Ottima notizia per Phoenix.
La NASA ha deciso di estendere la missione di quasi due mesi, cioè fino a novembre. Attualmente il limite sarà la congiunzione del Pianeta Rosso con la nostra stella, cioè il transito di Marte dietro il Sole. Il momento centrale di questo transito sarà il 5 dicembre alle 23 e occorre considerare che almeno 7-10 giorni prima e altrettanti dopo ci sarà un black-out delle comunicazioni con tutte le sonde, sia in orbita che sulla superficie di Marte.
Se quindi per il 20-25 novembre la Sonda sarà ancora attiva, non lo sarà più a metà dicembre, quando il pianeta riemergerà dal disturbo solare.
Altra buona notizia è che il microfono del Mars Descent Imager (MARDI) verrà attivato nei prossimi Sol per sentire finalmente i rumori di un altro pianeta. Non sentiremo molte cose, anzi, oltre ai rumori di Phoenix potremo ascoltare solo il suono del vento di Marte.
Il Mars Descent Imager, costruito dalla Malin Space Science Systems, era stato installato sulla sonda per riprendere e ascoltare le ultime fasi della discesa su Marte a partire dal momento in cui veniva sganciato lo scudo termico. In effetti era una telecamera con possibilità di ripresa sonora, montata sotto il lander e nelle intenzioni avrebbe dovuto dare una ripresa soggettiva dell’atterraggio. Poco prima dell’ingresso nell’atmosfera era stato deciso di lasciare spenta questa apparecchiatura nel timore che il lavoro aggiuntivo dato ai computer di bordo potesse creare problemi alle componenti fondamentali di Phoenix, come il comando dei paracadute, il controllo dell’assetto e le impostazioni dei motori. Proprio il microfono era stato indiziato di aver portato al fallimento la sonda Mars Polar Lander nel 1999.
L’attesa per l’accensione del microfono è però continuata e finalmente dovrebbe trovare esaudimento.
Nell’immagine allegata una foto dello scudo termico di Phoenix alla massima definizione disponibile. Questo disco scuro di circa 2,5 metri di diametro si trova a circa 150 metri dal lander, mentre il controscudo con i paracadute si trova a circa 300 metri. La macchia scura sul terreno sulla destra dello scudo è l’impronta dell’impatto sulla superficie marziana.
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