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mercoledì 30 aprile 2008
martedì 29 aprile 2008
Lancio Land Launch.
Periodo frenetico per i lanci verso le varie orbite terrestri.
Ieri, lunedì 28 aprile, alle 7:00 italiane è decollato dalla rampa 45 del Cosmodromo di Baikonur un vettore Zenith 3SLB della Sea Launch, che inaugura la sua versione "terrestre" (Land Launch) dopo che lo ha utilizzato esclusivamente da piattaforme oceaniche fin dal 1999.
Il carico pagante di questa missione era un satellite geosincrono per telecomunicazioni israeliano, chiamato AMOS 3 e del peso di 1'270 kg, inviato per sostituire il vecchio AMOS 1 in orbita dal 1996.
Questo nuovo satellite, costato 170 milioni di dollari, porta a bordo 14 transponder in bada Ku e Ka e, posizionandosi a 4 gradi ovest, coprirà la superficie terrestre dal Medio Oriente alle coste orientali degli USA indirizzando anche il traffico TV/Internet degli utenti privati; il ritorno previsto sarà di circa 40 milioni di dollari all'anno e la vita prevista è di 15 anni.
Tutta la gestione del traffico di trasmissione sarà eseguito da sistemi di bordo forniti da Thales Alenia Space con Telespazio.
Ieri, lunedì 28 aprile, alle 7:00 italiane è decollato dalla rampa 45 del Cosmodromo di Baikonur un vettore Zenith 3SLB della Sea Launch, che inaugura la sua versione "terrestre" (Land Launch) dopo che lo ha utilizzato esclusivamente da piattaforme oceaniche fin dal 1999.
Il carico pagante di questa missione era un satellite geosincrono per telecomunicazioni israeliano, chiamato AMOS 3 e del peso di 1'270 kg, inviato per sostituire il vecchio AMOS 1 in orbita dal 1996.
Questo nuovo satellite, costato 170 milioni di dollari, porta a bordo 14 transponder in bada Ku e Ka e, posizionandosi a 4 gradi ovest, coprirà la superficie terrestre dal Medio Oriente alle coste orientali degli USA indirizzando anche il traffico TV/Internet degli utenti privati; il ritorno previsto sarà di circa 40 milioni di dollari all'anno e la vita prevista è di 15 anni.
Tutta la gestione del traffico di trasmissione sarà eseguito da sistemi di bordo forniti da Thales Alenia Space con Telespazio.
lunedì 28 aprile 2008
Lancio indiano.
Un vettore indiano Polar Satellite Launch Vehicle (PSLV) è partito stamattina alle 5:53:51 italiane dal Satish Dhawan Space Center sull'isola Sriharikota ad est della costa indiana. Il volo di questo missile alto 45 metri è durato 14 minuti ed ha portato in orbita dieci satelliti che sono stati rilasciati 5 minuti dopo, decretando la perfetta riuscita del lancio: l'undicesimo successo su 13 lanci dal 1993.
I satelliti erano:
- Cartosat 2A, peso 690kg, cartografia fotografica con risoluzione di 1 metro
- un grappolo di 6 CUBEsat dal peso variabile fra 1 e 3,5 kg ciacuno
- CanX 6, peso 6,5kg, per la navigazione marittima canadese
- Indian Mini-Satellite (IMS-1), peso 83kg, riprese fotografiche
- ORBCOMM tedesco integrato nel quarto stadio del razzo vettore
Il precedente record indiano per numero di satelliti inviati in orbita con un singolo lancio era di 4.
I satelliti erano:
- Cartosat 2A, peso 690kg, cartografia fotografica con risoluzione di 1 metro
- un grappolo di 6 CUBEsat dal peso variabile fra 1 e 3,5 kg ciacuno
- CanX 6, peso 6,5kg, per la navigazione marittima canadese
- Indian Mini-Satellite (IMS-1), peso 83kg, riprese fotografiche
- ORBCOMM tedesco integrato nel quarto stadio del razzo vettore
Il precedente record indiano per numero di satelliti inviati in orbita con un singolo lancio era di 4.
domenica 27 aprile 2008
Rampa demolita.
La vecchia Rampa 40 di Cape Canaveral è stata messa fuori servizio stamattina alle ore 9:00 locali per mezzo di qualche quintale di esplosivi.
Il Complex 40 Mobile Service Tower era la rampa di lancio per i vettori Titan.
E' stata demolita per allestire un nuovo impianto di servizio per razzi Falcon 9 della SpaceX.
Foto SpaceflightNow.
Il Complex 40 Mobile Service Tower era la rampa di lancio per i vettori Titan.
E' stata demolita per allestire un nuovo impianto di servizio per razzi Falcon 9 della SpaceX.
Foto SpaceflightNow.
sabato 26 aprile 2008
Lancio Giove B.
Un vettore russo Soyuz lancerà stasera il secondo elemento di test per il nuovo sistema GPS europeo Galileo (G.I.O.V.E. = Galileo In-Orbit Validation Element - secondo lancio) partendo da Baikonur.
il lancio è previsto per le 00:16 italiane e Esa TV si collegherà dalle 23:25 alle 00:30 per il lancio, dalle 3:55 alle 4:15 per la separazione e dalle 6:55 alle 7:20 per l'acquisizione dei dati di puntamento.
Aggiornamento.
Prima fase del lancio completata con successo.
Aggiornamento.
Tutta la procedura è terminata a dovere. Il lancio di Giove-B è completamente riuscito.
il lancio è previsto per le 00:16 italiane e Esa TV si collegherà dalle 23:25 alle 00:30 per il lancio, dalle 3:55 alle 4:15 per la separazione e dalle 6:55 alle 7:20 per l'acquisizione dei dati di puntamento.
Aggiornamento.
Prima fase del lancio completata con successo.
Aggiornamento.
Tutta la procedura è terminata a dovere. Il lancio di Giove-B è completamente riuscito.
STS-124 News 5.
Discovery ha percorso stamattina i 400 metri per raggiungere il VAB a bordo del "Semovente Aerospaziale", il carrello a 76 ruote costruito in Italia (all'inizio del programma Space Shuttle) dalle Industrie Cometto di Borgo San Dalmazzo, partendo alle 13:11 italiane e impiegando circa 45 minuti.
Ora avverrà l'assemblaggio dell'orbiter sul serbatoio e sabato prossimo, 3 maggio, con partenza alle 6:01 italiane, ci sarà il rollout verso la rampa.
Ora avverrà l'assemblaggio dell'orbiter sul serbatoio e sabato prossimo, 3 maggio, con partenza alle 6:01 italiane, ci sarà il rollout verso la rampa.
Lancio Lunga Marcia.
Ieri, venerdì 25 aprile, alle 17:35 italiane la Cina ha lanciato dal poligono Xichang Space Launch Center, il primo vettore Long March 3C con a bordo Tianlian I, un satellite geostazionario che fungerà da relay (ripetitore) fra il controllo di terra e le prossime missioni abitate la prima delle quali sarà la Shenzhou 7, quest'autunno, che porterà in orbita 3 astronauti, uno dei quali effettuerà la prima passeggiata spaziale cinese.
La versione 3C del vettore è alta circa 60 metri e può trasportare in orbita geosincrona 3800 kg. Provvisto di quattro motori e due booster a combustibile liquido, questo missile è la taglia intermedia fra i vettori cinesi 3A e 3B.
Il lancio è perfettamente riuscito ed ora il satellite è in orbita ellittica con apogeo ai canonici 36'000 km pronto per il trasferimento nella sua orbita geostazionaria definitiva.
La versione 3C del vettore è alta circa 60 metri e può trasportare in orbita geosincrona 3800 kg. Provvisto di quattro motori e due booster a combustibile liquido, questo missile è la taglia intermedia fra i vettori cinesi 3A e 3B.
Il lancio è perfettamente riuscito ed ora il satellite è in orbita ellittica con apogeo ai canonici 36'000 km pronto per il trasferimento nella sua orbita geostazionaria definitiva.
venerdì 25 aprile 2008
ATV-1 News 15.
Con qualche ora di ritardo rispetto alle prime previsioni l’ATV ha eseguito il reboost della Stazione Spaziale completandone il riposizionamento orbitale grazie alla spinta data dai suoi motori. Questa manovra è resa indispensabile per portare la stazione alla giusta quota in attesa dell'arrivo del Cargo Progress-29 (M-64), in arrivo il 16 maggio, cioè due giorni dopo il lancio e soprattutto per l'arrivo del Discovery (STS-124) in partenza il 31 maggio prossimo.
L'accensione è durata 12 minuti e 15 secondi e, grazie ad un incremento di velocità di 2,64 metri al secondo, l'altitudine della Stazione Spaziale è aumentata di circa 4,6 chilometri.
L'operazione è avvenuta alle 8:22 di questa mattina ora di Mosca (6:22 italiane).
Questa manovra si aggiunge al primo test eseguito lo scorso 21 aprile che aveva fornito alla stazione un incremento di velocità di un metro al secondo (circa 1,7 km di quota).
L'accensione è durata 12 minuti e 15 secondi e, grazie ad un incremento di velocità di 2,64 metri al secondo, l'altitudine della Stazione Spaziale è aumentata di circa 4,6 chilometri.
L'operazione è avvenuta alle 8:22 di questa mattina ora di Mosca (6:22 italiane).
Questa manovra si aggiunge al primo test eseguito lo scorso 21 aprile che aveva fornito alla stazione un incremento di velocità di un metro al secondo (circa 1,7 km di quota).
giovedì 24 aprile 2008
Brutta notizia...
Tornando a casa dal lavoro mi hanno fatto cadere in moto e mi sono rotto un braccio...
Il destro...
Spero di riuscire a portare avanti lo stesso il blog, ma mi sa che non potrò essere così costante e di questo me ne scuso...
Grazie della vostra comprensione.
Il destro...
Spero di riuscire a portare avanti lo stesso il blog, ma mi sa che non potrò essere così costante e di questo me ne scuso...
Grazie della vostra comprensione.
STS-124 News 4.
Al Kennedy Space Center in Florida, lo Space Shuttle Discovery è quasi pronto per la missione STS-124 attualmente prevista per il 31 maggio.
All'interno dell'OPF (Orbiter processing facility), gli operai stanno facendo gli ultimi preparativi per il rollover verso il Vehicle Assembly Building, dove verrà accoppiato con il serbatoio esterno ed i razzi a propellente solido.
STS-124 è il secondo dei 3 lanci necessari per trasportare sulla ISS l'enorme laboratorio giapponese che diventerà il più grande modulo scientifico presente sulla Stazione. Lungo oltre 12m e con un diametro di quasi 5m incontrerà in orbita il suo modulo logistico (che è già lassù ad aspettarlo) e il braccio manipolatore dedicato.
All'interno dell'OPF (Orbiter processing facility), gli operai stanno facendo gli ultimi preparativi per il rollover verso il Vehicle Assembly Building, dove verrà accoppiato con il serbatoio esterno ed i razzi a propellente solido.
STS-124 è il secondo dei 3 lanci necessari per trasportare sulla ISS l'enorme laboratorio giapponese che diventerà il più grande modulo scientifico presente sulla Stazione. Lungo oltre 12m e con un diametro di quasi 5m incontrerà in orbita il suo modulo logistico (che è già lassù ad aspettarlo) e il braccio manipolatore dedicato.
mercoledì 23 aprile 2008
Missione LRO.
La NASA sta definendo i contorni della missione Lunar Reconaissance Orbiter che significherà il ritorno del colosso spaziale americano sulla Luna.
Equipaggiata con telecamere ad alta definizione, oltre a 6 strumenti scientifici, LRO dovrà eseguire la mappatura dell’intero nostro satellite da una quota di circa 50 km.
La risoluzione delle foto sarà tale da permettere di distinguere dettagli da mezzo metro e quindi avremo finalmente le immagini dei siti di atterraggio delle missioni Apollo.
Prevista in un primo momento in partenza il 28 ottobre, ritardi nell’integrazione delle varie parti hanno già fatto slittare la data del lancio almeno a metà novembre.
LRO avrà a bordo una seconda sonda, denominata Lunar Crater Observation and Sensing Satellite (LCROSS) il cui scopo sarà quello di schiantarsi sulla superficie lunare per ricercare eventuali depositi di acqua congelata sotto la superficie del satellite.
