La preparazione della STS-133 sta proseguendo tranquillamente, del resto mancano ancora tre mesi al lancio (previsto per il primo novembre) e quindi si può lavorare con relativa calma. Anche l'equipaggio si è fatto una settimana di ferie.
Le ultime operazioni eseguite sullo Shuttle Discovery, nell'ordine, sono:
- collegamento delle linee di alimentazione sui motori OMS
- test dei sistemi idraulici
- installazione dello scudo termico dei motori principali
- Test delle comunicazioni in banda KU
- Controllo della tenuta stagna della cabina di pilotaggio
- test di pressurizzazione delle APU (Auxiliary Power Units)
- test sui controlli delle APU
- controllo dello scudo termico
Intanto per il carico da inserire in stiva:
- installato l'ultimo strato esterno del rivestimento del PMM Leonardo
- caricato su un pallet un radiatore da oltre 1100 kg per il suo trasporto sulla ISS
Anche la preparazione di Endeavour per la STS-134 continua e proprio questa settimana sono stati installati i tre motori principali della navetta.
Le tre unità hanno già compiuto complessivamente dieci lanci ed hanno già viaggiato insieme durante la STS-130 del febbraio di quest'anno. Sono gli esemplari numero 2059, 2061 e 2057.
Ognuno di loro genera una spinta di oltre 180 tonnellate e sviluppa quasi dodici milioni e mezzo di cavalli...
In foto lo speciale muletto che si occupa di spostare gli SSME (Space Shuttle Main Engine).
Fonte: NASA.
Time machine.
International Space Station
Europa Centrale
Kennedy Space Center - Florida
Baikonur - Kazakhstan
Kourou - French Guyana
sabato 31 luglio 2010
venerdì 30 luglio 2010
Aspettando la chiamata di Spirit.
Sono passati sei anni e mezzo dalla discesa dei due rover Spirit ed Opportunity sul pianeta rosso.
Entrambi dovevano compiere una missione di tre mesi e ne hanno effettuata una ben più lunga. Ma mentre Opportunity è ancora in buone condizioni e sta macinando chilometri su chilometri, per Spirit siamo in forte apprensione.
È dal 22 marzo che non chiama. L'anno scorso è' rimasto insabbiato in una zona composta di un terreno cedevole e farinoso e nonostante i ripetuti tentativi non c'è stato più verso di liberarlo. Purtroppo nel frattempo è giunto l'inverno sul rover e la sua inclinazione non era delle migliori per raccogliere la luce solare con i pannelli fotovoltaici.
E così sono ormai quattro mesi terrestri che aspettiamo un segnale, una comunicazione.
Poca energia significa poche possibilità di tenere attivi i dispositivi di bordo, ma basse temperature può anche significare la necessità di avviare i riscaldatori per mantenere efficienti i sistemi primari del rover.
Durante gli scorsi inverni i sistemi principali di Spirit non sono mai scesi al disotto dei -40°C. Ma con poca elettricità dai pannelli significa che le temperature potrebbero scendere sotto i -55°C, cosa che potrebbe essere fatale per i dispositivi vitali.
Sufficiente energia significherebbe che Spirit è passato nella condizione di ibernazione invernale, una sorta di sonno semi-cosciente che gli permetterebbe di ricordarsi dove si trova e avvertire "casa" appena può.
Energia insufficiente potrebbe significare che tutti i sistemi si sono spenti, "coma profondo". In questo caso in assenza di danni permanenti, all'arrivo di sufficiente energia (sufficiente per un "discorso compiuto", non un semplice "eccomi") inizierebbe a comunicare con il centro di controllo come se fosse appena giunto su Marte. Ma questo non sarebbe un problema. Il problema sarebbe rappresentato da danni permanenti ai componenti elettronici o alle batterie, condizioni che ne impedirebbero definitivamente il riavvio.
Purtroppo al centro controllo si inizia a pensare al peggio, soprattutto perché il primo momento che secondo i calcoli avrebbe permesso di ottenere un flebile tentativo di comunicazione era il 23 luglio scorso.
Senza ulteriori notizie, dal 26 luglio il centro di controllo ha iniziato ad inviare a Spirit gli ordini di chiamare Terra, ma non è ancora stata ricevuta risposta.
Anche Steve Squyres, Principal Investigator per i Mars Exploration Rovers alla Cornell University dice che stanno sperando di avere notizie, ma il rover potrebbe non chiamare più; le certezze vacillano. Si affrettano comunque a precisare che ci sono ancora almeno un paio di mesi per sperare.
Forza Spirit, chiama casa, siamo tutti in pensiero…
Dal canto suo Opportunity prosegue la sua via verso il grande cratere Endeavour e durante il suo lungo viaggio ha anche incrociato un Dust Devil, un mulinello di polvere, il primo incontrato da lui. Spirit ne ha visti moltissimi e questa è una particolarità dell'atmosfera marziana: probabilmente la distribuzione di questi mulinelli non è uniforme sulla superficie di Marte.
Questo tipo di fenomeni atmosferici non comportano pericoli per i rover a causa della poca forza che possono imprimere, ma anzi possono essere degli ottimi alleati. Il giorno prima dello scatto della foto allegata (ripresa il 15 luglio) una serie di raffiche di vento ha pulito i pannelli di Opportunity permettendo un incremento di energia generata di oltre il 10%. Certo potrebbe essere una coincidenza, ma più probabilmente il rover è incappato in una zona con meteo ventoso.
Al Sol 2313 (27 luglio 2010), la produzione di energia solare è passata a 533 watt-ora, l'opacità atmosferica (Tau) è stata ricalibrata e riporta ora un valore superiore a 0,558 e il fattore polvere sui pannelli solari era 0,795. L'odometria totale ammontava a 21,860.62 metri.
Fonte: JPL.
Entrambi dovevano compiere una missione di tre mesi e ne hanno effettuata una ben più lunga. Ma mentre Opportunity è ancora in buone condizioni e sta macinando chilometri su chilometri, per Spirit siamo in forte apprensione.
È dal 22 marzo che non chiama. L'anno scorso è' rimasto insabbiato in una zona composta di un terreno cedevole e farinoso e nonostante i ripetuti tentativi non c'è stato più verso di liberarlo. Purtroppo nel frattempo è giunto l'inverno sul rover e la sua inclinazione non era delle migliori per raccogliere la luce solare con i pannelli fotovoltaici.
E così sono ormai quattro mesi terrestri che aspettiamo un segnale, una comunicazione.
Poca energia significa poche possibilità di tenere attivi i dispositivi di bordo, ma basse temperature può anche significare la necessità di avviare i riscaldatori per mantenere efficienti i sistemi primari del rover.
Durante gli scorsi inverni i sistemi principali di Spirit non sono mai scesi al disotto dei -40°C. Ma con poca elettricità dai pannelli significa che le temperature potrebbero scendere sotto i -55°C, cosa che potrebbe essere fatale per i dispositivi vitali.
Sufficiente energia significherebbe che Spirit è passato nella condizione di ibernazione invernale, una sorta di sonno semi-cosciente che gli permetterebbe di ricordarsi dove si trova e avvertire "casa" appena può.
Energia insufficiente potrebbe significare che tutti i sistemi si sono spenti, "coma profondo". In questo caso in assenza di danni permanenti, all'arrivo di sufficiente energia (sufficiente per un "discorso compiuto", non un semplice "eccomi") inizierebbe a comunicare con il centro di controllo come se fosse appena giunto su Marte. Ma questo non sarebbe un problema. Il problema sarebbe rappresentato da danni permanenti ai componenti elettronici o alle batterie, condizioni che ne impedirebbero definitivamente il riavvio.
Purtroppo al centro controllo si inizia a pensare al peggio, soprattutto perché il primo momento che secondo i calcoli avrebbe permesso di ottenere un flebile tentativo di comunicazione era il 23 luglio scorso.
Senza ulteriori notizie, dal 26 luglio il centro di controllo ha iniziato ad inviare a Spirit gli ordini di chiamare Terra, ma non è ancora stata ricevuta risposta.
Anche Steve Squyres, Principal Investigator per i Mars Exploration Rovers alla Cornell University dice che stanno sperando di avere notizie, ma il rover potrebbe non chiamare più; le certezze vacillano. Si affrettano comunque a precisare che ci sono ancora almeno un paio di mesi per sperare.
Forza Spirit, chiama casa, siamo tutti in pensiero…
Dal canto suo Opportunity prosegue la sua via verso il grande cratere Endeavour e durante il suo lungo viaggio ha anche incrociato un Dust Devil, un mulinello di polvere, il primo incontrato da lui. Spirit ne ha visti moltissimi e questa è una particolarità dell'atmosfera marziana: probabilmente la distribuzione di questi mulinelli non è uniforme sulla superficie di Marte.
Questo tipo di fenomeni atmosferici non comportano pericoli per i rover a causa della poca forza che possono imprimere, ma anzi possono essere degli ottimi alleati. Il giorno prima dello scatto della foto allegata (ripresa il 15 luglio) una serie di raffiche di vento ha pulito i pannelli di Opportunity permettendo un incremento di energia generata di oltre il 10%. Certo potrebbe essere una coincidenza, ma più probabilmente il rover è incappato in una zona con meteo ventoso.
Al Sol 2313 (27 luglio 2010), la produzione di energia solare è passata a 533 watt-ora, l'opacità atmosferica (Tau) è stata ricalibrata e riporta ora un valore superiore a 0,558 e il fattore polvere sui pannelli solari era 0,795. L'odometria totale ammontava a 21,860.62 metri.
Fonte: JPL.
mercoledì 28 luglio 2010
Phoenix, un'estate su Marte. Edizione ebook.
Come preannunciato, è disponibile la versione elettronica del libro
Phoenix: un'estate su Marte.
Il costo è di 10 euro pagabili con i più diversi sistemi di pagamento: PayPal, ricarica PostePay, bonifico bancario o la classica "banconota nella busta".
E' sufficiente un'email al mio indirizzo di posta per concordare il pagamento.
Non appena ricevuto il pagamento vi invierò via email il file nel formato .PDF la cui dimensione è di circa 6,5 Mbyte.
Se preferite altri formati, come per esempio .epub o .LIT comunicatemelo in anticipo per potervi confermare la disponibilità e la dimensione.
Chi di voi, dopo averlo letto in formato elettronico, volesse poi acquistarlo in formato fisico (stampato su carta ad alta qualità) vedrà scontarsi il costo della versione elettronica in modo da non accollarsi un doppio costo.
Stessa cosa per chi ha già la versione cartacea: è sufficiente che mi richieda l'ebook e lo riceverà a stretto giro di email.
Sto inoltre lavorando sulla versione per non vedenti, ottimizzata per i lettori software automatici. Quando sarà pronta la invierò al sito Blindsight Project di Laura Raffaeli per la distribuzione gratuita.
Grazie a tutti!
Phoenix: un'estate su Marte.
Il costo è di 10 euro pagabili con i più diversi sistemi di pagamento: PayPal, ricarica PostePay, bonifico bancario o la classica "banconota nella busta".
E' sufficiente un'email al mio indirizzo di posta per concordare il pagamento.
Non appena ricevuto il pagamento vi invierò via email il file nel formato .PDF la cui dimensione è di circa 6,5 Mbyte.
Se preferite altri formati, come per esempio .epub o .LIT comunicatemelo in anticipo per potervi confermare la disponibilità e la dimensione.
Chi di voi, dopo averlo letto in formato elettronico, volesse poi acquistarlo in formato fisico (stampato su carta ad alta qualità) vedrà scontarsi il costo della versione elettronica in modo da non accollarsi un doppio costo.
Stessa cosa per chi ha già la versione cartacea: è sufficiente che mi richieda l'ebook e lo riceverà a stretto giro di email.
Sto inoltre lavorando sulla versione per non vedenti, ottimizzata per i lettori software automatici. Quando sarà pronta la invierò al sito Blindsight Project di Laura Raffaeli per la distribuzione gratuita.
Grazie a tutti!
martedì 27 luglio 2010
Storie di un visionario.
Nel 1984 il professor Robert L. Forward propose un interessante metodo per incrementare moltissimo lo spazio a disposizione dei satelliti geostazionari. In sostanza il suo sistema era basato sull'uso delle vele solari per imprimere una forza costante sui satelliti e spostarli costantemente a nord o a sud del piano equatoriale dove devono essere posizionati normalmente. Lo spostamento sarebbe stato esiguo, fra i 10 e i 50 km, ma avrebbe permesso di aumentare enormemente lo spazio disponibile lungo l'orbita geostazionaria. Le chiamò Light-Leviated Geostationary Cylindrical Orbits, orbite geostazionarie cilindriche a levitazione luminosa. Anche il nome è affascinante.
Molti suoi colleghi lo derisero evidenziando fantomatiche perturbazioni nell'orbita risultante che renderebbe inutilizzabile il veicolo, ma ora lo studente Shahid Baig e il Professor Colin McInnes, Direttore dell'Advanced Space Concepts Laboratory dell'Università inglese di Strathclyde, hanno dimostrato che Forward aveva sostanzialmente ragione ed hanno pubblicato i loro studi sul Journal of Guidance, Control and Dynamics.
Le teorie di Forward che sono state confermate, riguardano anche una classe di satelliti definiti "baby sitter polari" che resterebbero sospesi sull'asse terrestre a circa 2,7 milioni di chilometri grazie alla semplice spinta delle vele solari. questa sarebbe una condizione rivoluzionaria in quanto permetterebbe il monitoraggio meteorologico costante delle calotte polari e comunque un vasto uso di questi veicoli posti nello spazio che mantengono la posizione praticamente a costo zero.
Oltre all'uso delle vele solari, delle quali la missione giapponese IKAROS sta dimostrando l'efficacia, possono essere utilizzati motori elettrici a bassissima spinta alimentati da pannelli solari o un mix dei due sistemi: pannelli solari montati sulla vela che alimentano un motore elettrico.
Questa vittoria dello "space visionary" Robert L. Forward arriva ben dopo la sua morte avvenuta il 21 settembre 2002 per un melanoma, ma nella sua vita ha eseguito studi su molti argomenti, dalla gravitazione alle stazioni in orbita geostazionaria agli ascensori spaziali.
Sarà stato un visionario, ma da oggi sappiamo che lo era un po' meno di quanto pensassimo...
Molti suoi colleghi lo derisero evidenziando fantomatiche perturbazioni nell'orbita risultante che renderebbe inutilizzabile il veicolo, ma ora lo studente Shahid Baig e il Professor Colin McInnes, Direttore dell'Advanced Space Concepts Laboratory dell'Università inglese di Strathclyde, hanno dimostrato che Forward aveva sostanzialmente ragione ed hanno pubblicato i loro studi sul Journal of Guidance, Control and Dynamics.
Le teorie di Forward che sono state confermate, riguardano anche una classe di satelliti definiti "baby sitter polari" che resterebbero sospesi sull'asse terrestre a circa 2,7 milioni di chilometri grazie alla semplice spinta delle vele solari. questa sarebbe una condizione rivoluzionaria in quanto permetterebbe il monitoraggio meteorologico costante delle calotte polari e comunque un vasto uso di questi veicoli posti nello spazio che mantengono la posizione praticamente a costo zero.
Oltre all'uso delle vele solari, delle quali la missione giapponese IKAROS sta dimostrando l'efficacia, possono essere utilizzati motori elettrici a bassissima spinta alimentati da pannelli solari o un mix dei due sistemi: pannelli solari montati sulla vela che alimentano un motore elettrico.
Questa vittoria dello "space visionary" Robert L. Forward arriva ben dopo la sua morte avvenuta il 21 settembre 2002 per un melanoma, ma nella sua vita ha eseguito studi su molti argomenti, dalla gravitazione alle stazioni in orbita geostazionaria agli ascensori spaziali.
Sarà stato un visionario, ma da oggi sappiamo che lo era un po' meno di quanto pensassimo...
lunedì 26 luglio 2010
Galaxy 15, satellite errante.
Il satellite Galaxy 15 ha ancora tre satelliti nel mirino prima che perda potenza a fine agosto o ai primi di settembre, ponendo così fine al filotto di disturbi inanellati fra i suoi vicini sull'orbita geostazionaria.
Galaxy 15 ha smesso di rispondere ai comandi inviati dai controllori di Terra nel mese di aprile, molto probabilmente a causa di un brillamento solare che ha danneggiato l'elettronica del satellite. Ma gli ingegneri stanno ancora analizzando la causa, dato che non sono ancora stati in grado di isolare il problema in modo certo.
Galaxy 15 ha iniziato ad andare alla deriva verso est dopo l'anomalia di funzionamento, spostandosi verso diversi altri satelliti in orbita geostazionaria a 36 mila chilometri di quota. Il guasto ha lasciato attive le antenne in banda C di Galaxy 15 e il satellite continua a trasmettere potenti segnali di comunicazione che interferiscono con gli altri satelliti che incrocia.
Dopo diversi tentativi falliti di riprendere il controllo del satellite, Intelsat e il rivale operatore satellitare SES World Skies hanno concordato una manovra per garantire che i segnali in banda C di Galaxy 15 non interferissero con le trasmissioni televisive ad alta definizione di AMC 11.
SES ha ordinato ad AMC 11 di spostarsi prima che arrivasse Galaxy 15, poi mentre tornava indietro velocemente ha interposto un altro satellite al veicolo spaziale errante. Dopo aver superato AMC 11 senza incidenti, Galaxy 15 si sta ora avvicinando ad un gruppo di tre satelliti Intelsat (14, 18 e 23) che raggiungerà entro fine agosto.
Intelsat sta attendendo che i giroscopi saturino il loro movimento facendo perdere l'assetto al satellite e spegnendo così l'elettronica di bordo a causa del mancato illuminamento dei pannelli solari. La conseguenza di questo reset, secondo i tecnici di Terra, dovrebbe consentire di recuperare il satellite, anche se è abbastanza dura.
Orbital si è trovata a dover affrontare spese impreviste per 2,5 milioni di dollari a causa del satellite ribelle e si prevede che si spenderà almeno un altro milione prima che questa avventura finisca.
In foto il grande satellite Galaxy 15 quando era in costruzione negli stabilimenti Orbital Sciences.
Fonte: Orbital Sciences.
Galaxy 15 ha smesso di rispondere ai comandi inviati dai controllori di Terra nel mese di aprile, molto probabilmente a causa di un brillamento solare che ha danneggiato l'elettronica del satellite. Ma gli ingegneri stanno ancora analizzando la causa, dato che non sono ancora stati in grado di isolare il problema in modo certo.
Galaxy 15 ha iniziato ad andare alla deriva verso est dopo l'anomalia di funzionamento, spostandosi verso diversi altri satelliti in orbita geostazionaria a 36 mila chilometri di quota. Il guasto ha lasciato attive le antenne in banda C di Galaxy 15 e il satellite continua a trasmettere potenti segnali di comunicazione che interferiscono con gli altri satelliti che incrocia.
Dopo diversi tentativi falliti di riprendere il controllo del satellite, Intelsat e il rivale operatore satellitare SES World Skies hanno concordato una manovra per garantire che i segnali in banda C di Galaxy 15 non interferissero con le trasmissioni televisive ad alta definizione di AMC 11.
SES ha ordinato ad AMC 11 di spostarsi prima che arrivasse Galaxy 15, poi mentre tornava indietro velocemente ha interposto un altro satellite al veicolo spaziale errante. Dopo aver superato AMC 11 senza incidenti, Galaxy 15 si sta ora avvicinando ad un gruppo di tre satelliti Intelsat (14, 18 e 23) che raggiungerà entro fine agosto.
Intelsat sta attendendo che i giroscopi saturino il loro movimento facendo perdere l'assetto al satellite e spegnendo così l'elettronica di bordo a causa del mancato illuminamento dei pannelli solari. La conseguenza di questo reset, secondo i tecnici di Terra, dovrebbe consentire di recuperare il satellite, anche se è abbastanza dura.
