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sabato 14 giugno 2008

Phoenix – Sol 18.

Giungono dal Pianeta Rosso le prime immagini microscopiche del terreno che risulta agglomerato in piccole zolle fin nei grani più minuti. Questo grazie ai primi campioni che nei giorni scorsi sono giunti negli strumenti del lander.
“Questa è la prima volta dalla missione Viking, tre decadi fa, che un campione viene studiato all’interno di uno strumento su Marte” ha detto Peter Smith della University of Arizona di Tucson.
L’adesività del terreno è diventata una sfida per la preparazione dei campioni, ma presenta anche opportunità scientifiche. “Conoscere bene il suolo è uno dei principali obiettivi di questa missione e il suolo è proprio leggermente diverso di quello che ci aspettavamo” dice Smith “Potrebbero esserci vere scoperte in arrivo appena analizzeremo questo terreno con i vari strumenti a disposizione. E abbiamo proprio i giusti strumenti per questo lavoro.”
Le immagini dal Microscopio Ottico mostrano quasi 1000 particelle distinte, fino a dimensioni di un decimo di un capello umano e sono stati riconosciuti almeno 4 diversi minerali.
“Sono più di 11 anni che pensiamo di inviare un microscopio su Marte, e sono assolutamente sbigottito dalla risoluzione con cui arrivano le immagini” ha detto Tom Pike dell’Imperial College di Londra.
Il campione include alcune particelle più grandi, nere, traslucide e altre più piccole rossastre. “Possiamo vedere la storia del suolo” dice Pike “e sembra che le particelle originarie di vetro vulcanico siano state raggiunte da altre più piccole con alto contenuto ferroso.”
Le fini particelle in questo campione assomigliano a quelle presenti nel primo saggio esaminato, proveniente dal pulviscolo sollevato dall’atterraggio del lander.
“La polvere atmosferica è rimasta abbastanza costante dal nostro arrivo” ha detto Nilton Renno della University of Michigan, scienziato atmosferico “Non ci sono ancora state grandi nubi di polvere e questa non è una sorpresa dato che abbiamo scelto il periodo dell’anno in cui l’attività è al minimo. Ci aspettiamo però di vedere grandi tormente di sabbia alla fine della missione. Alcuni di noi sono impazienti di vedere queste tempeste raggiungere Phoenix!”
Lo studio delle polveri su Marte può aiutare gli scienziati a capire il comportamento delle polveri atmosferiche qui sulla Terra. Questo studio è molto importante perché le polveri hanno una forte influenza sui mutamenti climatici globali.
“Abbiamo capito che c’è polvere ben distribuita nell’atmosfera marziana, più miscelata che sulla Terra e questa è una sorpresa.” Ha detto Renno “Invece di depositarsi in strati, la polvere viene continuamente rimescolata da forti turbolenze che la distribuiscono uniformemente dalla superficie ad alcuni chilometri di altezza.”
Sono inoltre state presentate alcune foto panoramiche ad alta definizione del luogo di discesa.
“Abbiamo ripreso una immagine ad alta qualità, a 360°, a colori e in stereo intorno al lander,” ha detto Mark Lemmon, responsabile del Surface Stereo Imager dalla Texas A&M University di College Station.
“Queste immagini sono importanti per fornirci il contesto in cui Phoenix è atterrato. Il panorama ci permette inoltre di guardare oltre il nostro punto di lavoro per capire come i disegni poligonali del terreno si uniscono con il resto dell’area. Possiamo identificare dettagli interessanti al di fuori della nostra zona e, usando i filtri della fotocamera, investigare da lontano sulle loro proprietà fisiche.”

Il meteo è in miglioramento con polvere in diminuzione e temperature in aumento (max -24°C, min -70°C).

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