Terminata la missione di NanoSail-D, la vela solare della NASA lanciata il 19 novembre 2010 e rilasciata il 20 gennaio di quest’anno. In realtà il satellite è rientrato il 19 settembre scorso, ma siamo ora ad una prima diffusione dei dati che confermano il pieno successo della missione. Le vele solari in orbita terrestre possono essere utilizzate per comandare il rientro controllato dei satelliti, e questo per mantenere il più possibile pulito lo spazio che circonda il nostro pianeta. Invece di tenere a bordo la quantità necessaria di propellente per uscire dall’orbita assegnata, si potrà montare una grande vela che orbita dopo orbita verrà spinta verso Terra dalla luce solare e in un secondo tempo aumenterà la frenata data dall’attrito atmosferico. È stata 240 giorni in orbita ed ha permesso di raccogliere una enorme mole di dati, grazie anche alla buona attività solare in cui è incappata e che ha permesso di stilare delle relazioni precise fra spinta sulla vela e radiazione ricevuta dalla nostra stella.
Phobos-Grunt non ha ricevuto il comando che le è stato inviato dalla stazione di Perth, diminuendo ulteriormente le probabilità di salvarla. A seguito della ricezione a Terra di alcune comunicazioni dalla sonda, si era pensato possibile inviare delle istruzioni che potessero comandare una breve accensione dei motori per innalzare l’orbita e sperare di aumentare le possibilità di comunicazione. Tentativo, purtroppo, fallito: la cosa non dovrebbe stupire più di tanto, visto che i segnali giunti all'antenna di Perth non erano intellegibili.
Il piccolo shuttle militare americano, l’X-37B, secondo esemplare costruito, ha superato oggi i 270 giorni in orbita ed ha ricevuto l’ordine di proseguire la missione, collaudando tutti i suoi componenti in condizioni che superano la sua certificazione iniziale.
"La sperimentazione in orbita continua," ha detto il maggiore Bunko Tracy dell'Air Force, un portavoce del segretario dell'Air Force. "Anche se non possiamo prevedere quando sarà completo, stiamo imparando cose nuove relative al veicolo ogni giorno, il che dà alla missione un futuro molto dinamico". Il suo predecessore, OTV-1, rimase in orbita per 224 giorni, ma con questo esemplare le intenzioni sono di estendere di molto la missione. Purtroppo è un veicolo militare e quindi tutte le operazioni orbitali sono segrete.
Dopo aver raggiunto la rampa 39/B, la torre di lancio del defunto programma Constellation torna ora nella zona di assemblaggio e manutenzione per le modifiche necessarie al suo adattamento al SLS, il futuro vettore pesante della NASA.
Mars Express sta ritornando in fase operativa, sperando così di aver risolto i problemi alle memorie a stato solido di bordo. Gli strumenti vengono attivati uno a uno in modo da evitare sovraccarichi ed eventualmente riconoscere l’eventuale responsabile di nuovi errori di funzionamento. La sonda potrà tornare pienamente operativa nel giro di alcune settimane.
Time machine.
International Space Station
Europa Centrale
Kennedy Space Center - Florida
Baikonur - Kazakhstan
Kourou - French Guyana
mercoledì 30 novembre 2011
martedì 29 novembre 2011
Notiziario
Fine della missione Akari.
Il Giappone ha annunciato che la settimana scorsa il suo telescopio spaziale a infrarossi Akari (“luce” in giapponese) è stato spento dopo cinque anni di scansione del cielo alla ricerca di nubi di polvere che formano stelle, delle galassie nell'universo antico e degli asteroidi all’interno del Sistema Solare. Un guasto al sistema di alimentazione elettrica ha costretto la JAXA a decretare questa fine a causa dell’impossibilità di trovare una soluzione. Ha comunque superato le aspettative che miravano ad una missione di 18 mesi.
Well done, Akari!
Roscosmos.
Lanciato grazie ad un vettore Soyuz il quinto satellite Glonass in meno di due mesi. In tre lanci (due Soyuz con un singolo satellite e un Proton, più potente, con tre satelliti) è stata creata la riserva di veicoli, per fare in modo che il sistema di navigazione russo sia in grado di sopportare anche alcuni guasti. Dei trenta satelliti operativi, solo 24 sono necessari ed effettivamente attivi, gli altri restano di scorta. D’ora in poi eventuali lanci Glonass saranno destinati alla sostituzione dei componenti più vecchi, permettendo allo stesso tempo un ammodernamento dei satelliti a nuovi modelli.
Ancora Russia.
Mentre i tentativi di comunicare con la sonda Phobos-Grunt, bloccata in orbita terrestre da diversi giorni, continuano con l’assistenza di ESA, il presidente russo Medvedev è deciso a prendere drastici provvedimenti contro coloro che, a suo dire, stanno provocando la serie di fallimenti nelle missioni del suo paese. Se da una parte sembra un atteggiamento più politico che scientifico, dall’altra ha anche evidenziato come la Russia non si sia comportata in modo trasparente con la stampa internazionale, non rivelando i dettagli della missione quando sono iniziati i problemi. Si parla di tagli ai finanziamenti per coloro che non sono più entro livelli accettabili di affidabilità, fino ad arrivare alla denuncia penale per i casi di chiara responsabilità nei fatti. Probabilmente quello del presidente non sarà un approccio ingegneristico ai fallimenti, ma quattro in un anno sono decisamente tanti.
NASA-ESA.
Pare che dopo MSL e MAVEN, un orbiter marziano che dovrebbe partire a fine 2013, stiano finendo i fondi per ulteriori missioni verso il Pianeta Rosso. Le due missioni successive dovrebbero essere un orbiter per il 2016 e due rover per il 2018.
Purtroppo i due rover (MAX-C americano e ExoMars europeo) dovranno già essere integrati in un solo veicolo, ma i continui aumenti nel budget necessario rischiano di assorbire anche l’orbiter del 2016. C’è anche chi dice che alla fine non partirà neanche ExoMars, proprio a causa dei problemi finanziari che colpiscono entrambi i lati dell’Atlantico. Speriamo bene.