Orbital si è trovata a dover affrontare spese impreviste per 2,5 milioni di dollari a causa del satellite ribelle e si prevede che si spenderà almeno un altro milione prima che questa avventura finisca.
In foto il grande satellite Galaxy 15 quando era in costruzione negli stabilimenti Orbital Sciences.
Fonte: Orbital Sciences.
Passeggiata spaziale sulla ISS.
È prevista per questa notte la 147esima passeggiata spaziale eseguita a bordo della International Space Station. Due cosmonauti russi usciranno per sostituire una telecamera guasta e cablare l'ultimo modulo installato, il Rassvet.
Fyodor Yurchikhin e Mikhail Kornienko, componenti della Expedition 24, usciranno per compiere le loro sei ore di escursione alle 0345 UTC di domattina 27 luglio. Questa undicesima EVA del 2010 si aggiungerà alle 914 ore e 53 minuti trascorsi finora per l'assemblaggio e la manutenzione della ISS.
La telecamera da sostituire è quella che serve all'Automated Transfer Vehicle europeo per attraccare e l'esemplare attualmente montato ha molti pixel difettosi degradando così notevolmente la qualità delle immagini. I test sulla nuova telecamera inizieranno immediatamente, prima che quella vecchia venga eliminata lanciandola verso Terra. Quest'ultima procedura si rende necessaria per evitare che il rivestimento in fibra di vetro, snervato dagli anni passati nello spazio, possa sbriciolarsi all'interno della Stazione con conseguente pericolo per la respirazione dell'equipaggio.
Supponendo che i test sulla nuova fotocamera vadano bene, i cosmonauti si libereranno della vecchia telecamera lanciandola in direzione retrograda a circa 0,5 metri al secondo. In questo modo il suo basso peso specifico (rispetto alla Stazione) la farà rallentare di più della ISS allontanandola e portandola quindi ad entrare nell'atmosfera fra circa 120 giorni, causandone così la completa distruzione.
Il secondo compito per i cosmonauti è quello di installare dei cavi di collegamento al modulo portato in orbita da Atlantis nel maggio scorso.
Anche se un mese fa sul nuovo modulo ha attraccato la prima Soyuz, Rassvet non ha ancora la capacità di guidare una capsula con il pilota automatico KURS. Questa passeggiata nello spazio servirà a collegare i cavi necessari per attivare l'attrezzatura che si occupa indipendentemente del rendezvous.
NasaTV seguirà le operazioni, ma i due cosmonauti non indosseranno le tradizionali telecamere sui caschi, quindi la EVA risulterà meno dettagliata del solito.
Nell'immagine i due cosmonauti che usciranno per la EVA.
Fonte: NASA.
Aggiornamento.
Escursione eseguita con pieno successo.
Iniziata con un po' di ritardo alle 0411 UTC, è durata in tutto sei ore e 42 minuti.
La prossima EVA è prevista per il 5 agosto, quando gli astronauti della NASA Doug Wheelock e Tracy Caldwell-Dyson effettueranno una escursione nello spazio dal modulo Quest. Installeranno un supporto per il braccio robotico sul modulo Zarya e alcune linee elettriche all'esterno del nodo Unity ad uso del modulo italiano Leonardo quando verrà fissato permanentemente durante la missione Shuttle di novembre.
In foto l'inizio dell'escursione quando gli astronauti erano appena usciti dal compartimento stagno Pirs con le loro tute Orlan.
Fonte: NasaTV.
Fyodor Yurchikhin e Mikhail Kornienko, componenti della Expedition 24, usciranno per compiere le loro sei ore di escursione alle 0345 UTC di domattina 27 luglio. Questa undicesima EVA del 2010 si aggiungerà alle 914 ore e 53 minuti trascorsi finora per l'assemblaggio e la manutenzione della ISS.
La telecamera da sostituire è quella che serve all'Automated Transfer Vehicle europeo per attraccare e l'esemplare attualmente montato ha molti pixel difettosi degradando così notevolmente la qualità delle immagini. I test sulla nuova telecamera inizieranno immediatamente, prima che quella vecchia venga eliminata lanciandola verso Terra. Quest'ultima procedura si rende necessaria per evitare che il rivestimento in fibra di vetro, snervato dagli anni passati nello spazio, possa sbriciolarsi all'interno della Stazione con conseguente pericolo per la respirazione dell'equipaggio.
Supponendo che i test sulla nuova fotocamera vadano bene, i cosmonauti si libereranno della vecchia telecamera lanciandola in direzione retrograda a circa 0,5 metri al secondo. In questo modo il suo basso peso specifico (rispetto alla Stazione) la farà rallentare di più della ISS allontanandola e portandola quindi ad entrare nell'atmosfera fra circa 120 giorni, causandone così la completa distruzione.
Il secondo compito per i cosmonauti è quello di installare dei cavi di collegamento al modulo portato in orbita da Atlantis nel maggio scorso.
Anche se un mese fa sul nuovo modulo ha attraccato la prima Soyuz, Rassvet non ha ancora la capacità di guidare una capsula con il pilota automatico KURS. Questa passeggiata nello spazio servirà a collegare i cavi necessari per attivare l'attrezzatura che si occupa indipendentemente del rendezvous.
NasaTV seguirà le operazioni, ma i due cosmonauti non indosseranno le tradizionali telecamere sui caschi, quindi la EVA risulterà meno dettagliata del solito.
Nell'immagine i due cosmonauti che usciranno per la EVA.
Fonte: NASA.
Aggiornamento.
Escursione eseguita con pieno successo.
Iniziata con un po' di ritardo alle 0411 UTC, è durata in tutto sei ore e 42 minuti.
La prossima EVA è prevista per il 5 agosto, quando gli astronauti della NASA Doug Wheelock e Tracy Caldwell-Dyson effettueranno una escursione nello spazio dal modulo Quest. Installeranno un supporto per il braccio robotico sul modulo Zarya e alcune linee elettriche all'esterno del nodo Unity ad uso del modulo italiano Leonardo quando verrà fissato permanentemente durante la missione Shuttle di novembre.
In foto l'inizio dell'escursione quando gli astronauti erano appena usciti dal compartimento stagno Pirs con le loro tute Orlan.
Fonte: NasaTV.
sabato 24 luglio 2010
Curiosity si fa un giro.
Il rover Curiosity ha mosso i primi passi ieri, venerdì 23, all'interno della camera sterile presso il Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, in California, dando il via ad una campagna di test per dimostrare che il veicolo per questa missione da da 2,3 miliardi di dollari è in grado di operare correttamente sulla superficie di Marte.
Circondato da un attento gruppo di ingegneri e scienziati, il rover a sei ruote si è spostato in avanti e indietro più volte su un soffice tappeto blu.
"Questo è fantastico," ha detto Ashwin Vasavada, uno degli scienziati di missione. "Funziona... Sono sicuro che in tutto il JPL si tira un enorme sospiro di sollievo."
Curiosity è il cuore della missione Mars Science Laboratory il cui lancio verso il Pianeta Rosso è previsto il 25 novembre 2011. Atterrerà su Marte nel mese di agosto 2012.
È il primo test completo integrato del rover e per eseguirlo hanno assemblato tutte le ruote, compreso il sistema di mobilità e l'elettronica di guida. È stato collegato a un sistema ombelicale e ha utilizzato sequenze di comandi di base, ma non il software avanzato da impiegare su Marte. Sostanzialmente è stata una prova dei comandi di livello molto basso, in pratica dei motori e degli attuatori di guida. All'inizio di questo mese erano già stati testati i motori, ma la prova di venerdì è stato il primo test su un terreno solido. Il rover ha anche girato le ruote per testare il sistema di sterzo. Ogni ruota ha un attuatore motorizzato e il sistema di sterzo comprende in tutto quattro motori. Al termine dell'assemblaggio la NASA eseguirà test drive più ambiziosi, tra curve e pendenze, ma solo quando tutti i componenti saranno montati.
L'assemblaggio di Curiosity è già completo dall'80 al 90 per cento circa, ma manca il braccio robotico e alcuni componenti elettronici. Circa 500 dipendenti lavorano sul progetto al JPL, escluso il team scientifico di MSL che è distribuito lungo gli Stati Uniti.
Gli ingegneri stanno ancora verificando le parti in titanio montate a bordo della sonda per garantire che possa sostenere la missione. Il titanio proviene da un fornitore di metalli che avrebbe utilizzato materiale falsamente certificato ai clienti governativi. Le squadre hanno identificato circa 120 aree con titanio sospetto. Gli ingegneri hanno sostituito alcune parti e per le altre è stato dimostrato il rispetto delle specifiche attraverso dei test.
Il lancio di MSL è stato ritardato dal 2009 al 2011 a causa di vari problemi tecnici, tra cui ritardi nelle consegne dei componenti.
In foto il test.
Fonte: JPL.
Circondato da un attento gruppo di ingegneri e scienziati, il rover a sei ruote si è spostato in avanti e indietro più volte su un soffice tappeto blu.
"Questo è fantastico," ha detto Ashwin Vasavada, uno degli scienziati di missione. "Funziona... Sono sicuro che in tutto il JPL si tira un enorme sospiro di sollievo."
Curiosity è il cuore della missione Mars Science Laboratory il cui lancio verso il Pianeta Rosso è previsto il 25 novembre 2011. Atterrerà su Marte nel mese di agosto 2012.
È il primo test completo integrato del rover e per eseguirlo hanno assemblato tutte le ruote, compreso il sistema di mobilità e l'elettronica di guida. È stato collegato a un sistema ombelicale e ha utilizzato sequenze di comandi di base, ma non il software avanzato da impiegare su Marte. Sostanzialmente è stata una prova dei comandi di livello molto basso, in pratica dei motori e degli attuatori di guida. All'inizio di questo mese erano già stati testati i motori, ma la prova di venerdì è stato il primo test su un terreno solido. Il rover ha anche girato le ruote per testare il sistema di sterzo. Ogni ruota ha un attuatore motorizzato e il sistema di sterzo comprende in tutto quattro motori. Al termine dell'assemblaggio la NASA eseguirà test drive più ambiziosi, tra curve e pendenze, ma solo quando tutti i componenti saranno montati.
L'assemblaggio di Curiosity è già completo dall'80 al 90 per cento circa, ma manca il braccio robotico e alcuni componenti elettronici. Circa 500 dipendenti lavorano sul progetto al JPL, escluso il team scientifico di MSL che è distribuito lungo gli Stati Uniti.
Gli ingegneri stanno ancora verificando le parti in titanio montate a bordo della sonda per garantire che possa sostenere la missione. Il titanio proviene da un fornitore di metalli che avrebbe utilizzato materiale falsamente certificato ai clienti governativi. Le squadre hanno identificato circa 120 aree con titanio sospetto. Gli ingegneri hanno sostituito alcune parti e per le altre è stato dimostrato il rispetto delle specifiche attraverso dei test.
Il lancio di MSL è stato ritardato dal 2009 al 2011 a causa di vari problemi tecnici, tra cui ritardi nelle consegne dei componenti.
In foto il test.
Fonte: JPL.
giovedì 22 luglio 2010
Odyssey va in Safe Mode.
Il Mars Odyssey Orbiter della NASA è passato in Safe Mode mercoledì 14 luglio. Il team di tecnici che seguono il veicolo spaziale si è immediatamente messo all'opera per ripristinare sia le funzioni scientifiche che quelle di ripetitore per i MER.
Gli ingegneri hanno diagnosticato che la causa del safe-mode è stata la risposta anomala di un encoder elettronico. Questo encoder controlla il movimento di una sospensione cardanica che regola la posizione dei pannelli solari. Odyssey è passato a un encoder di scorta e attualmente non vi è alcun segno di problema meccanico con la sospensione cardanica.
I comandi da Terra inviati ad Odyssey hanno riattivato la sua antenna ad alto guadagno, anche se la procedura standard per quel tipo di guasto prevedesse il passaggio delle comunicazioni verso la sua antenna a basso guadagno.
I tecnici al Centro Controllo hanno rapidamente recuperato tutte le funzionalità già venerdì 16 luglio. "Ci aspettiamo di tornare alla piena operatività entro una settimana," ha detto Phil Varghese, Odyssey Project Manager al Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, in California.
Odyssey è in orbita intorno a Marte dal 2001. Oltre alle proprie grandi scoperte scientifiche e gli studi in corso sul pianeta, la missione Odyssey ha svolto un ruolo importante nel sostenere le missioni su Marte, quelle dei rover Spirit e Opportunity e quella del Phoenix Mars Lander.
Il rover Opportunity, non era in grado di trasmettere i dati al controllo a terra attraverso l'orbiter Odyssey mentre quest'ultimo era in Safe Mode. Le attività scientifiche hanno subito ritardi, ma le attività critiche non sono state colpite.
Gli ingegneri hanno diagnosticato che la causa del safe-mode è stata la risposta anomala di un encoder elettronico. Questo encoder controlla il movimento di una sospensione cardanica che regola la posizione dei pannelli solari. Odyssey è passato a un encoder di scorta e attualmente non vi è alcun segno di problema meccanico con la sospensione cardanica.
I comandi da Terra inviati ad Odyssey hanno riattivato la sua antenna ad alto guadagno, anche se la procedura standard per quel tipo di guasto prevedesse il passaggio delle comunicazioni verso la sua antenna a basso guadagno.
I tecnici al Centro Controllo hanno rapidamente recuperato tutte le funzionalità già venerdì 16 luglio. "Ci aspettiamo di tornare alla piena operatività entro una settimana," ha detto Phil Varghese, Odyssey Project Manager al Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, in California.
Odyssey è in orbita intorno a Marte dal 2001. Oltre alle proprie grandi scoperte scientifiche e gli studi in corso sul pianeta, la missione Odyssey ha svolto un ruolo importante nel sostenere le missioni su Marte, quelle dei rover Spirit e Opportunity e quella del Phoenix Mars Lander.
Il rover Opportunity, non era in grado di trasmettere i dati al controllo a terra attraverso l'orbiter Odyssey mentre quest'ultimo era in Safe Mode. Le attività scientifiche hanno subito ritardi, ma le attività critiche non sono state colpite.
Proseguono i test per Virgin Galactic.
La società per il turismo spaziale Virgin Galactic, che sta effettuando i test di volo della sua navicella SpaceShipTwo agganciata alla grande nave madre WhiteKnightTwo, dice che potrebbe iniziare con i primi voli liberi nel Mojave Desert californiano per eseguire le prove di planata ed atterraggio. Il 15 luglio scorso la VSS Enterprise ha eseguito il primo volo con l'equipaggio: si trattava del 33esimo volo per WhiteKnightTwo e del terzo per SpaceShipTwo in configurazione passiva, agganciato alla nave madre.
"C'è una ragionevole possibilità che si possa vedere il primo volo planato in autunno, ma, come sempre, tutto sarà basato sull'accuratezza e sulla sicurezza", ha detto Stephen Attenborough direttore commerciale Virgin Galactic. "Non verranno prese scorciatoie al fine di seguire scadenze arbitrarie".
Fondata da Sir Richard Branson, Virgin Galactic ha intenzione di costruire una flotta di navi spaziali per portare clienti paganti su voli suborbitali nello spazio. SpaceShipTwo potrà trasportare sei passeggeri e due piloti per voli suborbitali della durata di alcuni minuti prima di tornare sulla Terra.
Per 200 mila dollari a biglietto, i passeggeri di SpaceShipTwo sperimenteranno la microgravità e potranno intravedere il buio dello spazio e la visione della curvatura della Terra sotto di loro. Dopo aver raggiunto i 15'000 metri di quota, agganciati alla nave madre il motore a razzo principale porterà i fortunati passeggeri oltre il limite dei 100 km per completare questa formidabile avventura.
In foto la VSS Enterprise agganciata alla VMS Eve durante il primo volo con equipaggio.
Fonte: Virgin Galactic.
"C'è una ragionevole possibilità che si possa vedere il primo volo planato in autunno, ma, come sempre, tutto sarà basato sull'accuratezza e sulla sicurezza", ha detto Stephen Attenborough direttore commerciale Virgin Galactic. "Non verranno prese scorciatoie al fine di seguire scadenze arbitrarie".
Fondata da Sir Richard Branson, Virgin Galactic ha intenzione di costruire una flotta di navi spaziali per portare clienti paganti su voli suborbitali nello spazio. SpaceShipTwo potrà trasportare sei passeggeri e due piloti per voli suborbitali della durata di alcuni minuti prima di tornare sulla Terra.
Per 200 mila dollari a biglietto, i passeggeri di SpaceShipTwo sperimenteranno la microgravità e potranno intravedere il buio dello spazio e la visione della curvatura della Terra sotto di loro. Dopo aver raggiunto i 15'000 metri di quota, agganciati alla nave madre il motore a razzo principale porterà i fortunati passeggeri oltre il limite dei 100 km per completare questa formidabile avventura.
In foto la VSS Enterprise agganciata alla VMS Eve durante il primo volo con equipaggio.
Fonte: Virgin Galactic.
mercoledì 21 luglio 2010
Capsula Boeing.
La Boeing ha rilasciato un rendering artistico della sua navicella CST-100 (Crew Space Transportation) nel corso di una conferenza stampa con Bigelow Aerospace al Farnborough Airshow. Vedi immagine.
Boeing sta maturando il progetto dei suoi veicoli spaziali CST-100 in virtù di un accordo da 18 milioni dollari con la NASA per lo sviluppo di un veicolo con equipaggio (programma CCDev) e la sua intenzione è di renderlo operativo entro il 2015 con voli regolari verso la ISS.
Il CST-100 può trasportare un equipaggio dei sette membri ed è progettato per supportare la Stazione Spaziale Internazionale e i complessi spaziali gonfiabili della Bigelow Aerospace Orbital.
Il CST-100 sarà più grande dell'Apollo, ma più piccolo di Orion, e lo potranno lanciare da una varietà di vettori diversi, tra cui Atlas, Delta e Falcon.
Verrà utilizzata un'architettura semplice, oltre a sistemi e componenti esistenti e collaudati.
Il "100" in CST-100 si riferisce ai 100 km dal suolo dove si considera convenzionalmente inizi lo spazio e quindi l'orbita terrestre bassa.
Boeing sta maturando il progetto dei suoi veicoli spaziali CST-100 in virtù di un accordo da 18 milioni dollari con la NASA per lo sviluppo di un veicolo con equipaggio (programma CCDev) e la sua intenzione è di renderlo operativo entro il 2015 con voli regolari verso la ISS.
Il CST-100 può trasportare un equipaggio dei sette membri ed è progettato per supportare la Stazione Spaziale Internazionale e i complessi spaziali gonfiabili della Bigelow Aerospace Orbital.
Il CST-100 sarà più grande dell'Apollo, ma più piccolo di Orion, e lo potranno lanciare da una varietà di vettori diversi, tra cui Atlas, Delta e Falcon.
Verrà utilizzata un'architettura semplice, oltre a sistemi e componenti esistenti e collaudati.
Il "100" in CST-100 si riferisce ai 100 km dal suolo dove si considera convenzionalmente inizi lo spazio e quindi l'orbita terrestre bassa.
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lunedì 19 luglio 2010
Nuovi vettori russi.
I test di lancio dei nuovi vettori Russi, gli Angara, prenderanno il via nel 2013. Vladimir Nesterov, designer del nuovo razzo e capo del Khrunichev State Research and Production Space Center, ha detto che l’assemblaggio del vettore sarà completato nel primo trimestre del 2011, aggiungendo che il motore del primo stadio è "già pronto al 99%" e il motore del secondo stadio è già stato testato tre volte.
