Si sta ancora lavorando allo scavo chiamato “Snow White”, ma le cose non vanno come dovrebbero.
I tentativi di raschiare uno strato di ghiaccio hanno portato a creare piccoli mucchi di materiale, ma non si riesce a farlo salire sulla pala.
“È come raccogliere la polvere dal pavimento con una paletta senza usare la scopa”, ha detto Richard Volpe, del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, un ingegnere del team di controllo del braccio robotico.
Anche la superficie del ghiaccio risulta molto dura, probabilmente a causa delle temperature molto basse e tutti i tentativi fatti con il bordo della benna hanno dato l’impressione al controllo missione di raschiare con le unghie su una lavagna.
“Abbiamo ben tre strumenti da utilizzare per scalfire il ghiaccio”, ha detto Ray Arvidson della Washington University di St. Louis. “Possiamo utilizzare la lama anteriore della benna che è in Titanio, quella secondaria in Carburo di Tungsteno posta alla base della pala o la raspa ad alta velocità montata sotto la base della pala stessa. Ora non ci resta che utilizzare la raspa per produrre una certa quantità di ghiaccio tritato per poterlo inserire nel TEGA. Stiamo lavorando come se dovessimo analizzare un marciapiede!”
L’ultimo tentativo eseguito è stato controllato dalla Stereo Imaging Camera e dopo 50 raschiature con la lama anteriore si erano prodotti due mucchietti che non potevano essere caricati sulla pala, che quindi rimaneva inesorabilmente vuota.
Si stanno proseguendo anche i test con il gemello di Phoenix che fa da testbed a Terra, e si spera di trovare una procedura per risolvere questo problema.
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