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mercoledì 2 febbraio 2011

Quasi fallito un lancio militare russo.

La Russia sta lottando per contattare un satellite militare che appare bloccato in un'orbita bassa da un difetto del razzo vettore.
Il veicolo è decollato su un vettore Rockot alle 1400 UTC di ieri martedì primo febbraio dal cosmodromo di Plesetsk, circa 800 km a nord di Mosca.
Il Rockot a due stadi, un missile balistico convertito, ha lasciato Plesetsk in direzione nord e lo stadio orbitale Breeze KM doveva accendersi due volte per spingere il satellite russo GEO-IK 2 a una quota orbitale di 1.000 chilometri e inclinazione di 99,4°, dopo circa 90 minuti dal blastoff.
Ma i dati di tracciamento militari statunitensi indicano che il satellite si è separato dall'upper stage ed è ancora in un'orbita ellittica di trasferimento con un'altitudine massima di circa 1077 km e un perigeo di 330 km. Una tale orbita potrebbe indicare che il motore alimentato a idrazina del Breeze KM non si è acceso la seconda volta come avrebbe dovuto fare.

Una rappresentazione artistica
del satellite [ISS Reshetnev].
L’agenzia di stampa russa Novosti citando Oleg Ostapenko, comandante delle forze spaziali russe, conferma che il satellite è stato posto su un’orbita errata e che i controllori russi stanno tentando di riprendere il controllo del veicolo, che però non ha ancora stabilito nessun contatto radio con Terra. 


Sarà immediata la creazione di una commissione di Khrunichev, prime contractor per il lanciatore Rockot, per indagare sulle cause dell'anomalia. 
Il GEO-IK 2 è il primo di due nuovi satelliti previsti per misure geodetiche che dovranno valutare forma, rotazione e campo gravitazionale della Terra. GEO-IK 2 è progettato anche per sondare la tettonica a placche, le maree e i movimenti dei poli. Tale ricerca ha applicazioni sia militari che civili. Il satellite comprende un altimetro costruito da Thales Alenia Space in Francia, mentre ISS Reshetnev è l’azienda costruttrice del satellite.


Resta ancora da stabilire se il propellente presente a bordo del satellite potrà permetterne un inserimento orbitale definitivo come previsto dal piano di volo iniziale.

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