Ha aggiunto che gli unici problemi in grado di influire sul calendario dei lanci sono i ritardi per l'acquisto di apparecchiature di terra che il centro non era in grado di effettuare a causa di finanziamenti insufficienti.
I razzi Angara, progettati per il trasporto in orbita terrestre bassa di carichi tra i 2.000 e i 40’500 kg, dovrebbero diventare il nucleo della flotta di lanciatori senza equipaggio della Russia, in sostituzione dei numerosi sistemi esistenti.
Lo scopo principale della famiglia di vettori Angara è quella di dare accesso indipendente allo spazio per la Russia. Questi veicoli ridurranno la dipendenza dal centro spaziale di Baikonur, in "affitto" dal Kazakistan, consentendo il lancio di carichi pesanti dai siti posti più a nord, come Plesetsk e un nuovo centro spaziale nell’estremo oriente Russo.
Khrunichev sta inoltre sviluppando una versione super-heavy-lift, l’Angara 7, in grado di orbitare carichi utili di 45-75 tonnellate e per i quali non esiste un equivalente nella attuale flotta di vettori Russi.
In foto un prototipo di vettore Angara I.
Fonte: RIA Novosti.
Ha aggiunto che gli unici problemi in grado di influire sul calendario dei lanci sono i ritardi per l'acquisto di apparecchiature di terra che il centro non era in grado di effettuare a causa di finanziamenti insufficienti.
I razzi Angara, progettati per il trasporto in orbita terrestre bassa di carichi tra i 2.000 e i 40’500 kg, dovrebbero diventare il nucleo della flotta di lanciatori senza equipaggio della Russia, in sostituzione dei numerosi sistemi esistenti.
Lo scopo principale della famiglia di vettori Angara è quella di dare accesso indipendente allo spazio per la Russia. Questi veicoli ridurranno la dipendenza dal centro spaziale di Baikonur, in "affitto" dal Kazakistan, consentendo il lancio di carichi pesanti dai siti posti più a nord, come Plesetsk e un nuovo centro spaziale nell’estremo oriente Russo.
Khrunichev sta inoltre sviluppando una versione super-heavy-lift, l’Angara 7, in grado di orbitare carichi utili di 45-75 tonnellate e per i quali non esiste un equivalente nella attuale flotta di vettori Russi.
In foto un prototipo di vettore Angara I.
Fonte: RIA Novosti.
domenica 18 luglio 2010
Il secondo razzo Falcon 9 inizia la preparazione.
Sei settimane dopo il lancio in orbita del primo vettore Falcon 9, i componenti del secondo lanciatore hanno cominciato a giungere a Cape Canaveral per un nuovo volo di collaudo della capsula Dragon di SpaceX previsto nel mese di settembre. La prima parte del razzo Falcon 9 è già dentro l'hangar di Cape Canaveral dopo il trasporto via camion dal sito di test di SpaceX nel Texas centrale. Il modulo è posto all'interno dell'hangar di assemblaggio alla piattaforma di lancio 40. Gli ingegneri inizieranno nelle prossime settimane i test per assicurarsi che il segmento e i suoi nove motori Merlin siano pronti per il volo. Lo stadio superiore dovrebbe arrivare in Florida in agosto.
L'obiettivo della seconda missione del razzo, è quello di inviare in orbita il primo esemplare operativo della capsula Dragon, che dovrà eseguire le prove di propulsione, di pressione, comunicazioni, di guida, navigazione e sistemi di controllo.
SpaceX sta sviluppando il Dragon per trasportare merci da e per la Stazione Spaziale Internazionale, a partire dall'inizio dell'anno prossimo. La società dice che la capsula potrebbe anche essere modificata per trasportare l'uomo in orbita entro circa tre anni, facendo del Dragon un candidato leader per vincere la gara che vede la NASA in ballo per l'acquisto dagli operatori commerciali di veicoli per il trasporto umano nello spazio.
Il primo lancio del Falcon 9, il 4 giugno, ha posto in orbita una capsula Dragon inerte, ma il veicolo era attaccato al secondo stadio del razzo. Gli ingegneri stanno metodicamente rivedendo tutti i sistemi di Dragon per il primo volo libero della capsula. A questo punto, il disegno Falcon 9 è completo e funzionante e non ci sarà nessuna modifica fra il volo 1 e il 2.
Il nuovo Dragon verrà spedito a Cape Canaveral in agosto, ma SpaceX dice che è difficile prevedere esattamente quando sarà pronto. C'è circa un mese di preparazione, anche se cercheranno di lanciare a settembre. È però impossibile prevedere la fine esatta del programma di sviluppo.
Il Falcon 9 è previsto in partenza il 9 settembre, ma l'azienda ha deciso questa settimana di installare delle valvole di scarico manuale per eseguire il backup delle elettrovalvole su Dragon. Tale decisione obbligherà ad aggiungere un paio di settimane alla preparazione.
SpaceX sta anche decidendo la durata del volo di dimostrazione di Dragon, che è stata fissata in tre orbite, ovvero circa cinque ore.
Lo scudo termico di Dragon sarà messo alla prova durante il rientro. La capsula è rivestita con ablativo di carbonio impregnato in fenolico, un isolante resistente utilizzato dalla missione Stardust della NASA che ha riportato i campioni di una cometa sulla Terra. Lo strato ablativo, chiamato PICA-X, è stato testato all'interno di un laboratorio per test ipersonici dell'Ames Research Center di Moffett Field, in California. Dragon con questo tipo di scudo termico è in grado di resistere ad un rientro con una velocità lunare, o addirittura una velocità di rientro da Marte.
Due paracadute pilota ridondanti e tre principali rallenteranno la capsula in un atterraggio dolce nell'Oceano Pacifico, a poche centinaia di chilometri dalla costa della California.
SpaceX sta correggendo le anomalie che si sono verificate durante il primo volo del razzo Falcon 9 e sono sulla buona strada per sistemarle tutte.
Rotazioni e rollio inatteso, riaccensioni fuori assetto e rientro disordinato del primo stadio che ne ha comportato la distruzione, non si verificheranno più.
In foto il primo stadio nell'hangar a Cape Canaveral.
Fonte: SpaceX.
L'obiettivo della seconda missione del razzo, è quello di inviare in orbita il primo esemplare operativo della capsula Dragon, che dovrà eseguire le prove di propulsione, di pressione, comunicazioni, di guida, navigazione e sistemi di controllo.
SpaceX sta sviluppando il Dragon per trasportare merci da e per la Stazione Spaziale Internazionale, a partire dall'inizio dell'anno prossimo. La società dice che la capsula potrebbe anche essere modificata per trasportare l'uomo in orbita entro circa tre anni, facendo del Dragon un candidato leader per vincere la gara che vede la NASA in ballo per l'acquisto dagli operatori commerciali di veicoli per il trasporto umano nello spazio.
Il primo lancio del Falcon 9, il 4 giugno, ha posto in orbita una capsula Dragon inerte, ma il veicolo era attaccato al secondo stadio del razzo. Gli ingegneri stanno metodicamente rivedendo tutti i sistemi di Dragon per il primo volo libero della capsula. A questo punto, il disegno Falcon 9 è completo e funzionante e non ci sarà nessuna modifica fra il volo 1 e il 2.
Il nuovo Dragon verrà spedito a Cape Canaveral in agosto, ma SpaceX dice che è difficile prevedere esattamente quando sarà pronto. C'è circa un mese di preparazione, anche se cercheranno di lanciare a settembre. È però impossibile prevedere la fine esatta del programma di sviluppo.
Il Falcon 9 è previsto in partenza il 9 settembre, ma l'azienda ha deciso questa settimana di installare delle valvole di scarico manuale per eseguire il backup delle elettrovalvole su Dragon. Tale decisione obbligherà ad aggiungere un paio di settimane alla preparazione.
SpaceX sta anche decidendo la durata del volo di dimostrazione di Dragon, che è stata fissata in tre orbite, ovvero circa cinque ore.
Lo scudo termico di Dragon sarà messo alla prova durante il rientro. La capsula è rivestita con ablativo di carbonio impregnato in fenolico, un isolante resistente utilizzato dalla missione Stardust della NASA che ha riportato i campioni di una cometa sulla Terra. Lo strato ablativo, chiamato PICA-X, è stato testato all'interno di un laboratorio per test ipersonici dell'Ames Research Center di Moffett Field, in California. Dragon con questo tipo di scudo termico è in grado di resistere ad un rientro con una velocità lunare, o addirittura una velocità di rientro da Marte.
Due paracadute pilota ridondanti e tre principali rallenteranno la capsula in un atterraggio dolce nell'Oceano Pacifico, a poche centinaia di chilometri dalla costa della California.
SpaceX sta correggendo le anomalie che si sono verificate durante il primo volo del razzo Falcon 9 e sono sulla buona strada per sistemarle tutte.
Rotazioni e rollio inatteso, riaccensioni fuori assetto e rientro disordinato del primo stadio che ne ha comportato la distruzione, non si verificheranno più.
In foto il primo stadio nell'hangar a Cape Canaveral.
Fonte: SpaceX.
Approvazione bipartisan per la NASA del futuro.
La Commissione del Senato per Commercio, Scienza e Trasporti ha approvato all'unanimità la propria versione del NASA Authorization Act ed è stata la prima volta in cui il Congresso ha ufficialmente espresso il proprio voto da quando la Casa Bianca ha proposto la modifica all'assetto della NASA del dopo-Shuttle.
Il disegno di legge modifica in modo significativo molte delle proposte fatte nella richiesta di bilancio dall'amministrazione Obama per l'anno fiscale 2011, ma richiede ancora l'approvazione dell'intero Senato e del Presidente Obama oltre alla verifica finale della Camera dei Rappresentanti.
In ogni caso la Casa Bianca, per mezzo del suo portavoce, ha così espresso il proprio sostegno:
"Il disegno di legge contiene gli elementi critici necessari per realizzare la visione del presidente per ciò che riguarda la NASA, e cioè:
- riconosce che Constellation non è più il programma giusto per raggiungere i nostri intenti,
- decide di avviare il settore del trasporto spaziale commerciale,
- abbraccia la proposta del presidente per uno stanziamento ulteriore di 6 miliardi di dollari per la NASA,
- estende l'uso della Stazione Spaziale Internazionale
Rappresenta quindi un primo passo importante verso il raggiungimento degli obiettivi chiave richiesti dal Presidente".
"È un po' un miracolo l'aver raggiunto l'unanimità in questo consenso", ha detto il senatore Bill Nelson, Democratico della Florida, uno dei principali artefici del disegno di legge. La Sottocommissione Stanziamenti del Senato che supervisiona la NASA potrebbe cominciare il suo processo di revisione già la prossima settimana.
Il senatore Richard Shelby, Repubblicano dell'Alabama, è sempre stato un oppositore dei piani di Obama per la NASA. Secondo Shelby questa proposta di legge fornisce una nuova importante direzione per la NASA, escludendo saggiamente l'annullamento puro e semplice della gestione del programma spaziale umano della NASA e prevede invece un percorso chiaro in avanti per il programma di esplorazione dell'agenzia. Anche se questa autorizzazione è un buon primo passo avanti nel processo legislativo, è importante notare che gli stanziamenti del Comitato determineranno il risultato finale.
L'atto di autorizzazione passato giovedì prevede il lancio di un volo Shuttle extra entro la prossima estate, sottostando comunque a tutte le condizioni che possano garantire il massimo grado di sicurezza. Il volo, designato STS-135, manterrebbe attiva gran parte della forza lavoro per la navetta per un altro anno e permetterebbe di rifornire ancora una volta in maniera massiccia la Stazione Spaziale Internazionale. La NASA ormai prevede solo più due voli dello shuttle i cui lanci sono previsti a novembre e febbraio. I tecnici stanno quindi preparando le attrezzature per una terza missione che potrebbe rendersi necessaria per un eventuale salvataggio se l'ultima missione dello Shuttle avesse problemi. La STS-135 potrebbe utilizzare l'hardware esistente se la missione di salvataggio non fosse necessaria.
Un vettore heavy-lift certificato per il volo umano, chiamato Space Launch System, è anche parte del disegno di legge del Senato. Esso avvia lo sviluppo del razzo per l'anno fiscale 2011. Il vettore, di proprietà del governo, dovrebbe trasportare veicoli spaziali con equipaggio umano con una capacità tra le 70 e le 100 tonnellate, secondo la versione corrente del progetto di legge. La normativa prevede che la Nasa utilizzi i contratti esistenti, quindi i lavoratori e le infrastrutture già sviluppate per la capsula Orion e il programma Ares.
Resta il fatto che il comitato non può dire alla NASA come progettare un razzo, ma può dare alla politica indicazioni per il ramo esecutivo del governo. In sostanza nel disegno di legge, si punta ad utilizzare la tecnologia dei derivati dallo Shuttle, in modo da sviluppare una sua evoluzione a partire dalla gamma di 75-100 tonnellate.
Secondo la proposta della Casa Bianca pubblicata a febbraio, la NASA avrebbe dovuto interrompere lo sviluppo di Orion e del razzo Ares con la cancellazione del programma Constellation. Nel discorso politico del 15 aprile invece il presidente Obama ha annunciato la sua intenzione di ripristinare la capsula Orion con un uso limitato come scialuppa di salvataggio per la Stazione Spaziale Internazionale e ha individuato gli Asteroidi e Marte come le prossime destinazioni per il programma spaziale umano. Obama ha anche promesso di iniziare lo sviluppo di un vettore heavy-lift entro il 2015 e quindi dare come obiettivo per le missioni sugli asteroidi e su Marte rispettivamente gli anni '20 e '30 di questo secolo.
Il disegno di legge di autorizzazione del Senato mantiene gli asteroidi e gli obiettivi per la NASA su Marte, ma accelera i tempi della realizzazione. Invece di avere un progetto con l'inizio dello sviluppo entro il 2015, la normativa stabilisce un termine e cioè che debba essere pienamente operativo entro il 31 dicembre 2016.
Il programma Constellation mirava ad avviare i voli umani entro il 2014, ma ha dimostrato di essere molto indietro rispetto alle previsioni, soprattutto a causa di un sottofinanziamento cronico, e avrebbe spinto il primo lancio operativo ad almeno il 2017. Secondo il senatore Nelson, costerà 11,5 miliardi di dollari progettare e costruire il nuovo razzo heavy-lift nei prossimi sei anni. Permane però fra i legislatori la certezza che è difficile prevedere se il programma riceverà i finanziamenti necessari per garantirgli di non subire la stessa sorte del Constellation.
La NASA potrebbe ancora affidare il trasporto umano in orbita a imprese private, ma la normativa della commissione del Senato impone di ridurre i finanziamenti per le aziende commerciali. Rispetto alla proposta della Casa Bianca di 3,3 miliardi di dollari, l'atto di autorizzazione del Senato avrebbe ridotto i finanziamenti ad 1,6 miliardi dollari fino al 2013. E come se non bastasse, impedisce alla NASA di avviare appalti per veicoli abitati almeno fino al 2012.
I senatori repubblicani si dicono preoccupati di non cedere l'intero programma della NASA alle aziende private che non hanno esperienza. Affermano inoltre di aver creato un equilibrio nel quale il commerciale sarà molto importante. L'impressione è che si stia puntando ad una conservazione dello "status quo" per ciò che riguarda la distribuzione del denaro pubblico.
Da parte loro i senatori democratici hanno annunciato il proprio supporto ai fornitori commerciali, promettendo di continuare a lottare per più finanziamenti. E fra questi ci sono i rappresentanti di California e Virginia, sede di SpaceX e Orbital Sciences che hanno già i contratti per il trasporto dei carichi verso l'avamposto spaziale all'inizio del prossimo anno.
Il programma che vede lo sviluppo di un heavy-lift dovrebbe salvare 2.000 posti di lavoro al Kennedy Space Center e il lancio di un equipaggio commerciale dovrebbe salvare altri 1.000 posti di lavoro lungo la space-coast. Anche nei centri di Houston e Alabama verrebbero salvati molti posti di lavoro.
Il disegno di legge modifica in modo significativo molte delle proposte fatte nella richiesta di bilancio dall'amministrazione Obama per l'anno fiscale 2011, ma richiede ancora l'approvazione dell'intero Senato e del Presidente Obama oltre alla verifica finale della Camera dei Rappresentanti.
In ogni caso la Casa Bianca, per mezzo del suo portavoce, ha così espresso il proprio sostegno:
"Il disegno di legge contiene gli elementi critici necessari per realizzare la visione del presidente per ciò che riguarda la NASA, e cioè:
- riconosce che Constellation non è più il programma giusto per raggiungere i nostri intenti,
- decide di avviare il settore del trasporto spaziale commerciale,
- abbraccia la proposta del presidente per uno stanziamento ulteriore di 6 miliardi di dollari per la NASA,
- estende l'uso della Stazione Spaziale Internazionale
Rappresenta quindi un primo passo importante verso il raggiungimento degli obiettivi chiave richiesti dal Presidente".
"È un po' un miracolo l'aver raggiunto l'unanimità in questo consenso", ha detto il senatore Bill Nelson, Democratico della Florida, uno dei principali artefici del disegno di legge. La Sottocommissione Stanziamenti del Senato che supervisiona la NASA potrebbe cominciare il suo processo di revisione già la prossima settimana.
Il senatore Richard Shelby, Repubblicano dell'Alabama, è sempre stato un oppositore dei piani di Obama per la NASA. Secondo Shelby questa proposta di legge fornisce una nuova importante direzione per la NASA, escludendo saggiamente l'annullamento puro e semplice della gestione del programma spaziale umano della NASA e prevede invece un percorso chiaro in avanti per il programma di esplorazione dell'agenzia. Anche se questa autorizzazione è un buon primo passo avanti nel processo legislativo, è importante notare che gli stanziamenti del Comitato determineranno il risultato finale.
L'atto di autorizzazione passato giovedì prevede il lancio di un volo Shuttle extra entro la prossima estate, sottostando comunque a tutte le condizioni che possano garantire il massimo grado di sicurezza. Il volo, designato STS-135, manterrebbe attiva gran parte della forza lavoro per la navetta per un altro anno e permetterebbe di rifornire ancora una volta in maniera massiccia la Stazione Spaziale Internazionale. La NASA ormai prevede solo più due voli dello shuttle i cui lanci sono previsti a novembre e febbraio. I tecnici stanno quindi preparando le attrezzature per una terza missione che potrebbe rendersi necessaria per un eventuale salvataggio se l'ultima missione dello Shuttle avesse problemi. La STS-135 potrebbe utilizzare l'hardware esistente se la missione di salvataggio non fosse necessaria.
Un vettore heavy-lift certificato per il volo umano, chiamato Space Launch System, è anche parte del disegno di legge del Senato. Esso avvia lo sviluppo del razzo per l'anno fiscale 2011. Il vettore, di proprietà del governo, dovrebbe trasportare veicoli spaziali con equipaggio umano con una capacità tra le 70 e le 100 tonnellate, secondo la versione corrente del progetto di legge. La normativa prevede che la Nasa utilizzi i contratti esistenti, quindi i lavoratori e le infrastrutture già sviluppate per la capsula Orion e il programma Ares.
Resta il fatto che il comitato non può dire alla NASA come progettare un razzo, ma può dare alla politica indicazioni per il ramo esecutivo del governo. In sostanza nel disegno di legge, si punta ad utilizzare la tecnologia dei derivati dallo Shuttle, in modo da sviluppare una sua evoluzione a partire dalla gamma di 75-100 tonnellate.
Secondo la proposta della Casa Bianca pubblicata a febbraio, la NASA avrebbe dovuto interrompere lo sviluppo di Orion e del razzo Ares con la cancellazione del programma Constellation. Nel discorso politico del 15 aprile invece il presidente Obama ha annunciato la sua intenzione di ripristinare la capsula Orion con un uso limitato come scialuppa di salvataggio per la Stazione Spaziale Internazionale e ha individuato gli Asteroidi e Marte come le prossime destinazioni per il programma spaziale umano. Obama ha anche promesso di iniziare lo sviluppo di un vettore heavy-lift entro il 2015 e quindi dare come obiettivo per le missioni sugli asteroidi e su Marte rispettivamente gli anni '20 e '30 di questo secolo.
