Time machine.

International Space Station Europa Centrale Kennedy Space Center - Florida Baikonur - Kazakhstan Kourou - French Guyana

martedì 31 gennaio 2012

Newsletter, nuovo numero

Ho inviato agli abbonati il nuovo numero della Newsletter (40/653), l'edizione italiana del Jonathan's Space Report contenente un sunto di tutti gli ultimi avvenimenti in ambito astronautico.

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lunedì 30 gennaio 2012

Notiziario

[Roscosmos]
Lancio e attracco perfettamente riusciti per il cargo Progress M-14M (46P). La partenza è avvenuta da Baikonur alle 2306 UTC del 25 gennaio e l'arrivo è stato registrato alle 0009 UTC del 28 gennaio al molo Pirs. Si tratta del primo veicolo di rifornimento russo dei cinque che partiranno per Roscosmos verso la ISS.
E di tutti gli esperimenti presenti a bordo della Progress 46P, uno porta la bandierina italiana, ed è realizzato dalla Kayser Italia come prime contractor ESA: si chiama KuPS, ed è un nuovo alimentatore ad alta efficienza per payload di classe 2 nel Columbus. Farà compagnia ad un altro esperimento italiano (RESLEM-ROALD 2, Prof.sa Battista, UniTeramo) sui linfociti, realizzato anche questo alla Kayser, e attualmente “raffreddato” nel MELFI in attesa di tornare a Terra con la Soyuz 28S.

Un problema al modulo di discesa della Soyuz TMA-04M comporterà un ritardo nel lancio del prossimo equipaggio verso la ISS. Durante un test di tenuta il modulo ha subito un cedimento e deve essere rimpiazzato, cosa che comporterà uno spostamento nella data prevista per il lancio, il 31 marzo. Si pensa che il rimpiazzo per Dan Burbank, Anton Shkaplerov e Anatoly Ivanishin non potrà salire prima della fine di aprile o i primi di maggio, ragion per cui verrà anche conseguentemente prolungata la loro permanenza in orbita. L'equipaggio della TMA-04M sarà composto da Gennady Padalka, Sergei Revin e Joe Acaba. Ovviamente le operazioni di bordo della Stazione verranno adeguatamente modificate per ottimizzare le nuove date di missione.

E non è tutto, continuano i problemi per l'industria spaziale russa. Ancora grane per il satellite SES-4 e il vettore Proton che dovrà portarlo in orbita. Dopo un rinvio avvenuto a fine dicembre, un nuovo slittamento del lancio a data da destinarsi è avvenuto la settimana scorsa a causa di non meglio precisate “cause tecniche”.

Incredibile “sparata” da parte del candidato repubblicano Newt Gingrich durante una sua visita nella Space Coast americana. Dice che il programma spaziale deve porsi degli obiettivi ambiziosi e puntare in alto. Per il 2020 dovrà essere presente una base americana sulla Luna e la missione umana per Marte sarà quasi pronta…
Peccato che nel 2020 non ci sarà neanche ancora un vettore pesante operativo per l’orbita, a meno che non vengano aperti i rubinetti dei finanziamenti, ma presto e abbondantemente.
Probabilmente l’attività commerciale in orbita bassa sarà molto sviluppata, ma per quanto riguarda la NASA sono molto perplesso: dubito che l’amministrazione statale possa riprendere le erogazioni di denaro con dei ritmi degli anni ’60 del secolo scorso.
Ah, ovviamente ora si sono scatenati anche gli altri candidati!
I politici devono fare i politici e non dire stupidaggini…

[ESA]
Tutto pronto per il lancio inaugurale del nuovo vettore europeo VEGA. È il “piccolo” della flotta ESA e può trasportare al massimo in LEO una massa complessiva di 2,5 tonnellate. La missione del debutto lo vedrà impegnato nel trasporto di nove satelliti, fra cui i CubeSat italiani LARES e ALMASat-1 e 7. Ai tre stadi a propellente solido si unisce un upper-stage a ipergolici per le doverose manovre orbitali che permettano operazioni precise di inserimento orbitale per i vari componenti del carico. Il lancio è previsto da Kourou, nella Guiana Francese, il 9 febbraio.

