'STS-125 (missione principale) e la sua normale permanenza in rampa di tre settimane e il successivo lancio.
Immediatamente dopo, Endeavour verrebbe trasportato in rampa per partire entro 7 giorni dal primo lancio.
Se, come speriamo tutti, non servirà la missione STS-400, potrà iniziare la preparazione per la STS-127, in partenza entro luglio.
Nell'immagine il poster della missione.
Fonte: NASA.
Si sta prendendo in seria considerazione la possibilità di utilizzare una sola torre di lancio sia per la preparazione della missione principale che di quella di soccorso che dovrà essere pronta a partire in brevissimo tempo se si verificasse qualche grave problema.
Lo scopo principale di questa scelta è di liberare il pad 39/B per il lancio di Ares I-X al più presto possibile per avere rapidamente i dati di volo del nuovo vettore.
Verrebbe così a mancare lo spettacolo delle due navette in rampa, cosa che si sarà quindi verificata l'ultima volta l'anno scorso.
La sequenza delle operazioni comporterà la preparazione di Endeavour per l'STS-400 (soccorso) prima dell'arrivo di Atlantis per l'STS-125 (missione principale) e la sua normale permanenza in rampa di tre settimane e il successivo lancio.
Immediatamente dopo, Endeavour verrebbe trasportato in rampa per partire entro 7 giorni dal primo lancio.
Se, come speriamo tutti, non servirà la missione STS-400, potrà iniziare la preparazione per la STS-127, in partenza entro luglio.
Nell'immagine il poster della missione.
Fonte: NASA.
Metano su Marte.
Un team composto da scienziati universitari e della NASA ha ottenuto la prima definitiva rilevazione in assoluto di metano nell’atmosfera di Marte.
Questa scoperta dimostra che il pianeta è biologicamente e geologicamente attivo.
Il gruppo ha trovato il metano nell’atmosfera marziana grazie all’attenta osservazione del pianeta durante diversi anni utilizzando il telescopio ad infrarossi ed il telescopio Keck, entrambi a Mauna Kea, nelle isole Hawaii.
Ha utilizzato degli spettrometri montati sui telescopi per suddividere la luce nei suoi colori fondamentali, scoprendo tre linee di assorbimento che segnalano senza ombra di dubbio la presenza di metano.
“Il metano è rapidamente distrutto nell’atmosfera di Marte in diversi modi e quindi la nostra scoperta della presenza di questo gas nell’emisfero settentrionale durante il 2003 indica la presenza di qualche processo che produce il gas”, ha detto Michael Mumma, del Goddard Space Flight Center di Greenbelt, in Maryland. “Durante la parte centrale dell’estate nel nord del pianeta rosso, il metano viene rilasciato ad un ritmo simile a quello rilevato al Coal Oil Point di Santa Barbara, in California”, un sito di circa tre km quadrati dove filtrano in atmosfera circa 40 tonnellate al giorno di metano provenienti dal sottosuolo.
Il metano è composto da quattro atomi di idrogeno uniti ad un atomo di carbonio ed è il principale componente del gas naturale terrestre. Gli astrobiologi sono interessati a questi dati perché gli organismi producono la maggior parte del metano terrestre digerendo i nutrienti, anche se esistono processi esclusivamente geologici che lo producono, come l’ossidazione del ferro.
Mumma ha aggiunto:“Per ora non abbiamo ancora sufficienti informazioni per dire se è un processo biologico o geologico a produrre il metano su Marte, ma ci dice che il pianeta è ancora vivo, almeno in senso geologico. È come se Marte ci stesse sfidando dicendo ‘Hei, indovina cosa significa...’”.
Se il metano è prodotto da vita microscopica marziana, questa deve trovarsi molto in profondità, dove fa sufficientemente caldo per mantenere liquida l’acqua. L’acqua liquida è necessaria per tutte le forme di vita conosciute, così come una fonte di energia ed un apporto di carbonio.
“Sulla Terra i microorganismi prosperano anche oltre i 3 km di profondità sotto il lago Witwatersrand nel SudAfrica, dove la radioattività divide le molecole d’acqua in idrogeno ed ossigeno molecolare”, ha continuato Mumma. “Gli organismi usano l’idrogeno come fonte d’energia e potrebbe essere possibile per simili organismi sopravvivere per miliardi di anni al disotto del permafrost di Marte, dove l’acqua è liquida, le radiazioni forniscono l’energia e il biossido di carbonio dà il carbonio. I gas come il metano si accumulano nel sottosuolo e fuoriescono da spaccature nella stagione calda”.
È possibile che sia un processo geologico a produrre il metano, sia oggi che nel passato. Sulla Terra la conversione di ossido di ferro viene attivata dal calore e questo potrebbe avvenire anche su Marte grazie al suo calore interno. Resta il fatto che non c’è traccia di vulcanismo attivo sul pianeta rosso.
“Abbiamo osservato e mappato diverse zone fra cui una che rilascia circa 19'000 tonnellate di metano”, ha detto Geronimo Villanueva, coautore della ricerca e facente parte della Catholic University of America di Washington. “E i getti vengono emessi durante le stagioni più calde, primavera ed estate, quando lo strato di ghiaccio si fessura liberando il gas”.
Il team ha anche affermato che la presenza di metano è maggiore nelle zone dove è stata rilevata un’antica attività dell’acqua. I punti dove è più facile trovarlo sono ad est di Arabia Terra, la regione della Nili Fossae, ed il quadrante sudest del Syrtis Major, un antico vulcano largo circa 1200 km.
Un sistema per capire se questo metano è stato generato da attività biologiche è misurare la quantità di isotopi. Gli isotopi di un elemento hanno proprietà chimiche leggermente differenti e la vita preferisce gli isotopi più leggeri. Il deuterio è un elemento chimico più pesante dell’idrogeno e il metano e l’acqua marziane dovrebbero mostrare frazioni differenti di isotopi di idrogeno se la vita fosse responsabile del metano.
E questo tipo di analisi sono quelle che il prossimo rover MSL, Mars Science Laboratory, potrà eseguire, scoprendo così l’origine del metano marziano.
Fonte: NASA.
Questa scoperta dimostra che il pianeta è biologicamente e geologicamente attivo.
Il gruppo ha trovato il metano nell’atmosfera marziana grazie all’attenta osservazione del pianeta durante diversi anni utilizzando il telescopio ad infrarossi ed il telescopio Keck, entrambi a Mauna Kea, nelle isole Hawaii.
Ha utilizzato degli spettrometri montati sui telescopi per suddividere la luce nei suoi colori fondamentali, scoprendo tre linee di assorbimento che segnalano senza ombra di dubbio la presenza di metano.
“Il metano è rapidamente distrutto nell’atmosfera di Marte in diversi modi e quindi la nostra scoperta della presenza di questo gas nell’emisfero settentrionale durante il 2003 indica la presenza di qualche processo che produce il gas”, ha detto Michael Mumma, del Goddard Space Flight Center di Greenbelt, in Maryland. “Durante la parte centrale dell’estate nel nord del pianeta rosso, il metano viene rilasciato ad un ritmo simile a quello rilevato al Coal Oil Point di Santa Barbara, in California”, un sito di circa tre km quadrati dove filtrano in atmosfera circa 40 tonnellate al giorno di metano provenienti dal sottosuolo.