Il Giappone ha annunciato che la settimana scorsa il suo telescopio spaziale a infrarossi Akari (“luce” in giapponese) è stato spento dopo cinque anni di scansione del cielo alla ricerca di nubi di polvere che formano stelle, delle galassie nell'universo antico e degli asteroidi all’interno del Sistema Solare. Un guasto al sistema di alimentazione elettrica ha costretto la JAXA a decretare questa fine a causa dell’impossibilità di trovare una soluzione. Ha comunque superato le aspettative che miravano ad una missione di 18 mesi.
Well done, Akari!
Roscosmos.
Lanciato grazie ad un vettore Soyuz il quinto satellite Glonass in meno di due mesi. In tre lanci (due Soyuz con un singolo satellite e un Proton, più potente, con tre satelliti) è stata creata la riserva di veicoli, per fare in modo che il sistema di navigazione russo sia in grado di sopportare anche alcuni guasti. Dei trenta satelliti operativi, solo 24 sono necessari ed effettivamente attivi, gli altri restano di scorta. D’ora in poi eventuali lanci Glonass saranno destinati alla sostituzione dei componenti più vecchi, permettendo allo stesso tempo un ammodernamento dei satelliti a nuovi modelli.
Ancora Russia.
Mentre i tentativi di comunicare con la sonda Phobos-Grunt, bloccata in orbita terrestre da diversi giorni, continuano con l’assistenza di ESA, il presidente russo Medvedev è deciso a prendere drastici provvedimenti contro coloro che, a suo dire, stanno provocando la serie di fallimenti nelle missioni del suo paese. Se da una parte sembra un atteggiamento più politico che scientifico, dall’altra ha anche evidenziato come la Russia non si sia comportata in modo trasparente con la stampa internazionale, non rivelando i dettagli della missione quando sono iniziati i problemi. Si parla di tagli ai finanziamenti per coloro che non sono più entro livelli accettabili di affidabilità, fino ad arrivare alla denuncia penale per i casi di chiara responsabilità nei fatti. Probabilmente quello del presidente non sarà un approccio ingegneristico ai fallimenti, ma quattro in un anno sono decisamente tanti.
NASA-ESA.
Pare che dopo MSL e MAVEN, un orbiter marziano che dovrebbe partire a fine 2013, stiano finendo i fondi per ulteriori missioni verso il Pianeta Rosso. Le due missioni successive dovrebbero essere un orbiter per il 2016 e due rover per il 2018.
Rappresentazione di MAX-C e di ExoMars [ESA]. |
lunedì 28 novembre 2011
L'emozione dei viaggi spaziali
Ci sono immagini che non hanno bisogno di commento.
Queste due le ho scelte dal lancio di MSL avvenuto sabato e sono di Pat Corkery (United Launch Alliance).
Potenza ed emozione allo stato puro...
Queste due le ho scelte dal lancio di MSL avvenuto sabato e sono di Pat Corkery (United Launch Alliance).
Potenza ed emozione allo stato puro...
domenica 27 novembre 2011
L'avventura di MSL è iniziata
L’imponente razzo Atlas 5 ha lasciato il nostro pianeta con, nella stiva, un rover del costo di 2,5 miliardi di dollari. Dotato di un generatore energetico nucleare, un braccio robotico e una suite di strumenti sofisticati (80 kg contro i 7 scarsi dei MER), chiamato Curiosity grazie ad un concorso di nomi fra studenti, si prevede che il laboratorio mobile spenda almeno due anni alla ricerca di composti organici e segni di abitabilità nel passato o nel presente, su un terreno stratificato al centro di un cratere del diametro di 160 km.
È la missione più complessa e scientificamente ambiziosa mai tentata su Marte, quella che promette di rivoluzionare la comprensione della storia marziana da parte dell'umanità e se il pianeta abbia mai avuto, o ha ancora, delle materie prime e un ambiente ospitale per l'evoluzione della vita.
La missione ha preso il via in perfetto orario alle 1502 UTC di ieri, 26 novembre, quando il razzo Atlas 5 della United Launch Alliance si sollevava dal complesso di lancio 41 della Cape Canaveral Air Force Station.
Dotate di quattro booster a propellente solido per una maggiore spinta, le 544 tonnellate di Atlas 5 sono decollate con oltre 900 tonnellate di spinta, puntando in direzione oriente nella sua corsa verso lo spazio.
Dopo poco meno di un minuto e 55 secondi di volo i quattro booster sono stati sganciati e il razzo ha continuato il suo cammino sotto la spinta del primo stadio con il suo motore RD-180 di costruzione russa.
Quattro minuti e mezzo dopo il decollo, il primo stadio veniva sganciato e si avviava il motore a idrogeno RL10 posto alla base dello stadio Centaur III portando il veicolo verso un’orbita di parcheggio di 164 x 323 km dopo 11 minuti e mezzo dal lancio.
La telemetria a questo punto era irregolare, ma non c’è stato tempo per divagazioni: dopo soli 20 minuti di volo libero il Centaur ha riacceso il motore per una spinta finale di otto minuti, catapultando l'astronave a una velocità di fuga dalla Terra di circa 36'200 km/h. Pochi istanti dopo, alle 10:46, il Mars Science Laboratory e il suo stadio di crociera interplanetaria a energia solare si è separato dal Centaur, completando la fase di lancio della missione in maniera eccelsa. Un comunicato ufficiale recita "La sonda è in comunicazione, termicamente stabile e correttamente alimentata".
Durante i quasi otto mesi e mezzo di rotta verso Marte, gli ingegneri del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, in California, metteranno alla prova gli strumenti del rover, regoleranno la traiettoria del veicolo e modificheranno il software di controllo che è vitale per il successo della missione. La prima manovra di correzione della traiettoria sarà tra circa due settimane.
Se tutto va bene, Curiosity raggiungerà il Pianeta Rosso il 6 agosto per un tuffo mozzafiato di sei minuti nell’atmosfera marziana verso il Gale Crater.
Utilizzando uno scudo termico avanzato, in grado di sopportare temperature di ingresso di quasi 2000 gradi Celsius, il computer di bordo del rover gestirà i piccoli motori di controllo dell’assetto, per ottimizzare attivamente la rotta sulla base delle effettive condizioni atmosferiche.