Il disegno di legge di autorizzazione del Senato mantiene gli asteroidi e gli obiettivi per la NASA su Marte, ma accelera i tempi della realizzazione. Invece di avere un progetto con l'inizio dello sviluppo entro il 2015, la normativa stabilisce un termine e cioè che debba essere pienamente operativo entro il 31 dicembre 2016.
Il programma Constellation mirava ad avviare i voli umani entro il 2014, ma ha dimostrato di essere molto indietro rispetto alle previsioni, soprattutto a causa di un sottofinanziamento cronico, e avrebbe spinto il primo lancio operativo ad almeno il 2017. Secondo il senatore Nelson, costerà 11,5 miliardi di dollari progettare e costruire il nuovo razzo heavy-lift nei prossimi sei anni. Permane però fra i legislatori la certezza che è difficile prevedere se il programma riceverà i finanziamenti necessari per garantirgli di non subire la stessa sorte del Constellation.
La NASA potrebbe ancora affidare il trasporto umano in orbita a imprese private, ma la normativa della commissione del Senato impone di ridurre i finanziamenti per le aziende commerciali. Rispetto alla proposta della Casa Bianca di 3,3 miliardi di dollari, l'atto di autorizzazione del Senato avrebbe ridotto i finanziamenti ad 1,6 miliardi dollari fino al 2013. E come se non bastasse, impedisce alla NASA di avviare appalti per veicoli abitati almeno fino al 2012.
I senatori repubblicani si dicono preoccupati di non cedere l'intero programma della NASA alle aziende private che non hanno esperienza. Affermano inoltre di aver creato un equilibrio nel quale il commerciale sarà molto importante. L'impressione è che si stia puntando ad una conservazione dello "status quo" per ciò che riguarda la distribuzione del denaro pubblico.
Da parte loro i senatori democratici hanno annunciato il proprio supporto ai fornitori commerciali, promettendo di continuare a lottare per più finanziamenti. E fra questi ci sono i rappresentanti di California e Virginia, sede di SpaceX e Orbital Sciences che hanno già i contratti per il trasporto dei carichi verso l'avamposto spaziale all'inizio del prossimo anno.
Il programma che vede lo sviluppo di un heavy-lift dovrebbe salvare 2.000 posti di lavoro al Kennedy Space Center e il lancio di un equipaggio commerciale dovrebbe salvare altri 1.000 posti di lavoro lungo la space-coast. Anche nei centri di Houston e Alabama verrebbero salvati molti posti di lavoro.
venerdì 16 luglio 2010
Il lavoro di GOCE.
Presentato il primo modello globale di gravità calcolato da GOCE.
E' il risultato dei primi due mesi di raccolta dati dalla missione ESA lanciata nel 2009.
Alcuni giorni fa nel contesto dell’ ESA Living Planet Symposium, è stato presentato il primo modello globale di gravità calcolato con i dati del satellite GOCE.
La missione GOCE (Gravity field and steady–state Ocean Circulation Explorer) è stata lanciata nel dicembre 2009 con l’obiettivo di misurare il campo gravitazionale terrestre e di determinare il geoide con un’elevata risoluzione ed accuratezza. I primi risultati, ottenuti con soli due mesi di dati, sono molto incoraggianti e mostrano nuove informazioni in vaste aree come il Sud America, l’Africa, L’Himalaya, il sud est asiatico e l’Antartide. Nei prossimi mesi si aspettano nuove elaborazioni più dettagliate ed accurate.
L’ Italia ha contribuito alla costruzione del satellite, essendo Thales Alenia di Torino il prime contractor del progetto per ESA. Inoltre il gruppo di ricerca del Politecnico di Milano, che da decenni lavora in campo internazionale per la realizzazione di una missione europea di misura del campo di gravità, è una parte fondante del Consorzio denominato HPF (Hight Level Processing Facility) che ha il compito di trasformare il dato del satellite in stima del campo terrestre.
L’ ASI poi sostiene un progetto di coordinamento delle attività di ricerca italiane che intendono utilizzare i dati della missione GOCE per lo sviluppo di modelli globali e locali del campo gravitazionale e per lo sviluppo di applicazioni geodetiche, geofisiche, geologiche ed oceanografiche.
In particolare il progetto dell’ASI, soprannominato GOCE-ITALY, che è svolto dai gruppi di ricerca del Politecnico di Milano, Università di Milano,Università di Padova, Università di Trieste, Istituto di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (OGS) di Trieste, Altec e Galileian Plus, prevede l’utilizzo da parte degli scienziati italiani dei prodotti della missione per il conseguimento dei seguenti obiettivi:
a) La determinazione di un modello globale del campo gravitazionale terrestre e del geoide con elevata risoluzione spaziale ed elevata accuratezza, integrando il dato spaziale con quello terrestre.
b) La determinazione di modelli locali del campo gravitazionale e del geoide basati sull’integrazione di misure gravimetriche in situ con i dati di GOCE.
c) La determinazione del geoide nel Mediterraneo.
d) La determinazione delle armoniche basse del campo gravitazionale, tramite la determinazione orbitale precisa (POD) da analisi dei dati GPS, e il miglioramento del modello delle maree oceaniche.
e) Lo sviluppo di applicazioni geodinamiche, in particolare lo sviluppo di modelli di postglacial rebound (PGR) per studiarne l’effetto sul campo gravitazionale sia a scala globale che regionale.
f) Lo sviluppo di applicazioni oceanografiche, in particolare l’uso combinato del geoide derivato da GOCE, eventualmente migliorato con dati gravimetrici in situ, e misure di altimetria da satellite, al fine di misurare le correnti nel Mar Mediterraneo.
g) Lo sviluppo di applicazioni geologiche, in particolare la determinazione di un modello avanzato della crosta nel territorio italiano e lo studio di bacini sedimentari a larga scala nella crosta inferiore o nel mantello superiore.
La responsabilità del coordinamento del team di ricerca è stata affidata al Politecnico di Milano. Alcune attività del progetto verranno svolte direttamente dal Centro ASI di Geodesia Spaziale “Giuseppe Colombo” tra cui il calcolo di serie temporali del geopotenziale, utilizzando i dati SLR (Satellite Laser Ranging) della rete ILRS su diversi satelliti geodetici (i.e. LAGEOS I e II, Starlette, Stella, Ajisai etc.), la validazione dell’orbita e il confronto tra il geoide calcolato utilizzando i dati di GOCE con quello derivato dalle informazioni di SLR.
Fonte: ASI.
E' il risultato dei primi due mesi di raccolta dati dalla missione ESA lanciata nel 2009.
Alcuni giorni fa nel contesto dell’ ESA Living Planet Symposium, è stato presentato il primo modello globale di gravità calcolato con i dati del satellite GOCE.
La missione GOCE (Gravity field and steady–state Ocean Circulation Explorer) è stata lanciata nel dicembre 2009 con l’obiettivo di misurare il campo gravitazionale terrestre e di determinare il geoide con un’elevata risoluzione ed accuratezza. I primi risultati, ottenuti con soli due mesi di dati, sono molto incoraggianti e mostrano nuove informazioni in vaste aree come il Sud America, l’Africa, L’Himalaya, il sud est asiatico e l’Antartide. Nei prossimi mesi si aspettano nuove elaborazioni più dettagliate ed accurate.
L’ Italia ha contribuito alla costruzione del satellite, essendo Thales Alenia di Torino il prime contractor del progetto per ESA. Inoltre il gruppo di ricerca del Politecnico di Milano, che da decenni lavora in campo internazionale per la realizzazione di una missione europea di misura del campo di gravità, è una parte fondante del Consorzio denominato HPF (Hight Level Processing Facility) che ha il compito di trasformare il dato del satellite in stima del campo terrestre.
L’ ASI poi sostiene un progetto di coordinamento delle attività di ricerca italiane che intendono utilizzare i dati della missione GOCE per lo sviluppo di modelli globali e locali del campo gravitazionale e per lo sviluppo di applicazioni geodetiche, geofisiche, geologiche ed oceanografiche.
In particolare il progetto dell’ASI, soprannominato GOCE-ITALY, che è svolto dai gruppi di ricerca del Politecnico di Milano, Università di Milano,Università di Padova, Università di Trieste, Istituto di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (OGS) di Trieste, Altec e Galileian Plus, prevede l’utilizzo da parte degli scienziati italiani dei prodotti della missione per il conseguimento dei seguenti obiettivi:
a) La determinazione di un modello globale del campo gravitazionale terrestre e del geoide con elevata risoluzione spaziale ed elevata accuratezza, integrando il dato spaziale con quello terrestre.
b) La determinazione di modelli locali del campo gravitazionale e del geoide basati sull’integrazione di misure gravimetriche in situ con i dati di GOCE.
c) La determinazione del geoide nel Mediterraneo.
d) La determinazione delle armoniche basse del campo gravitazionale, tramite la determinazione orbitale precisa (POD) da analisi dei dati GPS, e il miglioramento del modello delle maree oceaniche.
e) Lo sviluppo di applicazioni geodinamiche, in particolare lo sviluppo di modelli di postglacial rebound (PGR) per studiarne l’effetto sul campo gravitazionale sia a scala globale che regionale.
f) Lo sviluppo di applicazioni oceanografiche, in particolare l’uso combinato del geoide derivato da GOCE, eventualmente migliorato con dati gravimetrici in situ, e misure di altimetria da satellite, al fine di misurare le correnti nel Mar Mediterraneo.
g) Lo sviluppo di applicazioni geologiche, in particolare la determinazione di un modello avanzato della crosta nel territorio italiano e lo studio di bacini sedimentari a larga scala nella crosta inferiore o nel mantello superiore.
La responsabilità del coordinamento del team di ricerca è stata affidata al Politecnico di Milano. Alcune attività del progetto verranno svolte direttamente dal Centro ASI di Geodesia Spaziale “Giuseppe Colombo” tra cui il calcolo di serie temporali del geopotenziale, utilizzando i dati SLR (Satellite Laser Ranging) della rete ILRS su diversi satelliti geodetici (i.e. LAGEOS I e II, Starlette, Stella, Ajisai etc.), la validazione dell’orbita e il confronto tra il geoide calcolato utilizzando i dati di GOCE con quello derivato dalle informazioni di SLR.
Fonte: ASI.
lunedì 12 luglio 2010
Libro su Phoenix.
Il sito che pubblica il mio libro su Phoenix mi comunica quanto segue:
Caro scrittore,
da oggi e solo fino a venerdì 16 luglio i tuoi lettori potranno acquistare tutti i libri che vogliono leggere senza pagare la spedizione.
Per i volumi da te pubblicati (il prezzo di copertina supera i 29 €, soglia minima) LA SPEDIZIONE E' GRATIS!!!
Quindi chi di voi volesse approfittare dell'offerta può risparmiare le spese di spedizione!
Desidero anche comunicarvi che sarà presto disponibile la versione elettronica del volume acquistabile direttamente al mio indirizzo di posta elettronica.
Lancio indiano.
Il PSLV (Polar Satellite Launch Vehicle) è partito oggi, lunedì 12 luglio alle 0352 UTC dal Satish Dhawan Space Center, sulla costa orientale dell'India, quindi alle 09:22 ora locale.
Il vettore alto 44,5 metri a quattro stadi ha raggiunto in circa 17 minuti un'orbita di 636 km di quota. Meno di 40 secondi dopo il PSLV ha rilasciato Cartosat 2B, carico principale della missione. Dopo aver sganciato l'adattatore dual satellite, il quarto stadio del razzo ha rilasciato un satellite algerino per il telerilevamento e tre veicoli spaziali costruiti da studenti.
Nel corso di una conferenza stampa, funzionari indiani hanno confermato il completo successo della missione con il rilascio di tutti e cinque i satelliti e suggellando così il 16esimo successo consecutivo per questo vettore.
Il lancio è stato rinviato di oltre due mesi, dai primi di maggio, dopo che i tecnici avevano trovato un leggero calo nella pressione del secondo stadio a propellente liquido durante i test standard. Lo stadio è stato inviato a un altro impianto ISRO per le riparazioni.
Cartosat 2B è il terzo satellite indiano con una risoluzione massima al suolo di meno di un metro. La sonda da 694 kg ha una risoluzione di 0,8 metri e le sue applicazioni spazieranno fra la mappatura delle risorse, la pianificazione urbana, gli studi dei trasporti, il monitoraggio delle acque e l'inventario delle colture. Cartosat 2B è il 10° membro della flotta di satelliti indiani per il Remote Sensing.
Il lancio di oggi ha anche inviato in orbita il satellite di telerilevamento satellitare per l'Algeria Alsat 2A. Creato da EADS Astrium in Francia, il veicolo spaziale trasporta uno strumento di imaging con una risoluzione massima di 2,5 metri. Alsat 2A è il primo dei due satelliti che Astrium sta costruendo per l'Algeria nel quadro di un contratto di collaborazione. Alsat 2B sarà assemblato direttamente in Algeria con l'aiuto di Astrium.
L'Algeria prevede di utilizzare i satelliti in cartografia, agricoltura, gestione forestale, monitoraggio delle risorse minerali, protezione delle colture e la pianificazione delle situazioni di emergenza.
A bordo del PSLV era anche presente un satellite di 6,35 kg per dimostrare le tecnologie di tracciamento marittimo. Chiamato AISSat 1, è stato costruito per il governo norvegese dall'Istituto per gli studi Aerospaziali dell'Università di Toronto.
La Norvegia prevede di testare le capacità del satellite per monitorare il traffico commerciale con il sistema di identificazione automatica AIS (Automatic Identification System), una rete di comunicazioni radio con trasmettitori presenti sulla maggior parte delle navi di grandi dimensioni.
I due satelliti più piccoli, TIsat 1 e Studsat, sono stati lanciati per gli studenti universitari svizzeri e indiani.
Questo lancio perfetto è avvenuto meno di tre mesi dopo il fallimento del GSLV (Geosynchronous Satellite Launch Vehicle), il più grande razzo del paese. ISRO (Indian Space Research Organization) ha attribuito l'incidente ad un problema nelle turbopompe dell'idrogeno liquido criogenico del terzo stadio. Il lancio del 15 aprile è stato il primo volo della versione costruita in India del terzo stadio, che è stato sviluppato per sostituire il motore russo utilizzato nelle missioni precedenti del GSLV. In una dichiarazione la scorsa settimana, ISRO ha detto che il terzo stadio indigeno del GSLV volerà di nuovo entro un anno.
In foto il lancio.
Fonte ISRO.
Il vettore alto 44,5 metri a quattro stadi ha raggiunto in circa 17 minuti un'orbita di 636 km di quota. Meno di 40 secondi dopo il PSLV ha rilasciato Cartosat 2B, carico principale della missione. Dopo aver sganciato l'adattatore dual satellite, il quarto stadio del razzo ha rilasciato un satellite algerino per il telerilevamento e tre veicoli spaziali costruiti da studenti.
Nel corso di una conferenza stampa, funzionari indiani hanno confermato il completo successo della missione con il rilascio di tutti e cinque i satelliti e suggellando così il 16esimo successo consecutivo per questo vettore.
Il lancio è stato rinviato di oltre due mesi, dai primi di maggio, dopo che i tecnici avevano trovato un leggero calo nella pressione del secondo stadio a propellente liquido durante i test standard. Lo stadio è stato inviato a un altro impianto ISRO per le riparazioni.
Cartosat 2B è il terzo satellite indiano con una risoluzione massima al suolo di meno di un metro. La sonda da 694 kg ha una risoluzione di 0,8 metri e le sue applicazioni spazieranno fra la mappatura delle risorse, la pianificazione urbana, gli studi dei trasporti, il monitoraggio delle acque e l'inventario delle colture. Cartosat 2B è il 10° membro della flotta di satelliti indiani per il Remote Sensing.
Il lancio di oggi ha anche inviato in orbita il satellite di telerilevamento satellitare per l'Algeria Alsat 2A. Creato da EADS Astrium in Francia, il veicolo spaziale trasporta uno strumento di imaging con una risoluzione massima di 2,5 metri. Alsat 2A è il primo dei due satelliti che Astrium sta costruendo per l'Algeria nel quadro di un contratto di collaborazione. Alsat 2B sarà assemblato direttamente in Algeria con l'aiuto di Astrium.
L'Algeria prevede di utilizzare i satelliti in cartografia, agricoltura, gestione forestale, monitoraggio delle risorse minerali, protezione delle colture e la pianificazione delle situazioni di emergenza.
A bordo del PSLV era anche presente un satellite di 6,35 kg per dimostrare le tecnologie di tracciamento marittimo. Chiamato AISSat 1, è stato costruito per il governo norvegese dall'Istituto per gli studi Aerospaziali dell'Università di Toronto.
La Norvegia prevede di testare le capacità del satellite per monitorare il traffico commerciale con il sistema di identificazione automatica AIS (Automatic Identification System), una rete di comunicazioni radio con trasmettitori presenti sulla maggior parte delle navi di grandi dimensioni.
I due satelliti più piccoli, TIsat 1 e Studsat, sono stati lanciati per gli studenti universitari svizzeri e indiani.
Questo lancio perfetto è avvenuto meno di tre mesi dopo il fallimento del GSLV (Geosynchronous Satellite Launch Vehicle), il più grande razzo del paese. ISRO (Indian Space Research Organization) ha attribuito l'incidente ad un problema nelle turbopompe dell'idrogeno liquido criogenico del terzo stadio. Il lancio del 15 aprile è stato il primo volo della versione costruita in India del terzo stadio, che è stato sviluppato per sostituire il motore russo utilizzato nelle missioni precedenti del GSLV. In una dichiarazione la scorsa settimana, ISRO ha detto che il terzo stadio indigeno del GSLV volerà di nuovo entro un anno.
In foto il lancio.
Fonte ISRO.
domenica 11 luglio 2010
Lancio Proton.
Dopo un viaggio di 9 ore il satellite EchoStar 15 ha raggiunto l'orbita per mezzo di un razzo russo Proton con stadio orbitale Breeze M partendo dal Cosmodromo di Baikonur alle 1840 UTC.
Lanciato sabato 10 luglio, il satellite di 5'511 kg di massa ha raggiunto la GEO dopo essere passato per un breve parcheggio sull'orbita di trasferimento fra 6'000 km e 35'800 km di quota.
La separazione dal vettore è avvenuta alle 0353 UTC ed il satellite ha così segnato l'entrata in servizio per la DISH Network.
Una volta circolarizzata l'orbita a 35'888 km sopra l'equatore, Echostar 15 si posizionerà a 61,5 gradi di longitudine ovest per coprire gli Stati Uniti.
Costruito da Space Systems/Loral, il satellite è equipaggiato con 32 trasponditori in banda Ku per l'inoltro della televisione ad alta definizione e altre funzionalità direttamente nelle case degli abbonati DISH Network.
EchoStar 15 è un satellite molto potente, oltre 20 chilowatt. L'intenzione della DISH è di utilizzare oltre 300 watt per canale, cioè circa un 20-30 per cento in più del normale che assicura la possibilità di trasmettere un maggior numero di canali contemporaneamente.
DISH Network ha sede a Englewood in Colorado ed utilizza una dozzina di satelliti per trasmettere i propri servizi a 14 milioni di clienti.
EchoStar 15 si unisce ad altri due satelliti sullo slot dei 61,5 gradi: EchoStar 3 lanciato nel mese di ottobre 1997 e EchoStar 12 partito nel luglio del 2003, entrambi con vettori Atlas della ILS decollati da Cape Canaveral, in Florida. L'azienda aerospaziale russa Khrunichev con sede a Mosca, ha costruito il vettore Proton e l'americana International Launch Services della Virginia ha gestito il volo.