La missione ha un costo di 491 milioni di dollari.
Equipaggiata con telecamere ad alta definizione, oltre a 6 strumenti scientifici, LRO dovrà eseguire la mappatura dell’intero nostro satellite da una quota di circa 50 km.
La risoluzione delle foto sarà tale da permettere di distinguere dettagli da mezzo metro e quindi avremo finalmente le immagini dei siti di atterraggio delle missioni Apollo.
Prevista in un primo momento in partenza il 28 ottobre, ritardi nell’integrazione delle varie parti hanno già fatto slittare la data del lancio almeno a metà novembre.
LRO avrà a bordo una seconda sonda, denominata Lunar Crater Observation and Sensing Satellite (LCROSS) il cui scopo sarà quello di schiantarsi sulla superficie lunare per ricercare eventuali depositi di acqua congelata sotto la superficie del satellite.
La missione ha un costo di 491 milioni di dollari.
martedì 22 aprile 2008
Indiscrezioni sul rientro Soyuz TMA-11.
Il rientro critico effettuato sabato scorso da parte della Soyuz che ha portato ad accelerazioni molto spinte ed un vistoso errore nel sito d'atterraggio, pare sia stato provocato da un problema più grande di quello che ci vogliono far credere.
Quando la Soyuz inizia la discesa per il rientro, arrivando a circa 130 km di quota deve sbarazzarsi dei due moduli aggiuntivi: il modulo propulsivo e quello di attracco.
L'operazione viene normalmente eseguita per mezzo di bulloni esplosivi che separano le varie parti.
Pare che sabato scorso uno dei bulloni esplosivi del modulo propulsivo non abbia fatto il suo dovere.
Questo ha comportato un assetto fuori controllo che poteva avere effetti catastrofici. La capsula ha subito una prima "cottura" sulla parete laterale invece che sullo scudo termico e questo avrebbe potuto portare alla distruzione della Soyuz TMA-11.
A quel punto il computer di bordo ha preso la decisione di modificare la traiettoria su rientro balistico e la repentina crescita delle temperature esterne ha poi fatto saltare l'ultimo bullone e allontanato definitivamente il modulo propulsivo permettendo alla capsula di orientarsi per il meglio, cioè con lo scudo termico a protezione.
Anche l'altro problema, cioè l'assenza di comunicazioni con Terra, è certamente una conseguenza di questo perchè le alte temperature fuori assetto possono aver danneggiato le antenne di trasmissione.
I dubbi che anche la TMA-10 avesse avuto questo tipo di problemi sono ora legittimi, ma diventano preoccupanti pensando a cosa sarebbe potuto succedere se non si fosse sganciata quella parte e la capsula non avesse potuto proteggersi con lo scudo termico.
La commissione d'inchiesta è appena stata avviata e non si parla di esiti prima di alcuni mesi.
Quando la Soyuz inizia la discesa per il rientro, arrivando a circa 130 km di quota deve sbarazzarsi dei due moduli aggiuntivi: il modulo propulsivo e quello di attracco.
L'operazione viene normalmente eseguita per mezzo di bulloni esplosivi che separano le varie parti.
Pare che sabato scorso uno dei bulloni esplosivi del modulo propulsivo non abbia fatto il suo dovere.
Questo ha comportato un assetto fuori controllo che poteva avere effetti catastrofici. La capsula ha subito una prima "cottura" sulla parete laterale invece che sullo scudo termico e questo avrebbe potuto portare alla distruzione della Soyuz TMA-11.
A quel punto il computer di bordo ha preso la decisione di modificare la traiettoria su rientro balistico e la repentina crescita delle temperature esterne ha poi fatto saltare l'ultimo bullone e allontanato definitivamente il modulo propulsivo permettendo alla capsula di orientarsi per il meglio, cioè con lo scudo termico a protezione.
Anche l'altro problema, cioè l'assenza di comunicazioni con Terra, è certamente una conseguenza di questo perchè le alte temperature fuori assetto possono aver danneggiato le antenne di trasmissione.
I dubbi che anche la TMA-10 avesse avuto questo tipo di problemi sono ora legittimi, ma diventano preoccupanti pensando a cosa sarebbe potuto succedere se non si fosse sganciata quella parte e la capsula non avesse potuto proteggersi con lo scudo termico.
La commissione d'inchiesta è appena stata avviata e non si parla di esiti prima di alcuni mesi.
lunedì 21 aprile 2008
GOCE: missione ESA.
Oggi festeggio il compleanno con una sorpresa: mi è arrivato il numero 133 dell’ESA Bulletin con una bella serie di articoli sulla Missione GOCE (Gravity field and steady-state Ocean Circulation Explorer) che partirà quest’estate e che servirà a comprendere e misurare uno dei parametri più fondamentali della Natura.
Il campo gravitazionale.
Soprannominato la “Formula 1” dei veicoli spaziali, questo filante satellite incorpora molti primati in termini di design e uso delle nuove tecnologie spaziali per mappare il campo gravitazionale terrestre con un dettaglio mai raggiunto.
Come più avanzata missione spaziale sulla gravità mai realizzata, GOCE raggiungerà una nuova frontiera nello studio dell’oceanografia, della fisica terrestre, della geodesia e della ricerca sulla quota zero, senza dimenticare dei contributi significativi sulle tendenze climatiche globali.
Benchè invisibile, la gravità è una forza complessa della Natura che ha un impatto smisurato sulle nostre vite quotidiane. Viene sempre assunto che la gravità sulla superficie terrestre abbia un valore costante, ma in realtà il valore di “g” cambia leggermente di luogo in luogo. Queste variazioni sono dovute ad un numero di fattori, come la rotazione terrestre, la posizione dei massicci montuosi e degli abissi oceanici e quindi in base alla densità dell’interno della Terra.
Durante la sua vita prevista di 20 mesi, la sonda traccerà delle mappe di queste microvariazioni del campo gravitazionale con dettaglio ed accuratezza estreme.
Questo porterà alla costruzione del geoide, che è la superficie di potenziale gravitazionale costante definita dal campo gravitazionale stesso.
Dato che il segnale gravitazionale è più intenso vicino alla Terra, il satellite GOCE che ha una forma a freccia lunga circa 5 metri, è stato progettato per viaggiare attraverso quello che resta dell’atmosfera a solo 250 km di quota.
Questo veicolo ad orbita bassa è la prima missione ad implementare il concetto di “gradiometria”, la misurazione delle differenze gravitazionali su brevi distanze. A questo scopo il satellite è attrezzato con tre coppie di accelerometri ultrasensibili sistemati secondo le tre dimensioni e che risponderanno alle minime variazioni che il veicolo attraverserà lungo la sua veloce orbita.
Proprio per il fatto che il veicolo viaggerà letteralmente in un ambiente quasi atmosferico, il suo design è stato studiato anche aerodinamicamente, con due piccole ali, due timoni ed un motore a ioni che gli darà la spinta per vincere la flebile resistenza atmosferica che troverà a 250 km d’altezza.
La durata stimata di circa 20 mesi è indicativa, anche perché il funzionamento del motore di spinta principale dovrà assicurare il mantenimento della quota di navigazione e dovrà quindi lavorare proporzionalmente alla forza che l’atmosfera eserciterà sul veicolo. Questa forza cambia moltissimo, per esempio, a seconda dell’attività solare che tende a variare l’altezza e la densità dell’atmosfera.
Vi saprò dare altre notizie quando questo bel veicolo spaziale europeo viaggerà sopra alle nostre teste e ricordiamoci che è stato progettato e realizzato proprio in Italia e precisamente alla Thales Alenia Space di Torino.
domenica 20 aprile 2008
ATV-1 News 14.
L'ATV è saldamente ormeggiato sulla ISS ed ora inizia un nuovo compito per il primo veicolo automatico europeo: il reboost della Stazione.
Domani avverrà la prova generale con l'accensione dei motori di spinta e il test di tutti i parametri sia statici che dinamici dell'operazione.
E' molto importante, anzi fondamentale, che la spinta data dall'ATV alla Stazione sia esattamente simmetrica e longitudinale per non sollecitare oltre misura e in modo anomalo i ganci d'attracco.
Si verificheranno anche le spinte e le tensioni che si propagheranno in tutta la struttura, comprese le accelerazioni provocate sugli enormi pannelli solari.
Il reboost vero e proprio avverrà il 24 aprile dopo aver eseguito tutte le verifiche sui dati raccolti nei test.
In seguito vi aggiornerò sui passaggi visibili nei nostri cieli, non appena si avranno i parametri orbitali corretti ed aggiornati della ISS.
Domani avverrà la prova generale con l'accensione dei motori di spinta e il test di tutti i parametri sia statici che dinamici dell'operazione.
E' molto importante, anzi fondamentale, che la spinta data dall'ATV alla Stazione sia esattamente simmetrica e longitudinale per non sollecitare oltre misura e in modo anomalo i ganci d'attracco.
Si verificheranno anche le spinte e le tensioni che si propagheranno in tutta la struttura, comprese le accelerazioni provocate sugli enormi pannelli solari.
Il reboost vero e proprio avverrà il 24 aprile dopo aver eseguito tutte le verifiche sui dati raccolti nei test.
In seguito vi aggiornerò sui passaggi visibili nei nostri cieli, non appena si avranno i parametri orbitali corretti ed aggiornati della ISS.
sabato 19 aprile 2008
Lancio Ariane 5.
Il potente vettore Ariane 5 è partito sabato mattina alle 00:17 italiane dalla costa nordorientale dell’Africa per un’orbita molto ellittica, allungata fra i 250 e i 35’700 km di quota e con un’inclinazione di 2 gradi rispetto all’equatore.
Mentre era su quella traiettoria di spostamento verso l’orbita geosincrona, lo stadio criogenico di trasferimento orbitale ha rilasciato i due satelliti che erano stati caricati a bordo del razzo: prima lo Star One C2 e poi il Vinasat 1.
È stato il 182° lancio per la famiglia di vettori Ariane, il 38° dell’Ariane 5 ed il secondo dell’anno.
In programma quest’anno ci sono altri 5 lanci da parte di Ariane 5 che porterà ad un nuovo record dopo quello dell’anno scorso di 6 missioni.
Lo Star One è un satellite brasiliano che entrerà in funzione entro un mese e servirà a potenziare la distribuzione della connettività internet per il suo paese. Del peso di quattro tonnellate, il veicolo è un modello Spacebus 3000B3, si posizionerà a 70 gradi ovest e trasporta 28 transponder in banda C, 16 in banda Ku ed uno militare in banda X.
È previsto che lavori per una quindicina d’anni e sostituisce il Brasilsat B2 lanciato nel marzo 1995.
Vinasat 1 è il primo satellite per telecomunicazioni vietnamita e porterà la TV e i servizi telefonici alle zone rurali del suo paese.
Pesa circa 2’600 kg, è costruito in Pennslyvania dalla Lockheed Martin sul modello A2100-A e si prevede una vita utile di quindici anni anche per lui.
Prodotto su richiesta della Vietnamese Posts and Telecommunications Group, sarà in grado di diffondere 120 canali televisivi digitali e sostenere 10’000 connessioni telefoniche, internet o dati per mezzo di 12 transponder in banda Ku e 8 in banda C. la sua posizione orbitale sarà 132 gradi est.
Il prossimo lancio Ariane 5 è previsto il 23 maggio e trasporterà anch’esso 2 satelliti.
Mentre era su quella traiettoria di spostamento verso l’orbita geosincrona, lo stadio criogenico di trasferimento orbitale ha rilasciato i due satelliti che erano stati caricati a bordo del razzo: prima lo Star One C2 e poi il Vinasat 1.
È stato il 182° lancio per la famiglia di vettori Ariane, il 38° dell’Ariane 5 ed il secondo dell’anno.
In programma quest’anno ci sono altri 5 lanci da parte di Ariane 5 che porterà ad un nuovo record dopo quello dell’anno scorso di 6 missioni.
Lo Star One è un satellite brasiliano che entrerà in funzione entro un mese e servirà a potenziare la distribuzione della connettività internet per il suo paese. Del peso di quattro tonnellate, il veicolo è un modello Spacebus 3000B3, si posizionerà a 70 gradi ovest e trasporta 28 transponder in banda C, 16 in banda Ku ed uno militare in banda X.
