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lunedì 3 maggio 2010

La marea nera influisce sulla NASA.

Allo stabilimento Michoud Facility della Lockheed Martin hanno da poco terminato la costruzione del penultimo serbatoio esterno del programma Shuttle, quello che servirà al Discovery a settembre per eseguire la sua ultima missione.
La chiatta Pegasus si trova in Louisiana dove è stata caricata con l'enorme "siluro", ma contrariamente al solito, non sarà la Freedom Star, una delle due navi della NASA che si occupano di recuperare gli SRB dopo le missioni, a trasportarla al KSC, bensì un rimorchiatore commerciale che eseguirà la prima parte delle 900 miglia di viaggio prima di passare il carico al vascello tradizionale.
Questo a causa della chiazza di petrolio che si sta allargando nel Golfo del Messico. La Freedom Star per evitare rischi inutili si trova ora nel porto di Gulfport in Mississippi pronta ad incrociare, nella mattinata di martedì, la rotta della chiatta per subentrarne nel trasporto.

La partenza è prevista per questa sera, lunedì 3 maggio.
Dato che il tempo a disposizione è veramente molto, non ci dovrebbero essere problemi con le tempistiche di preparazione delle varie missioni, anche se qualsiasi intoppo porta sempre un po' di preoccupazione nella dirigenza del Programma Space Shuttle.

Qui si sta parlando dell'External Tank n° 137 che in un primo tempo era assegnato alla STS-134 quando doveva essere eseguita a luglio, mentre ora è destinato alla STS-133 in partenza a settembre. Il prossimo serbatoio che verrà terminato, fra circa un mese, sarà il n° 138, ultimo esemplare, ora assegnato all'Endeavour per la STS-134 di novembre.

In foto il caricamento dell'ET sulla chiatta Pegasus a Michoud.
Fonte: Lockheed Martin.

2 commenti:

antonio ha detto...

nella grande nasa la, dove ci sono gli esseri umani piu intelligenti del pianeta terra, e da cui dipende le sorti di ogni essere umano nella grande nasa- non c,è un tavolo di deu tre scenziati, pronti ad intervenire per soccorrere i guai che improvvisamente avvengono in qualche angolo della terra...in questo caso sulla marea nera bisogna aiutare gli ingegneri della bp- come tamponare la fuoriuscita.. e poi il presidente obama oggi---- sarebbe opportuno che lanciasse alle nazioni una richiesta di sottoscrizioni internazionali, per fare fronte alle spese della nasa e per realizzare i programmi futuri.---- antonio

Luigi Morielli ha detto...

Il problema principale è che la NASA non sa tutto di tutto. La NASA ha scienziati e ingegneri in grado di risolvere enormi problemi, ma in campo aerospaziale. Poi quando i problemi dalle missioni passano alla vita reale, spesso alla NASA ci avevano già pensato, ma non ci sono scienziati in grado di inventarsi soluzioni per qualsiasi problema.

Infatti in questo caso la marea nera ha influito anche sull'agenzia spaziale americana.

Che poi ci voglia un briciolo di umiltà e chiedere aiuto al resto del mondo per continuare la ricerca e l'esplorazione spaziale, hai tutto il mio appoggio.

Lavorando in tanti e collaborando si può arrivare a dei veri e propri capolavori e la ISS ne è un ottimo esempio.