Questo è stato il 358esimo lancio Proton dal 1965 e il settimo del 2010. Per la ILS, la missione ha rappresentato 61esimo volo commerciale dal 1996 e il quinto di quest'anno.
Il vettore Proton ha effettuato in media un lancio di successo in ciascuno degli ultimi 24 mesi. La prossima missione con il primo satellite di comunicazioni mobili SkyTerra è prevista per metà agosto.
In foto il lancio.
Fonte: ILS.
Lanciato sabato 10 luglio, il satellite di 5'511 kg di massa ha raggiunto la GEO dopo essere passato per un breve parcheggio sull'orbita di trasferimento fra 6'000 km e 35'800 km di quota.
La separazione dal vettore è avvenuta alle 0353 UTC ed il satellite ha così segnato l'entrata in servizio per la DISH Network.
Una volta circolarizzata l'orbita a 35'888 km sopra l'equatore, Echostar 15 si posizionerà a 61,5 gradi di longitudine ovest per coprire gli Stati Uniti.
Costruito da Space Systems/Loral, il satellite è equipaggiato con 32 trasponditori in banda Ku per l'inoltro della televisione ad alta definizione e altre funzionalità direttamente nelle case degli abbonati DISH Network.
EchoStar 15 è un satellite molto potente, oltre 20 chilowatt. L'intenzione della DISH è di utilizzare oltre 300 watt per canale, cioè circa un 20-30 per cento in più del normale che assicura la possibilità di trasmettere un maggior numero di canali contemporaneamente.
DISH Network ha sede a Englewood in Colorado ed utilizza una dozzina di satelliti per trasmettere i propri servizi a 14 milioni di clienti.
EchoStar 15 si unisce ad altri due satelliti sullo slot dei 61,5 gradi: EchoStar 3 lanciato nel mese di ottobre 1997 e EchoStar 12 partito nel luglio del 2003, entrambi con vettori Atlas della ILS decollati da Cape Canaveral, in Florida. L'azienda aerospaziale russa Khrunichev con sede a Mosca, ha costruito il vettore Proton e l'americana International Launch Services della Virginia ha gestito il volo.
Questo è stato il 358esimo lancio Proton dal 1965 e il settimo del 2010. Per la ILS, la missione ha rappresentato 61esimo volo commerciale dal 1996 e il quinto di quest'anno.
Il vettore Proton ha effettuato in media un lancio di successo in ciascuno degli ultimi 24 mesi. La prossima missione con il primo satellite di comunicazioni mobili SkyTerra è prevista per metà agosto.
In foto il lancio.
Fonte: ILS.
Rosetta sorvola Lutetia.
Sabato 10 luglio la sonda europea Rosetta ha volato a meno di 3'200 chilometri dall'asteroide Lutetia. Si tratta di un'occasione bonus aggiunta alla raccolta scientifica di questa sonda durante il suo viaggio per incontrare una cometa nel 2014.
Lutetia era praticamente sconosciuto prima del flyby e gli scienziati contavano su Rosetta per migliorare la conoscenza delle sue dimensioni, la composizione chimica e dell'origine. Questo incontro ha reso Lutetia il più grande asteroide visitato da vicino da un veicolo spaziale.
Le immagini mostrano che Lutetia è costellato di crateri, evidenziando i molti impatti subiti durante i suoi 4,5 miliardi di anni di esistenza. All'avvicinarsi di Rosetta, una depressione a forma di catino gigante che si estende per gran parte dell'asteroide è comparsa in vista. Le immagini confermano che Lutetia è un corpo allungato, con il suo lato più lungo di circa 130 km.
"Questa è esplorazione nella sua forma migliore", ha detto David Southwood, direttore scientifico dell'Agenzia Spaziale Europea per i Programmi Robotici. Gli ingegneri all'interno dell'European Space Operations Center in Germania hanno confermato che il flyby si è svolto come previsto raggiungendo il punto più vicino alle 1610 UTC. Ci sono voluti più di 25 minuti perché i segnali radio, viaggiando attraverso il Sistema Solare giungessero a noi da Rosetta, il che significa che il massimo avvicinamento si è effettivamente verificato alle 1544 UTC.
Il flyby di Rosetta è avvenuto a 3'162 km da Lutetia ad una velocità relativa di 53'900 chilometri all'ora. Si è inoltre verificato a più di 450 milioni di chilometri dalla Terra e si è svolto in poco più di un minuto. Ma le telecamere e gli altri strumenti avevano lavorato per ore e alcuni anche giorni prima. Poco dopo il massimo avvicinamento, Rosetta ha iniziato a trasmettere i dati a Terra per l'elaborazione.
I pianificatori della missione hanno aggiunto il flyby di Lutetia alla missione Rosetta da 1,2 miliardi di dollari come un'occasione per raccogliere dati aggiuntivi mentre la sonda volava verso la cometa Churyumov-Gerasimenko. Nel 2008 la stessa sonda Rosetta ha visitato anche l'asteroide Steins, ma Lutetia, molto più grande, ha offerto molte più possibilità per l'osservazione.
"Dei due flyby asteroidali che siamo stati in grado di sfruttare lungo la strada verso la cometa, Lutetia è sempre stato il nostro obiettivo principale perché crediamo che questo ci fornirà le informazioni più preziose su come i pianeti si sono formati e in che stato si trovava il materiale durante questo periodo di formazione", ha detto Rita Schulz, scienziato del progetto Rosetta presso l'Agenzia Spaziale Europea.
Nonostante il suo diametro medio di oltre 95 km, la composizione minerale e la forma esatta di Lutetia erano ancora un mistero per gli scienziati prima della visita di Rosetta. Lutetia è stato scoperto nel 1852, ma le migliori foto dell'asteroide riprese dai telescopi sia sulla Terra che nello spazio mostrano solo un oggetto composto da pochi pixel.
L'ipotesi più probabile è che Lutetia sia un asteroide di tipo C, il che significa che ha attraversato relativamente intatto la maggior parte della storia del Sistema Solare che dura da 4,6 miliardi di anni. Gli asteroidi di tipo C sono scuri e ricchi di carbonio e molecole organiche. Gli scienziati credono che siano cimeli rimasti dalla formazione del Sistema Solare.
"Se risultasse che è un tipo C, cosa che tutti speriamo, allora abbiamo un grande oggetto che è piuttosto incontaminato e che ci mostra il Sistema Solare poco dopo la formazione dei pianeti", ha aggiunto Rita Schulz.
Ma alcune misurazioni suggeriscono che Lutetia possa essere ricco di metalli, quindi un asteroide di tipo M. Schulz ha detto che gli asteroidi metallici si sono formati dalla frattura di un corpo più grande e derivano da frammenti del nucleo.
"Non è possibile, non può essere sia un asteroide di tipo C che di tipo M, perché sono totalmente diversi", ha proseguito Schulz. "Questo è un enigma che possiamo risolvere solo visitando questo oggetto perché le indicazioni provenienti da tutte le osservazioni eseguite finora non sono definitive".
Il compito di Rosetta è stato quello di far luce su questi dubbi.
La sonda ha raccolto immagini di Lutetia nello spettro visibile, la mappa con la distribuzione dei minerali sulla sua superficie per mezzo degli spettrometri, ha cercato una eventuale sottile atmosfera e studiato le variazioni di temperatura sull'asteroide.
Il flyby di Lutetia per Rosetta è stata l'ultima tappa durante il suo viaggio di 10 anni dalla Terra alla Churyumov-Gerasimenko. Dal suo lancio nel 2004, Rosetta ha completato quattro manovre di gravity assist per indirizzarsi verso la cometa, tre delle quali sono stati flyby della Terra e uno di Marte.
Gerhard Schwehm, responsabile della missione Rosetta, ha detto che i tecnici a Terra passeranno il prossimo anno a mettere in letargo la sonda di 2'840 kg, imponendole un sonno profondo, che durerà circa due anni e mezzo, in grado di ottimizzare il consumo energetico. I controllori di volo attiveranno tutti gli strumenti scientifici di Rosetta entro la fine dell'anno per assicurarsi che siano efficienti prima della sospensione. Alcuni di essi riceveranno anche degli aggiornamenti software. "Mettere in ibernazione un veicolo spaziale per due anni è decisamente complesso ed occorre assicurarsi la possibilità di riattivarla di nuovo", ha detto Schulz.
Mentre Rosetta transiterà nel sistema solare esterno, le squadre di terra metteranno alla prova i suoi grandi pannelli solari in modalità a bassa intensità, una funzione speciale che aumenta l'efficienza del sistema di approvvigionamento energetico della sonda, anche se i pannelli raccoglieranno meno luce solare. I pannelli solari di Rosetta, lunghi 32 metri, forniscono una grande superficie di raccolta per convertire in elettricità la più debole luce solare.
Gli ingegneri prevedono anche una manovra di correzione a gennaio per mettere Rosetta sulla giusta rotta verso Churyumov-Gerasimenko. Quattro dei propulsori di Rosetta modificheranno la velocità della sonda di 2'844 km/h.
"Avremo in seguito un periodo molto tranquillo per il veicolo spaziale che ci permetterà di controllare tutti i sottosistemi per assicurarsi che tutto è a posto e funziona correttamente, e nel giugno metteremo finalmente Rosetta in modalità di sospensione", ha detto Schwehm.
Il controllo missione non prevede di svegliare Rosetta durante il letargo, in parte perché la sonda non avrebbe abbastanza elettricità per alimentare tutti i suoi sistemi contemporaneamente. "Non possiamo fare molto in quanto non avremmo abbastanza potenza per attivare tutti i sistemi e correggere eventuali problemi", ha concluso Schwehm. Un'altra grande correzione di rotta è prevista per la primavera del 2014, subito dopo la riattivazione di Rosetta e pochi mesi prima dell'arrivo dalla cometa.
Rosetta dovrebbe arrivare nei pressi di Churyumov-Gerasimenko nel maggio 2014 mentre si avvicina al Sole ed entrare in orbita attorno al nucleo, un corpo di soli 4 km di diametro. La sonda sgancerà poi il lander tedesco Philae che scenderà sulla superficie della cometa nel novembre 2014, da dove invierà immagini e dati per circa una settimana. Rosetta resterà con la cometa fino al 2015 durante il suo passaggio vicino al Sole, completerà la mappatura della superficie e osserverà le sue modificazioni man mano che si scalderà rilevando i composti emessi come il ghiaccio di acqua.
Immagine: Rosetta ha ripreso questa foto di Lutetia poco prima del massimo avvicinamento. Le immagini provengono dallo strumento OSIRIS, che combina una macchina fotografica a largo campo ed una a teleobiettivo. Al massimo avvicinamento, i dettagli visibili sono stati di 60 metri su tutta la superficie visibile di Lutetia. Fonte: ESA
Lutetia era praticamente sconosciuto prima del flyby e gli scienziati contavano su Rosetta per migliorare la conoscenza delle sue dimensioni, la composizione chimica e dell'origine. Questo incontro ha reso Lutetia il più grande asteroide visitato da vicino da un veicolo spaziale.
Le immagini mostrano che Lutetia è costellato di crateri, evidenziando i molti impatti subiti durante i suoi 4,5 miliardi di anni di esistenza. All'avvicinarsi di Rosetta, una depressione a forma di catino gigante che si estende per gran parte dell'asteroide è comparsa in vista. Le immagini confermano che Lutetia è un corpo allungato, con il suo lato più lungo di circa 130 km.
"Questa è esplorazione nella sua forma migliore", ha detto David Southwood, direttore scientifico dell'Agenzia Spaziale Europea per i Programmi Robotici. Gli ingegneri all'interno dell'European Space Operations Center in Germania hanno confermato che il flyby si è svolto come previsto raggiungendo il punto più vicino alle 1610 UTC. Ci sono voluti più di 25 minuti perché i segnali radio, viaggiando attraverso il Sistema Solare giungessero a noi da Rosetta, il che significa che il massimo avvicinamento si è effettivamente verificato alle 1544 UTC.
Il flyby di Rosetta è avvenuto a 3'162 km da Lutetia ad una velocità relativa di 53'900 chilometri all'ora. Si è inoltre verificato a più di 450 milioni di chilometri dalla Terra e si è svolto in poco più di un minuto. Ma le telecamere e gli altri strumenti avevano lavorato per ore e alcuni anche giorni prima. Poco dopo il massimo avvicinamento, Rosetta ha iniziato a trasmettere i dati a Terra per l'elaborazione.
I pianificatori della missione hanno aggiunto il flyby di Lutetia alla missione Rosetta da 1,2 miliardi di dollari come un'occasione per raccogliere dati aggiuntivi mentre la sonda volava verso la cometa Churyumov-Gerasimenko. Nel 2008 la stessa sonda Rosetta ha visitato anche l'asteroide Steins, ma Lutetia, molto più grande, ha offerto molte più possibilità per l'osservazione.
"Dei due flyby asteroidali che siamo stati in grado di sfruttare lungo la strada verso la cometa, Lutetia è sempre stato il nostro obiettivo principale perché crediamo che questo ci fornirà le informazioni più preziose su come i pianeti si sono formati e in che stato si trovava il materiale durante questo periodo di formazione", ha detto Rita Schulz, scienziato del progetto Rosetta presso l'Agenzia Spaziale Europea.
Nonostante il suo diametro medio di oltre 95 km, la composizione minerale e la forma esatta di Lutetia erano ancora un mistero per gli scienziati prima della visita di Rosetta. Lutetia è stato scoperto nel 1852, ma le migliori foto dell'asteroide riprese dai telescopi sia sulla Terra che nello spazio mostrano solo un oggetto composto da pochi pixel.
L'ipotesi più probabile è che Lutetia sia un asteroide di tipo C, il che significa che ha attraversato relativamente intatto la maggior parte della storia del Sistema Solare che dura da 4,6 miliardi di anni. Gli asteroidi di tipo C sono scuri e ricchi di carbonio e molecole organiche. Gli scienziati credono che siano cimeli rimasti dalla formazione del Sistema Solare.
"Se risultasse che è un tipo C, cosa che tutti speriamo, allora abbiamo un grande oggetto che è piuttosto incontaminato e che ci mostra il Sistema Solare poco dopo la formazione dei pianeti", ha aggiunto Rita Schulz.
Ma alcune misurazioni suggeriscono che Lutetia possa essere ricco di metalli, quindi un asteroide di tipo M. Schulz ha detto che gli asteroidi metallici si sono formati dalla frattura di un corpo più grande e derivano da frammenti del nucleo.
"Non è possibile, non può essere sia un asteroide di tipo C che di tipo M, perché sono totalmente diversi", ha proseguito Schulz. "Questo è un enigma che possiamo risolvere solo visitando questo oggetto perché le indicazioni provenienti da tutte le osservazioni eseguite finora non sono definitive".
Il compito di Rosetta è stato quello di far luce su questi dubbi.
La sonda ha raccolto immagini di Lutetia nello spettro visibile, la mappa con la distribuzione dei minerali sulla sua superficie per mezzo degli spettrometri, ha cercato una eventuale sottile atmosfera e studiato le variazioni di temperatura sull'asteroide.
Il flyby di Lutetia per Rosetta è stata l'ultima tappa durante il suo viaggio di 10 anni dalla Terra alla Churyumov-Gerasimenko. Dal suo lancio nel 2004, Rosetta ha completato quattro manovre di gravity assist per indirizzarsi verso la cometa, tre delle quali sono stati flyby della Terra e uno di Marte.
Gerhard Schwehm, responsabile della missione Rosetta, ha detto che i tecnici a Terra passeranno il prossimo anno a mettere in letargo la sonda di 2'840 kg, imponendole un sonno profondo, che durerà circa due anni e mezzo, in grado di ottimizzare il consumo energetico. I controllori di volo attiveranno tutti gli strumenti scientifici di Rosetta entro la fine dell'anno per assicurarsi che siano efficienti prima della sospensione. Alcuni di essi riceveranno anche degli aggiornamenti software. "Mettere in ibernazione un veicolo spaziale per due anni è decisamente complesso ed occorre assicurarsi la possibilità di riattivarla di nuovo", ha detto Schulz.
Mentre Rosetta transiterà nel sistema solare esterno, le squadre di terra metteranno alla prova i suoi grandi pannelli solari in modalità a bassa intensità, una funzione speciale che aumenta l'efficienza del sistema di approvvigionamento energetico della sonda, anche se i pannelli raccoglieranno meno luce solare. I pannelli solari di Rosetta, lunghi 32 metri, forniscono una grande superficie di raccolta per convertire in elettricità la più debole luce solare.
Gli ingegneri prevedono anche una manovra di correzione a gennaio per mettere Rosetta sulla giusta rotta verso Churyumov-Gerasimenko. Quattro dei propulsori di Rosetta modificheranno la velocità della sonda di 2'844 km/h.
"Avremo in seguito un periodo molto tranquillo per il veicolo spaziale che ci permetterà di controllare tutti i sottosistemi per assicurarsi che tutto è a posto e funziona correttamente, e nel giugno metteremo finalmente Rosetta in modalità di sospensione", ha detto Schwehm.
Il controllo missione non prevede di svegliare Rosetta durante il letargo, in parte perché la sonda non avrebbe abbastanza elettricità per alimentare tutti i suoi sistemi contemporaneamente. "Non possiamo fare molto in quanto non avremmo abbastanza potenza per attivare tutti i sistemi e correggere eventuali problemi", ha concluso Schwehm. Un'altra grande correzione di rotta è prevista per la primavera del 2014, subito dopo la riattivazione di Rosetta e pochi mesi prima dell'arrivo dalla cometa.
Rosetta dovrebbe arrivare nei pressi di Churyumov-Gerasimenko nel maggio 2014 mentre si avvicina al Sole ed entrare in orbita attorno al nucleo, un corpo di soli 4 km di diametro. La sonda sgancerà poi il lander tedesco Philae che scenderà sulla superficie della cometa nel novembre 2014, da dove invierà immagini e dati per circa una settimana. Rosetta resterà con la cometa fino al 2015 durante il suo passaggio vicino al Sole, completerà la mappatura della superficie e osserverà le sue modificazioni man mano che si scalderà rilevando i composti emessi come il ghiaccio di acqua.
Immagine: Rosetta ha ripreso questa foto di Lutetia poco prima del massimo avvicinamento. Le immagini provengono dallo strumento OSIRIS, che combina una macchina fotografica a largo campo ed una a teleobiettivo. Al massimo avvicinamento, i dettagli visibili sono stati di 60 metri su tutta la superficie visibile di Lutetia. Fonte: ESA
sabato 10 luglio 2010
Le capsule private prendono forma a Torino.
A Torino ci sono due cilindri che rappresentano il simbolo del cambiamento dei tempi, di un nuovo modo di intendere lo Spazio. Questi cilindri sono i componenti fondamentali di due veicoli privati per il rifornimento alla Stazione Spaziale Internazionale che verranno lanciati il prossimo anno. Queste nuove capsule da carico senza equipaggio vanno sotto il nome di Cygnus e saranno in grado di trasportare un paio di tonnellate di cibo e attrezzature verso la Stazione a 350 chilometri di quota.
Il veicolo automatico Cygnus è prodotto dalla Orbital Sciences Corporation a Dulles in Virginia. Si è aggiudicata un contratto da 1,9 miliardi di dollari dall'Agenzia Spaziale Statunitense (NASA) per rifornire la ISS con 20 tonnellate di beni di consumo e pezzi di ricambio da qui al 2015.