Quattro minuti e 15 secondi dopo l'ingresso, ad una velocità di poco meno di 1500 km/h e un'altezza di circa 10 km, si aprirà un enorme paracadute di frenata, rallentando il tuffo della sonda ad una velocità più gestibile di 290 km/h. A quel punto, ad una altitudine di circa 1500 m, il rover e il suo "sky crane" saranno in caduta libera pronti ad accendere i motori per passare al volo frenato.
Per i controllori di volo del JPL, questo sarà il momento della verità.
Con un peso troppo grande per utilizzare airbag come quelli che hanno ammortizzato NASA Pathfinder e i rover Spirit e Opportunity, Curiosity si baserà invece su razzi di atterraggio posizionati nella parte superiore e il rover da oltre 900 kg potrà essere depositato su qualsiasi tipo di terreno.
Utilizzando un radar altimetro ad alta precisione, sensori di assetto sofisticati e complessi computer resistenti alle radiazioni, Curiosity controllerà i suoi razzi per ottenere una velocità di discesa verticale costante di 2,7 km/h.
Poco prima del touchdown, il rover sarà abbassato dalla gru con un sistema di funi che lo poseranno delicatamente sulle sue sei ruote da 50 cm di larghezza. A quel punto, le funi saranno tagliate, lo sky crane volerà via precipitando lontano e per i controllori di volo inizieranno i test e l’avvio delle funzioni di Curiosity.
Grazie allo sky crane e all’ingresso atmosferico controllato, i pianificatori della missione sono stati in grado di selezionare con attenzione il target più scientificamente interessante, il Gale Crater, da un lungo elenco di candidati.
A partire dal fondo del vasto cratere e poi lentamente risalendo il picco centrale attraverso canyon e gole visibili nelle fotografie orbitali, sarà in grado di leggere la storia dell'evoluzione ambientale di Marte.
Esattamente come se guardassimo le pareti del Grand Canyon terrestre, con le sue stratificazioni, così il rover sta per essere scagliato nel passato del Pianeta Rosso. La missione dovrebbe durare almeno due anni terrestri e forse più a lungo se il rover rimanesse in buona salute e senza gravi malfunzionamenti.
L'obiettivo primario della missione è quello di determinare se Marte, a un certo punto della sua storia, abbia mai avuto un ambiente abitabile, cioè con acqua, energia e composti di carbonio presenti contemporaneamente. La presenza dei primi due è ormai consolidata, grazie alle precedenti missioni che hanno mostrato che Marte una volta era un mondo molto più caldo e umido. Ma la ricerca di composti di carbonio è una sfida molto più impegnativa.
"La promessa di Mars Science Laboratory, assumendo che tutte le cose vadano in maniera nominale, è che si possa dare la prova che un tempo potessero essere presenti ambienti potenzialmente abitabili su Marte", ha detto John Grotzinger, uno scienziato del progetto MSL. "In sostanza stiamo cercando di trovare carbonio organico, questa è la speranza del Mars Science Laboratory. Si tratta di un’ardua impresa, ma stiamo andando lassù a provarci."
È la missione più complessa e scientificamente ambiziosa mai tentata su Marte, quella che promette di rivoluzionare la comprensione della storia marziana da parte dell'umanità e se il pianeta abbia mai avuto, o ha ancora, delle materie prime e un ambiente ospitale per l'evoluzione della vita.
Il vettore lascia la rampa 41 della Cape Canaveral Air Force Station [NASA]. |
Dotate di quattro booster a propellente solido per una maggiore spinta, le 544 tonnellate di Atlas 5 sono decollate con oltre 900 tonnellate di spinta, puntando in direzione oriente nella sua corsa verso lo spazio.
Dopo poco meno di un minuto e 55 secondi di volo i quattro booster sono stati sganciati e il razzo ha continuato il suo cammino sotto la spinta del primo stadio con il suo motore RD-180 di costruzione russa.
Quattro minuti e mezzo dopo il decollo, il primo stadio veniva sganciato e si avviava il motore a idrogeno RL10 posto alla base dello stadio Centaur III portando il veicolo verso un’orbita di parcheggio di 164 x 323 km dopo 11 minuti e mezzo dal lancio.
La telemetria a questo punto era irregolare, ma non c’è stato tempo per divagazioni: dopo soli 20 minuti di volo libero il Centaur ha riacceso il motore per una spinta finale di otto minuti, catapultando l'astronave a una velocità di fuga dalla Terra di circa 36'200 km/h. Pochi istanti dopo, alle 10:46, il Mars Science Laboratory e il suo stadio di crociera interplanetaria a energia solare si è separato dal Centaur, completando la fase di lancio della missione in maniera eccelsa. Un comunicato ufficiale recita "La sonda è in comunicazione, termicamente stabile e correttamente alimentata".
Durante i quasi otto mesi e mezzo di rotta verso Marte, gli ingegneri del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, in California, metteranno alla prova gli strumenti del rover, regoleranno la traiettoria del veicolo e modificheranno il software di controllo che è vitale per il successo della missione. La prima manovra di correzione della traiettoria sarà tra circa due settimane.
Se tutto va bene, Curiosity raggiungerà il Pianeta Rosso il 6 agosto per un tuffo mozzafiato di sei minuti nell’atmosfera marziana verso il Gale Crater.
Utilizzando uno scudo termico avanzato, in grado di sopportare temperature di ingresso di quasi 2000 gradi Celsius, il computer di bordo del rover gestirà i piccoli motori di controllo dell’assetto, per ottimizzare attivamente la rotta sulla base delle effettive condizioni atmosferiche.
Quattro minuti e 15 secondi dopo l'ingresso, ad una velocità di poco meno di 1500 km/h e un'altezza di circa 10 km, si aprirà un enorme paracadute di frenata, rallentando il tuffo della sonda ad una velocità più gestibile di 290 km/h. A quel punto, ad una altitudine di circa 1500 m, il rover e il suo "sky crane" saranno in caduta libera pronti ad accendere i motori per passare al volo frenato.
Per i controllori di volo del JPL, questo sarà il momento della verità.
Con un peso troppo grande per utilizzare airbag come quelli che hanno ammortizzato NASA Pathfinder e i rover Spirit e Opportunity, Curiosity si baserà invece su razzi di atterraggio posizionati nella parte superiore e il rover da oltre 900 kg potrà essere depositato su qualsiasi tipo di terreno.
