Phoenix è entrato in safe-mode ieri a causa del peggioramento delle condizioni meteorologiche. Una repentina diminuzione di potenza disponibile ed un aumento dell’assorbimento hanno causato un errore che è sfociato in una commutazione sul “Side B” dell’elettronica di comando e allo spegnimento di una delle due batterie di bordo.
Durante il safe-mode il lander interrompe tutte le attività non critiche e attende istruzioni dal Controllo Missione. In poche ore è stato capito il problema da parte degli ingegneri al Jet Propulsion Laboratory di Pasadena e dalla Lockheed Martin di Denver ed è stato inviato il comando di riavvio al caricamento delle batterie.
Si presume che non si sia persa energia utile.
Le condizioni meteo nella zona dell’atterraggio stanno peggiorando sensibilmente e le temperature notturne scendono fino a -96°C, mentre quelle diurne salgono solo fino a -45°C, le più basse riscontrate finora durante la missione. Inoltre una leggera tempesta di sabbia sta imperversando e con l’apporto di una nuvolosità dovuta a nubi di ghiaccio d’acqua, la capacità di generare energia dalla luce solare si sta riducendo molto rapidamente. Le basse temperature hanno causato l’accensione per la prima volta dei riscaldatori delle batterie ed a quel punto è successo il fattaccio.
Le attività scientifiche resteranno sospese nei prossimi giorni per permettere agli accumulatori di ricaricarsi e conservare potenza. Le normali operazioni potrebbero riprendere nel fine settimana.
“Siamo in un momento critico per Phoenix”, ha detto Barry Goldstein manager del progetto al JPL. “Siamo ai tempi supplementari della missione estesa e abbiamo la consapevolezza che la fine potrebbe giungere in qualsiasi istante. Il team di ingegneri sta facendo tutto quello che è in loro potere per mantenere la sonda in vita e raccogliere altri dati, ma a questo punto la sopravvivenza dipende da fattori al di fuori del nostro controllo, come le condizioni meteorologiche”.
L’abilità di comunicare con il veicolo non ha avuto conseguenze, anche se il team ha deciso di cancellare la sessione di invio dati della mattina del Sol 153 per conservare la maggior quantità possibile di energia.
Per quanto riguarda la previsione di spegnimento dei riscaldatori di bordo, è stato deciso di spegnere anche il secondo elemento nella lista. Dopo il riscaldatore del braccio robotico (e del TEGA) è stato spento anche quello delle unità d’innesco pirotecnico, in anticipo sul programma, ma ormai indispensabile a causa del precipitare della situazione.
Rimangono ancora riscaldate la Surface Stereo Imager e la stazione meteo, oltre alle batterie.
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