Questa politica fa parte del nuovo approccio della NASA, un tentativo di portare una maggiore enfasi commerciale al volo spaziale umano ottenendo che l'industria privata sviluppi nuovi vettori e veicoli invece di portare avanti tali progetti direttamente al suo interno. Aziende come Orbital ricevono denaro solo quando dimostrano di aver ottenuto dei risultati.
Orbital sta sviluppando sia il razzo Taurus II, destinato a lanciare Cygnus, che le unità di servizio e di propulsione della capsula da carico, la parte del veicolo spaziale Cygnus, che contiene i computer, la navigazione e sistemi di orientamento e di propulsione. Ma per il Pressurized Cargo Module (PCM) (l'elemento che contiene il prezioso materiale destinato agli astronauti) Orbital si è rivolta alla compagnia franco-italiana Thales Alenia Space (TAS). In realtà Cygnus sarà un veicolo con una elettronica semplificata rispetto ad altri moduli che raggiungono la ISS: sia l'ATV che le Progress hanno sofisticati sistemi di attracco automatico non presenti in questa capsula. Le operazioni di ormeggio a bordo della Stazione verranno effettuate dagli astronauti per mezzo del braccio robotico SSRMS. Per Cygnus sarà sufficiente avvicinarsi alla ISS per essere agganciato e messo in posizione (vedi immagine allegata della Orbital Sciences).
Il contributo TAS è di gran lunga la più grande partecipazione europea in un progetto nato negli Stati Uniti, soprattutto in questa epoca in cui il "nuovo spazio" si sta affermando. Il valore TAS dell'iniziativa Cygnus è di 200 milioni di dollari. Ricordiamoci che è fonte di orgoglio per noi sapere che, nella parte americana della stazione spaziale, più della metà del volume pressurizzato (quello in cui gli astronauti vivono e lavorano) è stato costruito dalla TAS nel suo stabilimento di Torino.
E proprio lì sono posizionati i primi due Pressurised Cargo Module del Cygnus. Hanno davanti a se circa sei mesi di lavoro per l'allestimento prima di essere spediti a Dulles per essere accoppiati con i loro moduli di servizio. La struttura esterna è derivata da segmenti cilindrici tagliati da tubi di metallo forgiato in grado di mantenere uno spessore di appena 3,2 millimetri. I segmenti dei cilindri sono poi uniti alle estremità a seconda della lunghezza che dovrà avere Cygnus. Per la capsula standard sono utilizzati due segmenti, mentre per la versione estesa che porterà 2,7 tonnellate di materiali ne viene aggiunto un terzo. La prima spedizione verso Dulles è prevista a febbraio, per un lancio previsto a giugno. I tempi a disposizione per la TAS sono quindi abbastanza ristretti.
Come è risaputo, in questo momento c'è un vivace dibattito in corso negli Stati Uniti, e non solo, sulle politiche perseguite dalla Casa Bianca per la NASA. Molte voci nel Congresso deplorano il grande cambiamento e hanno chiamato direttamente in causa le capacità tecniche (in modo più specifico gli standard di sicurezza) seguiti dai progetti commerciali.
È una pressione che si avverte attraverso l'Atlantico fino in Italia. Ma la vera sfida è proprio questa: dimostrare che si può essere veloci, si può essere a buon mercato e contemporaneamente si può mantenere qualità e sicurezza allo stesso livello di tutti gli altri moduli della Stazione Spaziale Internazionale.
Vicino ai PCM Cygnus, presso l'impianto di Torino, sono presenti altri moduli in preparazione. Come per esempio l'ATV-3 per l'Agenzia Spaziale Europea (ESA) intitolato ad Edoardo Amaldi. È in preparazione come Integrated Cargo Carrier (ICC) proprio in queste officine. L'Automated Transfer Vehicle è una grande capsula di carico, più del doppio del Cygnus e con un livello di sofisticazione che va ben oltre il suo cuginetto americano. Il veicolo ESA fa parte di un programma del costo di miliardi di euro. Il confronto fra i due veicoli non è comunque così facile. Essi rappresentano approcci molto diversi. Ma la cosa che vale la pena di evidenziare è che TAS, che potrebbe essere considerata una vecchia società spaziale, è desiderosa di fare la sua parte nel nuovo modo di intendere lo spazio. Si stanno addirittura prendendo in considerazione i moduli gonfiabili a basso costo che potrebbero essere inviati nello spazio, sul tipo di quelli della Bigelow.
Il veicolo automatico Cygnus è prodotto dalla Orbital Sciences Corporation a Dulles in Virginia. Si è aggiudicata un contratto da 1,9 miliardi di dollari dall'Agenzia Spaziale Statunitense (NASA) per rifornire la ISS con 20 tonnellate di beni di consumo e pezzi di ricambio da qui al 2015.
Questa politica fa parte del nuovo approccio della NASA, un tentativo di portare una maggiore enfasi commerciale al volo spaziale umano ottenendo che l'industria privata sviluppi nuovi vettori e veicoli invece di portare avanti tali progetti direttamente al suo interno. Aziende come Orbital ricevono denaro solo quando dimostrano di aver ottenuto dei risultati.
Orbital sta sviluppando sia il razzo Taurus II, destinato a lanciare Cygnus, che le unità di servizio e di propulsione della capsula da carico, la parte del veicolo spaziale Cygnus, che contiene i computer, la navigazione e sistemi di orientamento e di propulsione. Ma per il Pressurized Cargo Module (PCM) (l'elemento che contiene il prezioso materiale destinato agli astronauti) Orbital si è rivolta alla compagnia franco-italiana Thales Alenia Space (TAS). In realtà Cygnus sarà un veicolo con una elettronica semplificata rispetto ad altri moduli che raggiungono la ISS: sia l'ATV che le Progress hanno sofisticati sistemi di attracco automatico non presenti in questa capsula. Le operazioni di ormeggio a bordo della Stazione verranno effettuate dagli astronauti per mezzo del braccio robotico SSRMS. Per Cygnus sarà sufficiente avvicinarsi alla ISS per essere agganciato e messo in posizione (vedi immagine allegata della Orbital Sciences).
Il contributo TAS è di gran lunga la più grande partecipazione europea in un progetto nato negli Stati Uniti, soprattutto in questa epoca in cui il "nuovo spazio" si sta affermando. Il valore TAS dell'iniziativa Cygnus è di 200 milioni di dollari. Ricordiamoci che è fonte di orgoglio per noi sapere che, nella parte americana della stazione spaziale, più della metà del volume pressurizzato (quello in cui gli astronauti vivono e lavorano) è stato costruito dalla TAS nel suo stabilimento di Torino.
E proprio lì sono posizionati i primi due Pressurised Cargo Module del Cygnus. Hanno davanti a se circa sei mesi di lavoro per l'allestimento prima di essere spediti a Dulles per essere accoppiati con i loro moduli di servizio. La struttura esterna è derivata da segmenti cilindrici tagliati da tubi di metallo forgiato in grado di mantenere uno spessore di appena 3,2 millimetri. I segmenti dei cilindri sono poi uniti alle estremità a seconda della lunghezza che dovrà avere Cygnus. Per la capsula standard sono utilizzati due segmenti, mentre per la versione estesa che porterà 2,7 tonnellate di materiali ne viene aggiunto un terzo. La prima spedizione verso Dulles è prevista a febbraio, per un lancio previsto a giugno. I tempi a disposizione per la TAS sono quindi abbastanza ristretti.
Come è risaputo, in questo momento c'è un vivace dibattito in corso negli Stati Uniti, e non solo, sulle politiche perseguite dalla Casa Bianca per la NASA. Molte voci nel Congresso deplorano il grande cambiamento e hanno chiamato direttamente in causa le capacità tecniche (in modo più specifico gli standard di sicurezza) seguiti dai progetti commerciali.
È una pressione che si avverte attraverso l'Atlantico fino in Italia. Ma la vera sfida è proprio questa: dimostrare che si può essere veloci, si può essere a buon mercato e contemporaneamente si può mantenere qualità e sicurezza allo stesso livello di tutti gli altri moduli della Stazione Spaziale Internazionale.
Vicino ai PCM Cygnus, presso l'impianto di Torino, sono presenti altri moduli in preparazione. Come per esempio l'ATV-3 per l'Agenzia Spaziale Europea (ESA) intitolato ad Edoardo Amaldi. È in preparazione come Integrated Cargo Carrier (ICC) proprio in queste officine. L'Automated Transfer Vehicle è una grande capsula di carico, più del doppio del Cygnus e con un livello di sofisticazione che va ben oltre il suo cuginetto americano. Il veicolo ESA fa parte di un programma del costo di miliardi di euro. Il confronto fra i due veicoli non è comunque così facile. Essi rappresentano approcci molto diversi. Ma la cosa che vale la pena di evidenziare è che TAS, che potrebbe essere considerata una vecchia società spaziale, è desiderosa di fare la sua parte nel nuovo modo di intendere lo spazio. Si stanno addirittura prendendo in considerazione i moduli gonfiabili a basso costo che potrebbero essere inviati nello spazio, sul tipo di quelli della Bigelow.
venerdì 9 luglio 2010
Su Coelum in edicola...
Molti argomenti astronautici sono trattati sulla splendida rivista astronomica COELUM numero 139 (giugno-luglio), da poco uscito in edicola: oltre al mio solito notiziario (parlo di Akatsuki, Curiosity, Phoenix, Falcon 9 e dei MER), ci sono articoli su IKAROS, Hayabusa e la missione Mars500.
Inoltre da pagina 44 c'è un ricco resoconto illustrato di sei pagine sul mio viaggio in Florida al Kennedy Space Center per seguire l'ultimo lancio dello Space Shuttle Atlantis...
Per un appassionato si tratta di un'esperienza ai confini della realtà!
Vi aspetto in edicola!
Inoltre da pagina 44 c'è un ricco resoconto illustrato di sei pagine sul mio viaggio in Florida al Kennedy Space Center per seguire l'ultimo lancio dello Space Shuttle Atlantis...
Per un appassionato si tratta di un'esperienza ai confini della realtà!
Vi aspetto in edicola!
Correzione di rotta per New Horizons.
La sonda New Horizons ha eseguito una correzione di traiettoria il 7 luglio. Ha acceso per 35,6 secondi i suoi propulsori principali per eseguire una piccola modifica nella rotta impostata dopo che è stato notato un leggero scostamento da quella prevista.
La sonda percorre oltre un milione e mezzo di chilometri al giorno e sulle distanze in gioco qualsiasi perturbazione potrebbe compromettere il risultato finale.
Il controllo missione si è accorto di una leggera variazione nella rotta di New Horizon che, lanciata nel 2006, raggiungerà il sistema Plutone-Caronte nel 2015. L'energia termica irradiata dal generatore nucleare imprime una impercettibile spinta che devia la sonda dalla sua traiettoria originale. A questa si associa la spinta derivante dalla luce solare e dai raggi cosmici che colpiscono la sua antenna di comunicazione. La correzione ha variato la velocità della sonda di circa 1,5 km/h: su una velocità di oltre 48'000 km/h, questa può essere la differenza fra il successo e il fallimento! È da ricordare che attualmente ha percorso circa due miliardi e mezzo di chilometri e in queste condizioni, anche la più piccola spinta può evidenziare i suoi effetti in modo estremo.
L'ultima correzione di traiettoria è stata eseguita nell'ottobre 2007 e si è approfittato del periodo di check-up della sonda che sta avvenendo in questi giorni. Circa una volta all'anno New Horizons viene "risvegliata" dallo stato d'ibernazione in cui trascorre la maggior parte del tempo per eseguire tutte le routine diagnostiche e controllarne il funzionamento.
Secondo i calcoli dei tecnici, il momento di massimo avvicinamento a Plutone avverrà alle 1149 UTC del 15 luglio 2015 e passerà a 12'400 km di quota; nove anni di viaggio e 700 milioni di dollari per pochi giorni di sorvolo del sistema plutoniano, ma ne vale certamente la pena. Dopo Plutone, New Horizons potrebbe avvicinarsi ad altri oggetti e si prevede che la sua missione possa essere estesa almeno fino al 2020 ed anche oltre.
In foto il lancio di New Horizons eseguito con un razzo Atlas V dalla base di Cape Canaveral il 19 gennaio 2006.
Fonte: NASA.
La sonda percorre oltre un milione e mezzo di chilometri al giorno e sulle distanze in gioco qualsiasi perturbazione potrebbe compromettere il risultato finale.
Il controllo missione si è accorto di una leggera variazione nella rotta di New Horizon che, lanciata nel 2006, raggiungerà il sistema Plutone-Caronte nel 2015. L'energia termica irradiata dal generatore nucleare imprime una impercettibile spinta che devia la sonda dalla sua traiettoria originale. A questa si associa la spinta derivante dalla luce solare e dai raggi cosmici che colpiscono la sua antenna di comunicazione. La correzione ha variato la velocità della sonda di circa 1,5 km/h: su una velocità di oltre 48'000 km/h, questa può essere la differenza fra il successo e il fallimento! È da ricordare che attualmente ha percorso circa due miliardi e mezzo di chilometri e in queste condizioni, anche la più piccola spinta può evidenziare i suoi effetti in modo estremo.
L'ultima correzione di traiettoria è stata eseguita nell'ottobre 2007 e si è approfittato del periodo di check-up della sonda che sta avvenendo in questi giorni. Circa una volta all'anno New Horizons viene "risvegliata" dallo stato d'ibernazione in cui trascorre la maggior parte del tempo per eseguire tutte le routine diagnostiche e controllarne il funzionamento.
Secondo i calcoli dei tecnici, il momento di massimo avvicinamento a Plutone avverrà alle 1149 UTC del 15 luglio 2015 e passerà a 12'400 km di quota; nove anni di viaggio e 700 milioni di dollari per pochi giorni di sorvolo del sistema plutoniano, ma ne vale certamente la pena. Dopo Plutone, New Horizons potrebbe avvicinarsi ad altri oggetti e si prevede che la sua missione possa essere estesa almeno fino al 2020 ed anche oltre.
In foto il lancio di New Horizons eseguito con un razzo Atlas V dalla base di Cape Canaveral il 19 gennaio 2006.
Fonte: NASA.
giovedì 8 luglio 2010
Consegnato l'ultimo External Tank degli Shuttle.
Il Serbatoio Esterno per l'ultima missione Shuttle ha eseguito oggi, giovedì 8 luglio, il rollout dalla Michoud Assembly Facility della Lockheed Martin per iniziare il viaggio di 1'500 chilometri verso il Kennedy Space Center per il lancio del prossimo febbraio.
Dopo 37 anni di lavoro per consegnare i grandi serbatoi per il programma shuttle, i dipendenti e i funzionari della Lockheed Martin, insieme ad alti dirigenti della NASA, si sono riuniti per celebrare il completamento dell'ET-138, l'ultimo della serie.
"Ognuno di voi dovrebbe essere orgoglioso e so che lo siete", ha detto Joanne Maguire, Vice Presidente Executive dei Sistemi Spaziali della Lockheed Martin. "I risultati raggiunti dal gruppo External Tank sono esemplari. Le sfide e le difficoltà che avete superato sono stati monumentali e il nostro rispetto e gratitudine nei vostri confronti è incommensurabile."
Il senatore David Vitter, un repubblicano della Louisiana, ha partecipato al rollout dell'ET-138 e ha colto l'occasione per criticare l'amministrazione Obama sulla politica spaziale post-navette, cosa che ormai è una regola in qualsiasi evento pubblico che coinvolge la NASA. Vitter ha concluso il suo intervento dicendo che "la buona notizia è che ci sono molte persone al Congresso, repubblicani e democratici, che la pensano come me. Quindi, questa battaglia non è finita."
Il serbatoio verrà caricato sulla chiatta Pegasus, attraverserà il Golfo del Messico, circumnavigherà la Florida e seguendo la costa fino al Kennedy Space Center raggiungerà Port Canaveral dove verrà trasportato nel VAB per essere preparato per il lancio del 26 febbraio con lo shuttle Endeavour.
Mentre il volo di Endeavour è l'ultima missione Shuttle ufficialmente prevista, la NASA prevede di preparare la navetta Atlantis per un eventuale lancio di soccorso che potrebbe rendersi necessario in caso di eventuali problemi con Endeavour in grado di impedirne il rientro sicuro.
Il serbatoio per la missione LON, l'ET-122, è quello danneggiato dall'uragano Katrina, ma è stato riparato ed è in fase finale di assemblaggio. La spedizione al Kennedy Space Center è prevista per settembre.
Si parla insistentemente di una missione aggiuntiva derivata dalla LON-335 con la denominazione STS-135, in modo da fare un ultimo rifornimento abbondante per la Stazione. Una decisione è attesa entro i primi di agosto.
In foto un momento della cerimonia di oggi.
Fonte: NASA.
Dopo 37 anni di lavoro per consegnare i grandi serbatoi per il programma shuttle, i dipendenti e i funzionari della Lockheed Martin, insieme ad alti dirigenti della NASA, si sono riuniti per celebrare il completamento dell'ET-138, l'ultimo della serie.
"Ognuno di voi dovrebbe essere orgoglioso e so che lo siete", ha detto Joanne Maguire, Vice Presidente Executive dei Sistemi Spaziali della Lockheed Martin. "I risultati raggiunti dal gruppo External Tank sono esemplari. Le sfide e le difficoltà che avete superato sono stati monumentali e il nostro rispetto e gratitudine nei vostri confronti è incommensurabile."
Il senatore David Vitter, un repubblicano della Louisiana, ha partecipato al rollout dell'ET-138 e ha colto l'occasione per criticare l'amministrazione Obama sulla politica spaziale post-navette, cosa che ormai è una regola in qualsiasi evento pubblico che coinvolge la NASA. Vitter ha concluso il suo intervento dicendo che "la buona notizia è che ci sono molte persone al Congresso, repubblicani e democratici, che la pensano come me. Quindi, questa battaglia non è finita."
Il serbatoio verrà caricato sulla chiatta Pegasus, attraverserà il Golfo del Messico, circumnavigherà la Florida e seguendo la costa fino al Kennedy Space Center raggiungerà Port Canaveral dove verrà trasportato nel VAB per essere preparato per il lancio del 26 febbraio con lo shuttle Endeavour.
Mentre il volo di Endeavour è l'ultima missione Shuttle ufficialmente prevista, la NASA prevede di preparare la navetta Atlantis per un eventuale lancio di soccorso che potrebbe rendersi necessario in caso di eventuali problemi con Endeavour in grado di impedirne il rientro sicuro.
Il serbatoio per la missione LON, l'ET-122, è quello danneggiato dall'uragano Katrina, ma è stato riparato ed è in fase finale di assemblaggio. La spedizione al Kennedy Space Center è prevista per settembre.
Si parla insistentemente di una missione aggiuntiva derivata dalla LON-335 con la denominazione STS-135, in modo da fare un ultimo rifornimento abbondante per la Stazione. Una decisione è attesa entro i primi di agosto.
In foto un momento della cerimonia di oggi.
Fonte: NASA.
mercoledì 7 luglio 2010
Trovati frammenti raccolti da Hayabusa.
La Japan Aerospace Exploration Agency ha annunciato lunedì di aver trovato particelle all'interno della capsula di rientro della missione Hayabusa, capsula che avrebbe dovuto raccogliere un campione della superficie dell'asteroide Itokawa nel 2005. I funzionari dicono che non sanno ancora se le particelle sono polvere proveniente dall'asteroide o se il materiale è originato dalla Terra o proviene dallo spazio interplanetario.
La capsula di rientro Hayabusa è stata paracadutata sulla Terra il 13 giugno e proviene da una missione durata sette anni che ha percorso oltre sei miliardi di chilometri attraverso il Sistema Solare. Questa è la missione che ha compiuto il primo viaggio di andata e ritorno ad un asteroide.