È previsto che lavori per una quindicina d’anni e sostituisce il Brasilsat B2 lanciato nel marzo 1995.
Vinasat 1 è il primo satellite per telecomunicazioni vietnamita e porterà la TV e i servizi telefonici alle zone rurali del suo paese.
Pesa circa 2’600 kg, è costruito in Pennslyvania dalla Lockheed Martin sul modello A2100-A e si prevede una vita utile di quindici anni anche per lui.
Prodotto su richiesta della Vietnamese Posts and Telecommunications Group, sarà in grado di diffondere 120 canali televisivi digitali e sostenere 10’000 connessioni telefoniche, internet o dati per mezzo di 12 transponder in banda Ku e 8 in banda C. la sua posizione orbitale sarà 132 gradi est.
Il prossimo lancio Ariane 5 è previsto il 23 maggio e trasporterà anch’esso 2 satelliti.
Expedition 16 completata.
Tutto è bene quel che finisce bene.
La Soyuz TMA-11 ci ha lasciato col fiato sospeso, ma per fortuna la fine della missione è andata per il meglio.
Il rientro balistico ha sottoposto l'equipaggio a forti accelerazioni, dovute ad una traiettoria più "ripida" che ha comportato sia l'atterraggio fuori posizione che il ritardo nell'arrivo delle squadre d'appoggio e recupero.
Questo tipo di traiettoria viene scelto autonomamente dalla capsula durante le prime fasi dell'impatto con l'atmosfera, quindi in prossimità dell'interfaccia di rientro, quando i parametri controllati dal computer di bordo danno valori anomali e potenzialmente pericolosi per l'equipaggio.
Di conseguenza si preferisce fare subire accelerazioni di quasi 10g piuttosto di rischiare problemi peggiori.
Già la Soyuz TMA-10 aveva eseguito un rientro balistico ed in quel caso era stata una errata lettura degli accelerometri di bordo a trarre in inganno il computer di rotta. Il problema risiedeva in alcuni cablaggi difettosi.
Ora faranno le dovute indagini, ma probabilmente, dato che la TMA-11 era già sulla ISS al momento delle indagini sulla TMA-10, si ipotizza che il problema possa essere lo stesso.
Speriamo non sia uguale anche per la TMA-12 attualmente ormeggiata alla stazione.
Ancora una cosa...
Peggy Whitson ha battuto il record di permanenza nello spazio per gli americani con 377 giorni. Aveva già passato 185 giorni nello spazio con la Expedition 5 ed ha superato Mike Foale che deteneva il record precedente di 374 giorni con 6 missioni.
Ora qualche foto.
La Soyuz TMA-11 ci ha lasciato col fiato sospeso, ma per fortuna la fine della missione è andata per il meglio.
Il rientro balistico ha sottoposto l'equipaggio a forti accelerazioni, dovute ad una traiettoria più "ripida" che ha comportato sia l'atterraggio fuori posizione che il ritardo nell'arrivo delle squadre d'appoggio e recupero.
Questo tipo di traiettoria viene scelto autonomamente dalla capsula durante le prime fasi dell'impatto con l'atmosfera, quindi in prossimità dell'interfaccia di rientro, quando i parametri controllati dal computer di bordo danno valori anomali e potenzialmente pericolosi per l'equipaggio.
Di conseguenza si preferisce fare subire accelerazioni di quasi 10g piuttosto di rischiare problemi peggiori.
Già la Soyuz TMA-10 aveva eseguito un rientro balistico ed in quel caso era stata una errata lettura degli accelerometri di bordo a trarre in inganno il computer di rotta. Il problema risiedeva in alcuni cablaggi difettosi.
Ora faranno le dovute indagini, ma probabilmente, dato che la TMA-11 era già sulla ISS al momento delle indagini sulla TMA-10, si ipotizza che il problema possa essere lo stesso.
Speriamo non sia uguale anche per la TMA-12 attualmente ormeggiata alla stazione.
Ancora una cosa...
Peggy Whitson ha battuto il record di permanenza nello spazio per gli americani con 377 giorni. Aveva già passato 185 giorni nello spazio con la Expedition 5 ed ha superato Mike Foale che deteneva il record precedente di 374 giorni con 6 missioni.
Ora qualche foto.
Rientro in corso...
Sto seguendo il rientro della TMA-11.
C'è qualcosa che non va!
Aggiornamento.
Sta eseguendo un rientro non nominale, ma non riescono a comunicare...
Aggiornamento.
E' almeno fuori bersaglio di rientro di 60 km e ha problemi con l'antenna per le comunicazioni.
Aggiornamento.
Dovrebbe essere atterrata!
Così dice lo schermo nel centro controllo missione russo.
Aggiornamento.
Rientro balistico confermato.
L'equipaggio avrà subito decelerazioni molto forti, dell'ordine di 8-10g...
Stanno cercando il punto di atterraggio.
Aggiornamento.
TROVATI!
Sono scesi "corti" di 475 km, quindi ci vorrà qualche ora prima che arrivi il team di recupero...
Speriamo che stiano bene...
Aggiornamento.
Tutto OK, hanno dato notizie con il telefono satellitare in dotazione alla capsula.
Stanno bene e attendono il recupero.
Aggiornamento.
E' il terzo caso di rientro balistico:
TMA-1, TMA-10 e TMA-11
La cosa preoccupante è che è il secondo consecutivo!
Comunque siamo stati in apprensione per quasi tre quarti d'ora, ma l'importante è che sia tutto a posto.
Bentornati a casa, Expedition 16!!!
C'è qualcosa che non va!
Aggiornamento.
Sta eseguendo un rientro non nominale, ma non riescono a comunicare...
Aggiornamento.
E' almeno fuori bersaglio di rientro di 60 km e ha problemi con l'antenna per le comunicazioni.
Aggiornamento.
Dovrebbe essere atterrata!
Così dice lo schermo nel centro controllo missione russo.
Aggiornamento.
Rientro balistico confermato.
L'equipaggio avrà subito decelerazioni molto forti, dell'ordine di 8-10g...
Stanno cercando il punto di atterraggio.
Aggiornamento.
TROVATI!
Sono scesi "corti" di 475 km, quindi ci vorrà qualche ora prima che arrivi il team di recupero...
Speriamo che stiano bene...
Aggiornamento.
Tutto OK, hanno dato notizie con il telefono satellitare in dotazione alla capsula.
Stanno bene e attendono il recupero.
Aggiornamento.
E' il terzo caso di rientro balistico:
TMA-1, TMA-10 e TMA-11
La cosa preoccupante è che è il secondo consecutivo!
Comunque siamo stati in apprensione per quasi tre quarti d'ora, ma l'importante è che sia tutto a posto.
Bentornati a casa, Expedition 16!!!
venerdì 18 aprile 2008
La Soyuz TMA-11 rientra.
Terminata la permanenza a bordo della ISS per la Expedition 16, è ormai giunta l'ora per il rientro a terra.
Ieri è avvenuto il passaggio di consegne ufficiale fra i comandanti ed ora siamo agli ultimi preparativi.
Alle 04:00 italiane di sabato 19 aprile ci sarà la chiusura del boccaporto della Soyuz.
Intorno alle 7:06 avverrà il distacco dalla ISS.
Alle 09:48 verranno accesi i retrorazzi per l'uscita dall'orbita ed esattamente 50 minuti dopo ci sarà l'atterraggio nel Kazakhstan.
A bordo ci saranno Peggy Whitson, Yuri Malenchenko e So-yeon Yi che era appena salita con la Soyuz TMA-12.
Tutte le operazioni saranno in diretta su NasaTV.
Ieri è avvenuto il passaggio di consegne ufficiale fra i comandanti ed ora siamo agli ultimi preparativi.
Alle 04:00 italiane di sabato 19 aprile ci sarà la chiusura del boccaporto della Soyuz.
Intorno alle 7:06 avverrà il distacco dalla ISS.
Alle 09:48 verranno accesi i retrorazzi per l'uscita dall'orbita ed esattamente 50 minuti dopo ci sarà l'atterraggio nel Kazakhstan.
A bordo ci saranno Peggy Whitson, Yuri Malenchenko e So-yeon Yi che era appena salita con la Soyuz TMA-12.
Tutte le operazioni saranno in diretta su NasaTV.
giovedì 17 aprile 2008
Ulysses è stanca.
Gli scienziati sono al lavoro per estendere la durata della missione della sonda Ulysses.
L’obiettivo della sonda solare ormai diciassettenne è quello di riuscire a raggiungere il 2013 per poter studiare il Sole in un massimo di attività.
Una delle opzioni è quella di porre l’osservatorio in ibernazione fino all’arrivo del picco solare e poi risvegliarlo per effettuare tutte le osservazioni.
Attualmente le avarie sono relativamente contenute e causate principalmente dall’ambiente spaziale, ma quella più importante è la perdita di potenza del generatore a radioisotopi che obbliga i ricercatori al razionamento dell’energia di bordo. Cosa questa che sta provocando anche una diminuzione nella velocità di trasferimento dei dati raccolti che, dopo il guasto all’antenna in banda X obbliga il controllo di terra ad utilizzare l’antenna in banda S, più lenta, che costringe ad allungare i tempi di trasmissione..
Il freddo esterno inoltre può provocare il congelamento dei propellenti nei tubi di alimentazione, ma questo problema si può risolvere con l’esposizione al calore solare.
Ulysses è stata lanciata dallo Space Shuttle Discovery nell’ottobre del 1990 e da allora ci ha inviato una quantità enorme di dati. L’obiettivo principale di durata era di 5 anni: mi pare che questa piccola sonda abbia già dimostrato una resistenza encomiabile. Tutti gli strumenti a bordo di Ulysses sono ancora operativi e questo è il motivo principale per cui è importante che la missione prosegua.
Questa missione costa 4 milioni di dollari all’anno ed il costo per NASA ed ESA (ricordo che è una cooperazione fra le due agenzie) dall’inizio (sviluppo e lancio compresi) si attesta su 1,2 miliardi di dollari circa.
Il propellente di bordo è l’idrazina e viene consumata dalla sonda al ritmo di circa mezzo chilo al mese. Dato che dovrebbe essercene ancora circa 3 chili si spiega la necessità di ibernare la sonda, altrimenti nel giro di 6 mesi sarebbe comunque spacciata.
Lo spostare nel tempo questi fatidici sei mesi e portarli nel periodo di maggior soddisfazione tecnica sono il motivo principale alla richiesta di ibernazione della sonda.
Verrà spenta e sarà impostato un timer che la risveglierà al momento opportuno: a quel punto Ulysses si riorienterà verso Terra basandosi sulla posizione delle stelle e inizierà nuovamente ad inviare i dati raccolti.
Insomma, è stanca, ma ancora piena di risorse!
L’obiettivo della sonda solare ormai diciassettenne è quello di riuscire a raggiungere il 2013 per poter studiare il Sole in un massimo di attività.
Una delle opzioni è quella di porre l’osservatorio in ibernazione fino all’arrivo del picco solare e poi risvegliarlo per effettuare tutte le osservazioni.
Attualmente le avarie sono relativamente contenute e causate principalmente dall’ambiente spaziale, ma quella più importante è la perdita di potenza del generatore a radioisotopi che obbliga i ricercatori al razionamento dell’energia di bordo. Cosa questa che sta provocando anche una diminuzione nella velocità di trasferimento dei dati raccolti che, dopo il guasto all’antenna in banda X obbliga il controllo di terra ad utilizzare l’antenna in banda S, più lenta, che costringe ad allungare i tempi di trasmissione..
Il freddo esterno inoltre può provocare il congelamento dei propellenti nei tubi di alimentazione, ma questo problema si può risolvere con l’esposizione al calore solare.
Ulysses è stata lanciata dallo Space Shuttle Discovery nell’ottobre del 1990 e da allora ci ha inviato una quantità enorme di dati. L’obiettivo principale di durata era di 5 anni: mi pare che questa piccola sonda abbia già dimostrato una resistenza encomiabile. Tutti gli strumenti a bordo di Ulysses sono ancora operativi e questo è il motivo principale per cui è importante che la missione prosegua.
