È stato definito quale sarà il prossimo campione di suolo che entrerà nel Wet Chemistry Laboratory del MECA. Occuperà l’ultima delle quattro celle disponibili per l’analisi umida.
Il punto in cui verrà raccolto il campione è "Snow White", lo scavo all’estremità est della zona raggiungibile. A luglio un campione proveniente da quello scavo è stato inserito nel TEGA ed ha confermato la presenza di ghiaccio d’acqua. Anche una delle altre tre celle del Wet Laboratory ha già analizzato un campione di "Snow White".
Il Wet Chemistry Laboratory miscela il terreno marziano con acqua purificata proveniente da Terra per identificare nutrienti solubili ed altre sostanze chimiche nel suolo. Gli scienziati sono riusciti a rilevare magnesio, sodio, potassio, cloro e perclorato, determinando anche l’alcalinità media del suolo stesso.
Il team scientifico di Phoenix ha intenzione di caricare gli ultimi quattro forni del TEGA senza attendere che le analisi di ciascuno vengano completate. La strategia è di prelevare più campioni possibile finché l’energia è sufficiente per scavare. L’estate disponibile nell’emisfero settentrionale è già passata per quasi la metà e così l’energia disponibile dai pannelli solari.
“Adesso che il Sole non è più costantemente al disopra dell’orizzonte, la potenza disponibile è in continua diminuzione”, ha detto Barry Goldstein, Project Manager di Phoenix al Jet Propulsion Laboratory di Pasadena. “Con i Sol che ci rimangono dobbiamo raccogliere e spremere fino all’ultimo bit scientifico della missione”.
Durante le operazioni di cottura che si eseguono nel TEGA, le temperature di vaporizzazione dei vari componenti vengono identificate e una valvola controlla il flusso del gas inerte di trasporto che si occupa di spostare i vapori generati verso lo spettrometro di massa. Purtroppo quella valvola non è più affidabile, ma il team scientifico è fiducioso del fatto che i campioni che verranno raccolti conterranno sufficiente acqua ed anidride carbonica per generare un flusso tale da permettere il funzionamento dello spettrometro. Si sta anche cercando di trovare delle soluzioni ai malfunzionamenti.
Da “Snow White” verrà anche prelevato un nuovo campione di terreno e ghiaccio raschiato direttamente dal fondo dello scavo e seguendo una procedura ottimizzata in modo da minimizzare il tempo a contatto dell’aria e esposto alla luce solare.
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