Utilizzando un radar altimetro ad alta precisione, sensori di assetto sofisticati e complessi computer resistenti alle radiazioni, Curiosity controllerà i suoi razzi per ottenere una velocità di discesa verticale costante di 2,7 km/h.
Poco prima del touchdown, il rover sarà abbassato dalla gru con un sistema di funi che lo poseranno delicatamente sulle sue sei ruote da 50 cm di larghezza. A quel punto, le funi saranno tagliate, lo sky crane volerà via precipitando lontano e per i controllori di volo inizieranno i test e l’avvio delle funzioni di Curiosity.
L'emozionante immagine di MSL che lascia lo stadio Centaur per iniziare il suo viaggio di 570 milioni di chilometri verso il Pianeta Rosso [NasaTV-HD]. |
A partire dal fondo del vasto cratere e poi lentamente risalendo il picco centrale attraverso canyon e gole visibili nelle fotografie orbitali, sarà in grado di leggere la storia dell'evoluzione ambientale di Marte.
Esattamente come se guardassimo le pareti del Grand Canyon terrestre, con le sue stratificazioni, così il rover sta per essere scagliato nel passato del Pianeta Rosso. La missione dovrebbe durare almeno due anni terrestri e forse più a lungo se il rover rimanesse in buona salute e senza gravi malfunzionamenti.
L'obiettivo primario della missione è quello di determinare se Marte, a un certo punto della sua storia, abbia mai avuto un ambiente abitabile, cioè con acqua, energia e composti di carbonio presenti contemporaneamente. La presenza dei primi due è ormai consolidata, grazie alle precedenti missioni che hanno mostrato che Marte una volta era un mondo molto più caldo e umido. Ma la ricerca di composti di carbonio è una sfida molto più impegnativa.
"La promessa di Mars Science Laboratory, assumendo che tutte le cose vadano in maniera nominale, è che si possa dare la prova che un tempo potessero essere presenti ambienti potenzialmente abitabili su Marte", ha detto John Grotzinger, uno scienziato del progetto MSL. "In sostanza stiamo cercando di trovare carbonio organico, questa è la speranza del Mars Science Laboratory. Si tratta di un’ardua impresa, ma stiamo andando lassù a provarci."
mercoledì 23 novembre 2011
Notiziario
Phobos-Grunt.
Finalmente una stazione di comunicazione dell’ESA posta in Australia (la tracking-station di Perth) è riuscita, ieri martedì 22 novembre alle 2025 UTC, a contattare la sonda. Non si sono ricevuti dati di telemetria, ma un semplice segnale radio dal veicolo. Verrà eseguito un altro tentativo entro oggi, sempre da Perth. Purtroppo le chance di avviare la missione verso Marte sono praticamente a zero, così dice Vitaly Davydov di Roscosmos, ben conscio che la finestra per l’inserimento nella traiettoria trans-marziana è ormai chiusa. Proposte di terze parti suggeriscono di deviare Phobos-Grunt verso un oggetto NEO o addirittura la Luna: piuttosto di lasciarla disintegrare nell’atmosfera terrestre, sarebbe comunque un modo di riciclarla. La prossima finestra per Marte è fra 26 mesi e non può attendere in orbite terrestre per così tanto tempo. Ma prima bisogna riprenderne il controllo…
Cina.
Successo completo per la missione ShenZhou 8 con il test di attracco e manovra intorno alla stazione spaziale TianGong-1. Questa capsula era senza equipaggio e quindi tutte le manovre sono state comandate da Terra o fatte in automatico. Entro la prima metà dell’anno prossimo toccherà alla ShenZhou 9 che porterà tre Taikonauti per il passo di abitare la stazione spaziale per qualche giorno.
ISS.
Lanciata il 14 novembre alle 0414 UTC da Baikonur la Soyuz TMA-22 ha raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale alle 0524 UTC del 16 novembre iniziando ufficialmente la Expedition 29.
Il 21 novembre la Soyuz TMA-02M ha lasciato la Stazione alle 2300 UTC circa ed è atterrata alle 0226 UTC del giorno dopo.
Curiosity.
Il generatore termoelettrico a radioisotopi di plutonio è stato inserito nel grande rover che raggiungerà Marte nell’agosto del prossimo anno. Questo generatore durerà almeno 14 anni, così dicono i tecnici NASA, e garantisce una fonte energetica sicura, costante e indipendente dalle condizioni atmosferiche. Intanto il lancio è stato posticipato di un giorno per dare modo ai tecnici di sostituire una batteria del sistema di sicurezza del vettore. Nuovo T-0 alle 1502 UTC di sabato 26 novembre.
NASA.
Problemi di budget mettono a rischio la data del 2016 per l’inizio dei voli per il Commercial Crew Transportation Program. Il taglio dei fondi potrebbe arrivare al 50%.
Messenger.
Estesa di un anno la missione della prima sonda entrata in orbita attorno a Mercurio. La missione primaria ha ora un termine previsto per il 17 marzo 2013.
KSC.
Al Kennedy Space Center è stata trasportata sul pad 39/B la torre di lancio costruita per il programma Constellation, che verrà riciclata per il nuovo SLS (Space Launch System).
La gigantesca torre alta quasi 119 metri è stata trasportata dallo storico crawler transporter, l’enorme cingolato che viaggia a circa 1,5 km/h. il costo della torre ad oggi è di 238 milioni di dollari, ma pare che ne servano almeno altri 100 per adattarla al nuovo vettore di lancio.
Finalmente una stazione di comunicazione dell’ESA posta in Australia (la tracking-station di Perth) è riuscita, ieri martedì 22 novembre alle 2025 UTC, a contattare la sonda. Non si sono ricevuti dati di telemetria, ma un semplice segnale radio dal veicolo. Verrà eseguito un altro tentativo entro oggi, sempre da Perth. Purtroppo le chance di avviare la missione verso Marte sono praticamente a zero, così dice Vitaly Davydov di Roscosmos, ben conscio che la finestra per l’inserimento nella traiettoria trans-marziana è ormai chiusa. Proposte di terze parti suggeriscono di deviare Phobos-Grunt verso un oggetto NEO o addirittura la Luna: piuttosto di lasciarla disintegrare nell’atmosfera terrestre, sarebbe comunque un modo di riciclarla. La prossima finestra per Marte è fra 26 mesi e non può attendere in orbite terrestre per così tanto tempo. Ma prima bisogna riprenderne il controllo…
Cina.