Il lancio della prossima capsula Dragon di SpaceX è stato spostato a fine marzo per completare alcuni test sulle apparecchiature di bordo. Ricordo che sarà il primo lancio di una capsula privata che verrà agganciata alla Stazione Spaziale Internazionale.

Approvata per un lancio nel 2014 l’erede della sonda giapponese Hayabusa. Se ricordate le peripezie della prima sonda, che dopo aver subito una serie interminabile di guasti e problemi è comunque riuscita a portare a termine la sua missione grazie alla caparbietà dei tecnici del sol levante, capirete che la Hayabusa 2 potrà fare tesoro di tutta l’esperienza accumulata da quegli stessi tecnici. Motori a ioni più potenti e affidabili, nuove tecniche di discesa e di recupero dei campioni, unite ad una robustezza generale superiore, dovrebbero assicurare il ritorno dei campioni con una quantità sufficiente alle analisi e rendere questa seconda missione un successo, oltre che tecnologico, anche scientifico. I pochi campioni presenti nella capsula di rientro della precedente missione hanno permesso di ottenere diverse indicazioni sulla consistenza dell’asteroide Itokawa, ma si trattava di pochi granelli di polvere. È stato scelto come nuovo obiettivo l’asteroide 1999 JU3, una roccia scura abbastanza sferica di circa 900 metri di diametro.

Il telescopio spaziale Kepler continua la sua straordinaria opera di rilevazione di pianeti extrasolari. L’ultima serie di scoperte riguarda ben 26 pianeti che orbitano 11 stelle diverse. Se consideriamo che nel campo visivo di Kepler (circa 10° nella zona di cielo fra Cigno e Lira) ci sono circa 4,5 milioni di stelle e che la sua attenzione si concentra su circa 156'000 stelle, mi sa che ne vedremo delle belle.

[cNews - Penny Kelly]
Il Delta Mariner, una nave da carico che stava trasportando componenti per missioni spaziali, ha urtato il 27 gennaio un ponte sul fiume Tennessee, causandone il crollo parziale. Fortunatamente non ci sono stati danni diretti alle persone, ma in un colpo solo si è interrotta una importante via di comunicazione (il ponte era sulla Highway 68, risaliva al 1932 ed era molto usato per gli spostamenti pendolari), una altrettanto importante linea dati (intere zone sono attualmente senza connessione internet dato che una dorsale importante attraversava proprio quel ponte) e sono state rallentate le operazioni su due missioni spaziali. Le due missioni coinvolte sono l’Advanced Extremely High Frequency 2 (AEHF-2) dell’Air Force e le sonde Radiation Belt Storm Probes (RBSP) della NASA. A bordo del cargo non c'erano parti dei satelliti, ma erano presenti solo componenti dei vettori provenienti dallo stabilimento ULA di Decantur, in Alabama. I due lanci erano previsti per aprile e agosto di quest'anno.

Novità editoriale

In realtà non è proprio una novità, ma è nuovo il metodo di distribuzione.

Ho deciso di passare ad un sistema più semplice per la diffusione dei miei libri.
Per ora ho preparato solo "Phoenix", ma gli altri arriveranno a breve.
Dato che i costi di stampa e distribuzione sono molto alti e dato che la mia soddisfazione cresce comunque con la diffusione dei miei lavori, ho deciso di mettere in distribuzione gratuita in formato PDF i miei libri.

Se dopo averli letti vi accorgerete che vi sono piaciuti, potrete mandarmi un'offerta via PayPal (o qualsiasi altro sistema, anche solo i soldi in una busta!), ma mi accontenterò anche di una vostra email con dei semplici ringraziamenti...

Per chi lo vuole, restano comunque disponibili le classiche versioni stampate, anche se il costo, ovviamente, resta anch'esso.

