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Time machine.
International Space Station
Europa Centrale
Kennedy Space Center - Florida
Baikonur - Kazakhstan
Kourou - French Guyana
mercoledì 26 ottobre 2011
mercoledì 19 ottobre 2011
Soyuz a Kourou, è tutto pronto
Una prova generale completa per il primo volo Arianespace di un vettore Soyuz dalla Guyana Francese è stata eseguita oggi, convalidando la missione dal conto alla rovescia alla separazione del carico nello spazio, in preparazione della storica partenza del lanciatore russo che avverrà il 20 ottobre con due satelliti Galileo.
La prova generale di oggi ha fornito una delle verifiche finali per questo volo che rappresenta una pietra miliare e offre una rappresentazione realistica della missione, compreso il volo seguito dalle stazioni di Terra per il tracciamento dei tre stadi Soyuz e del suo stadio orbitale Fregat. Questo primo lancio è designato VS01 nella classica numerazione dei lanci di Arianespace
È stata anche eseguita una simulazione dei due flussi di telemetria distinti, quello del vettore Soyuz, che viene elaborato dal suo produttore russo, il Samara Space Center-TsSKB Progress e quello dello stadio Fregat, inviato al centro di monitoraggio del volo del produttore NPO Lavochkin nella regione di Mosca, dove il personale Arianespace è presente al momento della lettura dei dati.
Jean-Claude Garreau, Launch Site Manager Operations di Arianespace per la missione VS01, ha detto che è tutto pronto per il decollo della Soyuz.
Dopo il lancio, il viaggio sul vettore durerà 3 ore e 49min, dopodichè i suoi due satelliti Galileo IOV (In-Orbit Validation) saranno inseriti su un’orbita circolare a 23’200 km, inclinata 54,7 gradi.
Il decollo della Soyuz è previsto alle 07:34:28 locali (1034:28 UTC) del 20 ottobre - un momento preciso che permette ai satelliti di venire iniettati nel loro esatto piano orbitale. Questa coppia di satelliti IOV, insieme ad altri due che saranno messi in orbita dalla Soyuz nel 2012, costituiranno il nucleo operativo della costellazione Galileo per l’ausilio alla navigazione, sistema che sarà composto da 30 satelliti.
La rete Galileo è progettata per fornire alta precisione di posizionamento globale ed è stata sviluppata in collaborazione con l'Agenzia Spaziale Europea e l'Unione Europea, oltre che essere stato concepito per l’interoperabilità con il posizionamento globale degli Stati Uniti (GPS) e col sistema GLONASS della Russia.
Entrambi i satelliti IOV lanciati in questo primo volo della Soyuz sono stati costruiti da un consorzio guidato da EADS Astrium in collaborazione con Thales Alenia Space e pesano circa 700 kg ciascuno.
Aggiornamento.
Un problema durante il caricamento dei propellenti del terzo stadio ha costretto il controllo lancio a rinviare il decollo.
Aggiornamento.
Lancio riuscito alla perfezione il 21 ottobre alle 1030 UTC.
Meno di quattro ore dopo, il vettore rilasciava i due satelliti Galileo nella loro orbita circolare a 23'200 km di quota.
La prova generale di oggi ha fornito una delle verifiche finali per questo volo che rappresenta una pietra miliare e offre una rappresentazione realistica della missione, compreso il volo seguito dalle stazioni di Terra per il tracciamento dei tre stadi Soyuz e del suo stadio orbitale Fregat. Questo primo lancio è designato VS01 nella classica numerazione dei lanci di Arianespace
È stata anche eseguita una simulazione dei due flussi di telemetria distinti, quello del vettore Soyuz, che viene elaborato dal suo produttore russo, il Samara Space Center-TsSKB Progress e quello dello stadio Fregat, inviato al centro di monitoraggio del volo del produttore NPO Lavochkin nella regione di Mosca, dove il personale Arianespace è presente al momento della lettura dei dati.