Questa missione costa 4 milioni di dollari all’anno ed il costo per NASA ed ESA (ricordo che è una cooperazione fra le due agenzie) dall’inizio (sviluppo e lancio compresi) si attesta su 1,2 miliardi di dollari circa.
Il propellente di bordo è l’idrazina e viene consumata dalla sonda al ritmo di circa mezzo chilo al mese. Dato che dovrebbe essercene ancora circa 3 chili si spiega la necessità di ibernare la sonda, altrimenti nel giro di 6 mesi sarebbe comunque spacciata.
Lo spostare nel tempo questi fatidici sei mesi e portarli nel periodo di maggior soddisfazione tecnica sono il motivo principale alla richiesta di ibernazione della sonda.
Verrà spenta e sarà impostato un timer che la risveglierà al momento opportuno: a quel punto Ulysses si riorienterà verso Terra basandosi sulla posizione delle stelle e inizierà nuovamente ad inviare i dati raccolti.
Insomma, è stanca, ma ancora piena di risorse!
mercoledì 16 aprile 2008
Bufala astronautica.
Nell’aprile del 2029 l’asteroide 99942 Apophis passerà vicino alla Terra.
Più vicino della Luna.
La cosa inquietante è che lo stesso Apophis passerà ancora più vicino nel 2036, tanto che la NASA aveva calcolato in 1 su 45'000 le probabilità d’impatto con il nostro pianeta.
Pare che uno studente tedesco di 14 anni abbia avuto una illuminazione e si sia reso conto che l’asteroide (350m di diametro) durante il suo primo passaggio potrebbe colpire alcuni satelliti artificiali che ne devierebbero la traiettoria al punto da portare le probabilità d’impatto, sette anni dopo, a 1 su 450, cento volte superiore.
La proposta che pare sia giunta è quella di fare piazza pulita dei satelliti artificiali sulla rotta di Apophis.
Oggi è giunta una smentita ufficiale proprio da parte della NASA e per la precisione dal settore che si occupa degli oggetti potenzialmente pericolosi, il Near-Earth Object Program Office al Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, California.
Dicono che nel 2029 non ci sarà l’attraversamento della fascia di satelliti geostazionari e che soprattutto, data la massa trascurabile di un satellite rispetto all’asteroide, non si avrebbero effetti evidenti nella traiettoria di Apophis.
Quindi le probabilità restano di 1 su 45'000.
Qui il testo della risposta.
Certo che il fatto di riuscire a scomodare la NASA è stato un bel risultato per chi ha escogitato questa notizia…
In foto l'asteroide Ida.
Più vicino della Luna.
La cosa inquietante è che lo stesso Apophis passerà ancora più vicino nel 2036, tanto che la NASA aveva calcolato in 1 su 45'000 le probabilità d’impatto con il nostro pianeta.
Pare che uno studente tedesco di 14 anni abbia avuto una illuminazione e si sia reso conto che l’asteroide (350m di diametro) durante il suo primo passaggio potrebbe colpire alcuni satelliti artificiali che ne devierebbero la traiettoria al punto da portare le probabilità d’impatto, sette anni dopo, a 1 su 450, cento volte superiore.
La proposta che pare sia giunta è quella di fare piazza pulita dei satelliti artificiali sulla rotta di Apophis.
Oggi è giunta una smentita ufficiale proprio da parte della NASA e per la precisione dal settore che si occupa degli oggetti potenzialmente pericolosi, il Near-Earth Object Program Office al Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, California.
Dicono che nel 2029 non ci sarà l’attraversamento della fascia di satelliti geostazionari e che soprattutto, data la massa trascurabile di un satellite rispetto all’asteroide, non si avrebbero effetti evidenti nella traiettoria di Apophis.
Quindi le probabilità restano di 1 su 45'000.
Qui il testo della risposta.
Certo che il fatto di riuscire a scomodare la NASA è stato un bel risultato per chi ha escogitato questa notizia…
In foto l'asteroide Ida.
Lanciato vettore Pegasus.
Un satellite sperimentale dell’U.S.Air Force costruito per il controllo dell’ambiente spaziale e per migliorare i tempi di allarme per le condizioni che causano problemi nelle comunicazioni e irregolarità di funzionamento nei sistemi GPS è stato lanciato con successo poco fa dall’atollo Kwajalein nelle isole Marshall.
Il satellite si chiama C/NOFS (Communication/Navigation Outage Forecasting System) ed è stato trasportato in orbita da un vettore Pegasus, lanciato da un aereo L-1011.
Il razzo alato è partito dal suo trasporto alle 18:55 italiane ed ha iniziato l’ascesa orbitale.
È stato il 25° successo consecutivo per il vettore Pegasus.
Il satellite si chiama C/NOFS (Communication/Navigation Outage Forecasting System) ed è stato trasportato in orbita da un vettore Pegasus, lanciato da un aereo L-1011.
Il razzo alato è partito dal suo trasporto alle 18:55 italiane ed ha iniziato l’ascesa orbitale.
È stato il 25° successo consecutivo per il vettore Pegasus.
martedì 15 aprile 2008
Cassini proroga.
La NASA ha deciso di estendere la missione della sonda Cassini-Huygens di altri due anni.
La sonda ha raccolto finora una quantità incredibile di dati sul sistema di Saturno ed ha rivoluzionato le conoscenze di quello splendido corpo celeste: il Signore degli Anelli.
La fine originaria per la missione doveva essere il luglio di quest’anno e questa estensione prevede 60 nuove orbite di Saturno che serviranno per effettuare 26 passaggi su Titano, 7 di Encelado e uno di Dione, Rhea ed Elena.
Si estenderà anche lo studio del sistema di anelli, della magnetosfera e dello stesso pianeta gigante.
La sonda è ancora in ottima salute e questo, insieme alla forte motivazione del gruppo di lavoro al JPL di Pasadena, è stato lo stimolo principale per questa estensione.
Fra le cose scoperte da Cassini si elencano i geyser di ghiaccio d’acqua che scaturendo dalla superficie di Encelado, aggiungono materiale agli anelli di Saturno. Ha inoltre permesso di trovare il corpo più simile a quello che doveva essere la Terra primordiale, e cioè Titano.
All’inizio della missione gli scienziati, ovviamente, non conoscevano quello che si sarebbe scoperto, ma l’appetito vien mangiando ed ora non hanno intenzione di perdere questa opportunità.
Cassini ha inviato a Terra oltre 140'000 immagini catturate durante 62 orbite e nel 2009 il sistema di Saturno si troverà all’equinozio, con il Sole nel piano degli anelli, un’occasione da non perdere…
Lanciata oltre 10 anni fa e dopo averne trascorso oltre quattro in orbita, Cassini ha solo minimi problemi a 3 degli strumenti di bordo, mentre il propellente è ancora sufficiente ad eseguire diverse manovre di correzione della traiettoria.
Cassini è stata lanciata il 15 ottobre 1997 da Cape Canaveral ed ha percorso oltre 3,5 miliardi di km per raggiungere il suo obiettivo.
È uno dei veicoli automatici più complessi mai costruito con 12 strumenti a bordo e 6 ulteriori sulla sonda ESA Huygens che è stata trasportata da Cassini su Titano.
La fonte di energia di Cassini è composta da tre generatori termoelettrici a radioisotopi che producono energia dal decadimento del Plutonio.
Fonte di orgoglio per noi è che Cassini è una cooperazione NASA, ESA e soprattutto ASI.
La sonda ha raccolto finora una quantità incredibile di dati sul sistema di Saturno ed ha rivoluzionato le conoscenze di quello splendido corpo celeste: il Signore degli Anelli.
La fine originaria per la missione doveva essere il luglio di quest’anno e questa estensione prevede 60 nuove orbite di Saturno che serviranno per effettuare 26 passaggi su Titano, 7 di Encelado e uno di Dione, Rhea ed Elena.
Si estenderà anche lo studio del sistema di anelli, della magnetosfera e dello stesso pianeta gigante.
La sonda è ancora in ottima salute e questo, insieme alla forte motivazione del gruppo di lavoro al JPL di Pasadena, è stato lo stimolo principale per questa estensione.
Fra le cose scoperte da Cassini si elencano i geyser di ghiaccio d’acqua che scaturendo dalla superficie di Encelado, aggiungono materiale agli anelli di Saturno. Ha inoltre permesso di trovare il corpo più simile a quello che doveva essere la Terra primordiale, e cioè Titano.
All’inizio della missione gli scienziati, ovviamente, non conoscevano quello che si sarebbe scoperto, ma l’appetito vien mangiando ed ora non hanno intenzione di perdere questa opportunità.
Cassini ha inviato a Terra oltre 140'000 immagini catturate durante 62 orbite e nel 2009 il sistema di Saturno si troverà all’equinozio, con il Sole nel piano degli anelli, un’occasione da non perdere…
Lanciata oltre 10 anni fa e dopo averne trascorso oltre quattro in orbita, Cassini ha solo minimi problemi a 3 degli strumenti di bordo, mentre il propellente è ancora sufficiente ad eseguire diverse manovre di correzione della traiettoria.
Cassini è stata lanciata il 15 ottobre 1997 da Cape Canaveral ed ha percorso oltre 3,5 miliardi di km per raggiungere il suo obiettivo.
È uno dei veicoli automatici più complessi mai costruito con 12 strumenti a bordo e 6 ulteriori sulla sonda ESA Huygens che è stata trasportata da Cassini su Titano.
La fonte di energia di Cassini è composta da tre generatori termoelettrici a radioisotopi che producono energia dal decadimento del Plutonio.
Fonte di orgoglio per noi è che Cassini è una cooperazione NASA, ESA e soprattutto ASI.
lunedì 14 aprile 2008
STS-124 News 3.
Domenica 13 aprile, nel VAB, sono stati accoppiati i Booster con il serbatoio esterno.
La preparazione di Discovery nell'OPF è ormai quasi terminata e sta per essere pesato per la determinazione e correzione del centro di gravità.
Il rollover verso il VAB è previsto per il 28 aprile e circa una settimana dopo è previsto il rollout verso la rampa.
Ed eccovi il bellissimo poster in stile cinematografico della missione.
La preparazione di Discovery nell'OPF è ormai quasi terminata e sta per essere pesato per la determinazione e correzione del centro di gravità.
Il rollover verso il VAB è previsto per il 28 aprile e circa una settimana dopo è previsto il rollout verso la rampa.
Ed eccovi il bellissimo poster in stile cinematografico della missione.
Lancio in corso...
Siamo ormai allo stop del conto alla rovescia a T-4 minuti.
Dura 10 minuti in cui si eseguono tutti i controlli finali per GO definitivo...
22:04 Passaggio a batterie interne.
22:05 Ultime verifiche in corso.
22:05 GO per il lancio alle 22:12: tutto in funzionamento nominale.
22:06 Countdown in partenza fra 2 minuti.
22:08 Countdown ripartito.
22:09 Serbatoio ossigeno pressurizzato. 3 minuti al lancio.
22:10 Tutti i sistemi sono in sicurezza per il volo.
22:11 40 secondi al lancio. All systems go!
22:12 Decollo! ICO G1 sta viaggiando verso l'orbita.
22:13 Mach 1 Massima pressione dinamica.
22:14 Separazione dei Booster
22:14 45 km di quota, 7'900 km/h
22:16 Spegnimento primo stadio, separazione e accensione stadio Centaur.
22:17 150 km di quota, 19'200 km/h
22:19 Centaur in funzionamento nominale.
22:24 Motore RL10 perfettamente funzionante.
22:25 Veicolo a 26'600 km/h
22:26 Spegnimento Centaur. Finora tutto nominale.
22:28 Riorientamento in corso in attesa della riaccensione.
22:33 Ripressurizzazione dei serbatoi per la riaccensione.
22:34 Riaccensione dello stadio Centaur per raggiungere l'orbita geosincrona.
22:36 Il motore Pratt & Whitney Rocketdyne RL10 funziona a dovere.
22:37 Accelerazione a 0,7g.
22:39 Secondo spegnimento Centaur. Sgancio satellite entro 3 minuti.
22:40 310 km di quota; 10'800 km percorsi; 36'200 km/h.
22:41 Sgancio satellite.
Missione riuscita!
Complimenti a tutto lo staff!
Dura 10 minuti in cui si eseguono tutti i controlli finali per GO definitivo...