Buona lettura!

sabato 28 gennaio 2012

Fallen Explorers

La fine di gennaio è sempre carica di tristezza per ciò che riguarda l'esplorazione spaziale.
Il ricordo va alle vittime dei tre gravi incidenti avvenuti alle missioni spaziali americane.
 

Apollo 1 - 27 gennaio 1967
Virgil I. "Gus" Grissom
Edward H. White II
Roger B. Chaffee

Space Shuttle Challenger - STS-51L - 28 gennaio 1986
Dick Scobee
Michael J. Smith
Judith Resnik
Ellison Onizuka
Ronald McNair
Greg Jarvis
Christa McAuliffe

Space Shuttle Columbia - STS-107 - 1 febbraio 2003
Rick Husband
William McCool
Michael Anderson
Ilan Ramon
Kalpana Chawla
David Brown
Laurel Clark

Approfittiamo della commemorazione per ricordare anche i caduti russi.

Soyuz 1 - 24 aprile 1967
Vladimir Michajlovič Komarov

Soyuz 11 - 30 giugno 1971
Georgij Dobrovol'skij
Viktor Pacaev
Vladislav Volkov

Godspeed a tutti coloro che hanno sacrificato la loro vita per l'esplorazione spaziale.
Per aumentare la Conoscenza di tutto il genere umano.

mercoledì 18 gennaio 2012

Un pensiero dallo Spazio

E' un'immagine molto triste questa della Costa Concordia ripresa dai satelliti della DigitalGlobe.
Il leviatano agonizzante giace riverso lungo la costa dell'isola del Giglio, con il suo carico di felicità trasformato in desolazione e morte.
© 2012 DigitalGlobe, Inc.
Il punto di vista è inusuale per le persone comuni, ma per noi che viviamo nello Spazio almeno con lo spirito, è una di quelle fotografie che ci lasciano l'amaro in bocca, soprattutto pensando a come si sono svolti i fatti di cui questa foto è testimone.
Il pensiero non può che andare alle migliaia di persone che saranno segnate per tutta la vita da una esperienza terribile, ma soprattutto a quelle che sono rimaste vittima di questo evento, della stupidità umana.

Qui la trovate a piena definizione.

Notiziario

Mike Leinbach, figura storica che ha dato il via a tutte le missioni Shuttle dal 2000, è passato alla ULA (United Launch Alliance). È lui che dava il GO finale a T-9 min ed è lui che dalla Firing Room 4 ha detto all’ultimo equipaggio di Atlantis “Buona fortuna, Godspeed e vedete di divertirvi un po’ lassù”. Ricordiamoci che ULA gestisce i lanci Delta e Atlas 5, vettore quest’ultimo scelto da Boeing (per la capsula CST-100), da Sierra Nevada (con lo spazioplano Dream Chaser) e dalla capsula di Blue Origin, tutti e tre concorrenti di SpaceX che ha il proprio vettore Falcon, quindi la sua esperienza non andrà sicuramente perduta.

Space Exploration Technologies (SpaceX) ha annunciato di aver rinviato il lancio della seconda missione dimostrativa della capsula Dragon. Il lancio verso la Stazione Spaziale Internazionale era programmato per il 7 febbraio, ma un comunicato di un portavoce della società ha posticipato questo appuntamento a data da destinarsi. Ora si dovrà trovare una nuova data compatibilmente con il traffico di veicoli sulla Stazione.

Indian Space Research Organisation (ISRO), l’agenzia spaziale indiana, ha annunciato un accordo con l’Indian Air Force per iniziare la selezione e l’addestramento di astronauti che andranno nello Spazio su veicoli nazionali entro il 2020. Sarebbe la quarta nazione a portare in orbita suoi cittadini su propri mezzi.

Confermata da parte della Cina l’intenzione di lanciare la missione Chang’e 3 che porterà sulla superficie lunare un lander in grado di raccogliere campioni di suolo e riportarli sulla Terra. Il lancio è previsto per il 2013.

