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domenica 19 ottobre 2008

Lanciato IBEX.

L’Interstellar Boundary Explorer è un satellite compatto per l’osservazione dell’interazione del sistema Solare con il resto della nostra Galassia.
È partito oggi alle 19:47 CEST (Italiane) per mezzo di un vettore Pegasus XL della Orbital Sciences Corporation aviotrasportato in quota e lanciato da un L-1011 “Stargazer” modificato per questo particolare uso.

La storia di questo lancio inizia un po’ prima delle 19:47:22.64 italiane: il momento T+0 della missione.
L’aereo impiega 58 minuti a portare il suo carico nella posizione giusta, una fascia posta a 10,5° latitudine nord e 167,6° longitudine ovest larga 6 km e lunga 60 posta a nord dell’Atollo Kwajalein. Giunto nella fascia di lancio il razzo viene sganciato – questo è il momento T+0, vedi foto - e dopo 5 secondi, sceso di circa 100 metri accende il motore principale e punta 35° verso l’alto su una rotta ad inclinazione 81,5°. Il primo stadio, un Orion 50S XL, spinge per 1 minuto e 18 secondi dopodiché si spegne. 15 secondi dopo si accende il secondo stadio e il passo successivo, ad ulteriori 45 secondi, viene abbandonata la copertura del carico. Lo spegnimento avviene 2 minuti e 47 secondi dallo sgancio dal velivolo madre. Si passa ad una traiettoria balistica per un po’, fino a quando, a T +5:14 il terzo stadio Orion 38 si avvia ed in 1 minuto e 8 secondi porta IBEX in una prima orbita circolare a 200 km di quota. A questo punto si spegne, inizia un impulso rotatorio da 60 giri al minuto ed a T +8:22 si sgancia dal satellite completando con successo la sua missione. La quarantesima dal 1990.
Da lì in poi IBEX ha un suo motore d’impulso Star 27 che lo porterà ad un’orbita fortemente ellittica con apogeo a 320'000 km e perigeo a 7000 km, orbita che il satellite impiega 8 giorni a percorrere.

IBEX studierà la bolla composta dal vento solare, quel flusso energetico che, sprigionato dalla nostra Stella, viaggia a oltre un milione di chilometri orari e protegge tutto il sistema, creando la zona chiamata eliosfera, riparata dai deleteri raggi cosmici presenti nello spazio interstellare. I dati che raccoglierà permetteranno di capire meglio l’estensione, le dinamiche e se esistono punti deboli in questo “campo di forze” che ci protegge.

Una curiosità: nel logo di IBEX, in basso a destra nella foto, è raffigurato uno stambecco, che è il significato in italiano di Ibex.

Immagine: Orbital Sciences Corp.

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