22:04 Passaggio a batterie interne.
22:05 Ultime verifiche in corso.
22:05 GO per il lancio alle 22:12: tutto in funzionamento nominale.
22:06 Countdown in partenza fra 2 minuti.
22:08 Countdown ripartito.
22:09 Serbatoio ossigeno pressurizzato. 3 minuti al lancio.
22:10 Tutti i sistemi sono in sicurezza per il volo.
22:11 40 secondi al lancio. All systems go!
22:12 Decollo! ICO G1 sta viaggiando verso l'orbita.
22:13 Mach 1 Massima pressione dinamica.
22:14 Separazione dei Booster
22:14 45 km di quota, 7'900 km/h
22:16 Spegnimento primo stadio, separazione e accensione stadio Centaur.
22:17 150 km di quota, 19'200 km/h
22:19 Centaur in funzionamento nominale.
22:24 Motore RL10 perfettamente funzionante.
22:25 Veicolo a 26'600 km/h
22:26 Spegnimento Centaur. Finora tutto nominale.
22:28 Riorientamento in corso in attesa della riaccensione.
22:33 Ripressurizzazione dei serbatoi per la riaccensione.
22:34 Riaccensione dello stadio Centaur per raggiungere l'orbita geosincrona.
22:36 Il motore Pratt & Whitney Rocketdyne RL10 funziona a dovere.
22:37 Accelerazione a 0,7g.
22:39 Secondo spegnimento Centaur. Sgancio satellite entro 3 minuti.
22:40 310 km di quota; 10'800 km percorsi; 36'200 km/h.
22:41 Sgancio satellite.
Missione riuscita!
Complimenti a tutto lo staff!
domenica 13 aprile 2008
Lancio Atlas.
Un massiccio satellite per comunicazioni che diffonderà televisione live direttamente agli utenti, partirà domani sera a bordo di un vettore Atlas 5.
Il lancio dalla rampa 41 di Cape Canaveral è previsto per le 22:12 italiane, all’inizio di una finestra di lancio di 60 minuti.
Col peso di 6’630kg, il satellite della ICO G1 Mobile è il carico pagante più pesante mai lanciato da un razzo Atlas. Costruito dalla Space Systems/Loral, il veicolo è alto 8m, ha un diametro d’antenna di 12m ed avrà dei pannelli solari di 30m di larghezza.
Sequenza operazioni di lancio.
T-00:02.7 Avvio motori
T+00:01.1 Decollo
T+02:17 Sgancio SRB
T+04:15 Spegnimento motore principale.
T+04:21 Separazione primo stadio.
T+04:31 Prima Accensione Centaur.
T+04:39 Sgancio del cono frontale.
T+14:28 Primo spegnimanto motore Centaur.
T+22:32 Seconda Accensione Centaur.
T+27:41 Secondo spegnimanto motore Centaur.
T+30:47 Separazione del veicolo.
Il lancio dalla rampa 41 di Cape Canaveral è previsto per le 22:12 italiane, all’inizio di una finestra di lancio di 60 minuti.
Col peso di 6’630kg, il satellite della ICO G1 Mobile è il carico pagante più pesante mai lanciato da un razzo Atlas. Costruito dalla Space Systems/Loral, il veicolo è alto 8m, ha un diametro d’antenna di 12m ed avrà dei pannelli solari di 30m di larghezza.
Sequenza operazioni di lancio.
T-00:02.7 Avvio motori
T+00:01.1 Decollo
T+02:17 Sgancio SRB
T+04:15 Spegnimento motore principale.
T+04:21 Separazione primo stadio.
T+04:31 Prima Accensione Centaur.
T+04:39 Sgancio del cono frontale.
T+14:28 Primo spegnimanto motore Centaur.
T+22:32 Seconda Accensione Centaur.
T+27:41 Secondo spegnimanto motore Centaur.
T+30:47 Separazione del veicolo.
Fallimento.
Il satellite AMC 14 è stato dato definitivamente per perso dopo che il 14 marzo scorso era fallito il lancio del Proton che lo aveva lasciato a fuori dalla rotta geostazionaria in cui lo doveva portare.
Erano stati studiati diversi interventi per riuscire a portare il satellite nella sua posizione prestabilita, ma avrebbe voluto significare la riduzione di molto della vita utile; si è optato quindi per la dichiarazione di veicolo perso e quindi ottenere il rimborso completo.
La vita attesa per il satellite era di 15 anni ed ora dovrà essere rimpiazzato. L’assicurazione invece dovrà sborsare circa 150 milioni di dollari.
Erano stati studiati diversi interventi per riuscire a portare il satellite nella sua posizione prestabilita, ma avrebbe voluto significare la riduzione di molto della vita utile; si è optato quindi per la dichiarazione di veicolo perso e quindi ottenere il rimborso completo.
La vita attesa per il satellite era di 15 anni ed ora dovrà essere rimpiazzato. L’assicurazione invece dovrà sborsare circa 150 milioni di dollari.
Nane Brune.
Un team internazionale di astronomi ha scoperto la più fredda stella Nana Bruna mai osservata. La scoperta è un nuovo passo per riempire il vuoto esistente fra le stelle e i pianeti.
I risultati saranno presto pubblicati su Astronomy & Astrophysics. Questi risultati sono stati possibili grazie all’uso dei più potenti telescopi mondiali come il Canada France Hawaii Telescope (CFHT) e l’ESO/NTT locato in Cile.
La nana bruna si chiama CFBDS J005910.83-011401.3, ha una temperatura di circa 350°C e la sua massa è di circa 15-30 volte quella di Giove.
Si trova a circa 40 anni luce da noi ed è un oggetto isolato, cioè non orbita attorno ad un’altra stella.
Le Nane Brune sono dei corpi intermedi fra le stelle e i pianeti giganti, come Giove e la massa di questi corpi si colloca normalmente al disotto di 70 masse gioviane. A causa della loro massa limitata, la temperatura al centro non è sufficiente a mantenere attive le reazioni termonucleari per lungo tempo. Al contrario di una stella come il Sole che spende la maggior parte della sua vita bruciando idrogeno mentre mantiene una temperatura interna costante, una Nana Bruna spende la vita diventando sempre più calda fin da quando si forma.
La prima Nana Bruna è stata scoperta nel 1995. Fino ad allora erano stati associati ai pianeti giganti per le cose in comune, come nuvole di polveri e aerosol e alte concentrazioni di metano, per lo meno per quelle più fredde. Le differenze erano la presenza di acqua gassosa, mentre nei pianeti giganti tende ad essere solida e l’assenza di ammoniaca presente in abbondanza nell’atmosfera di giove. L’ammoniaca invece è ben presente nel corpo celeste appena scoperto ed è per questo che è più simile ad un pianeta gigante.
Fino ad ora c’erano 2 tipi di nane brune: tipo L (con temperature fra i 1200 ed i 2000°C) che hanno nubi di polveri ed aerosol nell’alta atmosfera e tipo T (con temperature sotto 1200°C) con metano in formazione. Ora siamo di fronte al prototipo di una nuova classe che verrà chiamata Y e si colloca esattamente in quel vuoto che mancava fra le stelle e i pianeti giganti.
Questa scoperta ha importanti implicazioni nello studio dei pianeti extrasolari. L’atmosfera delle Nane Brune è molto simile a quella dei pianeti giganti e quindi gli stessi modelli possono essere utilizzati per rilevare questi pianeti quando sono in condizioni simili, ma non analizzabili direttamente perché immersi nella luce della loro stella. In questo modo l’osservazione di nane brune con temperature simili a quelle dei pianeti giganti permetterà di creare i modelli dei pianeti giganti extrasolari.
I risultati saranno presto pubblicati su Astronomy & Astrophysics. Questi risultati sono stati possibili grazie all’uso dei più potenti telescopi mondiali come il Canada France Hawaii Telescope (CFHT) e l’ESO/NTT locato in Cile.
La nana bruna si chiama CFBDS J005910.83-011401.3, ha una temperatura di circa 350°C e la sua massa è di circa 15-30 volte quella di Giove.
Si trova a circa 40 anni luce da noi ed è un oggetto isolato, cioè non orbita attorno ad un’altra stella.
Le Nane Brune sono dei corpi intermedi fra le stelle e i pianeti giganti, come Giove e la massa di questi corpi si colloca normalmente al disotto di 70 masse gioviane. A causa della loro massa limitata, la temperatura al centro non è sufficiente a mantenere attive le reazioni termonucleari per lungo tempo. Al contrario di una stella come il Sole che spende la maggior parte della sua vita bruciando idrogeno mentre mantiene una temperatura interna costante, una Nana Bruna spende la vita diventando sempre più calda fin da quando si forma.
La prima Nana Bruna è stata scoperta nel 1995. Fino ad allora erano stati associati ai pianeti giganti per le cose in comune, come nuvole di polveri e aerosol e alte concentrazioni di metano, per lo meno per quelle più fredde. Le differenze erano la presenza di acqua gassosa, mentre nei pianeti giganti tende ad essere solida e l’assenza di ammoniaca presente in abbondanza nell’atmosfera di giove. L’ammoniaca invece è ben presente nel corpo celeste appena scoperto ed è per questo che è più simile ad un pianeta gigante.
Fino ad ora c’erano 2 tipi di nane brune: tipo L (con temperature fra i 1200 ed i 2000°C) che hanno nubi di polveri ed aerosol nell’alta atmosfera e tipo T (con temperature sotto 1200°C) con metano in formazione. Ora siamo di fronte al prototipo di una nuova classe che verrà chiamata Y e si colloca esattamente in quel vuoto che mancava fra le stelle e i pianeti giganti.
Questa scoperta ha importanti implicazioni nello studio dei pianeti extrasolari. L’atmosfera delle Nane Brune è molto simile a quella dei pianeti giganti e quindi gli stessi modelli possono essere utilizzati per rilevare questi pianeti quando sono in condizioni simili, ma non analizzabili direttamente perché immersi nella luce della loro stella. In questo modo l’osservazione di nane brune con temperature simili a quelle dei pianeti giganti permetterà di creare i modelli dei pianeti giganti extrasolari.
sabato 12 aprile 2008
12 aprile.
Oggi è una giornata fondamentale nell'esplorazione spaziale.
Nel 1961 Jurij Alekseevič Gagarin era il primo uomo a raggiungere l'orbita terrestre.
I quotidiani costavano 40 lire e titolavano "L'era spaziale è arrivata: gli uomini possono conquistare il cosmo!".
Quel volo iniziato alle ore 9:07 di Mosca, sulla capsula Vostok 1 (Oriente 1) del peso di 4,7 tonnellate, compie un'intera orbita ellittica attorno alla Terra, raggiungendo una massima distanza (apogeo) di 302 km e una minima (perigeo) di 175 km, viaggiando a una velocità di 27'400 km/h. Guardando fuori dall'oblò esclamò "la Terra è blu… è bellissima".
Dopo 88 minuti, senza poter controllare la capsula e guidato da un sistema automatico controllato dalla base, la capsula accende i retrorazzi per permettere il rientro nell'atmosfera terrestre. Una volta in atmosfera Gagarin viene espulso dall'abitacolo e si paracaduta a terra. La missione termina alle 10:20 ora di Mosca, in un campo vicino alla città di Takhtarova nel Kazakhstan.
Venne insignito della Stella di Eroe dell'Unione Sovietica.
Morì in un incidente aereo il 27 marzo 1968 e le sue ceneri riposano al Cremlino.
Come tutti gli anni oggi si festeggia la Yuri's Night, una serie di feste in tutto il mondo per ricordare l'evento.
In Italia viene organizzata al Planetario di Lecco.
Ma non finisce qui.
Nel 1981 parte dal Kennedy Space Center un veicolo rivoluzionario, Lo Space Shuttle Columbia.
I quotidiani costavano 400 lire e titolavano "In orbita con l'aereo: oggi lo spazio è a portata di mano!".
Il lancio avvenne alle 12:00:03 UTC e la missione STS-1 (Space Transportation System) dimostra le incredibili potenzialità di un veicolo che decolla come un razzo, viaggia nello spazio come un'astronave, rientra come una capsula e atterra come un aereo...
