Il lancio è avvenuto in perfetto orario, ma ci sono stati alcuni eventi inquietanti.
Prima di tutto il rivestimento del serbatoio esterno ha perso diversi pezzi durante l’ascesa, fortunatamente dopo il distacco dei booster, quando la trazione dinamica dell’atmosfera è molto minore.
Due pezzi si sono staccati a 18 e a 34 secondi dalla separazione, mentre uno più grosso è volato via a 3m e 30s dal lancio (in foto la macchia scura in basso a sinistra). In tutto sono stati rilevati 5 frammenti staccatisi in momenti diversi dell’ascesa.
Fortunatamente, come già detto, questi detriti non hanno potuto acquisire alte velocità relative rispetto all’Orbiter, ma la cosa più preoccupante è che dal disastro del Columbia, non erano più avvenuti distacchi di materiale così massicci.
Ora sono sotto analisi tutte le immagini del serbatoio riprese dal Discovery mentre si stava allontanando dopo la separazione dall’ET e in questo modo si spera di capire i punti da cui si sono staccati questi pericolosi pezzi di schiuma.
Altro problema è che fino a lunedì, quando arriveranno sulla ISS, non potranno vedere il rivestimento termico, perché non hanno a bordo il braccio aggiuntivo con i sensori per la verifica delle piastrelle, l’OBSS. Dato che il laboratorio giapponese Kibo è molto ingombrante, non c’era posto per tenerlo a bordo e quindi è stato lasciato sulla stazione spaziale dalla precedente missione, la STS-123. In queste condizioni, il primo momento per vedere lo stato dello scudo termico sarà durante il backflip, la capriola che lo Shuttle esegue sempre sotto la ISS prima dell’attracco.
Le analisi eseguite finora non dovrebbero però evidenziare danni seri.
Un altro problema è stata un’avaria al motore di manovra di sinistra e a guastarsi è stato il sistema ausiliario di riserva. Dato che il sistema principale è perfettamente funzionante, attualmente non ci sono altre controindicazioni.
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