Oggi è il Columbus Day, cioè 517 anni fa, Cristoforo Colombo scopriva le Americhe.
Un ricordo ed un saluto all'esploratore che ha avuto il coraggio di spingersi verso l'ultima frontiera dell'epoca, come i nostri astronauti si spingono fuori dall'atmosfera terrestre.
L'asteroide 2004 MN4 del diametro di circa 820 metri, meglio conosciuto come 'Apophis', è entrato nell'immaginario collettivo come il corpo celeste dell'apocalisse. Nei primi calcoli effettuati alla sua scoperta, risultava che avrebbe dovuto colpire la Terra venerdì 13 aprile 2029. Osservazioni successive hanno portato la percentuale di intercettazione al 2,7% posizionando Apophis su un livello 4 della scala Torino* che misura (da 0 a 10) la pericolosità degli impatti meteorici. Le analisi proseguirono e scongiurarono definitivamente un impatto nel 2029, ma proseguendo la traiettoria, ecco ricomparire il possibile impatto, esattamente 7 anni dopo, il 13 aprile 2036. Si parte subito da probabilità d'impatto molto basse, 1 su 45'000, e un ultima correzione proprio di questi giorni, eseguita grazie al telescopio dell'Università delle Hawaii a Mauna Kea, l'ha portata a 1 su 250'000.
Il successivo passaggio nei pressi della Terra avverrà nel 2068, con una probabilità di impatto di 1 su 300'000.
Terrestri, dormite sonni tranquilli!
* La Scala Torino è stata creata dal Professor Richard P. Binzel del dipartimento di Scienze Planetarie del MIT (Massachusetts Institute of Technology). La prima versione, chiamata "Indice di pericolosità degli oggetti NEO", è stata presentata nel corso di una conferenza alle Nazioni Unite nel 1995. Una versione modificata è stata poi presentata nel Giugno 1999 nel corso di una conferenza internazionale svoltasi a Torino dedicata agli oggetti NEO. I partecipanti hanno approvato la nuova versione, e scelto di chiamarla "Scala Torino", riconoscendo lo spirito di cooperazione internazionale mostrato nella conferenza negli sforzi globali nel comprendere il rischio posto dagli oggetti NEO. Nel 2005 è stata diffusa una versione in parte riscritta per permettere di comunicare meglio al grande pubblico il grado di rischio. Fonte: Wiki.
Il rover marziano Opportunity deve aver sviluppato un fiuto speciale per i meteoriti: a quasi settecento metri dal "Block Island", ha trovato un'altra roccia spaziale chiamata "Shelter Island" che quasi sicuramente è un frammento della precedente. Oppy è così testimone di un evento che tre miliardi di anni fa ha diviso questi due pezzi di roccia mentre attraversavano l'atmosfera marziana che all'epoca doveva essere molto più densa.
Ovviamente il rover si è fermato per analizzare anche questo meteorite di quasi 50 cm di larghezza.
In foto "Shelter Island".
Fonte: NASA/JPL.
2 commenti:
Luigi, ma che roba è quel puntino nero che si vede sullo sfondo della foto all'estremo orizzonte?
Sembra un moscerino schiacciato sullo scanner...
L'immagine non è certamente acquisita allo scanner, quindi dovrebbe essere un difetto di trasmissione.
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