Successo completo per la missione ShenZhou 8 con il test di attracco e manovra intorno alla stazione spaziale TianGong-1. Questa capsula era senza equipaggio e quindi tutte le manovre sono state comandate da Terra o fatte in automatico. Entro la prima metà dell’anno prossimo toccherà alla ShenZhou 9 che porterà tre Taikonauti per il passo di abitare la stazione spaziale per qualche giorno.
ISS.
Lanciata il 14 novembre alle 0414 UTC da Baikonur la Soyuz TMA-22 ha raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale alle 0524 UTC del 16 novembre iniziando ufficialmente la Expedition 29.
Il 21 novembre la Soyuz TMA-02M ha lasciato la Stazione alle 2300 UTC circa ed è atterrata alle 0226 UTC del giorno dopo.
Curiosity.
Il generatore termoelettrico a radioisotopi di plutonio è stato inserito nel grande rover che raggiungerà Marte nell’agosto del prossimo anno. Questo generatore durerà almeno 14 anni, così dicono i tecnici NASA, e garantisce una fonte energetica sicura, costante e indipendente dalle condizioni atmosferiche. Intanto il lancio è stato posticipato di un giorno per dare modo ai tecnici di sostituire una batteria del sistema di sicurezza del vettore. Nuovo T-0 alle 1502 UTC di sabato 26 novembre.
NASA.
Problemi di budget mettono a rischio la data del 2016 per l’inizio dei voli per il Commercial Crew Transportation Program. Il taglio dei fondi potrebbe arrivare al 50%.
Messenger.
Estesa di un anno la missione della prima sonda entrata in orbita attorno a Mercurio. La missione primaria ha ora un termine previsto per il 17 marzo 2013.
KSC.
Al Kennedy Space Center è stata trasportata sul pad 39/B la torre di lancio costruita per il programma Constellation, che verrà riciclata per il nuovo SLS (Space Launch System).
La gigantesca torre alta quasi 119 metri è stata trasportata dallo storico crawler transporter, l’enorme cingolato che viaggia a circa 1,5 km/h. il costo della torre ad oggi è di 238 milioni di dollari, ma pare che ne servano almeno altri 100 per adattarla al nuovo vettore di lancio.
domenica 20 novembre 2011
Newsletter, nuovo numero
Ho inviato agli abbonati il nuovo numero della Newsletter (37/650), l'edizione italiana del Jonathan's Space Report contenente un sunto di tutti gli ultimi avvenimenti in ambito astronautico.
A questo indirizzo trovate i numeri arretrati.
Iscrivetevi inviando una richiesta al mio indirizzo email: basta una email per l'iscrizione e una per l'eventuale cancellazione...
Ed è completamente gratuita!
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martedì 15 novembre 2011
Rapporto mensile Lanci. Ottobre 2011
Riassunto dei lanci eseguiti in tutto il mondo durante il mese di ottobre 2011.
Qui trovate il file pdf con i dati e la serie di tutti i video dei vari lanci.
Come sempre i vostri commenti sono ben accetti.
mercoledì 9 novembre 2011
Problemi per Phobos-Grunt
La sonda russa è partita come da programma ieri sera da Baikonur in direzione Marte, ma dopo un decollo perfetto eseguito in orario (2016 UTC) e l’esaurimento dei due stadi del vettore Zenith nei successivi 11 minuti, Phobos-Grunt si trovava in orbita di parcheggio in attesa delle due accensioni dello stadio orbitale che l’avrebbero inserita nella traiettoria iperbolica di fuga dal campo gravitazionale terrestre.
Invece le due accensioni non sono avvenute, anzi, i contatti con la grande sonda (13 tonnellate di peso) erano interrotti, anche a causa della incompleta copertura planetaria delle stazioni di ricezione russe.
In base alle prime analisi pare che lo stadio orbitale non si sia acceso intenzionalmente dato che non c’era la certezza dell’assetto del veicolo: se la direzione impostata non rispetta la rotta prevista il motore non deve spingere nella direzione sbagliata quindi potrebbe essersi giustamente rifiutato di avviarsi. Pare inoltre che il problema risieda negli Star-Tracker, i piccoli telescopi che stabiliscono il puntamento della sonda e, leggendo la posizione delle stelle, danno il riferimento al resto degli strumenti. In base a questo articolo dell’agenzia russa Interfax, il difetto si può ricondurre ad un incompleto sviluppo del software di tracciamento stellare, cosa che lascerebbe spazio ad una possibile soluzione.
Fonti russe darebbero per certa una prima prova di accensione dei motori per questa sera, 9 novembre. In questo modo si scagionerebbe definitivamente il sistema propulsivo e se l'accensione venisse mantenuta si potrebbe anche tentare immediatamente la partenza verso Marte, soluzione frettolosa che rischierebbe di condannare Phobos-Grunt.
Inoltre informazioni della prima ora davano per certa la necessità di eseguire l’iniezione sulla traiettoria interplanetaria entro tre giorni, ma successivi comunicati di Roscosmos allungavano i tempi disponibili per la soluzione a due settimane. Il primo limite così restrittivo era causato dalla mancata apertura dei pannelli solari, ulteriore problema che limitava l’autonomia alle sole batterie della sonda. I pannelli sono stati correttamente estesi, quindi il problema software, dando per scontato che solo di programmazione si tratti, può essere tranquillamente risolto con la correzione della programmazione e il successivo invio a bordo della sonda. Resta il vincolo della necessità di un invio diretto quando la sonda attraversa il territorio russo, sempre per la scarsità di stazioni di comunicazione al di fuori di esso.
Se invece si trattasse di un problema hardware, purtroppo ci sarà ben poco da fare e la missione potrebbe essere condannata al fallimento con il conseguente rientro incontrollato del veicolo a Terra, si calcola nel giro di un mese. Certamente è un oggetto più pericoloso degli ultimi due rientri a cui abbiamo assistito, ma i propellenti, abbondanti su Phobos-Grunt, sarebbero i primi a bruciare in una malaugurata distruzione atmosferica.
Da parte loro anche i Cinesi mostrano apprensione, oltre che per l’importante missione russa, anche per il loro orbiter rinchiuso all’interno di Phobos-Grunt che starebbe usando la sonda come taxi per raggiungere il Pianeta Rosso.
