Tutto è bene quel che finisce bene.
La Soyuz TMA-11 ci ha lasciato col fiato sospeso, ma per fortuna la fine della missione è andata per il meglio.
Il rientro balistico ha sottoposto l'equipaggio a forti accelerazioni, dovute ad una traiettoria più "ripida" che ha comportato sia l'atterraggio fuori posizione che il ritardo nell'arrivo delle squadre d'appoggio e recupero.
Questo tipo di traiettoria viene scelto autonomamente dalla capsula durante le prime fasi dell'impatto con l'atmosfera, quindi in prossimità dell'interfaccia di rientro, quando i parametri controllati dal computer di bordo danno valori anomali e potenzialmente pericolosi per l'equipaggio.
Di conseguenza si preferisce fare subire accelerazioni di quasi 10g piuttosto di rischiare problemi peggiori.
Già la Soyuz TMA-10 aveva eseguito un rientro balistico ed in quel caso era stata una errata lettura degli accelerometri di bordo a trarre in inganno il computer di rotta. Il problema risiedeva in alcuni cablaggi difettosi.
Ora faranno le dovute indagini, ma probabilmente, dato che la TMA-11 era già sulla ISS al momento delle indagini sulla TMA-10, si ipotizza che il problema possa essere lo stesso.
Speriamo non sia uguale anche per la TMA-12 attualmente ormeggiata alla stazione.
Ancora una cosa...
Peggy Whitson ha battuto il record di permanenza nello spazio per gli americani con 377 giorni. Aveva già passato 185 giorni nello spazio con la Expedition 5 ed ha superato Mike Foale che deteneva il record precedente di 374 giorni con 6 missioni.
Ora qualche foto.
1 commento:
Brava e GRANDE PEGGY!!!. Ha fatto un lavorone sulla ISS.
Persone come lei non dovrebbero mai diventare anziane....
darebbero a tutta l'umanità un dono inimmaginabile di capacità e professionalità!.
Un modello da seguire e da imitare.
Alla prossima...
Saluti.
MAX
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