Fu il primo volo di un veicolo riutilizzabile, il primo volo umano USA con razzi a combustibile solido, il primo volo di uno spazioplano e il primo caso USA di volo umano su un veicolo spaziale mai testato prima in orbita.
Dopo 37 orbite il Columbia è atterrato sulla pista 23 della base californiana di Edwards alle 18:20:57 UTC del 14 aprile.
Nel 1961 Jurij Alekseevič Gagarin era il primo uomo a raggiungere l'orbita terrestre.
I quotidiani costavano 40 lire e titolavano "L'era spaziale è arrivata: gli uomini possono conquistare il cosmo!".
Quel volo iniziato alle ore 9:07 di Mosca, sulla capsula Vostok 1 (Oriente 1) del peso di 4,7 tonnellate, compie un'intera orbita ellittica attorno alla Terra, raggiungendo una massima distanza (apogeo) di 302 km e una minima (perigeo) di 175 km, viaggiando a una velocità di 27'400 km/h. Guardando fuori dall'oblò esclamò "la Terra è blu… è bellissima".
Dopo 88 minuti, senza poter controllare la capsula e guidato da un sistema automatico controllato dalla base, la capsula accende i retrorazzi per permettere il rientro nell'atmosfera terrestre. Una volta in atmosfera Gagarin viene espulso dall'abitacolo e si paracaduta a terra. La missione termina alle 10:20 ora di Mosca, in un campo vicino alla città di Takhtarova nel Kazakhstan.
Venne insignito della Stella di Eroe dell'Unione Sovietica.
Morì in un incidente aereo il 27 marzo 1968 e le sue ceneri riposano al Cremlino.
Come tutti gli anni oggi si festeggia la Yuri's Night, una serie di feste in tutto il mondo per ricordare l'evento.
In Italia viene organizzata al Planetario di Lecco.
Ma non finisce qui.
Nel 1981 parte dal Kennedy Space Center un veicolo rivoluzionario, Lo Space Shuttle Columbia.
I quotidiani costavano 400 lire e titolavano "In orbita con l'aereo: oggi lo spazio è a portata di mano!".
Il lancio avvenne alle 12:00:03 UTC e la missione STS-1 (Space Transportation System) dimostra le incredibili potenzialità di un veicolo che decolla come un razzo, viaggia nello spazio come un'astronave, rientra come una capsula e atterra come un aereo...
Fu il primo volo di un veicolo riutilizzabile, il primo volo umano USA con razzi a combustibile solido, il primo volo di uno spazioplano e il primo caso USA di volo umano su un veicolo spaziale mai testato prima in orbita.
Dopo 37 orbite il Columbia è atterrato sulla pista 23 della base californiana di Edwards alle 18:20:57 UTC del 14 aprile.
venerdì 11 aprile 2008
Notizie varie.
Gli ingegneri NASA hanno eseguito una correzione di rotta programmata per il Phoenix Mars Lander, impostando la sonda sulla via corretta verso l’atterraggio che eseguirà il 25 maggio prossimo sul Pianeta Rosso. È la prima manovra eseguita da una sonda per raggiungere una destinazione posizionata nella regione polare settentrionale di Marte.
Hubble ha trovato la supernova più lontana e quindi antica mai osservata dall’uomo. Viaggiando per 7,5 miliardi di anni luce, l'immagine di questa supernova ci raggiunge da un cataclisma successo temporalmente a metà strada dal Big-Bang.
L’Hubble Space Telescope ha fotografato la debole controparte ottica di un potentissimo impulso Gamma che ottiene il record per essere l’oggetto intrinsecamente più luminoso mai visto ad occhio nudo dalla Terra. Per circa un minuto questa singola stella è stata luminosa come 10 milioni di galassie.
Le operazioni per il prossimo lancio del Delta 4-Heavy, il più grande e potente razzo vettore non abitato americano, stanno proseguendo.
La missione è prevista in partenza il 25 luglio e si tratta di NROL-26, classificata dalla US Air Force (probabilmente un satellite segreto per sorveglianza) ed infatti la rampa da cui partirà sarà la 37B della Cape Canaveral Air Force Station.
Il gigante Delta 4-Heavy eseguirà soltanto un’altra missione quest’anno, il 5 novembre quando porterà in orbita GOES-O, un satellite meteorologico civile.
Hubble ha trovato la supernova più lontana e quindi antica mai osservata dall’uomo. Viaggiando per 7,5 miliardi di anni luce, l'immagine di questa supernova ci raggiunge da un cataclisma successo temporalmente a metà strada dal Big-Bang.
L’Hubble Space Telescope ha fotografato la debole controparte ottica di un potentissimo impulso Gamma che ottiene il record per essere l’oggetto intrinsecamente più luminoso mai visto ad occhio nudo dalla Terra. Per circa un minuto questa singola stella è stata luminosa come 10 milioni di galassie.
Le operazioni per il prossimo lancio del Delta 4-Heavy, il più grande e potente razzo vettore non abitato americano, stanno proseguendo.
La missione è prevista in partenza il 25 luglio e si tratta di NROL-26, classificata dalla US Air Force (probabilmente un satellite segreto per sorveglianza) ed infatti la rampa da cui partirà sarà la 37B della Cape Canaveral Air Force Station.
Il gigante Delta 4-Heavy eseguirà soltanto un’altra missione quest’anno, il 5 novembre quando porterà in orbita GOES-O, un satellite meteorologico civile.
giovedì 10 aprile 2008
Expedition 17 sulla ISS.
Il comandante russo Sergei Volkov ha pilotato oggi la Soyuz in un perfetto attracco con la Stazione Spaziale Internazionale completando così un inseguimento durato due giorni, iniziato con il lancio di martedì scorso dal Cosmodromo di Baikonur.
Il meccanismo di attracco della Soyuz ha agganciato il compartimento stagno della stazione alle 14:57 italiane di oggi mentre i due veicoli passavano sopra il Kazakhstan.
Due ore e mezzo dopo, terminati i controlli sulla tenuta delle giunzioni e assicurato che i due veicoli erano solidamente agganciati, sono stati aperti i portelli e la comandante della Spedizione 16 ha potuto dare il benvenuto ai componenti della Spedizione 17.
I tre componenti dell'equipaggio giunti a bordo sono tutti al loro primo viaggio spaziale e sono apparsi rilassati e in ottime condizioni psicofisiche.
Dopo aver svolazzato un po' all'interno dei vasti ambienti della stazione spaziale (soprattutto in confronto alla Soyuz) hanno fatto una veloce teleconferenza con alcune personalità russe e sudcoreane che erano presenti al Controllo Missione di Mosca.
“Mi sento bene, veramente bene” ha detto la coreana So-Yeon Yi “sono in perfetta forma.”
“Lei è il sogno della Corea” le è stato detto da un Ufficiale sudcoreano “si mantenga in forma e faccia del suo meglio per il successo di tutti gli esperimenti scientifici da eseguire.”
“Grazie molte! Capisco bene e tenterò di fare del mio meglio” ha risposto “impegnerò tutta la mia energia per la mia Patria. Ancora grazie infinite.”
Il 19 aprile il comandante della Spedizione 17 prenderà ufficialmente il comando della Stazione Spaziale quando la Spedizione 16 rientrerà a terra a bordo della Soyuz TMA-11.
La Soyuz TMA-12 resterà ormeggiata circa quattro settimane al portello del modulo Pirs (quello che è anche usato come compartimento stagno per le passeggiate dal lato russo), dopodichè i cosmonauti risaliranno sulla capsula per spostarla al boccaporto del modulo Zarya.
Durante la prossima settimana i nuovi arrivati dovranno familiarizzare con tutte le varie componenti e tutte le intricate procedure da seguire a bordo della Stazione Spaziale compresa la conoscenza della posizione di tutti i materiali immagazzinati a bordo.
La Coreana si occuperà invece degli esperimenti che le sono stati assegnati dalla sua Nazione.
Volkov ha ricevuto le congratulazioni dal suo padre cinquantanovenne che ha passato quasi 400 giorni nello spazio durante tre missioni: nel 1985 a bordo della Salyut-7 e nel 1988 e 1991 a bordo della Stazione MIR.
La spedizione 17 avrà circa sei settimane per preparare la ISS all'arrivo della navetta Discovery con il nuovo Laboratorio di Ricerca Giapponese Kibo, l’enorme modulo che sarà agganciato al lato sinistro della parte anteriore del nodo Harmony.
Inoltre quest'equipaggio dovrà gestire l'arrivo di 3 Cargo Progress e la partenza di Giulio Verne, il primo vicolo automatico europeo, quando terminerà la sua missione a bordo della Stazione.
Il meccanismo di attracco della Soyuz ha agganciato il compartimento stagno della stazione alle 14:57 italiane di oggi mentre i due veicoli passavano sopra il Kazakhstan.
Due ore e mezzo dopo, terminati i controlli sulla tenuta delle giunzioni e assicurato che i due veicoli erano solidamente agganciati, sono stati aperti i portelli e la comandante della Spedizione 16 ha potuto dare il benvenuto ai componenti della Spedizione 17.
I tre componenti dell'equipaggio giunti a bordo sono tutti al loro primo viaggio spaziale e sono apparsi rilassati e in ottime condizioni psicofisiche.
Dopo aver svolazzato un po' all'interno dei vasti ambienti della stazione spaziale (soprattutto in confronto alla Soyuz) hanno fatto una veloce teleconferenza con alcune personalità russe e sudcoreane che erano presenti al Controllo Missione di Mosca.
“Mi sento bene, veramente bene” ha detto la coreana So-Yeon Yi “sono in perfetta forma.”
“Lei è il sogno della Corea” le è stato detto da un Ufficiale sudcoreano “si mantenga in forma e faccia del suo meglio per il successo di tutti gli esperimenti scientifici da eseguire.”
“Grazie molte! Capisco bene e tenterò di fare del mio meglio” ha risposto “impegnerò tutta la mia energia per la mia Patria. Ancora grazie infinite.”
Il 19 aprile il comandante della Spedizione 17 prenderà ufficialmente il comando della Stazione Spaziale quando la Spedizione 16 rientrerà a terra a bordo della Soyuz TMA-11.
La Soyuz TMA-12 resterà ormeggiata circa quattro settimane al portello del modulo Pirs (quello che è anche usato come compartimento stagno per le passeggiate dal lato russo), dopodichè i cosmonauti risaliranno sulla capsula per spostarla al boccaporto del modulo Zarya.
Durante la prossima settimana i nuovi arrivati dovranno familiarizzare con tutte le varie componenti e tutte le intricate procedure da seguire a bordo della Stazione Spaziale compresa la conoscenza della posizione di tutti i materiali immagazzinati a bordo.
La Coreana si occuperà invece degli esperimenti che le sono stati assegnati dalla sua Nazione.
Volkov ha ricevuto le congratulazioni dal suo padre cinquantanovenne che ha passato quasi 400 giorni nello spazio durante tre missioni: nel 1985 a bordo della Salyut-7 e nel 1988 e 1991 a bordo della Stazione MIR.
La spedizione 17 avrà circa sei settimane per preparare la ISS all'arrivo della navetta Discovery con il nuovo Laboratorio di Ricerca Giapponese Kibo, l’enorme modulo che sarà agganciato al lato sinistro della parte anteriore del nodo Harmony.
Inoltre quest'equipaggio dovrà gestire l'arrivo di 3 Cargo Progress e la partenza di Giulio Verne, il primo vicolo automatico europeo, quando terminerà la sua missione a bordo della Stazione.
mercoledì 9 aprile 2008
Expedition 17 in rotta verso la ISS.
Procedura di attracco di domani giovedì 10 aprile
Ora italiana.
11:25 ... Trasferimento dei controlli della ISS dal lato USA a quello Russo.
12:41 ... Inizio Automated Rendezvous and Docking (AR&D).
12:56 ... Stazione in assetto da attracco.
13:04 ... AR&D primo impulso.
13:24 ... AR&D secondo impulso.
13:27 ... Attivazione Soyuz/KURS-A.
13:29 ... Attivazione Zvezda/KURS-P.
13:47 ... AR&D terzo impulso.
13:52 ... Dati KURS-P 80 km.
14:10 ... Alba.
14:13 ... Test a corto raggio del KURS a 15 km.
14:19 ... Distanza: 9 km.
