Cassini, la sonda che sta viaggiando all'interno dell’incredibilmente ricco sistema di Saturno (62 lune e un enorme sistema di anelli) continua a meravigliarci con immagini mozzafiato che ritraggono i vari satelliti in una continua danza intorno al gigante gassoso.
Dopo il fallimento del lancio Soyuz del 23 dicembre e il rinvio di un mese del lancio Proton che doveva avvenire il 26 dicembre, bisogna registrare un ultimo lancio riuscito, per l’anno appena terminato, e proprio di un vettore Soyuz.
Il 28 dicembre alle 1849 UTC, un vettore Soyuz 2-1a ha lasciato il cosmodromo di Baikonur e ha portato in orbita ben sei satelliti per telecomunicazioni della serie Globalstar. Una iniezione di coraggio per la Russia e per concludere bene un anno che possiamo definire disastroso.
E a questo proposito stiamo seguendo la sonda Fobos-Grunt che, ormai totalmente fuori controllo, sta scendendo progressivamente di quota. Attualmente si trova su un’orbita 183 x 235 km x 51,422° e il rientro, definitivamente inevitabile, dovrebbe avvenire fra il 15 e il 16 gennaio prossimi, con uno scarto di +/- 2 giorni. In tutto Fobos-Grunt pesa circa 13'500 kg, 11'150 dei quali sono propellenti altamente infiammabili (più delle 8 tonnellate inizialmente considerate). Il resto è composto da metallo e altri materiali non pericolosi, salvo una piccolissima quantità di Cobalto-57 contenuto nello spettrometro di massa che però non sopravvivrà al rientro.
Molto probabilmente il veicolo si disintegrerà in seguito all’esplosione dei serbatoi di idrazina (costruiti in alluminio e quindi ottimi conduttori di calore) e solo i pezzi più massicci potranno giungere al suolo, anche se consumati dall’attrito con l’aria. Compresa la piccola capsula di rientro da 7,5 kg, nata apposta per sopportare il calore dell'impatto atmosferico, non più di 200kg di materiale arriverà a Terra.
Queste note servono solo per tranquillizzarvi anticipando i probabili annunci apocalittici che i media generalisti faranno appena la notizia verrà annunciata dalle agenzie stampa.
Arrivate in orbita lunare a cavallo di capodanno le due sonde GRAIL (Gravity Recovery and Interior Laboratory) potranno ora iniziare la preparazione sul posto per il loro compito di creare una mappa estremamente precisa dell’interno della Luna grazie alla misurazione del campo gravitazionale. Nei prossimi due mesi le sonde gemelle correggeranno la loro orbita e scenderanno fino ad una quota di poco meno di 55km, iniziando così le misurazioni della distanza che le divide, mettendo in relazione le variazioni di quella distanza con il campo gravitazionale che le sposta dalla loro traiettoria ideale.
Partite il 10 settembre da Cape Canaveral, le due sonde, dal costo complessivo di 496 milioni di dollari, hanno seguito una rotta particolare che le ha portate al punto lagrangiano Terra-Sole posto a circa 1,5 milioni di chilometri per poi tornare verso il nostro satellite ed inserirsi in un’orbita polare, Grail A il 31 dicembre e GRAIL B il primo gennaio.
1 commento:
Grazie come sempre i tuoi notiziari sono molto interessanti
Ciao e buon anno
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