La rivista americana Science ha pubblicato un articolo in cui si raccolgono le scoperte effettuate dal lander Phoenix sulla superficie marziana.
I dati sostanzialmente sono: presenza di ione perclorato fra lo 0,4 e lo 0,6%, pH moderatamente alcalino con un valore intorno a 8 e presenza di carbonato di calcio fra il 3 e il 5%.
Inoltre la presenza di umidità atmosferica, brine superficiali, nubi che permettono leggère nevicate e stagioni periodiche e ben definite sarebbero segni di una possibile abitabilità di Marte da parte di forme di vita microbica. Per lo meno queste condizioni lo avrebbero reso possibile nel passato del pianeta.
L’acqua liquida rilevata sulla zampa del lander testimonierebbe a favore di questa ipotesi, anche se le prove che non sia stata provocata dal calore della sonda non sono state trovate. Di certo sappiamo che era liquida.
36 scienziati da 6 paesi hanno studiato questi dati, ma non è stata raggiunta la certezza delle condizioni di abitabilità: come era già stato stabilito, è possibile che sia stato abitabile, ma non è certo…
Niente di nuovo sotto il Sole!
Tutto l’antefatto della missione, con l’evoluzione e le scoperte fatte sul pianeta Rosso, fino all’epilogo e gli studi successivi sono presenti nel mio libro “Phoenix, un’estate su Marte” pubblicato sul sito www.ilmiolibro.it.
In foto un montaggio di diverse immagini per creare un panorama degli scavi attorno al lander.
Fonte: NASA/JPL-Caltech/University of Arizona/Texas A&M University.
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