Il braccio robotico di Phoenix ha raschiato il substrato di ghiaccio trovato nell’area “Wonderland” e ha confermato che tutti i vari tipi di campione (terreno, terreno gelato e ghiaccio), possono essere prelevati da un unico scavo. Gli scienziati sono inoltre sicuri di aver definito una stratigrafia completa del terreno nello scavo esteso chiamato “Snow White”.
Raschiando la superficie gelata, il braccio robotico ha dimostrato di poter spianare il passaggio fra terreno e ghiaccio, scoprendo la superficie gelata sottostante. Gli scienziati possono ora procedere con il progetto di raccogliere e raschiare i vari campioni da analizzare con i vari strumenti della sonda e stabilire se il ghiaccio sia mai stato in forma liquida, magari in periodi con un clima più temperato.
Questo è un altro passo incoraggiante per raggiungere gli obiettivi che Phoenix si era prefissa, il principale dei quali era proprio lo studio della storia dell’acqua su Marte in tutte le sue fasi e quindi la ricerca di possibili condizioni favorevoli alla vita.
Per quanto riguarda le condizioni meteorologiche non si hanno più informazioni dalla stazione canadese ormai dal Sol 24. Probabilmente si preferisce occupare la banda disponibile con altri dati più importanti.
In foto si vede lo scavo Snow White che è diviso in Snow White 1 (la passata di sinistra), Snow White 2 (la passata di destra) e Snow White 3 che sarebbe la raschiatura fatta nel centro. La profondità di quest’ultimo punto arriva a circa 5 cm rispetto al livello del terreno circostante.
Una curiosità. I bordi colorati delle ombre derivano dal fatto che la foto è stata eseguita in tre fasi diverse per i 3 colori fondamentali, quindi fra la ripresa di un colore e quella successiva, l’ombra si è leggermente spostata. Se guardate l’immagine con gli occhiali per anaglifi (quelli 3D con lenti rosse e blu) noterete uno strano effetto di ‘distacco’ dell’ombra dal terreno.
Fonte: siti ufficiali.
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