LRO, sta avviando i vari strumenti di bordo, l’ultimo dei quali è stato il LOLA (Lunar Orbiter Laser Altimeter), attivato alle 1525 UTC del 30 giugno.
È ora toccato a LROC la Lunar Reconnaissance Orbiter Camera, composta da due fotocamere, una a largo campo e bassa definizione ed una a campo stretto, ma ad alta definizione.
Queste fotocamere sono state anch’esse accese il 30 giugno e stanno funzionando alla perfezione.
Tant’è vero che hanno inviato a Terra le prime immagini di calibrazione, riprese nella zona meridionale del mare Nubium.
“Le nostre prime immagini provengono dal terminatore lunare – la linea che divide il giorno dalla notte – rendendoci inizialmente dubbiosi su come potevano risultare” ha detto Mark Robinson, Principal Investigator di LROC della Arizona State University di Tempe. “A causa delle ombre molto profonde, ogni elemento topografico è esagerato dando l’impressione di una superficie estremamente inospitale. In realtà l’area è simile alla regione in cui è disceso Apollo 16 ed è stato tranquillamente esplorato dagli astronauti nel 1972. Mentre queste sono di per sé magnifiche immegini, ci dicono che LROC è quasi pronta per iniziare il suo lavoro”.
LRO aiuterà la NASA a identificare dei punti sicuri per la discesa dei prossimi esploratori, per localizzare potenziali risorse, descrivere la distribuzione delle radiazioni e dimostrare nuove tecnologie.
Gli altri sei strumenti di LRO sono:
- Lunar Exploration Neutron Detector
- Cosmic Ray Telescope
Attivati il 19 giugno
- Lunar Orbiter Laser Altimeter
Appena attivato.
La settimana prossima toccherà a:
- Diviner Lunar Radiometer Experiment, che preparerà una mappa delle temperature della superficie
- Miniature Radio Frequency o Mini-RF, un radar sperimentale e radio trasmettitore che ricercherà ghiaccio nel sottosuolo e creerà immagini dettagliate dei crateri in ombra perenne.
Infine, dopo la calibrazione completa di tutti gli altri strumenti sarà la volta di:
- Lyman Alpha Mapping Project, che necessita di un certo lasso di tempo per essere certi che tutte le possibili contaminazioni derivanti dalle lavorazioni a Terra si siano dissolte nel vuoto dello spazio e eseguirà il rilevamento di immagini in banda ultravioletta sfruttando la luce stellare. Lo scopo resta quello di identificare ghiaccio nei profondi crateri polari che non vengono mai illuminati dal Sole.
L’immagine allegata, la prima inviata da LRO, è larga circa 1400m e evidenza dettagli di circa 3m.
L'originale la trovate sul sito ufficiale.
Fonte NASA/Goddard Space Flight Center/Arizona State University.
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