14:20 ... Distanza: 8 km; attivazione Soyuz TV.
14:29 ... AR&D impulso 4.
14:31 ... AR&D punto d’intercettazione balistica.
14:34 ... AR&D impulso 5.
14:36 ... AR&D impulso 6.
14:38 ... AR&D inizio volo ravvicinato.
14:47 ... AR&D inizio volo sincrono.
14:53 ... AR&D inizio procedura finale.
15:02 ... Attracco.
15:05 ... Tramonto.
15:06 ... Perdita di segnale dalla stazione russa di terra.
15:22 ... Agganci Soyuz assicurati, ormeggio consolidato.
15:23 ... ISS ritorna ad assetto standard.
16:05 ... Sistema di propulsione USA riprende il controllo.
17:50 ... Apertura boccaporto Soyuz/ISS.
Piccola descrizione della capsula Soyuz TMA.
Il Modulo Orbitale è quello che viene utilizzato per l’attracco con la Stazione e che contiene i rack con i materiali da trasportare in orbita.
Viene sganciato prima del rientro insieme al Modulo di Servizio e Strumentazione contenente i motori principali, i serbatoi e tutti i sistemi vitali del veicolo.
Il cuore della Soyuz è il Modulo di Discesa che contiene i sedili per l’equipaggio e serve sia per contenere i Cosmonauti che per proteggerli nel rientro grazie allo scudo termico installato nella parte bassa.
La sua forma è studiata per ottimizzare l’impatto con l’atmosfera ed orientarsi automaticamente e aerodinamicamente con lo scudo termico nella direzione della velocità, come un galleggiante per pescare…
Ora italiana.
11:25 ... Trasferimento dei controlli della ISS dal lato USA a quello Russo.
12:41 ... Inizio Automated Rendezvous and Docking (AR&D).
12:56 ... Stazione in assetto da attracco.
13:04 ... AR&D primo impulso.
13:24 ... AR&D secondo impulso.
13:27 ... Attivazione Soyuz/KURS-A.
13:29 ... Attivazione Zvezda/KURS-P.
13:47 ... AR&D terzo impulso.
13:52 ... Dati KURS-P 80 km.
14:10 ... Alba.
14:13 ... Test a corto raggio del KURS a 15 km.
14:19 ... Distanza: 9 km.
14:20 ... Distanza: 8 km; attivazione Soyuz TV.
14:29 ... AR&D impulso 4.
14:31 ... AR&D punto d’intercettazione balistica.
14:34 ... AR&D impulso 5.
14:36 ... AR&D impulso 6.
14:38 ... AR&D inizio volo ravvicinato.
14:47 ... AR&D inizio volo sincrono.
14:53 ... AR&D inizio procedura finale.
15:02 ... Attracco.
15:05 ... Tramonto.
15:06 ... Perdita di segnale dalla stazione russa di terra.
15:22 ... Agganci Soyuz assicurati, ormeggio consolidato.
15:23 ... ISS ritorna ad assetto standard.
16:05 ... Sistema di propulsione USA riprende il controllo.
17:50 ... Apertura boccaporto Soyuz/ISS.
Piccola descrizione della capsula Soyuz TMA.
Il Modulo Orbitale è quello che viene utilizzato per l’attracco con la Stazione e che contiene i rack con i materiali da trasportare in orbita.
Viene sganciato prima del rientro insieme al Modulo di Servizio e Strumentazione contenente i motori principali, i serbatoi e tutti i sistemi vitali del veicolo.
Il cuore della Soyuz è il Modulo di Discesa che contiene i sedili per l’equipaggio e serve sia per contenere i Cosmonauti che per proteggerli nel rientro grazie allo scudo termico installato nella parte bassa.
La sua forma è studiata per ottimizzare l’impatto con l’atmosfera ed orientarsi automaticamente e aerodinamicamente con lo scudo termico nella direzione della velocità, come un galleggiante per pescare…
Un laser per cercare i pianeti.
I metodi attuali per la ricerca dei pianeti orbitanti stelle distanti permettono solo di trovarne di dimensioni gioviane. Le attuali limitazioni della tecnologia rendevano difficile trovare pianeti più piccoli.
Ma questo sta per cambiare. Una rivoluzionaria tecnologia laser sviluppata dagli scienziati e ingegneri del Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (CfA) con colleghi del MIT, permetterà agli scienziati di trovare pianeti di dimensioni terrestri su orbite simili a quella terrestre.
“Siamo all'inizio di una nuova era nella ricerca planetaria” ha detto Chih-Hao Li, un astrofisico del CfA “con questa tecnologia che stiamo sviluppando gli astronomi finalmente saranno in grado di trovare i primi veri mondi come la terra.”
Il pianeti che orbitano le altre stelle sono troppo piccoli e distanti per essere visti direttamente e fotografati.
Normalmente gli astronomi devono guardare l’effetto del pianeta sulla sua stella.
Mentre la gravità di una stella trattiene il pianeta in orbita, la gravità del pianeta tende a influire sulla stella. Questa influenza reciproca provoca nella stella stessa leggeri movimenti avanti e indietro se l'orbita del pianeta è vista di taglio. Con degli spettrometri di massa molto precisi possiamo renderci conto di questi spostamenti.
La dimensione di questi spostamenti dipende dalla forza che il pianeta esercita sulla sua stella e quindi dipende dalla sua massa. Più grande è il pianeta più grande sarà lo spostamento indotto nella sua stella. Questo il motivo per cui più è grande un pianeta e più è facile trovarlo. Ovviamente sarà anche più facile trovare un pianeta con un periodo di rivoluzione più breve rispetto a un altro pianeta con un periodo maggiore.
Quindi la tecnologia attuale, benché molto precisa e sensibile, non sarebbe in grado di trovare la Terra.
Il miglior strumento potrebbe solamente trovare pianeti di una massa cinque volte quella terrestre su un orbita come quella di Mercurio.
Il nuovo apparecchio sviluppato chiamato astro-comb sarà in grado di trovare pianeti di massa terrestre su orbite terrestri. Esso usa impulsi di luce laser ultracorti (dell'ordine dei femtosecondi cioè un milionesimo di un miliardesimo di secondo) sincronizzati con un orologio atomico per fornire un punto di riferimento con cui confrontare la luce da misurare proveniente dalla stella.
L'apparecchio può eseguire misure accurate di una parte su mille miliardi e questo può aumentare la risoluzione delle tecniche di caccia planetaria di circa 100 volte.
Cosa che appunto permetterà agli astronomi di trovare pianeti del tipo terrestre.
Un prototipo di questo strumento sarà testato quest'estate in Arizona e questi test verranno utilizzati per rifinire le tarature. Il primo strumento operativo con precisione aumentata verrà installato in un nuovo osservatorio in costruzione alle isole Canarie chiamato “New Earths Facility”. I ricercatori si attendono che il sistema diventi completamente operativo entro il 2010.
Ma questo sta per cambiare. Una rivoluzionaria tecnologia laser sviluppata dagli scienziati e ingegneri del Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (CfA) con colleghi del MIT, permetterà agli scienziati di trovare pianeti di dimensioni terrestri su orbite simili a quella terrestre.
“Siamo all'inizio di una nuova era nella ricerca planetaria” ha detto Chih-Hao Li, un astrofisico del CfA “con questa tecnologia che stiamo sviluppando gli astronomi finalmente saranno in grado di trovare i primi veri mondi come la terra.”
Il pianeti che orbitano le altre stelle sono troppo piccoli e distanti per essere visti direttamente e fotografati.
Normalmente gli astronomi devono guardare l’effetto del pianeta sulla sua stella.
Mentre la gravità di una stella trattiene il pianeta in orbita, la gravità del pianeta tende a influire sulla stella. Questa influenza reciproca provoca nella stella stessa leggeri movimenti avanti e indietro se l'orbita del pianeta è vista di taglio. Con degli spettrometri di massa molto precisi possiamo renderci conto di questi spostamenti.
La dimensione di questi spostamenti dipende dalla forza che il pianeta esercita sulla sua stella e quindi dipende dalla sua massa. Più grande è il pianeta più grande sarà lo spostamento indotto nella sua stella. Questo il motivo per cui più è grande un pianeta e più è facile trovarlo. Ovviamente sarà anche più facile trovare un pianeta con un periodo di rivoluzione più breve rispetto a un altro pianeta con un periodo maggiore.
Quindi la tecnologia attuale, benché molto precisa e sensibile, non sarebbe in grado di trovare la Terra.
Il miglior strumento potrebbe solamente trovare pianeti di una massa cinque volte quella terrestre su un orbita come quella di Mercurio.
Il nuovo apparecchio sviluppato chiamato astro-comb sarà in grado di trovare pianeti di massa terrestre su orbite terrestri. Esso usa impulsi di luce laser ultracorti (dell'ordine dei femtosecondi cioè un milionesimo di un miliardesimo di secondo) sincronizzati con un orologio atomico per fornire un punto di riferimento con cui confrontare la luce da misurare proveniente dalla stella.
L'apparecchio può eseguire misure accurate di una parte su mille miliardi e questo può aumentare la risoluzione delle tecniche di caccia planetaria di circa 100 volte.
Cosa che appunto permetterà agli astronomi di trovare pianeti del tipo terrestre.
Un prototipo di questo strumento sarà testato quest'estate in Arizona e questi test verranno utilizzati per rifinire le tarature. Il primo strumento operativo con precisione aumentata verrà installato in un nuovo osservatorio in costruzione alle isole Canarie chiamato “New Earths Facility”. I ricercatori si attendono che il sistema diventi completamente operativo entro il 2010.
martedì 8 aprile 2008
Notizie varie.
E’ stata lanciata oggi con pieno successo la Soyuz TMA-12 che sta portando la Expedition 17 sulla ISS.
L’attracco con la Stazione è previsto giovedì 10 aprile alle 15:02 ora italiana.
Diretta come al solito su NasaTV.
Intanto ieri ha tolto gli ormeggi il Progress 28 (M-63) riempito dei rifiuti della ISS. Come sempre la manovra deorbitante ha portato il veicolo a disintegrarsi nell’impatto con l’atmosfera sul Pacifico meridionale.
Il traffico sulla Stazione inizia ad essere decisamente elevato!
Con l'arrivo di ATV e con l’arrivo del prossimo Progress sulla ISS si supereranno i 3 mesi di risorse sulla ISS per poter supportare il lancio di STS-124 a fine Maggio e l’eventuale missione di soccorso a fine Agosto.
Dato che il ritardo nell’approntamento dei serbatoi esterni pare consolidato, è stato definito il calendario delle prossime missioni Shuttle.
STS-125 – Atlantis - 8 Ottobre 2008
STS-126 – Endeavour - 10 Novembre 2008
STS-119 – Discovery - 12 Febbraio 2009
Il ritardo su STS-125 si ripercuote anche sul primo volo test del nuovo programma Ares I-X a causa della missione di soccorso che deve essere pronta per il lancio di una eventuale STS-400 dalla rampa 39B e che sarà l’ultima volta che uno Shuttle salirà su quella rampa.
Se tutto andrà bene, una volta sgombrata la rampa 39A con il lancio di Atlantis, l’Endeavour libererà la 39B che potrà essere preparata per le missioni Ares.
La Progress 28 si allontana dalla ISS.
L’attracco con la Stazione è previsto giovedì 10 aprile alle 15:02 ora italiana.
Diretta come al solito su NasaTV.
Intanto ieri ha tolto gli ormeggi il Progress 28 (M-63) riempito dei rifiuti della ISS. Come sempre la manovra deorbitante ha portato il veicolo a disintegrarsi nell’impatto con l’atmosfera sul Pacifico meridionale.
Il traffico sulla Stazione inizia ad essere decisamente elevato!
Con l'arrivo di ATV e con l’arrivo del prossimo Progress sulla ISS si supereranno i 3 mesi di risorse sulla ISS per poter supportare il lancio di STS-124 a fine Maggio e l’eventuale missione di soccorso a fine Agosto.
Dato che il ritardo nell’approntamento dei serbatoi esterni pare consolidato, è stato definito il calendario delle prossime missioni Shuttle.