Stabilito il nome per le due sonde GRAIL. Dopo un concorso fra 11'000 studenti distribuiti su 900 scuole, la coppia di nomi prescelta è stata Ebb e Flow. In italiano significa flusso e riflusso e sono stati scelti anche basandosi sulla missione delle due sonde. Infatti studiano il campo gravitazionale lunare e questo ci riporta all’effetto primario della gravità lunare sulla Terra: le maree. Il lavoro scientifico delle due sonde inizierà l’8 marzo ed ora stanno ancora approntando tutta l’attrezzatura scientifica di bordo.

È previsto per la mattina del 20 gennaio alle 0038 UTC il lancio di un Delta 4 Medium+(5,4), versione senza i due grossi booster a propellente liquido, che porterà in orbita dalla base di Cape Canaveral il satellite militare Wideband Global SATCOM 4, costruito dalla Boeing per 464 milioni di dollari. WGS-4 si posizionerà in orbita geosincrona e coprirà le comunicazioni dei militari americani in tutte le zone “calde” del pianeta, dal medio all’estremo oriente.

L’avventura di Fobos-Grunt si è conclusa alle 1745 UTC di domenica scorsa, ma volevo solo aggiungere un appunto sulle polemiche sorte dopo la chiusura del rientro.
Non riesco a trovare problemi nel fatto che sui moderni mezzi di comunicazione sul web (soprattutto Twitter), ci siano una serie di notizie che si rincorrono. Dal mio punto di vista l’abbondanza di informazioni è salutare e sta al singolo la scelta della fonte da cui attingere dette informazioni. Che poi ci fosse il dubbio se la sonda era già precipitata o no, questo era logico, non essendoci testimoni oculari della cosa, ma la notizia esatta era comunque in arrivo, è stata solo una questione di (relativamente poco) tempo.
Se pensiamo che esista una possibile regolamentazione del web per cancellare le notizie inesatte, mi pare che non si è compreso il potenziale dei mezzi di informazione sociali.
Non voglio aprire ulteriori polemiche. Solo puntualizzare che chi non vuole l’incertezza dell’informazione o la notizia di prima mano da parte di chi la sta vivendo, è sufficiente che non bazzichi Twitter (o altre social network “real time”)… ;)

lunedì 16 gennaio 2012

Fobos-Grunt, fine di una missione

È un finale triste, questo, per la sonda russa che è partita a novembre con molte speranze e ha concluso in modo misero, ieri intorno alle 1745 UTC, la sua breve esistenza.
Doveva essere la prima missione con il ritorno di un campione proveniente dal sistema marziano e riportare sulla Terra una manciata di terreno della luna Fobos, il più grande dei due satelliti di Marte. E invece per un guasto imprevedibile, una volta giunta in orbita terrestre, non ha eseguito quell’accensione che l’avrebbe lanciata verso il pianeta rosso, senza però avere la possibilità di essere contattata dai suoi stessi controllori di volo che hanno così capito troppo tardi l’errore commesso. Di conseguenza il suo destino era segnato e inutili erano anche le oltre 11 tonnellate di propellente (idrazina, stranamente collegata da tutti al quasi omonimo “Rinazina spray nasale”, anche se non è molto consigliabile scambiarne gli usi) che, non utilizzate per raggiungere la sua destinazione, diventavano un carico alquanto scomodo e molto pericoloso. Che poi il pericolo fosse tutto per Fobos-Grunt stessa è un dato di fatto, proprio per il significato che assumeva una tale quantità di propellente: l’avrebbe sicuramente disintegrata in una miriade di frammenti non appena il calore dell’attrito atmosferico avesse fatto arrivare l’Idrazina al punto critico causandone la deflagrazione.
E così è successo. Ha lasciato un po’ di persone in pensiero, ma i giornali mondiali erano già occupati con altre notizie più succulente (bastimenti incagliati e economie forti traballanti), ma soprattutto, la notizia ormai non faceva più notizia, non dopo ben due falsi allarmi sui possibili rientri distruttivi (UARS e RoSat) che alla fine del 2011 avevano scatenato ogni agenzia di stampa in una ridda di previsioni catastrofiche. Di conseguenza gli unici in pensiero erano i Russi, preoccupati di non provocare danni in giro per il mondo e gli appassionati che seguivano la traiettoria nella speranza di godersi almeno lo spettacolo di un fuoco d’artificio speciale che arrivava dallo Spazio.
In barba a tutti quanti, Fobos-Grunt è rientrata alla chetichella in pieno Oceano Pacifico, a 1250 km ad ovest dell’isola di Wellington, al largo del Cile meridionale, in un posto dove solo i militari russi hanno potuto accorgersi del rientro, oltretutto in un luogo così meridionale che se fosse stato coperto dalle forze ex sovietiche un paio di mesi fa, avrebbero forse potuto tentare di comunicare con più successo con il veicolo allo sbando.
Ovviamente Fobos-Grunt si è portata con sé il primo orbiter cinese, YingHuo-1 inserito nel “bagagliaio” della sonda, che avrebbe dovuto entrare in orbita attorno a Marte.
Forse il significato di YingHuo, fuoco luminoso, è stato premonitore di quello spettacolo nel cielo prodotto dal rientro e ha almeno reso giustizia in modo figurato alle due sonde, anche se senza spettatori…