La capsula da 40 centimetri è rimasta illesa nel rientro e le squadre di recupero hanno spedito immediatamente il modulo in Giappone, dove è arrivato il 18 giugno presso un laboratorio high-tech a Sagamihara, vicino a Tokyo. È stata subito eseguita una radiografia del filtro che ha mostrato segni di particelle di circa 1 millimetro e i tecnici hanno rilevato anche una traccia di gas proveniente dalla capsula.
La polvere dovrebbe provenire dall'asteroide Itokawa, ma c'è anche la possibilità che provenga dallo spazio interplanetario o potrebbe addirittura essere una contaminazione proveniente da Terra, presente all'interno del contenitore prima del lancio. Solo le analisi dettagliata del materiale determineranno la sua fonte e potrebbero essere necessari mesi prima che gli scienziati riescano a dimostrare che i campioni sono stati effettivamente prelevati dalla superficie di Itokawa, una grande roccia a forma di patata. I ricercatori prevedono di utilizzare un microscopio elettronico e uno spettrometro per misurare le dimensioni e la composizione chimica dei campioni, determinandone così la provenienza.
Hayabusa è stata progettata per raccogliere i campioni sollevati da un proiettile sparato per smuovere i frammenti depositati sulla superficie e incanalarli all'interno della camera di raccolta, il tutto mentre la sonda eseguiva un atterraggio. Ma il cattivo funzionamento del sistema durante due tentativi nel novembre 2005 ha indotto il controllo missione ad eseguire un ulteriore campionamento che è andato più liscio, ma gli ingegneri di missione hanno detto che il proiettile non è stato sparato, mettendo così in dubbio l'obiettivo primario della sonda Hayabusa.
Nonostante l'inconveniente, ai responsabili di missione è rimasta qualche speranza di trovare polvere dell'asteroide entrata nella camera di raccolta nel momento in cui la sonda ha urtato contro la sua superficie di Itokawa.
In foto l'interno della capsula con i piccoli frammenti di materiale.
Fonte JAXA.
La capsula di rientro Hayabusa è stata paracadutata sulla Terra il 13 giugno e proviene da una missione durata sette anni che ha percorso oltre sei miliardi di chilometri attraverso il Sistema Solare. Questa è la missione che ha compiuto il primo viaggio di andata e ritorno ad un asteroide.
La capsula da 40 centimetri è rimasta illesa nel rientro e le squadre di recupero hanno spedito immediatamente il modulo in Giappone, dove è arrivato il 18 giugno presso un laboratorio high-tech a Sagamihara, vicino a Tokyo. È stata subito eseguita una radiografia del filtro che ha mostrato segni di particelle di circa 1 millimetro e i tecnici hanno rilevato anche una traccia di gas proveniente dalla capsula.
La polvere dovrebbe provenire dall'asteroide Itokawa, ma c'è anche la possibilità che provenga dallo spazio interplanetario o potrebbe addirittura essere una contaminazione proveniente da Terra, presente all'interno del contenitore prima del lancio. Solo le analisi dettagliata del materiale determineranno la sua fonte e potrebbero essere necessari mesi prima che gli scienziati riescano a dimostrare che i campioni sono stati effettivamente prelevati dalla superficie di Itokawa, una grande roccia a forma di patata. I ricercatori prevedono di utilizzare un microscopio elettronico e uno spettrometro per misurare le dimensioni e la composizione chimica dei campioni, determinandone così la provenienza.
Hayabusa è stata progettata per raccogliere i campioni sollevati da un proiettile sparato per smuovere i frammenti depositati sulla superficie e incanalarli all'interno della camera di raccolta, il tutto mentre la sonda eseguiva un atterraggio. Ma il cattivo funzionamento del sistema durante due tentativi nel novembre 2005 ha indotto il controllo missione ad eseguire un ulteriore campionamento che è andato più liscio, ma gli ingegneri di missione hanno detto che il proiettile non è stato sparato, mettendo così in dubbio l'obiettivo primario della sonda Hayabusa.
Nonostante l'inconveniente, ai responsabili di missione è rimasta qualche speranza di trovare polvere dell'asteroide entrata nella camera di raccolta nel momento in cui la sonda ha urtato contro la sua superficie di Itokawa.
In foto l'interno della capsula con i piccoli frammenti di materiale.
Fonte JAXA.
lunedì 5 luglio 2010
Notizie da Marte.
Ancora in ascolto per Spirit - Sol 2307, 30 giugno 2010.
Spirit rimane in silenzio nel luogo chiamato "Troy" sul lato ovest di Home Plate. Nessuna comunicazione è stata ricevuta dal rover dal Sol 2210 (22 marzo 2010).
Come detto in precedenza, è probabile che Spirit abbia subito un forte abbassamento di potenza e abbia quindi spento tutti i sottosistemi, anche quelli di comunicazione e sia passato in un sonno profondo. Durante il sonno, il rover utilizzerà l'energia disponibile dai pannelli solari per ricaricare le batterie. Quando le batterie avranno recuperato una sufficiente carica, Spirit si risveglierà e inizierà a comunicare.
C'è il rischio aggiuntivo che il rover abbia subito un guasto all'orologio di missione. Se ciò fosse accaduto, Spirit resterà addormentato finché le batterie non saranno ricaricate a sufficienza e quindi fino a che ci sia abbastanza luce solare per i pannelli per riattivare il rover. Con il solstizio d'inverno superato il 13 maggio 2010, i livelli di energia solare e le temperature sono previste in aumento.
L'odometria totale è invariata a 7'730,50 metri.
Opportunity.
Migliora l'alimentazione una volta superato il Solstizio d'inverno - Sol 2254-2260, 27 maggio-2 giugno 2010.
Superato il solstizio d'inverno, la produzione d'energia va migliorando. Opportunity continua a spostarsi verso il cratere Endeavour.
Il Sol 2254 (27 Maggio 2010), il rover si è spostato di circa 26 metri verso sud/sud-est. Altro spostamento nel Sol 2256 (29 Maggio 2010), per circa 25 metri. Ma il Sol 2257 (30 Maggio 2010), si è verificata un'avaria al Pancam Mast Assembly (PMA) che sostiene le telecamere di navigazione e scientifiche. Lo snodo di azimut del PMA non si è mosso quando comandato. Il Sol 2259 (1 giugno 2010), sono stati eseguiti una serie di test diagnostici sul comando specifico e su altri attuatori come controllo. Il PMA è risultato essere a posto, il che non spiega il problema precedente. Così l'intenzione è di proseguire nell'indagine con ulteriori test diagnostici.
Dal Sol 2260 (2 giugno 2010), la produzione di energia dei pannelli solari è stata 269 watt-ora, l'opacità atmosferica (Tau) era 0,465 (Sol 2256) e il fattore polvere sui pannelli solari era 0,566.
L'odometria totale ammontava a 20,862.01 metri.
Si cerca di tornare al più presto a muoversi - Sol 2261-2266, 3-9 giugno 2010.
Il Pancam Mast Assembly (PMA) pare funzionare perfettamente nonostante il malfunzionamento subito nel Sol 2257 (30 maggio 2010) e non si ha quindi una spiegazione del problema.
Sono stati eseguiti diversi test diagnostici nei Sol 2259, 2261, 2262 e 2265 (1, 3, 4 e 8 giugno). In ogni caso, la diagnostica ha indicato che l'attuatore di azimut del PMA funziona perfettamente. Ulteriori analisi suggeriscono che lo spettrometro di emissione termica in miniatura (Mini-TES) possa essere l'origine del problema al PMA e che il PMA stesso fosse solo in attesa di un segnale dal Mini-TES, segnale che non è mai arrivato. Piccole anomalie sono state osservate nel Mini-TES durante il Sol 2250 (23 Maggio 2010). Indagini sono in corso sullo strumento. Nel frattempo, sono stati effettuati test finali sul PMA per riprendere al più presto gli spostamenti.
Nel Sol 2266 (9 giugno 2010), la produzione di energia dei pannelli solari stata di 287 watt-ora, l'opacità atmosferica (Tau) è stata 0,465 (Sol 2256) e il fattore polvere sui pannelli solari era 0,589.
L'odometria totale era 20,862.01 metri.
Opportunity supera le 13 miglia percorse su Marte! - Sol 2267-2272, 10-15 giugno 2010.
Opportunity è nuovamente in viaggio e ha superato i 21 km (13 miglia) di percorso su Marte.
L'errore di azimuth del Pancam Mast Assembly (PMA) del Sol 2257 (30 maggio 2010), è stato attribuito a un problema all'interno del mini-spettrometro ad emissione termica (Mini-TES). Una verifica del Mini-TES è in corso. Il PMA è stato ripristinato per la ripresa delle immagini (e non per l'uso del Mini-TES).
Durante il Sol 2267 (10 giugno 2010), è stato eseguito un Quick Fine Attitude (QFA) per verificare la precisione della lettura dell'assetto per minimizzare la deriva giroscopica. Sono state anche riprese ulteriori immagini nella direzione di marcia. Nel Sol 2270 (13 giugno 2010), Opportunity ha eseguito uno spostamento per la prima volta dopo l'anomalia PMA, ed ha coperto oltre 70 metri. Il rover ha poi eseguito un altro spostamento durante il Sol 2272 (15 giugno 2010), muovendosi di quasi 72 metri verso est.
Dal Sol 2272 (15 giugno 2010), la produzione di energia solare è stata di 297 watt-ora, l'opacità atmosferica (Tau) è stata di 0,280 e il fattore polvere sui pannelli solari era 0,570 .
L'odometria totale era 21,005.47 metri.
Opportunity Completa le tre unità di spostamento della settimana - Sol 2273-2279, 16-22 Giugno 2010
Opportunity ha fatto buoni progressi verso il cratere Endeavour con tre unità di spostamento.
Il Sol 2274 (17 giugno 2010) il rover ha completato circa 60 metri di spostamento verso est. Il Sol 2276 (19 giugno 2010) il rover ha fatto una piccola curva per evitare un ripple e poi si è spostato di 72 metri verso est. Con questa unità, Opportunity ha superato la distanza di una mezza maratona, 21'097,5 metri, o 13,11 miglia.
Il rover ha proseguito nel Sol 2279 (22 giugno 2010) coprendo più di 70 metri verso est/sud-est.
Al Sol 2279 (22 giugno 2010), la produzione di energia solare è passata a 320 watt-ora, l'opacità atmosferica (Tau) è stata 0,257 e il fattore polvere sui pannelli solari era 0,5585.
L'odometria totale era 21'209,69 metri.
Opportunity continua il viaggio verso Endeavour Crater - Sol 2280-2286, 23-29 Giugno 2010.
Opportunity continua ad avvicinarsi al cratere Endeavour, mentre i livelli di energia solare migliorano.
Il Sol 2281 (24 giugno 2010) il rover ha completato circa 70 metri, viaggiando verso est/sud-est. Il Sol 2283 (26 giugno 2010) ha percorso soli 57 metri verso nord-est per evitare alcune increspature del terreno di grandi dimensioni. Opportunity ha poi proseguito nel Sol 2286 (29 giugno 2010), coprendo più di 70 metri verso est.
Dal Sol 2286 (29 giugno 2010), la produzione di energia solare è migliorata passando a 354 watt-ora, l'opacità atmosferica (Tau) è stata di 0,295 e il fattore polvere sui pannelli solari era 0,577.
L'odometria totale era 21'408,21 metri.
In foto un'immagine del bordo del cratere Endeavour ripresa da Opportunity durante il suo avvicinamento. I nomi dei picchi sono ispirati dai luoghi visitati dal Capitano Hook con il vascello Endeavour a metà del XVIII secolo.
Fonte: NASA/JPL-Caltech/Cornell University.
Spirit rimane in silenzio nel luogo chiamato "Troy" sul lato ovest di Home Plate. Nessuna comunicazione è stata ricevuta dal rover dal Sol 2210 (22 marzo 2010).
Come detto in precedenza, è probabile che Spirit abbia subito un forte abbassamento di potenza e abbia quindi spento tutti i sottosistemi, anche quelli di comunicazione e sia passato in un sonno profondo. Durante il sonno, il rover utilizzerà l'energia disponibile dai pannelli solari per ricaricare le batterie. Quando le batterie avranno recuperato una sufficiente carica, Spirit si risveglierà e inizierà a comunicare.
C'è il rischio aggiuntivo che il rover abbia subito un guasto all'orologio di missione. Se ciò fosse accaduto, Spirit resterà addormentato finché le batterie non saranno ricaricate a sufficienza e quindi fino a che ci sia abbastanza luce solare per i pannelli per riattivare il rover. Con il solstizio d'inverno superato il 13 maggio 2010, i livelli di energia solare e le temperature sono previste in aumento.
L'odometria totale è invariata a 7'730,50 metri.
Opportunity.
Migliora l'alimentazione una volta superato il Solstizio d'inverno - Sol 2254-2260, 27 maggio-2 giugno 2010.
Superato il solstizio d'inverno, la produzione d'energia va migliorando. Opportunity continua a spostarsi verso il cratere Endeavour.
Il Sol 2254 (27 Maggio 2010), il rover si è spostato di circa 26 metri verso sud/sud-est. Altro spostamento nel Sol 2256 (29 Maggio 2010), per circa 25 metri. Ma il Sol 2257 (30 Maggio 2010), si è verificata un'avaria al Pancam Mast Assembly (PMA) che sostiene le telecamere di navigazione e scientifiche. Lo snodo di azimut del PMA non si è mosso quando comandato. Il Sol 2259 (1 giugno 2010), sono stati eseguiti una serie di test diagnostici sul comando specifico e su altri attuatori come controllo. Il PMA è risultato essere a posto, il che non spiega il problema precedente. Così l'intenzione è di proseguire nell'indagine con ulteriori test diagnostici.
Dal Sol 2260 (2 giugno 2010), la produzione di energia dei pannelli solari è stata 269 watt-ora, l'opacità atmosferica (Tau) era 0,465 (Sol 2256) e il fattore polvere sui pannelli solari era 0,566.
L'odometria totale ammontava a 20,862.01 metri.
Si cerca di tornare al più presto a muoversi - Sol 2261-2266, 3-9 giugno 2010.
Il Pancam Mast Assembly (PMA) pare funzionare perfettamente nonostante il malfunzionamento subito nel Sol 2257 (30 maggio 2010) e non si ha quindi una spiegazione del problema.
Sono stati eseguiti diversi test diagnostici nei Sol 2259, 2261, 2262 e 2265 (1, 3, 4 e 8 giugno). In ogni caso, la diagnostica ha indicato che l'attuatore di azimut del PMA funziona perfettamente. Ulteriori analisi suggeriscono che lo spettrometro di emissione termica in miniatura (Mini-TES) possa essere l'origine del problema al PMA e che il PMA stesso fosse solo in attesa di un segnale dal Mini-TES, segnale che non è mai arrivato. Piccole anomalie sono state osservate nel Mini-TES durante il Sol 2250 (23 Maggio 2010). Indagini sono in corso sullo strumento. Nel frattempo, sono stati effettuati test finali sul PMA per riprendere al più presto gli spostamenti.
Nel Sol 2266 (9 giugno 2010), la produzione di energia dei pannelli solari stata di 287 watt-ora, l'opacità atmosferica (Tau) è stata 0,465 (Sol 2256) e il fattore polvere sui pannelli solari era 0,589.
L'odometria totale era 20,862.01 metri.
Opportunity supera le 13 miglia percorse su Marte! - Sol 2267-2272, 10-15 giugno 2010.
Opportunity è nuovamente in viaggio e ha superato i 21 km (13 miglia) di percorso su Marte.
L'errore di azimuth del Pancam Mast Assembly (PMA) del Sol 2257 (30 maggio 2010), è stato attribuito a un problema all'interno del mini-spettrometro ad emissione termica (Mini-TES). Una verifica del Mini-TES è in corso. Il PMA è stato ripristinato per la ripresa delle immagini (e non per l'uso del Mini-TES).
Durante il Sol 2267 (10 giugno 2010), è stato eseguito un Quick Fine Attitude (QFA) per verificare la precisione della lettura dell'assetto per minimizzare la deriva giroscopica. Sono state anche riprese ulteriori immagini nella direzione di marcia. Nel Sol 2270 (13 giugno 2010), Opportunity ha eseguito uno spostamento per la prima volta dopo l'anomalia PMA, ed ha coperto oltre 70 metri. Il rover ha poi eseguito un altro spostamento durante il Sol 2272 (15 giugno 2010), muovendosi di quasi 72 metri verso est.
Dal Sol 2272 (15 giugno 2010), la produzione di energia solare è stata di 297 watt-ora, l'opacità atmosferica (Tau) è stata di 0,280 e il fattore polvere sui pannelli solari era 0,570 .
L'odometria totale era 21,005.47 metri.
Opportunity Completa le tre unità di spostamento della settimana - Sol 2273-2279, 16-22 Giugno 2010
Opportunity ha fatto buoni progressi verso il cratere Endeavour con tre unità di spostamento.
Il Sol 2274 (17 giugno 2010) il rover ha completato circa 60 metri di spostamento verso est. Il Sol 2276 (19 giugno 2010) il rover ha fatto una piccola curva per evitare un ripple e poi si è spostato di 72 metri verso est. Con questa unità, Opportunity ha superato la distanza di una mezza maratona, 21'097,5 metri, o 13,11 miglia.
Il rover ha proseguito nel Sol 2279 (22 giugno 2010) coprendo più di 70 metri verso est/sud-est.
Al Sol 2279 (22 giugno 2010), la produzione di energia solare è passata a 320 watt-ora, l'opacità atmosferica (Tau) è stata 0,257 e il fattore polvere sui pannelli solari era 0,5585.
L'odometria totale era 21'209,69 metri.
Opportunity continua il viaggio verso Endeavour Crater - Sol 2280-2286, 23-29 Giugno 2010.
Opportunity continua ad avvicinarsi al cratere Endeavour, mentre i livelli di energia solare migliorano.
Il Sol 2281 (24 giugno 2010) il rover ha completato circa 70 metri, viaggiando verso est/sud-est. Il Sol 2283 (26 giugno 2010) ha percorso soli 57 metri verso nord-est per evitare alcune increspature del terreno di grandi dimensioni. Opportunity ha poi proseguito nel Sol 2286 (29 giugno 2010), coprendo più di 70 metri verso est.
Dal Sol 2286 (29 giugno 2010), la produzione di energia solare è migliorata passando a 354 watt-ora, l'opacità atmosferica (Tau) è stata di 0,295 e il fattore polvere sui pannelli solari era 0,577.
L'odometria totale era 21'408,21 metri.
In foto un'immagine del bordo del cratere Endeavour ripresa da Opportunity durante il suo avvicinamento. I nomi dei picchi sono ispirati dai luoghi visitati dal Capitano Hook con il vascello Endeavour a metà del XVIII secolo.
Fonte: NASA/JPL-Caltech/Cornell University.
domenica 4 luglio 2010
Riuscito l'attracco della Progress 38.
Al secondo tentativo effettuato oggi dopo il fallimento di venerdì scorso, la Progress 38P (M-06M) ha eseguito un attracco da manuale utilizzando il sistema automatico KURS.
L'aggancio è avvenuto alle 1617 UTC ed è stato eseguito completamente in automatico.
Per evitare le interferenze avvenute durante lo scorso tentativo, il sistema di guida remota TORU è stato lasciato disattivato.
Alle 1549 il cargo si avvicinava alla Stazione Spaziale ed iniziava la manovra di circumnavigazione per porsi nella giusta traiettoria ed assetto per eseguire l'attracco. Giunta a 200 metri ha eseguito una breve sosta per la verifica di tutti i sistemi e dei parametri di volo per poi ripartire alle 1606 UTC per gli ultimi 11 minuti di perfetto avvicinamento.
Alle 21:30 italiane era prevista l'apertura del portello e l'ingresso nel Progress da parte dell'equipaggio della Stazione.