Jean-Claude Garreau, Launch Site Manager Operations di Arianespace per la missione VS01, ha detto che è tutto pronto per il decollo della Soyuz.
Dopo il lancio, il viaggio sul vettore durerà 3 ore e 49min, dopodichè i suoi due satelliti Galileo IOV (In-Orbit Validation) saranno inseriti su un’orbita circolare a 23’200 km, inclinata 54,7 gradi.
Il decollo della Soyuz è previsto alle 07:34:28 locali (1034:28 UTC) del 20 ottobre - un momento preciso che permette ai satelliti di venire iniettati nel loro esatto piano orbitale. Questa coppia di satelliti IOV, insieme ad altri due che saranno messi in orbita dalla Soyuz nel 2012, costituiranno il nucleo operativo della costellazione Galileo per l’ausilio alla navigazione, sistema che sarà composto da 30 satelliti.
La rete Galileo è progettata per fornire alta precisione di posizionamento globale ed è stata sviluppata in collaborazione con l'Agenzia Spaziale Europea e l'Unione Europea, oltre che essere stato concepito per l’interoperabilità con il posizionamento globale degli Stati Uniti (GPS) e col sistema GLONASS della Russia.
Entrambi i satelliti IOV lanciati in questo primo volo della Soyuz sono stati costruiti da un consorzio guidato da EADS Astrium in collaborazione con Thales Alenia Space e pesano circa 700 kg ciascuno.
Aggiornamento.
Un problema durante il caricamento dei propellenti del terzo stadio ha costretto il controllo lancio a rinviare il decollo.
Aggiornamento.
Lancio riuscito alla perfezione il 21 ottobre alle 1030 UTC.
Meno di quattro ore dopo, il vettore rilasciava i due satelliti Galileo nella loro orbita circolare a 23'200 km di quota.
sabato 15 ottobre 2011
Notiziario
Satellite in rientro.
Dopo il disastro mediatico provocato dal rientro del satellite UARS che, secondo la stampa generalista, sembrava avrebbe dovuto radere al suolo l’Italia settentrionale, prepariamoci per un nuovo bombardamento dallo spazio, ma soprattutto dai notiziari. È in arrivo il satellite tedesco ROSAT, un telescopio spaziale in banda X, che, benché molto più piccolo di UARS, lascerà una massa residua al rientro atmosferico di oltre il triplo rispetto al precedente.
In base alle simulazioni eseguite, effettuate sulla struttura del veicolo, si calcola che circa 1700 kg di detriti raggiungeranno la superficie, ma, come per il precedente rientro, la probabilità di provocare danni è decisamente bassa. Le proiezioni danno per probabile un rientro fra il 20 e il 25 ottobre.
Soyuz.
Giunto dalla NASA il GO per la ripresa dei lanci Soyuz con astronauti a bordo. Una commissione d’inchiesta dell’ente spaziale americano ha analizzato l’incidente che il 24 agosto ha colpito il vettore russo e, dopo aver concordato con le conclusioni dei colleghi russi, ha dato via libera alla ripresa delle operazioni congiunte di volo umano verso l’orbita. Dato che la Soyuz è l’unico mezzo abitato che può raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale, è quello che deve trasportare anche gli astronauti americani e si è quindi resa necessaria l’approvazione da parte della NASA.
MSL – Curiosity.
Dopo la chiusura nel guscio che lo trasporterà sul pianeta rosso, lo proteggerà durante l’ingresso atmosferico e lo depositerà delicatamente sulla superficie, il rover Curiosity vede ora i test di caricamento dei propellenti nel vettore Atlas 5 che lo spingerà lontano dal nostro pianeta. Sono state effettuate anche delle simulazioni del lancio che è previsto avvenga alle 1521 UTC del 25 novembre.
Meteo e clima.
Mentre è stato lanciato il Megha-Tropiques, un satellite franco-indiano che si occuperà di tracciare i cicloni tropicali, le tempeste e le perturbazioni monsoniche, un delta 2 è in preparazione per essere lanciato dalla base di Vandenberg con il satellite NPP, per l’osservazione climatica su orbita polare. Il primo è partito il 12 ottobre dal Satish Dhawan Space Center mentre il secondo è in partenza il 27 ottobre.