STS-125 – Atlantis - 8 Ottobre 2008
STS-126 – Endeavour - 10 Novembre 2008
STS-119 – Discovery - 12 Febbraio 2009
Il ritardo su STS-125 si ripercuote anche sul primo volo test del nuovo programma Ares I-X a causa della missione di soccorso che deve essere pronta per il lancio di una eventuale STS-400 dalla rampa 39B e che sarà l’ultima volta che uno Shuttle salirà su quella rampa.
Se tutto andrà bene, una volta sgombrata la rampa 39A con il lancio di Atlantis, l’Endeavour libererà la 39B che potrà essere preparata per le missioni Ares.
La Progress 28 si allontana dalla ISS.
Soyuz TMA-12 Lancio.
Tutto OK finora nel countdown.
Torri di servizio già retratte dal vettore.
15 minuti al lancio.
Aleksej Archipovič Leonov (primo uomo ad eseguire attività extraveicolare) e Valentina Tereshkova (prima donna nello spazio) sono presenti a Baikonur.
Tutto OK.
Visori chiusi.
Passaggio a batterie di bordo...
"Ready for launch!"
Tutto prosegue come da programma.
Partita!
Separazione dei 4 Booster e del primo stadio.
Secondo stadio separato...
Terzo stadio separato...
A bordo gli oggetti galleggiano: sono giunti in orbita!
Pannelli solari estesi: lancio ufficialmente terminato.
Soyuz all'inseguimento della ISS!
Torri di servizio già retratte dal vettore.
15 minuti al lancio.
Aleksej Archipovič Leonov (primo uomo ad eseguire attività extraveicolare) e Valentina Tereshkova (prima donna nello spazio) sono presenti a Baikonur.
Tutto OK.
Visori chiusi.
Passaggio a batterie di bordo...
"Ready for launch!"
Tutto prosegue come da programma.
Partita!
Separazione dei 4 Booster e del primo stadio.
Secondo stadio separato...
Terzo stadio separato...
A bordo gli oggetti galleggiano: sono giunti in orbita!
Pannelli solari estesi: lancio ufficialmente terminato.
Soyuz all'inseguimento della ISS!
lunedì 7 aprile 2008
Test della Torre di Fuga.
Il progetto Constellation, prossimo programma spaziale americano, è composto principalmente da 2 lanciatori: Ares I e Ares V.
Il primo è fondamentalmente un razzo che trasporterà in orbita la capsula Orion, molto simile alla vecchia Apollo.
Uno dei punti a favore del nuovo sistema di lancio è che la capsula Orion avrà un sistema di fuga in caso di problemi gravi durante il lancio.
Anche questo è molto simile a quello presente sulla sommità del Saturno V e dei vari Soyuz russi.
In caso di avaria o pericolo c'è un piccolo razzo montato davanti alla capsula che sarà in grado di trascinarla lontano da una possibile esplosione.
Al termine del possibile uso di questo razzo, serve un piccolo motore che allontani la torre dal veicolo principale.
Bene, oggi Aerojet e Orbital Sciences Corporation, responsabili di 18 mesi di progettazione e produzione di questo componente, il motore di allontamanebto e hanno eseguito il primo test statico del sistema LASJ (Launch Abort System Jettison - Sistema di eliminazione del sistema di annullamento del lancio) per la separazione della Torre di Fuga dalla capsula in caso che non si verifichino di gravi avarie durante tutte le fasi di lancio permettendo però la fuga fin dalla rampa di lancio.
Con questo pieno successo del test, il team è ora pronto a consegnare il primo sistema completamente operativo dell'intero programma Constellation.
Nell'autunno di quest'anno ci sarà il primo collaudo dinamico.
Il primo è fondamentalmente un razzo che trasporterà in orbita la capsula Orion, molto simile alla vecchia Apollo.
Uno dei punti a favore del nuovo sistema di lancio è che la capsula Orion avrà un sistema di fuga in caso di problemi gravi durante il lancio.
Anche questo è molto simile a quello presente sulla sommità del Saturno V e dei vari Soyuz russi.
In caso di avaria o pericolo c'è un piccolo razzo montato davanti alla capsula che sarà in grado di trascinarla lontano da una possibile esplosione.
Al termine del possibile uso di questo razzo, serve un piccolo motore che allontani la torre dal veicolo principale.
Bene, oggi Aerojet e Orbital Sciences Corporation, responsabili di 18 mesi di progettazione e produzione di questo componente, il motore di allontamanebto e hanno eseguito il primo test statico del sistema LASJ (Launch Abort System Jettison - Sistema di eliminazione del sistema di annullamento del lancio) per la separazione della Torre di Fuga dalla capsula in caso che non si verifichino di gravi avarie durante tutte le fasi di lancio permettendo però la fuga fin dalla rampa di lancio.
Con questo pieno successo del test, il team è ora pronto a consegnare il primo sistema completamente operativo dell'intero programma Constellation.
Nell'autunno di quest'anno ci sarà il primo collaudo dinamico.
Dopo "Verne" c'è Marte.
Ora l’ATV-1 Jules Verne, il modulo di trasporto automatico costruito dall’Agenzia Spaziale Europea, si è agganciato alla Stazione Spaziale Internazionale "Iss". Dopo aver consegnato un carico di rifornimenti, il “Jules Verne” le farà da cassonetto dei rifiuti per circa sei mesi, per poi rientrare nell’atmosfera e disintegrarsi sopra il Pacifico. La sua importanza va però molto oltre lo scopo immediato: l’ATV potrebbe (e a mio parere, dovrebbe) diventare il primo tassello di una strategia europea per arrivare su Marte.
Con questa missione, la Stazione Spaziale viene per la prima volta raggiunta da una base diversa dalle “solite” Cape Canaveral e Baikonur, e usando un mezzo diverso da Space Shuttle e Soyuz. E’ un salto di qualità enorme nelle capacità europee di accesso allo spazio, e sarebbe un peccato accontentarsi di costruire i sei o sette ATV previsti fino al 2015 (data in cui dovrebbe andare in pensione la ISS) e poi chiudere bottega.
Al contrario, è già tempo di guardare oltre la ISS. E dove guardare, se non a Marte? Il Pianeta Rosso è l’unico obiettivo sensato per l'esplorazione umana dello spazio nel prossimo secolo. Gli americani hanno chiarito da tempo che per loro la strada per Marte passa prima dalla Luna con una base permanente. L’Europa potrà naturalmente avere una parte in questa strategia, ma dovrebbe da subito affiancargliene un’altra, partendo da alcuni dati di fatto. Il solo modo per mandare esseri umani su Marte è usare una navicella spaziale alimentata da energia nucleare. Solo il nucleare consente di muovere un mezzo delle dimensioni di un Airbus 380 abbastanza velocemente perché arrivi su Marte e torni indietro senza esporre l’equipaggio troppo a lungo alle letali radiazioni cosmiche. Questa “corazzata” spaziale dovrà essere assemblata e lanciata nello spazio, in piena sicurezza, da una cantiere orbitante di nuova generazione. A differenza dell'attuale, questa nuova stazione potrebbe anche non essere sempre abitata. Gli astronauti-ingegneri potrebbero andarvi solo quando necessario, risparmiandosi costosi viaggi avanti e indietro e affidando ai robot gran parte del lavoro di bordo. La manovra di aggancio tra ATV e Stazione Spaziale, completamente automatizzata, è già una bella prova generale delle complesse operazioni che dovrebbero svolgersi su quel cantiere orbitante. Ma per arrivare a realizzarlo, l’Europa dovrà dotarsi anche di mezzi propri per il volo umano nello spazio. Tre allora i passi necessari: rendere l’ATV capace di rientrare sano e salvo a Terra, adattarlo a ospitare un equipaggio, e di pari passo adattare il vettore Ariane5 per le missioni abitate.
Questo è il momento giusto per iniziare a progettare il futuro dell’esplorazione spaziale. Tocca ai politici europei ora prendere l’iniziativa, per dimostrare lo spirito innovativo e il coraggio dell’industria e della scienza europee.
Di Giovanni Fabrizio Bignami Presidente Agenzia Spaziale Italiana e IUSS - Pavia
Fonte: ASI
domenica 6 aprile 2008
Soyuz TMA-12 in rampa.
E' stato eseguito oggi il trasporto sulla rampa LC-1/5 di Baikonur del vettore che martedì prossimo, 8 aprile, alle 13:16 italiane, lancerà la Soyuz TMA-12 che porterà a bordo della ISS la Expedition 17, il nuovo equipaggio per i prossimi mesi della stazione orbitante, fino al 23 ottobre 2008.
La nuova Spedizione è composta da 3 componenti al loro primo volo:
Sergei Volkov - Comandante
Oleg Kononenko - Ingegnere di volo
So Yeon Yi - Partecipante Sud-Coreana
Da notare che la coreana sostituisce il suo connazionale Ko San che, poche settimane fa, è stato escluso dalla missione per aver portato fuori da StarCity, vicino a Mosca, dove stava finendo l'addestramento, alcuni manuali tecnici della Soyuz.
Probabilmente non erano manuali così segreti (i dati tecnici delle Soyuz sono ormai noti), ma si pensa sia stato il gesto da "furbo" a fare scattare il provvedimento disciplinare...
Complimenti per essersi giocato la possibilità di andare nello spazio!
Sono ormai 41 anni che la Soyuz fa la spola con lo spazio e, nonostante sia stata costantemente aggiornata, rimane una semplice capsula.
E forse è proprio questa semplicità il suo maggior successo.
La TMA-12 attraccherà alla ISS il 10 aprile e resterà ormeggiata alla stazione come scialuppa di salvataggio se qualcosa dovesse andare storto durante il periodo in orbita.
Il 17 aprile la Soyuz TMA-11 lascerà la ISS con a bordo:
Yuri Malenchenko - Comandante Soyuz
Peggy Whitson - Ingegnere di volo (Comandante ISS-16)
So Yeon Yi - Partecipante Sud-Coreana
e Garret Reisman si unirà così alla Expedition 17 come 3° componente ufficiale.
La TMA-11 atterrerà il 19 aprile nelle steppe del Kazakhstan.
La nuova Spedizione è composta da 3 componenti al loro primo volo:
Sergei Volkov - Comandante
Oleg Kononenko - Ingegnere di volo
So Yeon Yi - Partecipante Sud-Coreana
Da notare che la coreana sostituisce il suo connazionale Ko San che, poche settimane fa, è stato escluso dalla missione per aver portato fuori da StarCity, vicino a Mosca, dove stava finendo l'addestramento, alcuni manuali tecnici della Soyuz.
Probabilmente non erano manuali così segreti (i dati tecnici delle Soyuz sono ormai noti), ma si pensa sia stato il gesto da "furbo" a fare scattare il provvedimento disciplinare...
Complimenti per essersi giocato la possibilità di andare nello spazio!
Sono ormai 41 anni che la Soyuz fa la spola con lo spazio e, nonostante sia stata costantemente aggiornata, rimane una semplice capsula.
E forse è proprio questa semplicità il suo maggior successo.
La TMA-12 attraccherà alla ISS il 10 aprile e resterà ormeggiata alla stazione come scialuppa di salvataggio se qualcosa dovesse andare storto durante il periodo in orbita.
Il 17 aprile la Soyuz TMA-11 lascerà la ISS con a bordo:
Yuri Malenchenko - Comandante Soyuz
Peggy Whitson - Ingegnere di volo (Comandante ISS-16)
So Yeon Yi - Partecipante Sud-Coreana
e Garret Reisman si unirà così alla Expedition 17 come 3° componente ufficiale.
La TMA-11 atterrerà il 19 aprile nelle steppe del Kazakhstan.
sabato 5 aprile 2008
ATV-1 News 13.
Dopo l'attracco e l'installazione del filtro atmosferico di ieri, alle 10:30 di stamattina è stato aperto il portello e una volta piazzato il condotto per il ricircolo dell'aria, è finalmente iniziato il periodo attivo per l'ATV-1 a bordo della ISS.
In ESA intanto stanno analizzando i danni al rivestimento esterno che, come si vede dalle varie immagini, ha subìto diversi distacchi, che probabilmente hanno anche causato il maggiore consumo energetico.
In ESA intanto stanno analizzando i danni al rivestimento esterno che, come si vede dalle varie immagini, ha subìto diversi distacchi, che probabilmente hanno anche causato il maggiore consumo energetico.
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