Speriamo bene, perché questa missione è decisamente ambiziosa e con il ritorno di 200grammi di suolo di Phobos (da qui il nome; grunt in russo significa “suolo”) darebbe molte risposte sulle origini del Sistema Solare.
Invece le due accensioni non sono avvenute, anzi, i contatti con la grande sonda (13 tonnellate di peso) erano interrotti, anche a causa della incompleta copertura planetaria delle stazioni di ricezione russe.
In base alle prime analisi pare che lo stadio orbitale non si sia acceso intenzionalmente dato che non c’era la certezza dell’assetto del veicolo: se la direzione impostata non rispetta la rotta prevista il motore non deve spingere nella direzione sbagliata quindi potrebbe essersi giustamente rifiutato di avviarsi. Pare inoltre che il problema risieda negli Star-Tracker, i piccoli telescopi che stabiliscono il puntamento della sonda e, leggendo la posizione delle stelle, danno il riferimento al resto degli strumenti. In base a questo articolo dell’agenzia russa Interfax, il difetto si può ricondurre ad un incompleto sviluppo del software di tracciamento stellare, cosa che lascerebbe spazio ad una possibile soluzione.
Fonti russe darebbero per certa una prima prova di accensione dei motori per questa sera, 9 novembre. In questo modo si scagionerebbe definitivamente il sistema propulsivo e se l'accensione venisse mantenuta si potrebbe anche tentare immediatamente la partenza verso Marte, soluzione frettolosa che rischierebbe di condannare Phobos-Grunt.
Inoltre informazioni della prima ora davano per certa la necessità di eseguire l’iniezione sulla traiettoria interplanetaria entro tre giorni, ma successivi comunicati di Roscosmos allungavano i tempi disponibili per la soluzione a due settimane. Il primo limite così restrittivo era causato dalla mancata apertura dei pannelli solari, ulteriore problema che limitava l’autonomia alle sole batterie della sonda. I pannelli sono stati correttamente estesi, quindi il problema software, dando per scontato che solo di programmazione si tratti, può essere tranquillamente risolto con la correzione della programmazione e il successivo invio a bordo della sonda. Resta il vincolo della necessità di un invio diretto quando la sonda attraversa il territorio russo, sempre per la scarsità di stazioni di comunicazione al di fuori di esso.
Se invece si trattasse di un problema hardware, purtroppo ci sarà ben poco da fare e la missione potrebbe essere condannata al fallimento con il conseguente rientro incontrollato del veicolo a Terra, si calcola nel giro di un mese. Certamente è un oggetto più pericoloso degli ultimi due rientri a cui abbiamo assistito, ma i propellenti, abbondanti su Phobos-Grunt, sarebbero i primi a bruciare in una malaugurata distruzione atmosferica.
Da parte loro anche i Cinesi mostrano apprensione, oltre che per l’importante missione russa, anche per il loro orbiter rinchiuso all’interno di Phobos-Grunt che starebbe usando la sonda come taxi per raggiungere il Pianeta Rosso.
Speriamo bene, perché questa missione è decisamente ambiziosa e con il ritorno di 200grammi di suolo di Phobos (da qui il nome; grunt in russo significa “suolo”) darebbe molte risposte sulle origini del Sistema Solare.
lunedì 7 novembre 2011
Notiziario
Voyager 2.
I tecnici del Deep Space Network hanno inviato il comando di cambio propulsori. I Voyager sono dotati di sei coppie di motori per il controllo dell’orientamento, tre principali e tre di backup. Il comando inviato alla sonda riguardava il controllo del rollio, ultima coppia di motori principali ancora in funzione. Le altre due coppie, quelle del beccheggio e dell’imbardata, erano già stati scambiati tempo fa. Questa modifica permette di risparmiare 12W di potenza, spegnendo un set di riscaldatori, quelli per i motori che non verranno più usati. Dato che il generatore RTG produce solo più 270W, ogni Watt guadagnato è utile. Un dato ancora più fenomenale? La coppia di motori principale appena spenta ha eseguito perfettamente oltre 318'000 accensioni nei 34 anni di viaggio… Il controllo missione ha confermato che il propellente presente a bordo sarà ancora sufficiente per oltre una decade.
L’Italia a bordo della Shenzhou 8.
Fra i vari esperimenti scientifici a bordo della capsula pressurizzata cinese che ora è attraccata alla prima stazione spaziale del grande paese, è presente anche una rappresentanza italiana. La Kayser Italia ha mandato a bordo del veicolo spaziale il SIMBOX, un incubatore di 25kg con quasi 40 unità sperimentali biologiche. Il progetto è in collaborazione con l’agenzia spaziale tedesca DLR e con ASTRIUM. Attualmente gli esperimenti sono in funzionamento nominale e la telemetria è in costante monitoraggio. La Kayser è alla sua 51esima partecipazione ad una missione spaziale (l’ultima è stata la STS-134). Complimenti alla Kayser Italia e a tutte le piccole realtà che ci rappresentano nel migliore dei modi su tutto il pianeta. E anche oltre…
In breve.
I Voyager si trovano ai limiti dell'influenza del vento solare, una zona chiamata Heliosheath. [JPL] |
L’Italia a bordo della Shenzhou 8.
Fra i vari esperimenti scientifici a bordo della capsula pressurizzata cinese che ora è attraccata alla prima stazione spaziale del grande paese, è presente anche una rappresentanza italiana. La Kayser Italia ha mandato a bordo del veicolo spaziale il SIMBOX, un incubatore di 25kg con quasi 40 unità sperimentali biologiche. Il progetto è in collaborazione con l’agenzia spaziale tedesca DLR e con ASTRIUM. Attualmente gli esperimenti sono in funzionamento nominale e la telemetria è in costante monitoraggio. La Kayser è alla sua 51esima partecipazione ad una missione spaziale (l’ultima è stata la STS-134). Complimenti alla Kayser Italia e a tutte le piccole realtà che ci rappresentano nel migliore dei modi su tutto il pianeta. E anche oltre…
In breve.
- Due donne sono fra i finalisti della selezione per l’equipaggio della prossima missione abitata cinese, la ShenZhou-9 che raggiungerà la TianGong-1.