Shuttle Endeavour.
Con una cerimonia svolta alla presenza di astronauti (fra cui Mark Kelly e Mike Fincke) e celebrità del campo astronautico e non, è stato ufficializzato il passaggio di proprietà della navetta Endeavour, dalla NASA al California Science Center di Los Angeles che lo esporrà al pubblico. La consegna dell’orbiter è prevista per la seconda parte del 2012.
AEHF 1.
Dopo oltre 14 mesi di lavoro e oltre 450 manovre, Advanced Extremely High Frequency (AEHF) il primo satellite per telecomunicazioni militari sicure degli Stati Uniti, sta raggiungendo la sua orbita di lavoro. Abbandonato come previsto sulla traiettoria di trasferimento dallo stadio orbitale dell’Atlas 5 su cui è stato lanciato, si è trovato bloccato lì a causa di un guasto ai suoi motori di apogeo. Il satellite è stato recuperato grazie alla perseveranza dei tecnici del centro di controllo che utilizzando i motori di manovra ad effetto Hall sono quasi riusciti nell’impresa di correggere l’orbita del satellite portandolo nella posizione prevista. Questo titanico lavoro sarà completato per la fine del mese consentendo la messa in opera ufficiale del veicolo che sarà completamente operativo dal prossimo febbraio.
Dopo il disastro mediatico provocato dal rientro del satellite UARS che, secondo la stampa generalista, sembrava avrebbe dovuto radere al suolo l’Italia settentrionale, prepariamoci per un nuovo bombardamento dallo spazio, ma soprattutto dai notiziari. È in arrivo il satellite tedesco ROSAT, un telescopio spaziale in banda X, che, benché molto più piccolo di UARS, lascerà una massa residua al rientro atmosferico di oltre il triplo rispetto al precedente.
In base alle simulazioni eseguite, effettuate sulla struttura del veicolo, si calcola che circa 1700 kg di detriti raggiungeranno la superficie, ma, come per il precedente rientro, la probabilità di provocare danni è decisamente bassa. Le proiezioni danno per probabile un rientro fra il 20 e il 25 ottobre.
Soyuz.
Giunto dalla NASA il GO per la ripresa dei lanci Soyuz con astronauti a bordo. Una commissione d’inchiesta dell’ente spaziale americano ha analizzato l’incidente che il 24 agosto ha colpito il vettore russo e, dopo aver concordato con le conclusioni dei colleghi russi, ha dato via libera alla ripresa delle operazioni congiunte di volo umano verso l’orbita. Dato che la Soyuz è l’unico mezzo abitato che può raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale, è quello che deve trasportare anche gli astronauti americani e si è quindi resa necessaria l’approvazione da parte della NASA.
MSL – Curiosity.
Dopo la chiusura nel guscio che lo trasporterà sul pianeta rosso, lo proteggerà durante l’ingresso atmosferico e lo depositerà delicatamente sulla superficie, il rover Curiosity vede ora i test di caricamento dei propellenti nel vettore Atlas 5 che lo spingerà lontano dal nostro pianeta. Sono state effettuate anche delle simulazioni del lancio che è previsto avvenga alle 1521 UTC del 25 novembre.
Meteo e clima.
Mentre è stato lanciato il Megha-Tropiques, un satellite franco-indiano che si occuperà di tracciare i cicloni tropicali, le tempeste e le perturbazioni monsoniche, un delta 2 è in preparazione per essere lanciato dalla base di Vandenberg con il satellite NPP, per l’osservazione climatica su orbita polare. Il primo è partito il 12 ottobre dal Satish Dhawan Space Center mentre il secondo è in partenza il 27 ottobre.
Shuttle Endeavour.