Il metano è composto da quattro atomi di idrogeno uniti ad un atomo di carbonio ed è il principale componente del gas naturale terrestre. Gli astrobiologi sono interessati a questi dati perché gli organismi producono la maggior parte del metano terrestre digerendo i nutrienti, anche se esistono processi esclusivamente geologici che lo producono, come l’ossidazione del ferro.
Mumma ha aggiunto:“Per ora non abbiamo ancora sufficienti informazioni per dire se è un processo biologico o geologico a produrre il metano su Marte, ma ci dice che il pianeta è ancora vivo, almeno in senso geologico. È come se Marte ci stesse sfidando dicendo ‘Hei, indovina cosa significa...’”.
Se il metano è prodotto da vita microscopica marziana, questa deve trovarsi molto in profondità, dove fa sufficientemente caldo per mantenere liquida l’acqua. L’acqua liquida è necessaria per tutte le forme di vita conosciute, così come una fonte di energia ed un apporto di carbonio.
“Sulla Terra i microorganismi prosperano anche oltre i 3 km di profondità sotto il lago Witwatersrand nel SudAfrica, dove la radioattività divide le molecole d’acqua in idrogeno ed ossigeno molecolare”, ha continuato Mumma. “Gli organismi usano l’idrogeno come fonte d’energia e potrebbe essere possibile per simili organismi sopravvivere per miliardi di anni al disotto del permafrost di Marte, dove l’acqua è liquida, le radiazioni forniscono l’energia e il biossido di carbonio dà il carbonio. I gas come il metano si accumulano nel sottosuolo e fuoriescono da spaccature nella stagione calda”.
È possibile che sia un processo geologico a produrre il metano, sia oggi che nel passato. Sulla Terra la conversione di ossido di ferro viene attivata dal calore e questo potrebbe avvenire anche su Marte grazie al suo calore interno. Resta il fatto che non c’è traccia di vulcanismo attivo sul pianeta rosso.
“Abbiamo osservato e mappato diverse zone fra cui una che rilascia circa 19'000 tonnellate di metano”, ha detto Geronimo Villanueva, coautore della ricerca e facente parte della Catholic University of America di Washington. “E i getti vengono emessi durante le stagioni più calde, primavera ed estate, quando lo strato di ghiaccio si fessura liberando il gas”.
Il team ha anche affermato che la presenza di metano è maggiore nelle zone dove è stata rilevata un’antica attività dell’acqua. I punti dove è più facile trovarlo sono ad est di Arabia Terra, la regione della Nili Fossae, ed il quadrante sudest del Syrtis Major, un antico vulcano largo circa 1200 km.
Un sistema per capire se questo metano è stato generato da attività biologiche è misurare la quantità di isotopi. Gli isotopi di un elemento hanno proprietà chimiche leggermente differenti e la vita preferisce gli isotopi più leggeri. Il deuterio è un elemento chimico più pesante dell’idrogeno e il metano e l’acqua marziane dovrebbero mostrare frazioni differenti di isotopi di idrogeno se la vita fosse responsabile del metano.
E questo tipo di analisi sono quelle che il prossimo rover MSL, Mars Science Laboratory, potrà eseguire, scoprendo così l’origine del metano marziano.
Fonte: NASA.
giovedì 15 gennaio 2009
Coelum.
Questo mese sulla rivista Coelum ci sono diversi articoli interessanti: onde gravitazionali, l'inchiesta sul Sole, la scoperta della cometa di Halley e la scoperta di una nebulosa da parte di un astronomo dilettante.
Inoltre hanno pubblicato 3 miei 'pezzi'.
Oltre alla consueta rubrica di notizie astronautiche c'è anche un articolo sulla scoperta del biossido di carbonio su un pianeta extrasolare e la recensione del volume di Giovanni Caprara "Era Spaziale".
Sul Sito di Coelum trovate ulteriori informazioni.
Scusate questi 'annunci pubblicitari', ma la rivista è valida e un po' di orgoglio concedetemelo.
Inoltre hanno pubblicato 3 miei 'pezzi'.
Oltre alla consueta rubrica di notizie astronautiche c'è anche un articolo sulla scoperta del biossido di carbonio su un pianeta extrasolare e la recensione del volume di Giovanni Caprara "Era Spaziale".
Sul Sito di Coelum trovate ulteriori informazioni.
Scusate questi 'annunci pubblicitari', ma la rivista è valida e un po' di orgoglio concedetemelo.
mercoledì 14 gennaio 2009
STS-119 News 4.
Lo Space Shuttle Discovery ha raggiunto oggi il pad 39A del Kennedy Space Center e sabato verrà inserito nella sua stiva il carico che dovrà portare a bordo della ISS. Il carico ha raggiunto il pad all’interno del Payload Canister nella giornata di ieri.
Il Rollout è iniziato alle 5:17 locali e lo Shuttle è stato assicurato alla rampa alle 12:16.
Rimane ancora un lavoro da eseguire sul pad, cioè la sostituzione delle Flow Control Valves che hanno dato dei problemi durante l’ultima missione. Gli stessi componenti saranno sostituiti anche sulle altre due navette, ma per loro sarà un lavoro più semplice perché verrà eseguito all’interno dell’Orbiter Processing Facility durante le operazioni di manutenzione.
In foto il Discovery in rampa.
Fonte: NASA.
Lancio Delta IV Heavy.
Ha ancora subìto un ritardo di 24 ore, ma stavolta dovrebbe essere la volta buona.
Il vettore Delta IV, uno dei più potenti del mondo, dovrà eseguire una missione segreta per il governo degli Stati Uniti ponendo in orbita geosincrona un satellite militare denominato NROL-26 (National Reconnaissance Office Launch 26) di cui non si conosce l’uso. Le ipotesi vanno verso il solito veicolo di ascolto avanzato o per allarmi anticipati in caso di attacco nemico.
Il lancio è previsto dalla rampa 37B di Cape Canaveral, per mercoledì sera alle 19:45 EST (ora della Florida) quando da noi saranno le 1:45 di giovedì.
Finora le operazioni di lancio stanno procedendo senza problemi.
Il lancio verrà trasmesso in diretta dal sito della ULA, United Launch Alliance che si occupa delle procedure.
In questa pagina il link alla trasmissione in streaming con due velocità di collegamento diverse.
Questo sarà il primo lancio del 2009.
Nell'immagine il maestoso vettore durante la preparazione in rampa.
Fonte: ULA.
Aggiornamento.
Rinvio di 24 ore per un problema ad una valvola dell'azoto gassoso sulla rampa.
Nuovo tentativo giovedì alle 19:41 della Florida cioè venerdi alle 1:41 in Italia.
Aggiornamento.
Nuovo rinvio.
Prossimo tentativo alle 19:33 EST di sabato (01:33 CET di domenica).
Non si riesce a risolvere il problema alla valvola e per domani è previsto brutto tempo.