sabato 14 gennaio 2012

Notiziario

Buone notizie per il James Webb Space Telescope (JWST). Pare che siano stati trovati sia gli appoggi politici che quelli finanziari per portare a termine il grandioso progetto dal costo astronomico (in tutti i sensi) di 8,8 miliardi di dollari e spingere verso la realizzazione per ottenere un lancio nel 2018.
La speranza è che ora non sopraggiungano difficoltà tecniche, portate da qualsiasi possibile inconveniente. Ad esempio tutti i componenti e gli strumenti di bordo devono essere collaudati singolarmente in camera termovuoto, a cominciare dai 18 settori esagonali di cui è composto lo specchio principale (per un totale di circa sei metri e mezzo di diametro), ma nel 2015, quando l’assemblaggio principale sarà terminato, l’intera struttura dovrà essere collaudata nella gigantesca cooling chamber del JSC a Houston a -233°C, la temperatura operativa che dovrà sopportare nello Spazio.
E tutto dovrà funzionare alla perfezione.

Primo lancio dell’anno avvenuto, avete indovinato, dalla Cina, nazione che si sta dimostrando sempre più agguerrita nella conquista dello Spazio. Si è trattato di ZiYuan 3, un satellite per la mappatura ad alta definizione delle risorse naturali, insieme a VesselSat 2, un veicolo americano per la tracciatura del traffico marittimo. Partito il 9 gennaio alle 0317 UTC dallo spazioporto di TaiYuan, nella provincia centrale di ShanXi, il vettore ChangZheng 4B ha completato la sua missione alla perfezione. Ma non finisce qui. Un altro lancio è già avvenuto dalla Cina, un satellite meteorologico, FengYun 2F, lanciato alle 0056 UTC del 13 gennaio, dallo spazioporto di XiChang, nella provincia sudoccidentale di SiChuan, a bordo di un vettore ChangZheng 3A. Si posizionerà in orbita geostazionaria a 112°E e riprenderà immagini meteo in real time ogni 15 minuti. La vita prevista è di quattro anni.

MSL Curiosity ha eseguito la sua più importante manovra per la correzione della traiettoria fra quelle previste nel suo viaggio verso Marte. Con circa 200 accensioni distribuite su tre ore, avvenute l’11 gennaio, il veicolo ha effettuato una modifica importante – e prevista  – alla sua direzione di marcia in modo da discostarsi da quella del terzo stadio del vettore che l’ha lanciato verso il Pianeta Rosso. Questo per evitare che il terzo stadio precipitando sulla superficie di Marte possa contaminare biologicamente il pianeta, cosa assolutamente da evitare. A questo proposito, sia il rover che gli altri componenti che scenderanno sul terreno sono stati tutti sterilizzati in modo molto spinto.