Con una cerimonia svolta alla presenza di astronauti (fra cui Mark Kelly e Mike Fincke) e celebrità del campo astronautico e non, è stato ufficializzato il passaggio di proprietà della navetta Endeavour, dalla NASA al California Science Center di Los Angeles che lo esporrà al pubblico. La consegna dell’orbiter è prevista per la seconda parte del 2012.
AEHF 1.
Dopo oltre 14 mesi di lavoro e oltre 450 manovre, Advanced Extremely High Frequency (AEHF) il primo satellite per telecomunicazioni militari sicure degli Stati Uniti, sta raggiungendo la sua orbita di lavoro. Abbandonato come previsto sulla traiettoria di trasferimento dallo stadio orbitale dell’Atlas 5 su cui è stato lanciato, si è trovato bloccato lì a causa di un guasto ai suoi motori di apogeo. Il satellite è stato recuperato grazie alla perseveranza dei tecnici del centro di controllo che utilizzando i motori di manovra ad effetto Hall sono quasi riusciti nell’impresa di correggere l’orbita del satellite portandolo nella posizione prevista. Questo titanico lavoro sarà completato per la fine del mese consentendo la messa in opera ufficiale del veicolo che sarà completamente operativo dal prossimo febbraio.
mercoledì 12 ottobre 2011
Newsletter, nuovo numero
Ho inviato agli abbonati il nuovo numero della Newsletter (35/648), l'edizione italiana del Jonathan's Space Report contenente un sunto di tutti gli ultimi avvenimenti in ambito astronautico.
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domenica 9 ottobre 2011
Rapporto lanci settembre 2011.
Cercando di concentrare l'informazione in ambito astronautico ho pensato di creare un file pdf con l'elenco dei lanci eseguiti nel mese di settembre 2011.
La mia intenzione è quella di rendere questo file un appuntamento mensile che comparirà nel blog assegnato ai lanci.
Qui trovate il link.
Come sempre i vostri commenti sono ben accetti.
La mia intenzione è quella di rendere questo file un appuntamento mensile che comparirà nel blog assegnato ai lanci.
Qui trovate il link.
Come sempre i vostri commenti sono ben accetti.
Notiziario
Kourou.
Demolito il complesso di lancio ELA-2 (Ensemble de Lancement Ariane 2) che non è più stato utilizzato dal 2003. Entrato in servizio nel 1986, è stato utilizzato per 119 lanci di vettori Ariane 2, Ariane 3 e tutti gli Ariane 4, lasciando il posto ad un nuovo complesso, in modo da completare le possibilità di lancio del Guiana Space Center con i tre vettori di cui si prevede l’uso: Ariane, Vega e Soyuz. La torre di servizio alta 26 piani è stata demolita con delle cariche di esplosivo e con molta attenzione, dato che non si doveva intralciare i lavori sulla rampa ELA-3, attualmente usata per i lanci Ariane, che dista poco più di un chilometro. I rottami saranno ora raccolti e spediti in Europa per essere riciclati. Entro fine anno verrà smontata anche la torre ombelicale, in modo da lasciare la piattaforma in cemento libera per i prossimi usi.
Roscosmos.
Decisa l’interruzione dello sviluppo del nuovo vettore a propellenti liquidi chiamato Rus-M. Vladimir Popovkin, capo dell’agenzia spaziale russa, ha dichiarato alla DUMA, il parlamento russo, che “Siamo giunti alla conclusione che non abbiamo bisogno di un nuovo missile, ma possiamo tranquillamente continuare con quelli che abbiamo a disposizione”. Era previsto che Rus-M iniziasse il servizio operativo intorno al 2015, ma evidentemente gli oltre 1700 lanci dei vettori Soyuz e relativi derivati rappresentano una formidabile esperienza che non vuole essere abbandonata, anche alla luce dei recenti avvenimenti con il fallimento di agosto provocato da un errore di lavorazione e non da un problema dei componenti del razzo. E così “squadra vincente non si cambia”, altra conferma di una tendenza conservativa in cui si stanno trincerando le più grandi agenzie spaziali mondiali.
