Dopo quasi un mese di verifiche quotidiane per controllare se Phoenix era ancora in grado di comunicare, la NASA ha deciso di interrompere definitivamente l’uso degli orbiter per chiamare il lander ed attenderne la risposta.
Come previsto la diminuzione della luce solare diurna ha lasciato Phoenix senza l’energia necessaria per mantenere cariche le batterie.
L’ultima comunicazione ricevuta dalla sonda è stato un breve segnale giunto via Mars Odyssey il 2 novembre.
“La variabilità meteorologica di Marte è stata la causa della perdita di contatto con la sonda”, ha detto Chris Lewicki, Mission Manager al Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, California. “Speravamo che una nuova variazione nel meteo locale potesse permetterci di ristabilire i contatti”.
Il termine degli sforzi per ascoltare eventuali segnali per mezzo di Odyssey e del Mars Reconaissance Orbiter è stato stabilito con la congiunzione eliaca, soprattutto per l’impossibilità nel comunicare con il pianeta rosso che si trova dietro al Sole.
L’ultimo ascolto in assoluto è stato il 30 novembre scorso, quando Odyssey è passato sulla verticale di Phoenix alle 0:49 CET, cioè esattamente alle 16:26 locali del Sol 182.
Era un momento pianificato da tempo, infatti corrispondendo con l’inizio della congiunzione eliaca ha decretato il termine definitivo delle speranze di ricevere informazioni. Al termine della congiunzione il Sole delle pianure settentrionali di Marte non sarebbe più stato certamente sufficiente per il funzionamento della sonda.
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