Phoenix ha toccato per la prima volta il suolo marziano con una sonda a forma di forchetta ed ha iniziato ad usare un microscopio che esamina la struttura delle piccole particelle di terreno toccandole con un microscopico tastatore.
Le quattro punte della sonda sono state piantate per la prima volta ed è stato scelto un tratto di terreno non ancora toccato per testare le procedure di inserimento. Lo strumento si chiama Thermal and Electrical Conductivity Probe e le punte sono state inserite nel terreno per circa 1,5 cm. Lo scopo è stabilire quanto il suolo è conduttivo termicamente ed elettricamente fra le punte. Questo per rilevare la presenza di acqua liquida nel sottosuolo.
Lo strumento è posizionato su una articolazione del braccio robotico che in tutto è lungo 2,35 metri. Tenuto in aria, ha già confermato più volte la presenza di vapor d’acqua nell’atmosfera. I ricercatori hanno eseguito la prima misurazione del suolo dopo aver effettuato due posizionamenti sul terreno.
Phoenix ha anche inviato la prima immagine dall’Atomic Force Microscope. Questo microscopio prodotto in Svizzera costruisce un’immagine della superficie di una campione utilizzando una punta montata in cima ad una molla, il tutto costruito in microtecnologia da un frammento di silicio. Il sensore “spazzola” tutto il campione e produce una immagine del profilo della superficie.
“Lo stesso giorno in cui abbiamo iniziato ad utilizzare il Thermal and Electrical Conductivity Probe, abbiamo iniziato a sondare anche un altro campione, ma di almeno 3 ordini di grandezza più piccolo”, ha detto Michael Hecht del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, responsabile della suite di strumenti di Phoenix.
L’Atomic Force Microscope è un microscopio elettronico a scansione e può fornire dettagli di particelle del suolo di dimensioni di 100 nanometri, meno di un centesimo del diametro di un capello umano. Siamo a circa 20 volte la risoluzione del microscopio ottico che già ci aveva inviato immagini ad un ingrandimento mai utilizzato su Marte.
Il primo tocco della punta dell’Atomic Force Microscope è stato eseguito, come test di funzionamento, sul substrato della ruota di scorrimento dei campioni per il microscopio ottico.
“È sorprendente pensare che l’intera superficie di questa immagine può essere contenuta in una singola ciglia. Sto già pensando alle meraviglie che ci aspettano”, ha aggiunto Hecht.
Con questi sviluppi ottenuti negli ultimi due Sol, il veicolo spaziale ha completato l’attivazione di tutte le sue capacità scientifiche permesse dagli strumenti di microscopia, elettrochimica e analisi di conduttività.
L’Atomic Force Microscope per Phoenix è stato preparato da un consorzio guidato dalla Università di Neuchatel in Svizzera.
Sono inoltre nel vivo le analisi sui risultati provenienti dal secondo test del Wet Chemistry Laboratory e si continua a studiare per il prelievo di ghiaccio da inserire nel TEGA.
Le rilevazioni meteo del Sol 42 sono state:
cielo limpido
t.max. -34°C
t.min. -78°C
pressione 8 mBar
vento 16 km/h da est
Nota: nell'immagine della scansione al microscopio la scala verticale non è rispettata, cioè i rilievi sono amplificati.
Nessun commento:
Posta un commento