Soyuz.
Domenica 2 ottobre è stato lanciato dal cosmodromo di Plesetsk un vettore Soyuz che ha portato in orbita un satellite Glonass M del sistema di navigazione russo. In circa tre ore e mezza, con un decollo avvenuto alle 2015 UTC, il vettore con il suo upper stage Fregat ha depositato il suo carico nell’orbita prevista, a 19'200 km di quota. Questo successo conferma che i razzi Soyuz sono in ottime condizioni di salute e confermano altresì che il problema di agosto è stato un evento occasionale che non inficia l’affidabilità globale del vettore.
SpaceX.
L’azienda di Elon Musk ha presentato un’ipotesi di riutilizzabilità totale per i suoi veicoli spaziali. La presentazione descrive un sistema che permetterebbe a tutti gli stadi che compongono i razzi SpaceX di rientrare in modo sicuro e atterrare in modo controllato grazie a retrorazzi e zampe telescopiche. Benché spettacolare come soluzione, i dubbi sulla effettiva realizzabilità sono molti, a cominciare dai propellenti necessari per un rientro controllato da alte quote, che graverebbero non poco sul rendimento dei veicoli e sul carico utile. Resta il fatto che il settore privato pare attualmente l'unico in grado di dare un forte slancio nella ricerca spaziale. Vedremo, se son rose, fioriranno…
ESA.
Approvate due nuove missioni scientifiche per l’Agenzia Spaziale Europea.
In programma per il lancio nel 2017 e nel 2019 e con un costo stimato compreso fra i 670 e gli 800 milioni di dollari, si chiameranno Solar Orbiter e Euclid. La prima, come fa pensare il suo nome, sarà esattamente un osservatore della nostra stella e eseguirà tutta una serie di studi da una posizione estremamente affascinante, avvicinandosi fino a circa 41 milioni di chilometri ad essa. Dotata di potenti scudi termici dovrà studiare la corona e il vento solare dalla sua posizione privilegiata, permettendo studi molto approfonditi delle particelle provenienti dal Sole poco dopo la loro emissione. Partirà a gennaio 2017 da Cape Canaveral a bordo di un Atlas 5.
Euclid raggiungerà i punto lagrangiano L2 del sistema Terra-Sole e studierà, con il suo telescopio di 120 cm di diametro, la natura della materia e dell’energia oscura misurando l’espansione dell’universo.
Si pensa che l’universo sia composto per i tre quarti di energia oscura, che causa una accelerazione nella sua espansione, mentre un ulteriore 20% sia composto da materia oscura che si comporterebbe come la materia “normale”, ma non assorbirebbe né emetterebbe luce. Partirà nel 2019 dalla Guiana Francese a bordo di un vettore Soyuz.
Una terza missione, Plato, è stata esclusa per mancanza di fondi. Avrebbe dovuto studiare e classificare i sistemi planetari extrasolari raccogliendo più informazioni possibili sulla zona abitabile, quella cioè dove le condizioni di temperatura potrebbero essere compatibili con lo sviluppo della vita.
Demolito il complesso di lancio ELA-2 (Ensemble de Lancement Ariane 2) che non è più stato utilizzato dal 2003. Entrato in servizio nel 1986, è stato utilizzato per 119 lanci di vettori Ariane 2, Ariane 3 e tutti gli Ariane 4, lasciando il posto ad un nuovo complesso, in modo da completare le possibilità di lancio del Guiana Space Center con i tre vettori di cui si prevede l’uso: Ariane, Vega e Soyuz. La torre di servizio alta 26 piani è stata demolita con delle cariche di esplosivo e con molta attenzione, dato che non si doveva intralciare i lavori sulla rampa ELA-3, attualmente usata per i lanci Ariane, che dista poco più di un chilometro. I rottami saranno ora raccolti e spediti in Europa per essere riciclati. Entro fine anno verrà smontata anche la torre ombelicale, in modo da lasciare la piattaforma in cemento libera per i prossimi usi.
