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lunedì 11 gennaio 2010

Hayabusa continua il suo viaggio.

Pare che la piccola sonda giapponese abbia un buon 60% di probabilità di riuscire a rientrare sulla Terra.
I tecnici incaricati di seguire la missione stanno calcolando la traiettoria finale e pare che Hayabusa sia ormai su una rotta che la porterà nella sfera di influenza del campo gravitazionale terrestre. Questo non significa che la missione finirà certamente bene, ma che d'ora in poi la sonda avrà più probabilità di rientrare sulla Terra.
Dopo la valanga di guasti subiti da Hayabusa, che ricordo ha visitato l'asteroide Itokawa raccogliendo, forse, dei campioni di materiale superficiale, sta faticosamente ritornando alla base con il suo prezioso carico. Il rientro è previsto a giugno di quest'anno e i campioni saranno protetti in una piccola capsula dotata di scudo termico che sarà espulsa poco prima del rientro atmosferico di Hayabusa. Il contenitore scenderà sull'Australia e al centro controllo sperano di trovare il materiale raccolto che arriverebbe a noi grazie alla missione durata 7 anni.

La lista dei guasti è lunghissima, 3 motori a ioni su 4, due giroscopi su 3 (bellissimo il lavoro di compensazione delle variazioni di assetto grazie al vento solare sui pannelli) il lanciatore che doveva sollevare il materiale da raccogliere e una perdita di carburante che preoccupa ancora i controllori di volo. Se il propellente uscito si fosse congelato sull'esterno di Hayabusa, esiste un rischio che avvicinandosi al Sole alla distanza della Terra, questo propellente inizi ad evaporare provocando una spinta che potrebbe portare la sonda fuori rotta.

Se questo veicolo riuscisse a tornare a Terra sarebbe la prima volta che un campione di terreno superficiale viene portato per essere analizzato e sarebbe un colpo da maestro per la JAXA.
Resta anche il dubbio che il contenitore dei campioni sia vuoto, dato che dopo due tentativi falliti di sparare il proiettile che doveva sollevare il terreno, si decise di far strisciare la sonda sull'asteroide con il collettore aperto. Non avendo sensori all'interno del contenitore non si sa se e quanto materiale è presente a bordo.
"Non ci meraviglieremo quindi se lo trovassimo vuoto!" Ha esclamato Junichiro Kawaguchi, project manager di Hayabusa.

Il motore funzionerà ancora fino a marzo, dopodichè rimarrà solo da curare l'assetto della sonda. Rimanendo un solo giroscopio, è un elemento ancora critico, infatti per diminuire le probabilità di guasto è stato rallentato e viene manovrato sempre molto dolcemente...

In foto una suggestiva immagine dell'asteroide Itokawa con l'ombra di Hayabusa.
Fonte: JAXA (Japan Aerospace eXploration Agency).

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Me la ricordo molto bene questa missione: la seguii in diretta per tutta la notte via web JAXA dal blog della missione.
Una missione straordinaria ed unica ma purtroppo non accompagnata da tanta fortuna...
Fu solo sfortuna o dovremmo forse dire che ancora il "Giappone Spaziale" non è ancora maturo??
E' strano per un paese che vanta ingegneri e tecnici invidiati anche negli USA!
Che ne pensi Luigi?

Luigi Morielli ha detto...

E' da dire che la missione di Hayabusa è decisamente ambiziosa. Di fatto non è ancora stata tentata né da NASA e né da ESA.

Infatti se riuscisse sarebbe un bel colpo di bravura!

Anonimo ha detto...

Almeno non è il primo mezzo ad atterrare su un corpo celeste simile... Mi ricordo della missione NEAR Shoemaker... e presto arriverà il turno della Rosetta!
Certo, sono "solo" dei lander (il primo a dire la verità non lo era)... però....

Luca