Su 8 partecipanti alla sfida robotica per la creazione di un rover che possa funzionare sulla Luna, la vittoria è andata alla Germania con il robot CESAR dell’Università di Brema. In lizza c’erano anche due concorrenti italiani.
In questa tabella il risultato finale.
Team...................................punti...penali..totale
University of Bremen ...................1200 .. 260 .. 940
University of Pisa ......................825 .. 170 .. 655
University of Oulu ......................675 .. 155 .. 520
Politechnic University of Madrid ........675 .. 282 .. 393
Jacobs University .......................775 .. 480 .. 295
Swiss Institute of Technology in Zurich .675 .. 465 .. 210
Sant'Anna School of Advanced Studies ....500 .. 345 .. 155
University of Surrey ......................0 .... 0 .... 0
Le miniere di San José nel Teide National Park di Tenerife sono state il teatro di questa sfida fra robot ed hanno dovuto dimostrare la validità del progetto aggirandosi su un terreno che simulava il panorama lunare.
Il primo obiettivo di queste macchine è la gestione autonoma del movimento per poter esplorare il territorio selenico nei prossimi anni.
Uno degli scopi delle ricerche è di raggiungere l’interno dei crateri polari sul cui fondo non batte il Sole da milioni di anni e che potrebbero contenere ghiaccio d’acqua risalente a epoche remotissime: è come una sorta di macchina del tempo.
Questa sfida è basata su progetti sviluppati dalle università ed è sorprendente che questi rover fossero dei semplici progetti su carta soltanto sei mesi fa.
Per l’Italia partecipavano due istituti, il Centro di Ricerca Interdipartimentale Enrico Piaggio della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pisa con il “David” e il Settore di Ingegneria della Scuola Superiore degli Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna di Pontedera (Pisa) con il “pESApod”.
I progetti dovevano riguardare un veicolo comandabile in remoto, senza visibilità diretta sul punto di lavoro, capace di prelevare campioni di suolo da un cratere, che non pesasse più di 100 kg, non consumasse energia oltre 2 kW e non occupasse, ripiegato, un volume superiore ai 0,5 metri cubi comprese le appendici.
Purtroppo la prova del “pESApod” è stata accorciata da un acquazzone e non hanno permesso una replica. L’ultimo classificato ha avuto un guasto tecnico e quindi non ha eseguito la prova.
Per chi volesse vedere all’opera il “pESApod” dal vero potrà venire sabato a Montecatini Terme all’Astronauticon 3, il convegno nazionale del ForumAstronautico e della ISAA “Italian Space and Astronautics Association” dove il team del progetto farà una dimostrazione con il robot, esattamente quello che ha gareggiato a Tenerife...
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