- Phobos-Grunt è pronta al lancio e MSL è stato montato in cima al suo vettore.
- Attivato a bordo del satellite civile geostazionario SES-2 un nuovo tipo di sensore militare a basso costo e ad altissima sensibilità per il controllo di eventuali lanci missilistici su una superficie pari ad un quarto del nostro pianeta.
mercoledì 2 novembre 2011
Notiziario
Cina.
Completata la seconda parte del programma spaziale cinese per la costruzione e uso della propria stazione spaziale. La capsula Shenzhou 8 ha lasciato la base di lancio di Jiuquan alle 2158 UTC di lunedì scorso a bordo di un vettore Lunga Marcia 2F e, una volta raggiunta l’orbita, ha iniziato l’inseguimento del modulo Tiangong 1 per eseguire l’attracco e ingrandire così il “Palazzo Celeste”, che rappresenta il primo nucleo sperimentale per il complesso orbitante del grande paese orientale.
Oggi pomeriggio alle 1728 UTC la Shenzhou ha raggiunto e si è agganciata al Tiangong, completando così questa prima fase. Il prossimo passo sarà rappresentato da un distacco, fra una dozzina di giorni, seguito da un nuovo attracco. Dopo un altro paio di giorni la Shenzhou 8 lascerà il Tiangong 1 e rientrerà a Terra, presumibilmente intorno al 18 novembre. Successivamente si passerà all’attracco di una capsula con tre astronauti, la Shenzhou 9, ma se ne parla per l’inizio del prossimo anno.
La Cina prosegue inesorabile nella sua scalata astronautica.
Delta II.
Lanciato il 28 ottobre quello che ad oggi è l’ultimo esemplare di Delta II della United Launch Alliance. Uno dei cavalli di battaglia dei lanciatori americani pare giunto alla pensione, non avendo altri lanci venduti. Il decollo è avvenuto dalla base californiana di Vandenberg alle 0948 UTC ed ha trasportato in orbita il satellite NPP, osservatorio climatico. Ha rappresentato il 151esimo lancio in 22 anni con un’affidabilità record del 98,7%.
Il direttore di lancio NASA non ha voluto definirlo “l’ultimo Delta”, anche per un occhio di riguardo nei confronti della ULA, dove si augurano di trovare presto nuovi clienti.
MSL – Curiosity.
Il momento del lancio si avvicina per grande rover la cui missione vale ben 2,5 miliardi di dollari. Domani giovedì 3 novembre verrà trasportato al pad di lancio numero 41 della base di Cape Canaveral, per eseguire l’integrazione nella stiva di carico del vettore Atlas 5.
Il lancio resta previsto per le 1525 UTC del 25 novembre.
Mars Express.
La sonda ESA che sta esplorando Marte dall’orbita ha avuto una serie di anomalie software che hanno costretto il controllo missione a interrompere le operazioni per cercare di capire a fondo il problema. L’orbiter è entrato in safe mode almeno quattro volte dall’agosto scorso, obbligando il 16 ottobre i tecnici a bloccare le operazioni in attesa di trovare la fonte dei guai. Pare che il problema risieda nelle comunicazioni delle memorie fra due sottosistemi. Le analisi sono in corso e nel frattempo Mars Express si riposa un po’. Il motivo principale per l’interruzione delle operazioni è il risparmio del propellente, dato che ogni Safe Mode consuma, con le operazioni di puntamento associate, l’equivalente di propellente sufficiente a sei mesi di funzionamento nominale: quindi finora questi quattro safe sono costati potenzialmente ben due anni di operazioni standard. Beninteso, alla sonda rimane ancora propellente sufficiente per oltre dieci anni, ma evitare di sprecarlo è molto importante!
OPF alla Boeing.
La Boeing ha ottenuto l’uso di una delle quattro baie dell’Orbiter Processing Facility, l’enorme Hangar dove venivano revisionati gli Space Shuttle. Per la precisione ha ottenuto la numero 3 e la utilizzerà per allestire la sua capsula, CST-100, che si stima possa iniziare i voli nel 2015. Questa mossa dovrebbe portare una boccata d’ossigeno occupazionale sulla Space Coast americana, attivando circa 450 assunzioni.
Phobos-Grunt.
Pronta a partire la sonda russa che dovrà raggiungere la più grande delle due lune di Marte. Il lancio è previsto alle 2016 UTC dell’8 novembre a bordo di un vettore Zenith 3F. Partirà dal cosmodromo di Baikonur e trasporterà anche una sonda cinese, da lasciare in orbita marziana. Lo scopo primario di Phobos-Grunt è il prelievo e ritorno a Terra di un campione di terreno di Phobos.
Mars 500.
Ci siamo, la missione sul pianeta rosso della durata di 520 giorni terrestri sta per finire e venerdì prossimo, 4 novembre, “rientreranno” a Terra riaprendo quella porta che è stata chiusa il 5 giugno 2010.
Ricordo che a bordo di questa missione simulata, la prima di questo genere e durata, c’è anche l’italiano Diego Urbina (in piedi a destra in foto) con il quale abbiamo potuto mantenere i contatti sia su Twitter che negli appuntamenti settimanali con Astronauticast, il podcast a tema astronautico del gruppo ISAA-Forumastronautico a cui partecipo.
Completata la seconda parte del programma spaziale cinese per la costruzione e uso della propria stazione spaziale. La capsula Shenzhou 8 ha lasciato la base di lancio di Jiuquan alle 2158 UTC di lunedì scorso a bordo di un vettore Lunga Marcia 2F e, una volta raggiunta l’orbita, ha iniziato l’inseguimento del modulo Tiangong 1 per eseguire l’attracco e ingrandire così il “Palazzo Celeste”, che rappresenta il primo nucleo sperimentale per il complesso orbitante del grande paese orientale.
Oggi pomeriggio alle 1728 UTC la Shenzhou ha raggiunto e si è agganciata al Tiangong, completando così questa prima fase. Il prossimo passo sarà rappresentato da un distacco, fra una dozzina di giorni, seguito da un nuovo attracco. Dopo un altro paio di giorni la Shenzhou 8 lascerà il Tiangong 1 e rientrerà a Terra, presumibilmente intorno al 18 novembre. Successivamente si passerà all’attracco di una capsula con tre astronauti, la Shenzhou 9, ma se ne parla per l’inizio del prossimo anno.
