Time machine.

International Space Station Europa Centrale Kennedy Space Center - Florida Baikonur - Kazakhstan Kourou - French Guyana

mercoledì 29 ottobre 2008

Epsilon Eridani, un giovane gemello del Sole.

Gli astronomi hanno scoperto che il sistema stellare di Epsilon Eridani ha due fasce asteroidali ed un anello esterno di materiali ghiacciati che lo rendono molto simile al Sistema Solare.
La fascia interna è gemella di quella del nostro Sole, mentre quella esterna ha circa 20 volte più materiale. Soprattutto è evidente che la presenza di questi anelli implica la presenza di pianeti che li confinano e li formano.
Epsilon Eridani è una stella leggermente più piccola e più fredda del nostro Sole e dista 10,5 anni luce da noi, quindi è la nona stella in ordine di distanza ed è visibile ad occhio nudo. È anche molto più giovane del Sole, ha infatti solo circa 850 milioni di anni.
“Studiare Epsilon Eridani è come avere una macchina del tempo per guardare il Sistema Solare quando era molto giovane”, ha detto Massimo Marengo, astronomo all’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics e co-autore dell’articolo sulla scoperta che apparirà sull’edizione di gennaio del The Astrophysical Journal.
L'autore principale, Dana Backman del SETI Institute, è d’accordo, “Questo sistema appare probabilmente nelle condizioni in cui si trovava il Sistema Solare quando la vita compariva sulla Terra”.
Il nostro sistema ha una fascia di asteroidi rocciosi fra Marte e Giove, a circa 3 unità astronomiche di distanza dal Sole. In totale l’intera fascia contiene circa 1/20 della massa della Luna.
Usando lo Spitzer Space Telescope, il team di astronomi ha scoperto un’identica fascia attorno a Epsilon Eridani e proprio ad una distanza di 3 unità astronomiche dalla stella.
Hanno anche scoperto una seconda fascia asteroidale a circa 20 UA dalla stella (equivalente circa all’orbita di Urano nel Sistema Solare) che contiene circa la massa della nostra Luna.
Un terzo anello, composto di ghiaccio, appare esteso fra 35 e 100 unità astronomiche. L’equivalente attorno al Sole si chiama Fascia di Kuiper, anche se quella attorno Epsilon Eridani contiene circa 100 volte più materiale della nostra.
Quando il Sole aveva 850 milioni di anni, i teorici stimano che la Fascia di Kuiper fosse molto simile a quella del sistema gemello. Da allora la maggior parte del materiale della Fascia si è disperso, parte verso lo spazio esterno e parte verso il Sole, provocando un evento conosciuto come Late Heavy Bombardment, il bombardamento che risulta avvenuto su tutti i corpi rocciosi del Sistema Solare circa quattro miliardi di anni fa. È possibile che il sistema di Epsilon Eridani possa subire nel futuro un simile evento.
“Questo sistema è così simile al nostro che è ipotizzabile che possa evolvere allo stesso modo”, ha aggiunto Marengo.
I dati di Spitzer mostrano dei vuoti fra i vari anelli spiegabili con la presenza di pianeti che ne plasmano la forma e la posizione, proprio come i satelliti “pastori” che controllano gli anelli di Saturno.
“La presenza di pianeti è il modo più semplice per spiegare questi vuoti”, ha concluso Marengo.
Nello specifico, tre pianeti con massa compresa fra Nettuno e Giove combacerebbero con le osservazioni. Un pianeta candidato vicino all’anello più interno è già stato rilevato con studi di velocità radiale. Questi studi suggeriscono che questo pianeta orbita su una traiettoria fortemente ellittica con eccentricità di 0,7 ed ha ripulito la parte interna della fascia grazie al suo campo gravitazionale.
Un secondo pianeta dovrebbe essere posto vicino alla seconda fascia asteroidale ed un terzo esattamente a 35 UA, quindi all’inizio della Fascia di Kuiper di Epsilon Eridani. Futuri studi potranno rilevare questi pianeti attualmente invisibili, così come pianeti terrestri che orbitano all’interno della fascia asteroidale più piccola.

L’ Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (CfA) nasce da una collaborazione fra lo Smithsonian Astrophysical Observatory e l’Harvard College Observatory.

Nell'immagine una rappresentazione artistica del sistema.
Fonte: NASA.

Nessun commento: