La prima cosa che probabilmente una razza aliena può aver ascoltato provenire dalla Terra sono cinguettii e fischi, qualcosa di simile al robot C1-P8 di Guerre Stellari. In realtà questi sono i suoni che accompagnano le Aurore. Grazie alla missione Cluster dell’ESA gli scienziati possono ora capire a fondo queste emissioni e, in futuro, cercare mondi alieni studiando i loro suoni.
Gli scienziati chiamano queste emissioni radio le Auroral Kilometric Radiation (AKR) e vengono generate ad alta quota dalle stesse particelle cariche che generano le aurore. Per decadi gli scienziati hanno ipotizzato che queste onde radio viaggiassero nello spazio su coni ad ampiezza costante, come la luce generata da una torcia elettrica, ma grazie a Cluster, gli astronomi hanno capito che non è proprio così.
Analizzando ben 12'000 diversi impulsi dell’AKR, un gruppo di astronomi ha determinato che l’emissione avviene su uno stretto piano, come se coprissimo la nostra torcia lasciando uscire una sottile lama di luce.
“Possiamo ora determinare esattamente la provenienza di queste emissioni” ha detto Robert Mutel della University of Iowa che faceva parte del gruppo di studio che ha analizzato i dati negli ultimi tre anni. Per ciascun impulso dell’AKR analizzato, hanno definito con precisione il punto di partenza nel campo magnetico terrestre, che ha una dimensione di alcune decine di chilometri ed è posto alcune migliaia di chilometri al disopra delle Aurore stesse.
“Questo risultato è stato possibile grazie ai 4 satelliti della missione Cluster” ha aggiunto Mutel.
La missione Cluster che studia l’interazione fra il vento solare e la magnetosfera terrestre, è composta da quattro satelliti quasi identici che viaggiano in formazione su un’orbita compresa fra 19'000 e 119'000 km di quota e questa configurazione ha permesso di cronometrare con precisione il momento in cui ogni satellite attraversava l’AKR. Con queste informazioni è stato possibile triangolare il punto di origine in modo analogo al funzionamento dei sistemi di navigazione GPS.
AKR è stata scoperta dai satelliti nei primi anni settanta e viene bloccata dalla ionosfera, impedendole di giungere a Terra. È una fortuna che l’AKR rimanga fuori dall’atmosfera perché potrebbe annientare tutte le trasmissioni delle nostre stazioni radio. È 10'000 volte più potente del più potente radar militare. Ogni volta che c’è un’Aurora si ha l’AKR e questo include anche gli altri pianeti, infatti le sonde che hanno raggiunto e superato Giove e Saturno hanno rilevato queste emissioni in concomitanza con le aurore presenti su questi giganti gassosi.
E queste informazioni permettono di cercare pianeti intorno ad altre stelle.
Benché la ricerca dell’AKR proveniente da pianeti extrasolari richiederà radiotelescopi più grandi di quelli esistenti, questi strumenti sono già sui tavoli da disegno dei progettisti ed una volta che un pianeta è stato identificato, sarà possibile calcolare il tempo di rotazione grazie alla variazione di questa radiazione.
Si potranno inoltre studiare i campi magnetici delle altre stelle che possono essere di migliaia di volte più potenti di quello del Sole e generano radiazioni simili all’AKR.
Si è quindi aperta una nuova finestra che permetterà agli astronomi di studiare stelle e pianeti da un altro punto di vista.
A questa pagina trovate un’animazione flash con la registrazione del suono dell’AKR.
Fonte: ESA.
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