“Stavolta è impazzito” penserete.
Invece no, o per lo meno non ancora...
È iniziata oggi la congiunzione eliaca, cioè il Pianeta Rosso è scomparso dietro al Sole.
Inutile aggiungere che tutte le comunicazioni con i nostri rappresentanti elettromeccanici che si trovano sulla superficie o in orbita attorno a Marte sono inesorabilmente interrotte a causa del disturbo radio prodotto dalla nostra Stella e soprattutto a causa della schermatura che quel globo di plasma incandescente produce sui deboli segnali che inviamo e riceviamo.
Per tutti i nostri veicoli, sia i rover che gli orbiter, c’è stata negli ultimi giorni una preparazione che consiste nel programmarli per attendere pazientemente che nuovi comandi arrivino da Terra compiendo semplici lavori di rilevazione e mantenendosi attivi.
Questo blocco delle trasmissioni durerà finché Marte non sarà riemerso dalla parte opposta al Sole, cosa che avverrà intorno a metà dicembre.
È un black-out che avviene circa ogni due anni terrestri e obbliga i vari team di ricerca ad una sospensione forzata delle operazioni.
Per esempio i tecnici che seguono l’High-Resolution Imaging Science Experiment, anche conosciuto come HiRISE (strumentazione a bordo del Mars Reconnaissance Orbiter per la ripresa di immagini ad altissima definizione) interrompono le operazioni per le prossime tre settimane.
Spirit è stato programmato per raccogliere dati con lo spettrometro Moessbauer, puntando costantemente una roccia. Entrambi i robot, Spirit ed Opportunity, saranno parcheggiati per almeno due settimane.
Per Phoenix, invece, l’avventura era già terminata il 27 ottobre, con ultimo contatto avuto il 2 novembre, quando la sonda veniva sopraffatta da una tempesta di polvere che le impediva di proseguire il suo lavoro. La missione costata 420 milioni di dollari ha brillantemente chiuso i primi 90 giorni ed ha avuto una estensione di 8 milioni di dollari e 61 Sol, giorni marziani.
Durante i 151 Sol totali ha ripreso oltre 25'000 fotografie ed ha raccolto una tale mole di dati che ci vorranno molti mesi, forse anni, per elaborarli.
Nuove sonde e rover si stanno preparando a partire: il Mars Science Laboratory della NASA ed ExoMars dell’ESA.
Il fascino che questo pianeta conserva rimane costante nel genere umano ed ogni occasione è buona per studiarlo sempre più da vicino.
Ci vorranno ancora molti anni, ma certamente l’Uomo arriverà a posare il suo piede su quel pianeta coperto di polvere rossastra.
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