Il veicolo Indiano Chandrayaan-1 lanciato il 22 ottobre scorso ed entrato in orbita lunare, ha effettuato il suo esperimento più importante: ha lanciato il 14 novembre un piccolo componente da 34 kg di peso che ha impattato il suolo lunare.
La mini sonda aveva a bordo un sistema di ripresa video, un radar-altimetro e uno spettrometro di massa.
Questa sonda chiamata MIP (Moon Impact Probe), doveva riprendere la superficie mentre si avvicinava ad essa e con l’altimetro rilevare la velocità di discesa, cosa molto importante per lo sviluppo di un futuro lander che l’India ha intenzione di inviare. Lo spettrometro serviva invece per eseguire misurazioni sulla sottilissima atmosfera lunare.
Il viaggio del MIP verso la superficie è durato circa 25 minuti ed è iniziato con la separazione dalla sonda madre e con l’accensione di un proprio motore deorbitante.
Durante la discesa ha continuato ad inviare i dati verso Chandrayaan che li ha registrati tutti in una memoria interna, pronta per inviarli a Terra su richiesta.
Il funzionamento del MIP è terminato con il duro impatto con la superficie lunare che non ha lasciato scampo alla piccola sonda. Ma resterà a perenne memoria il primo pezzo di India che ha toccato il terreno selenico: sul MIP era disegnata la bandiera indiana, portata fin lassù da un testimone che il moderno programma spaziale indiano sta facendo passi da gigante.
Dopo che i primi due strumenti di bordo erano stati attivati, questo esperimento prosegue la sequenza di attivazioni.
In tutto gli strumenti e gli esperimenti a bordo di Chandrayaan-1 sono 11 e quando saranno attivati porteranno una enorme mole di dati allo Spacecraft Control Centre dell'ISRO Telemetry, Tracking and Command Network (ISTRAC) di Bangalore. ISRO (Indian Space Research Organisation) utilizza anche le antenne dell’Indian Deep Space Network (IDSN) di Byalalu.
In foto una delle immagini riprese durante la discesa.
Fonte: ISRO.
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