Il vettore Delta IV, uno dei più potenti del mondo, dovrà eseguire una missione segreta per il governo degli Stati Uniti ponendo in orbita geosincrona un satellite militare denominato NROL-26 (National Reconnaissance Office Launch 26) di cui non si conosce l’uso. Le ipotesi vanno verso il solito veicolo di ascolto avanzato o per allarmi anticipati in caso di attacco nemico.
Il lancio è previsto dalla rampa 37B di Cape Canaveral, per mercoledì sera alle 19:45 EST (ora della Florida) quando da noi saranno le 1:45 di giovedì.
Finora le operazioni di lancio stanno procedendo senza problemi.
Il lancio verrà trasmesso in diretta dal sito della ULA, United Launch Alliance che si occupa delle procedure.
In questa pagina il link alla trasmissione in streaming con due velocità di collegamento diverse.
Questo sarà il primo lancio del 2009.
Nell'immagine il maestoso vettore durante la preparazione in rampa.
Fonte: ULA.
Aggiornamento.
Rinvio di 24 ore per un problema ad una valvola dell'azoto gassoso sulla rampa.
Nuovo tentativo giovedì alle 19:41 della Florida cioè venerdi alle 1:41 in Italia.
Aggiornamento.
Nuovo rinvio.
Prossimo tentativo alle 19:33 EST di sabato (01:33 CET di domenica).
Non si riesce a risolvere il problema alla valvola e per domani è previsto brutto tempo.
martedì 13 gennaio 2009
Incidenti Galattici.
La nostra Galassia, la Via Lattea, fa parte dello stesso gruppo locale di Andromeda, quella più vicina a noi.
In realtà Andromeda dista da noi ben due milioni di anni luce, cioè circa 20 miliardi di miliardi di chilometri...
Queste due galassie si attraggono vicendevolmente e quindi si stanno avvicinando ad una velocità più alta di quanto si pensasse: i ricercatori dell'American Astronomical Society hanno calcolato che la velocità di avvicinamento è di circa 960'000 km/h, circa 160'000 in più di quanto precedentemente previsto.
Comunque lo scontro fra i due ammassi di stelle avverrà solo fra circa sette miliardi di anni, quindi anche il Sole avrà già finito il suo carburante naturale...
Lo ‘scontro’ sarà meno cruento di quello che pensiamo, infatti le Galassie in questione sono molto meno ‘dense’ di quello che possiamo pensare: se il Sole avesse il diametro di 2,5 centimetri, la stella più vicina sarebbe a 700 chilometri.
Con queste misure si capisce benissimo che i vari sistemi stellari si intersecheranno senza toccarsi e dopo lo scontro nascerà una nuova supergalassia che vedrà convivere tutte le stelle in una unica armoniosa forma.
Peccato che la maggior parte delle stelle attuali saranno ormai morte...
In foto la galassia di Andromeda.
Fonte: NASA.
In realtà Andromeda dista da noi ben due milioni di anni luce, cioè circa 20 miliardi di miliardi di chilometri...
Queste due galassie si attraggono vicendevolmente e quindi si stanno avvicinando ad una velocità più alta di quanto si pensasse: i ricercatori dell'American Astronomical Society hanno calcolato che la velocità di avvicinamento è di circa 960'000 km/h, circa 160'000 in più di quanto precedentemente previsto.
Comunque lo scontro fra i due ammassi di stelle avverrà solo fra circa sette miliardi di anni, quindi anche il Sole avrà già finito il suo carburante naturale...
Lo ‘scontro’ sarà meno cruento di quello che pensiamo, infatti le Galassie in questione sono molto meno ‘dense’ di quello che possiamo pensare: se il Sole avesse il diametro di 2,5 centimetri, la stella più vicina sarebbe a 700 chilometri.
Con queste misure si capisce benissimo che i vari sistemi stellari si intersecheranno senza toccarsi e dopo lo scontro nascerà una nuova supergalassia che vedrà convivere tutte le stelle in una unica armoniosa forma.
Peccato che la maggior parte delle stelle attuali saranno ormai morte...
In foto la galassia di Andromeda.
Fonte: NASA.
Pianeti con stelle doppie.
Gli astronomi americani dicono che possono formarsi pianeti anche in sistemi binari.
Joel Kastner del Rochester Institute of Technology, afferma che è stato rilevato un disco di polveri intorno ad un sistema stellare composto da due giovani astri nella costellazione del Sagittario.
“Pensiamo che il pulviscolo e i gas che orbitano questa coppia di stelle rappresenti i residui o i prodromi della formazione di un pianeta gigante (tipo Giove)” ha detto Kastner. Sono dischi composti da materiale grezzo e contengono anche monossido di carbonio e cianato d’idrogeno, proprio come i residui di un incendio.
Le due stelle sono molto vicine fra loro e questo disco è estremamente simile ad altri già osservati in sistemi stellari singoli che evidenziano la presenza di pianeti giganti gassosi.
Dev’essere uno spettacolo molto particolare vivere con un Sole binario.
Mi è subito venuta in mente la scena di Guerre Stellari, quando Luke guarda il tramonto su Tatooine (vedi foto ©LucasFilm).
Joel Kastner del Rochester Institute of Technology, afferma che è stato rilevato un disco di polveri intorno ad un sistema stellare composto da due giovani astri nella costellazione del Sagittario.
“Pensiamo che il pulviscolo e i gas che orbitano questa coppia di stelle rappresenti i residui o i prodromi della formazione di un pianeta gigante (tipo Giove)” ha detto Kastner. Sono dischi composti da materiale grezzo e contengono anche monossido di carbonio e cianato d’idrogeno, proprio come i residui di un incendio.
Le due stelle sono molto vicine fra loro e questo disco è estremamente simile ad altri già osservati in sistemi stellari singoli che evidenziano la presenza di pianeti giganti gassosi.
Dev’essere uno spettacolo molto particolare vivere con un Sole binario.
Mi è subito venuta in mente la scena di Guerre Stellari, quando Luke guarda il tramonto su Tatooine (vedi foto ©LucasFilm).
lunedì 12 gennaio 2009
Falcon 9 pronto in rampa.
Il lanciatore pesante Falcon 9 della Space Exploration Technologies Corp. (SpaceX) è stato issato verticalmente sulla rampa Space Launch Complex 40 (SLC-40) di Cape Canaveral in Florida.
È un razzo alto 60 metri e fa parte della nuova generazione di vettori privati che la SpaceX utilizzerà per i rifornimenti in orbita terrestre bassa, ad esempio per la ISS. Il valore dell'appalto per la fornitura alla NASA di questi servizi si attesta sui 3,5 miliardi di dollari.
La spinta è data da 9 motori Merlin, lo stesso che ha mandato in orbita il Falcon 1 e si prevede possa trasportare verso l’orbita anche il modulo Dragon, sviluppato dalla stessa SpaceX.
Il lancio è previsto nelle prossime settimane, ma il progetto verrà sviluppato in modo da prevedere la possibilità che il veicolo sia pronto entro 60 minuti dal suo posizionamento in rampa.
In foto il Falcon 9.
Fonte: SpaceX.
È un razzo alto 60 metri e fa parte della nuova generazione di vettori privati che la SpaceX utilizzerà per i rifornimenti in orbita terrestre bassa, ad esempio per la ISS. Il valore dell'appalto per la fornitura alla NASA di questi servizi si attesta sui 3,5 miliardi di dollari.
La spinta è data da 9 motori Merlin, lo stesso che ha mandato in orbita il Falcon 1 e si prevede possa trasportare verso l’orbita anche il modulo Dragon, sviluppato dalla stessa SpaceX.
Il lancio è previsto nelle prossime settimane, ma il progetto verrà sviluppato in modo da prevedere la possibilità che il veicolo sia pronto entro 60 minuti dal suo posizionamento in rampa.
In foto il Falcon 9.
Fonte: SpaceX.
domenica 11 gennaio 2009
STS-119 News 3.
Dopo il rollover avvenuto mercoledì scorso, il Discovery è stato issato verticalmente all'interno del Vehicle Assembly Building ed è stato agganciato al gruppo serbatoio/booster che lo attendeva nella Baia numero 3 del VAB già assicurati alla Mobile Launch Platform numero 1.
Attualmente le 4 baie del VAB sono tutte occupate, una dal Discovery, una per la preparazione di Endeavour, che sarà la possibile missione di soccorso per STS-119 (la eventuale STS-327) e la missione di soccorso per la STS-125 di Atlantis verso il telescopio spaziale. In questo caso si chiamerebbe STS-400 e dovrà essere in rampa al momento del lancio di Atlantis, la cui preparazione è già avanzata visto che avrebbe dovuto partire già a ottobre.
La quarta baia è occupata da Ares I-X, il primo lancio test del nuovo programma spaziale, che dovrebbe avvenire entro la fine del 2009.
Il Rollout del Discovery verso la rampa è previsto per mercoledì 14 gennaio.
Nell'immagine, attenti alle vertigini: Discovery sta attraversando il cielo del VAB per scendere vicino al proprio stack serbatoio/booster.
Fonte: NASA.
Attualmente le 4 baie del VAB sono tutte occupate, una dal Discovery, una per la preparazione di Endeavour, che sarà la possibile missione di soccorso per STS-119 (la eventuale STS-327) e la missione di soccorso per la STS-125 di Atlantis verso il telescopio spaziale. In questo caso si chiamerebbe STS-400 e dovrà essere in rampa al momento del lancio di Atlantis, la cui preparazione è già avanzata visto che avrebbe dovuto partire già a ottobre.
La quarta baia è occupata da Ares I-X, il primo lancio test del nuovo programma spaziale, che dovrebbe avvenire entro la fine del 2009.
Il Rollout del Discovery verso la rampa è previsto per mercoledì 14 gennaio.
Nell'immagine, attenti alle vertigini: Discovery sta attraversando il cielo del VAB per scendere vicino al proprio stack serbatoio/booster.
Fonte: NASA.
sabato 10 gennaio 2009
Alone Lunare.
Approfitto della mail inviata da un lettore per spiegare un fenomeno atmosferico spettacolare.
Se ho capito bene si tratta di quello riprodotto in questa foto (ripresa proprio al KSC)...
E' un Alone o Anello Lunare che si verifica con il cielo leggermente velato con nubi sottili d’alta quota.
Spesso sono le avanguardie di una perturbazione, e si tratta di cirri composti da cristalli di ghiaccio. Dato che i cristalli sono estremamente regolari e di forma esagonale, tendono a rifrangere la luce lunare con una regolarità tale da inviare verso di te, osservatore, un fascio luminoso esattamente con una deviazione minima di 21,7° che quindi risulta in un cerchio molto luminoso a quella distanza angolare dalla Luna con una luminosità decrescente verso l’esterno. Come riferimento la larghezza media della spanna (pollice-mignolo estesi) a braccio teso sono circa 20°.
Questi cirri si trovano a quote di 7-8'000 metri e in particolari condizioni, quando cioè la Luna è molto luminosa o la densità dei cristalli è particolarmente alta, può addirittura formarsi un secondo anello più debole ampio 44° causato dalla seconda rifrazione della luce. Cioè la luce parte dalla Luna attraversa un primo cristallo e prima di raggiungere l’osservatore ne attraversa un altro che lo deflette di nuovo. Quindi la rifrazione interna riappare sulla Luna, mentre quella esterna forma un altro anello, molto più debole a distanza doppia.
È un fenomeno molto simile agli arcobaleni (infatti guardando attentamente il cerchio risulta leggermente colorato, più che altro ha il bordo interno rossiccio dato che gli altri colori si mescolano fra loro) e può verificarsi anche attorno al Sole.
I ‘vecchi’ dicevano che l’anello intorno alla Luna portava brutto tempo ed in effetti le perturbazioni sono spesso precedute da alte formazioni di cirri che, nottetempo, possono provocare questo fenomeno.
Questa sera, con la Luna al massimo della luminosità, c’è quindi la possibilità di vedere i due aloni, sempre che ci siano i cristalli di ghiaccio...
Grazie a Vittorio per la domanda e se avete dubbi, curiosità o vedete fenomeni a voi sconosciuti, vi invito a chiedermi senza problemi: cercherò di rispondere a tutti...
Immagine: © Mike Theiss.
Se ho capito bene si tratta di quello riprodotto in questa foto (ripresa proprio al KSC)...
E' un Alone o Anello Lunare che si verifica con il cielo leggermente velato con nubi sottili d’alta quota.
Spesso sono le avanguardie di una perturbazione, e si tratta di cirri composti da cristalli di ghiaccio. Dato che i cristalli sono estremamente regolari e di forma esagonale, tendono a rifrangere la luce lunare con una regolarità tale da inviare verso di te, osservatore, un fascio luminoso esattamente con una deviazione minima di 21,7° che quindi risulta in un cerchio molto luminoso a quella distanza angolare dalla Luna con una luminosità decrescente verso l’esterno. Come riferimento la larghezza media della spanna (pollice-mignolo estesi) a braccio teso sono circa 20°.
Questi cirri si trovano a quote di 7-8'000 metri e in particolari condizioni, quando cioè la Luna è molto luminosa o la densità dei cristalli è particolarmente alta, può addirittura formarsi un secondo anello più debole ampio 44° causato dalla seconda rifrazione della luce. Cioè la luce parte dalla Luna attraversa un primo cristallo e prima di raggiungere l’osservatore ne attraversa un altro che lo deflette di nuovo. Quindi la rifrazione interna riappare sulla Luna, mentre quella esterna forma un altro anello, molto più debole a distanza doppia.
È un fenomeno molto simile agli arcobaleni (infatti guardando attentamente il cerchio risulta leggermente colorato, più che altro ha il bordo interno rossiccio dato che gli altri colori si mescolano fra loro) e può verificarsi anche attorno al Sole.
I ‘vecchi’ dicevano che l’anello intorno alla Luna portava brutto tempo ed in effetti le perturbazioni sono spesso precedute da alte formazioni di cirri che, nottetempo, possono provocare questo fenomeno.
