Diciamo che tecnicamente Akatsuki ha effettivamente raggiunto Venere, peccato che non si sia fermata...
L'accensione per la frenatura e l'ingresso in orbita è realmente iniziata in orario e nella posizione giusta, ma quando le comunicazioni con la sonda si sono ristabilite, Akatsuki era in safe mode.
Pare che subito dopo la scomparsa del Venus Climate Orbiter dietro il disco del pianeta, il veicolo abbia avuto un problema e sia appunto entrato in safe mode, interrompendo la spinta e fallendo così l'ingresso in orbita. Per questo motivo il centro controllo ha faticato a recuperare il collegamento ed il blackout è durato oltre 90 minuti invece dei previsti 22.
Ora la sorte della sonda è in mano alle meccaniche orbitali e in base ai calcoli effettuati, basati sull'attuale rotta, risulta che la sonda si avvicinerà nuovamente a Venere fra sei anni…
È la seconda volta che una sonda giapponese fallisce un inserimento orbitale su un altro pianeta.
Nel 1999 il malfunzionamento ad una valvola del propellente ha impedito alla sonda Nozomi di entrare in orbita attorno a Marte. La missione è quindi stata riconfigurata per un secondo tentativo da effettuare nel 2003, ma durante un brillamento solare nel 2002 la sonda è stata colpita in pieno da una scarica di plasma che l'ha danneggiata a tal punto da impedirne un ulteriore uso.
Dopo l'esperienza di Hayabusa sembra quasi che la JAXA si stia specializzando nel salvataggio di sonde in difficoltà!
1 commento:
6 anni? porca miseria... credo che ormai la missione si possa considerare conclusa... non credo che la sonda fosse progettata per durare tanto... e poi credo che con l'accensione che ha avuto, abbia consumato molto propellente..
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