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venerdì 5 novembre 2010

STS-133 Se ne riparla per fine novembre.

Dopo il blocco del conteggio alla rovescia di oggi, la direzione missione ha dato il via libera allo svuotamento del grande serbatoio esterno.
In un primo momento pareva possibile che il problema potesse venire risolto in tempi ragionevoli, intorno alle 48/72 ore e quindi è stato dato un nuovo possibile momento per il lancio, cioè lunedì sera.
La frattura nella schiuma isolante [NasaTV].
Durante lo svuotamento però alcuni tecnici si sono accorti di una frattura nel rivestimento in schiuma del serbatoio esterno, in corrispondenza dell'intertank, cioè l'anello dell'external tank posto all'altezza del muso dell'orbiter che unisce i due serbatoi veri e propri che compongono l'ET. A questo punto sappiamo per certo che il lancio sarebbe stato abortito comunque, ma la complicazione è che non si sa se la riparazione potrà essere eseguita sul pad. Assumendo che si possa lavorare sul posto, il nuovo momento di lancio è stato fissato non prima del 30 novembre alle 10:05:46 italiane (0905:46 UTC). La finestra di lancio dura fino al 5-6 dicembre, dato che per metà mese dovrebbe raggiungere la Stazione la Soyuz che porta la Expedition con il nostro Nespoli.

Alla NASA non vogliono sentir parlare di sfortuna: gli orbiter hanno quasi trent'anni e come tutte le macchine possono guastarsi. Era diverso tempo che tutto filava liscio ed ora qualche grana viene fuori.
"Frustrante? Certo che è frustrante! Sarebbe molto meglio se fossimo già sulla Stazione Spaziale, è ovvio" ha detto Michael Leinbach, direttore di lancio.

Al momento dell'interruzione del countdown i sensori delle fughe di idrogeno segnavano una concentrazione del 6% rispetto ad un limite massimo ammissibile del 4%. Da considerare che il 6% è il fondoscala dei sensori, quindi la concentrazione era sicuramente maggiore.

Non ci resta che aspettare, stavolta un po' di più degli altri rinvii...

2 commenti:

peppe ha detto...

Perche è ora che gli Shuttle vadano in pensione? Credo che quello che stia capitando alla STS 133 possa essere una risposta.


Premesso:
Non fraintendetemi adoro gli Shuttle e credo che tali mezzi hanno fatto (e continuerebbero a fare se potessero) la storia dell’esplorazione spaziale. Posso solo immaginare come sarebbe ora la stazione spaziale senza i voli dello Shuttle, per non parlare del fatto che senza di loro non potremmo gustarci le spettacolari immagini del telescopio Hubble.


Dico tutto ciò perché credo che in tempo di “crisi” come questo, in cui per gli stati spendere soldi per la ricerca spaziale non sia proprio da considerarsi una priorità, non sia più accettabile, in termini di costo, continuare ad utilizzare velivoli come gli Shuttle. Gli Shuttle sono sicuramente molto più complessi rispetto ad una semplice navicella (vedi soyuz e progress) ed è di conseguenza molto più facile che vadano in contro a problematiche, come sta succedendo per quest’ultima missione. Io posso solo immaginare quanto possa costare alla Nasa il rinvio anche di un solo giorno del lancio di un mezzo del genere, pensate rinviarlo di un mese aggiungendo l’eventuale rischio di dover sganciare la navetta e doverla riportare nell'hangar per le riparazioni. Be credo che questa cifra sia molto altra e che in un periodo di restrizioni come questo non sia facile “buttare” i soldi cosi.
Non fraintendetemi, anche io vorrei che continuassero a volare, ma credo che con i soldi che si utilizzano per un semplice volo dello Shuttle si possano pagare 2/3 viaggi di una navetta Soyuz / Progress.

Luigi Morielli ha detto...

Certo che i costi non sono paragonabili. Un lancio Soyuz costa fra gli 80 e i 120 milioni di dollari, mentre analisi del costo Shuttle arrivano a 1,3 miliardi.
Ma anche l'uso e prestazioni non sono paragonabili.

Infatti l'ideale era la coesistenza di entrambi. Soyuz per il volo umano semplice e Shuttle per missioni speciali.

Che poi le navette avessero bisogno di essere rinnovate non c'è alcun dubbio, ma mancava la volontà, sia politica che economica.
Vedi Peppe, la crisi è fondamentalmente un alibi per spostare gli investimenti, che non vengono comunque tolti alle forze armate.

Il risultato è che oggi manca un vero programma spaziale con obiettivi certi...