Continuano le scoperte spettacolari per il telescopio spaziale Kepler. Ora siamo di fronte al più piccolo pianeta extrasolare mai rilevato: solo il 57% del diametro terrestre, circa le dimensioni di Marte. La scoperta è avvenuta nel sistema stellare KOI-961 e finora comprende ben tre pianeti rocciosi, che ruotano su orbite decisamente strette. La stella è una nana rossa che è solo un sesto del nostro Sole e quindi è soltanto il 70% più grande di Giove. Anche le orbite dei tre pianeti trovati sono compatibili con quelle dei satelliti del grande pianeta, avvalorando l’ipotesi che KOI-961 sia un pianeta di tipo gioviano che ha superato la massa critica per l’avvio delle reazioni termonucleari, alla base dell’esistenza delle Stelle.

La NASA il 5 gennaio ha disattivato RXTE, il Rossi X-ray Timing Explorer, sonda in grado di cronometrare con una precisione altissima le pulsazioni in banda X delle Pulsar, le stelle di neutroni che rimangono dopo la morte di una stella e che hanno densità altissime e possono ruotare su se stesse a velocità che raggiungono le centinaia di giri al secondo. Ha anche osservato, sempre in banda X, le emissioni del disco di accrescimento che ruota a velocità molto alte intorno ai buchi neri. Lanciato il 30 dicembre 1995, portava il nome di Bruno Rossi, un astronomo e studioso dei raggi X del MIT, scomparso nel 1993. La decisione di spegnere RXTE è nata a causa della bassa priorità di questa missione rispetto ad altre più importanti; come dire che se i soldi mancano eliminiamo le missioni meno appariscenti…

Il MER Opportunity è stato parcheggiato per l’inverno marziano. È stato scelto il luogo chiamato “Greeley Heaven” che si trova sul bordo del grande cratere Endeavour, da poco raggiunto dal rover. Il posizionamento prevede un’opportuna inclinazione verso nord, in grado di ottimizzare l’esposizione solare e compensare la perdita di efficienza, anche dovuta all’accumulo di polvere, che i suoi pannelli solari hanno subito in questi otto anni di missione sul Pianeta Rosso. Il solstizio invernale è previsto per il 30 marzo e sarà il quinto che Oppy affronterà durante la sua missione. Resterà parcheggiato qui almeno per sei mesi, periodo che occuperà comunque a eseguire rilevazioni fotografiche e misurazioni scientifiche.

Installato allo Space Shuttle Discovery il cono aerodinamico che riduce la resistenza aerodinamica durante i viaggi da trasportato. È così pronto per il suo ultimo volo che lo porterà al museo National Air and Space Museum dello Smithsonian, al Centro Steven F. Udvar-Hazy in Chantilly, Virginia.
Intanto i motori delle navette vengono spostati dal Kennedy Space Center allo Stennis Space Center per un futuro utilizzo a bordo dei lanciatori pesanti SLS, lo Space Launch System derivato dall’hardware Shuttle e dai progetti dell’Ares-V. il loro nome è RS-25D, sono stati costruiti dalla Pratt & Whitney Rocketdyne di Canoga Park (in California) e sono stati un componente fondamentale del Programma Space Shuttle, con un’affidabilità del 99,75%, il che significa un solo fallimento, avvenuto durante il primo tentativo di lancio della missione STS-51F (la penultima effettuata con successo dallo Space Shuttle Challenger).

giovedì 12 gennaio 2012

Rapporto mensile lanci: dicembre 2011


Riassunto dei lanci eseguiti in tutto il mondo durante il mese di dicembre 2011.

Qui trovate il file pdf con la tabella contenente tutti i dati riguardanti i lanci eseguiti.

Vi riassumo i link alle tabelle precedenti:
- Novembre 2011
- Ottobre 2011
- Settembre 2011
- Agosto 2011
- Luglio 2011

Come sempre i vostri commenti sono ben accetti.

domenica 8 gennaio 2012

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giovedì 5 gennaio 2012

40 anni fa

Immagine del giorno della NASA


Il 5 gennaio 1972, il Presidente Richard M. Nixon e il Dr. James C. Fletcher, amministratore della NASA, discutono sulla proposta di un nuovo veicolo, lo Space Shuttle, a San Clemente, in California.

