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giovedì 8 maggio 2008

Notizie varie.

L'Università dell'Illinois ha sviluppato una teoria secondo la quale il ferro liquido presente nel nucleo del pianeta Mercurio sale verso la crosta per poi "nevicare" nuovamente sul nucleo.
Sarebbe una teoria che permetterebbe di spiegare il curioso comportamento del campo magnetico del piccolo pianeta.
Mercurio è l'unico pianeta di tipo terrestre (roccioso) ad avere un campo magnetico, oltre, ovviamente, alla Terra. Stranamente però, questo campo è molto debole (è stato misurato la prima volta dalla sonda Mariner 10 nel 1970) e l'unico modo per spiegarlo è proprio questa sorta di neve ferrosa che si muove convettivamente al suo interno.

E' finalmente stato scoperto che le nubi di Saturno si modificano secondo onde a schema fisso con un periodo di circa 15 anni terrestri. Questo risultato ottenuto dopo 22 anni di osservazioni da Terra da parte di un team del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, dimostra che esistono una specie di stagioni anche su Saturno e il motivo di questa affermazione è dato dal fatto che un anno di Saturno equivale a 30 anni terrestri e quindi questo periodo di 15 anni corrisponde a questa onda che spostandosi da un polo all'altro segna il termine di un cambiamento tipo inverno-estate o viceversa. Inutile dire che questi studi permetteranno di conoscere meglio anche le dinamiche dell'atmosfera terrestre.

Usando l'osservatorio orbitante a raggi X dell'ESA montato sulla sonda XMM-Newton, un team di astronomi ha scoperto parte della materia mancante dell'universo. La composizione dell'Universo ha sempre intrigato gli studiosi: oltre il 90% è composto di materia sconosciuta, di cui tre quarti sono composti di energia oscura che causa un'espansione in accelerazione e circa un quinto è di materia oscura.
Solo il 4% è composto da materia normale, cioè protoni, neutroni ed elettroni.
Per dieci anni si è pensato che la materia oscura fosse dispersa a densità molto basse nello spazio fra le galassie, ma solo ora se n'è avuta la conferma con la scoperta di una traccia in banda X che collega due ammassi di galassie, Abell 222 e Abell 223, distanti 2300 milioni di anni luce da noi.
Un altro passo verso la comprensione dell'Universo e della sua formazione...

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