Questa sera, con la Luna al massimo della luminosità, c’è quindi la possibilità di vedere i due aloni, sempre che ci siano i cristalli di ghiaccio...
Grazie a Vittorio per la domanda e se avete dubbi, curiosità o vedete fenomeni a voi sconosciuti, vi invito a chiedermi senza problemi: cercherò di rispondere a tutti...
Immagine: © Mike Theiss.
venerdì 9 gennaio 2009
La luna più grande dell’anno.
Nella notte fra sabato e domenica prossimi avremo la Luna Piena più grande dell’anno dato che il nostro satellite si troverà al perigeo della sua traiettoria.
L’orbita lunare non è esattamente circolare, ma è leggermente ellittica con un punto più lontano dalla terra (apogeo) ed uno più vicino (perigeo).
Domenica la nostra Luna si troverà proprio nel punto più vicino e sarà contemporaneamente piena.
Questo fenomeno è stato spiegato da Keplero 400 anni fa.
La differenza di distanza è di circa 50'000 km e la differenza di dimensione è proporzionata, quindi il 14% più grande. La luminosità sarà invece maggiore di ben il 30% ed il fenomeno si è già verificato il mese scorso con la luna piena più grande del 2008.
Anche le maree risentono della distanza della Luna, ma l’influenza diretta si attesta sui 2-3 cm di livello. Solo dove sono presenti particolari condizioni geografiche può arrivare ad una variazione di livello di 15 cm che comunque non è una grande alluvione...
Quest'anno però, con tutta la neve che è caduta, l'effetto dell'illuminazione sarà amplificato grazie alla diffusione della luce sul terreno innevato.
Così quando sabato sera vedrete sorgere la Luna pensate che è solo a 360'000 km di distanza ed è lì che dice: “Forza, non sono così lontano...” ;)
In foto l'effetto dell'illusione lunare sopra San Francisco. Con le riprese vicino all'orizzonte sembra ancora più grande di quanto non sia.
L’orbita lunare non è esattamente circolare, ma è leggermente ellittica con un punto più lontano dalla terra (apogeo) ed uno più vicino (perigeo).
Domenica la nostra Luna si troverà proprio nel punto più vicino e sarà contemporaneamente piena.
Questo fenomeno è stato spiegato da Keplero 400 anni fa.
La differenza di distanza è di circa 50'000 km e la differenza di dimensione è proporzionata, quindi il 14% più grande. La luminosità sarà invece maggiore di ben il 30% ed il fenomeno si è già verificato il mese scorso con la luna piena più grande del 2008.
Anche le maree risentono della distanza della Luna, ma l’influenza diretta si attesta sui 2-3 cm di livello. Solo dove sono presenti particolari condizioni geografiche può arrivare ad una variazione di livello di 15 cm che comunque non è una grande alluvione...
Quest'anno però, con tutta la neve che è caduta, l'effetto dell'illuminazione sarà amplificato grazie alla diffusione della luce sul terreno innevato.
Così quando sabato sera vedrete sorgere la Luna pensate che è solo a 360'000 km di distanza ed è lì che dice: “Forza, non sono così lontano...” ;)
In foto l'effetto dell'illusione lunare sopra San Francisco. Con le riprese vicino all'orizzonte sembra ancora più grande di quanto non sia.
mercoledì 7 gennaio 2009
Vedere la ISS a occhio nudo! – Gennaio-Febbraio.
Ecco la nuova tabella per i passaggi visibili della ISS nei nostri cieli.
Si inizia con un periodo serale che a metà di febbraio diventerà mattutino mentre la stazione ha il Discovery ormeggiato per la STS-119.
Un appunto: le luminosità indicate sono decisamente sottostimate dato che la Stazione è oggettivamente più luminosa di quanto sia calcolato.
Legenda:
Data.. del passaggio
Mag... Magnitudine visuale della stazione
Ora... CET del culmine del passaggio - sorge ca. 2' prima e tramonta ca. 2' dopo
Alt... Altezza angolare massima in gradi dall'orizzonte (es. zenith 90°, polare 40-45°)
Az.... Azimuth, direzione in base ai punti cardinali
Data ..... Mag ... Ora ........ Alt... Az.
16 Gen ... 0.1 ... 18:49:26 ... 13 ... SSE
17 Gen .. -0.6 ... 19:15:11 ... 28 ... SSO
18 Gen .. -0.2 ... 18:07:31 ... 16 ... SE
18 Gen ... 0.2 ... 19:40:50 ... 23 ... OSO
19 Gen .. -1.8 ... 18:33:33 ... 45 ... SE
19 Gen ... 1.4 ... 20:06:22 ... 11 ... O
20 Gen .. -2.1 ... 18:59:47 ... 62 ... NNO
21 Gen .. -1.9 ... 17:50:46 ... 51 ... SE
21 Gen .. -0.5 ... 19:25:36 ... 28 ... NO
22 Gen .. -1.9 ... 18:16:57 ... 57 ... NNO
22 Gen ... 0.8 ... 19:50:55 ... 14 ... NO
23 Gen .. -0.9 ... 18:43:19 ... 29 ... NNO
24 Gen .. -1.8 ... 17:34:02 ... 52 ... NNO
24 Gen .. -0.5 ... 19:09:48 ... 22 ... N
25 Gen .. -0.8 ... 18:00:22 ... 28 ... NNO
25 Gen ... 0.3 ... 19:34:58 ... 16 ... NNO
26 Gen .. -0.5 ... 18:26:47 ... 21 ... N
26 Gen ... 1.1 ... 20:00:08 ... 10 ... NO
27 Gen .. -0.6 ... 18:53:14 ... 22 ... N
28 Gen .. -0.5 ... 17:43:41 ... 21 ... N
28 Gen .. -0.7 ... 19:18:54 ... 27 ... N
29 Gen .. -0.7 ... 18:10:04 ... 22 ... N
29 Gen ... 0.0 ... 19:44:08 ... 22 ... NO
30 Gen .. -1.3 ... 18:36:22 ... 31 ... NNE
30 Gen ... 1.0 ... 20:09:24 ... 14 ... ONO
31 Gen .. -2.3 ... 19:02:30 ... 65 ... NNE
01 Feb .. -1.4 ... 17:53:03 ... 33 ... NNE
01 Feb .. -1.3 ... 19:28:25 ... 43 ... SO
02 Feb .. -2.3 ... 18:19:07 ... 72 ... NNE
02 Feb ... 0.6 ... 19:54:05 ... 15 ... SO
03 Feb .. -0.9 ... 18:44:58 ... 38 ... SO
04 Feb ... 1.0 ... 19:10:33 ... 13 ... SO
05 Feb .. -0.5 ... 18:01:24 ... 35 ... SO
06 Feb ... 1.4 ... 18:26:55 ... 12 ... SO
Da qui si passa al mattino.
