I manager della NASA al termine della Flight Readiness Review hanno dato ieri il nulla osta per il lancio del 31 maggio per il Discovery. La missione avrà 3 passeggiate per connettere il grande laboratorio giapponesee Kibo (che significa "speranza") alla ISS.
L’OK definitivo giunge dopo la lunga discussione sull’affidabilità della Soyuz che ha avuto ultimamente alcuni problemi durante i rientri a Terra.
Gli ingegneri russi stanno ancora discutendo sulle possibili cause del mancato distacco del modulo propulsivo durante la prima fase del rientro della Soyuz TMA-11, ma si dicono convinti che in una situazione simile, anche la TMA-12 riuscirebbe comunque a salvare l’equipaggio.
Il fatto che dopo la visita del Discovery si debba attendere fino ad ottobre per l’arrivo di un altro veicolo a bordo della ISS, viene archiviato come routine. Un astronauta sa che deve affrontare dei rischi e, per esempio, la probabilità che nei prossimi sei mesi si verifichi un guasto sulla ISS di portata tale da rendere necessaria un’evacuazione d’emergenza è di 1 su 124. A quel punto però i rischi che corrono a bordo della Soyuz, unica scialuppa di salvataggio disponibile sono molto inferiori. Bill Gerstenmaier, capo delle operazioni spaziali NASA, dice: “Del resto come sistema di emergenza anche un paracadute può guastarsi!”. Sarà, ma mi pare un discorso un po’ forzato…
Calcoli previsionali hanno inoltre stabilito che la stessa missione STS-124 ha una probabilità di 1 su 78 di subire un incidente devastante (dati NASA) e quindi gli occupanti della Stazione sono più sicuri in orbita che sullo Shuttle che rientra.
I risultati definitivi dell’inchiesta russa non si avranno prima della fine di giugno e quindi un’eventuale attesa di 2 settimane nel lancio del Discovery non darebbe sostanziali differenze. Senza contare che la Stazione Spaziale senza un equipaggio a bordo - che possa effettuare la manutenzione - ha probabilità 5 volte superiori di subire un guasto non riparabile.
È soprattutto per questi motivi che è stato deciso di confermare definitivamente il decollo di STS-124 per il 31 maggio prossimo.
La preparazione sulla piattaforma di lancio 39A sta intanto continuando tranquillamente. I propellenti ipergolici per i motori di manovra sono stati caricati e i portelli della stiva sono stati chiusi (tutti i tubi del circuito di raffreddamento hanno “collaborato” e non hanno assunto posizioni/forme strane).
L’unico problema serio è stato il guasto ad un computer multiplexer/demultiplexer (MDM) che ha causato la desincronizzazione di due dei quattro computer di volo. In una evenienza simile in missione, l’equipaggio avrebbe dovuto passare sul computer ausiliario perdendo la possibilità di gestire ulteriori guasti. L’MDM computer, chiamato FA2, è stato prontamente sostituito ed è ora in fase di pesante collaudo dimostrando la sua affidabilità.
Questa missione è particolarmente impegnativa dato che il modulo giapponese è molto grande e quindi gli spazi di manovra saranno particolarmente ristretti, senza contare la particolarità di una missione che sale in orbita senza OBSS (il braccio per la verifica dello scudo termico) che dovrà attendere le foto dalla ISS e la verifica prima del rientro per conoscere lo stato del rivestimento.
A questo proposito Gerstenmaier ha aggiunto: “È fondamentale che questa missione proceda nel migliore dei modi, perché le difficoltà che comporta ci inducono a non dare per scontato che vada tutto per il meglio. Non abbiamo ancora avuto a che fare con un modulo così grande e quindi è indispensabile che l’equipaggio sia molto concentrato. Per la Soyuz potrà essere un eventuale problema da affrontare in autunno. Ora abbiamo sfide più importanti!”
Nessun commento:
Posta un commento