Phoenix ha terminato la raccolta dei campioni. Ora inizia l’analisi nelle ultime celle dei laboratori di bordo riempite con il terreno.
Ora sarà una corsa contro il tempo per sfruttare l’energia disponibile, ma in continua diminuzione, per completare tutte le procedure di rilevazioni dei dati dai campioni stessi.
Intanto il braccio robotico approfondisce gli scavi “Upper Cupboard” e “Stone Soup” per fotografare in dettaglio la stratigrafia e creare mappe geologiche della distribuzione dei ghiacci.
“Fondamentalmente stiamo cercando di comprendere la profondità e l’estensione delle ‘piastre’ di ghiaccio per definire come il clima e la geologia guidano la loro formazione”, ha detto Diana Blaney del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena.
Nei prossimi giorni, ingegneri e scienziati hanno intenzione di spostare una parte in eccesso di materiale ammucchiato su uno degli imbuti di carico delle celle del Wet Chemistry Laboratory, per eseguire una ulteriore analisi con il microscopio ottico e si tenterà anche di rilevare un modello digitale tridimensionale di una delle rocce presenti vicino al lander, chiamata “Sandman”. Quest'ultima rilevazione sarà eseguita con la fotocamera del braccio robotico.
In foto la sovrastruttura della sonda con gli strumenti scientifici, in alto si vede il terriccio accumulato dal braccio robotico ed il velo di polvere che si è già depositato su Phoenix.
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