Il braccio robotico di Phoenix ha sparso una cucchiaiata di terreno sul coperchio largo circa 20 cm del MECA box, il contenitore che racchiude il disco campioni e il microscopio ottico. Il campione, entrato nel vano di studio attraverso una tacca che ne scopre solo uno alla volta, è pronto per le analisi ed è della giusta quantità. Le immagini ricevute lo hanno confermato.
“Sembra che il MECA box sia cosparso di un leggero strato di polvere ed è quello che volevamo. Il gruppo che controlla il braccio ha fatto un gran lavoro.” Ha detto Michael Hecht del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena. È anche lo scienziato capo per lo strumento Microscopy, Electrochemistry and Conductivity Analyzer (MECA).
L’arrivo del campione nel microscopio ha significato il secondo successo consecutivo in due giorni. Il primo campione giunto ieri nel forno TEGA ha ricevuto il comando di inizio analisi e per avere il risultato serviranno diversi giorni.
Il terreno inserito nel microscopio proviene dal punto di raccolta denominato “Mama Bear” (vedi Sol 9), mentre quello inserito nel TEGA proviene dal “Baby Bear”. Tutta la “trincea” formata dagli scavi viene denominata “Goldilocks” e si trova sul lato nordoccidentale del lander.
Il team della University of Arizona che controlla il braccio robotico ha intenzione nei prossimi giorni di inviare i comandi per scavare più in profondità nella trincea “Goldilocks” e in una adiacente chiamata “Dodo”.
Lo scopo è stabilire la presenza del substrato duro e la sua profondità, ma soprattutto capire se è composto di ghiaccio.
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