16 Feb ... 0.2 ... 06:50:23 ... 23 ... SE
18 Feb .. -0.2 ... 06:06:12 ... 25 ... SE
19 Feb .. -2.2 ... 06:31:33 ... 77 ... SSE
20 Feb .. -0.4 ... 05:22:04 ... 27 ... SE
20 Feb .. -1.7 ... 06:57:06 ... 42 ... NNO
21 Feb .. -2.4 ... 05:47:14 ... 83 ... SSE
22 Feb ... 1.3 ... 04:39:56 ... 11 ... E
22 Feb .. -1.6 ... 06:12:44 ... 40 ... NNO
23 Feb ... 0.1 ... 05:04:27 ... 23 ... ENE
23 Feb .. -0.8 ... 06:38:22 ... 25 ... NNO
24 Feb .. -1.1 ... 05:28:52 ... 33 ... N
25 Feb .. -0.7 ... 05:53:52 ... 24 ... N
26 Feb ... 0.9 ... 04:45:59 ... 14 ... NE
26 Feb .. -0.4 ... 06:19:32 ... 21 ... N
27 Feb ... 0.0 ... 05:10:13 ... 20 ... NNE
27 Feb .. -0.5 ... 06:45:10 ... 23 ... N
28 Feb .. -0.3 ... 05:34:53 ... 21 ... N
01 Mar .. -0.4 ... 06:00:28 ... 24 ... N
02 Mar ... 0.5 ... 04:51:16 ... 17 ... NNE
02 Mar .. -1.1 ... 06:25:56 ... 37 ... NNE
03 Mar .. -0.4 ... 05:15:40 ... 24 ... N
04 Mar .. -1.2 ... 05:41:05 ... 38 ... NNE
05 Mar ... 0.9 ... 04:32:24 ... 16 ... ENE
05 Mar .. -2.4 ... 06:06:18 ... 88 ... SSO
06 Mar .. -0.7 ... 04:56:43 ... 35 ... NE
06 Mar .. -1.2 ... 06:31:18 ... 29 ... SO
07 Mar .. -2.5 ... 05:21:17 ... 83 ... SSO
08 Mar .. -1.2 ... 05:46:13 ... 27 ... SO
09 Mar ... 0.7 ... 04:38:47 ... 12 ... SE
Dopo inizierà un nuovo periodo serale.
14 Mar .. -0.4 ... 19:57:09 ... 18 ... S
Dati salvo “reboost” o modifiche orbitali e ottimizzati per il nord Italia.
Si inizia con un periodo serale che a metà di febbraio diventerà mattutino mentre la stazione ha il Discovery ormeggiato per la STS-119.
Un appunto: le luminosità indicate sono decisamente sottostimate dato che la Stazione è oggettivamente più luminosa di quanto sia calcolato.
Legenda:
Data.. del passaggio
Mag... Magnitudine visuale della stazione
Ora... CET del culmine del passaggio - sorge ca. 2' prima e tramonta ca. 2' dopo
Alt... Altezza angolare massima in gradi dall'orizzonte (es. zenith 90°, polare 40-45°)
Az.... Azimuth, direzione in base ai punti cardinali
Data ..... Mag ... Ora ........ Alt... Az.
16 Gen ... 0.1 ... 18:49:26 ... 13 ... SSE
17 Gen .. -0.6 ... 19:15:11 ... 28 ... SSO
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19 Gen .. -1.8 ... 18:33:33 ... 45 ... SE
19 Gen ... 1.4 ... 20:06:22 ... 11 ... O
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21 Gen .. -1.9 ... 17:50:46 ... 51 ... SE
21 Gen .. -0.5 ... 19:25:36 ... 28 ... NO
22 Gen .. -1.9 ... 18:16:57 ... 57 ... NNO
22 Gen ... 0.8 ... 19:50:55 ... 14 ... NO
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24 Gen .. -0.5 ... 19:09:48 ... 22 ... N
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26 Gen ... 1.1 ... 20:00:08 ... 10 ... NO
27 Gen .. -0.6 ... 18:53:14 ... 22 ... N
28 Gen .. -0.5 ... 17:43:41 ... 21 ... N
28 Gen .. -0.7 ... 19:18:54 ... 27 ... N
29 Gen .. -0.7 ... 18:10:04 ... 22 ... N
29 Gen ... 0.0 ... 19:44:08 ... 22 ... NO
30 Gen .. -1.3 ... 18:36:22 ... 31 ... NNE
30 Gen ... 1.0 ... 20:09:24 ... 14 ... ONO
31 Gen .. -2.3 ... 19:02:30 ... 65 ... NNE
01 Feb .. -1.4 ... 17:53:03 ... 33 ... NNE
01 Feb .. -1.3 ... 19:28:25 ... 43 ... SO
02 Feb .. -2.3 ... 18:19:07 ... 72 ... NNE
02 Feb ... 0.6 ... 19:54:05 ... 15 ... SO
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06 Feb ... 1.4 ... 18:26:55 ... 12 ... SO
Da qui si passa al mattino.
16 Feb ... 0.2 ... 06:50:23 ... 23 ... SE
18 Feb .. -0.2 ... 06:06:12 ... 25 ... SE
19 Feb .. -2.2 ... 06:31:33 ... 77 ... SSE
20 Feb .. -0.4 ... 05:22:04 ... 27 ... SE
20 Feb .. -1.7 ... 06:57:06 ... 42 ... NNO
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22 Feb ... 1.3 ... 04:39:56 ... 11 ... E
22 Feb .. -1.6 ... 06:12:44 ... 40 ... NNO
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25 Feb .. -0.7 ... 05:53:52 ... 24 ... N
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26 Feb .. -0.4 ... 06:19:32 ... 21 ... N
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02 Mar .. -1.1 ... 06:25:56 ... 37 ... NNE
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05 Mar ... 0.9 ... 04:32:24 ... 16 ... ENE
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06 Mar .. -0.7 ... 04:56:43 ... 35 ... NE
06 Mar .. -1.2 ... 06:31:18 ... 29 ... SO
07 Mar .. -2.5 ... 05:21:17 ... 83 ... SSO
08 Mar .. -1.2 ... 05:46:13 ... 27 ... SO
09 Mar ... 0.7 ... 04:38:47 ... 12 ... SE
Dopo inizierà un nuovo periodo serale.
14 Mar .. -0.4 ... 19:57:09 ... 18 ... S
Dati salvo “reboost” o modifiche orbitali e ottimizzati per il nord Italia.
Mike Griffin lascia la guida della NASA.
L’attuale amministratore NASA, Mike Griffin ha annunciato le sue dimissioni dall’incarico. Verrà sostituito temporaneamente da Chris Scolese e il successore dovrebbe essere Charles Bolden.
L’annuncio ufficiale avverrà venerdì 9 alle 9:30 (ora di Houston) presso il Building 2 South Teague Auditorium con una conferenza stampa aperta a cui parteciperà anche Mike Coats, direttore del Johnson Space Center.
L’ultimo giorno di Griffin come amministratore NASA dovrebbe essere venerdì 16 gennaio, prima del giuramento ufficiale di Barak Obama come presidente USA, che avverrà il 20 gennaio.
Charles Frank "Charlie" Bolden, Jr. (foto) è nato nel 1946 ed è un ex Marine in congedo.
Dopo aver partecipato a oltre 100 missioni di guerra (Vietnam, Laos, Cambogia) è stato pilota collaudatore presso la base del Fiume Patuxent, nel Maryland.