Il Presidente comunica in quel giorno che gli Stati Uniti procederanno immediatamente con lo sviluppo di un nuovo tipo di sistema di trasporto spaziale progettato per contribuire a trasformare le frontiere dello Spazio trasformandole in un territorio familiare.

Il resto è storia.  [foto NASA]

martedì 3 gennaio 2012

Notiziario

Cassini, la sonda che sta viaggiando all'interno dell’incredibilmente ricco sistema di Saturno (62 lune e un enorme sistema di anelli) continua a meravigliarci con immagini mozzafiato che ritraggono i vari satelliti in una continua danza intorno al gigante gassoso.
Titano, la cui atmosfera copre parzialmente Dione, si staglia sullo sfondo
chiaro di Saturno su cui si vedono gli anelli di taglio che proiettano
la loro ombra sulla superficie del gigante gassoso [NASA/JPL].
Penso che tutti ci auguriamo che la sonda possa giungere in ottime condizioni all'obiettivo del 2017 per ottenere una nuova estensione di missione.

Dopo il fallimento del lancio Soyuz del 23 dicembre e il rinvio di un mese del lancio Proton che doveva avvenire il 26 dicembre, bisogna registrare un ultimo lancio riuscito, per l’anno appena terminato, e proprio di un vettore Soyuz.
Il 28 dicembre alle 1849 UTC, un vettore Soyuz 2-1a ha lasciato il cosmodromo di Baikonur e ha portato in orbita ben sei satelliti per telecomunicazioni della serie Globalstar. Una iniezione di coraggio per la Russia e per concludere bene un anno che possiamo definire disastroso.

E a questo proposito stiamo seguendo la sonda Fobos-Grunt che, ormai totalmente fuori controllo, sta scendendo progressivamente di quota. Attualmente si trova su un’orbita 183 x 235 km x 51,422° e il rientro, definitivamente inevitabile, dovrebbe avvenire fra il 15 e il 16 gennaio prossimi, con uno scarto di +/- 2 giorni. In tutto Fobos-Grunt pesa circa 13'500 kg, 11'150 dei quali sono propellenti altamente infiammabili (più delle 8 tonnellate inizialmente considerate). Il resto è composto da metallo e altri materiali non pericolosi, salvo una piccolissima quantità di Cobalto-57 contenuto nello spettrometro di massa che però non sopravvivrà al rientro.
Molto probabilmente il veicolo si disintegrerà in seguito all’esplosione dei serbatoi di idrazina (costruiti in alluminio e quindi ottimi conduttori di calore) e solo i pezzi più massicci potranno giungere al suolo, anche se consumati dall’attrito con l’aria. Compresa la piccola capsula di rientro da 7,5 kg, nata apposta per sopportare il calore dell'impatto atmosferico, non più di 200kg di materiale arriverà a Terra.
Queste note servono solo per tranquillizzarvi anticipando i probabili annunci apocalittici che i media generalisti faranno appena la notizia verrà annunciata dalle agenzie stampa.

Arrivate in orbita lunare a cavallo di capodanno le due sonde GRAIL (Gravity Recovery and Interior Laboratory) potranno ora iniziare la preparazione sul posto per il loro compito di creare una mappa estremamente precisa dell’interno della Luna grazie alla misurazione del campo gravitazionale. Nei prossimi due mesi le sonde gemelle correggeranno la loro orbita e scenderanno fino ad una quota di poco meno di 55km, iniziando così le misurazioni della distanza che le divide, mettendo in relazione le variazioni di quella distanza con il campo gravitazionale che le sposta dalla loro traiettoria ideale.
Partite il 10 settembre da Cape Canaveral, le due sonde, dal costo complessivo di 496 milioni di dollari, hanno seguito una rotta particolare che le ha portate al punto lagrangiano Terra-Sole posto a circa 1,5 milioni di chilometri per poi tornare verso il nostro satellite ed inserirsi in un’orbita polare, Grail A il 31 dicembre e GRAIL B il primo gennaio.