Roscosmos.
Decisa l’interruzione dello sviluppo del nuovo vettore a propellenti liquidi chiamato Rus-M. Vladimir Popovkin, capo dell’agenzia spaziale russa, ha dichiarato alla DUMA, il parlamento russo, che “Siamo giunti alla conclusione che non abbiamo bisogno di un nuovo missile, ma possiamo tranquillamente continuare con quelli che abbiamo a disposizione”. Era previsto che Rus-M iniziasse il servizio operativo intorno al 2015, ma evidentemente gli oltre 1700 lanci dei vettori Soyuz e relativi derivati rappresentano una formidabile esperienza che non vuole essere abbandonata, anche alla luce dei recenti avvenimenti con il fallimento di agosto provocato da un errore di lavorazione e non da un problema dei componenti del razzo. E così “squadra vincente non si cambia”, altra conferma di una tendenza conservativa in cui si stanno trincerando le più grandi agenzie spaziali mondiali.
Soyuz.
Domenica 2 ottobre è stato lanciato dal cosmodromo di Plesetsk un vettore Soyuz che ha portato in orbita un satellite Glonass M del sistema di navigazione russo. In circa tre ore e mezza, con un decollo avvenuto alle 2015 UTC, il vettore con il suo upper stage Fregat ha depositato il suo carico nell’orbita prevista, a 19'200 km di quota. Questo successo conferma che i razzi Soyuz sono in ottime condizioni di salute e confermano altresì che il problema di agosto è stato un evento occasionale che non inficia l’affidabilità globale del vettore.
SpaceX.
L’azienda di Elon Musk ha presentato un’ipotesi di riutilizzabilità totale per i suoi veicoli spaziali. La presentazione descrive un sistema che permetterebbe a tutti gli stadi che compongono i razzi SpaceX di rientrare in modo sicuro e atterrare in modo controllato grazie a retrorazzi e zampe telescopiche. Benché spettacolare come soluzione, i dubbi sulla effettiva realizzabilità sono molti, a cominciare dai propellenti necessari per un rientro controllato da alte quote, che graverebbero non poco sul rendimento dei veicoli e sul carico utile. Resta il fatto che il settore privato pare attualmente l'unico in grado di dare un forte slancio nella ricerca spaziale. Vedremo, se son rose, fioriranno…
ESA.
Approvate due nuove missioni scientifiche per l’Agenzia Spaziale Europea.
In programma per il lancio nel 2017 e nel 2019 e con un costo stimato compreso fra i 670 e gli 800 milioni di dollari, si chiameranno Solar Orbiter e Euclid. La prima, come fa pensare il suo nome, sarà esattamente un osservatore della nostra stella e eseguirà tutta una serie di studi da una posizione estremamente affascinante, avvicinandosi fino a circa 41 milioni di chilometri ad essa. Dotata di potenti scudi termici dovrà studiare la corona e il vento solare dalla sua posizione privilegiata, permettendo studi molto approfonditi delle particelle provenienti dal Sole poco dopo la loro emissione. Partirà a gennaio 2017 da Cape Canaveral a bordo di un Atlas 5.
Euclid raggiungerà i punto lagrangiano L2 del sistema Terra-Sole e studierà, con il suo telescopio di 120 cm di diametro, la natura della materia e dell’energia oscura misurando l’espansione dell’universo.
Si pensa che l’universo sia composto per i tre quarti di energia oscura, che causa una accelerazione nella sua espansione, mentre un ulteriore 20% sia composto da materia oscura che si comporterebbe come la materia “normale”, ma non assorbirebbe né emetterebbe luce. Partirà nel 2019 dalla Guiana Francese a bordo di un vettore Soyuz.
Una terza missione, Plato, è stata esclusa per mancanza di fondi. Avrebbe dovuto studiare e classificare i sistemi planetari extrasolari raccogliendo più informazioni possibili sulla zona abitabile, quella cioè dove le condizioni di temperatura potrebbero essere compatibili con lo sviluppo della vita.
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