È entrato nel corpo degli astronauti USA con il gruppo NASA del 1980 ed ha effettuato 4 missioni Space Shuttle (STS-61-C, STS-31, STS-45 e STS-60: le ultime due come comandante).
Ha ricoperto diverse cariche all’interno dell’ente spaziale fra cui: Capo della Divisione Sicurezza al JSC, Astronauta Capo per il Test e la Verifica dei Veicoli al KSC e assistente al vice Amministratore NASA.
Nel 1994 ha lasciato la NASA per l’Accademia Navale di Annapolis e la successiva assegnazione come Comandante d’appoggio nella Operazione Desert Thunder in Kuwait, al termine della quale ha assunto diversi compiti di alto comando.
È andato in pensione dal Corpo dei Marine nell’agosto 2004.
L’annuncio ufficiale avverrà venerdì 9 alle 9:30 (ora di Houston) presso il Building 2 South Teague Auditorium con una conferenza stampa aperta a cui parteciperà anche Mike Coats, direttore del Johnson Space Center.
L’ultimo giorno di Griffin come amministratore NASA dovrebbe essere venerdì 16 gennaio, prima del giuramento ufficiale di Barak Obama come presidente USA, che avverrà il 20 gennaio.
Charles Frank "Charlie" Bolden, Jr. (foto) è nato nel 1946 ed è un ex Marine in congedo.
Dopo aver partecipato a oltre 100 missioni di guerra (Vietnam, Laos, Cambogia) è stato pilota collaudatore presso la base del Fiume Patuxent, nel Maryland.
È entrato nel corpo degli astronauti USA con il gruppo NASA del 1980 ed ha effettuato 4 missioni Space Shuttle (STS-61-C, STS-31, STS-45 e STS-60: le ultime due come comandante).
Ha ricoperto diverse cariche all’interno dell’ente spaziale fra cui: Capo della Divisione Sicurezza al JSC, Astronauta Capo per il Test e la Verifica dei Veicoli al KSC e assistente al vice Amministratore NASA.
Nel 1994 ha lasciato la NASA per l’Accademia Navale di Annapolis e la successiva assegnazione come Comandante d’appoggio nella Operazione Desert Thunder in Kuwait, al termine della quale ha assunto diversi compiti di alto comando.
È andato in pensione dal Corpo dei Marine nell’agosto 2004.
martedì 6 gennaio 2009
STS-119 News 2.
Discovery ha terminato la preparazione all'interno dell'Orbiter Processing Facility e domani 7 gennaio alle 12:30 CET verrà spostato all'interno del VAB per essere sollevato in verticale e agganciato al serbatoio esterno.
Il rollout verso la rampa di lancio è previsto per il 14 gennaio.
Il gruppo ET+SRB (Serbatoio + razzi laterali) è quello che avrebbe dovuto portare in orbita la navetta Atlantis per la STS-125 di manutenzione per il telescopio spaziale Hubble, rinviata dopo il guasto verificatosi a quest'ultimo.
La data di lancio per STS-119 è ancora stabilita per il 12 febbraio e sarà il primo di una serie di 6 Missioni Shuttle previste quest'anno.
STS-119 porterà sulla ISS l'ultimo dei 4 gruppi di pannelli solari, consentendo alla stazione di raggiungere la massima efficienza energetica.
Nell'immagine è evidenziato scuro il nuovo pannello che gli astronauti installeranno con questa misisone.
Aggiornamento.
Spostamento rinviato alle 17:00 italiane per un problema ad un portello del carrello.
Il rollout verso la rampa di lancio è previsto per il 14 gennaio.
Il gruppo ET+SRB (Serbatoio + razzi laterali) è quello che avrebbe dovuto portare in orbita la navetta Atlantis per la STS-125 di manutenzione per il telescopio spaziale Hubble, rinviata dopo il guasto verificatosi a quest'ultimo.
La data di lancio per STS-119 è ancora stabilita per il 12 febbraio e sarà il primo di una serie di 6 Missioni Shuttle previste quest'anno.
STS-119 porterà sulla ISS l'ultimo dei 4 gruppi di pannelli solari, consentendo alla stazione di raggiungere la massima efficienza energetica.
Nell'immagine è evidenziato scuro il nuovo pannello che gli astronauti installeranno con questa misisone.
Aggiornamento.
Spostamento rinviato alle 17:00 italiane per un problema ad un portello del carrello.
lunedì 5 gennaio 2009
Il progetto Sofia.
Lo Stratospheric Observatory for Infrared Astronomy (SOFIA), è un progetto congiunto fra la NASA e il German Aerospace Center (DLR).
Si tratta di un osservatorio astronomico stratosferico infrarosso di 2,5 metri di diametro montato su un Boeing 747 a passo corto, modificato per contenerlo e soprattutto per consentire l’osservazione grazie ad un enorme portello che può aprirsi sul fianco del velivolo permettendo il funzionamento del telescopio.
La geometria è riflettore Cassegrain e verrà utilizzato a 12'000 metri di quota, dove l’aria è molto secca e disturba meno l’osservazione infrarossa.
Lo strumento è costruito in leghe ultra leggere ed ha degli smorzatori per minimizzare le vibrazioni durante il volo.
Gli astronomi che verranno imbarcati, staranno nella sezione pressurizzata adiacente al telescopio che con la sua ottica a triplo specchio, permetterà osservazioni agevoli. Tutto il sistema ottico sarà raffreddato per evitare sbalzi termici agli specchi quando il portellone viene aperto in quota e per evitare la condensa dell’umidità al ritorno a Terra la stiva verrà ripressurizzata con azoto.
Il progetto risale al 1997, ma dopo vari alti e bassi con rischi di cancellazione dovuti a costi sempre crescenti, oggi sta divenendo realtà.
Le esercitazioni sono iniziate il 26 aprile 2007 e in un periodo durato fino al gennaio 2008 sono stati eseguiti numerosi voli con la cavità del telescopio chiusa e correggendo alcuni difetti di montaggio.
Negli ultimi mesi del 2008 sono iniziate le esercitazioni con la cavità del telescopio aperta e dureranno fino al 2009 inoltrato.
La piena operatività è prevista dal 2011 al 2014 e i principali obiettivi saranno:
- Studio delle atmosfere planetarie
- Investigazione sulla struttura, evoluzione e composizione delle comete
- Determinazione della fisica e chimica delle polveri interstellari
- Esplorare la formazione delle stelle.
Nell'immagine il 747 durante un volo di test nel 1997. Il portello del telescopio è stato verniciato di nero.
Si tratta di un osservatorio astronomico stratosferico infrarosso di 2,5 metri di diametro montato su un Boeing 747 a passo corto, modificato per contenerlo e soprattutto per consentire l’osservazione grazie ad un enorme portello che può aprirsi sul fianco del velivolo permettendo il funzionamento del telescopio.
La geometria è riflettore Cassegrain e verrà utilizzato a 12'000 metri di quota, dove l’aria è molto secca e disturba meno l’osservazione infrarossa.
Lo strumento è costruito in leghe ultra leggere ed ha degli smorzatori per minimizzare le vibrazioni durante il volo.
