Sembra che qualcosa sia andato storto con il recupero di un satellite spia russo di serie Kobal't, appartenente al Ministero della Difesa, avvenuto il 2 settembre (il satellite era chiamato Kosmos-2495 dalla stampa specialistica, anche se c’è della confusione sulla numerazione Kosmos, vale a dire che potrebbe anche essere stato il Kosmos-2493).
Sulla base del fatto che il satellite non doveva più essere in orbita la sera del 2 settembre, è stato calcolato (utilizzando algoritmi di Phil Clark) che, se fosse atterrato nella consueta zona di rientro, l'uscita dall'orbita sarebbe dovuta avvenire in direzione nord sul Corno d'Africa intorno alle 1805 UTC del 2 settembre con un ingresso atmosferico intorno alle 1818 UTC e l'atterraggio alle 1828 UTC circa, nei pressi di Orenburg in Russia.
Un satellite di classe Yantar/Kobal't [TsSKB Progress] |
Detriti in rientro sono stati osservati da testimoni oculari in Kazakistan intorno alle 1814 UTC del 2 settembre, esattamente il momento previsto per l’ingresso del modulo di servizio. (Ma anche vicino a un passaggio del satellite cinese Yaogan 5 che tuttavia dovrebbe aver completato il suo rientro due orbite più tardi. Ted Molczan riferisce comunque di aver escluso lo Yaogan 5 come una possibilità).
In seguito sono state osservate grandi quantità di detriti rientranti in direzione nord sul Colorado e sullo Wyoming alle 0430 UTC circa del 3 settembre, il che è però coerente con il percorso orbitale previsto e la tempistica del satellite, se non fosse stata effettuata la manovra deorbitante.
La conclusione è che il SA è atterrato con successo durante il passaggio del 2 settembre; forse dopo la separazione, l'AO ha rimbalzato sull'atmosfera ed è rimasto su una quota molto bassa per 7 ulteriori orbite prima di soccombere durante il transito sul territorio degli Stati Uniti.
Questo è difficile da abbinare con i dati poiché le tempistiche suggeriscono che qualunque cosa rientrò sul Colorado era nell’orbita del payload originale - ci sono incertezze, ma altri analisti, come Ted Molczan, credono che i piccoli oggetti (coperture del payload? pannelli solari?) che possono essere stati espulsi prima dell’accensione per l’uscita dall'orbita, siano responsabili del rientro nei cieli del Colorado.
Resta sorprendente che degli oggetti a bassa massa possano generare un evento così luminoso.
D'altra parte Space-Track non ha catalogato oggetti aggiuntivi connessi con la missione.
Nel frattempo, Bob Christy riferisce che i NOTAM (annunci della chiusura dello spazio aereo) indicano normalmente le date di recupero per le due piccole capsule SpK presenti a bordo. In base a questi dati sono stati dedotti gli orari di atterraggio delle capsule SpK del 20 giugno (le 0808 UTC) e del 3 luglio (le 0402 UTC).
Ted Molczan ha inoltre evidenziato che le sue analisi mostrano che un pezzo di detrito relativamente piccolo (50-100 kg rispetto al peso di alcune tonnellate di un satellite Kosmos) potrebbe corrispondere alle osservazioni visuali nella zona del Colorado, e che la tempistica è più coerente con un oggetto espulso poco prima dell’accensione deorbitante del 2 settembre con traiettoria simile ad altri detriti espulsi dai Kobal't-M. La sua analisi è la più convincente anche se non è ancora chiaro esattamente che tipo di detriti possano essere espulsi dai satelliti Kobal't-M e, forse, l’ipotesi migliore resta quella dei pannelli solari che potrebbero essersi staccati a causa dell'accensione dei motori.
Ovviamente i Russi hanno le bocche cucite, ma se si fosse trattato di una delle due capsule di rientro SpK ("Spuskayemaya Kapsula" capsula di discesa) con i dati spia registrati a bordo, il fatto che possa essere rientrata per sbaglio sul territorio americano ha un'ironia tutt'altro che velata...
Tratto dal Jonathan's Space Report, newsletter aperiodica di informazione spaziale. Iscrivetevi qui alla versione italiana.