Alla faccia di tutti i giornalisti "ufficiali" menagramo che ne hanno dette di tutti i colori nei telegiornali...
Nell'immagine la configurazione attuale della ISS.
Fonte: NasaTV.
L'aggancio è avvenuto alle 1617 UTC ed è stato eseguito completamente in automatico.
Per evitare le interferenze avvenute durante lo scorso tentativo, il sistema di guida remota TORU è stato lasciato disattivato.
Alle 1549 il cargo si avvicinava alla Stazione Spaziale ed iniziava la manovra di circumnavigazione per porsi nella giusta traiettoria ed assetto per eseguire l'attracco. Giunta a 200 metri ha eseguito una breve sosta per la verifica di tutti i sistemi e dei parametri di volo per poi ripartire alle 1606 UTC per gli ultimi 11 minuti di perfetto avvicinamento.
Alle 21:30 italiane era prevista l'apertura del portello e l'ingresso nel Progress da parte dell'equipaggio della Stazione.
Alla faccia di tutti i giornalisti "ufficiali" menagramo che ne hanno dette di tutti i colori nei telegiornali...
Nell'immagine la configurazione attuale della ISS.
Fonte: NasaTV.
Proseguono i lavori per le Soyuz a Kourou.
Gli ingegneri in Sud America hanno terminato la costruzione della struttura mobile alta 17 piani per la nuova rampa di lancio dei vettori Soyuz e prosegue a ritmo serrato l'installazione dei vari sistemi, nella speranza di lanciare il booster russo entro dicembre. I tempi sono molto stretti a causa dei ritardi nella costruzione della torre, necessaria per l'assemblaggio dei veicoli e dei relativi carichi utili.
La rampa di lancio è in costruzione presso il Guiana Space Center, lo spazioporto ESA a conduzione francese posto ai limiti della giungla amazzonica. Situato a Kourou, nella Guiana francese, il sito di lancio ha ospitato quasi 200 voli di vettori Ariane dal 1979. Il nuovo complesso Soyuz è circa 11 chilometri a nord-ovest dell'attuale rampa di lancio per gli Ariane 5.
I tecnici russi ed europei devono ancora allestire la torre con cavi elettrici, sistemi di comunicazione, gru, piattaforme di lavoro, rivestimenti metallici e di altre attrezzature per l'assemblaggio dei razzi e per le operazioni di lancio, lavori che potrebbero impiegare diversi mesi. Per contro la piattaforma di lancio Soyuz, le connessioni ombelicali e la trincea di deflessione della fiamma sono finiti dall'anno scorso. Il portale è stato progettato come una struttura molto leggera rispetto alle sue dimensioni, con un peso totale (compreso l'intelaiatura di sostegno, le piattaforme di lavoro e i pannelli esterni in ondulato) di circa 800 tonnellate. Il Gantry è mobile e si potrà posizionare direttamente sopra la rampa. Il suo spostamento è di circa 80 metri ed attualmente è in costruzione nella posizione di riposo alla massima distanza dal pad.
I primi due razzi Soyuz 2-1a che verranno lanciati da Kourou sono stati consegnati dalla Russia alla Guyana Francese nello scorso mese di novembre. Gli ingegneri hanno iniziato ad assemblare il razzo a tre stadi fin dalla primavera scorsa all'interno dell'hangar appena costruito per l'integrazione del lanciatore Soyuz.
Le varie versioni dei razzi Soyuz hanno già volato più di 1.700 volte, ma con i voli in partenza da Kourou sarà la prima volta che il vettore russo partirà da una rampa al di fuori della Russia o dal Cosmodromo di Baikonur in Kazakhstan. Se i tecnici completeranno il mobile gantry in tempo, si porterà la Soyuz alla rampa di lancio già a settembre per iniziare i controlli e le prove di interfacciamento per garantire che l'impianto è costruito secondo le specifiche.
Il pad costruito in Guiana francese è il primo complesso Soyuz ad utilizzare un portale mobile. Gli impianti a Baikonur e al cosmodromo di Plesetsk in Russia non sono torri di servizio mobile perché i razzi giungono in rampa completamente assemblati (e quindi pronti per il lancio) e "sdraiati" orizzontalmente su un convoglio ferroviario. A Kourou, i carichi utili saranno aggiunti al razzo già posto verticalmente all'interno del portale.
La prima Soyuz che partirà da Kourou lancerà il satellite per telecomunicazioni HYLAS per la "Avanti Communications" del Regno Unito. All'inizio del 2010, Arianespace e i funzionari dell'Agenzia Spaziale Europea hanno detto che la Soyuz avrebbe debuttato quest'estate, ma i ritardi di consegna e montaggio del mobile gantry hanno obbligato a spostare il lancio a settembre, poi si è parlato del 4° trimestre e ora si parla di dicembre. I manager non escludono un ritardo al 2011, ma Arianespace ha detto che non vi è ancora stata alcuna decisione al riguardo, ne su una specifica data di lancio in dicembre e ne su uno slittamento al prossimo anno.
Arianespace, che gestisce commercialmente i lanci Soyuz, ha già accumulato ordini per 19 voli del vettore da Kourou e da Baikonur. La Soyuz si unisce quindi alle possibilità del leader di mercato Ariane 5 da Kourou e anche il piccolo lanciatore europeo Vega farà il suo primo volo agli inizi del 2011, dando ad Arianespace la leadership in tutti i settori dell'industria dei lanci commerciali.
In foto il panorama della zona di lancio Soyuz a Kourou. A sinistra la struttura della nuova torre mobile di integrazione verticale mentre al centro è già pronto il caratteristico pad di lancio Soyuz.
Fonte: Arianespace.
La rampa di lancio è in costruzione presso il Guiana Space Center, lo spazioporto ESA a conduzione francese posto ai limiti della giungla amazzonica. Situato a Kourou, nella Guiana francese, il sito di lancio ha ospitato quasi 200 voli di vettori Ariane dal 1979. Il nuovo complesso Soyuz è circa 11 chilometri a nord-ovest dell'attuale rampa di lancio per gli Ariane 5.
I tecnici russi ed europei devono ancora allestire la torre con cavi elettrici, sistemi di comunicazione, gru, piattaforme di lavoro, rivestimenti metallici e di altre attrezzature per l'assemblaggio dei razzi e per le operazioni di lancio, lavori che potrebbero impiegare diversi mesi. Per contro la piattaforma di lancio Soyuz, le connessioni ombelicali e la trincea di deflessione della fiamma sono finiti dall'anno scorso. Il portale è stato progettato come una struttura molto leggera rispetto alle sue dimensioni, con un peso totale (compreso l'intelaiatura di sostegno, le piattaforme di lavoro e i pannelli esterni in ondulato) di circa 800 tonnellate. Il Gantry è mobile e si potrà posizionare direttamente sopra la rampa. Il suo spostamento è di circa 80 metri ed attualmente è in costruzione nella posizione di riposo alla massima distanza dal pad.
I primi due razzi Soyuz 2-1a che verranno lanciati da Kourou sono stati consegnati dalla Russia alla Guyana Francese nello scorso mese di novembre. Gli ingegneri hanno iniziato ad assemblare il razzo a tre stadi fin dalla primavera scorsa all'interno dell'hangar appena costruito per l'integrazione del lanciatore Soyuz.
Le varie versioni dei razzi Soyuz hanno già volato più di 1.700 volte, ma con i voli in partenza da Kourou sarà la prima volta che il vettore russo partirà da una rampa al di fuori della Russia o dal Cosmodromo di Baikonur in Kazakhstan. Se i tecnici completeranno il mobile gantry in tempo, si porterà la Soyuz alla rampa di lancio già a settembre per iniziare i controlli e le prove di interfacciamento per garantire che l'impianto è costruito secondo le specifiche.
Il pad costruito in Guiana francese è il primo complesso Soyuz ad utilizzare un portale mobile. Gli impianti a Baikonur e al cosmodromo di Plesetsk in Russia non sono torri di servizio mobile perché i razzi giungono in rampa completamente assemblati (e quindi pronti per il lancio) e "sdraiati" orizzontalmente su un convoglio ferroviario. A Kourou, i carichi utili saranno aggiunti al razzo già posto verticalmente all'interno del portale.
La prima Soyuz che partirà da Kourou lancerà il satellite per telecomunicazioni HYLAS per la "Avanti Communications" del Regno Unito. All'inizio del 2010, Arianespace e i funzionari dell'Agenzia Spaziale Europea hanno detto che la Soyuz avrebbe debuttato quest'estate, ma i ritardi di consegna e montaggio del mobile gantry hanno obbligato a spostare il lancio a settembre, poi si è parlato del 4° trimestre e ora si parla di dicembre. I manager non escludono un ritardo al 2011, ma Arianespace ha detto che non vi è ancora stata alcuna decisione al riguardo, ne su una specifica data di lancio in dicembre e ne su uno slittamento al prossimo anno.
Arianespace, che gestisce commercialmente i lanci Soyuz, ha già accumulato ordini per 19 voli del vettore da Kourou e da Baikonur. La Soyuz si unisce quindi alle possibilità del leader di mercato Ariane 5 da Kourou e anche il piccolo lanciatore europeo Vega farà il suo primo volo agli inizi del 2011, dando ad Arianespace la leadership in tutti i settori dell'industria dei lanci commerciali.
In foto il panorama della zona di lancio Soyuz a Kourou. A sinistra la struttura della nuova torre mobile di integrazione verticale mentre al centro è già pronto il caratteristico pad di lancio Soyuz.
Fonte: Arianespace.
sabato 3 luglio 2010
Possibile nuovo modulo per la ISS.
Durante il mio viaggio al KSC, avevo notato nella grande officina dell'ISS Center, oltre ai tre MPLM, un modulo multiporta, in realtà un nodo che non appariva in preparazione (vedi foto qui a fianco).
E' giunta da poco la notizia che per quel nodo è in discussione la sua possibile preparazione per l'invio sulla ISS come "Node 4". Il suo nome ufficiale sarà Docking Hub System (DHS) e una volta ottenuti gli stanziamenti per progettazione, allestimento e invio a bordo, si presume un tempo di lavorazione di 40 mesi. Non essendoci più le navette Shuttle, il trasporto in orbita dovrà essere curato dai lanciatori tradizionali, inserendolo nell'ogiva e dotandolo di un sistema di propulsione e manovra aggiuntivo a perdere.
Verrà riconvertito proprio lo STA (Structural Test Article) del Nodo 1 visto da me al KSC e verrà montato sul portello anteriore del Nodo 2 (Harmony). I portelli di aggancio di cui sarà dotato saranno del nuovo tipo IDSS (International Docking System Standard).
E' giunta da poco la notizia che per quel nodo è in discussione la sua possibile preparazione per l'invio sulla ISS come "Node 4". Il suo nome ufficiale sarà Docking Hub System (DHS) e una volta ottenuti gli stanziamenti per progettazione, allestimento e invio a bordo, si presume un tempo di lavorazione di 40 mesi. Non essendoci più le navette Shuttle, il trasporto in orbita dovrà essere curato dai lanciatori tradizionali, inserendolo nell'ogiva e dotandolo di un sistema di propulsione e manovra aggiuntivo a perdere.
Verrà riconvertito proprio lo STA (Structural Test Article) del Nodo 1 visto da me al KSC e verrà montato sul portello anteriore del Nodo 2 (Harmony). I portelli di aggancio di cui sarà dotato saranno del nuovo tipo IDSS (International Docking System Standard).
venerdì 2 luglio 2010
Problema con l'attracco della Progress 38P.
Oggi era previsto alle 1658 UTC l'attracco con la Stazione Spaziale Internazionale della capsula Progress M-06M, cargo senza equipaggio di fabbricazione russa.
La procedura è stata interrotta improvvisamente dopo che il pilota automatico ha perso il legame di telemetria tra i due veicoli. La perdita del link è avvenuta circa 25 minuti prima dell'ormeggio.
Il veicolo con i rifornimenti si è poi spostato automaticamente a distanza di sicurezza confermando che il computer di bordo è ancora pienamente funzionante e garantendo così che l'equipaggio della ISS non corre alcun rischio. I controllori di volo russi stanno valutando le opzioni per recuperare il Progress, ma dovranno considerare con attenzione ogni dettaglio.
Per oggi non verrà sicuramente tentata nessun'altra manovra.
Aggiornamento.
Il problema sembra più grave del previsto. Anche se la Progress 38 si trova attualmente a poco più di tre chilometri di distanza davanti alla ISS, pare che abbia problemi di stabilizzazione dell'assetto e che stia lentamente ruotando su se stessa.
Comunque la situazione è sotto controllo e il Centro Controllo Missione verificherà tutti i possibili scenari nelle prossime 48 ore. Non si esclude che la Progress possa essere sacrificata per evitare possibili problemi alla Stazione.
Resta il fatto che è la prima volta che succede alla ISS e la seconda per la Progress: l'altra volta era il 1993 e il cargo colpì la MIR danneggiandola in modo abbastanza esteso.
Aggiornamento.
Il team russo ha deciso di effettuare due accensioni dei motori della Progress questa notte (venerdì 2) ed una domani (sabato 3) effettuando così un altro tentativo di attracco domenica 4 luglio alle 1617 UTC.
Il piano prevede di attivare il sistema automatico d'attracco KURS per verificarne il funzionamento. Se dovesse fallire, il Centro Controllo di Mosca prenderà il comando della capsula per portarla nelle vicinanze della Stazione quando il Comandante Alexander Skvortsov potrà prenderne il controllo con il sistema TORU.
Speriamo che tutto vada per il meglio, ma sicuramente nessuno ha intenzione di correre dei rischi inutili.
Aggiornamento (3 luglio).
Saranno due le accensioni per oggi.
La rotazione della Progress, secondo fonti Roscosmos, è del tutto normale durante le procedure di allontanamento d'emergenza dalla Stazione. Il suo scopo è quello di mantenere i pannelli solari illuminati a prescindere dall'assetto della capsula. Ruotando lentamente ci sarà certamente una percentuale di tempo in cui la luce del Sole ricaricherà le batterie del cargo.
Il sistema TORU per la guida remota dalla ISS necessita che la Progress non sia più distante di un chilometro dal molo d'attracco. Venerdì non è mai arrivata a quella distanza, ma ha deviato quando si trovava ancora ad un paio di chilometri dal grande complesso orbitante.
Una riunione di questa mattina dei dirigenti NASA e Roscosmos ha confermato il nuovo tentativo per domani.
Aggiornamento.
Tentativo confermato per le 1610 UTC di domenica 4 luglio.
Nella mattinata ci sarà ancora un briefing per un'ultima verifica delle condizioni dei veicoli.
NasaTV si collegherà in diretta dalle 1530 UTC (le 17:30 italiane).
Ultimo aggiornamento.
I tecnici russi hanno capito il motivo del mancato attracco.
I dati di telemetria fra capsula e Stazione del sistema automatico KURS sono stati disturbati dal collegamento video per il comando remoto TORU. In effetti il sistema di sicurezza ha attivato la procedura di "Cancel Dynamic Operations" nel momento dell'attivazione del TORU, anche se resta il dubbio sul motivo che ha portato a questa interferenza: del resto questi sistemi vengono attivati per ogni attracco Progress.
Diversi test eseguiti oggi hanno confermato che il Progress M-06M è in piena efficienza e lo dimostra anche il fatto che la procedura di sicurezza ha funzionato alla perfezione portando la capsula a distanza di sicurezza e nella posizione prevista rendendola pronta per i successivi comandi.
Domani verrà quindi mantenuto spento il sistema TORU lasciando che il KURS esegua il proprio lavoro. Mancherà la ridondanza e la maggiore sicurezza di un controllo umano, ma da Roscosmos sono tranquilli e assicurano che funzionerà tutto alla perfezione.
La procedura è stata interrotta improvvisamente dopo che il pilota automatico ha perso il legame di telemetria tra i due veicoli. La perdita del link è avvenuta circa 25 minuti prima dell'ormeggio.
Il veicolo con i rifornimenti si è poi spostato automaticamente a distanza di sicurezza confermando che il computer di bordo è ancora pienamente funzionante e garantendo così che l'equipaggio della ISS non corre alcun rischio. I controllori di volo russi stanno valutando le opzioni per recuperare il Progress, ma dovranno considerare con attenzione ogni dettaglio.
Per oggi non verrà sicuramente tentata nessun'altra manovra.
Aggiornamento.
Il problema sembra più grave del previsto. Anche se la Progress 38 si trova attualmente a poco più di tre chilometri di distanza davanti alla ISS, pare che abbia problemi di stabilizzazione dell'assetto e che stia lentamente ruotando su se stessa.
Comunque la situazione è sotto controllo e il Centro Controllo Missione verificherà tutti i possibili scenari nelle prossime 48 ore. Non si esclude che la Progress possa essere sacrificata per evitare possibili problemi alla Stazione.
Resta il fatto che è la prima volta che succede alla ISS e la seconda per la Progress: l'altra volta era il 1993 e il cargo colpì la MIR danneggiandola in modo abbastanza esteso.
Aggiornamento.
Il team russo ha deciso di effettuare due accensioni dei motori della Progress questa notte (venerdì 2) ed una domani (sabato 3) effettuando così un altro tentativo di attracco domenica 4 luglio alle 1617 UTC.
Il piano prevede di attivare il sistema automatico d'attracco KURS per verificarne il funzionamento. Se dovesse fallire, il Centro Controllo di Mosca prenderà il comando della capsula per portarla nelle vicinanze della Stazione quando il Comandante Alexander Skvortsov potrà prenderne il controllo con il sistema TORU.
Speriamo che tutto vada per il meglio, ma sicuramente nessuno ha intenzione di correre dei rischi inutili.
Aggiornamento (3 luglio).
Saranno due le accensioni per oggi.
La rotazione della Progress, secondo fonti Roscosmos, è del tutto normale durante le procedure di allontanamento d'emergenza dalla Stazione. Il suo scopo è quello di mantenere i pannelli solari illuminati a prescindere dall'assetto della capsula. Ruotando lentamente ci sarà certamente una percentuale di tempo in cui la luce del Sole ricaricherà le batterie del cargo.
Il sistema TORU per la guida remota dalla ISS necessita che la Progress non sia più distante di un chilometro dal molo d'attracco. Venerdì non è mai arrivata a quella distanza, ma ha deviato quando si trovava ancora ad un paio di chilometri dal grande complesso orbitante.
Una riunione di questa mattina dei dirigenti NASA e Roscosmos ha confermato il nuovo tentativo per domani.
Aggiornamento.
Tentativo confermato per le 1610 UTC di domenica 4 luglio.
Nella mattinata ci sarà ancora un briefing per un'ultima verifica delle condizioni dei veicoli.
NasaTV si collegherà in diretta dalle 1530 UTC (le 17:30 italiane).
Ultimo aggiornamento.
I tecnici russi hanno capito il motivo del mancato attracco.
I dati di telemetria fra capsula e Stazione del sistema automatico KURS sono stati disturbati dal collegamento video per il comando remoto TORU. In effetti il sistema di sicurezza ha attivato la procedura di "Cancel Dynamic Operations" nel momento dell'attivazione del TORU, anche se resta il dubbio sul motivo che ha portato a questa interferenza: del resto questi sistemi vengono attivati per ogni attracco Progress.
Diversi test eseguiti oggi hanno confermato che il Progress M-06M è in piena efficienza e lo dimostra anche il fatto che la procedura di sicurezza ha funzionato alla perfezione portando la capsula a distanza di sicurezza e nella posizione prevista rendendola pronta per i successivi comandi.
Domani verrà quindi mantenuto spento il sistema TORU lasciando che il KURS esegua il proprio lavoro. Mancherà la ridondanza e la maggiore sicurezza di un controllo umano, ma da Roscosmos sono tranquilli e assicurano che funzionerà tutto alla perfezione.
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