Gli astronomi che verranno imbarcati, staranno nella sezione pressurizzata adiacente al telescopio che con la sua ottica a triplo specchio, permetterà osservazioni agevoli. Tutto il sistema ottico sarà raffreddato per evitare sbalzi termici agli specchi quando il portellone viene aperto in quota e per evitare la condensa dell’umidità al ritorno a Terra la stiva verrà ripressurizzata con azoto.
Il progetto risale al 1997, ma dopo vari alti e bassi con rischi di cancellazione dovuti a costi sempre crescenti, oggi sta divenendo realtà.
Le esercitazioni sono iniziate il 26 aprile 2007 e in un periodo durato fino al gennaio 2008 sono stati eseguiti numerosi voli con la cavità del telescopio chiusa e correggendo alcuni difetti di montaggio.
Negli ultimi mesi del 2008 sono iniziate le esercitazioni con la cavità del telescopio aperta e dureranno fino al 2009 inoltrato.
La piena operatività è prevista dal 2011 al 2014 e i principali obiettivi saranno:
- Studio delle atmosfere planetarie
- Investigazione sulla struttura, evoluzione e composizione delle comete
- Determinazione della fisica e chimica delle polveri interstellari
- Esplorare la formazione delle stelle.
Nell'immagine il 747 durante un volo di test nel 1997. Il portello del telescopio è stato verniciato di nero.
sabato 3 gennaio 2009
Cinque anni su Marte.
Esattamente cinque anni fa, il 3 gennaio 2004, il Mars Exploration Rover "Spirit" arrivava sul Pianeta Rosso e iniziava la sua avventura con una durata prevista di 90 giorni.
Siamo a cinque anni, 20 volte quel traguardo e grazie alle tempeste di vento che periodicamente danno una pulita ai pannelli solari, davanti a Spirit c’è almeno un altro anno terrestre di studi e passeggiate.
Questi due robot hanno già inviato 250'000 fotografie di Marte, hanno scorrazzato per chilometri scalando colline e guardando dentro crateri, segnando con le loro ruote quelle sabbie rossicce.
I dati giunti a Terra attraverso il Mars Odyssey ammontano ormai a 36 gigabyte.
Spirit è ormai da un paio d’anni nei dintorni di una zona chiamata “Home Plate” che ha molti punti di studio grazie al materiale proveniente da esplosioni vulcaniche. È un buon posto, soprattutto grazie ad un pendio orientato verso nord che ha permesso a Spirit di superare l’inverno, nonostante i pannelli abbiano bisogno di una bella spolverata che manca ormai da 18 mesi...
È anche dal 2006 che Spirit ha una delle ruote anteriori bloccata che lo obbliga a muoversi sempre a “marcia indietro” per evitare che possa impuntarsi nella sabbia, ma nonostante questo i Driver (i piloti che li conducono fra cui c’è anche un italiano, Paolo Bellutta che ho conosciuto grazie a ForumAstronautico) riescono a guidarlo alla perfezione.
Nell'immagine una rappresentazione artistica di Spirit.
Fonte: JPL.
Siamo a cinque anni, 20 volte quel traguardo e grazie alle tempeste di vento che periodicamente danno una pulita ai pannelli solari, davanti a Spirit c’è almeno un altro anno terrestre di studi e passeggiate.
Questi due robot hanno già inviato 250'000 fotografie di Marte, hanno scorrazzato per chilometri scalando colline e guardando dentro crateri, segnando con le loro ruote quelle sabbie rossicce.
I dati giunti a Terra attraverso il Mars Odyssey ammontano ormai a 36 gigabyte.
Spirit è ormai da un paio d’anni nei dintorni di una zona chiamata “Home Plate” che ha molti punti di studio grazie al materiale proveniente da esplosioni vulcaniche. È un buon posto, soprattutto grazie ad un pendio orientato verso nord che ha permesso a Spirit di superare l’inverno, nonostante i pannelli abbiano bisogno di una bella spolverata che manca ormai da 18 mesi...
È anche dal 2006 che Spirit ha una delle ruote anteriori bloccata che lo obbliga a muoversi sempre a “marcia indietro” per evitare che possa impuntarsi nella sabbia, ma nonostante questo i Driver (i piloti che li conducono fra cui c’è anche un italiano, Paolo Bellutta che ho conosciuto grazie a ForumAstronautico) riescono a guidarlo alla perfezione.
Nell'immagine una rappresentazione artistica di Spirit.
Fonte: JPL.
Uno Spazioporto per la Virgin.
Dopo la decisione del New Mexico di costruire il primo Spazioporto commerciale, è arrivata la prima adesione: la Virgin Galactic.
Il Governatore del New Mexico Bill Richardson ha siglato un accordo con la Virgin per l’uso di Spaceport America, in costruzione nella contea di Otero County, per la durata di 20 anni.
Il costo per la società sarà di un milione di dollari all’anno per i primi 5 anni, mentre dal sesto in poi il costo sarà di 50'000 dollari al mese più una quota proporzionale al numero di missioni oltre ad altri 30'000 dollari per l’affitto delle superfici coperte.
La costruzione dovrebbe completarsi nel 2010, quando anche la Virgin prevede di partire con il programma di missioni suborbitali di linea...
Nell'immagine: come apparirà lo Spaceport America quando entrerà in funzione.
Copyright © 2008, New Mexico Spaceport Authority
Il Governatore del New Mexico Bill Richardson ha siglato un accordo con la Virgin per l’uso di Spaceport America, in costruzione nella contea di Otero County, per la durata di 20 anni.
Il costo per la società sarà di un milione di dollari all’anno per i primi 5 anni, mentre dal sesto in poi il costo sarà di 50'000 dollari al mese più una quota proporzionale al numero di missioni oltre ad altri 30'000 dollari per l’affitto delle superfici coperte.
La costruzione dovrebbe completarsi nel 2010, quando anche la Virgin prevede di partire con il programma di missioni suborbitali di linea...
Nell'immagine: come apparirà lo Spaceport America quando entrerà in funzione.
Copyright © 2008, New Mexico Spaceport Authority
venerdì 2 gennaio 2009
Uno sguardo su Phoenix.
Questa immagine riprende la zona d'atterraggio di Phoenix il 21 dicembre scorso ed un dettaglio della sonda.
Fotografia scattata dalla fotocamera HiRISE a bordo del Mars Reconaissance Orbiter.
Il Sole è molto basso sull'orizzonte e l'intero panorama è ricoperto di brina biancastra che fa risaltare la poca luce disponibile.
L'azzurro della foto deriva dal fatto che è in falsi colori.
Ricordo che l'autunno marziano è iniziato il 26 dicembre scorso.
Fotografia scattata dalla fotocamera HiRISE a bordo del Mars Reconaissance Orbiter.
Il Sole è molto basso sull'orizzonte e l'intero panorama è ricoperto di brina biancastra che fa risaltare la poca luce disponibile.
L'azzurro della foto deriva dal fatto che è in falsi colori.
Ricordo che l'autunno marziano è iniziato il 26 dicembre scorso.
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