La telecamera sul braccio di Phoenix ha sbirciato sotto la “pancia” della sonda. Si ha così avuto la conferma che i retrorazzi della discesa hanno scoperto un substrato che era nascosto sotto la sabbia.
“Questo suggerisce la presenza di un substrato compatto di ghiaccio d’acqua al disotto dello strato superficiale” ha detto Horst Uwe Keller capo del gruppo che si occupa della Robotic Arm Camera al Max Planck Institute for Solar System Research a Katlenburg-Lindau in Germania
"Ci aspettavamo di trovare il ghiaccio fra i 5 e i 15 centimetri di profondità sotto la superficie sabbiosa” ha anche detto Peter Smith dell'University of Arizona a Tucson “E i motori hanno proprio scavato fino a quella profondità scoprendo, probabilmente, quello che stavamo cercando. Non è impossibile che sia qualcos’altro, ma la nostra interpretazione principale è che sia acqua ghiacciata.”
Alternative possibili ce ne sono poche, tranne che possa essere roccia compatta, ma anche la reazione alla luce e l’aspetto esteriore puntano però verso il ghiaccio.
Non può essere ghiaccio di anidride carbonica (il “ghiaccio secco”) perché la CO2 ha il punto triplo a -56,6°C e quindi durante il giorno a “soli” -30°C dovrebbe sciogliersi e sublimare.
Per il resto le condizioni meteo sono stabili e le operazioni a bordo proseguono normalmente.
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