Lo scorso 23 maggio i responsabili dello strumento HiRISE posto a bordo della sonda Mars Reconnaissance Orbiter, hanno reso pubbliche delle immagini fra le quali ce n'è una che sta suscitando notevole curiosità.
L'immagine visualizza una parte della fiancata dell'enorme struttura vulcanica Arsia Mons e in mezzo a quella spianata di origine lavica, è presente una macchia nerissima.
E' talmente scura che sembra un fotomontaggio mal riuscito.
Guardando però i dettagli (consideriamo che le immagini di HiRISE consentono una risoluzione di 25 centimetri per pixel) si nota che non si tratta di un artefatto grafico.
La forma di questa struttura è quasi circolare e il diametro è poco più di un centinaio di metri.
Analizzando i giochi di luce sul contorno è possibile intuire che altro non è se non un profondo baratro, una specie di pozzo di cui non si riesce a scorgere né il fondo e né le pareti.
Anche provando a elaborare le immagini non si ottiene nulla da quel nero così cupo.
Sembra che quel buco sia una specie di lucernario che si apre su una grande caverna sotterranea. Quanto sia grande è però impossibile dirlo.
Per aiutarci a comprendere meglio la struttura, si vede in direzione nord una specie di sbavatura più chiara, come se fosse un accumulo di materiali caduti dopo una forte esplosione o una antica eruzione.
Non dobbiamo dimenticarci che questa struttura è situata in prossimità della struttura vulcanica più grande (non considerando Olympus Mons, il più grande vulcano del sistema solare) presente su Marte e proprio l'origine vulcanica è la più probabile per spiegare quello strano buco.
Potremmo quasi escludere la possibilità che sia una bocca eruttiva, mentre è molto più probabile che sia una antica camera magmatica svuotata in cui è crollata una piccola parte di soffitto, per cause naturali o per un impatto meteoritico. Quest'ultima ipotesi spiegherebbe al meglio il baffo biancastro verso nord, dato che i materiali sollevati dall'evento sarebbero stati sparsi sul terreno dal vento predominante.
E non è l'unica struttura di questo tipo individuata su Marte. In vecchie immagini provenienti dallo strumento THEMIS a bordo della sonda Mars Odyssey, erano state individuate altre sei strutture analoghe. Se ne era parlato lo scorso marzo alla Lunar and Planetary Science Conference.
Hanno proposto anche dei nomi per le strutture: Dena, Chloe, Wendy, Annie, Abbey, Nikki e Jeanne. Si trovano tutte nella zona di Arsia Mons e quindi l'attività vulcanica deve essere un elemento determinante.
Per i paesi anglosassoni c'è la leggenda che la Luna sia fatta di formaggio (guardate Google Moon e ingrandite al massimo), ma i buchi della groviera sono su Marte!!!
Per ora è tutto... e il mistero rimane.
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