[Stephane Corvaja - ESA] |
Prolungata la missione delle sonde gemelle GRAIL. Il termine previsto in giugno, quando subiranno degli estesi periodi di eclissi dai raggi solari, è stato prolungato fino a dicembre, aumentando così anche il ritorno scientifico di questa missione costata 496 milioni di dollari. L’estensione è stata approvata dopo che le probabilità di sopravvivenza delle GRAIL al periodo di eclissi sono aumentate di molto in seguito all’analisi dei dati che stanno inviando, e prospettando così un secondo periodo di tre mesi di operatività che inizieranno a settembre. Le due sonde, chiamate Ebb e Flow, dopo aver orbitato la Luna ad una quota di circa 55 km, passeranno in questa seconda fase della missione a bassissima quota al disopra della superficie lunare; una media di 22 km, ma si potranno spingere fino a meno di 7 km.
Non si esclude nemmeno una ulteriore estensione della missione nel caso che Ebb e Flow sopravvivano anche al successivo periodo di eclissi che inizierà proprio a dicembre.
Momenti di apprensione per la ISS quando, alle 0638 UTC di sabato 24, un detrito orbitale ha costretto l’equipaggio a recarsi nelle Soyuz per essere pronti ad una eventuale evacuazione. Il detrito è poi passato a circa 11 km di distanza, ma all’interno della zona di pericolo che si estende per 50 km attorno alla ISS. Se 11 km vi sembrano tanti, pensate che il detrito è passato a circa 8 km/s, quindi a meno di un secondo e mezzo di distanza…
Smontate al pad 39A del Kennedy Space Center le sette teleferiche per la fuga d’emergenza degli astronauti in caso di problemi al lancio degli Space Shuttle. Le abbiamo viste moltissime volte durante le prove di lancio effettuate da tutti gli equipaggi prima del lancio vero e proprio e rappresentavano un punto fisso dell’addestramento per poter volare sulle navette.
I propulsori elettrici stanno diventando sempre più sofisticati. Utilizzati da circa 15 anni e basati sull’accelerazione a oltre 90'000 km/h di gas xenon ionizzato, hanno una efficienza di 10 volte superiore rispetto ai normali motori a propellenti chimici e possono quindi comportare una drastica riduzione dei pesi da caricare a bordo dei satelliti. La Boeing ha infatti proposto la modifica del suo Bus 702 per satelliti per telecomunicazioni in modo da poterli portare ad un peso inferiore alle due tonnellate senza avere una riduzione di prestazioni. L’unico problema è ancora la bassa spinta che un motore a ioni genera, ma il contraltare è l’incredibile affidabilità e il fatto che possono funzionare in modo continuativo per tempi lunghissimi, dell’ordine delle migliaia di ore. I primi due satelliti che adotteranno tutti motori ionici sono già in costruzione e saranno il Satmex 7 e l’ABS-3A programmati per partire fra il 2014 e il 2015 a bordo di un Falcon 9. I satelliti per telecomunicazioni destinati all’orbita geostazionaria hanno solitamente dei propulsori chimici per poter raggiungere la posizione definitiva a 36'000 km di quota, dove giungono solitamente in alcune settimane. Con i motori ionici impiegheranno circa sei mesi, ma il loro trasporto al difuori dell’atmosfera costerà molto meno.
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