La Cina prosegue inesorabile nella sua scalata astronautica.
Delta II.
Lanciato il 28 ottobre quello che ad oggi è l’ultimo esemplare di Delta II della United Launch Alliance. Uno dei cavalli di battaglia dei lanciatori americani pare giunto alla pensione, non avendo altri lanci venduti. Il decollo è avvenuto dalla base californiana di Vandenberg alle 0948 UTC ed ha trasportato in orbita il satellite NPP, osservatorio climatico. Ha rappresentato il 151esimo lancio in 22 anni con un’affidabilità record del 98,7%.
Il direttore di lancio NASA non ha voluto definirlo “l’ultimo Delta”, anche per un occhio di riguardo nei confronti della ULA, dove si augurano di trovare presto nuovi clienti.
MSL – Curiosity.
Il momento del lancio si avvicina per grande rover la cui missione vale ben 2,5 miliardi di dollari. Domani giovedì 3 novembre verrà trasportato al pad di lancio numero 41 della base di Cape Canaveral, per eseguire l’integrazione nella stiva di carico del vettore Atlas 5.
Il lancio resta previsto per le 1525 UTC del 25 novembre.
Mars Express.
La sonda ESA che sta esplorando Marte dall’orbita ha avuto una serie di anomalie software che hanno costretto il controllo missione a interrompere le operazioni per cercare di capire a fondo il problema. L’orbiter è entrato in safe mode almeno quattro volte dall’agosto scorso, obbligando il 16 ottobre i tecnici a bloccare le operazioni in attesa di trovare la fonte dei guai. Pare che il problema risieda nelle comunicazioni delle memorie fra due sottosistemi. Le analisi sono in corso e nel frattempo Mars Express si riposa un po’. Il motivo principale per l’interruzione delle operazioni è il risparmio del propellente, dato che ogni Safe Mode consuma, con le operazioni di puntamento associate, l’equivalente di propellente sufficiente a sei mesi di funzionamento nominale: quindi finora questi quattro safe sono costati potenzialmente ben due anni di operazioni standard. Beninteso, alla sonda rimane ancora propellente sufficiente per oltre dieci anni, ma evitare di sprecarlo è molto importante!
OPF alla Boeing.
La Boeing ha ottenuto l’uso di una delle quattro baie dell’Orbiter Processing Facility, l’enorme Hangar dove venivano revisionati gli Space Shuttle. Per la precisione ha ottenuto la numero 3 e la utilizzerà per allestire la sua capsula, CST-100, che si stima possa iniziare i voli nel 2015. Questa mossa dovrebbe portare una boccata d’ossigeno occupazionale sulla Space Coast americana, attivando circa 450 assunzioni.
Phobos-Grunt.
Pronta a partire la sonda russa che dovrà raggiungere la più grande delle due lune di Marte. Il lancio è previsto alle 2016 UTC dell’8 novembre a bordo di un vettore Zenith 3F. Partirà dal cosmodromo di Baikonur e trasporterà anche una sonda cinese, da lasciare in orbita marziana. Lo scopo primario di Phobos-Grunt è il prelievo e ritorno a Terra di un campione di terreno di Phobos.
Mars 500.
Ci siamo, la missione sul pianeta rosso della durata di 520 giorni terrestri sta per finire e venerdì prossimo, 4 novembre, “rientreranno” a Terra riaprendo quella porta che è stata chiusa il 5 giugno 2010.
Ricordo che a bordo di questa missione simulata, la prima di questo genere e durata, c’è anche l’italiano Diego Urbina (in piedi a destra in foto) con il quale abbiamo potuto mantenere i contatti sia su Twitter che negli appuntamenti settimanali con Astronauticast, il podcast a tema astronautico del gruppo ISAA-Forumastronautico a cui partecipo.
Lancio Progress
Ristabilita la routine nei lanci Soyuz. La Progress M-13M ha oggi eseguito l’attracco al modulo Pirs della Stazione Spaziale Internazionale alle 1141:36 UTC, dopo aver effettuato un lancio da manuale due giorni fa, alle 1011 UTC di domenica 30 ottobre, partendo dal solito poligono Kazako di Baikonur e per la precisione dalla storica rampa “Gagarin Start”.
All’interno della Progress P45 sono presenti oltre 2,6 tonnellate di rifornimenti, suddivisi in:
Propellenti per rifornimento alla ISS 578 kg
* Ossigeno 50 kg
massa totale cargo 2648 kg.
Quindi tutto bene, l'affidabilità del lanciatore Soyuz è stata confermata e perciò i voli abitati verso la ISS possono riprendere secondo le previsioni.
Possiamo tirare un sospiro di sollievo.
All’interno della Progress P45 sono presenti oltre 2,6 tonnellate di rifornimenti, suddivisi in:
Propellenti per rifornimento alla ISS 578 kg
* Ossigeno 50 kg
Acqua nei serbatoi di sistema 420 kg
Propellente per reboost 250 kg
sezione cargo pressurizzata (massa totale 1350 kg)
equipaggiamenti per i sistemi:
* SOGS controllo composizione miscela gas 15 kg
* SVO controllo rifornimento acqua 50 kg
* SOTR controllo scambiatori di calore 9 kg
* SUBA altri controlli 9 kg
* SEP furniture elettriche 1 kg
STOR attrezzi di manutenzione e riparazione 7 kg
Attrezzature igienico-sanitarie 125 kg
SIZ sistemi di protezione individale 17 kg
illuminazione 7 kg
razioni alimentari, cibi freschi 316 kg
equipaggiamenti medici,
biancheria e igiene personale 143 kg
FGB equipaggiamenti per Zarya 11 kg
Equipaggiamenti MRM-1 Rassvet 4 kg
Equipaggiamenti scientifici 51 kg
Documentazione di bordo 24 kg
Spedizione speciale per un membro
dell’equipaggio russo 138 kg
razioni alimentari, equipaggiamenti medici,
biancheria e igiene personale americani 423 kg
massa totale cargo 2648 kg.
Quindi tutto bene, l'affidabilità del lanciatore Soyuz è stata confermata e perciò i voli abitati verso la ISS possono riprendere secondo le previsioni.
Possiamo tirare un sospiro di sollievo.
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