Phoenix ha finalmente riempito di terreno marziano il suo primo forno.
“Abbiamo un forno pieno!” ha detto Bill Boynton della University of Arizona, di Tucson, “ci sono voluti 10 secondi per riempirlo di terreno smosso.”
Finalmente c’è un campione pronto per le analisi all’interno del forno 4 del TEGA, il Thermal and Evolved-Gas Analyzer. È successo tutto oggi ed è bastato dare un nuovo scossone al materiale fermo da giorni sopra al filtro d’accesso allo strumento che ha iniziato a scendere riempiendo rapidamente la camera d’analisi.
Probabilmente il fatto di restare così a lungo sul setaccio (che impedisce l’ingresso ai frammenti più grandi che potrebbero intasare l’accesso al forno) ha in qualche modo cambiato la consistenza del terreno che è diventato più friabile permettendogli di attraversare la barriera prima insormontabile.
“c’è qualcosa di molto inusuale in questo terreno che proviene da una zona mai esplorata prima,” ha detto Peter Smith della University of Arizona che è il Phoenix Principal Investigator “Siamo veramente interessati a capire quale tipo di attività chimica e minerale abbia provocato la coesione delle particelle di suolo.”
Ora in programma c’è lo spargimento di terreno sul microscopio ottico per un’analisi visiva approfondita e la prosecuzione della ripresa delle immagini in alta risoluzione del panorama attorno al lander, oltre ovviamente alla prima ‘cottura’ di materiale marziano.
Sul sito di discesa c’è leggero vento con aria polverosa e sole velato. Temperatura massima in diminuzione.
Immagine: sito ufficiale http://phoenix.lpl.arizona.edu/
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